Dear diary

Rose\Elise

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    Rosemary Pranzo
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    "Caro diario, questi giorni di vacanza sono pieni di allegria e malinconia al tempo stesso. Mamma sembra essersi ripresa molto bene dai Natali senza papà e Daniel, da qualche tempo ha cominciato a fare feste con gli amici degli zii. A me fa piacere si sia ripresa,il peggio è che mi trascina a queste feste, invece io preferirei un approccio più discreto.
    Certo, Cameron mi scrive ogni tanto e ci vediamo ma da quando ha dovuto interrompere gli studi perchè è rimasta incinta,è difficile mantenere i contatti. Mi dispiace perchè era una ragazza molto studiosa,sapeva addirittura il greco ma sono contenta per lei perchè il suo compagno Aaron la sta aiutando anche se non ha il sostegno della famiglia
    .
    Rose guardò quello che aveva scritto, stava per aggiungere qualcos'altro quando sua madre la chiamò,doveva andare a prendere il mascarpone, come al solito a Amy gli ingredienti mancanti venivano in mente mentre stava cucinando così mandava la figlia a prenderli. Quella sera,poi,venivano a cena Charles e il suo ragazzo, John quindi si prospettava una cena tipicamente inglese.
    La ragazza ascoltò le istruzioni della madre e si diresse verso il centro di New York, doveva andare in una specifica pasticceria, per farlo avrebbe dovuto prendere la metropolitana da sola, ok, era maggiorenne e sapeva degli incantesimi di difesa ma era timida e sperava sempre di non essere costretta a far male a nessuno. Quindi prese la metro, si sedette in fondo poi scese alla pasticcieria,tornando dalla commissione vide un palco di legno che quella sera avrebbe ospitato un concerto di Natale, allora Rose si ricordò della sua passione per la musica e cominciò a canticchiare tra sè:<idear diary
    What is wrong with me?
    'cos I'm fine between the lines
    Be not afraid
    Help is on it's way>
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    Elise Blackwood


    I'd consider myself a realist

    but, in philosophycal terms,

    I'm what's called a pessimist.


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    Natale: una poesia di luminarie riflesse nella neve e sulle finestre dei grattacieli tutt'intorno. Di canzoncine che riecheggiavano tra il vociare frettoloso dei passanti, con le loro buste strette tra le mani e la meraviglia dipinta in volto. Elise amava quelle poche settimane, perchè sembrava quasi il mondo rallentasse, chiuso in una di quelle bomboniere in vetro. Poteva scuoterla e vedere la neve cadere, adagiarsi tra i capelli e sui palazzi. Così rimase ferma qualche secondo al centro del marciapiede, con le braccia allargate e la testa al cielo: i passanti la guardavano come fosse pazza ma non importava. Indossava una sciarpa che copriva metà del suo volto, perciò alcuni sembravano addirittura spaventati: le camminavano affianco accelerando il passo nella paura d'essere rapinati, ma Elise cercava solo di nascondersi. Non aveva commesso alcun crimine, doveva solo proteggersi assicurandosi di non essere riconosciuta. I fiochi di neve accarezzarono il suo volto e si posarono sulle braccia, lei sorrise sotto la sciarpa ed era un'espressione di sollievo che nessuno avrebbe letto negli occhi troppo spaventati. Erano dello stesso colore del ghiaccio, di quella neve depositata al suolo che i passi e le auto non avevano ancora sporcato. E come il fango faceva a quella visione così candida, la paura macchiava affondo i suoi occhi, ma Broadway era bellissima a Natale ed Elise non aveva resistito: si era costretta ad uscire di casa ben coperta sperando nessuno la scoprisse, non poteva vivere prigioniera di casa propria. Si infilò una sigaretta tra le labbra, ferma davanti un palco di legno che stavano montando su per lo spettacolo della sera, ma presto si accorse di non avere un accendino. - Scusi, ha da accendere? - chiese e l'accento Londinese era più che ovvio. La ragazza aveva una busta in mano e lungi capelli castani che incorniciavano il suo viso meravigliato: turista o cittadina?
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    Rosemary Pranzo
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    Alla domanda della ragazza, Rose ebbe un momento di panico perchè era una sconosciuta e nonostante fosse una persona di solito gentile con chi non conosceva,era timida senza contare che le aveva chiesto una sigaretta. Lei non fumava,come avrebbe potuto dirle di no? Ma si era ripromessa, da quando aveva iniziato il suo percorso, di essere meno timida quindi un respiro e poi:mi dispiace davvero, non c'è l'ho perchè non fumo abitualmente.
    Bene, ora doveva solo trovare una soluzione, suggerirle di chiedere a qualcun altro. Già,ma a chi? Si guardò intorno, incerta, non c'era nessuno a parte loro due e un bar tabacchi.
    C'è un bar tabacchi qui all'angolo, forse può chiedere lì,disse timidamente un pò imbarazzata,credo che lì le vendano, io devo tornare a casa.
    Mise la spiegazione come aggiunta alle sue parole, doveva smetterla di essere così timida e sì doveva tornare a casa ma quel palco la attirava come una calamita facendole ricordare quando Nick l'aveva fatta cantare in pubblico. Provava sentimenti molto delicati e complicati riguardo alla musica, sentiva ogni cosa tranne gli Springs anche se il suo ascolto si era ridotto da quando era successo tutto quel baradam, quel disastro.
    Rose, a suo tempo, si era sentita non solo illusa dal punto di vista romantico ma anche derubata del suo sogno ed era certa che nessuno avrebbe capito, fissava il palco con un misto di malinconia e desiderio.
    Aveva ripreso in mano la sua vita ma quella ferita era ancora aperta, era combatutta e confusa tra i ricordi da una parte, la sua voglia di rimettersi in gioco dall'altra.
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    Elise vide il cielo d'Inghilterra riflesso nell'accento di quella sconosciuta. Il grigio delle nuvole, il fumo delle città e quella coltre biancastra immersa nel perfetto incontro di passato e presente: di rivoluzione industriale e ventunesimo secolo, cavalli e automobili con l'aria condizionata. Le sorrise, perché era così improbabile ritrovare casa in un posto come New York e lei c'era riuscita, l'aveva intravista in una sconosciuta con i capelli castani e gli occhi grandi. - Se hai cinque minuti puoi accompagnarmi, non riesco a vedere il bar in mezzo alla folla... - scrollò le spalle, in verità lo vedeva bene: con quella grande insegna luminosa, ma cercò di aggrapparsi al ricordo che quell'accento le portava alla mente, ci si arrampicò pregando parlasse ancora perché era così armonioso. Le luminarie Natalizie, la temperatura perfetta per una nevicata e l'Inghilterra: di sicuro a Londra le decorazioni erano splendide in quel periodo, eleganti ma vistose. - Di che zona di Londra sei? - non ne era certa, ma credette di aver riconosciuto un accento londinese in quelle poche frasi: la voce del tutto appoggiata al palato con le guance gonfie di fiato tipiche degli Inglesi. Era un ricordo così piacevole, L'Inghilterra, nonostante il dolore e le perdite: il suo cielo sempre grigiastro come l'animo di Elise sin da bambina, che si era sempre vista riflessa in quelle nuvole e nelle grandi distese giallastre di fieno oltre la città. A New York, invece, specie nel centro, il cielo lo guardava a stento: i cartelloni pubblicitari e le insegne luminose oscuravano il capolavoro del creato ad ogni ora e quasi le dispiaceva, quando l'appartamento era sempre immerso nella penombra delle uniche tre finestre a ridosso di un edificio troppo altro che negava loro tutta la luce. - Mai visto lo spettacolo di Natale? - chiese indicando il palco in costruzione.
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    Rose prese un grosso respiro e poi rispose alla ragazza:va bene, ti accompagnerò. In fondo aveva l'aria gentile e non c'era niente di male a farle quel piccolo favore anche se non si poteva mai sapere comunque voleva solo un paio di sigarette,niente di che. La strada,poi,era piena di neve illuminata dai lampioni e c'era un'atmosfera festosa che invitava all'amicizia, Carmen non era l' unica amica che poteva avere Rose anche se le era molto affezionata. Era lei un pò chiusa nei rapporti da molto tempo perchè pensava sarebbe stato difficile fidarsi ancora di qualcuno però allo stesso tempo desiderava farlo.
    Come fai a sapere che sono di Londra? Comunque dalla parte magica, Diagon Alley, se il nome non ti dice niente non ti preouccuppareaggiunse poi con un timido sorriso. In effetti pensava fossero molto pochi i maghi lì a New York che sapevano dell'esistenza di Diagon Alley quindi non si sarebbe stupita se non l'avesse conosciuta.
    Non sapevo neanche ci fosse uno spettacolo di Natale,è la prima volta che vengo qui perchè è sulla strada per il pescivedolo, è da poco che abito a New York ma se mi capitasse l' occasione nei prossimi giorni verrò di sicuro.
    Da dove le era uscita tutta quella spavalderia? Fece un timido sorriso amichevole a quella ragazza, in effetti fare due chiacchere non poteva essere così male.
    Facciamo così: ti accompagno al bar, tu prendi la tua sigaretta e poi vado perchè non posso fermarmi moltole propose rientrando nel suo ruolo di "acquisto cibo per Natale"
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5 replies since 24/1/2017, 18:12   117 views
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