[Criptozoologia] The Great Mistery - Recupero 1 lezione 1 anno

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  1. ·Shy.
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    Felicity Daisy Johnson
    empatica - mezza fata della terra - 22 anni - ingenua
    « if i wanted, i could destroy everything. but i'm a good girl »
    Era finalmente riuscita ad indovinare il quesito che il docente aveva posto. Sospirò sentendosi sia soddisfatta che sollevata nel non aver fallito, alzando il volto verso l'alto. Le fronde si muovevano piano, come cullate da un timido vento primaverile che riusciva a creare riflessi verdi e dorati sul terreno del sottobosco. Dopo qualche minuto decise di riportare lo sguardo davanti a se, aggrottando le sopracciglia chiare per la sorpresa. Era infatti apparsa una porta nera poco distante da lei. Capì che era ora di andare e tornare al mondo reale, anche se ciò voleva dire abbandonare quel posto così caro a Felicity. « Ancora un attimo.. » la voce le uscì piano, mentre osservava con occhi pieni di nostalgica dolcezza il bosco intorno a lei. Sarebbe stato da ipocriti non ammettere che le mancasse come l'aria. New York è bella, piena di idee, con un complesso intreccio di anime tutte diverse e speciali. Ma non è casa sua, non è la natura dove ogni creatura è viva e in collegamento con lei. « Tornerò presto a trovarvi. Lo prometto » la frase si perse nel vento, non avendo parlato con nessuno in particolare. Con ponderata lentezza si rialzò da terra, togliendosi con le dita eventuali resti di terra e foglie dal fondo schiena, coperto da dei semplici Jeans. Si incamminò verso la porta chiusa, dove davanti una delle creature sembrava aspettare Fee. Salutò gli altri quattro animali con un cenno rispettoso del capo ed un sorriso, sentendo intanto le delicate ali restringersi fino ad essere completamente nascoste sottopelle. Non ne aveva più bisogno. Ringraziò il suo ki, l'adorata Diana, che sparì sapendo di aver terminato il suo compito. Capendo di aver adempito a tutti i compiti che doveva svolgere, con un profondo respiro aprì la porta varcandola a fianco del maestoso orso.

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    Sbatté ripetutamente le palpebre, per cercare di abituare la vista al buio opprimente di quella che intuì essere una stanza. Voltò il capo verso la creatura etera che l'aveva accompagnata, un'espressione di confusione dipinta sul volto. Credeva di aver terminato il suo compito, ma a quanto pare non era ancora finita. Spostando lo sguardo dall'orso al luogo davanti a sè riuscì ad intravedere un'altare con davanti una persona. Non era possibile, non di nuovo. A Magia Bianca aveva potuto rivedere i suoi defunti genitori e in quel momento, di nuovo, uno dei due sembrava essere riapparso dall'aldilà. Era una versione giovane di Leonard, dai boccolosi capelli color del grano come quando Fee era piccola. « Papà » quasi urlò, mentre corse di getto fra le sue braccia, stringendolo mentre calde lacrime presero a scorrere lungo le pallide guance. « Daisy » il sussurro l'avvolse di amore e tenerezza. Sentendosi chiamare in quel modo particolare come solo lui faceva la fece piangere ancora di più, rifugiandosi fra il caldo abbraccio del padre. Indossava una lunga veste acquamarina, con riflessi bianchi. Felicity non poté non pensare che quei colori corrispondevano perfettamente all'uomo che l'aveva cresciuta, così buono e puro. « Mi sei mancato così tanto » se la ragazza avesse potuto decidere non si sarebbe più allontanata, ma fu Leonard a farlo. Fu un movimento dolce ma deciso, mentre le asciugava una lacrima con tenerezza. « Anche tu piccola Daisy. Ma adesso devi concentrarti » La mezza fata annuì, tirando su con il naso e asciugandosi le altre lacrime con il braccio in un gesto da bambina. Voltò il capo verso l'orso, ma al suo posto c'era solo un denso buio. « Ma è sparito.. » mormorò, guardando confusa Leonard che però non ricambiò lo sguardo, fissando l'altare. Spostò anche lei gli occhi sulla superficie dell'oggetto, aprendo subito dopo le labbra ma restando in silenzio, troppo stupita per parlare. Sull'altare era sdraiato su un lato il cavallo più bello che lei avesse mai visto. Non era mastodontico come alcuni stalloni che aveva avuto la fortuna di vedere, ma il corpo slanciato ed aggraziato lo rendeva meraviglioso. Le zampe curvate all'indentro per non cadere dall'altare sembravano lunghi e sinuosi bastoni dorati. I sottili peli riuscivano a dare una splendida forma al mantello di un marrone chiaro, quasi un caldo crema, che sembrava risplendere di luce propria. La criniera, lasciata libera di crescere lungo un lato del muso, e la coda erano di una tonalità più chiara. Oltre a quelli che incontrava da piccola nella foresta, aveva studiato anche le altre creature nei vari libri che suo padre si premeva di farle leggere. Quel cavallo apparteneva ai Akhal-tekè, una delle più antiche razze equine. Dalle informazioni studiate Fee sapeva che la leggenda narrava che i Akhal-tekè provenissero dai deserti dell'Asia centrale. La ragazza si avvicinò alla creatura, accarezzandole il collo. In qualche modo aveva sempre sentito una certa affinità con i cavalli, come se condividessero dei tratti simili. Sia l'animale che lei erano creature dolci, placide e buone ma anche coraggiose e fiere di ciò che sono. « Ciao piccolo » il sorriso che era affiorato sulle labbra della bionda sparì immediatamente, raggelata alle parole del padre: Daisy, devi ucciderlo. Scattò di lato, allontanandosi dal padre ma restando sempre accanto al cavallo. Il cuore prese a batterle talmente forte che lo sentiva pulsare nella fronte. « Mai! » urlò, vedendo che in una mano l'uomo cingeva saldamente un pugnale. Cosa stava succedendo? Suo padre amava gli animali « Fidati di me, bambina mia. Andrà tutto bene. E' un sacrificio che deve essere compiuto » Felicity capì di avere lo sguardo smarrito, titubante sul fatto che quello fosse davvero suo padre. Ferma nella sua posizione, rimase a fissarlo. Leonard fece un passo in avanti con il manico del pugnale teso verso di lei, sorridendole. « So come ti senti. E' la stessa orrenda ed opprimente sensazione che ho provato io quando è capitato a me. Ma per favore, fidati di tuo padre » Avrebbe dovuto credergli? Doveva farlo? Muovendo il braccio con una lentezza quasi esasperante afferrò l'arma dalla corta lama. Poggiò l'oggetto sul collo della creatura, senza premere. Le lacrime presero a scendere di nuovo, finendole sulle labbra e lasciandole un amaro sapore salato. Come poteva far del male ad un altro essere vivente? Suo padre però era uguale a lei e se le diceva così Fee sapeva che doveva fidarsi. Impresse nella mente per l'ultima volta l'iride dell'animale, chiuse gli occhi stringendo le palpebre più forte che poteva e tranciò con un gesto netto il collo. Rimase diversi attimi immobile, senza avere neanche il coraggio di respirare. La mano di Leonard le si posò sulla spalla sinistra, stringendola con delicatezza. Quando li riaprì, il cavallo era davanti a lei senza vita. « Sei stata coraggiosa. Adesso bevi Daisy » la voce del padre le arrivò lontana, come ovattata, mentre lui le offriva una coppa ripiena da un liquido. Rilasciò la presa sul manico, facendolo cadere sul pavimento con un suono metallico, mentre si sentiva annaspare alla ricerca di aria. Grazie alle piccole gocce che continuavano ad uscire dagli occhi vedeva tutto sfocato, persino i contorni della coppa e del volto dell'uomo. Come se avesse subito un incantesimo di confusione prese con entrambe le mani la coppa, lo sguardo smarrito. Senza riuscire a pensare al motivo o se stesse facendo bene, bevve il contenuto in un sorso. Il caos che aveva in testa sembrò diminuire al sentire un intenso sapore di fragole espandersi in tutta la bocca. Era così tremendamente simile a quello che sentiva da bambina, quando faceva scorpacciate con i genitori di quel frutto gustoso. Restituì la coppa al padre, voltandosi ad osservare la creatura. Vedere l'iride chiara ormai spenta e il suo corpo immobile, sapere che era stata lei a ridurlo così, le faceva più male di mille aghi conficcati in tutto il corpo. Non riusciva a credere di averlo fatto. Avrebbe voluto urlare, prendere di nuovo il pugnale e farsi del male lei stessa dalla disperazione, ma una forza immateriale la spinse a portare il palmo destro sulla creatura. Passò le esili dita fra i fili argentei della criniera, mentre bagnava il cavallo con calde lacrime. « Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace » una cantilena sussurrata continuava ad uscire dalle sue labbra, senza nessuna interruzione. Sembrava persino aver dimenticato anche la presenza di suo padre.
    code © psiche



    Skill sbloccate:

    - Nome: Potenziamento Sensoriale Passivo - UDITO
    Requisiti: Partecipazione alla I lezione I anno
    Tipologia: Potenziamento
    Descrizione: Lo studente riceve un potenziamento di +1 ad un senso a sua scelta. Questo potenziamento rimane di BG
    Formula: //
    Movimento: //
    Da questo momento, per sempre, il tuo senso dell'udito sarà potenziato di +1

    - Nome: Potenziamento Tattile
    Requisiti: >26 I lezione I anno
    Tipologia: Potenziamento / Incantesimo
    Descrizione: L'incantesimo permette di potenziare il senso del tatto. (+2 al tatto del pg durante la lezione)
    Formula: "Tatsinn"
    Movimento: Stringere la propria pietra catalizzatore nella mano dominante e pronunciare la formula. La pietra diventerà prima calda e poi assumerà una caratteristica tattile che dipende dallo studente. Se l'incantesimo non funziona la pietra diventerà talmente calda da bruciare il palmo dello studente. (3 turni)

    - Nome: Potenziamento Uditivo
    Requisiti: >26 I lezione I anno
    Tipologia: Potenziamento / Incantesimo
    Descrizione: L'incantesimo permette di potenziare il senso dell'udito. (+2 all'udito del pg durante la lezione)
    Formula: "Gehor"
    Movimento: Stringere la pietra catalizzatore in entrambe le mani, passarla in quella dominante e portarla all'orecchio pronunciando la formula. Se l'incantesimo funziona lo studente sentirà una melodia a scelta provenire dalla pietra. (3 turni)

    - Nome: Potenziamento Visivo
    Requisiti: >26 I lezione I anno
    Tipologia: Potenziamento / Incantesimo
    Descrizione: L'incantesimo permette di potenziare il senso della vista. (+2 alla vista del pg durante la lezione)
    Formula: "Sehkra"
    Movimento: Stringere la propria pietra catalizzatore nella mano dominante e aprire il palmo davanti a sé pronunciare la formula e chiudere gli occhi. Se l'incantesimo funzona lo studente vedrà, con gli occhi chiusi, il colore specifico della pietra, che dipende da studente a studente e sarà sempre lo stesso. (3 turni)
     
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