[Criptozoologia] The Great Mistery - Recupero 1 lezione 1 anno

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    CHANDRA XAVIER

    AUF DER HEYDE

    nam nisi clamabis,
    tacitum te obrepet fames

    teacher - pureblood - 45 y. o.

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Sono notti che non dormi, Chandra.
    Sono notti che non dormi perché senti che qualcosa non va in te, senti che qualcosa dentro di te sta cambiando e ti fa male. Perché non ne sei pronto, perché non sei propenso al cambiamento, alla realtà dei fatti che ti sbatte in faccia con la violenza di un ciclone. E fa male. Fa male sapere che stai fallendo sempre di più, fa male perché sai di star vedendo Orchidea andare via sempre più velocemente da te e tu non sei abbastanza forte per tenerla a te, abbastanza veloce per raggiungerla.
    Che lei dovesse prendere la sua strada, lo sapevi perfettamente dal primo giorno in cui l'hai vista, ma non sei riuscito nemmeno per un po' a concretizzarlo in quell'ultimo giorno di scuola che ti sei ritrovato a seguirla in Inghilterra per vegliare su di lei da lontano, in America per proteggerla.
    E prima di lei, Ecate. Nemmeno lei sei riuscito a salvare, a tenere a te. Li lasci scappare tutti non perché loro siano più veloci, ma semplicemente perché tu sei lento. Sei lento e non ce la fai a seguire ogni cosa, sei lento e non ce la fai ad inseguire quello che ami. Vorrei che tu fossi una ragazza per dirti di coprire quelle occhiaie con del correttore, ma hai quel pizzico di eterosessualità che ti rimane e tienitela ben stretta per piacere. Quando hai allestito la tua aula per il grande primo passo dei tuoi alunni sai per certo che vorresti vederlo, il rituale di Orchidea.
    Ma per adesso, ti limiti a vedere quello dei tuoi studenti. Ti limiti a seguire pedissequamente i tuoi studenti che speri di formare a dovere, che speri di rendere uomini e donne migliori, nei quali speri di lasciare un segno, anche minimo.
    Anche inconscio.
    Sapere di non aver fallito, almeno non questa volta. Una volta entrati, ad uno ad uno, o in gruppo, tutti gli studenti avrebbero visto con quanta dovizia di particolari sei riuscito a riprodurre un luogo caro per ogni studente. Ogni studente sarebbe entrato in classe catapultandosi nel proprio luogo più caro, da solo.
    E il tuo, Chandra? Ricordi qual è?

    code © thefedivan



    Benvenuti!
    Questa è la modalità "recupero rapido" delle abilità di background più importanti del corso e sulla quale si basano parte delle skills successive.

    La settimana prossima ci sarà la seconda lezione del primo anno di criptozoologia (in compresenza con evocazione) ed è necessario che tutti gli utenti AMMESSI ALLA II LEZIONE mediante queste valutazioni partecipino a questo recupero.

    Quello che dovrete fare sarà semplice, entrare in aula e ritrovarvi in un posto caro al vostro personaggio. Descrivetemelo minuziosamente. Potete entrare quando volete nel corso della lezione, ma superato giovedì ve lo sconsiglio perché potreste non arrivare a completare il percorso.

    Ho bisogno di sapere, inoltre, se avete Magia Bianca e qual è il vostro animale totem.

    Buona lezione!
     
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    Noah Joseph Brody
    Voice • Lycan • Brighton's CliffSong

    tumblr_o39g253Tyz1ufr0g0o6_250
    Non sarebbe potuto essere un posto diverso. Gradualmente, come un disegno che lentamente veniva riprodotto uguale e identico all'originale, il paesaggio andò a definirsi sempre più nitido, sempre più colorato e sempre più luminoso... di quella luminosità un po' nebulosa e fioca, tipica dell'Inghilterra. Quella che ti dava sempre l'impressione di non essere mai totalmente sveglio, soprattutto quando ti perdevi in lande come quelle, così imponenti, che semplicemente esistendo riuscivano a mettere al suo posto l'indole distruttiva degli esseri umani. Qualcuno l'avrebbe definito il Sublime con una parola, ma non Noah, che non aveva di quelle conoscenze filosofiche-artistiche, per lui era soltanto: aria, libertà, pura essenza di sé.
    La roccia bianca, viva, tagliata tanto perfettamente da sembrare avesse la consistenza del burro, e il vuoto, che precipitava già dalla scogliera gettandosi nel mare azzurro scuro, rifletteva il cielo nuvoloso di Brighton, una superficie immensa increspata da piccoli dettagli più chiari, infinitesimali onde mosse da un vento leggero ma gelido.
    Una folata di vento improvvisa unita al suono degli uccelli che si spandeva nel silenzio naturale di un posto "in pace" com'era quello, lo informò che era arrivato. Non vedeva Brighton da tanto tempo, ironicamente, il suo potere di Viaggiatore non lo portava mai lì, come se preferisse evitargli il piacere di quella sensazione di beatitudine che gli conferiva quel luogo. Noah alzò lo sguardo al cielo, piegando la testa all'indietro. Il cielo dell'Inghilterra era grande, molto più grande di qualsiasi altro cielo che aveva visto e purtroppo ne aveva visti parecchi, era una volta immensa in cui riusciva a perdersi, ma allo stesso tempo avvolgente e confortate: il cielo di Brighton era un abbraccio freddo e familiare.
    Il vento gli scompigliò i riccioli mentre avanzava verso il bordo della scogliera. Era passato tanto di quel tempo che Alec era stato sepolto sotto le nuove sofferenze e i nuovi drammi, ma lì, proprio in quel punto, più di dieci anni prima era stato testimone di un incidente di cui si era preso le colpe - come suo solito - e da cui era scaturita quell'orribile rabbia che ancora faceva parte di lui. Non ricordava più la faccia del Detective che si era occupato del suo caso, era un mago e gli aveva salvato la vita insieme a Winter, impedendogli di trasformarsi in una creatura orribile tale un'Obscuriale. L'aveva scoperto molto tempo più tardi e aveva rabbrividito fin sotto le ossa.
    Ironia della sorte, era diventato comunque una creatura oscura.
    I piedi affondavano in mezzo alla sottile erbetta verde che delicatamente si chinava al suo passaggio, e quando arrivò proprio al bordo, la roccia si sgretolò di un poco sotto il peso del suo corpo, lasciando cadere due piccoli sassi fino all'acqua sottostante senza fare rumore. A destra il faro, dietro di sé la strada per tornare in città, a sinistra il vuoto ma davanti aveva il tutto. Noah aprì le braccia perpendicolari al terreno, la stabilità del suo corpo venne inizialmente meno e ondeggiò di poco sui suoi piedi, così che altri piccoli pezzi di roccia si sgretolassero cadendo nel precipizio, poi la riacquistò più forte, lasciandosi sorreggere dal vento stesso che in quel punto era più forte, più reale. Brighton gli era mancata terribilmente.


    Ho Magia Bianca e il l'animale totem è il Coyote!
     
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    Meggie
    20 || Single || Scheda

    Meggie non si aspettava di essere davanti a un giardinetto, era piuttosto trascurato,le erbacce crescevano ovunque, i fiori erano disposti disordinatamente, alcuni avevano i petali piegati da una parte, altri invece erano belli sotto il sole ma era l'erba che decretava lo stato di abbandono del posto infatti alcuni steli raggiungevano le caviglie della ragazza che si pentì di aver messo una gonna e non dei pantaloni anche se non le davano tanto fastidio. Di fronte al giardino c'era una casa che sembrava fosse sostenuta con la magia tanto sembrava vecchia e decadente, lei si avvicinò per saperne di più e guardandosi intorno vide oltre la staccionata alcune altre casette simili.
    Meggie era stata solo per un breve periodo della sua vita a Godric's Hollow,per questo non riconosceva nessun dettaglio del villaggio ma poi vide qualcosa sui gradini della casa.
    Andò da quella parte ed era una bambola sporca,rotta, sembrava fosse stata lasciata cadere in una fuga frettolosa, la raccolse e osservandola la riconobbe come sua perchè forse sua madre l' aveva aiutata a cucirle addosso il suo abitino rosso,o forse l'aveva comprata suo padre.
    Quindi quello era il villaggio di Godric's Hollow e quella la sua casa da bambina,entrarci avrebbe significato ricostruire la sua infanzia ma anche affrontare il pensiero della morte di sua madre, Meggie, alle lezioni di Magia Bianca, aveva maturato abbastanza forza da non lasciarsi sopraffare dal dolore ma chissà se in giardino c'erano altre tracce di lei. Avrebbe fatto un giro lì intorno poi sarebbe entrata in casa.
    CODE&GRAPHIC BY HIME
     
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    Felicity Daisy Johnson
    empatica - mezza fata della terra - 22 anni - ingenua
    « if i wanted, i could destroy everything. but i'm a good girl »
    Tiepidi raggi solari riscaldavano le nude braccia di Felicity Johnson, intenta a camminare per i prati del campus. Quel giorno si era svegliata di buonumore, un po' perchè la primavera era cominciata, e nessuno quanto lei forse adorava quella stagione, un po' perchè finalmente sentiva di poter dire di aver iniziato ad ambientarsi là dentro, in quella che definiva come la sua nuova casa. Certo c'erano ancora tante cose da apprendere, sia a livello magico che interpersonale, avendo vissuto da eremita per praticamente tutta la vita, ma le sembrava che l'ostacolo più grande fosse superato e che le persone cominciassero ad accettarla. Con stampato in faccia un sorriso che molti avrebbero definito ebete si avviò verso l'aula di Criptozoologia, incontrandosi a metà strada con Lara. L'aveva conosciuta a lezione e il primo pensiero che affiorò nella bionda fu che avrebbe voluto esserle amica. Non poteva certo affermare di conoscerla bene, ma per quel poco le sembrava così dolce buona che finì con l'adorarla praticamente subito. « Ciao » la salutò, il tono di gioia presente a tal punto da essere facilmente percepito da Lara « bella giornata vero? » allargò le braccia, inspirando profondamente. Piccoli brividi le scorrevano lungo il corpo, essendo vestita con solo una leggera magliettina a maniche corte, ma non sembrava farci caso, troppo presa dal gustarsi un nuovo incredibile giorno. Chissà cosa le sarebbe successo. Parlando del più e del meno, arrivarono davanti all'aula. « Ci divertiremo di sicuro » mormorò speranzosa alla ragazza, sapendo che in effetti non aveva senso dubitarne visto che fino a quel momento le lezioni tenute al Brakebills erano state tutte entusiasmanti, ed entrò.

    ----------------------------------

    Sbattè gli occhi ripetutamente, osservando l'ambiente intorno a lei con evidente confusione. Un attimo prima si trovava accanto a Lara in un corridoio dell'università, mentre un attimo dopo era in un bosco. Mosse il piede destro in avanti, ma si fermò subito sentendo il pavimento oscillare. Le iridi chiare si abbassarono, notando di essere sospesa in aria, a sostenerla un ponticello di legno. Un grazioso passaggio tra delle scale a chiocciola situate intorno ad un albero e una casetta sospesa nel bosco, anch'essa di legno. Fee rialzò il volto di scatto, sentendo il cuore battere più velocemente del solito. Conosceva perfettamente quel posto. Le infinite lucine poste lungo tutto il ponticello e la casa, le piccole ma confortevoli stanzine arredate con gusto, le ampie vetrate ad illuminare la dimora ricoperta parzialmente d'edera. Come aveva fatto a finire a casa di Lucienne? Si trattava di un'illusione? Forse era qualcosa di simile alla lezione di Magia Bianca? Solo che quella volta era finita nella sua abitazione, non in quella di Lucienne. « Lucienne » provò a chiamare, timorosa nel non sentire una risposta « Ci sei? C'è nessuno? » ripetè, alzando il tono della voce. Magari la migliore amica di sua madre, quella che per lei è come una zia o una seconda mamma, non era nella sua abitazione. Forse stava facendo una passeggiata tra i boschi o era al fiume, poco distante da lì. Fee poteva sentirne il gorgoglio. L'acqua scorreva placidamente tra i massi, formando una melodia che, insieme al canto degli uccellini e le foglie mosse dal venticello, rendeva il luogo pieno di pace. La ragazza non si era mai meravigliata del perché la donna avesse scelto un posto del genere in cui vivere. Come lei amava la natura ed essendo una fata dell'acqua non poteva mancare un fiume. Dio quanto le era mancato quel luogo. Da piccola ci trascorreva molto tempo, ma con la morte di suo padre aveva preferito rifiutare ogni offerta della fata di andare a trovarla, non volendosi allontanare dalla sua casa per paura che qualcuno potesse entrarvi. Sorridendo per i tanti ricordi riaffiorati nella mente, Felicity rimase sospesa sul ponte, a cercare di individuare la presenza di qualcuno.
    code © psiche


    Fee ha magia bianca e come animale guida ha un cerbiatto :3
     
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    Gabi Petrescu
    23 - empathethic - pure
    © - sheet
    Aveva varcato la soglia dell'aula pensando che le sue alte aspettative fossero, forse, esagerate. Lo aveva fatto quasi con noncuranza, immaginando di incontrare qualcosa di estremamente magico, curioso, interessante ma assolutamente non personale. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi tra quelle quattro mura caratterizzate da un'inconfondibile carta da parati vecchia e scolorita, apparentemente spoglia per chi non aveva avuto modo di conoscerla e di viverla. Quelle stesse mura che, per dodici anni, erano state il suo unico rifugio.
    Ricordava a memoria le foto appese accanto alla finestra, una per ogni bambino che era stato accolto, per più o meno tempo, dalle pazienti balie dell'orfanotrofio.
    Ricordava esattamente anche la fastidiosa luce giallognola degli antichi lampadari e, soprattutto, quanto fosse piacevole vederla sostituire dalla luce del sole durante le prime ore del pomeriggio. Ricordava le sedie imbottite ed ogni loro piega inflitta dal tempo, le strane macchie formate sulla moquette del pavimento dove la gente era solita passare più spesso e quei quadri un po' lugubri e apparentemente privi di senso, che diventavano però quasi interessanti se eri costretto ad osservarli ogni giorno.
    Sebbene Gabi non avesse più messo piede a Buzău dopo essere stata adottata, i ricordi vivevano in lei limpidi e profondi, come se di tempo non ne fosse poi passato così tanto. Girò su sé stessa, in modo da cogliere ogni particolare della stanza e di riconoscere quanto la sua memoria avesse mantenuto un'immagine precisa di quel luogo a lei caro.
    Le sembrò quasi di rivedersi, seduta sulle gambe di Aibee sullo sgabello di fronte al pianoforte, le mani della balia che guidavano le sue su quei tasti vecchi e scoloriti e che, di tanto in tanto, indicavano lo spartito per insegnarle l'arte di cui si sarebbe innamorata. In quella stanza aveva trovato rifugio dalla presenza di altri bambini e dalle loro emozioni spesso travolgenti. Non si era mai trovata a suo agio in quel luogo, ma quella stanza aveva saputo offrirle qualcosa che la aveva aiutata, in qualche modo, ad attendere con pazienza il giorno in cui Alecu aveva deciso di adottarla.
    Sorrise, così, muovendo finalmente i primi passi che la condussero dall'uscio allo sgabello di fronte al vecchio pianoforte. Le sue dita affusolate sfiorarono i tasti senza però provocare alcun rumore, per poi sottrarsi al contatto con il freddo avorio e stringersi davanti al suo stomaco.
    Non era certa di voler suonare, non in quel momento, non senza sapere il motivo per cui si trovava in un luogo così caro e personale. Temeva, quasi, di poter rovinare l'affetto che la legava a quel vecchio pianoforte ingiallito e che, negli anni, era solo riuscito a crescere grazie ad ogni ricordo mantenuto.


    Gabi non ha skills di nessuna materia ma, se può essere utile, è empatica.
    Questa è la stanza dato che nel post si vede poco poco!
     
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    Noah
    10/10

    Sei sul ciglio del pendio scosceso e biancastro che si butta a strapiombo sul mare e senti una brezza scompigliarti i capelli. Tu non lo sai, ma in quella specie di realtà aumentata in cui ti trovi, Chandra riesce a vederti inspirare l'aria di un ricordo passato al quale sei legato. In una frazione di secondo ricordi Alec, ricordi il perché gli sei tanto legato e perché sei legato a quel posto. Ed in un attimo la tua mente inizia a vagare.
    Ti chiedi: cosa ha fatto di te la persona che sei adesso? Chi ha avuto un ruolo fondamentale nella tua vita? Cosa sei diventato? Cosa vuoi essere? Davanti ai tuoi occhi compare una scritta "qui quærit, invenit", chi cerca trova. Una scritta evanescente e brillante che ti colpisce in uno sbuffo come a volerti fare tuffare dentro una nuova realtà.
    Sai di dovere raggiungere il faro. Fallo. Concentrati su uno dei tuoi sensi e va.

    Meggie
    6/10

    Una folata di vento forte ti colpisce come se fosse indirizzata verso di te e ti fa cadere a terra la bambola. Il luogo che ti circonda in un attimo sembra scomparire e rimaterializzarsi in un'immagine leggermente distorta. Non lo sai, ma Chandra osserva la tua immagine ritrovarsi in un posto che sembra non essere poi così importante.
    La tua mente vaga, cercando di riconoscere te stessa in quel luogo che non sembra essere veramente un luogo a te caro. Cosa c'è di importante in questo posto che ricordi appena? Perché la tua mente aveva generato quell'immagine piuttosto che il tiepido salotto di casa tua? Perché Meggie significa quella casa incartapecorita?
    Sono risposte che devi riuscirti a dare, se vuoi riuscire a comprenderti.

    Felicity
    10/10

    Inspira. Trattieni il respiro.
    Conta fino a cinque.
    Espira e senti ampliarsi uno dei tuoi sensi.
    Chandra vede, quello che stai vedendo tu, osserva ogni singola lucina che brilla di una luce che nei tuoi occhi sembra risvegliarsi dopo tanto tempo. Che cos'è questa luce nei tuoi occhi, Felicity? La natura che ti circonda illumina di riflessi cangianti dalle tonalità i tuoi occhi riaffiorando nella tua mente una serie di immagini che hai sempre tenuto dentro di te. Il viso di Lucienne, la sua casa, la tua casa.
    Cosa ti ricorda? Cosa ti è rimasto di quel tempo? Cosa ha fatto di te la Felicity di adesso e che è rimasto radicato lì? Davanti ai tuoi occhi compare una scritta "qui quærit, invenit", chi cerca trova ed in uno scricchiolare di foglioline secche. Quella luce si trasforma in uno sbuffo di lucciole e senti dentro di te una sensazione strana. Come se fossi inseguita.
    Corri, Felicity, corri.

    Gabi
    10+/10

    Brutta storia, l'empatia vero? Posso certificarti al massimo delle mie certezze, che Chandra quando ha preparato questa lezione si è soffermato a controllare quanto più possibile la tua realtà aumentata.
    Non capisce, nessuno riesce a capirlo quello che provi, ma lo conosce. Conosce abbastanza questa tua abilità in senso teorico che in qualsiasi modo ha tentato di contenere l'immagine nella quale ti ritrovi per non destabilizzarti. Affidati alla vista, all'olfatto, al gusto, al tatto, all'udito. Scegli uno di questi da potenziare per conoscerti meglio.
    Ti guardi intorno e già sai perfettamente qual è il trascorso di quel luogo, qual è l'ambiente forte ed importante che ha reso te stessa la ragazza che sta adesso partecipando alla lezione.
    Eppure, cosa ha reso Gabi la ragazza di oggi? Quali sono gli oggetti che ti hanno trasformata? Quali sono le immagini che hanno fatto sbocciare il fiore col tuo nome?
    Chandra si è contenuto, nella realizzazione della tua realtà. C'è qualcosa di diverso lì dentro. Lo senti.

    Edited by TheFedIvan - 28/3/2017, 17:14
     
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    The Lone Stranger
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    ecisamente, non se lo sarebbe mai aspettato. Aveva imparato ormai che nulla al Brakebills poteva essere dato facilmente per scontato, neppure il più banale dei dettagli. Ogni prova era studiata per mettere gli studenti di fronte ai propri limiti, anche e soprattutto i più intimi. Una sfida che non sapeva nemmeno di voler accettare il giorno in cui era entrata, così confusa su ciò che il proprio futuro avrebbe potuto riservare, da accettare quasi passivamente l'ammissione nella scuola. Ora... Ora certamente era ancora una ragazzina confusa. Forse, aye, anche più di prima. Stava però iniziando ad afferrare quella semplice volontà di essere qualcosa, di poter diventare qualcosa, e che quel qualcosa avrebbe potuto deciderlo da sè. Nessuna imposizione, nessuno status. Era un concetto difficile da accettare e fare proprio, ma iniziava a farsene realmente un'idea.
    Era stata sbalzata all'interno del suo Io, tra i propri ricordi, ed il luoghi che era sicura non avrebbe rivisto per molto, molto tempo. Forse mai più. Quei classici posti di un passato che nonostante la fuga a rotta di collo, continua a rincorrerci. Luoghi da rivivere almeno una volta ancora nella vita, prima di morire. Erano punti fermi di capitoli lasciati a metà dell'ultima pagina.
    Era ciò che era accaduto quando indossando un cristallo aveva rivisto Salem, il Kavanagh's, le foreste di Clearwater. Punti saldi di un passato che appariva così distante, seppur perennemente in agguato.
    Tuttavia, quello era inaspettato per davvero.
    Lo sguardo della mutaforma correva tra gli edifici in rovina, sulla polvere che impregnava l'aria, mentre la luce di un tramonto rosso illuminava d'abbandono i tralci dei rampicanti e dell'erba che prendevano inesorabili il sopravvento su luoghi sottratti molto tempo prima dalla mano umana. Il silenzio, l'odore delle cose. Non vi aveva più ripensato, ma non per questo aveva dimenticato la sua prima lezione sul campo. Magia Runica.
    Era esattamente lo scenario di quella volta, e si ritrovò a sorridere di fronte ad un paesaggio di apocalittica desolazione, che suggeriva ad occhi ignari solamente rovina e pericoli. A sorridere, ed in un certo senso a rimpiangere il trovarsi in quel luogo da sola.
    Era davvero un cambiamento notevole, per lei. Non temeva il trovarsi nuovamente di fronte a quelle creature orribili che avevano affrontato quella volta, ma le spiaceva rivedere quel luogo senza gli altri. Perchè sì, probabilmente era un qualcosa di assolutamente sciocco e cretino, ma per lei quel giorno aveva significato davvero tanto.
    La prima volta in cui si era sentita parte di una squadra, in cui aveva mostrato la sua natura per necessità delle cose, e non si era vista rifiutata, ma accolta. Completamente accolta, come pari.
    Era strano forse ritrovare un ricordo così dolce in uno scenario di guerra, tale da rendere dolce il luogo stesso, ma per lei era semplicemente così, e fu sorpresa nello scoprire questi pensieri che non credeva nemmeno di avere.
    Quel giorno c'erano loro. Rossa, determinata e letale con le sue energisfere a raffica. Biondo, che aveva rischiato grosso contro uno dei Musher. E Maciste, il ragazzo che come lei aveva affrontato quella prova ancora acerbo, forte solo di se stesso. Non era trascorso affatto molto tempo da quella lezione, ma per Fianna era come se fosse passata davvero un'eternità. Si sentiva davvero diversa dalla ragazzina che era stata pochi mesi prima, più forte, ed anche molto più debole. Come una crisalide, da cui non sapeva ancora cosa sarebbe effettivamente uscito. E dire che, quanto a trasformazioni, avrebbe dovuto avere una discreta esperienza.
    «Aye, Fianna, non volevo dirtelo, ma devo: sei stramba forte.»
    Sussurrò a se stessa, mentre con i sensi più sviluppati scandagliava l'ambiente circostante, attenta. Sapeva quanto quel luogo potesse celare più di un pericolo, e stavolta era da sola. Doveva dimostrarsi all'altezza.



    Fianna ha Magia Bianca, il suo animale guida è un wampus.
     
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    Fianna
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    Senti puzza di bruciato in una direzione nella quale ti volti di scatto. Amplifica i tuoi sensi, focalizzati su uno di essi, Fianna. Sei da sola, devi riuscire a gestire tutto da sola. Cos'era quell'ambiente? Perché Fianna significava questo?
    In un attimo la puzza di bruciato ti penetra le narici e ti scombussola, vedendo tutto quello che avevi intorno distorto come se fosse una specie di glitch.
    Come può un posto finto essere così reale per te?
    Quando riprendi coscienza del tuo ambiente, senti delle voci, ma sei da sola. Che voci sono? Sono di qualcuno che ami? Di qualcuno che odi? In entrambi i casi le riesci a riconoscere e ti chiedi chi sia così importante, nel bene o nel male, da comparire nella tua mente. Vedi una luce fioca in lontanaza, ma ancora non riesci a definirne i contorni. Aggirati, ricerca, scopri, Fianna.
     
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    Chierica Applicata - 22 anni - Lycan
    Il tempo stava via via migliorando, il cielo di tingeva sempre più spesso di quella splendida tonalità di azzurro brillante che metteva felicità al solo vederlo, il caldo tepore del sole stava iniziando a farsi sentire. Insomma, la primavera metteva sempre più radici e Lara non poteva che esserne più che felice. Dopo la lezione di Magia Bianca e aver scoperto di avere capacità empatiche, prestava molta attenzione ad esprimere la propria aura solo nei momenti strettamente necessari, per evitare di sentire quello che gli altri provavano senza il loro permesso. Si azzardava a "spiare" solo Sam, la sua Parabatai, con cui aveva creato un empatia molto più sviluppata, sia per le sue capacità, sia per il loro legame. Tenersi fuori dai suoi sentimenti poteva essere una vera impresa, ma la scozzese cercava di rispettare quanto più possibile la privacy dell'amica.
    Capire i sentimenti di Felicity comunque, trascendeva le sue capacità. Quella ragazza era quasi un libro aperto, sorridente, giovale e incredibilmente attaccata alla natura. Come poteva essere altrimenti, visto le sue origini? Si erano conosciute nelle varie lezioni che frequentavano e la ragazza non aveva avuto timore nel rivelarle la sua natura ibrida. Visto quello che era in realtà lei, Lara non si era fatta nessun problema nei suoi confronti e anzi, il suo interesse per la ragazza era aumentato. Fu proprio con lei che l'ex Cacciatrice si recò alla lezione di Criptozoologia. Ciao Fee, si è un splendida giornata, anche se temo non faccia ancora così caldo. In realtà per Lara la temperatura bassa non rappresentava più un problema; il suo DNA nuovo le aveva dato una temperatura corporea superiore, cosa che però lei cercava ancora di mascherare. Al "ci divertiremo di sicuro" un sorriso scappò sulle sue labbra. Questo è da vedere, i professori sanno creare lezioni...alternative. La risata non era accusatoria, anzi; era più un modo rassegnato di sperare in lezioni tranquille, nonostante ormai si fosse messa l'anima in pace. Sapeva che gli adulti non si divertivano a metterli in difficoltà, non tutti almeno, quindi svolgeva il suo lavoro al meglio delle sue capacità.

    ---

    Entrata in aula, non passò molto tempo prima che il panorama variasse. Lara non si sorprese, dopo mesi passati nel college. Dovette socchiudere gli occhi a causa del cambiamento repentino di luce, i raggi del sole che le sfioravano il viso scaldandola. Un sorriso affettuoso comparì, che prese anche i suoi occhi. Si trovava al Loch Lomond, il Loch più grande della Gran Bretagna, che si trovava a cavallo di tre contee, tra cui quella da cui proveniva Lara. Le sue acque cristalline riflettevano in migliaia di puntini luminosi il sole, faceva quasi venir voglia di buttarcisi dentro...ma la scozzese sapeva fin troppo bene quanto potessero essere fredde le acque in quel periodo. Da piccola ci si recava con il padre spesso, lui per pescare, lei e i suoi fratelli per esplorare e giocare. Era uno dei luoghi che più amava, carico di ricordi, tutti belli. In quel Loch aveva superato una delle prove di Magia Bianca, era riuscita anche a rivedere suo nonno, anche se era stato solo un riflesso della sua mente. Subito le venne in mente la canzone che gli aveva insegnato, canzone scritta nel passato da un soldato, nel 1746. Le parole erano antiche, non tutti ne comprendevano il significato. Non che fosse chiaro, c'erano in realtà molte teorie al riguardo.

    By yon bonnie banks and by yon bonnie braes
    Where the sun shines bright on Loch Lomond
    Me and my true love were ever wont to gae
    On the bonny, bonny banks of Loch Lomond


    Ye'll tak' the high road and I'll tak the low road
    And I'll be in Scotland afore ye
    But me and my true love will never meet again
    On the bonny, bonny banks of Loch Lomond

    'Twas there that we parted in yon shady glen
    On the steep, steep side of Ben Lomond
    Where in the purple hue the hieland hills we view
    And the moon coming out in the gloaming

    The wee birdies sing and the wild flowers spring
    And in sunshine the waters are sleeping
    But the broken heart it kens nae second spring again
    And the waefu' may cease frae their greetin'



    Si mise a cantare senza che se ne accorgesse, mentre vagava sulla riva del lago, circondata dal verde degli alberi, dal marrone di ciuffi di erbe acquatiche, dai colori dei primi fiori, dal profumo frizzante che solo la primavera portava con sé. In lontananza, dall'altra parte della sponda, poteva vedere il Ben Lomond, uno dei monti della catena delle Highlands. Quei luoghi facevano parte di un parco, dalla bellezza mozzafiato. Il panorama era così bello che ci si poteva perdere a fissarlo per ore, senza accorgersi del tempo che passava. Gli uccelli cantavano, i grilli frinivano (?) la brezza primaverile le scompigliava i capelli sciolti. L'acqua sembrava immobile, placida, eppure conteneva al suo interno così tanta vita e movimento. Sotto il pelo dell'acqua poteva scorgere qualche pesce schivo, pronto a scappare. Quasi si dimenticò di essere a lezione. In fondo lei ora, era a casa.

    Lara Lilnoir [ sheet ] í‚ Alcuni legami superano vincono su tutto
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    Frequenta Magia Bianca, il suo animale guida è un Airone ed è empatica (una skill che ha sbloccato è l'empatia musicale appunto)
     
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    Lara
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    La prima cosa alla quale pensi è "Dov'è Sam?"
    Perché Sam è ormai il tuo centro, Sam è fondamentale, importante, vitale. Ed hai bisogno di lei allo stesso modo in cui lei ha bisogno di te. Lì sei sola, Lara. Puoi attivare la tua aura, puoi guardarti intorno, ma quando lo fai amplifica i tuoi sensi e concentrati su uno soltanto.
    Sembra non esserci nulla di umano, quando osservi tutta la natura incontaminata che ti circonda sembra essere perfettamente come la ricordavi nella realtà, come la ricordavi nel tuo percorso in magia bianca. Inspiri l'aria fresca mentre Chandra vede il tuo sorriso assorto nel ricordare quelle parole che in una melodia ti riportano nella realtà. Sembra esserci qualcosa che non va, nella tua realtà aumentata, però. Ti muovi intorno e vedi una zona bianca, un alone come se quella zona non fosse superabile, come se non fosse caricata.
    Qualcosa dentro di te ti dice che quello è il luogo da raggiungere, però è oltre le montagne.
     
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    Casa. Quello era il luogo della sua infanzia...tuttavia sentiva che c'era qualcosa di sbagliato, che mancava terribilmente qualcosa. Il concetto di casa per Lara, aveva assunto una connotazione differente da tempo. Per lei casa era qualsiasi posto si trovasse, purché fosse con Sam. E la Jensen lì, in quel momento non c'era. Ecco cosa mancava. Si sentì sola, andò a ricercare quel legame così stretto che aveva. D'istinto andò a toccare il tatuaggio che sanciva il Parabatai, sull'avambraccio sinistro, che svettava nero sulla sua pelle. Lo sfoggiava sempre con grande orgoglio.
    Espresse la propria aura, si sentì al sicuro circondata dal colore arancione che la caratterizzava. Mise una mano sul terreno, a toccare l'erba nuova, per sentire il legame con quella terra.
    Richiamò il suo animale guida, il suo Airone, perché la conducesse, perché le mostrasse la strada giusta. In lontananza, verso il monte, vedeva una zona che aveva un che di strano. Una sensazione affiorò nel petto della scozzese, come un'attrazione. Se Lara era il polo, in quella direzione doveva esserci la calamita che la conduceva. Sembrava quasi che fosse un bug di un gioco, uno sbaglio nei calcoli, quello che in gergo era l'Aliasing, fenomeno comune nei videogiochi e che da videogiocatrice conosceva molto bene. Prendendo dalla sua tasca l'inseparabile Twigger 2012, regalo di benvenuto della confraternita degli atleti, ci montò su, seguendo mano a mano la direzione che le mostrava il suo Totem. Avrebbe richiamo anche Verdra per facilitare il volo in caso ci fossero stati problemi nella traversata.
    Ora che ci penso, non sono mai sola con voi. Se ci sono problemi, puoi direzionare tu la scopa?
    Certo, sai che puoi contare sempre su di noi.
    Verdra, il suo spirito di aria, Nysen, quello di acqua e Aldor, quello di fuoco, erano presenze silenziose, che rispettavano i momenti di Lara molto più spesso di quello che la ragazza inizialmente aveva pensato. Quel senso di solitudine si affievolì di un po', nonostante di sottofondo rimasse presente. L'acqua cristallina sotto di lei rimaneva calma, poteva vedere il proprio riflesso. Sentì Nysen compiacersi, era il suo elemento e quel Loch era particolarmente caro a Lara, perciò lo spirito non poteva che esserne felice.
    Una volta abbastanza vicina, avrebbe poi usato la percezione, per cercare di capire come mai quella zona le sembrasse tanto interessante, aguzzando tutti i suoi sensi potenziati da licantropo, stringendo forte la presa sulla sua scopa. Poteva sentire il legno liscio, un amico fidato su cui aveva passato intere giornate ad allenarsi. Volare per lei, dopo i due anni passati a giocare a Quidditch, era come camminare. In volo si sentiva più libera che mai e con Verdra al suo fianco, si diresse verso e oltre i monti, per scoprire cosa ci facesse in quel luogo.

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    Potrei essermi espressa di merda, so, il senso su cui si concentra Lara è il tatto, ho cercato di metterlo qua e là nel post.
    Se ci fossero inconvenienti sulla scopa, Verdra ha come skill passiva questa:
    Spirito Principale: Verdra (quando voli sulla scopa, Verdra può direzionarla col vento permettendoti di usare entrambe le mani)

    Per ora non serve ma la metto già, onde dimenticarmi.
     
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    Lara
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    In volo lo vedi, il tuo animale guida che svolazza aprendo le ali ben stese nel cielo. In un attimo mentre ti direzioni verso la parte mancante del percorso ti accorgi di vedere qualcosa, come un punto bianco materializzarsi all'interno di quella zona bianca ed accecante. Man mano che ti avvicini vedi quel puntino diventare sempre più vicino e in esso vedi formarsi una scritta scura. La leggi: "qui quærit, invenit", chi cerca trova.
    Chandra sorride, perché ti vede volare in direzione giusta, probabilmente puoi sentire una sensazione di placida fermezza intorno a te infusa dalla positività del docente nel vedere quanto riesci a conoscere te stessa, riesci a capire te stessa. Una volta dentro la luce bianca, tutto in un attimo ti acceca e si rabbuia. Sei pronta.
    Sei nel buio, ma sembra che la natura che hai appena abbandonato riverberi ancora i suoi suoni. Non hai più la tua scopa, senti fra le tue mani la morbidezza di una piuma, una di quelle che usavi ad Hogwarts, poco dopo un fendere l'aria delicato. Un sibilo da un lato, lento, strisciante, un odore acre e forte, che guizza al naso, un gutturale suono molto simile ad una masticazione ed infine un ronzio.
    Per entrare in commistione con la natura, con l'essenza di essa devi farne parte, devi provare ad ampliare la tua natura, a percepire i tuoi sensi, a capire cosa hai intorno, cosa la natura ed i suoi abitanti ti vogliono dire.
    Prova a capire cosa hai intorno a te.

    Indicazioni: sfrutta tutti i tuoi sensi per comprendere ciò che hai intorno, puoi utilizzare skills di altre materie, ma in quel caso hai un massimo di cinque azioni se si tratta di un utilizzo di skills.

    Sblocchi:
    Nome: Potenziamento Sensoriale Passivo - TATTO
    Requisiti: Partecipazione alla I lezione I anno
    Tipologia: Potenziamento
    Descrizione: Lo studente riceve un potenziamento di +1 ad un senso a sua scelta. Questo potenziamento rimane di BG
    Formula: //
    Movimento: //

    Da questo momento, per sempre, il tuo senso del tatto sarà potenziato di +1
     
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    Gabi Petrescu
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    Le dita di Gabi sfioravano ancora l'avorio mentre i suoi occhi vagavano per la stanza in cerca di risposte, invano. Quella stanza non era cambiata di una virgola, era esattamente la stessa immagine che ricordava ogni giorno e quella consapevolezza la spinse a chiudere gli occhi. Non sarebbe servito a nulla osservare un luogo di cui conosceva ogni angolo, non sarebbe servito a nulla osservare se ciò che più le stava a cuore era invisibile, intangibile, presente ma allo stesso tempo quasi impercettibile.
    Quel pianoforte era stato più che un compagno, era stato per lei uno scudo capace di schermare le voci dei bambini nei momenti di gioco. Quelle voci felici, esageratamente rumorose, anche false spesso. Un rumore che Gabi temeva più di molti altri e che, al contempo, la aveva resa ciò che era.
    Aveva sempre evitato di unirsi alle grandi folle, ai gruppi di bambini già formati, poiché sapeva che quelle persone avrebbero potuto costituire solo presenze e affetti mediocri nella sua vita. Ma grazie alle stesse folle che tanto la giudicavano e che lei tanto evitava aveva scoperto il vero modo di provare affetto sincero. Nessuna di quelle voci si sarebbe distinta come quella di Marloon, l'unico suo amico in grado di portarle consiglio e di comprenderla; nessuna di quelle voci si sarebbe potuta confondere con quella di Tristan, l'unico ragazzo che era riuscito a capirla a tal punto da farla innamorare; nessuna di quelle voci poteva essere paragonata a quella di Alecu che, sebbene la avesse accompagnata solo per metà della sua vita, era riuscito a proteggerla attraverso un sincero amore paterno.
    Aveva sempre aspettato, osservando i giardini al di là della finestra di quella stessa stanza e i bambini che ci giocavano. Per anni era rimasta in attesa di affetti non mediocri, di voci che sapessero distinguersi dal rumore confuso e, lentamente, aveva scoperto di riconoscere alcuni di quei suoni che avevano marcato il suo percorso, lasciando un segno inevitabile sulla sua vita e su lei stessa. Era cambiata, in quegli anni, proprio grazie alle persone che si erano distinte, ognuna provando per lei un diverso tipo di affetto. Amicizia, amore, famiglia.
    Ma riaprendo gli occhi si accorse di non udire quelle voci, quel rumore che si era ostinata a ricoprire grazie ai suoni profondi del pianoforte. Era sbagliato, terribilmente sbagliato. Senza il mormorare delle folle, nessuna voce sarebbe stata in grado di distinguersi e di suonare familiare alle sue orecchie, nessuna persona sarebbe stata in grado di distinguersi e di prendere un posto speciale all'interno della sua vita. Era sbagliato e, per coprire quello sbagliato silenzio, Gabi decise di suonare.
     
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    Ho editato perché sono da cell e mi aveva corretto parte del code, perché è cretino e non gli piacciono le parole xD

    Chierica Applicata - 22 anni - Lycan
    Sicura come una roccia, la guida del suo Totem la portò nella direzione giusta. Almeno così percepiva, dato che più si avvicinava è più si delineava un qualcosa sullo sfondo. Era una scritta. CHI CERCA TROVA
    Quanta verità in semplici parole. A rimanere fermi, in attesa di qualcosa, non avrebbe trovato nulla, non avrebbe trovato se stessa, uno scopo. Non avrebbe trovato Sam. Lei era la sua metà, non tanto nel senso romantico del termine, quanto nel senso più profondo che potesse esserci. Solo con lei si sentiva veramente completa.
    Poi, tutto d'un tratto, una luce. Bianca, accecante, che la privò del senso che molti consideravano il principale. Rimase in attesa, non sapendo se difendersi o proseguire, non sapendo cosa la attendeva.
    Era tutto buio, immerso nell'oblio, eppure poteva ancora percepire chiaramente la presenza della natura, forte, sontuosa e inconfondibile. Qualcosa c'era di sicuro intorno a lei, doveva solo capirlo. Senza sapere come, invece della scopa di ritrovò in mano altro, quella che riconobbe come una delle piume che usava per prendere appunti ad Hogwarts. Che stava succedendo? Dove si trovava?
    Un rumore la fece voltare, nel buio, senza sapere bene dove fosse. Come uno spostamento d'aria. Altri rumori di susseguirono, Lara cerco di capirne la provenienza, ma la vista era totalmente inutile al momento.
    Per ovviare al problema, decise di chinarsi e allungare la mano verso il terreno, per capire su cosa si trovasse. Cercava informazioni, ma si mosse con cautela, per paura di richiamare troppa attenzione di chiunque si trovasse lì. Se la vista in quel frangente era inutile, si sarebbe basata su altro. Avrebbe chiuso gli occhi per ampliare le altre sensazioni, respirando a fondo, cercando la calma interiore che le serviva per carpire più informazioni possibili. Avrebbe usato i suoi sensi potenziati da licantropo, olfatto e udito, per cogliere ogni sfumature che la circondava. Odore di erba, di animali, di pioggia appena caduta. Rumore di un respiro, di un movimento, del frusciare del vento e dello scorrere dell'acqua. Avrebbe prestato attenzione a più cose possibili. Quella era la lezione di Criptozoologia, una connessione con ciò che la circondava e con se stessa era essenziale. La seconda l'aveva trovata soprattutto grazie alle lezioni di Magia Bianca, era riuscita a raggiungere traguardi e mete che nemmeno si sarebbe sognata prima. Si era accettata, ma ciò non voleva dire arrendersi e trovare giustificazioni per fare ciò che si voleva. Ripensando a questo, le venne in mente il modo per illuminare la zona. Avrebbe eseguito il sigillo del cane, per poi pronunciare un Up Ur, di modo da potenziare la sua aura, che avrebbe lasciato espressa, così da sentire e percepire emozioni e intenzioni di chi poteva trovarsi in quel luogo. Avrebbe usato il Globo luminoso, per richiamare a sè quanta più luce possibile, per concentrarla nel suo palmo e permetterle di vedere, di illuminare il suo cammino. Se avesse fallito, avrebbe tentato un approccio più semplicistico. Avrebbe usato Aldor, il suo spirito di fuoco, una fiammella in realtà, per far luce, anche se poco, intorno alla sua figura. Gli avrebbe ordinato di girare lentamente nel perimetro a lui concesso, per un diametro di circa due metri.
    Lara Lilnoir [ sheet ] 킏 Alcuni legami superano vincono su tutto
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    Se non ho contato male, tasta e sente/odora in giro like a dog
    Potenzia aura
    Esprime aura (essendo empatica usa Percezione delle emozioni, te la metterei in spoiler ma sono da cell sorry T^T)
    Usa il globo luminoso per rendere tutto splendido splendente
    In caso vada male, usa la luce sbrilluccicosa di Aldor, il suo spirito di Fuoco e lo fa girare un po' qui un po' lì
     
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    Gabi
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    Il suono della voce di ogni persona a te cara riecheggia nella mente come se le tue dita, ben premute sul pianoforte, potessero riprodurre i ricordi nel tuo cervello. Ti perdi a suonare, innamorata di quei suoni che pizzicano il tuo udito con una rapida successione di emozioni.
    Quando smetti di suonare ed alzi lo sguardo oltre il pianoforte vedi illuminarsi una scritta luccicante: "qui quærit, invenit", chi cerca trova.

    Per te, il percorso è più complesso, Chandra lo sa, sa che non sei ancora pronta ma che puoi farcela.
    Senti un ticchettare rapido contro il vetro, in frequenze multiple.
    Senti uno sgusciare di piccole ventose che si attaccano prima di correre fuori dall'infisso della porta, senti qualcosa grattare all'interno del legno del pianoforte che hai appena deciso di chiudere.
    Un tonfo, sordo e molle, dentro l'acqua entro quel piccolo dettaglio sferico che non hai ancora notato e del grattare, rapido e frequente, contro la morbidezza del tappeto sotto i tuoi piedi.
    Affina tutti i tuoi sensi, prova a capire quello che hai intorno a te.


    Nome: Potenziamento Sensoriale Passivo - UDITO
    Requisiti: Partecipazione alla I lezione I anno
    Tipologia: Potenziamento
    Descrizione: Lo studente riceve un potenziamento di +1 ad un senso a sua scelta. Questo potenziamento rimane di BG
    Formula: //
    Movimento: //

    Da questo momento, per sempre, il tuo senso dell'udito sarà potenziato di +1
     
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