| Dovresti ammettere di aver sbagliato un po' i calcoli. Si perché questo Efrem non ti sembra quello che hai lasciato scivolare via da casa tua la settimana scorsa. Per nulla. Questo Efrem ha il coraggio di dirti cose che ti fanno scuotere il cuore dalle sue stupide e traballanti fondamenta. E' vero che non sei più quel bambino che giocava incidendo il legno con le dita per tracciare disegni su cui far passare i ragni. Quello che le famiglie non riuscivano a tenersi perché troppo "qualcosa" o troppo poco "qualcos'altro". E se tutto ti è passato con Chrys e Joshua, se quella sensazione si è attenuata perché in fondo tu sei loro, non va mai via del tutto. Calcolare è la tua difesa, ma la sua? La sua è stata la negazione fino adesso, finché tu come goccia contro una montagna, non sei riuscito ad erodere una parte che ha fatto scivolare nel mare dei suoi occhi tutta una parete. L'ammissione si faceva già strada prima nei baci, ma ora è così palese che ti scalda al punto da farti credere che ci vivresti anche tu senza vestiti. Che il tuo essere un algido figlio di necrofori, sei in realtà un ragazzino innamorato. E quanto, Mimì. Tanto che ammetterlo anche per te è difficile, ché non le sai le parole giuste. Non dovrebbero neanche servire quando già si espongono abbastanza i suoi occhi. O quel sorriso che - pacato - si allarga quando lui guarda dietro per fare una giusta retro, e tu guardi avanti. La tua casa si allontana, ma oggi va bene così, oggi sei sicuro di non avere niente da temere. Non sei propriamente il tipo che si metterebbe i vestiti di Efrem, ma ti ci vedi con il suo maglione a lasciar libere le gambe, come una ragazzina. Che quelle le hai belle, lo sai anche tu, sono una delle poche cose che ti piace di te.
"Ci hai pensato questi giorni?" ai vostri corpi nudi, scaldati solo dalle coperte e da una stufetta che ti basta e avanza. "Come quando avevamo la febbre" dopo quel primo e sconsiderato sbalzo di Alice. Già, Alice.
L'unica cosa che ti rattrista un po' è questa, ferirla senza capire e così lasciarti anche ferire da lei. Lasciarti mettere nei casini perché non discutete mai come dovreste. Ma alzi il muso, più fiero in questo momento in cui ti perdi un secondo - o due - a pensarci. Guardi la mano di Efrem su di te, come la tua sta su di lui, ed è la cosa più giusta. L'unica. "Alice capirà", ma Bud?
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