Votes taken by Joy.

  1. .
    Jay
    Bonus post: 35

    Cammini disinvolto tra la folla del bar lasciando maddox e il suo amico medico a bancone. Individui facilmente le scale che portano al piano superiore, sono leggermente appartate, ma non è difficile notarle, portano ad una sorta di soppalco e poi girano, una volta superata al piccola curva della scalinata si è al sicuro da occhi indiscreti, ma non è facile arrivarci senza insospettire il barista al bancone. La folla d'altro canto sembra non curarsi affatto di chi sale e chi scende, per la semplice regola "meglio farsi gli affari propri se non si vuole finire con una pallottola al centro della fronte". Per quanto riguarda suoni ed olfatto, sfortunatamente la puzza di chiuso, birra e sudore, mescolata al fumo di tabacco e sigari e forse anche qualcosa di più ti impedisce di sentire niente. Il fracasso tipico di luoghi affollati in più non ti permette di ricevere alcun tipo di informazione riguardo i suoni che vengono dal piano superiore.
  2. .
    Alexandr e Rohan
    Bonus Post: 37
    Bonus combo: +5

    Le tre creature accerchiano Rhoan e due di loro attaccano immediatamente. Mentre Rhoan (cd40: 37+17) evoca un golem di polvere che assorbe il fuoco generato da Angirash, Alexandr lo raggiunge rapidamente e tenta di evocare uno scudo magico (cd47[la cd è molto alta sia per la difficoltà dell'incantesimo sia per le tempistiche che dovrebbero essere molto rapide per riuscire ad arrivare in tempo]: 37+7) senza però riuscirci in tempo. Entrambi rimangono bloccati all'interno del carcere di corallo che inizia ad assorbire la loro energia magica (-1 agli incantesimi successivi). Ma non vi perdete d'animo e combinate due blocchi elementali (cd47[la cd è necessariamente alta per via dell'elevato potere magico che richiede bloccare tutta la magia elementale]: 37+5-1+15).
    Il blocco durerà (d6: 2) 2 TURNI compreso il corrente.

    Il blocco impedisce l'attacco delle creature, che (cd17: 18) però notano l'arrivo di un nuovo ospite. Iniziano cosi a muoversi nella sua direzione, pronte ad attaccare una volta uscite dai limiti del blocco elementale.
  3. .
    Perdonami se è breve, ma mi stai appassionando un sacco e volevo troppo risponderti, ma devo anche studiare parecchio quindi ora corro di nuovo al mio libro, spero comunque che possa in qualche modo piacerti

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    Daniel Callaway
    P
    oi venne un sentimento nuovo, un sentimento che non credeva Isobelle avrebbe mostrato tanto presto. Qualcosa di molto simile alla compassione, macchiato dal distacco ironico con cui cercava di tenerlo a distanza. Forse la definizione migliore per quella tristezza derisoria, cinica, era commiserazione. Una sfumatura di significato che tradiva comunque quel suo tentativo di comprensione. Le sorrise bonario, cercando il suo volto tra le parole che scioglievano finalmente l’ostinato mutismo in cui era solita chiudersi. Soppesò la frase inclinando leggermente di lato la testa, era ancora molto ermetica, cosi attese silenziosamente il tempo necessario a farle formulare meglio ciò che l’angustiava. Le parole che vennero accennarono a più linee di pensiero, che Daniel cercò di afferrare una ad una per non lasciarsele sfuggire. Le tenne strette come ami di palloncini d’elio, leggeri e sfuggenti al punto da dover fare uno sforzo per riuscire a rimanere al passo della sua voce e non lasciare ai propri pensieri il tempo di trasportarlo tra le sue valli di riflessione. Ciò che più di tutto accolse fu l’astio con cui accompagnava quelle frasi, sembrava sinceramente irritata dalla magia bianca e dai suoi dogmi, gli ricordava per certi versi Caspar, sempre pronto a cavillare su qualsiasi dettaglio scritto e verbale della religione di Pelor. Fortunatamente per Isobelle lei ancora poteva approcciarsi all’aspetto laico della magia bianca. Quando la ragazza s’interruppe Daniel prese qualche istante di riflessione. Portò gli occhi davanti a sé, poco in alto, dove retine di cordoncino tenevano i loro bagagli al sicuro sopra le teste dei sediolini vuoti. Isobelle era involontariamente deragliata verso un’interpretazione fin troppo rigida della magia bianca, doveva riportarla verso i binari, ma sarebbe stato difficile senza rischiare che prendesse tutte le sue parole per altre leggi da seguire. La magia bianca soprattutto agli inizi ha il piacere della libertà, permette a qualsiasi sentimento di uscire all’esterno e spesso si accompagna ad un senso risanante di sollievo. Ironico come proprio lei invece la trascinasse dietro di sé come l’ennesimo peso. «Niente può cancellare i nostri errori, vivono con noi. Il percorso di magia bianca permette però di accettarli, aiuta le persone a rialzarsi ed andare avanti. Può essere un bastone per lo zoppo, ali per un carcerato, un respiro di sollievo per chi soffre. La magia bianca in sé non ti chiede di scegliere le masse al posto di chi ami». Quello era Pelor. Probabilmente l’aspetto più difficile da accettare della sua religione, ma sicuramente quello più giusto. Difronte qualsiasi decisione veniva prima il sacrificio di se stessi. Pelor in questo modo incitava semplicemente a proteggere il prossimo professando la forma più crudele di altruismo, ma anche quella che avrebbe permesso di salvare più persone possibili. Persone che avevano madri, padri, figli, fratelli e amici che li amavano, persone che non avevano nessun altro capace di proteggerle. I chierici del passato in effetti evitavano di costruirsi una famiglia per non rischiare di dover scegliere. Ormai quella era un’usanza abbandonata, ma che aveva devastato tantissimi chierici con la crudeltà del dubbio. Daniel scacciò quel pensiero che attraversò oscurò solamente per un istante l’azzurro limpido dei suoi occhi. «La magia bianca ti permette di aiutare chi ami. Non ti ho mai detto di soffocare i tuoi sentimenti, anzi a lezione ricordo sempre a tutti che la magia bianca non ha limiti, se sentissi che una persona che ha fatto azioni malvage contro persone innocenti merita comunque di essere curata, tu saresti in grado di farlo. Tutto ciò che si pone tra te e il prossimo è la tua volontà. Vuoi aiutare quella persona? A volte questo mette in luce il proprio lato peggiore, ma non devi esserne spaventata perché anche le ombre fanno parte di te stessa, non esiste luce senza buio, non esiste bene senza male. Ciò a cui i maghi bianchi aspirano, l’unica cosa davvero importante, è trovare l’equilibrio. E non è un gioco da ragazzi. Io per primo ho molte difficoltà, perché tendo sempre a sbilanciarmi verso il bene, lapidando di me ogni aspetto negativo e perdonando negli altri qualsiasi azione malvagia». .
    Everything we see is a perspective, not the truth



    Edited by Joy. - 20/7/2017, 16:19
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    Theresa
    Bonus post: 36

    E vabeh già lo sai che io amo le tue strategie quindi ciancio alle bande ed esito rapidamente le tue azioni.

    Prepari l'armatura.

    Attivi senza problemi destino comune (cd35)

    Entri in comunione con al materia di cui è fatto il pavimento del piano superiore (cd36) questo ti permette di sapere che i blocchi di pietra in realtà sono composti da morbido calcare con un alto contenuto di caolinite. Inoltre percepisci un'alta concentrazione di granito. Tutti materiali molto utili per chiunque domini la terra, ma non ciò non può dirti con certezza se c'è un incantesimo in atto.

    Evochi la sfera di alluminio (cd34) che percorre un tragitto perfettamente lineare fino alla parete opposta senza attivare alcun tipo di trappola. Questo ti dice sicuramente che il piano non presenza alcuna pendenza e che nessuna trappola si trova nell'atrio.

    L'osservazione del tuo spirito non rivela niente di nuovo, il pavimento è semplicemente fatto della stessa pietra delle pareti, è finemente decorato con motivi floreali e geometrici. Individua delle trappole già scattate con vicino degli scheletri ormai in avanzata decomposizione, probabilmente i tombaroli che hanno rubato tutto il rubabile. Ma non c'è nemmeno un pezzo del corredo del re horus. La tomba è stata completamente depredata.

    Cammini in giro, ma niente prova a fermarti.

    Edited by Joy. - 20/7/2017, 16:13
  5. .

    Papa Coefeus Chinue
    Papa Coefeus Chinue
    Prete Hoodoo
    Bronx

    Papa Chinue segue con gli occhi la goccia di sangue che dalle dita di Noah scivola fino alla piccola boccetta trasparente. Con gesti cauti si preoccupa di chiuderla e mescolare per bene il sangue con l'eparina. Guarda lo scintillio vermiglio che il sangue restituisce alla luce delle candele. Alla fine la ripone in una piccola scatolina di vimini alle sue spalle. «Ci vorrà il tempo che richiede il rituale: sette mesi». La pazienza è una virtù che sa bene i licantropi non possiedono. Lothar stesso, se fosse stato dotato di pazienza, lo avrebbe ascoltato e se ne sarebbe rimasto buono ad attendere che il nemico facesse un passo falso, invece è caduto nella trappola, esattamente come i vampiri si erano aspettati che facesse. Decide che dare un diversivo al giovane licantropo lo a ad evitare di aiuterà a nonfare le stesse sciocchezze. «Intanto doverete cercare alleati», esordisce con voce pacata e calma, indicando con un dito la propria mente, lo esorta ad essere intelligente, piuttosto che irascibile come i suoi parenti licantropi. «Theresa Dixon, è un buon alleato. La trovi al Felix». Quella sera probabilmente ha parlato più di quanto non ha fatto negli ultimi sei mesi. Non è mai stato un uomo di molte parole, ma quando ha qualcosa di importante per la mente difficilmente si apre in tante spiegazioni. Theresa poi gli dirà tutto ciò che è necessario riguardo la missione contro i vampiri. Attende con calma che anche la seconda giovane lupa conceda il suo sangue. Alla sua richiesta rimane per qualche secondo in silenzio, soppesando la risposta. Alla fine acconsente con un cenno della testa. Ha preparato già quanta più pozione possibile per la purificazione del sangue, sfortunatamente gli elementi necessari sono tremendamente rari, oltre che indecentemente costosi, senza dimenticare i tempi infiniti di preparazione. Prende in ogni caso la boccetta dalla sua dispensa. Il liquido trasparente si dibatte per qualche istante tra le pareti di vetro. Ha un gusto amaro e una consistenza vischiosa, ma tutto sommato può essere mandato giu in un sorso solo. La porge alla ragazza incitandola a prenderla. «Farà male e durerà a lungo, quattro ore».
    code by .isabella.

  6. .
    shay
    Bonus Post: 36

    La prima osservazione al piano terra ti mostra una semplice stanza rettangolare molto fresca, sulle due pareti laterali ci sono due fiaccole che illuminano l'ingresso ad altrettante scalinate. Una sale e l'altra scende. Le pareti sono decorate con numerosi disegni messi in fila uno sopra l'altro, del tutto scoloriti dal tempo.
    Il tuo spirito va a fare una ricerca sui piani superiori, ma sembra che sia tutto assolutamente vuoto, colonne, affreschi e sabbia, niente di più. Rakh torna piuttosto deluso dal fatto che non ci sia proprio niente da bruciare.

    Al piano superiore, mentre aspetti che la ricognizione dello spirito termini, ti avvicini per osservare meglio le incisioni sulle pareti. Per lo più sono disegni del tutto sconnessi tra di loro, ma di tanto in tanto ci sono immagini più ampie delle altre. Raffigurano un robusto uomo con la testa d'aquila; il suo occhio destro risplende come il sole, e regge in mano un'ankh. Viaggia su una galea volante. Un altro disegno raffigurano degli uomini in tunica inginocchiati di fronte ad un sole oscurato dall'eclissi. E infine il disegno dello stesso uomo robusto seduto su un trono con in mano uno scettro, con la sommità a forma di testa d'aquila .

    Continui la preparazione dell'armatura
  7. .
    La barriera di logan alle scale è scomparsa.

    Vi esito perchè cosi potete andare avanti, però vi ricordo, che per avere il bonus combo è necessario fare delle azioni combinate con un unico scopo o obiettivo

    Theresa e shay
    Bonus post: 35

    E la missione inizia anche per voi. E' praticamente l'alba, o poco meno, in ogni caso è mattina presto e al bar dell'areoporto Theresa si avvicina con aria innocente al pilota assoldato dal macusa per chiedergli l'accendino. L'uomo, come ogni buon maschietto che incontra, accende piuttosto allegro la sigaretta pensando ai mille modi con cui potrebbe attaccare bottone, ma alla fine è troppo timido e non ha il coraggio di mettersi a parlare. Triste e sconsolato si avvia nell'area fumatore, dove poco dopo entra anche un'altro uomo. shay non gli fa nemmeno finire di fumare, che incrociato lo sguardo di theresa si getta sull'uomo e lo soffoca fino al momento in cui sviene. Lo porta in bagno, gli ficca la faccia nel cesso e gli spara un bel colpo in testa. Un lavoro pulito.

    Ma passiamo alle cose serie, Theresa usa l'incantesimo di disillusione sul pilota tramortito (cd39: 35+8) con successo, l'uomo accasciato sul cesso cosi è praticamente invisibile e rimane tale anche quando shay lo uccide.
    Theresa non è una donna che si lascia prendere alla sprovvista ed utilizza un incantesimo di manipolazione delle parti umane su shay, skadi e se stessa (cd37: 9 , 12, 3 ) senza nessuna difficoltà .

    Arrivate nell'areo ed entrate nella stiva, aspettate le ore di viaggio che non sono poche, fortunatamente si tratta di un jet privato, quindi tutto sommato i mette meno di un aereo normale. Quando l'aereo atterra ve ne rendete conto per via degli scossoni. shay esce dalla stiva e si affaccia fuori dall'aereo giusto in tempo per notare i due agenti entrare nella piramide. I maghi locali stanno ancora parlando con il pilota, che saggiamente vi sta dando il tempo di uscire senza essere visti. Attivi destino comune(cd35) e intanto dai via chissà quale parte della tua anima per avere un'armatura.


    INTANTO....
    In america sono passate abbastanza ore da richiedere le prime pulizie. Gli inservienti con tanto di moccio e secchio iniziano a sparpagliarsi in scaglioni per ripulire l'areoporto.
  8. .
    Logan
    Bonus Post: 33

    Ebbene si. E' arrivato il momento di essere coraggiosi e non indugiare oltre . Utilizzi (cd37: 33+19) di nuovo l'incantesimo di cripto sull'uccello che svolazza in tondo poco sopra di te, nulla pare essere cambiato dall'ultimo volo di ispezione. Intanto avanzi lentamente attraverso la navata centrale. I primi passi sembrano tranquilli, non accade nulla, appena superi le prime due colonne di cristallo il viola prima cupo ora si illumina di un colore intenso.

    d4: 3

    Colonna dx:
    Una volta illuminatasi intensamente davanti a te si manifesta una distorsione spaziale di breve durata, subito dopo, al suo posto, compaiono due spiriti di V livello

    1) Angirash.
    Spiriti delle fiamme che credono nella forza purificatrice del fuoco, come fosse una scintilla quasi divina. Possono sembrare tranquilli, moderati, ma prima o poi emerge il lato più folle della loro indole. Sono votati al fuoco in modo parossistico, al punto da essere convinti della necessità di ardere fino a incenerire completamente qualunque cosa di valore. Questo aspetto è particolarmente pericoloso per i maghi che intendono stabilire un patto con loro, poiché dopo aver conversato in tutta tranquillità con qualsiasi umano entri nel loro territorio, decidono di bruciarlo se questo si mostra degno del potere del fuoco. Solo coloro che resistono a questa cerimonia possono stringere un patto con un Angirash. Nonostante l'aspetto più instabile del loro carattere, sono comunque spiriti a cui piace parlare con gli uomini, anche se difficilmente riescono a capirne la logica. Sono incredibilmente curiosi, e desiderosi di conoscere ogni aspetto di ciò che amano prima di bruciarlo o (molto raramente) risparmiarlo. Ciò su cui non transigono sono saltuari sacrifici: il mago deve necessariamente mettere a rogo qualcosa a lui prezioso per non deluderli, o saranno loro a scegliere cosa deve bruciare.


    Azioni: attacco opportunità perchè ti ha colto di sorpresa

    Utilizza su di te:

    Incenerire (aka "Tutto è polvere cenere")
    Requisiti: 26; [I Lezione; I Anno]
    L'utilizzatore appicca un fuoco che brucerà fino a ridurre in cenere il bersaglio (effetti variabili a seconda del materiale). Ovviamente con "bersaglio" non si intende assolutamente un essere umano né una creatura viva, su cui l'incantesimo non è che un fuoco temporaneo.
    Avete presente quelle bellissime liane prodotte dal dominatore di erba? OPS. Quali liane?

    2) Tinrwuh.

    Ammassi informi e fangosi di cui i confini corporei sono spesso poco definiti. Nel Caos Elementale si trovano tipicamente all'interno di pozze molto estese in cui vivono in grandi comunità. Ne emergono di rado in quanto sono piuttosto timidi e tendono a tenersi alla larga sia dagli esseri umani che da altri spiriti. Quando si sentono minacciati e non ci sono pozze di fango in cui nascondersi si essiccano istantaneamente fintanto che il pericolo non è passato. In questo modo trasferiscono la loro scintilla vitale in una qualsiasi manifestazione di terra per re-idretare successivamente il corpo. Favoriscono le capacità mimetiche dei maghi più potenti. Prediligono patti profondi a quelli semplici e si legano molto a coloro che li richiamano, fino a diventare quasi la loro ombra. Spesso sono piuttosto schivi e considerati pavidi, codardi persino, ma se invogliati dalla forza del loro mago possono riservare incredibili sorprese.


    Colonna sx:
    Una volta illuminatasi intensamente davanti a te si manifesta una distorsione spaziale di breve durata, subito dopo, al suo posto, compare uno spirito di V livello

    3) Jan.

    Il loro corpo quando inizia a manifestarsi in modo più completo assomiglia a ammoniti, con tentacoli color ambra che affondano nel terreno ed un'ampia conchiglia. La loro altezza massima è di un metro e mezzo circa, ma di norma sono così assorbiti dal suolo da non superare il metro. La parte inferiore del corpo è completamente intangibile se non per la conchiglia, ma ben visibile per il colore rossastro. Sono spiriti silenziosi, che vivono spesso in comunità comunicando tra loro con le loro costruzioni di pietra o corallo. Non si mescolano troppo con gli spiriti di altri elementi, preferendo di gran lunga la compagnia dei loro simili. Apprezzano particolarmente maghi che ricercano la conoscenza, curiosi, intelligenti, con cui stringono patti anche molto profondi. Non sono particolarmente avvezzi a stabilire patti semplici, in cui non riescono a dare il meglio delle loro capacità. Non tollerano ingiustizie e prevaricazioni, motivo per cui possono reagire in modo anche violento se posti in simili situazioni. Maghi che condividono questo aspetto della loro personalità sono quelli che riescono a raggiungere un grado di affinità più alto.


    Attacco opportunità perchè ti ha colto di sorpresa:

    Usa su di te:
    Punizione [Durata: 1 turno]
    Lo spirito incarcera un bersaglio in una tomba di corallo che ne assorbe energia. Tale energia esploderà ala conclusione del turno, sgretolando la manifestazione elementale.
  9. .

    « I'm your nightmare »
    Wladislaus Dragwlya [sheet]
    Vlad
    vampiro
    La brace del sigaro brilla incandescente, perfettamente tonda, perfettamente arroventata, un sole sospeso nel buio del vecchio magazzino abbandonato. Ogni suo movimento si accompagna con riflessi pallidi di luce rossa, sanguigna. Espira attentamente una boccata di fumo che si rimescola nell’aria come spire di drago. Ed in effetti attende senza un lamento, anche per ore, temprato da una pazienza antica quanto i draghi stessi. Le sue mani grondano del loro sangue, è suo glorioso merito aver trasformato quegli schifosi rettili in leggende. Ne ha deturpato lo spirito immortale oltre che il corpo, rendendoli squallide favolette per bambini. Nessuno più creda al loro volo maestoso sulle valli del nord. Solamente i maghi resistono, ne allevano di piccoli branchi, come esemplari da circo e lui glielo permette perché infondo è un’ulteriore onta per i loro antenati, cosi liberi e potenti. Ai suoi tempi non sarebbero scesi a patti con gli umani, non avrebbero consentito ai maghi di diventare loro carcerieri sotto il falso nome di custodi. Allora erano nobili e feroci, ucciderli un onore. Fare fuori quelle ultime razze equivaleva a strangolare dei cani da compagnia. Poco più che poppanti. Bestie da soma. Vlad inspira avidamente un’altra boccata dal suo sigaro. L’odore bruciato delle foglie di tabacco gli ricorda quei momenti di gloriosa battaglia. Quando attende la sua mente si perde nel passato, cercando sollievo da quella vita di verme che è costretto a portare avanti. Molto presto sarà Re, la piccola preziosa Eris sarà la sua mela della discordia, l’Elena che irretirà il suo Patroclo. Figlio ingrato. Espira d’improvviso irato. L’odore di cemento bagnato impregna l’aria, rinvigorito dallo sgocciolare incostante del soffitto malmesso, fatto di lamiere di plastica seghettata e scadente, sorrette da infissi metallici che si portano fino a terra inerpicandosi tra i grossi condotti d’alluminio del vecchio sistema di areazione. Le pale meccaniche sulla parete in fondo ruotano lentamente, sospinte dal vento battente di quella notte gelida. Sente il battito del suo cuore prim’ancora dei suoi passi. Docile, ma forte, la sua principessina. Se mai avesse avuto una figlia femmina l’avrebbe voluta con i suoi lineamenti, dolci, innocenti, ingannevoli. A lungo si è soffermato nella contemplazione della sua bellezza, ritraendola alla perfezione nella propria memoria, cercando di risalire al dettaglio responsabile dell’ingenuità che di lei lo irretisce. Forse gli occhi. Grandi, limpidi, indifesi come quelli di un cerbiatto. Sorride nel buio, compiaciuto. Un canino affilato s’illumina di rosso mentre porta il sigaro di nuovo alle labbra. «Eris» sussurra quel nome espirando altro fumo. La dolcezza sabbiosa della sua voce viene tradita solamente dal suo ghigno, a malapena visibile nel buio. «Mi sei mancata, mia dolce Eris», gli piace sentirsi l’uomo paterno che mette in scena quando è con lei, sempre da solo, sempre al buio. «Come va a Brakebills, fatto qualche amicizia interessante?». Ed ecco il vero motivo per cui si serve della sua bambolina preferita, l’unica che ha risposto ai suoi desideri, tra tutti i ragazzi soggiogati Eris è stata l’unica che è finita a Brakebills. Gli altri una volta diventati inutili li ha trasformati in vampiri, alcuni sono già morti altri invece sono da qualche parte, viscide inutili sanguisughe.

    code by .isabella.
  10. .
    Logan
    Bonus Post: 35

    E la missione inizia anche per l'agente Lagrange. Il cielo è terso e l'aria calda, la piramide all'interno però è stranamente fresca, si sta relativamente bene, anche se l'odore di chiuso si fa più intenso e opprimente al piano inferiore. Imponi al secondo gradino la runa (cd 40: 35+14) che durerà (d6 poichè hai preso 30 a lezione) 2 TURNI, che verranno stabiliti in base ai tuoi post, cioè questo e il prossimo, dopodichè la runa sparirà.

    Arrivate dopo una lunghissima e vertiginosa discesa lungo una scala a chiocciola di pietra particolarmente liscia nella sala che è indicata nella mappa che avete a disposizione. Eccola. Ad una prima occhiata vedi senza alcuna difficoltà che si tratta di unampio salone (ogni quadrato della mappa corrisponde a cinque piedi, cioè un metro e mezzo) in cui si individua immediatamente una navata centrale delimitata da 6 colonne che vanno dal pavimento fino al soffitto e sono fatte interamente di un cristallo violaceo dal colore spento ed opaco. Davanti a te c'è un piccolo altare in pietra dove ti puoi nascondere senza problemi. All'altro capo del salone, al termine di un'alta scalinata, c'è un sarcofago dorato enorme, probabilmente fatto di oro massello.

    L'incantesimo di criptozoologia (37: 35+17) ti riesce senza problemi, ormai sei un provetto dominatore di uccelli.

    Dunque, liberi il tuo uccello che si fa una volatina in giro. L'ambiente è illuminato come per l'ingresso da diverse fiaccole accese forse da millenni, agli angoli dei tre grandi saloni che sorvola ci sono di tanto in tanto delle zone lasciate buie dove l'umidità solleva una rada foschia.
    I saloni di sinistra e di destra sono perfettamente speculari, ci sono due grossi sarcofagi fatti d'oro e d'argento e in totale 16 tumuli , incastrati in delle piccole rientranze nelle pareti. La sala principale, come già avevi notato da solo presenta 6 colonne che sorreggono il soffitto piatto, alla fine della navata su una zona rialzata in pietra c'è un sarcofago imponente e due grossi candelabri.

    Fai l'appello elementale di terra (cd37: 20+35) che ti riesce alla perfezione. Attivi meditazione (+2 alle prove di osservazione e percezione) . Grazie al potenziamento, mentre il tuo uccello torna indietro (cd50: 35+14+2) noti che in fondo a destra nella sala principale, nascosto tra le ombre lasciate dalle candele, c'è un piccolo varco ad arco
    sembra un'ingresso per un'altra zona, ma è talmente buio che non si vede una mazza.
  11. .
    Aelexandr
    Bonus post: 35

    Appena scendi dall'aereo il caldo dei 34°C si fa sentire, nonostante sia un caldo secco e ventilato che abbassa la temperatura percepita fino a 28-30°C. Il sole è poco più in basso dell zenit, stando infatti all'orologio che hai avuto in dotazione dal macusa per la missione sono le 13, in aereo prima di atterrare, in effetti, ti hanno anche dato un pranzo al sacco.
    Nota: l'orologio ha già impostata una sveglia che ti avvertirà non appena il conteggio delle sette ore sarà terminato (dal momento che mi è venuto in mente di darvelo solamente ora, possiamo fare che di default l'hai attivato prima di scendere in aereo).
    Ti guardi intorno e oltre a dune di sabbia sconfinata c'è solamente un gruppetto di maghi vestiti con ampie tuniche bianche che si avvicinano all'aviatore per discutere alcuni dettagli. La piramide è difronte a te, ad un centinaio di metri di distanza.
    Una volta entrata di fronte la porta puoi vedere che è fatta di semplice pietra sabbiosa, gialla come spighe di grano, ci sono glifi egiziani, ma il loro significato ti è oscuro, in ogni caso dicono semplicemente che quella è la tomba di Horus-Re e che è un territorio sacro, non è bene entrarvi. Tuttavia appena ti avvicini il blocco di pietra che chiude l'ingresso scorre di lato e vi permette di entrare. Dentro, stranamente, non è buio pesto. Ai lati delle mura di un'ampia stanza rettangolare ci sono due fiaccole accese. Non sembrano consumare ossigeno, né lo stoppino su cui ardono. Le pareti dell'atrio sono rivestite da glifi e disegni dai colori sbiaditi .
    Dalle due scale non percepisci assolutamente nulla, silenzio tombale, (non faccio il tiro del dado dal momento che al piano superiore non c'è proprio nessuno). Però, c'è un dettaglio (cd50: 35 +15+4) il suono dei tuoi passi mentre rimbomba tranquillamente nelle scale che portano al piano superiore, com'è giusto che sia, invece sembra smorzarsi completamente quando s'infrange tra le pareti del piano inferiore.
    Le due rampe di scale sono illuminate da diverse fiaccole accese.

    NOTA PER TUTTI: i dettagli rinvenuti con la semplice osservazione da alex sono acquisiti di default da tutti, cio implica che non avrete bisogno del mio esito per sapere le cose che ho scritto sopra! solamente il dettaglio dell'ascolto deve essere testato con il tiro del dado perchè necessiterà esito, cosi come una ricerca visiva più approfondita

    se non avete capito contattatemi in privato
  12. .

    La tomba di Horus-Re
    DCMC:

    Dati politici:

    L’Europa non ha dato il consenso al presidente del macusa di inviare agenti alla tomba di Horus-Re, non solo perché in termini tecnici si trattava di un atto di trafugazione di un monumento storico europeo, oltre ad un’appropriazione indebita di materiale archeologico, ma anche perché moltissimi spezzaincantesimi sono morti dentro quella tomba.

    Dati di Contesto:

    Il presidente non si è fatto demoralizzare dal rifiuto degli europei e ha deciso di prendere i due agenti addetti al caso del frammento di scettro rubato al museo per le loro straordinarie capac… non è vero. Siete stati scelti per due semplici motivi.
    1) entrambi siete di nazionalità europea, il vostro accento è particolarmente marcato, cosi come la vostra fisionomia.
    2) siete troppo giovani e dalle facce pulite per essere considerati delle spie americane. Insomma, nessuno sospetterebbe di voi.
    In più, tra tutti gli agenti che potevano rispondere a queste stesse qualità voi siete stati scelti perché eravate al caso del frammento dello scettro trafugato ed Egorov in più aveva visto in faccia i rapinatori, quindi tanto di guadagnato.

    Alle 7:30 di mattina avete un volo privato che vi porterà al Cairo. Sui vostri sediolini ci sono due plichi gialli, sigillati, sopra c’è una scritta in rosso: “Top secret”. All’interno ci sono diversi fogli in cui sono indicati tutti i dettagli tecnici del viaggio, la mappa del piano inferiore della piramide, una carta di credito e un passaporto: le vostre coperture. Ora vi dico cosa c’è scritto sui fogli e capirete tutto:


    L’aereo una volta atterrato al Cairo, esattamente difronte la piramide, verrà oscurato da un gruppo di maghi del posto affinché rimanga invisibile ai radar per 7 ORE (OFF: un giorno in real corrisponde ad un ora on game). Dopo di che l’aereo volerà in rotta di ritorno per Ny. Se dovesse mancare il volo (cosa che il macusa si augura non accada) e lei dovesse essere ancora in vita (cosa che il macusa si augura assolutamente che accada, ma nel caso si preoccuperà di avvertire la famiglia), allora dovrà recarsi all’aeroporto del Cairo e utilizzare il suo passaporto falso per prendere il primo volo per una città diversa da ny, fare diversi scali in europa e infine arrivare a ny in macchina, possibilmente non appropriata indebitamente. Sui vostri rispettivi conti visa (le carte plastificate di forma rettangolare si chiamano carte di credito, devono essere infilate in apposite macchine chiamate bancomat. Digitare l’anno di fondazione del macusa, premete sullo schermo le risposte alle domande che vi farà la macchina per iscritto e selezionare l’importo desiderato. Occasionalmente consegnare la carta all’addetto alle negoziazioni, che provvederà poi a restituirvela. Se non ve la restituisce state subendo un furto. Assicuratevi di recuperare sempre la carta) sono caricati soldi no-mag locali.
    Buona fortuna



    - Dovete inventarvi voi tutto il trascorso dei vostri personaggi fittizzi, compreso il nome, se doveste incontrare qualcuno o dover prendere l’aereo dovrete fare delle prove diplomazia e mi auguro per voi che le storie siano credibili
    - Scrivetemi tutto quello che portate con voi. A causa dell’assenza del pandemonium potete portare armi scelte da voi, ma non possono essere magiche, né presenti nel vecchio listino del pandemonium, a meno che non le abbiate comprate
    - Una volta entrati attraverso l’ingresso principale, unico ingresso a voi noto, perché presente nella mappa, troverete un ampio atrio con una scala che sale e una che scende

    Dati Tecnici:

    stando agli studi europei attuati sulla tomba pare che nell’area sia attivo un qualche incantesimo temporale di natura antica che permette alla tomba di rimanere perfettamente integra nel tempo, nonostante qualsiasi tentativo di demolizione. Pare infatti che più volte nella storia i maghi abbiano tentato di distruggere la tomba, per impedire a chiunque di entrarci e sparire inspiegabilmente. In più pare sia in atto anche un incantesimo spaziale, ma non si sa di che natura, o a cosa serva, dal momento che nessuno ne è mai uscito per raccontarlo. Oltre questi incantesimi, non è stata percepita nessun’altra traccia magica. Ciò non esclude la presenza di trappole non magiche. La mappa del tempio è nota grazie a studi con i raggi x fatti sulla piramide che fa da cimitero. La tomba si trova nel piano inferiore, tutta l’area superiore, invece è vuota, depredata di tutti i suoi oggetti arcaici dai tombaroli.

    TRIO DEL BAsTONE

    Dati contestuali:

    Gli aerei pubblici usati sia da maghi che da no-mag vengono controllati continuamente a causa dell’allarme internazionale. Quindi anche se lo prendeste con dei documenti falsi i controllori scoprirebbero subito che siete maghi e inizierebbero a fare un sacco di domande e finireste al mafi in meno di un paio di battute. Anche perché, diciamocelo, stanno cercando proprio due donne con le vostre stesse facce che hanno rubato un frammento dello scettro al museo. Una polisucco funziona solo se nessuno sospetta che la stai usando. Una volta che i controllori scoprono che siete maghi aspetterebbero il tempo necessario per far sparire l’effetto della polisucco. Senza contare che ne dovreste portare più di una per il viaggio molto lungo e ve le scoprirebbero subito. Oltre al fatto che se anche le infilate su per gli anfratti interni non potreste andare un attimo in bagno per prenderla. Farlo davanti a tutti lo sconsiglio.

    Nota:

    Il macusa ha sempre saputo che uno dei frammenti era al Cairo, ma nessuno degli agenti mandato a prenderlo è mai tornato. Tutti sparivano inspiegabilmente una volta entrati nella tomba. (un po’ di fifa viene a tutti eh). Dal momento che riunire i frammenti non conveniva a nessuno il macusa ha lasciato perdere e ha solamente messo delle spie del posto per controllare che non ci fossero strani movimenti. Di conseguenza non potete nemmeno andare dalla sera alla mattina e sperare che nessuno vi fermi. Insomma è un bel casino.

    Colpo di fortuna:

    Uno di voi tre (decidete voi chi) ha un amico, che conosce un amico, che sa di un certo Donny, che non ha tanto la coscienza pulita e per soldi fa qualche favore. Questo tizio, guardacaso, guida aerei, lunghe tratte, il più delle volte si preoccupa di immigrazione clandestina. Il suddetto ha un amico che lavora per un’agenzia d’aerei privati associati con il macusa e gli ha detto quando un tizio dovrebbe partire per una tratta diretta al Cairo per il dcmc. Ora Donny, fingendo di volere una sigaretta, avvicina la mattina al bar, alle 6:00, il tipo che dovrebbe guidare l’aereo. Vanno insieme nell’area per fumatori ed è là che uno di voi tre lo mette ko. Attenzione poi a dove mettete il corpo! Perché vi potrebbero scoprire e io ne terrei conto.
    Dopo aver tramortito o ucciso il tizio, Donny sale sull’aereo e con un incantesimo allarga la stiva per i bagagli e voi, esattamente alle 6:30 salite sull’aereo e vi nascondete nella stiva. Non c’è il bagno. Alle 7:30 arrivano i due agenti dcmc e dovrete fare silenzio.

    Attenzione:

    L’aereo una volta atterrato al Cairo, esattamente difronte la piramide, verrà oscurato da un gruppo di maghi del posto affinché rimanga invisibile ai radar per 7 ORE (OFF: un giorno in real corrisponde ad un ora on game). Dopo di che l’aereo volerà in rotta di ritorno per Ny.
    - Almeno uno di voi mi deve descrivere tutti i dettagli di come siete arrivati e che avete fatto (tipo dove avete messo il cadavere del tizio)
    - Scrivetemi tutto quello che portate con voi. A causa dell’assenza del pandemonium potete portare armi scelte da voi, ma non possono essere magiche, né presenti nel vecchio listino del pandemonium, a meno che non le abbiate comprate
    - Una volta entrati attraverso l’ingresso principale, unico ingresso a voi noto troverete un ampio atrio con una scala che sale e una che scende

    FAQ
    Che giorno è? Data: 18/07/17
    Che ora è quando arriviamo? 13:30
    Da che momento startiamo? Dall’atterraggio dell’aereo, la portiera si apre e i due agenti sono pronti a scendere
    Ho il catalizzatore con me? si
    Dove sono i vampiri? mica te lo dico
    Una volta entrato posso tornare indietro? no, non si esce perché la porta della piramide si chiude automaticamente e si apre solo quando voi sarete scomparsi per sempre
    Posso uccidere qualcuno? si, ma è difficile e dovrò avere il “consenso” informato da parte del pg vittima
    altro? per domande contattatemi in privato


    Edited by Joy. - 19/7/2017, 14:05
  13. .
    Peter Cunningham
    Medimago
    Sacred Heart
    Sposato
    40 anni
    confraternita
    «“Questa è la moderna medicina. Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone. Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti.”
    (Dr. Cox)»

    L’odore del disinfettante al limone che l’inserviente sta spalmando con un moccio lurido è il dolce buongiorno di chi ha fatto il turno di notte al pronto soccorso. Una brezza che si solleva a zaffate ogni volta che le porte scorrevoli dell’ingesso spostano l’aria, annunciando che un nuovo genio è alle porte. L’ultimo si è martellato un dito. Mentre sproloquia mille spiegazioni dell’inevitabile incidente che lo facciano sembrare un po’ meno un cretino agli occhi dell’infermiera, Pete rimpiange il periodo in cui tizi come lui li uccideva. Forse se lo avesse tramortito con una bella dose di tranquillante...
    «Che cosa sta facendo?»
    «Cosa?»
    «C-cos’è quello?»
    «Oh questo? Niente, dopo starà meglio»
    Il tizio, Adam, o Tom, parla per altri due minuti, a lui non piace prendere medicinali, fanno male alla salute, sono chimici, sintetici, fanno venire il cancro. Due lunghissimi minuti di stronzate. Alla fine cade come un sacco di patate, steso di lungo sul lettino. Si farà una bella dormita. Peter finisce il lavoro nel placido brusio della saletta d’emergenza. Durante i turni di notte si mantiene sveglio svolgendo incantesimi che i tirocinanti rimangono a fissare come scemi.
    «Non è illegale somministrare farmaci non necessari?»
    Sembrano degli avvoltoi, se ne stanno fermi in piedi a guardare.
    «Dottor Cunningham?»
    A volte gracchiano, sono fastidiosi, altre volte fanno domande intelligenti, ma capita meno spesso di quanto vorrebbe. Sono più le volte in cui li trova mezzi nudi a copulare come conigli in qualche saletta. Non che gli dispiaccia, il sesso scioglie i muscoli e poi l’imbarazzo li tiene lontani da lui per giorni interi. Quello che veramente gli dà fastidio è l’aria generale da college liceale che si respira insieme all’odore di limone. Quando il dito è di nuovo perfettamente integro toglie i guanti in lattice e li cestina. Il turno è finito. Quello era l’ultimo. Non appena si alza dallo sgabello i tirocinanti si disperdono come piccole formiche impazzite, il turno è finito anche per loro. Un momento di pura estasi. Fuori dalla saletta l’aspetta la moglie. Biondina, niente male, inglese, accento insopportabile.
    «Si riprenderà?»
    L’avrà scambiato per un cazzo di veggente.
    «Se evita di martellarsi altre parti del corpo si»
    Le scrive il numero del suo falegname sul foglio delle prescrizioni e glielo passa infilando di nuovo la penna nel taschino del camice.
    «Si chiama Geoffry, un tipo apposto»
    È famoso per i servizietti che fa alle casalinghe, a Peter piace perché tifa i Dodgers.
    «Un consiglio. Lo chiami quando non c’è suo marito»
    Si congeda con un occhiolino. La donna sembra non capire, ma presto capirà da sola.
    Il posto migliore dove farsi una bella dormita lo conosce solo lui, fortunatamente. È una piccola sala per infermieri che si trova al piano interrato vicino l’obitorio. D’estate è fresco e le infermiere lo lasciano dormire senza disturbarlo, perché loro sono le uniche con cui non fa lo stronzo.
    Saluta Jeanine che sta tornando a casa. A quell’ora la saletta sarà vuota. Fantastico. Svolta l’ultimo corridoio ed eccolo che lo vede. Eddie il beccamorto. Non sa niente di magia, eppure è finito chissà come al sacro cuore. Deve avere un potenziale latente ed una scarsa capacità di osservazione. Nessun No-mag ha mai varcato le porte dell’ospedale per maghi senza uscirne con un paio di domande. Lui invece niente, come se tutto fosse normale. Per un periodo si è domandato se non facesse il finto tonto, tanto per avere un po’ di lavoro in più senza che nessuno gli rompesse le palle. Poi in effetti è arrivata la risposta più semplice. È uno di quegli eterni inconsapevoli, troppo impegnati a farsi domande sul significato della vita per provare a viverci dentro per davvero. Lo vede superare l’ingresso. Ha voglia di fare due chiacchiere cosi lo segue dentro l’obitorio.
    «Ed» saluta afferrando una sediolina girevole.
    «Ti darei il buon giorno, ma vedo che la cara vecchia signora Morte ci ha già pensato».
    Si siede cavalcioni abbracciando lo schienale. Lo osserva dal basso come uno di quelli che soffrono di insonnia e rimangono a guardare la televisione fino a tardi senza prestare davvero attenzione. Poggia il mento sui pugni chiusi lasciandosi andare un sospiro.
    «Dopo che hai seppellito questi due ti va di farti una birra al cimitero?»
    Stare in un posto in cui la gente finalmente ha tirato le cuoia ha un non so che di rassicurante. Probabilmente perché passa le giornate in mezzo a gente che ci prova continuamente e lui deve stare là a cercare di tenergli la testa in superficie. Un posto in cui lui non può fare niente di più che i vermi non stiano facendo è come una boccata d’aria fresca.


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    Edited by Joy. - 18/7/2017, 17:08
  14. .
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    Daniel Callaway
    I
    sobelle sorrise. Sorrideva poco. E, se lo faceva, spesso era per ironia. Forse si trattava di un dettaglio che si palesava solamente davanti a lui, le risate dovevano essere un’abitudine che cercava di conservare per momenti meno formali degli incontri privati con un professore. I suoi sorrisi dovevano essere come fiori selvatici che sbocciavano inaspettati e soprattutto imprevisti solo in particolari condizioni. La immaginava ridere per la felicità nei rari momenti in cui poteva sentirsi libera. Percepiva quell’amore per la libertà come un desidero innocente di spensieratezza. Qualcosa di timido a cui dava voce molto raramente, spinta dall’esasperazione piuttosto che dalla reale sensazione di sentirsi a tratti leggera e poi troppo pesante. Durante il loro primo incontro Daniel aveva scorto sul fondo dei suoi occhi una maturità che stonava con il resto. Aveva pensato si trattasse di una di quelle persone costrette a maturare troppo presto, troppo in fretta. In lei quel desiderio di libertà doveva essere l’ultimo respiro di infantilità che le era rimasto e a cui si stringeva. Perdere quell’istinto sarebbe stato un po’ come perdere una versione di se stessa, una versione più bambina. Aveva percepito quello stesso amore per la libertà negli uccelli, quando volavano in spirali sempre più ampie sopra una baia, o il pelo di un lago. Allora, di tanto in tanto, planavano verso il basso per prendere un sorso d’acqua fresa, o occasionalmente un pesce. Una volta sfamati quei bisogni primari tornavano ad essere puro amore per il cielo sconfinato. Quando i gabbiani volavano abbastanza vicini alla sua barca poteva sentirli. Nessuno lo sapeva, ma nel volo gli uccelli provavano una gioia immensa, totalitaria, talmente semplice e completa da essere paragonabile a quella di un bambino. Aveva compreso così che più un sentimento è semplice, più è puro. I bambini sono privilegiati. Quando incontrano il sorriso della propria madre sanno perfettamente cos’è la felicità. Poi l’intensità dei sentimenti va scemando piano, con gli anni, a favore di una miriade di sfumature nuove, più piccole, ma ogni volta diverse, mai sempre uguali. Le persone allora si trasformavano in splendidi mosaici di vetro. Colorati, bellissimi, eppure tremendamente più fragili di una qualsiasi altra finestra. E così i sentimenti di Isobelle a tratti erano cristallini come quelli di un bambino, come quel desiderio di leggerezza che aveva percepito giusto un attimo prima, timido, ma chiaro. Poi si perdevano in matasse ingarbugliate di colori, che lo facevano sentire spaesato come una foglia strappata dal suo albero. Non poté negare la percezione di un certo sollievo sbrigativo fare capolino tra le sue emozioni confuse mentre parlava di Judith. Forse la malattia di sua madre per lei era un peso e l’idea di liberarsene era un piacere, eppure non parlava di lei come se fosse malata, anzi sembrava glissare volontariamente quel dettaglio, preferendo vederla semplicemente come una donna. Probabilmente quella malattia la feriva in qualche modo. Era semplice credere che fosse cosi. Isobelle doveva essere stata la figlia di qualcuno simile a lei. Qualcuno che era stato tremendamente libero, come un gabbiano, e d’improvviso era rimasto imprigionato nel proprio corpo come in una gabbia. Eppure si trattava solamente di speculazioni. Con i sentimenti c’era sempre il rischio di sbagliarsi, interpretare male. Daniel amava che le persone lo sorprendessero mostrandosi diverse da come lui le aveva immaginate, eppure quella stessa tensione alla comprensione lo portava spesso fuori strada, facendogli perdere completamente la meta. Se solo avesse potuto strappare ad Isobelle qualche parola in più, qualche confessione anche pronunciata sotto voce, sbrigativamente. Lui con i gesti e le parole non era bravo, quello che capiva bene come bisognasse approcciarsi agli altri era Caspar, la sua metà, senza di lui gli mancava un pezzo fondamentale per interagire con il mondo. Per un istante i propri pensieri si adagiarono su di lui. Si chiese se anche lui non sentisse quel vuoto come una menomazione, come non avere una mano.
    Il discorso su Judith si concluse rapido, dopo aver sciorinato una serie di informazioni professionali Isobelle si era zittita. Era stato diverso dal breve discorso che aveva fatto riguardo suo padre. Su di lui aveva accennato ad alcuni dettagli emotivi, come il fatto che fosse un uomo riservato e apprensivo, mentre riguardo la madre gli aveva fornito solo un breve riepilogo della carriera. Persino le emozioni che avevano accompagnato i due discorsi erano completamente diverse. Mentre parlava di suo padre aveva percepito l’amore che provava per lui. Quando invece gli aveva raccontato di sua madre Isobelle si era chiusa in se stessa come un riccio, oltre quella speranza di leggerezza non aveva avuto modo di percepire molto altro.
    Daniel rimase interdetto e silenzioso, si limitò ad annuire. Prima di parlare voleva essere certo di poter dire qualcosa di giusto, qualcosa che potesse aiutare Isobelle ad aprirsi quel tanto che bastava da renderla più permissiva sulle informazioni che si sarebbe lasciata andare più avanti. A volte si sentiva come un investigatore indesiderato, uno di quelli che fotografano qualche scabroso tradimento che avrebbe dovuto rimanere nell’intimità di pareti chiuse.
    Sospirò di stanchezza, ma anche un po’ per la frustrazione. Sapeva la sua presenza per Isobelle fosse indispensabile, ma non era certo che lo fosse altrettanto aprirsi con lui. L’ironia con cui aveva accolto il suo commento riguardo le sue qualità come maga bianca però non gli lasciava dubbi. Qualcosa non andava con la magia bianca, era un evento tipico, prevedibile in coloro che non mostravano una spiccata tendenza all’altruismo, ma un’enorme capacità di amare. Se così non fosse stato allora non sarebbe stata in grado di usare la magia bianca fin dall’inizio. Quello che stava vivendo era un passaggio critico, ma indispensabile. Imparare ad aprirsi ad un altro anche quando le avversità e le delusioni non lo consentivano. Molti maghi bianchi possedevano una dote naturale, avevano un passaggio sempre aperto dove lasciar fluire l’amore verso il prossimo, per altri invece era più difficile. Si trattava di un percorso personale, lui poteva fare ben poco, sarebbe dipeso tutto da lei. Però, ciò non lo avrebbe spinto a ritirarsi da quella modesta battaglia che portava avanti contro le reticenze di Isobelle. Seguì i suoi occhi fino ai campi verdi oltre il finestrino del treno. Serviva la cosa giusta da dire, ma anche quella più sincera, perché artifizi di ragionamento con lei non funzionavano più di un’aperta menzogna. Doveva dirle qualcosa in cui credeva fermamente anche lui ed in effetti non sarebbe stato tanto difficile, non da quando il sole era tornato a splendere cauto insieme all’amore. «Il migliore mago bianco che ho mai conosciuto era un uomo pieno di dubbi» esordì. Ed era vero. Un peso che si portava dentro con dolore, non per i dubbi in sé, ma perché non era stato in grado di vederli. «Alla fine ha abbandonato la magia bianca. Credo perché si fosse reso conto di aver bisogno di sporcarsi le mani». Ancora una volta sospirò. Era un sospiro diverso dagli altri, più malinconico, ma con un accenno di comprensione. Gli piaceva poter finalmente tornare a guardare l’immagine di Caspar e aggiungerne dettagli nuovi. Significava che era vivo e cambiava, come la terra di cui faceva parte. «Il fatto è che per chi sa già dove guardare è facile trovare la luce. Ad esempio io non ho mai avuto i suoi dubbi. Ma per chi nasce e cresce nel buio, come i cechi, la luce deve imparare a trovarla dentro se stesso e per farlo a volte bisogna perdersi». Non era un discorso semplice. Lo aveva arricchito di qualcosa che riguardava anche lui cosi trovare le parole adatte era diventato ancora più difficile. Doveva ripotarlo su Isobelle, cercare di farle capire che tutto ciò con cui stava lottando dentro di sé, tutto ciò che le impediva di vedere le cose chiaramente erano i demoni che avrebbe dovuto tenere a bada per sempre. Ma poteva farlo senza dover chiudere i ponti con il mondo e le persone, poteva farlo continuando ad essere se stessa. Quella sensazione di deriva sarebbe scomparsa non appena avesse trovato un’ancora dentro se stessa, valida solo e unicamente per lei. Allora avrebbe potuto aggrapparcisi per poter spiccare il volo e forse sentirsi libera come lei desiderava essere. «La magia bianca è un percorso interiore, un percorso che ci cambia e a volte ci allontana dalla magia bianca stessa prima di poterla ritrovare. Ma mai e poi mai è un percorso che ci allontana da noi stessi. Può essere utilizzata come un indice. Più ti senti in pace con te stessa, anche e soprattutto nei periodi tremendi e bui, più la magia bianca è forte. Proprio per questo i maghi bianchi che devono cercare la luce dentro di sé diventano poi molto più forti di quelli che non hanno mai avuto bisogno di cercarla. Ed è sempre per questo che tu sei l’alunna più promettente del mio corso. Perché per te non è facile come per gli altri. Le cose dentro di te prima o poi cambieranno, diventeranno più chiare e limpide alla fine del tuo percorso. I risultati di questo processo li vedrai anche quando tua madre troverà di nuovo la parola. Per tutto questo tempo ha dovuto trovare il senso delle parole dentro di sé visto che non ne avevano più fuori. Tornerà diversa da com’era prima, ma più simile a com’è realmente, perché si sarà finalmente fermata per ragionare sulle cose che ci sono dentro di lei e saprà dargli voce».
    Everything we see is a perspective, not the truth

  15. .
    · Professore Magia Bianca ·

    V
    edere le graffette saltellare dal palmo di Aileen sulla superficie appiccicosa del bancone gli mette una gioia strana, spontanea, che inonda ogni angolo della sua mente. Per un attimo nella sua mente non ci sono più luoghi bui in cui nascondersi, ma solamente luce. Al posto di quel peso familiare fatto di lutto e solitudine percepisce una versione di se stesso più leggera, spensierata e forse proprio per questo più sincera. Il sorriso che si è allargato al momento del brindisi rimane a stirargli le labbra anche mentre prende il primo sorso del doppio whiskey, sintomo di quella gioia modesta, eppure euforica. Poggia il fondo del bicchiere sul bancone con una certa sollecitazione, mosso da un pensiero improvviso si solleva un poco sullo sgabello così da poter infilare la mano nella tasca posteriore dei jeans. Ne tira fuori un pugno di graffette grigie, più professionali di quelle colorate di Aileen, da professore. Cerca di nascondere la profonda inadeguatezza che prova con quei piccoli stratagemmi, pretese di professionalità con cui maschera i suoi continui tentativi di superare quel limite con i suoi studenti. Apparenze, semplici apparenze, che spesso non bastano per proteggerlo dal loro dolore. Lascia che le graffette cadano su quelle di Aileen aumentando le dimensioni del piccolo cumolo di cancelleria. Nella tasca ha anche una piccola matita e qualche post it, che abbandona sul bancone. Ha smesso da tempo di scrivere un diario, ma di tanto in tanto alcuni pensieri si dibattono con troppa violenza tra le pareti della sua coscienza perché continui a tenerli serbati in sé stesso. In quei momenti tira fuori quei piccoli oggetti che diventano ponti tra sé e la realtà. Vedere pensieri scritti è un modo come un altro di sentirsi vivi, nonostante ogni certezza sia crollata con Caspr. Sopra tutte quelle macerie rimane in piedi solamente la consapevolezza della sua dolorosa assenza. E poi un sole luminoso, più in alto, la piccola Aileen, pronta ad illuminarlo. Vorrebbe passare molto più tempo con lei, ma si ripete di evitare di invadere la sua vita solo per scacciare la propria solitudine. Tuttavia non può non sospettare che la ragione sia ben diversa, più complicata, forse proprio per questo più difficile da capire. Da quando Caspar se n’era andato sente che la tristezza lo ha infettato, come un virus. Ogni ricordo dentro di lui è lentamente e inesorabilmente ingrigito, tutte le cose che un tempo gli davano gioia sono diventate fredde e distanti. Non vuole rischiare di infettare anche lei. vuole preservarla da se stesso, tenerla al sicuro da quel processo di decomposizione a cui è destinato tutto ciò che fa parte della sua vita. Allontana gli occhi dai post it gialli solamente quando Aileen propone un secondo brindisi. Ha in mano la lemon soda che le ha preso, un dettaglio che riporta sul suo viso un tono allegro. Scuote la testa come a voler sminuire le sue parole, quando in verità cerca di scrollarsi di dosso quell’abitudine grossolana a intristirsi non appena sfiora un attimo di felicità. La guarda negli occhi commosso, la sua immagine si appanna un po’ perché in mezzo a quel continuo soffrire c’è ancora spazio per un po’ di insperata serenità. Poi accenna un sorriso imbarazzato quando Aileen fa eco alle sue stesse parole. Non arrendersi mai. Prima lo ripeteva con una certa leggerezza, era un mantra che gli dava coraggio anche nei momenti più difficili. Fin quando aveva fiato nei polmoni e battiti nel cuore poteva andare avanti testardamente, portare onore agli impegni presi con il padre di Aileen. Da un po’ di tempo, invece, medita una fine. Una fine che segue di poco l’arresto di Greed, il mago che gli ha strappato la felicità dalle braccia. Un mago che Pelor per primo non vede l’ora di nascondere sotto metri di terra. Nasconde un sospiro dietro un altro sorso di whiskey. Segue Aileen con lo sguardo mentre si accosta appena e proferire con voce seria qualcosa che inizialmente lo fa tremare di preoccupazione, ma che poi lo fa scoppiare a ridere. Si porta una mano alla fronte fingendo afflizione, una pantomima che le risatine incontenibili rendeno ancora meno credibili. «È una tragedia, Aileen. Come devo fare?» si porta la mano sul viso per scacciare l’improvvisa sensazione inebriante, l’alcol probabilmente si sta facendo strada attraverso le pieghe della sua resistenza. Abbassa il braccio stendendolo lungo il bancone. Ha il volto appena arrossato, non è abituato a bere, cosi quando guarda di nuovo Aileen negli occhi sembra abbia passato un’intera giornata al mare. «Io credo che la mia lavatrice sia infestata da un divoratore di calzini, un poltergaist, o qualcosa del genere, perché non ho mai i calzini uguali». Sollevò appena i pantaloni per mostrare i due calzini che portava come prova di quella presunta infestazione. Un calzino era lungo fin sopra la caviglia, a strisce sottili blu e celesti, mentre il secondo era più basso e di una semplicissima tinta blu scura, quasi nera. Si sollevò lentamente onde evitare vertigini improvvise che avrebbero reso precario il suo equilibrio sullo sgabello. Scosse la testa esagerando l’esasperazione per quel dettaglio fuori posto nel suo abbigliamento, che in altre circostanze non l’avrebbe nemmeno sfiorato, ma che invece gli ricorda per ancora lui. «Dovrò arrendermi al fatto che non avrò più calzini appaiati per il resto della mia esistenza. Ti dico una cosa. Un consiglio materno questa volta. Si, sono in grado anche di empatizzare con le madri, i bambini mi adorano» conclude quell’ultima parte della frase abbassando la voce, quasi sia un segreto. L’immagine di sé stesso con un grembiulino da bambinaia non è onorevole. Anche se i ricordi dei giorni in cui ha fatto da babisitter alla neonata Aileen sono ancora i suoi preferiti. Spesso si addormentava tra le sue braccia mentre la cullava per il tipico ruttino dopo pasto. I suoi movimenti lenti e le piccole carezze con cui cercava di incitarla a darsi da fare erano un incantesimo soporifero per lei. «Quando tra venti, o meglio trent’anni, troverai qualcuno che ti appaia i calzini quando ti mette a posto il bucato, allora puoi essere certa che è la persona giusta». E basta quella frase per cancellare l’immagine della neonata e riportarlo da lei. Daniel stira le labbra in un sorriso più moderato e paterno. «A meno che tu non l’abbia già trovato… insomma, ho visto che ti ronzano intorno diversi ragazzi, ma non ho mai capito se… quello che voglio dire è che tu sei ancora giovane, ma sei anche molto bella quindi non mi sembrerebbe strano se avessi trovato qualcuno…. Me lo diresti, vero? Non per ficcanasare in giro come quei padri iperapprensivi, giusto per sapere chi devo andare a trovare se ti accade qualcosa».
    Daniel Callaway

    © .isabella.

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