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    Incantatore
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    C'è uno spicchio sottile di luna crescente nel cielo senza stelle di New York. Sulla lingua Randall sente ancora il sapore della sua ultima vittima. La notte precedente si è nutrito e come sempre non lo ha fatto gratuitamente. Era un cocainomane con più debiti che anni di vita. Di solito non si contattano professionisti per casi del genere. Si strapazza il disgraziato per spremergli tutti i contanti che possiede - in genere pochi - e poi gli si pianta una bella pallottola in mezzo agli occhi, senza troppi drammi. Questo, però, non era un drogato qualsiasi, ma un pezzo grosso della finanza e per qualche ragione qualcuno voleva che sparisse in modo pulito. E Randall ha il grande vantaggio di non lasciare mai un cadavere. Cornelius si occuperà del resto, i rapporti con i clienti e i contati, lui invece va a dormire sicuro di farsi un bel sonno ristoratore e invece niente. Incubi. Non fa mai incubi e quando succede non è un buon segno. Ripercorre meticolosamente ogni passaggio del sogno come per dare un colpo di spugna alla confusione che ne ingarbuglia alcune parti. Cerca di ricordare se ha sentito altri suoni oltre alle urla della ragazza. Sapeva che prima o poi gli avrebbe creato problemi, eppure nonostante sia una seccatura girare per la metropoli all'una di notte è pur sempre un passo avanti. Chaos in quel periodo è stato inafferrabile, un fantasma, è arrivato a pensare che sia morto da solo, per conto suo, pestando i piedi al mago sbagliato. In altri momenti invece pensa che stia solo organizzando qualcosa di grosso. Qualsiasi sia la risposta Nicole è la chiave di tutto, o almeno lo spera. Spera di averci visto giusto e che la ragazza sia importante per lui, abbastanza da sapere se è in pericolo e magari persino accorrere. Macchine, diffidenti gatti randagi e suoni riempiono qualche sconosciuta area della sua coscienza. Il furgone che gira l'angolo sembra un veicolo spaziale che procede stoicamente attraverso un mondo ostile, ma stranamente tranquillo. Quella notte si è spalancato un abisso. Randall lo sa. Si lascia avvolgere da spire impalpabili della sua aura nera perchè confondano i suoi tratti con il buio. Ha indosso completo nero, camicia nera, cravatta nera. Solo il suo viso pallido potrebbe spiccare nella notte, come il suo cipiglio assorto. Lentamente e silenziosamente si avvicina alla zona dove di solito bazzica la ragazza. Si tratta di un complesso di case a schiera, un quartiere brulicante di attività magica. Ha monitorato periodicamente i suoi spostamenti senza scoprire però niente di interessante, se non quel piccolo dettaglio: è un quartiere di maghi. L'araldo non può dirgli se è lì che si trova Nicole, ma una silente sensazione d'ansia gli suggerisce che sicuramente lì c'è qualcosa che non va. Potrebbe essere stato il sogno, semplice suggestione, eppure decide come sempre di fidarsi del suo istinto. Quando arriva ad uno dei cancelli più appartati del parco utilizza il sottile stiletto d'argento che porta sempre con sé far scattare la serratura del lucchetto senza romperlo. Una volta entrato richiude dietro di sé cancello e lucchetto, così da non lasciare tracce. Una volta entrato non si avvia per il viale costeggiato da casette, ma piuttosto cerca un luogo appartato e in ombra in cui potersi nascondere. "Meòrachadh Anam Dorcha", chiama la sua ombra e le ordina di cercare Nicole e di tornare immediatamente a riferire a lui non appena la trova.


    Skills utilizzate
    - Cerca di ricordare se ha sentito altri suoni oltre alle urla di Nicole
    - Si avvolge con la propria ombra per mimetizzarsi nel buio
    - Cerca di aprire il lucchetto che chiude il cancello senza romperlo
    - Si nasconde nel buio
    - Genera un'ombra a cui ordina di cercare Nicole
    Bonus pg
    Abilità Wendigo:
    Caratteristiche di Razza
    - Forza e velocità migliorate: In condizioni normali, i wendigo, sono più forti e resistenti degli esseri umani normali, portando un bonus di +4 alla forza e +4 alla velocità. Hanno inoltre dei riflessi migliorati, portando un bonus di +4 ai tiri prontezza.
    - Bloodlust: I wendigo sono sterminatori cannibali, hanno sempre e costantemente fame di carne umana. L'abilità sete di sangue gli conferisce un bonus di +2 a tutte le statistiche fisiche per ogni turno in cui non riescono a colpire, ma se l'astinenza si protrae per più di 3 turni, allora cominceranno a ricevere un danno alla vita.
    - BloodSmell: I wendigo hanno la capacità di sentire l'odore del sangue indipendentemente dalla posizione o dal nascondiglio dell'essere umano vittima. Si traduce con un +4 alle prove di percezione e osservazione, riguardo gli esseri umani. Bloodsmell ha un secondo risvolto, se c'è del vero e proprio sangue sul terreno, il wendigo entrerà in frenesia, guadagnando +3 a tutte le stat fisiche, ma sottraendo -4 a tutte le abilità che richiedono concentrazione, come gli incantesimi psichici, evocativi, ecc.
    - Tendenza innata agli incantesimi di influenza mentale: Il wendigo è naturalmente portato alla magia di influenza mentale e corruzione, avendo un bonus di +2 a tutti gli incantesimi relativi a questo ambito, tuttavia, a causa della loro natura istintiva, spesso sono anche dei pessimi occlumanti.
    - Rigenerazione: Non avendo debolezze contro tipologie di armi specifiche, i Wendigo sono dotati di un potere di rigenerazione lieve e duraturo, che rimargina le loro ferite superficiali.
    - Nutrizione: Quando si sono appena nutriti di carne umana, i wendigo guadagnano un bonus di +1 a tutte le skills per 3 turni e migliorano inoltre il loro potere rigenerativo, portandolo a guarire ferite anche gravi in un brevissimo arco di tempo.
    - Resistenza al ghiaccio: I wendigo sono figli dell'inverno, come tale, sono quasi immuni al danno da gelo e riescono a resistere facilmente ai climi freddi.
    - Capacità magiche: A differenza dei vampiri, i wendigo sono in grado (non trasformati) di utilizzare la magia. È più che possibile che esistano dei maghi wendigo, pur limitati al solo uso della magia nera, in quanto rifiutati dalla società.
    -Trasformazione: Durante le notti di luna nuova i Wendigo assumono una forma bestiale. In questa forma guadagnano un bonus di +6 alla forza e +6 alla velocità, ponendosi nel mezzo tra vampiri e licantropi. Oltretutto, a causa della loro pelle dura, guadagnano +6 alla costituzione. Durante questo stadio sono presi dalla fame incontrollabile, ma non perdono l'intelligenza umana, mantenendo persino la capacità di parlare.
    -Spirito del cacciatore (trasformato): I wendigo hanno un ottimo spirito da cacciatore, oltre che ottimi riflessi. Portano a +5 il bonus ai tiri salvezza sui riflessi e guadagnano +4 bonus sul seguire le tracce, soprattutto per quanto riguarda l'odore di esseri umani. Sono in grado, oltretutto, di distinguere un simile da un altro grazie all'odore, una volta trasformati, esattamente come i lycan.

    Debolezze di razza
    - Debolezza alla magia bianca: I wendigo sono creature oscure, come tali sono i principali bersagli della magia di Pelor. La magia bianca, infatti, li colpisce in maniera devastante, agendo come un sicuro deterrente contro queste creature, un wendigo sa che l'unica possibilità che ha contro un Defensor è scappare lontano.
    - Debolezza al fuoco: Antiche leggende dicono che il Wendigo sia un figlio dell'inverno e che persino il suo cuore sia fatto di ghiaccio. Queste leggende trovano un fondamento nella forte debolezza del wendigo a fuoco e calore, cui sono estremamente vulnerabili.
    - Inabilità alla magia bianca: Il wendigo è, per definizione, forse la creatura più terribile e perversa sulla faccia della terra. Come tale non sono per nulla in grado di utilizzare la magia bianca, anzi, quando essa è rivolta a loro, per curarli, si dimostra totalmente inefficace. Sembra che l'unico modo che abbia un wendigo per curarsi rapidamente sia quello di nutrirsi.
    - Debolezza alla luna piena Essendo più forti durante le notti senza luna, gli influssi della stessa li indeboliscono, arrivando al picco durante le notti di luna piena in cui tutte le skills dei wendigo subiscono un malus di -2.
    - Debolezza alla magia di Jhwh e agli oggetti benedetti: L'influsso di Jhwh è devastante per loro quanto lo è quello di Pelor, ma poiché sono molto più rari gli esseri che lo incarnano, la loro debolezza è per lo più rivolta verso gli oggetti di culto (croci, bibbie) o benedetti nel suo nome (acqua benedetta ecc). Oltretutto i wendigo hanno una debolezza, non così forte ma comunque rilevante, verso gli unti, ovvero coloro che sono benedetti col crisma sulla fronte e sul cuore, che porta loro un -2 a tutte le skills.
    Skills sbloccate nel recupero
    Praesidium
    Praesidium selettivo
    Percezione amplificata
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    Allora Randall perchè da quando ha parlato con Chaos l'ultima volta (role qui) e ha preso accordi per accettare Zoey al circolo sotto falsa identità lo ha sempre tenuto d'occhio, investigando su di lui, sul suo passato e sulle sue manovre, dunque in verità mi servirebbe anche che mi facciate un piccolo specchietto all'inizio della quest con tutte le cose che può aver scoperto su Chaos in questi mesi
  3. .
    Leah Hoover
    24
    stato di sangue
    occupazione
    stato economico
    confraternita
    «And I find it kind of funny. I find it kind of sad. The dreams in which I'm dying are the best I've ever had. I find it hard to tell you. I find it hard to take, when people run in circles it's a very, very Mad world, mad world, enlarging your world, mad world»

    Per quanto le fosse sembrato un tempo lunghissimo, fu cosa di un istante, una manciata di secondi appena. Sentì le foglie di tabacco prendere fuoco insieme all'infolucro di carta. Rattrappire, contorcersi e ardere. Quasi fossero state le sue labbra a bruciare nell'intimità che irradiava quell'estraneo. Fu cosa di un istante. Eppure bastò perchè a Leah accadesse di svegliarsi repentinamente e con grande lucidità calcolare la disfatta della sua vita, o quantomeno il suo bruciare e spegnersi, come una candela dimenticata in un angolo. Sarebbe irragionevole pensare che qualcuno possa dimorare dentro se stesso vivo e morto contemporaneamente, tantomento qualcuno che per dissipare le ombre dei propri demoni rimane al buio. Tuttavia quell'estraneo ha il potere di disseppellire quel moccolo che è la sua esistenza e con una pretesa impossibile di vicinanza farlo bruciare di nuovo, per un istante sconsideratamente lungo. Non ne rimarrà più niente di lei, forse, dopo. Fu cosa di un istante. Eppure bastò perchè arrivasse a folgorarla un ricordo che non aveva mai accantonato, ma quasi custodito, nascosto sotto la pelle. Precisamente era il ricordo di quando, una mattina d'inverno, sua nonna l'aveva mandata a chiamare nella sua stanza da letto, dove moriva giorno dopo giorno braccata da una malattia che nessuno riusciva a spiegare. Le sue prime parole furono "Quanto sei piccola". Queste esatte parole. "Ma non posso aspettare che tu cresca, quindi stampati queste parole nella mente e non le dimenticare mai, capito?". Si. C'erano solamente loro due nella stanza, la nonna parlava a bassa voce. Leah la temeva e la venerava insieme. Era la donna che aveva partorito sua madre, quindi era per lei incontestabile e incredibilmente remota. "Non pensare di cavartela scappando. Corrono più veloci di te. E quando non hanno voglia di correre aspettano che torni". La nonna chiuse gli occhi e fece una smorfia. "Mi sono fatta desiderare fino a farli impazzire e poi mi sono lasciata prendere. Tu non fare come me". Perchè? "Perchè dopo non c'è più niente che torna a posto e prima o poi ti ritrovi con la pancia gonfia". Cioè? "Tuo fratello ti viene sopra, ti infila dentro il suo uccello e ti lascia un figlio nella pancia. Adesso è tutto chiaro?". Più chiaro, si. "Quindi non fare come me, è tutto sbagliato. So io che devi fare. Quello che c'hai in mezzo alle gambe... dimenticalo. Non basta nasconderlo, devi dimenticarlo. Dimenticati che sei una donna. Non vestirti come una donna, non muoverti come una donna, tagliati i capelli, non guardarti allo specchio, non ti devi piacere nemmeno tu. Devi fare schifo e allora ti lasceranno stare. Non credere alle storie d'amore e non sognare mai ad occhi aperti". Leah ascoltava. La nonna la guardò bene, per essere sicura che l'ascoltasse. Poi abbassò ancora di più la voce, da quello capì che veniva la parte difficile. "Stai però molto attenta ad una cosa: custodisci la donna che sei negli occhi e nella bocca. Butta via tutto, ma conserva gli occhi e la bocca. Un giorno ne avrai bisogno". Leah la stette a guardare con gli occhi che erano diventati grandissimi. Quando mi servirà? "Quando incontrerai un uomo che ti piacerà". Forse l'appuntamento di cui sua nonna gli aveva parlato, era quello lì. Se per Kay quello poteva sembrare un gioco, per Leah in un istante si trasformò in una soglia. L'aveva sistematicamente rimandata, con una determinazione feroce, perchè come ogni essere vivente anche lei aveva ereditato la sua paura e ad essa aveva dedicato buona parte della sua vita. Poi tornò quel viso davanti ai suoi occhi, che lentamente si staccava dal suo. Era il preludio di una discesa, su questo non c'erano dubi, e aveva l'aria di diventare più ripida e rischiosa. Come ogni cosa nella sua vita si accorse di sapere benissimo cosa fare, benchè non avesse idea di quello che stasse facendo. Frugò nella borsetta che portava ad una spalla e tirò fuori una penna. Arrivò a pensare di se stessa che uno frammento impazzito della sua mente fosse scivolato via dalla logica. Allungò la propria mano per prendere quella di Kay. Era la prima volta che lo toccava. Aveva la pelle ruvida e un palmo calloso, si disse che era così che doveva essere la mano di un uomo. Scrisse il proprio nome e subito sotto il suo numero di telefono. Stette un attimo a pensare. Immobile. Poi senza un motivo particolare, semplicemente attratta dall' idea di sentire l'odore della sua pelle, si abbassò e lasciò sul palmo anche un bacio. Aveva un buon odore. Accarezzò con le labbra la pelle che s'increspava tra le pieghe e allo stesso tempo si lasciò sfiorare dalle sue dita piegate appena.

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    Chiudiamo? Così ne apriamo un'altra *^* se ti va obv
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    Incantatore
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    La dimensione ombra assomiglia all'occhio di un ciclone. Tutto è calmo in modo irreale, eppure dentro di sè Randall sente le sferzate violente della corruzione che ribolle e si dibatte nell'aria, la frustrazione e l'ingordigia di Tharizdun. Tutto sembra uguale a se stesso, ma non è così. La luce è più cupa e tetra, gli alberi sono figure astratte di un'inquietante forma d'arte futuristica e dal cielo - quasi fosse neve - stille di corruzione cadono come bagliori di luce nerastra. Prima che Randall faccia un altro passo dall'ombra emergono quattro figure ingobbite, deformi. Ghoul. Sono in quattro, niente che lo preoccupi più di tanto. Sfila il coltellino che porta nella tasca interna della giacca e si taglia entrambi i polsi. "Gherrad" pronuncia la formula con voce salda. Durante la sua formazione da negromante ha fatto i conti con orde di quegli esseri deplorevoli, l'ultimo gradino gerarchico delle creature non morte. E' ben lungi dal lasciarsi intimidire. Dal taglio sul polso destro emerge una frusta di sangue seghettata, estremamente affilata. Prepara il colpo facendola roteare sopra la testa poi con un gesto secco e preciso fa scattare in avanti il gomito mentre il polso segue una tratiettoria ad arco. La frusta avrebbe tranciato di netto le gole di Ghoul una dopo l'altra, come in una singolare versione del bowling, in cui a cadere non sarebbero stati birilli, ma teste mozzate. Una volta arrestato il movimento lo avrebbe ripetuto per una seconda volta per colpire i ghoul rimanenti. Nel frattempo, come se non bastasse la seccatura dei non morti, dall'ombra emerge la mamma chioccia dei piccoletti che sta elegantemente trucidando. I ghoul possono anche essere il gradino più infimo per un negromante, ma le loro amabili genitrici di certo appartengono ad una classe sociale diversa. Grasse, deformi, orripilanti, l'incubo erotico di un'amante del decoltè. Quell'essere in particolare vanta tante mammelle quante braccia. In entrambi i casi si tratta di un ammontare decisamente poco sensuale. Conosce per esperienza quel genere di creature. Le si può facilmente paragonare a Persephone durante i "suoi periodi". Oltre all'amabile caratterino hanno anche altre cose in comune, come l'assoluto divieto di avvicinarsi a più di trenta metri per non rimanere ucciso. Dunque farà particolare attenzione ad arretrare non appena la madre della niediata gli si avvicini troppo. Nel frattempo guardando negli occhi la creatura utilizza il praesidium in modo tale da inibire il senso della vista e dell'udito. Potrà continuare a sentire il suo odore, ma se ne occuperà presto. Per il momento la cosa importante è ridurre al minimo sindacale le possibilità di morire. In fin dei conti è un lavoro che fa gratis, non ha intenzione di rischiare più del necessario.


    Skills utilizzate
    - taglio di sangue
    Nome: Taglio di Sangue
    Voto: 20
    Tipologia: Base - Sangue
    Descrizione: Tramite una ferita auto inferta al proprio corpo si può estrarre una quantità di sangue dal proprio organismo e manipolarne la forma, fino a renderlo solido o malleabile a vari livelli. Può essere modellato e utilizzato per creare armi di vario tipo, ad esempio lame, o fruste, che rimarranno comunque attaccate al taglio sulla pelle del mago.
    Formula: Gearradh

    - usa la frusta per tagliare la testa dei quattro ghoul con un'unico movimento semicircolare (x2)
    - arretra nel caso in cui la madre della nidiata si avvicini troppo
    - usa praesidium sulla madre della nidiata per toglierle udito e vista
    Nome: Praesidium
    Requisiti: Voto almeno 26
    Tipologia: Incantesimo inibitore di due sensi a scelta.
    Descrizione: Permette di inibire uno dei sensi dell'avversario. Può essere anche applicato sul sesto, ovvero il terzo occhio, al fine di indebolire così gli incanti psichici lanciati dall'avversario.
    Formula: //
    Movimento: Mantenere il contatto visivo sull'obbiettivo durante l'applicazione della tecnica.

    Bonus pg
    Abilità Wendigo:
    Caratteristiche di Razza
    - Forza e velocità migliorate: In condizioni normali, i wendigo, sono più forti e resistenti degli esseri umani normali, portando un bonus di +4 alla forza e +4 alla velocità. Hanno inoltre dei riflessi migliorati, portando un bonus di +4 ai tiri prontezza.
    - Bloodlust: I wendigo sono sterminatori cannibali, hanno sempre e costantemente fame di carne umana. L'abilità sete di sangue gli conferisce un bonus di +2 a tutte le statistiche fisiche per ogni turno in cui non riescono a colpire, ma se l'astinenza si protrae per più di 3 turni, allora cominceranno a ricevere un danno alla vita.
    - BloodSmell: I wendigo hanno la capacità di sentire l'odore del sangue indipendentemente dalla posizione o dal nascondiglio dell'essere umano vittima. Si traduce con un +4 alle prove di percezione e osservazione, riguardo gli esseri umani. Bloodsmell ha un secondo risvolto, se c'è del vero e proprio sangue sul terreno, il wendigo entrerà in frenesia, guadagnando +3 a tutte le stat fisiche, ma sottraendo -4 a tutte le abilità che richiedono concentrazione, come gli incantesimi psichici, evocativi, ecc.
    - Tendenza innata agli incantesimi di influenza mentale: Il wendigo è naturalmente portato alla magia di influenza mentale e corruzione, avendo un bonus di +2 a tutti gli incantesimi relativi a questo ambito, tuttavia, a causa della loro natura istintiva, spesso sono anche dei pessimi occlumanti.
    - Rigenerazione: Non avendo debolezze contro tipologie di armi specifiche, i Wendigo sono dotati di un potere di rigenerazione lieve e duraturo, che rimargina le loro ferite superficiali.
    - Nutrizione: Quando si sono appena nutriti di carne umana, i wendigo guadagnano un bonus di +1 a tutte le skills per 3 turni e migliorano inoltre il loro potere rigenerativo, portandolo a guarire ferite anche gravi in un brevissimo arco di tempo.
    - Resistenza al ghiaccio: I wendigo sono figli dell'inverno, come tale, sono quasi immuni al danno da gelo e riescono a resistere facilmente ai climi freddi.
    - Capacità magiche: A differenza dei vampiri, i wendigo sono in grado (non trasformati) di utilizzare la magia. È più che possibile che esistano dei maghi wendigo, pur limitati al solo uso della magia nera, in quanto rifiutati dalla società.
    -Trasformazione: Durante le notti di luna nuova i Wendigo assumono una forma bestiale. In questa forma guadagnano un bonus di +6 alla forza e +6 alla velocità, ponendosi nel mezzo tra vampiri e licantropi. Oltretutto, a causa della loro pelle dura, guadagnano +6 alla costituzione. Durante questo stadio sono presi dalla fame incontrollabile, ma non perdono l'intelligenza umana, mantenendo persino la capacità di parlare.
    -Spirito del cacciatore (trasformato): I wendigo hanno un ottimo spirito da cacciatore, oltre che ottimi riflessi. Portano a +5 il bonus ai tiri salvezza sui riflessi e guadagnano +4 bonus sul seguire le tracce, soprattutto per quanto riguarda l'odore di esseri umani. Sono in grado, oltretutto, di distinguere un simile da un altro grazie all'odore, una volta trasformati, esattamente come i lycan.

    Debolezze di razza
    - Debolezza alla magia bianca: I wendigo sono creature oscure, come tali sono i principali bersagli della magia di Pelor. La magia bianca, infatti, li colpisce in maniera devastante, agendo come un sicuro deterrente contro queste creature, un wendigo sa che l'unica possibilità che ha contro un Defensor è scappare lontano.
    - Debolezza al fuoco: Antiche leggende dicono che il Wendigo sia un figlio dell'inverno e che persino il suo cuore sia fatto di ghiaccio. Queste leggende trovano un fondamento nella forte debolezza del wendigo a fuoco e calore, cui sono estremamente vulnerabili.
    - Inabilità alla magia bianca: Il wendigo è, per definizione, forse la creatura più terribile e perversa sulla faccia della terra. Come tale non sono per nulla in grado di utilizzare la magia bianca, anzi, quando essa è rivolta a loro, per curarli, si dimostra totalmente inefficace. Sembra che l'unico modo che abbia un wendigo per curarsi rapidamente sia quello di nutrirsi.
    - Debolezza alla luna piena Essendo più forti durante le notti senza luna, gli influssi della stessa li indeboliscono, arrivando al picco durante le notti di luna piena in cui tutte le skills dei wendigo subiscono un malus di -2.
    - Debolezza alla magia di Jhwh e agli oggetti benedetti: L'influsso di Jhwh è devastante per loro quanto lo è quello di Pelor, ma poiché sono molto più rari gli esseri che lo incarnano, la loro debolezza è per lo più rivolta verso gli oggetti di culto (croci, bibbie) o benedetti nel suo nome (acqua benedetta ecc). Oltretutto i wendigo hanno una debolezza, non così forte ma comunque rilevante, verso gli unti, ovvero coloro che sono benedetti col crisma sulla fronte e sul cuore, che porta loro un -2 a tutte le skills.
    Skills sbloccate
    Praesidium
    Praesidium selettivo
    Percezione amplificata


    Edited by Joy. - 11/10/2017, 21:06
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    Incantatore
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    Nessuno si salva. Sono tutti ugualmente deformi, rattrappiti, puntigliosi. Persephone non ha acun diritto di essere arrabbiata, non dopo la scomparsa di Emma. Cameron, invece, può fare il finocchio isterico e sbattergli in faccia il suo mantello da eroe se ne ha voglia, lo lascia impassibile. Non gli risponde. Quel giorno è di poche parole e desidera rimanere tale per tutta la durata di quell'incombenza. Saluta con un semplice cenno del bicchiere il giovane Donovan. Si chiede cosa voglia dire quell'intervento nei loro rapporti "diplomatici" se semplicemente li rafforza, o è il principio di un'ingerenza. Quando tutti si dirigono verso la fonte della distorsione di energia Randall chiude il corteo. L'energia nera lo attraversa ad onde prima lente poi sempre più intense, cavalloni di marea che lo respingono e attraggono al tempo stesso. E' troppa energia. L'intrapiano sta per collassare. Non lo sorprende dopo tutte le lezioni dell'ultimo periodo, la dispersione di energia è stata fin troppa, ha funto da richiamo e Tharizdun ha risposto, se non lui le sue spire di corruzione. Non camminano per molto eppure sembra di avanzare contro corrente. Cameron si preoccupa di uno stupido ombrello. Forse è solo lui che percepisce la tempesta di energia, forse è il suo araldo a suggerirglielo, non può saperlo con certezza. Avanza con la testa, il collo e tutto il corpo proteso in avanti, ma sempre in disparte rispetto al resto del gruppo. Si muove sinuoso come un serpente tra gli alberi d'alto fusto che si stagliano nell'aria carica di pioggia direttamente contro il cielo plumbeo. Scariche livide sferzano la radura in cui emergono. Randall intercetta immediatamente la spaccatura, vede i ghoul avanzare e i compagni partire all'attacco. E' chiaro. Nessuno di loro vuole essere meno degli altri, sarebbe troppo facile passare per codardi in quella situazione. Lui invece preferisce riflettere. Nascosto tra gli alberi osserva la situazione, cerca di individuare le posizioni dei non morti e della breccia. Cosa fare? L'energia che percepisce è enorme, ciò vuol dire che lo strappo tra le dimensioni è molto più profondo di quanto non appaia. Deve entrarvi per capire meglio la situazione. Da lì non vede altro che la pioggia e la confusione degli incantesimi. Si augura che tutti diano del loro meglio per tenere a bada i non morti. "Còmhdaichte" sussurra nel buio. La sua aura nera l'avrebbe avvolto in spire fumose permettendogli di confondersi nel buio tra i tronchi. Avanza nascosto nel bosco tentando di portarsi il più vicino possibile alla breccia senza uscire allo scoperto. Una volta raggiunto il punto più vicino possibile avrebbe attraversato la radura e tentato di entrare nella breccia.


    Skills utilizzate
    - rimane nascosto tra gli alberi
    - osserva con attenzione la situazione nella radura
    - usa aura oscura per nascondersi nel buio
    Nome: Aura Oscura
    Voto: 18
    Tipologia: Aura
    Descrizione: Il mago è in grado di rilasciare e circondarsi della propria aura nera, che gli permette di assorbire l'energia di diversi incantesimi di magia bianca, a patto che il tiro del d20 sia inferiore. L'aura può permettergli di mimetizzarsi nell'ombra. L'espressione della propria aura nera produce nelle volontà inferiori un forte senso di oppressione.
    L'espressione dell'aura nera favorisce gli incantesimi di dominio mentale. Dura 1 Turno.
    Formula: Còmhdaichte

    - avanza nel bosco per avvicinarsi alla breccia
    - cerca di entrare nella breccia
    Bonus pg
    Abilità Wendigo:
    Caratteristiche di Razza
    - Forza e velocità migliorate: In condizioni normali, i wendigo, sono più forti e resistenti degli esseri umani normali, portando un bonus di +4 alla forza e +4 alla velocità. Hanno inoltre dei riflessi migliorati, portando un bonus di +4 ai tiri prontezza.
    - Bloodlust: I wendigo sono sterminatori cannibali, hanno sempre e costantemente fame di carne umana. L'abilità sete di sangue gli conferisce un bonus di +2 a tutte le statistiche fisiche per ogni turno in cui non riescono a colpire, ma se l'astinenza si protrae per più di 3 turni, allora cominceranno a ricevere un danno alla vita.
    - BloodSmell: I wendigo hanno la capacità di sentire l'odore del sangue indipendentemente dalla posizione o dal nascondiglio dell'essere umano vittima. Si traduce con un +4 alle prove di percezione e osservazione, riguardo gli esseri umani. Bloodsmell ha un secondo risvolto, se c'è del vero e proprio sangue sul terreno, il wendigo entrerà in frenesia, guadagnando +3 a tutte le stat fisiche, ma sottraendo -4 a tutte le abilità che richiedono concentrazione, come gli incantesimi psichici, evocativi, ecc.
    - Tendenza innata agli incantesimi di influenza mentale: Il wendigo è naturalmente portato alla magia di influenza mentale e corruzione, avendo un bonus di +2 a tutti gli incantesimi relativi a questo ambito, tuttavia, a causa della loro natura istintiva, spesso sono anche dei pessimi occlumanti.
    - Rigenerazione: Non avendo debolezze contro tipologie di armi specifiche, i Wendigo sono dotati di un potere di rigenerazione lieve e duraturo, che rimargina le loro ferite superficiali.
    - Nutrizione: Quando si sono appena nutriti di carne umana, i wendigo guadagnano un bonus di +1 a tutte le skills per 3 turni e migliorano inoltre il loro potere rigenerativo, portandolo a guarire ferite anche gravi in un brevissimo arco di tempo.
    - Resistenza al ghiaccio: I wendigo sono figli dell'inverno, come tale, sono quasi immuni al danno da gelo e riescono a resistere facilmente ai climi freddi.
    - Capacità magiche: A differenza dei vampiri, i wendigo sono in grado (non trasformati) di utilizzare la magia. È più che possibile che esistano dei maghi wendigo, pur limitati al solo uso della magia nera, in quanto rifiutati dalla società.
    -Trasformazione: Durante le notti di luna nuova i Wendigo assumono una forma bestiale. In questa forma guadagnano un bonus di +6 alla forza e +6 alla velocità, ponendosi nel mezzo tra vampiri e licantropi. Oltretutto, a causa della loro pelle dura, guadagnano +6 alla costituzione. Durante questo stadio sono presi dalla fame incontrollabile, ma non perdono l'intelligenza umana, mantenendo persino la capacità di parlare.
    -Spirito del cacciatore (trasformato): I wendigo hanno un ottimo spirito da cacciatore, oltre che ottimi riflessi. Portano a +5 il bonus ai tiri salvezza sui riflessi e guadagnano +4 bonus sul seguire le tracce, soprattutto per quanto riguarda l'odore di esseri umani. Sono in grado, oltretutto, di distinguere un simile da un altro grazie all'odore, una volta trasformati, esattamente come i lycan.

    Debolezze di razza
    - Debolezza alla magia bianca: I wendigo sono creature oscure, come tali sono i principali bersagli della magia di Pelor. La magia bianca, infatti, li colpisce in maniera devastante, agendo come un sicuro deterrente contro queste creature, un wendigo sa che l'unica possibilità che ha contro un Defensor è scappare lontano.
    - Debolezza al fuoco: Antiche leggende dicono che il Wendigo sia un figlio dell'inverno e che persino il suo cuore sia fatto di ghiaccio. Queste leggende trovano un fondamento nella forte debolezza del wendigo a fuoco e calore, cui sono estremamente vulnerabili.
    - Inabilità alla magia bianca: Il wendigo è, per definizione, forse la creatura più terribile e perversa sulla faccia della terra. Come tale non sono per nulla in grado di utilizzare la magia bianca, anzi, quando essa è rivolta a loro, per curarli, si dimostra totalmente inefficace. Sembra che l'unico modo che abbia un wendigo per curarsi rapidamente sia quello di nutrirsi.
    - Debolezza alla luna piena Essendo più forti durante le notti senza luna, gli influssi della stessa li indeboliscono, arrivando al picco durante le notti di luna piena in cui tutte le skills dei wendigo subiscono un malus di -2.
    - Debolezza alla magia di Jhwh e agli oggetti benedetti: L'influsso di Jhwh è devastante per loro quanto lo è quello di Pelor, ma poiché sono molto più rari gli esseri che lo incarnano, la loro debolezza è per lo più rivolta verso gli oggetti di culto (croci, bibbie) o benedetti nel suo nome (acqua benedetta ecc). Oltretutto i wendigo hanno una debolezza, non così forte ma comunque rilevante, verso gli unti, ovvero coloro che sono benedetti col crisma sulla fronte e sul cuore, che porta loro un -2 a tutte le skills.
    Skills sbloccate
    //
  6. .
    provo un po' il pv di brant vediamo se mi piace (e la risposta è sì, mi sta piacendo)


    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Morrigan espirò con quella sua sensualità tagliente, che lo lasciava ogni volta esterrefatto e anche un po' eccitato. Le spire di fumo bianco che lo avvolsero gli permisero di perdersi per qualche secondo in una nebbia confusa. Lì le parole erano come serpenti che sentiva strisciare sulla pelle, ospiti sgradevoli che gli si annidarono nel cervello. Morrigan gli scrostò di dosso tutto ciò che sapeva di se stesso. Come fossero squame gli strappò una ad una ogni certezza. Era precisa e meticolosa. E all'improvviso era nudo, privato di quel terribile biasimo che da mesi rivolgeva a se stesso. Privato della sensazione di sconfitta a cui si rese conto di essersi aggrappato più che a se stesso. Più che al desiderio di ricominciare d'accapo. Lui voleva soffrire. Era l'unico modo per rimanere nel passato. L'unico modo per mantenere Isobelle attaccata alla pelle. Perchè altrimenti gli sarebbe scivolata alle spalle. E non era pronto. Non era pronto ad allargare la sua visuale, non era pronto a cambiare, non era pronto a vedersi in faccia, non nello specchio che Morrigan gli stava schiaffando proprio davanti agli occhi. La nebbia prese a diradarsi e i contorni prima sfocati di quel viso perfetto tornarono a delinearsi come quelli di un incubo. Il suo incubo. Gli stava chiedendo di accettare una verità che non voleva sapere. I suoi occhi tremarono per un attimo prima di tornare fermi, gelidi. Tutta la giovialità che aveva avuto prima che cedesse il passo ad una schietta tristezza, si trasformò in un attimo in pietra. Il suo modo per congelare le cose era ignorarle. E avrebbe fatto lo stesso anche quella volta. Lanciò un occhiata ironica ai bicchierini che mancavano prima del giro successivo. Diede fondo ai suoi e poi a quelli di Morrigan. Li impilò uno dietro l'altro e quando fu certo di aver abbattuto ogni freno che lo costringeva ad opporsi a quel mondo vorticante alzò lo sguardo su di lei. "Ho vinto" mormorò rauco, vagamente galleggiante. Si sentiva a dieci passi da terra, ma poco importava, un modo per continuare a camminare l'avrebbe trovato comunque. "Ora basta parlare... troppe chiacchiere, non credi?" si sporse leggermente in avanti poggiando la propria mano sulla gamba, mimando più o meno il suo gesto di cui ricordava solo il contatto bruciante e niente di più. Lo fece però in un modo diverso, intimo. La sua mano era abbastanza grande da ruiscire ad avvolgere il ginocchio. La lasciò scivolare in avanti mentre si avvicinava lui stesso al suo viso. "Andiamo da te". E così diceva basta ai giochetti, si erano spinti troppo in là e avevano smesso di divertirlo. O si passava ai fatti o se ne sarebbe andato. "Si, o no?", una risposta secca, non voleva che giocasse ancora con il suo cervello, che gli fottesse altro da dentro solo per sbatterglielo davanti.


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    Edited by Joy. - 8/10/2017, 20:03
  7. .
    Leah Hoover
    24
    stato di sangue
    occupazione
    stato economico
    confraternita
    «And I find it kind of funny. I find it kind of sad. The dreams in which I'm dying are the best I've ever had. I find it hard to tell you. I find it hard to take, when people run in circles it's a very, very Mad world, mad world, enlarging your world, mad world»

    E' lo stupore a fregarla. Lei non ha difese contro la meraviglia. Ci sono cose che uno qualunque guarderebbe tranquillamente, magari ne sarebbe un po' colpito, magari si fermerebbe anche un attimo a guardarle, ma poi rimangono come le altre, ordinatamente in fila come le altre. Per Leah, quelle stesse cose, sono come prodigi. Esplodono come incantesimi. Diventano visioni. Può essere un incontro sotto un lampione solitario, ma può anche essere semplicemente un improvviso colpo di vento, la risata sul volto di qualcuno, o un niente. La vita fa una mossa e la meraviglia si impadronisce di lei. Il risultato è che, del mondo, Leah ha una percezione, per così dire, intermittente. Una sequela di immagini fisse e mozzioconi di cose perdute, cancellate, mai arrivate fino ai suoi occhi. Gli altri percepiscono il divenire, il rapido flusso della vita. Lei collezziona momenti che sono suoi e basta. Salta da uno all'altro perdendo se stessa negli intervalli. La verità è che si vedono e si sentano e si toccano così tante cose. Lei si porta dietro un narratore disilluso che per tutto il tempo le racconta la sua vita. Lui racconta, non smette mai, e quella è la sua vita. A quel narratore che gli sta nelle viscere probabilmente gli si è rotto qualcosa dentro, forse qualche dolore tutto suo gli ha messo addosso quella specie di stanchezza per cui riesce a raccontare solo più mozziconi di storie. E tra l'uno e l'altro il silenzio. Un narratore sconfitto da chissà quale ferita. Forse lo ha fregato la porcheria di qualcuno, l'ha bruciato lo stupore di un tradimento fottuto. O magari è la bellezza di quello che sta raccontando che l'ha sopraffatto. Kay. Il narratore ne descrive minuziosamente ogni dettaglio, come la puntina inceppata di un disco che ritorna sempre sulle stesse parole deformandole e storcendole fino a quando non arrivano ad avere un significato del tutto sbagliato. L'azzurro profondo dei suoi occhi. Il contatto intimo che cercano con i suoi. Il viola della palpebra gonfia e il rosso delle vene che l'accarezzano. Le sue labbra sottili. Il modo in cui inclina la testa. Più vicino. E la guarda. In quel momento, che altro non è che ammutolita emozione, si annidano i buchi neri di Leah. Le sembra di caderci dentro, come in un sogno. Cade e cade, sembre più in basso, mentre invece lo stomaco risale. Non vuole sapere altro che il suo nome. Non si chiede che cosa voglia, nè a che cosa stia pensando. Vuole solo tutta la meraviglia che riesce a succhiare via da quel fottuto mortale che passava di là. "Potresti darmi tutta la tua vita". Risponde senza pensare. La sorprendono le sue stesse parole. Eppure si rende conto che è la verità. Vuole possedere quell'attimo di vicinanza infinita, estenderlo per sempre e per sempre sentirsi così, una ragazzina pronta ad esprimere il suo desiderio davanti le candeline. Sente per una ragione che solo il suo narratore conosce, che quegli occhi azzurri sono la tana del suo bianconiglio. Ed esattamente come Alice ha intenzione di affondarci dentro per scoprire che il sotto è sopra e il sopra è sotto. Perdersi in un mondo in cui tutto è il contrario di se stesso. Persino lei. Forse è un'illusione. Forse è la droga. Forse sta perdendo la testa e diventando pazza come sua madre. Quasi non batte le ciglia per non rischiare di piangere. Si costringe a rimanere immobile come pietra. C'è qualcosa nel profondo che sta gridando e l'assorda. Porta lentamente la sigaretta alle labbra. Vi si aggrappa e inspira.

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  8. .
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    Incantatore
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    Guardandolo sciogliersi nel bicchiere di scotch, Randall prova una certa invidia per quel cubetto di ghiaccio. Palpita, senza piangere, con gli occhi appena lucidi sotto le ciglia scurissime. Vorrebbe che anche per lui fosse così semplice risolversi, trovare quiete in un destino che l'oblivi di tutto. La pioggia scrosciante oltre la finestra della sua stanza sembra un incantesimo d'argento. La luce del lampadario di cristallo scintilla in ogni gocca che cade sulle tegole di ardesia. Quando piove il manor diventa un'orchestra di suoni in cui si perde. Benchè Randall non voglia, benchè in parte non ci creda, si sente solo. Il fastidio di quella solitudine gli scava gli occhi con vortici d'ansia. In lontananza le fronde degli alberi sono macchie scure agitate dal vento. Il gelo gli penetra nelle ossa, perchè si rende conto che l'unico epilogo non tragico di quella solitudine è di riuscire solo a scalfirla. Lo scotch ormai è completamente annacquato quando realizza due cose: nella solitudine può perdersi e nella solitudine può ritrovarsi. Lascia lo scotch sul sottobicchiere di pelle che Robert ha adagiato sul tavolino. I suoi passi rimbombano nel Manor come i rintocchi cupi di un pendolo. Quando sente la voce di Cameron s'irrigidisce, ma certo, è ovvio che ci sia. Quel viscido non vede l'ora di farli sentire in debito. Si avvicina silenziosamente, i suoi passi vengono attutiti dall'ampio tappeto persiano di velluto rosso. "King" esordisce con voce tonante e ferma. "Non ci vediamo da tempo" lo guarda negli occhi giusto un attimo, poi devia verso Persephone. "Ti assicuro che ho apprezzato ogni singolo istante". Si ferma solo quando le arriva di fronte. Poggia con delicatezza una mano sulla sua spalla e le accarezza una guancia con le labbra fino ad arrivare al lobo del suo orecchio. "Non ringraziare, ti fa sembrare debole" la sua voce è giusto un sussurro, ma esiste. Mentre si allontana la guarda negli occhi. Due pozze di cielo grigio. Si concede alla bottiglia di cristallo che si trova su un vassoio d'argento. Se ne versa due dita, questa volta senza ghiaccio. "Aspettiamo qualcun altro?" chiede distrattamente rivolgendosi ai due.


    Skills utilizzate
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    Bonus pg
    Wendigo (poi copio bene i bonus/malus)
    Skills sbloccate
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  9. .
    Leah Hoover
    24
    stato di sangue
    occupazione
    stato economico
    confraternita
    «And I find it kind of funny. I find it kind of sad. The dreams in which I'm dying are the best I've ever had. I find it hard to tell you. I find it hard to take, when people run in circles it's a very, very Mad world, mad world, enlarging your world, mad world»

    Tutta la vita se l'è succhiata quella città di merda. Il peccato capitale della metropoli è l'ingordigia. Il desdierio viscerale di avere più di quanto gli spetti, la pretesa di strappare via dalle ossa anche la carne. La lussuria si confonde con i morsi della fame, il piacere non è altro che un modo per arrivare a Dio. Ma non è che un'illusione, il velo davanti lo specchio, la favoletta della buona notte. Cappuccetto rosso arriva dalla nonna e vissero tutti felici e contenti. Invece incontra il mostro dei suoi incubi. Non fidarti. Non fidarti di lui. E invece lei si fida. Non perchè sia ingenua. L'ingenuità è la faccia di una medaglia che nasconde il suo risvolto. Cappuccetto rosso vuole farsi ingannare. Prende una strada diversa, svolta l'angolo sbagliato. Non fidarti. E invece lei lo fa lo stesso. Sale i gradini di un vecchio motel. Il brusio dei led luminosi dell'insegna le rimbomba nelle orecchie. Sulla strada ha incontrato anche un suo vecchio amico. E' roba buona. Perchè no. Si sente galleggiare in un mare di colori densi, l'attraversano come fosse incorporea. Alla hall fa la smorfiosa con il ragazzo brufoloso che le passa la chiave. Si masturberà pensando a lei. Si allontana camminando traballante, sa che le sta guardando il culo quindi si prende tutto il tempo per raggiugere l'ascensore. Le prime volte il lupo cattivo la incontrava in luoghi di classe. Si toglieva i vestiti. E le diceva che facevano l'amore. Dopo un po' veniva. Quando avevano finito si fermava a volte a parlare. Le raccontava di lui. Le chiedeva se avesse bisogno di qualcosa. Faceva il tipo carino. Adesso è diverso. Quando entra nemmeno la guarda. Non fa in tempo a chiudere la porta che le infila le mani sotto i vestiti, per eccitarsi. Sente le sue dita sudaticcie strisciare come lumaconi tra le cosce, cercare di infilarsi sotto le mutandine fino a toccare la cavità umida che lo eccita tanto. Puzza di birra. Si è ubriacato di nuovo. Non sopporta l'idea di tradire sua moglie, così si ubriaca talmente tanto da non doversi ricordare di lei il giorno dopo. La fa sedere sul letto e si apre i pantaloni. La fibbia della cintura tintinna. Resta lì davanti a lei. Si masturba un po', con tutto quel'alcol in corpo fatica a farselo venire duro. Poi glielo ficca in bocca. Non sarebbe lo schifo che è se almeno stesse zitto. Ma lui deve parlare. Gli si ammoscia se non parla. "Ti piace, eh troia? E allora succhialo, cagna schifosa, prenditelo in gola, dai, che ti fa godere, stupida troia". Chissa che gusto c'è a dare della troia alla donna che ti sta facendo un pompino. Che senso ha? Lei lo sa benissimo di essere una troia. Ci sono molti modi per stare a galla. Leah ha scelto quello di succhiare il cazzo del capitano della polizia Holm. Quando se l'era svignata dal giro di Mallory aveva detto basta a quella merda, ma poi c'era cascata di nuovo. Almeno adesso non ha nessuno che le dice come fare il suo lavoro. Nessuno tranne il capo della polizia. Per un pompino ogni tanto se ne sta buono e non le da fastidio. Leah fissa dal basso la sua faccia di cazzo. Quando gode fa un'espressione da coglione. Gli uomini mostrano la loro vera natura quando godono, è il momento in cui sono più vulnerabili. Le basterebbe stringere i denti intorno al suo cazzo e tirare. La droga però le ha sciolto i muscoli, a malapena sta in piedi. Si ripete che prima o poi sarà tutto finito. Questo schifo di merda. Alla fine lui viene. Fa delle specie di ridicoli ruggiti e le riempie la bocca di sperma. Ha un gusto orrendo. Lo sputa subito dopo sulla moquette. Fa per pulirsi la bocca con il dorso della mano, ma lo stronzo le pianta la canna della pistola sul collo. E' gelida. "Che cazzo fai, troia? Hai sporcato tutta la moquette, ora chi pulisce? eh?". Leah lo manderebbe a fanculo se non fosse così ubriaco, controlla, la pistola non ha la sicura. "Tiri fuori il ferro perchè il cazzo non ti funziona?". Non sa perchè lo ha detto. Forse il motivo è lo stesso per cui non riesce ad uscire dal giro. Lui abbassa la pistola, ma ha gli occhi di un pazzo. La canna scivola lungo il collo, sul tessuto nero del vestito aderente, segue lo sterno fino allo stomaco. Il lupo cattivo sogghigna. Le afferra il collo con la mano libera. "Per una troia come te il cazzo non basta, dico bene?". La canna della pistola è gelida. Quando le entra dentro fa un male cane. Leah rimane immobile. Il colpo potrebbe partire da un momento all'altro. Si aggrappa alla vita con tutte le sue forze ed è in quel momento che la sente scorrere di nuovo, che tutta quella merda non sembra più una merda. Il suo appartamento schifoso. Le sue routine del cazzo. Il suo spazzolino da denti sopra il lavandino. Il capitano della polizia intanto se la ride, ha il potere e gli piace, gli piace fare lo stronzo e sapere di avere tutta la libertà di passarla liscia. "Godi, non è così? Si che ti fa godere". Quando finalmente la finisce e crolla nel letto Leah è ancora viva. Abbassa il vestito, il pizzo delle mutandine è umido forse ha sanguinato per quella cazzo di pistola. Si allontana trascinando i tacchi. Le cosce sono appiccicose, ma non ci bada. L'ascensore si apre con uno scampanellio allegro. Arrivata alla hall si accorge di tremare come una foglia. Tira fuori dalla borsetta il pacchetto di sigarette. Picchietta il fondo e ne fa saltare una. L'accendino scintilla, una due volte, poi si accende. Prende un respiro profondo, lo stomaco è attorcigliato, ma ha smesso di tremare. Il rossetto sporca il filtro bruno della sigaretta. Le si avvicina un tipo che la chiama signorina. Ha una faccia troppo allegra per essere uno che ha un occhio nero. Forse la sua è una di quelle storie in cui bisogna vedere com'è ridotto l'altro. Tutte quelle smancerie e quelle parole infilate una dietro l'altra la fanno sorridere piano, un sorriso senza gioia, che le muore sulle labbra con la malinconia con cui appassisce un petalo di rosa. Lo squadra attraverso una nuvola di fumo. Vuole scopare? Non sa se c'è ancora molto lì sotto da fottere. Forse dovrebbe farsi vedere da un dottore. L'idea di bere però le piace di più. E' per il modo in cui lui inclina la testa, sembra quasi la desideri. "Si" espira in un soffio. Eppure non si muove di un passo. Rimane immobile a fissarlo. I suoi occhi grandi come nocciole non lo abbandonano nemmeno un attimo, lo osserva assorta, quasi voglia affogarlo tra le striature di legno delle sue iridi scure. Vorrebbe carpire di lui quel qualcosa che ancora non afferra. E' come una scintilla di vita che scorge appena sul fondo del suo sguardo. Sente irrefrenabile l'impulso di afferrarla e schiacciarla tra le dita come farebbe con una lucciola, solo per assitere al momento in cui una stella muore. Ma non è solo vita. E' qualcosa di più profondo, qualcosa che fa parte di lui e del modo in cui si muove. Passione. Sfida. Interesse. Innocenza? Qualcosa di incorrotto. Puro. E' da lì che viene la scintilla. O forse è talmente fatta da vedere cose che non ci sono. Cose che magari desidera. "Chi sei" non ha l'inflessione di una domanda, ma è solo l'abitudine a non emettere suoni troppo acuti per paura d'infrangersi come un bicchiere.

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    Edited by Joy. - 5/10/2017, 22:30
  10. .
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    Incantatore
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    L'aria all'esterno di quel porcile era quasi respirabile. L'olezzo di olio strafritto mescolato a quello speziato delle salse gli tormentava ancora le estremità del nervo olfattivo, abituato a ben altri odori. Il profumo ferroso del sangue, quello più tenero della carne, o la fragranza della pelle di Emma. Tuttavia l'aria pungente d'autunno allontanava piano ogni odore che non fosse quello secco delle foglie. Quelle folate rade dovevano arrivare da Central Parck. Dio, quanto gli mancava Manahttan. Se il moccioso ci avesse messo un secondo in più lo avrebbe lasciato cuocere nel suo brodo di bibite annacquate e menu a prezzo fisso. Quando percepì il proprio araldo agitarsi dentro di lui come un pesce rosso in una boccia, il compiacimento lo ripagò di quella sgradevole gita ai confini della civiltà. Ascoltò immobile le parole del ragazzo, piacevolmente sorpreso nello scoprire che l'arguzia della sua mente rispecchiasse i lineamenti acuti. Il caro Oscar Wilde sicuramente si riferiva a capricci più elevati quando parlava di "piaceri della carne", non di certo agli hamburger di MacDonald. Eppure la chiave d'interpretazione del ragazzo gli diceva qualcosa di importante di lui e cioè che non aveva assolutamente idea di cosa volesse davvero. Il suo era un impulso grezzo, ancora inesplorato, quel fast food era il primo passo di un anatroccolo appena uscito dal guscio. Lo osservò quasi con affetto, compativa la sua inesperienza che rendeva il suo mondo uno spazio piccolissimo, quasi asfissiante. Senza quel suo desiderio trasgressivo di libertà forse sarebbe morto soffocato dalla sua stessa vita. La storia del ragazzo iniziò a suscitare in lui un qualche tipo di placido interesse. "Chi sono io?". Randall lo squadrò accigliato, tutti si concentravano sempre su di lui. Era comprensibile, certo. Uno sconosciuto ti avvicina senza alcuna ragione apparente e ha la presunzione di sapere cose che nessun altro sa. Chi sarà mai? A lui piaceva conservare il suo alone di mistero. "Negli anni ho capito una cosa. Di tutte le parole di tutte le lingue che esistono, quella che ha maggiore importanza è colei che ci identificia. Certo, in molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io", figuriamoci il proprio nome. Per quanto mi riguarda sono solito farmi conoscere come l'Incantatore". Inclinò la testa verso il ragazzino in cenno di saluto. "La domanda, però, che dovrebbe interessarti è chi sei tu". Randall sogghignò diverito, quella situazione poteva essere potenzialmente interessante. "Chi mai arriva a New York e il suo primo desiderio è quello di mangiare? Chi ha una mente così piccola da vedere un mostro di ferro e cemento e non desidera dominarlo? Farlo proprio? Possederlo? Affondare le mani nella sua carne, sporcarsi del suo marciume, inseguirne la vita per le sue vene trafficate, salire sopra la sua schiena e cavalcare i suoi grattacieli?". Randall aveva allargato le braccia e fatto qualche passo indietro. La voce profonda e rauca si era sollevata come un'eco tra le pareti di roccia di una caverna. Quei porci che entravano e uscivano dal MacDonald lo guardavano straniti quasi divertiti da quello che credevano non fosse altro che uno spettacolino. Inetti. Idioti. Non avrebbero mai potuto capire. "Capisci l'ironia che si nasconde dietro tutto questo? Tu che credi di essere libero e invece sei ancora in catene" rise abbassando le braccia e avvicinandosi al ragazzo. "Non fraintendermi, ragazzo, noi tutti scontiamo una condanna a vita nelle segrete dell'Io. Eppure tu mi dai l'impressione di essere più imprigionato degli altri". Lentamente arrivò ad un passo da lui, lo fissava con avidità, quasi volesse affogarlo nelle pozze nere dei propri occhi.
  11. .
    L'aquila lo sfiorò appena. Eppure la sentì attraversarlo, librarsi tra le pieghe aride che gli arrochivano la gola e i rilevi rocciosi che gli annichilivano l'anima. Fu un volo rapido eppure bastò per consentire ad una sensazione di libertà e leggerezza di vibrare nei muscoli e poi dentro le viscere, fino al centro del petto. Percepì una presenza confortante avvolgersi intorno al suo cuore e prendervi posto come fosse il suo nido. Travolto da quell'esperienza non si rese conto che il buio era calato di nuovo intorno a lui. Le luci blu si accesero una dopo l'altra e rapidamente schiarirono l'oscurità tornando a mostrargli i contorni della stanza in cui era in piedi davanti a Cornelius. Indossava il teschio di tigre e fu in quel momento che lo riconobbe come l'essenza che lo aveva accolto nel buio. Era a torso nudo e dietro di lui lo specchio mostrava il suo tatuaggio a forma di tigre. Rimase in silenzio con la bocca sencca e il cuore in fibrillazione. Le parole dell'uomo lo inchiodarono al suolo cancellando la sensazione di leggerezza che l'aquila gli aveva donato. Lo seguì con lo sguardo uscire dalla stanza e chiudere la porta dietro di sè. Quando portò di nuovo gli occhi davanti a sè incorciò il proprio riflesso. Notò così le linee scure che si susseguivano sul suo petto. Disegnavano i contorni di un aquila in procinto di spiccare il volo. Le ali semiaperte si allungavano sul petto e le spalle, le piume più lunghe gli carezzavano il collo fin dietro l'orecchio. La testa ed il corpo si avvolgevano intorno al petto così che il cuore di Nikolaus si trovasse alla stessa altezza di quello dell'aquila. Il becco adunto sfiorava quasi l'ombelico, mentre gli artigli delle zampe erano artigliati tra le costole. Nik rimase a bocca aperta, ancora ammutolito. Incrociò l'unico occhio del rapace e per un istante ebbe l'impressione che ricambiasse il suo sguardo. Si posò una mano al petto. Senza ragione, solo per sentire il proprio cuore battere e con esso finse battesse anche quello del suo animale medicina. "Proverò ad esser all'altezza, te lo prometto". Afferrò di fretta la maglietta blu dalla sedia in cui l'aveva gettata e si affrettò a raggiungere Cornelius.


  12. .
    Quando sentì chiamare il suo nome quasi si diede una manata sulla faccia. Uno fa tanto per mantenere segreta la sua identità con degli sospetti sconosciuti che ecco arrivare qualcuno a spiattellare il tuo nome in giro. Quella cosa del mantenere un basso profilo che aveva promesso a sua madre gli stava riuscendo peggio del previsto. Era frustrante sopratutto perchè aveva preso la cosa sul serio e la situazione invece stava rapidamente sfuggendo dal suo controllo. Avrebbero dovuto andarsene e trovare uno spirito di un qualsiasi dannato elemento per Ariel, godersi il panorama e poi tornare dritti a casa. E invece no. Si voltò in direzione di Nicole facendole un arcigno cenno della testa. Ciò che c'era di positivo era che ora sapeva anche il nome di quel tizio. Theo. Che nome ridicolo. Ecco perchè aveva evitato di presentarsi subito. Gli faceva venire in mente un bambino in calzoncini celesti e un cappellino ridicolo con un grosso leccalecca in mano. Niente di particolarmente minaccioso. Seguì arrendevole Theo, o meglio non Theo, ma Ariel, che aveva avuto la brillante idea di acconsentire a fare un lavoretto per lui. Ovviamente non si riteneva coinvolto nell'accordo, eppure non si premurò di specificarlo, presto il vecchietto lo avrebbe scoperto da solo. Incrociò di nuovo le dita dietro la nuca e sollevò gli occhi verso il cielo, al i là delle creste degli alberi scuri. La linea frastagliata di fronde e fogliame incorniciava un mare luminoso di stelle. Alcune pulsavano altre invece erano piccolissime e immobili, puntine luminose come diamanti. Credette di riconoscere un paio di costellazioni, ma non poteva esserne certo dal momento che non era siucro che il chaos elementale si trovasse nello stesso quadrante cosmico della terra, o addirittura nella stessa dimensione. Doveva chiedere a Prosper. In ogni caso le stelle gli erano sempre piacute, a Durmstrang aveva fatto in tempo ad imparare un paio di cosette prima che lo cacciassero dal corso dal corso di astronomia perchè si era presentato ubriaco - lì per lì gli era sembrata una buona idea. Lo spettacolo che però attirò presto il suo sguardo fu quello delle stelle cadenti. Da lontano sembravano un po' come fuochi d'artificio, di quelli che salgono in cielo come un'unica stella e poi esplodono in milioni di scintille bianche che cadono giù come una fontana. Invece da lì sotto lo spettacolo era completamente diverso. Il bosco si era diradato e aperto in ampie radure, in lontananza c'era anche una scalata rocciosa che proseguiva lungo il fianco di una montagna. Da lì capì che in verità le stelle non stessero davvero precipitando. Era più come se volassero, però ad una velocità vertiginosa. Si fiondavano verso il suolo, alcune lo toccavano altre invece viravano progressivamente così da correre tra gli alberi in arabeschi che lasciavano dietro di sè scie luminose che avvolgevano tronchi, rami e arbusti. Insomma schizzavano da una parte all'altra come saette, due di loro si scontrarono e ci fu per un attimo un'esplosione di luce. Nik istintivamente si portò la mano davanti gli occhi, ma quando tornò a guardarle le stelle si erano già fiondate altrove. Sorrise, una smorfia obliqua, quasi intenerita dalla sensazione giocosa di libertà che trasmettevano quelle luci. La magia s'infranse quando Theo riprese a parlare. La notizia interessante era che quelle stelle erano spiriti appena nati. La notizia decisamente meno interessante era invece che volesse imprigionarle in delle ampolle. Col cavolo. Ad occhio e croce era una cosa sbagliata. Certo, non aveva il diritto di giudicare visti i suoi trascorsi, ma almeno uno straccio di moralità ce l'aveva e imprigionare degli spiriti indifesi non rientrava tra le cose accettabili. Rimase immobile con le mani dietro la nuca a guardare le luci sfrecciare qui e lì tra gli alberi, senza accennare nemmeno un attimo a prendere l'ampolla del caro vecchio Theo. D'altra parte Nicole sembrava piuttosto entusiasta di quella piccola missione fuori programma. Che fosse completamente svitata non c'erano dubbi. Lanciò un'occhiata a Theo per godersi la sua reazione, prima di tornare a fissare la ragazza. Come agente di telvendite non era male, sarebbero bastati una camicetta scollata per stuzzicare l'immaginazione dei clienti e un paio di occhiali per darle professionalità. Aveva, però, qualche dubbio riguardo il fatto che gli spiriti ci fossero cascati... magari qualcuno particolarmente idiota. "Vai Nicole, continua così, stai andando benissimo". Un po' di supporto non faceva male a nessuno. Si voltò a cercare Ariel e scoprire invece quale sarebbe stato il suo piano. Una volta adocchiata si sarebbe avvicinato, o magari l'avrebbe seguita. "Vuoi provare anche tu la tecnica di Niky, o hai in mente qualcosa che potrebbe funzionare davvero?".





    Skills utilizzate
    - Osserva lo sconosciuto
    Bonus pg
    Elemento principale: Fuoco
    Elementi Affini: Terra
    Spirito principale: Ignis (Ignis protegge un bersaglio che altrimenti sarebbe colpito dalle tue emissioni di fuoco)
    Spirito affine: Arkel (puoi attivare spendendo un'azione Vista crepuscolare: non risenti di malus sulla visibilità per condizioni di luce, vedi meglio al buio)
    La CD degli incantesimi della prima lezione del primo anno diminuisce di 2

    Skills sbloccate
    Manipolazione Semplice
    Requisiti: 18
    Il mago è in grado di muovere l'elemento a lui più affine. Questo tipo di manipolazione elementare consente di spostare minimamente:
    una manifestazione elementale in movimento [massimo 50cm]

    una manipolazione elementale statica [massimo 1m]
    Tale spostamento può avvenire in un'unica direzione, senza cambiare traiettoria. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [Fuoco + Terra].

    Appello Elementale (Arkel: Irrobustimento, Fossa)
    Requisiti: 20
    Durata: 1 Turno
    Il mago si appella al potere di un Cangiante precedentemente incontrato nel Caos Elementale per praticare l'Innesco. Non è necessario un patto. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [massimo 1+2]. Può essere usato solo a turni alterni, e la CD aumenterà progressivamente qualora si ricorresse troppe volte consecutive allo stesso spirito.

    Legame spiritico
    Requisiti: 22
    Durata: 3 turni
    L'utilizzatore accetta un patto con uno spirito elementale inferiore. Questo sarà legato all'utilizzatore fino allo scioglimento del patto che avviene dopo l'utilizzo delle sue abilità (a meno che non sia stato sbloccato Destino Comune). Fintanto che il legame è in corso, il mago potrà accedere agli incantesimi con requisito massimo di 26 del proprio elemento, pur se depotenziato. Una volta al di fuori del Caos Elementale, il mago potrà richiamare lo spirito per un nuovo patto. Può essere usato una volta ogni tre turni.

    Estinzione (aka "Piano coi bollori")
    Requisiti: 22
    L'utilizzatore è in grado di spegnere le fiamme. Ovviamente non è ancora un dio del fuoco, quindi saranno fiamme piccole.
    Ottimo per i dominatori più distratti.

    Fiato Ardente
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a mutare l'aria emessa dalla bocca in un getto di fuoco. La gittata non è granché, serve una distanza ravvicinata per colpire il bersaglio, ma è quasi impossibile sbagliare mira.

    Palla di Fuoco
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore accumula il fuoco generato dallo spirito, e lo scaglia come fosse un proiettile dalle mani, solo più grosso, appariscente, e... di fuoco. Non può controllarne la traiettoria una volta lanciato, il principio di base è che sia un colpo piuttosto rapido e con una precisa mira ad cazzum.
    Il termine "Palla" forse non è corretto. Più una "massa informe di fuoco", che già manipolare la forma è difficile, figurarsi per un dominatore del fuoco...ma era troppo lungo.[/color]

    Incenerire (aka "Tutto è polvere cenere")
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore riduce letteralmente in cenere il bersaglio. Ovviamente con "bersaglio" non si intende assolutamente un essere umano.
    Avete presente quelle bellissime liane prodotte dal dominatore di erba? OPS. Quali liane?

    Vampata
    Requisiti: 28
    L'utilizzatore emette una potente scarica di energia dal corpo, grazie all'Innesco tale emissione si traduce in un'esplosione di fuoco che colpisce tutti i bersagli nel raggio di un metro con danni di entità variabile a seconda della distanza.

    Piromania
    Requisiti: 28
    Lo spirito innesca una serie di piccole scintille, l'utilizzatore le usa per generare un vero rogo, difficile da controllare, ma molto molto scenico.
    Inconveniente: potrebbe essere un po' faticoso fare tutto quel fuoco, motivo per cui le fiamme si formano nell'area circostante il mago stesso... ottima per scaldare l'ambiente. ("Non trovi faccia un po' caldo qui?" cit.)

    Parete di fuoco
    Requisiti: 30
    Il mago crea un muro di fuoco. Ogni turno è necessaria un'azione di mantenimento perché riesca a contenere le fiamme.

    Frenesia Incendiaria
    Requisiti: 30L
    L'utilizzatore scaglia da 2 a 4 palle di fuoco in altrettanti punti diversi che fungono come focolai, generando piccoli incendi.
    ... fate uscire prima donne e bambini e chiamate i pompieri. ("Amore, il bambino va a fuoco" "Per te solo il meglio, cara" cit.)

    Estinzione Migliorata
    Requisiti: 22
    Il mago è in grado di spegnere fiamme di dimensioni medie.

    Lingue di fuoco
    Requisiti: 24
    Il mago è in grado di generare lingue di fuoco che si allungano verso l'avversario. Il fuoco è sotto il suo pieno controllo.

    Fiamma Divina
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di generare fiamme bianche (temperatura che si aggira intorno i 1200°C). Visto il costo in termini di energia non possono essere più grandi di un proiettile.

    Fruste Infuocate
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a creare una frusta composta dal suo elemento dell'estensione massima di 2,5m. Tale frusta seguirà i movimenti decisi dal mago in modo preciso, senza bisogno di competenza nell'uso di fruste.

    Conoscenza del creato [Livello 1]
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di sapere se il proprio elemento è in contatto con qualcosa entro 20m. La percezione è possibile solo con l'elemento a cui è più legato, più forte se in forma pura, quindi non ibridata e nello stato tipico. In tal modo è possibile "sentire" attraverso il proprio elemento, conoscere quindi la forma dell'oggetto (solo se fermo) o della persona, la sua temperatura, eventuali movimenti. Nella mente del mago apparirà come un'ombra. Questo tipo di percezione elementale risulta più difficile per i manipolatori di Fuoco, Fulmine e Aria. Mano a mano che il mago procede nello studio della magia elementale verrà potenziato questo incantesimo.
  13. .
    ps, non mi sono soffermata molto su Charles (quasi per niente) perchè ancora non lo conosco, ma dammi tempo <3


    Peter Cunningham
    Medimago
    Sacred Heart
    Sposato
    40 anni
    confraternita
    «“Questa è la moderna medicina. Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone. Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti.”
    (Dr. Cox)»

    Era tutta la mattina che cercava di convincere la barista cicciona del quarto piano a preparargli un irish coffe. Il suo turno era finito da circa un'ora, quindi non c'era il rischio che mettesse le mani su qualche paziente, eppure insisteva a non aggiungere un po' di misero whiskey al suo dannatissimo caffe espresso. Erano le sette e mezzo di mattina e secondo lei era "troppo presto per cominciare a bere". Pam, la su citata barista cicciona, aveva la così detta sindrome della mamma. Sfortunatamente c'erano due dettagli che non prendeva in cosniderazione. Prima di tutto lei non era sua madre quindi non erano affaracci suoi. Secondo punto aveva appena terminato un lungo, estenuante, soporifero turno di notte quindi le sette e mezzo di mattina per lui erano un po' come le undici di sera. "Va a casa a dormire, Peter". E considerando anche che lui era più vecchio probabilmente di una trentina d'anni, Pam poteva benissimo andarsene al diavolo. "Dottor Cunningham". Il caffè ovviamente si stava freddando, mentre il suo umore finiva sempre più in basso nella sacala che va da "commetterò un omicidio" e "trovo il resto del mondo tollerabile". "E a casa l'altra sera ho finito il whiskey, mi rimane solo dello schifosissimo gin da discount, che ho preso per quelle serate speciali in cui sono tanto ubriaco che potrei mandare giù una tanica di benizina ed esercitarmi con il mio kit da mangiafuoco. Ora dammi quel dannato caffè, donna". Sulla faccia di Pam si disegnò un sorriso che sperò vivamente non fosse di compiacimento, ma piuttosto un tic nervoso. "Forza, ammettilo che sotto sotto ti piace stare in questo posto a lamentarti tutto il giorno, altrimenti non staremmo qui ogni mattina a fare questo teatrino". Il suo morale scese di una decina di tacche avvicinandosi pericolosamente al momento in cui il suo buon senso cedeva il posto all'istinto omicida. "Sentimi bene", Peter si sporse oltre il bancone, il suo sguardo da folle forse sarebbe stato abbastanza eloquente già da solo, eppure decise di continuare. "Noi facciamo questo teatrino ogni mattina perchè tu hai un evidente problema con il tuo spirito di autoconservazione. Quindi se non vuoi che ti apra come un maiale e venda tutti i tuoi organi al mercato nero, correggimi-questo-dannato-caffè". Sillabò le parole dell'ultima frase, ringhiandole una ad una. Era stata una pessima giornata, o meglio nottata. In altri momenti avrebbe tentato di contenersi, ma no, quella volta non ci riuscì. Pam assunse un'aria torva, quasi severa, sembrava una madre che sgridare il suo bambino. Tuttavia gli sfilò il bicchiere di carta dalle mani. "E va bene, dottor Cunningham, vuole rovinarsi il fegato? D'accordo, benissimo, faccia pure. Aspetti al tavolo perchè avere la sua faccia da psicopatico al bancone mi spaventa i clienti". Probabilmente voleva sputargli nel caffè. Poco male, l'importante era essere riuscito ad ottenere ciò che voleva. Si voltò per trovare il primo tavolino vuoto lontano dal resto del mondo, quando incrociò un essere umano che non odiava completamente. Si avvicinò e sprofondò sulla sedia senza troppi convenevoli. Lanciò un'occhiata alla cartella. "Oh hai la cartella del piccolo bugiardo. Se lui è caduto per le scale io sono una modella brasiliana con un bel paio di tette sode che vive in un attico di Miami, che beve Margaritas e sopratutto non deve avere il permesso della barista per farsi correggere un caffè".

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  14. .
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    Incantatore
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    Si trascinava. Composto, imperturbabile, stretto in un completo nero perfetto. Le ombre della città lo accomapgniavano silenziose, schiacciate contro i finachi dei palazzi e sui marciapiedi incrostati di polvere. Quella città sfatta era il fondo del barile, il marciume raschiato via da chi si scavava la fossa e ancora non sapeva di essere già morto. No-Mag inconsapevoli lo affiancavano durante i suoi vagabondaggi. Abbandonava di rado il rockefeller center e quando lo faceva era sempre per una buona ragione. Era come un richiamo. Sapeva che quel flebile sussurro che gli risuonava nelle orecchie era la voce del suo araldo. Il coltivatore. Colui che vede i figli di Tharizun e li riporta al padre. Quando aveva stretto il patto sperava di avere un ruolo diverso da quello di babysitter, a volte si sentiva il fattorino del suo circolo. Tuttavia ospitare uno dei cinque araldi maggiori era un onore, gli aveva permesso di entrare nell'elite della magia nera nonostante le sue origini. Elizabeth gli diceva di andarne fiero, era grazie a lui che le dinastie di maghi neri non si erano ancora estinte, se nuovi adepti potevano essere aggiunti a rimpolpare le file di adepti di Tharizdun. Così com'era stato il dio incatenato anche i discepoli che lui riuniva erano scarti. Tuttavia questa volta si trattava di qualcuno di diverso. Lo percepiva diverso. Questa volta dalla sua anima smembrata emerse qualcosa di simile ad un vago interesse, una scintila di curiosità, che era pur sempre qualcosa di diverso dal buio torbido in cui era precipitato dalal scomparsa di Emma. I suoi passi proseguirono fino ad un fetido quartiere. I No-Mag iniziavano a lanciargli strane occhiate e la sua fame di carne d'improvviso gli sfarfallò nello stomaco. Avrebbe spezzato qualche osso quel giorno, se lo sentiva fin dentro le viscere. Quando arrivò espirò pesantemnete. Il piccolo idiota era in una di quelle catene di fast food per pezzenti. Davanti a lui le porte a vetri scorrevoli si aprivano e chiudevano per far entrare e uscire folcloristica marmaglia. Sapeva che alla fine avrebbe ceduto, eppure per diversi lunghi minuti rimase immobile con una mano nella tasca a fissare quella fogna. Alla fine si portò le dita a massaggiarsi la radice del naso. "Perchè mi fai questo Tharizdun?". Eppure officiava ogni dannatissimo rito e ogni singola festività, con assoluta puntualità. Prese una profonda boccata d'aria, chiedendosi se fosse sufficiente a trattenere il respiro mentre era dentro quella topaia. Superò la soglia facendo spazio ad un ciccione che si ingozzava di pepite di pollo surgelate. Si guardò intorno cercando il piccolo ingrato per cui stava sacrificando la sterilità del suo cappotto. Probabilmente lo avrebbe fatto bruciare prima di entrare in casa. Le ombre aggrappate a ciascuno dei presenti non erano altro che pallidi demoni dall'aria grassoccia, manifestazione di basso livello. E alla fine lo vide. Seduto in uno di quei tavolini lerci e appiccicosi. Un ragazzo dall'aria nobile e un demone alle spalle di un brillante color onice. Sapeva che non era un tiro a salve, quel tipo doveva essere figlio di maghi neri a giudicare dalle dimensioni e dalla brillantezza della sua ombra. Il motivo per cui era in un lurido MacDonald gli era del tutto oscuro. Sistemò la giacca sui polsini della camicia e si avvicinò a passi lenti. Si sedette sullo sgabllino imbottito davanti a lui solevando appena la coda del cappotto. Quanto breve era in grado di farla per poter uscire da lì nel minor tempo possibile? Stava per poggiare le mani sul tavolino quando i suoi occhi incrociarono un balunginio untuoso. Optò per stringere le braccia al petto. Mollemente sollevò lo sguardo sul ragazzino. Aveva un viso sottile e gli occhi color ghiaccio. Un'aspetto quasi nobiliare, che non veniva sminuito dal viscidume che li circondava, anzi ne era illuminato. L'ombra dietro di lui lo osservò con occhi brillanti e un becco adunco. Era un aquila reale, nera come il fondo di un pozzo in una notte di luna piena. Irradiava energia come avrebbe fatto una vecchia stufa al cherosene. Bollente, ma poco funzionale. Era ancora un potenziale acerbo, Persephone avrebbe saputo plasmarlo. L'araldo sussurrò ancora. "Fammi indovinare. Sei qui per un solo nobile movito", gli rivolse un sorriso obliquo. "Il piacere sottile della trasgressione. In fondo ti capisco, la libertà non si assaggia quando sei privo di confini, ma quando sei dall'altra parte. E tu sei uno dei pochi amanti della libertà sopravvissuti a questa società. Una società che fa credere a tutti di essere libreri solo quando si fa ciò che piace" lanciò un'occhiata intorno a sè, sinceramente disgustato da quegli individui famelici e tristi intenti ad ingozzarsi come maiali. Tornò a guardare il ragazzo con uno sguardo quasi rattristato, "Ma in questo modo si diventa solo schiavi di un altro padrone. Questa non è la libertà che stai cercando, è solo un'altra gabbia" una gabbia di grassoni senza cervello, devoti ad uno stupido pagliaccio. Scosse la testa, "Dal momento che questo posto mi disgusta profondamente, me ne vado, se hai un po' di cervello mi verrai dietro, ti farò vedere cosa vuol dire essere veramente libero". Bene, era stato breve. Si alzò compostamente, facendo però attenzione a non sfiorare nessuna superficie onde evitare di contrarre qualsiasi tipo di patogeno condividessero gli avventori di quel luogo. Non aveva tempo per le chiacchiere, soprattutto se lo costringevano a rimanere lì, così prima che il ragazzo potesse ribattere fece un cenno della testa e si avviò in direzione della porta scorrevole.


    Edited by Joy. - 22/9/2017, 12:18
  15. .
    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    L
    asciò che fosse Trevor a fare i primi passi all'interno della casa. A differenza dell'agente non aveva notato che c'er auna porticina aperta. Rimase in silenzio concentrandosi sul respiro, che mantenne basso. Anche a pochi passi di distanza dietro Trevor si sentiva comunque ingombrante. Le parole di James probabilmente erano riuscite a instilargli una certa insicurezza, un pensiero sottile che lo fece sentire vagamente a disagio per i primi secondi di quell'irruzione. Per non pensarci si focalizzò sull'aura flebile che sentiva, non era di un mago e non apparteneva nemmeno ad un incantesimo latente. Quando sentì lo scalpiccio e i movimenti di Trevor, Daniel si affacciò dentro casa con i palmi sollevati pronto ad eseguire un incantesimo. Tutto ciò che vide però fu un guizzo rosso fuoco che gli sfrecciò davanti per sgattaiolare fuori casa. Daniel gli si precipitò dietro maledicendosi per non aver capito subito si trattasse di un animale. Quando superò il limitare del giardino lanciò un'occhiata intorno a sè, in cerca di William. Lo vide muoversi in direzione opposta. "Will! Hey Will da questa parte, ma che. . . . " niente da fare.
    E' in contatto con Fau, pare abbia trovato qualcosa
    Grazie Vers
    Daniel si guardò in giro, ma la volpe era scomparsa. Sconfitto decise di avviarsi in direzione di William. <b>"Cos'hai tro. . . ohh"
    . Seguendo con gli occhi lo sguardo di Will intravide accanto al grosso spirito a forma di ragno lo stralcio di un pezzo di tessuto. "Fau sei un genio, sai cosa vuol dire questo? Se appartiene ad Alhena, o ad Astrea, possiamo ritrovarle! Aspetta solo un secondo, lo scopriamo subito". Daniel si portò più e allungò le dita della mano destra per stringere il tessuto ancora incastrato tra i ramoscelli degli arbusti. <b>"Optikòs"
    mormorò fissando intensamente il pezzetto di stoffa. Scacciò dalla mente qualsiasi pensiero non fossero i volti della piccola Alhena e di sua madre. Sperava di poter risalire al momento passato in cui quel frammento di stoffa si era strappato. Si concentrò sul contatto morbido della seta sui polpastrelli e il colore bianco quasi perlaceo. Il tessuto rifletteva la luce tenue che filtrava attraverso i rami e cercò in quei chiari bagliori la visione di quel momento. Dopo di che, anche se non fosse riuscito ad accertare che quel pezzo di stoffa apparteneva ad una delle due Tate, avrebbe tentato un secondo incantesimo.
    "Observo". In quell'istante Daniel chiuse gli occhi. Prese un respiro profondo. Si concentrò sulla sensazione feroce di perdita che aveva provato quando le porte dell'ascensore si erano aperte e Adam ne era emerso. Per quanto lui fosse legato ad Astrea, Adam l'amava, non aveva bisogno che glielo dicesse o che gli facesse provare l'amore che li legava. Lo si capiva dall'agitazionec he aveva percepito dietro la sua maschera rigida e nell'irritazione crescente che aveva assalito Adam al solo pensiero di dover aspettare, temporeggiare e peggio ancora avere a che fare con tutti loro. Aveva bisogno di fare qualcosa di buono, qualcosa di buono per suo fratello. Aveva bisogno di riportare indietro quella bambina innocente e Astrea. Caspar probabilmente era assalito dai sensi di colpa per quella scomparsa. Se ci aveva visto giusto ed era stato Greed a rapirla per via di quei dannati anelli, in quel momento si stava tormentando allo stesso modo. Dovevano ritrovarla. Attese in silenzio nel buio delle sue palpebre, concentrato, mentre una piccola parte di lui pregava con tutta la sua forza che Pelor lo assistesse.

    © .isabella.






    Skills utilizzate nel post
    - Optikos
    Nome: Optikòs
    Requisiti: Voto almeno 26
    Tipologia: Incantesimo base di chiaroveggenza.
    Descrizione: Permette, tramite contatto, di conoscere scene passate o future legate all'oggetto designato - che dovrà essere di piccole o medie dimensioni. Durante tutta la visione il mago sarà totalmente vulnerabile a qualsiasi attacco.
    Formula: Optikòs
    Movimento: Imporre le mani sull'oggetto stabilito e recitare la formula. Più le dimensioni dell'oggetto saranno ampie, più la ricerca sarà generica, o più l'oggetto sarà un manufatto con un potenziale magico complessi più la visione sarà frammentata e vaga e quindi avrà bisogno di concentrazione.

    - Observo Maxima
    Nome: Observo Maxima
    Requisiti: Completamento lezione - Ramo chiaroveggente.
    Tipologia: Incantesimo amplificato di percezione.
    Descrizione: Permette, tramite il contatto con un oggetto, di individuare solamente attraverso il senso sviluppato dal mago nell'Observo, i dettagli sensoriali del luogo in cui l'essere legato a quell'oggetto si trova. Più il legame tra questi tre elementi (oggetto-mago-essere) è forte, più l'esito della ricerca sarà specifica. Se lanciato correttamente può individuarlo anche attraverso i vari piani e dimensioni. Durante tutta la visione il mago sarà totalmente vulnerabile a qualsiasi attacco.
    Formula: //
    Movimento: Imporre le mani sull'oggetto stabilito, chiudere gli occhi visualizzando il bisogno di percepire l'ambiente in cui si trova l'essere in questione. Più la ricerca sarà generica, o più l'oggetto sarà un manufatto con un potenziale magico complessi più la visione sarà frammentata e vaga e quindi avrà bisogno di concentrazione.

    Bonus del PG/Bonus Razza
    Empatia

    Contenuto dello zaino:

    Cristalli:
    1) corallo
    2) pietra lunare
    3) topazio
    4) turchese
    5) agata

501 replies since 2/6/2013
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