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  1. .
    La foresta era più affollata di quanto si aspettasse. Aveva intuito che quell'evento fosse un po' come l'aurora boreale, ma di certo non una specie di ritrovo di maghi elementali. Oltre a diversi spiriti qui e lì e ad una specie di uccello zombie c'erano un paio di maghi. Possibile che in una foresta tanto grande se li fossero ritrovati tra i piedi proprio loro due? La cosa non gli piaceva per niente Trovarsi a fare i conti con altri individui era pericoloso, sia per via della reticenza generale che aleggiava intorno ai maghi neri, sia perchè un estraneo poteva rivelarsi una probabile mina vagante. E se la storia di Noah gli aveva insegnato qualcosa era mai fidarsi di qualcuno.
    "Siamo accerchiati... diamocela a gambe prima che..."
    «Potete anche farvi avanti, nessuno morde qui. A parte Hosha, mi sembra chiaro»
    Come non detto.
    Potresti scavare una galleria e fuggire via
    Non credo sia una buona idea con l'innesco attivo, magari incontriamo qualche sacca di gas, o un giacimento di metano
    Improbabile dovrebbe scendere a profondità assurde, ma la conosci un po' di geologia?
    State zitti voi due, questo tipo vi piace?
    No per niente
    No...?
    Presta attenzione sta cercando di fregarti la ragazza
    «Chi ti ha portato da queste parti, mia cara?».
    Quello che veramente non gli piaceva oltre la sua voce eccessivamente tranquilla e l'età avanzata - probabilmente era un mago navigato, di certo più di loro due - era la tigre. E il modo in cui l'accarezzava. Aveva visto un paio di amici di Matt accarezzare così i loro ferri, con l'unica differenza che loro non ci stvano troppo col cervello. Cercò di identificare quella sensazione, era un misto di ostilità e diffidenza. Immaginò la tigre scattare ad un suo ordine contro di loro con una rapidità ferina. Avevano poche possibilità di reagire abbastanza rapidamente ad un attacco del genere. Per mantenere la calma e non perdere la testa prima del tempo cercò di valutare la situazione. Quel tizio era uno sconosciuto nel chaos elementale, quindi nessuno di cui avrebbe dovuto fidarsi, eppure Prosper li aveva lasciati scorrazzare lì in mezzo liberamente, quindi non potevano esserci pericoli mortali. O almeno sembrava il genere di insegnante che ha a cuore la pellaccia dei suoi studenti. D'altro canto quella domanda non gli piaceva per niente. Non si era nemmeno presentato, eppure voleva sapere di Prosper. Col cazzo che gli avrebbe detto qualcosa.
    Ben detto, è così che si ragiona
    Quando il tizio pensò bene di rivolgersi di nuovo ad Ariel fingendo che lui non fosse a portata d'orecchio, l'autocontrollo di Nik si scontrò con la sua neonata e irascibile diffidenza. Nascose la mano che aveva ferito dietro i Jeans. Non aveva intenzione di dargli indizi riguardo le loro pratiche magiche.
    "Hey" sbraitò aggrottando le sopracciglia in un'espressione infastidita,"parla direttamente con me se vuoi dirmi qualcosa".
    Sollevò di più la mano in cui la fiammella di Ignis ardeva sospesa a pochi centimetri dal suo palmo. La luce gialla illuminò la zona circostante, gettando ombre traballanti tra i tronchi. L'ambiente sembrava decisamente più inquietante in quel modo e la sua vista crepuscolare ne era infastidita, ma preferiva che quel vecchiaccio sapesse che non aveva alcuna intenzione di abbassare la guardia solo perchè aveva usato qualche parolina cordiale. Senza considerare che un uomo lo avevano già attirato e da come aveva accennato a quella possibilità probabilmente non era una buona cosa.
    "Sfortunatamente nostra madre ci ha detto di non dare confidenza agli sconosciuti, quindi, se non ti dispiace, vorremmo proseguire senza troppe chiacchiere".
    Tirare fuori il nome dei Gowdie poteva essere un jolly da usare più avanti se le cose si fossero fatte più complicate. Osservò circospetto l'uomo aspettado una sua mossa ostile, prima di provare a fare un passo in avanti verso quella maledetta cascata di stelle.





    Skills utilizzate
    - Osserva lo sconosciuto
    Bonus pg
    Elemento principale: Fuoco
    Elementi Affini: Terra
    Spirito principale: Ignis (Ignis protegge un bersaglio che altrimenti sarebbe colpito dalle tue emissioni di fuoco)
    Spirito affine: Arkel (puoi attivare spendendo un'azione Vista crepuscolare: non risenti di malus sulla visibilità per condizioni di luce, vedi meglio al buio)
    La CD degli incantesimi della prima lezione del primo anno diminuisce di 2

    Skills sbloccate
    Manipolazione Semplice
    Requisiti: 18
    Il mago è in grado di muovere l'elemento a lui più affine. Questo tipo di manipolazione elementare consente di spostare minimamente:
    una manifestazione elementale in movimento [massimo 50cm]

    una manipolazione elementale statica [massimo 1m]
    Tale spostamento può avvenire in un'unica direzione, senza cambiare traiettoria. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [Fuoco + Terra].

    Appello Elementale (Arkel: Irrobustimento, Fossa)
    Requisiti: 20
    Durata: 1 Turno
    Il mago si appella al potere di un Cangiante precedentemente incontrato nel Caos Elementale per praticare l'Innesco. Non è necessario un patto. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [massimo 1+2]. Può essere usato solo a turni alterni, e la CD aumenterà progressivamente qualora si ricorresse troppe volte consecutive allo stesso spirito.

    Legame spiritico
    Requisiti: 22
    Durata: 3 turni
    L'utilizzatore accetta un patto con uno spirito elementale inferiore. Questo sarà legato all'utilizzatore fino allo scioglimento del patto che avviene dopo l'utilizzo delle sue abilità (a meno che non sia stato sbloccato Destino Comune). Fintanto che il legame è in corso, il mago potrà accedere agli incantesimi con requisito massimo di 26 del proprio elemento, pur se depotenziato. Una volta al di fuori del Caos Elementale, il mago potrà richiamare lo spirito per un nuovo patto. Può essere usato una volta ogni tre turni.

    Estinzione (aka "Piano coi bollori")
    Requisiti: 22
    L'utilizzatore è in grado di spegnere le fiamme. Ovviamente non è ancora un dio del fuoco, quindi saranno fiamme piccole.
    Ottimo per i dominatori più distratti.

    Fiato Ardente
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a mutare l'aria emessa dalla bocca in un getto di fuoco. La gittata non è granché, serve una distanza ravvicinata per colpire il bersaglio, ma è quasi impossibile sbagliare mira.

    Palla di Fuoco
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore accumula il fuoco generato dallo spirito, e lo scaglia come fosse un proiettile dalle mani, solo più grosso, appariscente, e... di fuoco. Non può controllarne la traiettoria una volta lanciato, il principio di base è che sia un colpo piuttosto rapido e con una precisa mira ad cazzum.
    Il termine "Palla" forse non è corretto. Più una "massa informe di fuoco", che già manipolare la forma è difficile, figurarsi per un dominatore del fuoco...ma era troppo lungo.[/color]

    Incenerire (aka "Tutto è polvere cenere")
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore riduce letteralmente in cenere il bersaglio. Ovviamente con "bersaglio" non si intende assolutamente un essere umano.
    Avete presente quelle bellissime liane prodotte dal dominatore di erba? OPS. Quali liane?

    Vampata
    Requisiti: 28
    L'utilizzatore emette una potente scarica di energia dal corpo, grazie all'Innesco tale emissione si traduce in un'esplosione di fuoco che colpisce tutti i bersagli nel raggio di un metro con danni di entità variabile a seconda della distanza.

    Piromania
    Requisiti: 28
    Lo spirito innesca una serie di piccole scintille, l'utilizzatore le usa per generare un vero rogo, difficile da controllare, ma molto molto scenico.
    Inconveniente: potrebbe essere un po' faticoso fare tutto quel fuoco, motivo per cui le fiamme si formano nell'area circostante il mago stesso... ottima per scaldare l'ambiente. ("Non trovi faccia un po' caldo qui?" cit.)

    Parete di fuoco
    Requisiti: 30
    Il mago crea un muro di fuoco. Ogni turno è necessaria un'azione di mantenimento perché riesca a contenere le fiamme.

    Frenesia Incendiaria
    Requisiti: 30L
    L'utilizzatore scaglia da 2 a 4 palle di fuoco in altrettanti punti diversi che fungono come focolai, generando piccoli incendi.
    ... fate uscire prima donne e bambini e chiamate i pompieri. ("Amore, il bambino va a fuoco" "Per te solo il meglio, cara" cit.)

    Estinzione Migliorata
    Requisiti: 22
    Il mago è in grado di spegnere fiamme di dimensioni medie.

    Lingue di fuoco
    Requisiti: 24
    Il mago è in grado di generare lingue di fuoco che si allungano verso l'avversario. Il fuoco è sotto il suo pieno controllo.

    Fiamma Divina
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di generare fiamme bianche (temperatura che si aggira intorno i 1200°C). Visto il costo in termini di energia non possono essere più grandi di un proiettile.

    Fruste Infuocate
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a creare una frusta composta dal suo elemento dell'estensione massima di 2,5m. Tale frusta seguirà i movimenti decisi dal mago in modo preciso, senza bisogno di competenza nell'uso di fruste.

    Conoscenza del creato [Livello 1]
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di sapere se il proprio elemento è in contatto con qualcosa entro 20m. La percezione è possibile solo con l'elemento a cui è più legato, più forte se in forma pura, quindi non ibridata e nello stato tipico. In tal modo è possibile "sentire" attraverso il proprio elemento, conoscere quindi la forma dell'oggetto (solo se fermo) o della persona, la sua temperatura, eventuali movimenti. Nella mente del mago apparirà come un'ombra. Questo tipo di percezione elementale risulta più difficile per i manipolatori di Fuoco, Fulmine e Aria. Mano a mano che il mago procede nello studio della magia elementale verrà potenziato questo incantesimo.
  2. .
    Okay. Ferma. Ferma. Non aveva mai detto che lei sarebbe stata la mente. "No, guarda mi hai frainteso". Occorreva trovare una scappatoia che non lo facesse sembrare uno scimmione senza cervello. "Quello che volevo dire era che io faccio il lavoro da uomo e tu quello da...", si stava addentrando in un terreno complicato "da meno uomo". Salvato in calcio d'angolo. Fiuu. Il sollievo scomparve immediatamente quando lo afferrò per il braccio per porterlo in direzione delle stelle cadenti. "Senti, micetta, ti porto a vedere tutte le stelle che vuoi, ma questa è una trappola, poco ma sicuro", si divincolò dalla presa sul suo braccio per indicare la strada davanti a loro. "E' troppo tranquillo da questa parte. Pensaci! è come con quei fiori carnivori che attirano gli insetti con il profumo e poi BAM li divorano, capisci? Ahhh e va bene, andiamo per di qua, ma quando qualcosa cercherà di divorarci ricorda che io te...".
    «Shh, Nik, c'è qualcuno di fronte a noi. Tipo a... più di venti metri direi.»
    Questa ragazza mi piace
    "Che?"
    Lanciò un'occhiata davanti a sè. Oltre a tronchi bianchi sempre più fitti non c'era molto altro. La penombra si faceva scura e densa qualche metro più avanti, la cascata di stelle era ancora troppo lontana per poter illuminare quello che avevano davanti. Non c'erano indiizi che potessero rivelare la presenza di qualcuno nelle vicinanze. Probabilmente se lo era immaginato, magari aveva visto un'ombra muoversi.
    "Come fai a saperlo?"
    «Ho usato un Sonar, non sono pazza.»
    Si, si, mi piace
    Arkel sta zitto e vieni qui a darmi una mano con il buio
    Portò la mano sinistra alla tasca posteriore dei jeans, lì dove teneva il pugnale a scatto che gli aveva regalato Persephone. Si tagliò le nocche della mano destra. Linee perlacee tracciavano sulla pelle ferite simili, segni intricati che s'incrociavano e a tratti si sovrapponevano. Forse era una precauzione inutile, non potevano essere certi che fosse un nemico. Prosper in fin dei conti aveva detto che erano invitati anche altri maghi a quell'evento, anche se non aveva afferrato di che evento si trattasse. Qualcosa con piani dimensionali che si sovrappongono. Aveva immaginato qualcosa di simile a placche tettoniche che sbattono una contro l'altra, si era aspettato terremoti e devastazioni. Tutta quella tranquillità invece era quasi fuori contesto. Forse aveva galoppato troppo con la fantasia, o magari semplicemente non era più abituato a semplici lezioni in cui non succede niente di terribile per più di cinque minuti di fila. In ogni caso era meglio partire avvantaggiati e non essere colti di sorpresa. Ripose il coltello in tasca per avere la mano sinistra libera. Era pur sempre lezione di magia elementale e non vedeva l'ora di dare fuoco a qualcosa.
    Hey Ignis, sei pronta?
    ... ho paura
    Non aver paura, qualsiasi cosa sia se prova a farci del male lo arrostisco per bene
    ... però non bruciarlo troppo
    No, certo che no, sarà una bruciatura proporzionale alle sue intenzioni e farò attenzione agli alberi
    Grazie, Nik, sei molto dolce
    Potrei vomitare
    Non lo ascoltare Ignis, senti dì un po', non è che potresti usare innesco per generare una fiammella nella mano sinistra?
    Immagina me che emergo dagli alberi con il fuoco in una mano e artigli di sangue nell'altra, sarebbe un ingresso da paura

    Non lo so, posso provarci
    Okay prova, però non mi ustionare il palmo, che mi serve
    Intanto rallentò per avanzare allerta, rimanendo però un passo più avanti rispetto ad Ariel, pronto a scattare a qualsiasi segnale di pericolo. Osservò l'ambiente davanti a sè, sperando che la vista crepuscolare di Arkel lo aiutasse ad individuare chiunque si trovasse lì vicino.





    Skills utilizzate
    - attiva legame spiritico con arkel
    - usa vista crepuscolare di arkel
    - taglio superficiale delle nocche della mano destra
    - avanza lentamente
    - osserva l'ambiente davanti a sè
    Ignis
    - innesco

    Bonus pg
    Elemento principale: Fuoco
    Elementi Affini: Terra
    Spirito principale: Ignis (Ignis protegge un bersaglio che altrimenti sarebbe colpito dalle tue emissioni di fuoco)
    Spirito affine: Arkel (puoi attivare spendendo un'azione Vista crepuscolare: non risenti di malus sulla visibilità per condizioni di luce, vedi meglio al buio)
    La CD degli incantesimi della prima lezione del primo anno diminuisce di 2

    Skills sbloccate
    Manipolazione Semplice
    Requisiti: 18
    Il mago è in grado di muovere l'elemento a lui più affine. Questo tipo di manipolazione elementare consente di spostare minimamente:
    una manifestazione elementale in movimento [massimo 50cm]

    una manipolazione elementale statica [massimo 1m]
    Tale spostamento può avvenire in un'unica direzione, senza cambiare traiettoria. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [Fuoco + Terra].

    Appello Elementale (Arkel: Irrobustimento, Fossa)
    Requisiti: 20
    Durata: 1 Turno
    Il mago si appella al potere di un Cangiante precedentemente incontrato nel Caos Elementale per praticare l'Innesco. Non è necessario un patto. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [massimo 1+2]. Può essere usato solo a turni alterni, e la CD aumenterà progressivamente qualora si ricorresse troppe volte consecutive allo stesso spirito.

    Legame spiritico
    Requisiti: 22
    Durata: 3 turni
    L'utilizzatore accetta un patto con uno spirito elementale inferiore. Questo sarà legato all'utilizzatore fino allo scioglimento del patto che avviene dopo l'utilizzo delle sue abilità (a meno che non sia stato sbloccato Destino Comune). Fintanto che il legame è in corso, il mago potrà accedere agli incantesimi con requisito massimo di 26 del proprio elemento, pur se depotenziato. Una volta al di fuori del Caos Elementale, il mago potrà richiamare lo spirito per un nuovo patto. Può essere usato una volta ogni tre turni.

    Estinzione (aka "Piano coi bollori")
    Requisiti: 22
    L'utilizzatore è in grado di spegnere le fiamme. Ovviamente non è ancora un dio del fuoco, quindi saranno fiamme piccole.
    Ottimo per i dominatori più distratti.

    Fiato Ardente
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a mutare l'aria emessa dalla bocca in un getto di fuoco. La gittata non è granché, serve una distanza ravvicinata per colpire il bersaglio, ma è quasi impossibile sbagliare mira.

    Palla di Fuoco
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore accumula il fuoco generato dallo spirito, e lo scaglia come fosse un proiettile dalle mani, solo più grosso, appariscente, e... di fuoco. Non può controllarne la traiettoria una volta lanciato, il principio di base è che sia un colpo piuttosto rapido e con una precisa mira ad cazzum.
    Il termine "Palla" forse non è corretto. Più una "massa informe di fuoco", che già manipolare la forma è difficile, figurarsi per un dominatore del fuoco...ma era troppo lungo.[/color]

    Incenerire (aka "Tutto è polvere cenere")
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore riduce letteralmente in cenere il bersaglio. Ovviamente con "bersaglio" non si intende assolutamente un essere umano.
    Avete presente quelle bellissime liane prodotte dal dominatore di erba? OPS. Quali liane?

    Vampata
    Requisiti: 28
    L'utilizzatore emette una potente scarica di energia dal corpo, grazie all'Innesco tale emissione si traduce in un'esplosione di fuoco che colpisce tutti i bersagli nel raggio di un metro con danni di entità variabile a seconda della distanza.

    Piromania
    Requisiti: 28
    Lo spirito innesca una serie di piccole scintille, l'utilizzatore le usa per generare un vero rogo, difficile da controllare, ma molto molto scenico.
    Inconveniente: potrebbe essere un po' faticoso fare tutto quel fuoco, motivo per cui le fiamme si formano nell'area circostante il mago stesso... ottima per scaldare l'ambiente. ("Non trovi faccia un po' caldo qui?" cit.)

    Parete di fuoco
    Requisiti: 30
    Il mago crea un muro di fuoco. Ogni turno è necessaria un'azione di mantenimento perché riesca a contenere le fiamme.

    Frenesia Incendiaria
    Requisiti: 30L
    L'utilizzatore scaglia da 2 a 4 palle di fuoco in altrettanti punti diversi che fungono come focolai, generando piccoli incendi.
    ... fate uscire prima donne e bambini e chiamate i pompieri. ("Amore, il bambino va a fuoco" "Per te solo il meglio, cara" cit.)

    Estinzione Migliorata
    Requisiti: 22
    Il mago è in grado di spegnere fiamme di dimensioni medie.

    Lingue di fuoco
    Requisiti: 24
    Il mago è in grado di generare lingue di fuoco che si allungano verso l'avversario. Il fuoco è sotto il suo pieno controllo.

    Fiamma Divina
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di generare fiamme bianche (temperatura che si aggira intorno i 1200°C). Visto il costo in termini di energia non possono essere più grandi di un proiettile.

    Fruste Infuocate
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a creare una frusta composta dal suo elemento dell'estensione massima di 2,5m. Tale frusta seguirà i movimenti decisi dal mago in modo preciso, senza bisogno di competenza nell'uso di fruste.

    Conoscenza del creato [Livello 1]
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di sapere se il proprio elemento è in contatto con qualcosa entro 20m. La percezione è possibile solo con l'elemento a cui è più legato, più forte se in forma pura, quindi non ibridata e nello stato tipico. In tal modo è possibile "sentire" attraverso il proprio elemento, conoscere quindi la forma dell'oggetto (solo se fermo) o della persona, la sua temperatura, eventuali movimenti. Nella mente del mago apparirà come un'ombra. Questo tipo di percezione elementale risulta più difficile per i manipolatori di Fuoco, Fulmine e Aria. Mano a mano che il mago procede nello studio della magia elementale verrà potenziato questo incantesimo.
  3. .
    Quando Prosper si era presentato a lezione Nik era ormai a metà strada tra un bagno di sudore e un attacco di cuore. Correva da una buona ora e mezza per cercare di non farsi ammazzare dalle ombre, o alternativamente dai suoi amorevoli compagni di corso. Aveva il fiatone e la maglietta gli si era appiccicata sulla schiena, intrisa di sudore e paura. Insomma, niente di nuovo, una lezione come tante altre. Il che rese l'arrivo di Prosper ancora più inaspettato, oltre che imbarazzante. L'ultima volta che lo aveva visto era nella sua fase "sbornia triste". Fortunatamente ricordava ben poco di quello che si erano detti, invece ricordava bene il fatto che ad un certo punto si era rannicchiato come un idiota sul letto e lo aveva cacciato via. Da lì probabilmente era partita una sua tipica sessione di autocompianto. Nemmeno di quella ricordava granchè, ma non doveva essere stata poi tanto diversa dalle altre. Per questo aveva cercato di nascondersi dietro Thomas per buona parte del tempo, poi Prosper così come era arrivato sparì e la lezione era ripresa. Certo l'idea di poter recuperare le sue lacune di magia elementale non era male, in più se aveva capito bene - e succedeva davvero raramente, quindi non poteva contarci - Prosper non si sarebbe visto per tutto il tempo, quindi c'erano buone possibilità di evitare ulteriori umiliazioni con suo zio.
    Mentre lui e Ariel si avviavano in direzione della foresta ripensò alla figura da idiota che aveva fatto sul retro del felix. Il suo problema principale era l'applicazione della magia elementale. Gli mancava lo spirito meschino di un mago nero, o almeno quello strategico di ogni mago con un po' di cervello. Sapeva giusto dare fuoco alle cose, accendere le sigarette e.... basta.
    Dai non è vero, sei molto più di questo
    Non crederle è una di quelle buoniste che direbbe di tutto per tirarti su il morale, io dico che ci sono altissime possibilità che ti farai ammazzare
    D'un tratto l'idea di attivare destino comune e richiamare i suoi spiriti non gli sembrò più tanto geniale. Ovviamente era stata Ariel a suggerirlo e per non sembrare uno sprovveduto se n'era uscito con un "Certo, certo, ci stavo pensando giusto adesso". Non poteva rimangiarsi tutto e cacciarli via.
    Grazie tante Arkel
    Di niente amico sono qui per questo
    Nik scosse la testa esasperato.
    E vuoi un altro consiglio? Segui la mora. Si, lei sembra una tipa tosta, insomma una con il cervello, dille di fare squadra
    Fare squadra? Ma se me la so cavare benissimo anche da solo!
    Certo, boy scout, come no
    Beh.. non ha poi tutti i torti, anche a me sembra simpatica
    Non ho mica detto che è simpatica, se avessi voluto farle un complimento avrei detto che ha un bel paio di
    Zitto Arkel, ci manca solo che... oh dannazione, lascia perdere
    Oh oh oh il soldatino si è svegliato
    Un soldato? Dove?
    Niente Ignis, dice cose senza senso, lascialo perdere, piuttosto sei pronta ad incendiare un po' di cose? Questa foresta non sarà più la stessa dopo il nostro passaggio
    Ma io non voglio incendiare la foresta....
    Per tutti gli elementi, ma con che razza di spirito del fuoco hai stretto il patto, si può sapere? Non vuole incendiare la foresta, roba da matti. Come se io un bel giorno mi svegliassi e non volessi più scavare gallerie, assurdo. Ed è anche il tuo spirito principale, complimenti genio, si vede proprio che hai occhio per gli affari. Se vuoi fare qualcosa di intelligente ascolta me e alleati con la ragazza
    Nik si portò una mano sulla faccia per scacciare il profondo senso di frustrazione. Arkel continuava a sproloquiare come un matto e sapeva che in quel modo Ignis finiva per inibirsi e far uscire fuori incantesimi che asomigliavano più a puzzette di drago che incendi devastanti.
    Va bene, va bene, se stai zitto parlo con Ariel, ma non una sola parola in più su Ignis altrimenti giuro che ti rispedisco al Chaos elementale e addio esplorazioni per le gallerie sotterranee del Manor
    Silenzio. Le minacce con Arkel funzionavano sempre. Ora rimaneva solo attaccare bottone con Ariel senza sembrare un vigliacco che cede il comando a qualcun altro e si conserva il ruolo di piromane.
    "Alllooora" cominciò incrociando le dita alla base della nuca. "Tu te la cavi bene con la strategia, giusto? Insomma so che non hai mai fatto elementale, ma sembri una che se la sa cavare, che ne dici di fare squadra? Sai tanto per cambiare e non doverci ammazzare a vicenda come al solito". Seguì un imbarazzante risatina ironica, che si spense presto nel silenzio.
    "Ho una certa esperienza e le lezioni di Prosper di solito sono tutta strategia, missioni, cacce al tesoro, insomma cose di questo genere, potremmo lavorare insieme, del tipo che io brucio cose e tu... beh tu fai il resto. Che te ne pare? E' un ottimo affare, sarò come il tuo braccio destro".
    Intanto la foresta davanti a loro si distinse in due spettacoli differenti. Da un lato c'era nebbia fitta, alberi tetri e spogli con rami simili a dita nodose e cortecce con strane ombreggiature. Dall'altro invece un bosco chiaro di betulle e in lontananza una cascata di stelle.
    "Ecco che si comincia, che ti avevo detto? Questo è il primo passo di chissà quale labirinto. Io dico di andare verso la nebbia, perchè sai come si dice: non tutto ciò che è oro luccica, o forse non era così.... no, no decisamente non era così, forse era non tutto ciò che luccica è oro... si... forse è così... va beh chi se ne frega... capisci cosa intendo? Ariel?"
    Quando lanciò un'occhiata ad Ariel la vide camminare dritta in direzione delle stelle cadenti. Tipico. E lei doveva essere la mente del gruppo?
    "Che fai? Non vuoi dare nemmeno una possibilità alla nebbia tetra e cupa?"
    La raggiunse con uno scatto afferrandola per le spalle e voltandola in direzione della nebbia.
    Non dirmi che una come te ha paura....", le sussurrò in un orecchio con voce bassisissima così da essere quanto più spettrale possibile. Non aiutava la sua causa, certo, ma aver scoperto una sua debolezza lo divertiva da matti. La tosta Ariel non era poi così tosta.





    Skills utilizzate
    - Destino comune per chiamare Ignis e Arkel
    Bonus pg
    Elemento principale: Fuoco
    Elementi Affini: Terra
    Spirito principale: Ignis (Ignis protegge un bersaglio che altrimenti sarebbe colpito dalle tue emissioni di fuoco)
    Spirito affine: Arkel (puoi attivare spendendo un'azione Vista crepuscolare: non risenti di malus sulla visibilità per condizioni di luce, vedi meglio al buio)
    La CD degli incantesimi della prima lezione del primo anno diminuisce di 2

    Skills sbloccate
    Manipolazione Semplice
    Requisiti: 18
    Il mago è in grado di muovere l'elemento a lui più affine. Questo tipo di manipolazione elementare consente di spostare minimamente:
    una manifestazione elementale in movimento [massimo 50cm]

    una manipolazione elementale statica [massimo 1m]
    Tale spostamento può avvenire in un'unica direzione, senza cambiare traiettoria. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [Fuoco + Terra].

    Appello Elementale (Arkel: Irrobustimento, Fossa)
    Requisiti: 20
    Durata: 1 Turno
    Il mago si appella al potere di un Cangiante precedentemente incontrato nel Caos Elementale per praticare l'Innesco. Non è necessario un patto. La CD sarà inferiore per gli elementi a cui il mago è affine [massimo 1+2]. Può essere usato solo a turni alterni, e la CD aumenterà progressivamente qualora si ricorresse troppe volte consecutive allo stesso spirito.

    Legame spiritico
    Requisiti: 22
    Durata: 3 turni
    L'utilizzatore accetta un patto con uno spirito elementale inferiore. Questo sarà legato all'utilizzatore fino allo scioglimento del patto che avviene dopo l'utilizzo delle sue abilità (a meno che non sia stato sbloccato Destino Comune). Fintanto che il legame è in corso, il mago potrà accedere agli incantesimi con requisito massimo di 26 del proprio elemento, pur se depotenziato. Una volta al di fuori del Caos Elementale, il mago potrà richiamare lo spirito per un nuovo patto. Può essere usato una volta ogni tre turni.

    Estinzione (aka "Piano coi bollori")
    Requisiti: 22
    L'utilizzatore è in grado di spegnere le fiamme. Ovviamente non è ancora un dio del fuoco, quindi saranno fiamme piccole.
    Ottimo per i dominatori più distratti.

    Fiato Ardente
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a mutare l'aria emessa dalla bocca in un getto di fuoco. La gittata non è granché, serve una distanza ravvicinata per colpire il bersaglio, ma è quasi impossibile sbagliare mira.

    Palla di Fuoco
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore accumula il fuoco generato dallo spirito, e lo scaglia come fosse un proiettile dalle mani, solo più grosso, appariscente, e... di fuoco. Non può controllarne la traiettoria una volta lanciato, il principio di base è che sia un colpo piuttosto rapido e con una precisa mira ad cazzum.
    Il termine "Palla" forse non è corretto. Più una "massa informe di fuoco", che già manipolare la forma è difficile, figurarsi per un dominatore del fuoco...ma era troppo lungo.[/color]

    Incenerire (aka "Tutto è polvere cenere")
    Requisiti: 26
    L'utilizzatore riduce letteralmente in cenere il bersaglio. Ovviamente con "bersaglio" non si intende assolutamente un essere umano.
    Avete presente quelle bellissime liane prodotte dal dominatore di erba? OPS. Quali liane?

    Vampata
    Requisiti: 28
    L'utilizzatore emette una potente scarica di energia dal corpo, grazie all'Innesco tale emissione si traduce in un'esplosione di fuoco che colpisce tutti i bersagli nel raggio di un metro con danni di entità variabile a seconda della distanza.

    Piromania
    Requisiti: 28
    Lo spirito innesca una serie di piccole scintille, l'utilizzatore le usa per generare un vero rogo, difficile da controllare, ma molto molto scenico.
    Inconveniente: potrebbe essere un po' faticoso fare tutto quel fuoco, motivo per cui le fiamme si formano nell'area circostante il mago stesso... ottima per scaldare l'ambiente. ("Non trovi faccia un po' caldo qui?" cit.)

    Parete di fuoco
    Requisiti: 30
    Il mago crea un muro di fuoco. Ogni turno è necessaria un'azione di mantenimento perché riesca a contenere le fiamme.

    Frenesia Incendiaria
    Requisiti: 30L
    L'utilizzatore scaglia da 2 a 4 palle di fuoco in altrettanti punti diversi che fungono come focolai, generando piccoli incendi.
    ... fate uscire prima donne e bambini e chiamate i pompieri. ("Amore, il bambino va a fuoco" "Per te solo il meglio, cara" cit.)

    Estinzione Migliorata
    Requisiti: 22
    Il mago è in grado di spegnere fiamme di dimensioni medie.

    Lingue di fuoco
    Requisiti: 24
    Il mago è in grado di generare lingue di fuoco che si allungano verso l'avversario. Il fuoco è sotto il suo pieno controllo.

    Fiamma Divina
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di generare fiamme bianche (temperatura che si aggira intorno i 1200°C). Visto il costo in termini di energia non possono essere più grandi di un proiettile.

    Fruste Infuocate
    Requisiti: 26
    Il mago riesce a creare una frusta composta dal suo elemento dell'estensione massima di 2,5m. Tale frusta seguirà i movimenti decisi dal mago in modo preciso, senza bisogno di competenza nell'uso di fruste.

    Conoscenza del creato [Livello 1]
    Requisiti: 28
    Il mago è in grado di sapere se il proprio elemento è in contatto con qualcosa entro 20m. La percezione è possibile solo con l'elemento a cui è più legato, più forte se in forma pura, quindi non ibridata e nello stato tipico. In tal modo è possibile "sentire" attraverso il proprio elemento, conoscere quindi la forma dell'oggetto (solo se fermo) o della persona, la sua temperatura, eventuali movimenti. Nella mente del mago apparirà come un'ombra. Questo tipo di percezione elementale risulta più difficile per i manipolatori di Fuoco, Fulmine e Aria. Mano a mano che il mago procede nello studio della magia elementale verrà potenziato questo incantesimo.
  4. .
    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    S
    apeva che era pericoloso, così come sapeva che a Caspar le sorprese non erano mai piaciute. Nel suo mondo perfetto le persone avevano la buona abitudine di fare ciò che gli diceva di fare e a lui aveva espressamente proibito di farsi vedere. Il motivo ovviamente era Greed. Sempre lui. Il loro mostro sotto il letto. Non lo si vedeva mai, eppure era sempre lì presente. Lo era stato nei suoi pensieri negli ultimi anni e ora aveva trovato il suo bel cantuccio al centro del loro rapporto, quasi ne fosse il cardine intorno cui avrebbero dovuto muovere le loro vite. Un ruolo che era certo si fosse meritato scavando per bene nel cervello di Caspar. "Rosen è sotto terra". Aveva sentito quella frase milioni di volte nella propria mente, animata dai ricordi e più spesso ancora dagli incubi. Se a lui era bastato quello per essere ossessionato da Greed, poteva solo immaginare cosa significasse averlo costantemente sotto gli occhi e a portata di orecchio. Quel mostro era come un tarlo, un parassita capace di divorare coscienza e spazi personali, fino a rendere la propria presenza tanto ingombrante da schiaccare la personalità della sua vittima. Lo trovava molto simile a Tharizdun. Il dio incatenato doveva essere molto fiero di lui. Quell'uomo - se ancora poteva meritare quella definizione - lo faceva rabbrividire. Per cinque lunghi anni non doveva aver fatto altro che tormentare Caspar minuziosamente, giorno dopo giorno, per renderlo l'uomo dall'espressione torva che gli aveva aperto la porta. Vedere quell'ombra grigia nei suoi occhi era stato doloroso come un pugno nello stomaco. Si fece trascinare dentro ammutolito. Quando fu nell'ingresso dello studio lo travolse la consapevolezza insopportabile che Greed sicuramente fosse stato lì. Si lanciò un'occhiata intorno mentre Caspar si affrettava a chiudere la catenella come se bastasse quello per tenere il suo peggiore incubo fuori dalla porta. L'arredamento sobrio e minimalista ebbe il potere di addolcire lo sguardo di Daniel. I divanetti, il secreter in ordine, il tavolino di vetro ìcompletamente sgombro e la finestra. La luce bianca filtrava pallidamente attraverso le tende bianche. E poi sottile, morbido come un nastro di seta, nascosto sotto il profumo del legno e della c'era il suo odore. Ricordava quello di montagna, quando la neve si imperla sugli agli di pino e si avvinghia al cortice di rami umidi. Dava la stessa sensazione di forza, pacata eppure immensa, nascosta da una superficie nodosa e, in un modo antico e imponente, imperturbabile. Daniel si voltò a guardarlo non appena lo sentì allontanarsi dalla porta. Nei suoi occhi c'era annidato qualcosa di spigoloso, duro da mandare giù, come un nodo alla gola tanto stretto da essere doloroso. Non avrebbe saputo identificarlo, ma le sopracciglia folte come nididi di rondine calate fin sopra gli occhi e la fronte aggrottata in linee aspre ebbe l'impatto di un muro di pietra. Non era per niente felice di vederlo. Forse persino arrabbiato. Lo capiva dal timore che percepì d'un tratto dentro di sè. Non gli piaceva quella sensazione, non gli piaceva non poter sapere ciò che provava Caspar e ancora più di questo non gli piaceva l'idea che fosse arrabbiato. Le parole che seguirono fugarono ogni dubbio. Tuttavia era intenzionato a non schiodarsi da lì per l'ora successiva. Riservò a Caspar una delle sue occhiate più sbalordite sollevando le sopracciglia a formare un angolo sconcertato. "E' così che saluta i suoi pazienti, dottor Cunningham? Molto pittoresco. Mi chiedo che genere di risposte riceva, dev'essere un bel compendio di insulti". Il suo sguardo a quel punto si sciolse in uno scintillio divertito, illuminato da un sorriso che si costrinse a tenere serrato in una linea sottile, solo vagamente obliqua. Sapeva che Caspar avrebbe avuto da ridire e che ben presto si sarebbe espresso nei mille e un motivi per cui la sua fosse stata una pessima idea. Si prodigò così di non dargli il tempo di aprire bocca strappandogli la parola facendo un passo avanti. "Oggi però è il suo giorno fortunato, dottore, perchè si da il caso che io sia un uomo piuttosto cordiale, con un ottimo senso dello humor, mio padre in effetti era inglese. Irlandese per la precisione. Sono certo che facesse di cognome McLean, ma questa è una delle tante cose di cui sono venuto a parlare con lei". Preso dall'interpretazione dell'amabile signor Cooper si affrettò ad allungare una mano per stringere quella del suo futuro psichiatra. "Come già detto mi chiamo David Cooper, insegnante di Letteratura Inglese all'Università di New York, sono molto onorato di conoscerla finalmente di persona". Mentre ancora sorrideva compiaciuto della sua interpretazione e sbatacchiava qui e lì la mano di Caspar si perse in quel contatto. Forse era una cosa sciocca, ma nel momento in cui le dita erano scivolate nel suo palmo ruvido aveva sentito il cuore sfarfallare. Era tornato il ragazzino del giorno della laurea, quando gli aveva stretto la mano di fronte ad Edward e ai suoi genitori. Allora aveva il palmo sudato e le dita gelide, quasi tremanti. La pelle in quel momento prese a bruciare allo stesso modo a contatto con la sua. Per qualche ragione la mano di Caspar era fredda, anche se sospettava fosse lui ad essere bollente. Il sole di quel giorno gli avvampava nel sangue come lava, si sentiva energico e allegro, nonostante la paura che lo cacciasse via. Mandarlo via era una scelta ragionevole, ovviamente, era la cosa migliore da fare, assolutamente. Eppure voleva rimanere. Avrebbe dato il sole e la luna e tutte le stelle e qualsiasi cosa avesse mai posseduto per poter rimanere lì in quel momento e stare con lui anche solo per una brevissima, meravigliosa, piccolissima ora. Il movimento della sua mano era involontariamente rallentato fino a fermarsi del tutto, ma Daniel non lasciò la presa. Ancora un altro istante, solo uno. Poi le dita scivolarono di nuovo via, lentamente, come una carezza. Sentì la sua pelle sotto i polpastrelli, le curve naturali della sua carne e i rilevi duri sul suo palmo. Lasciò che il braccio ricadesse lungo il fianco. Lo guardò ancora per un po'. Chissà se si sentiva addosso i suoi quarant'anni. Sembrava invecchiato. Però come invecchierebbe un buon cognac. In verità non era un amante del genere, ma immaginava il distillato farsi con gli anni di un colore ambrato più denso, pieno di sfumature chiaroscure. Supponeva che assorbisse il sapore legnoso delle botti di quercia e quello dolce amaro dell'uva. Involontariamente gli sorrise dolcemente. La fronte si era fatta più affollata di linee sottili. Anche quell'espressione torva in un modo inspiegabile lo rendeva bello. Bello come una foresta antica, che di anno in anno si fa sempre più fitta e scura, eppure proprio per questo più maestosa e affascinante. Sorrise di se stesso e quel sorriso gli sfuggì quasi come un sospiro. "Allora... qual è il passo successivo?", mentre parlava si rese conto che la voce allegra si era fatta più morbida e l'intonazione distaccata più calda. Alla fine prese un profondo respiro, supplicandolo con gli occhi di non mandarlo via.
    Daniel Callaway

    «
    Ogni uomo è
    colpevole
    di tutto il bene
    che non ha fatto

    © .isabella.

  5. .
    provo un po' il pv di brant vediamo se mi piace


    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Aveva fascino. Era innegabile. Il fascino della vipera che sta per attaccare, la bellezza dell'attimo prima del dolore. Aveva negli occhi lo stesso scintillio micidiale. La stessa identica domanda. Farà male? In quell'istante la risposta era no. Non farà male. Sarò più forte. In quel breve lasso di tempo poteva sentirsi di nuovo padrone di se stesso. Il buco lasciato vuoto al centro del petto si era riempito di orgoglio e una buona dose di presunzione. Sostenne testardamente il suo sguardo. La osservò levarsi la giacca, ignorò gli spingoli delle spalle che seguendo i suoi movimenti si incuneavano sotto la pelle rosa, perfetta. Sapeva che il ruolo di adescatrice la divertisse, per lei non doveva essere più di un gioco, creato appositamente per intrattenerla. Nik sapeva anche di aver già abboccato all'amo, ma non aveva alcuna intenzione di divincolarsi. Aveva rinunciato a quella possibilità nel momento esatto in cui aveva accettato la sfida. A spingerlo a sostenere il suo sguardo fu piuttosto il desiderio bruciante di voler tirare la corda, tenderla il più possibile, fino al limite. Non per vederla spezzarsi, nè tantomeno per dimostrarle qualcosa. Solamente per il piacere di sentirsi in quel modo. Solamente per il piacere di essere sull'orlo del burrone e guardare di sotto. Quando gli afferrò il colletto della maglietta un brivido lo fulminò paralizzandogli sulla faccia il suo sorriso sghembo. Era semplicemente un modo per stuzzicarla, dirle che nonostante tutti i suoi sforzi non lo spaventava, anzi lo divertiva. Qualcosa dentro di lui invece cominciò ad agitarsi. Qualcosa di profondo e spaventoso. Non voleva guardarlo, eppure lo sentiva muoversi nel suo stomaco, sotto la superficie. Rispondeva alle parole di Morrigan, alla sua velata minaccia, che in sè nascondeva qualcosa di più. Il sospetto che aveva da mesi che tutto quel dolore non se ne sarebbe andato davvero. Non importava quanto whiskey annacquato mandasse giù per annegarlo. Sarebbe rimasto avvinghiato sul fondo della sua anima. Le scarpe di cemento che lo avrebbero spinto sempre più affondo. La guardò inclinando appena la testa, senza accennare a fare quel centimetro in più che sarebbe bastato per baciarla. Semplicemente abbassò lo sguardo sulle sue labbra per poi tornare sui suoi occhi. Quando mollò la presa per vuotare il suo secondo bicchiere, Nik si allontanò lentamente. Si portò una mano alla tasca posteriore dei Jeans. Si sentiva stranamente euforico. Sfilò il pacchetto morbido che picchiò sul fondo. "Il limite di ogni dolore, mia dolce Morrigan, è un dolore più grande". Strinse tra le labbra la sigaretta. Il sapore di tabacco e catrame riarse sulla lingua quando l'accese. Espirò la prima boccata lasciando cadere il pacchetto sul tavolino. Le fece cenno di servirsi se avesse voluto. "E il dolore dell'anima, quello profondo, che non si vede, è più grande della sofferenza del corpo. Ora tu mi dirai: Che centra? E invece centra eccome o Sei per caso diventato un monaco? No, non ancora, ma dammi tempo" annuì più a se stesso che alla ragazza. Allungò il braccio sulla superficie di legno del tavolo per sfiorare con le dita la base del cicchetto di whiskey destinato a lui. I fianchi curvi erano tagliati in facce spigolose che si ripetevano una dopo l'altra. "Tu pensi che soffrire sia come scavare, o distruggere qualcuno, io penso che sia come annegare. Il tuo corpo respira, vive, ma dentro stai morendo. Più è grande il dolore più velocemente muori, non perdi ossigeno, perdi amore. L'amore per le persone, per la tua famiglia, per quella persona e poi, alla fine, anche per te stesso ed è in quel momento che muori. Eppure - e questa è la cosa che odio di più - il tuo corpo vive ancora, si muove, parla, dorme, mangia. Tutto come prima. Così nessuno se ne accorge che sei morto. Ma nel frattempo non hai più sogni, desideri, aspettative, non sei più felice, nè triste, solo forse arrabbiato". Gli sfuggì un sorriso come fosse un sospiro. Rigirò il bicchiere tra le dita, senza sollevarlo. La luce gialla si riflesse sulle facce di vetro facendo brillare il whiskey all'interno. Prese una seconda boccata di fumo sollevando gli occhi su Morrigan. "Non fraintendermi" aggiunse arricciando appena il naso, rughette sottili si disegnarono tra le sopracciglia per poi sparire poco dopo. "Lo so anche io che quella dei sogni è una balla colossale. Lo sapevo. L’ho sempre saputo. Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all’improvviso qualcuno o qualcosa spazza via tutto. Allora a che serve? Ci sono cascato in passato, è vero. Ardan lo aveva capito prima di me, ma io non gli ho creduto. E poi un bel giorno puff" sollevò la mano con cui stringeva la sigaretta fingendo una piccola esplosione. "Tutto scomparso. E quel giorno ho iniziato a morire, prima velocemente, era un dolore insopportabile, poi sempre più lentamente, un'agonia ovattata, di quelle che ti fanno perdere la cognizione del tempo, così sono trascorsi giorni, poi i giorni sono diventati mesi. E alla fine, un bel giorno, mi sono reso conto di essere morto. Non è successo proprio all'improvviso, ma ho iniziato a sentire sempre di meno il dolore fisico perchè era come appannato da quello che avevo dentro, finchè non ho smesso di sentirmi e basta, ora sono più che altro come uno zombie, bello e affascinante, sia chiaro, ma pur sempre qualcosa di simile ad uno spettro fluttuante, però con un mucchio di carne e di ossa, qualche litro di sangue e tutto il resto". Avvicinò finalmente il bicchierino a sè, la nause aveva preso a stritolargli lo stomaco. Ritornare su quei pensieri lo faceva sempre sentire uno schifo. Sospirò guardando il whiskey, consapevole del fatto che non avrebbe cambiato le cose. I tagli sulle braccia per gli incantesimi di sangue gli sembrarono bruciare di colpo tutti insieme per richiamare la sua attenzione, eppure non vi badò nemmeno un istante. "Per questo ti dico che puoi tirare fuori tutti i giochetti da dominatrice che vuoi, usare i tuoi laser se ti fa piacere, ma tutto sommato non farai altro che infierire su un morto. Però se hai bisogno di una prova io sono qui in trepidante attesa" le rivolse il migliore dei suoi sorrisi beffardi sollevando il bicchiere in segno di brindisi. Dopo avergli dato fondo si asciugò la bocca con il dorso della mano e capovolse il cicchetto sulla superficie del tavolo.

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    Edited by Joy. - 12/9/2017, 23:50
  6. .

    «Then someone will say what is lost can never be saved
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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Quanta merda si doveva spalare per arrivare tanto in basso da avere uno yacht? Parecchia, probabilmente più di qunata ne avrebbe mai voluta vedere lui. Non che fosse uno di quei santarellini che se ne andassero in giro a giudicare i panni sporchi degli altri, ma persino lui una morale - anche se traballante - ce l'aveva. "Devi conoscere proprio bella gente, hm?" gli lanciò un'occhiata scettica, prima di affogare quell'inusuale uscita da moralista nel suo boccale di birra. Forse se fosse stato un giorno un po' meno deprimente gli avrebbe rifilato la versione simpatica di se stesso, quella a cui piace attaccare bottone con uno sconosciuto. Solo che quel giorno proprio non gli andava giù fingere. In più qualcosa in quel tipo gli diceva che poteva semplicemente essere se stesso senza doversi impegnare a sembrare migliore. Forse se avesse avuto un briciolo di autostima in più, o magari anche solo un pizzico di voglia di vivere quella situazione lo avrebbe divertito. Quando il fondo del boccale incrontrò di nuovo la sueprficie di legno del tavolino gli occhi di Nik caddero sul viso dell'uomo. Per la prima volta non lo osservava, attratto piuttosto da qualcosa più in basso. Fu in quel momento che notò la fede. "Oh...", fu quasi un sibilo, poco più di un sospiro. Era sposato. Magari si trattava di uno di quei pervertiti che sposano una donna per adempiere ai loro doveri sociali e poi il venerdì sera dicono di fare tardi in ufficio e invece se la spassano con il vero oggetto del loro interesse. Il periodo in cui lavorava a Jacksonville aveva avuto un paio di clienti del genere. Niente di cui era andato troppo fiero, ma come già detto non era uno che giudicava. Era già pronto per alzare le mani e dire che non era interessato, insomma chiudere quella storia sul nascere. Qunado lo sconosciuto prese di nuovo parola. Quattro chiacchiere non sono un bel passatempo. Decisamente no se pensi di spostare la serata altrove. "Beh ecco senti io non...", non era proprio facile dire di no in quelle circostanze, sopratutto considerando il fatto che non faceva sesso da mesi e il tipo non era poi cosi male, quando se ne uscì con l'idea di volergli fare una domanda, Nik già immaginava cosa avrebbe detto. "...okay" azzardò giusto per essere gentile. Ciò che chiese non era esattamente ciò che si aspettava. Lo osservò abbassando un sopracciglio. La risposta poteva peggiorare la situazione, era il caso di chiarire un paio di cose. Si grattò la nuca cercando di decidere cosa fosse il caso di dire e cosa no. "Credo... credo che tu mi abbia frainteso. Insomma ogni tanto faccio qualche lavoretto qui e la per Mallory, ma non sono uno dei suoi ragazzi, voglio dire io non faccio parte del giro, capisci? Insomma, non sono disponibile, off limits, out of service, compriende?"

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  7. .

    Che tu possa arrivare in paradiso mezz'ora prima che il diavolo si accorga che sei morto.
    nome del personaggio [sheet]
    Garrick - Rick
    info x info x info
    "Non ne ho idea"
    "Andiamo bene"
    Non è che fosse difficile il fatto che la ragazza non ci trovasse niente di così affascinante in quel tipo. Ma diamine sapere almeno il motivo per cui ci stava insieme era alla base di ogni rapporto sano. Ad esempio lui non avrebbe saputo dire che cosa avesse fatto innamorare suo fratello di quella racchia della sua ex moglie. Ed infatti alla fine avevano divorziato. Un'altra dimostrazione del fatto che le donne incasinano solamente le cose. Uno ci si mette insieme pensando che una donna metterà a posto la propria vita e poi alla fine se ne va lasciando le cose più incasinate di prima.
    "Ah non stento a credere che quel tipo sia uno scherzo della natura, però uno di quelli usciti male che non fanno ridere. Madre natura dev'essere ancora imbarazzata"
    Grugnì scuotendo al testa e cimentandosi con più foga nell'opera di asciugatura del suo boccale. Il panno ormai era zuppo, eppure lui insisteva, convinto che bastasse giusto un po' di olio di gomito.
    "Ti credo sulla parola, non ho intenzione di vederlo anche in altri momenti, per carità. Preferirei incontrare un Dullahan e se lo dico io puoi crederci" borbottò lanciandole un'occhiata seria. Quando però la ragazza ruttò Rick scoppiò in una rsata fragorosa che quasi fece tintinnare i bicchieri allineati alle sue spalle.
    "Ben fatto, ragazza, tutta salute" ridacchiò mentre si voltava per posare il boccale ormai pulito. Si picchiò un paio di volte la pancia per asciugarsi le mani.
    "Il fatto che ami l'Irlanda è l'unico motivo per cui non l'ho ancora cacciato a calci, quindi è meglio per lui che sia vero"
    Finalmente libero da incombenze si poggiò di nuovo sul bancone con entrambi i gomiti. Si grattò la barba sul mento con un'espressione pensosa, quasi seria.
    "Non per farmi gli affari vostri" borbottò fingendo di guardarsi intorno, nonostante non ci fosse niente di nuovo in quel locale ormai da trent'anni. Conosceva ogni quadro, ogni crepa e ogni buco di topo di quel posto, eppure finse comunque di essere particolarmente attratto da una macchia di muffa ad un angolo del soffitto.
    "Ma voi, tu e il biondo" esordì facendo un cenno in direzione della porticina che dava sullo scantinato. "Ce l'avete una famiglia? Che so una madre, un padre... non dico gli stessi, famiglie diverse è chiaro, non penso che siate fratello e sorella, altrimenti sarebbe un po' strano... non che vi giudichi, insomma un mio amico, Caleb, aveva una sorella che era uno schianto e quel figlio di un diavolo le rubava sempre le mutandine e ce la portava..." perso tra quei ricordi aveva iniziato a sorridere trasognante per poi farsi immediatamente serio quando incorciò gli occhi della ragazza. Tossicchiò per scrollarsi dall'imbarazzo alzandosi di nuovo composto.
    "Non che io sia mai stato interessato..."

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  8. .

    « I'm your nightmare »
    Wladislaus Dragwlya [sheet]
    Vlad
    vampiro
    Le parole di James sono gocce nel mare. Lo raggiungono e si disprdono in un flusso indolente di pensieri. Il valore di quelle parole trova forma solamente in ricordi che lo riportano indietro in un tempo che d'improvviso sembra elastico. Ed è Tristan a tornargli in mente. Un bambino paffuto avvolto stretto in una coperta celeste. Sulla sua pelle l'odore tenero del sangue si mescola con quello più dolce del latte. Ricorda il suono del suo cuore la prima volta che potè sentirlo, fievole, ma forte. Aveva creduto di vedere in quel dettaglio il proprio lascito, l'energia della sua terra. Si era detto che sarebbe diventato un uomo duro e imponente come le montagne frastagliate della Romania. In quello stesso istante aveva creduto di sentire il proprio cuore marcio battere. Era stato un attimo, un unico colpo, come il suono di un tamburo solitario. Allora aveva stretto Tristan tra le mani e la sua innocenza gli aveva restituito qualcosa di indefinibile, perso tra gli antri bui del suo corpo morto. Poi gli anni avevano steso il loro velo di polvere e i suoi sentimenti si erano sopiti di nuovo, lasciando ancora più spazio al demone che si porta dentro da secoli. Vlad respira profondamente incanalando aria nelle gallerie scavate dal mostro. Non ha bisogno di respirare, eppure in qualche modo sente che l'aria lo riempie e poi lo svuota, restituendogli la dimensione di se stesso e con essa qualcosa di umano. Si ritrova a scuotere lentamente la testa. "Non è così, non sono mai stato padre" il suo basilisco si agita nel petto scavando più profondamente nella carne. Lo ignora. Non intende cedere alle debolezze. La disciplina rigida di autocontrollo forgiata nei secoli lo aiuta a rimanere imobile. "Il mio corpo è carne putrida, come quello di tutti i miei figli. Noi siamo gli araldi della morte e il nostro dominio si estende entro i confini delle ombre. Non c'è posto per la vita lì dove domina la distruzione, James. E' una lezione che prima o poi sarà impartita anche a te, se proseguirai con i tuoi intenti. Gli dei non hanno scopo all'infuori della loro cupidigia, la paternità è una debolezza concessa solamente ad esseri imperfetti come i mortali. Alle divinità la paternità non porta altro che la propria sconfitta". Se James sapesse qualcosa di epica capirebbe. Ogni figlio uccide il padre perchè ciò che è nuovo possa sempre prevalere su ciò che è vecchio, perchè il futuro possa prosperare svincolato dal peso del passato. "I figli sono un lascito e non un'estensione di noi stessi. Crediamo che possano accrescere ciò che noi siamo, innalzare il nostro nome fino alle stelle, al di là dei vincoli del tempo, invece è solo un'illusione. I figli intraprendono il proprio cammino nel momento stesso in cui abbandonano il ventre materno. Li cresciamo, li nutriamo, gli insegnamo ciò che sappiamo, ma prima che ce ne rendiamo conto sono già altro rispetto a ciò che noi siamo. E alla fine il destino di un padre è essere seppellido dalla mano della propria progenie, è un rito di passaggio a cui nessuno è in grado di sottrarsi. Ad eccezione di chi come me possiede il dono della vita eterna, il sui prezzo, ovviamente, è la possibilità di avere figli, un futuro, un'eredità e un lascito, perchè vivrò per sempre. Una discendenza è qualcosa di mortale... qualcosa di umano, non divino". Guarda James negli occhi chiedendosi come reagirà a quella verità scomoda. Se lui sarà in grado di accettarla, o - com'è più probabile - di rifiutarla, testardamente, come lui aveva fatto scioccamente quasi vent'anni prima. E proprio per questo non lo condanna, si lascia invadere da un senso di comprensione che nessun altro umano ha mai sperimentato. Chissà se James si rende conto di quanto sia fortunato, di che grande dono lo sta arricchendo..

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  9. .

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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    La luce dei faretti appesi al soffitto si riflesse sul vetro del bicchiere infiammando il colore del whiskey. Un gesto secco e Morrigan aveva mandato giù il primo cicchetto della competizione. Nik non scollò gli occhi dai suoi quando ritornò a guardarlo. "Andata!" Nel suo tono c'era la sicurezza di chi gioca solo per vedere fino a che punto è in grado di arrivare l'altro. Ma a differenza della sua posa la mente di Nik non vacillò nemmeno un istante. Il suo fegato era in piena attività. Esofago e stoamco ormai avevano perso sensibilità a favore di un familiare bruciore più o meno diffuso a tutto l'apparato digestivo. Gli bastava tenere la cena del cinese alll'angolo della strada al suo posto e non avrebbe avuto problemi. Afferrò lo schienale di una delle sedie lì accanto e la trascinò fino a sè per mettersi cavalcioni di fronte la fila di bicchierini. "Prego, siediti pure e guarda come beve un vero uomo" allungò il braccio per esortarla a sedersi di fronte a lui. La fissò per un istante, sorrideva, eppure sembrava sul punto di scattare in avanti per spezzargli il collo. Gli stava concedendo giusto un altro po' di tempo. D'improvviso Nik si sentì una scimmietta messa lì per intrattenerla. Dietro il suo sguardo lesse la convinzione che si stesse solamente mettendo in ridicolo. Più la guardava, più ne era sicuro. Un moto di stizza lo costrinse ad essere ancora più spavaldo. "Allora" esordì poggiando l'avambraccio sul bordo dello schienale di legno. "Credi davvero di poter vincere contro un veterano? Quanto peserai? Quaranta chili?" lanciò un'occhiata scettica in direzione della ragazza. La osservò da capo a piedi e poi su di nuovo fino ai suoi occhi. "Non vergognarti quando vorrai dire basta, c'è un limite alla quantità di liquidi che puoi mandare giù, non vorrei non ti rimanesse più spazio per dopo" ammiccò un occhiolino sfoggiando ancora il suo sorriso sornione. Sollevò con calma il suo primo bicchierino di whiskey, deciso a prendersi tutto il tempo del mondo giusto per testare i limiti della sua pazienza. Voelva una reazione, una qualsiasi. "Io lo so cosa pensi". La indicò con il cicchetto di whiskey prima di sporgersi più vicino come a volerle rivelare una confidenza. "Tu pensi che io sia già completamente ubriaco e che dopo un paio di questi finirò a gambe all'aria, ma ecco vedi questa..." si interruppe un attimo per indicare se stesso "è una macchina da guerra, l'alcol per me è come un carburante". Annuì per rendere ancora più esplicito il concetto, il sorriso che gli aveva indolenzito i muscoli della faccia fino a quel momento si assottigliò a favore di un'espressione più seria. "E questa macchina da guerra non prova niente. Puoi usare tutti i giocattolini che vuoi, niente, te lo assicuro. Non sono mica come le altre mammolette con cui te la fai". Si picchiò il petto con la mano libera, "Io posso sopportare mooolto più di quanto credi, te lo assicuro". A quel punto sollevò il cicchetto come per un brindisi e lo ingollò tutto d'un fiato. Con un gesto fluido sbattè i bordi rovesciati sulla superficie del tavolo. Solchi casuali e piccoli disegni osceni erano incisi slla superficie di legno. Accanto al suo c'era il bicchiere vuoto della ragazza. Allargò le braccia in segno di vittoria. "Avanti" sollevò il mento indicandole il cicchetto successivo. "Mettimi alla prova se non ci credi".

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    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Lo fissò sconcertato per qualche istante, in bilico nel suo sguardo divertito. Era indeciso sul modo di interpretare quelle parole. Lo sconosciuto era serio, o lo prendeva per culo? In fin dei conti nessuna delle due possibilità era tanto assurda, o tanto plausibile, da essere quella giusta. Insomma, che fosse destinato a grandi cose un po' ci aveva sempre sperato, ma il fatto che quel tizio fosse un veggente sapeva di presa per culo. Quando alla fine scoppiò a ridere ci rimase quasi un po' male, già si figurava lo sconosciuto come un insperato padawa, arrivato dal nulla per indicargli la strada giusta per adempiere al suo oscuro e misterioso destino. E invece niente, non ne sapeva più di prima riguardo il suo futuro, tranne il fatto che per qualche ragione gli aveva piazzato davanti uno sconosicuto piuttosto bizzarro. Scimmiottò la sua risata con tono quasi risentito, "Ah-Ah molto divertente". Che amarezza. le sue speranze avevano fatto in tempo a fiorire ad infrangersi nel giro di un istante. Tanto valeva berci sopra. Si attaccò al brodo di vetro del proprio boccale facendo eco al gesto dello sconosciuto, senza però perderlo di vista. Si concesse il tempo di una lunga sorsata prima di rispondergli, tanto per il piacere di tenerlo sulle spine. Una vendetta di poco conto che gli diede comunque una certa soddisfazione. Ora ci voleva solamente una storiella altrettanto buona, qualcosa di meno scontato della verità e più vicino ad Oliver Twist. "Ho imparato da solo. Da piccolo ero povero e rubavo le caramelle, poi sono diventato grande e. . . " sollevò le dita stra cui stringeva la sigaretta "Ho cambiato interessi". Si portò il filtro alle labbra prendendo una boccata profonda. Quando l'allontanò picchiò il fianco della sigaretta sul bordo del posacenere. "Certo che se nel mio futuro mi hai visto rubare vuol dire che continuerò ad essere uno straccione. Non mi sembra poi così grandioso, sai?" borbottò osservando la cenere depositarsi sul fondo "Non che mi lamenti, ma uno spera sempre di fare successo in qualche modo, tipo. . . boh che ne so, fare soldi, o avere una posizione importante in una grossa azienda, avere un paio di yacht e un mucchio di donne. . . immagino, insomma le solite stronzate". Sollevò lo sguardo sullo sconosciuto, lo squadrò in silenzio per qualche secondo. "Sei un tipo strano, prima quando ti sei avvicinato pensavo volessi pestarmi o dirmi di restituire le sigarette. Ora invece sembra che tu voglia fare solo quattro chiacchiere. Non ce l'hai una ragazza? o un paio d'amici? Qualcuno con cui passare il tempo al bar? Non è che mi dispiaccia, ma ci sono mille modi migliori per passare il tempo che parlare con uno sconosciuto".

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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    No. Non lo sorprendeva che il principe dei demoni le avesse procurato un lasciapassare per varcare di nuovo le porte degli inferi. In fin dei conti non si trattava di indulgenza quanto più di una delega di lavoro. Se c'era qualcuno capace di tormentare i mortali e trarci anche un certo beneficio quella era Morrigan. Per non parlare del fatto che nel mentre i suoi occhioni languidi facevano desistere una buona percentuale di uomini dal lamentarsi delle sue attenzioni. Uno di quegli uomini privi di amor proprio era Nikolaus, ovviamente. Se ai tempi di Durmstrang si limitava a rimanere diligentemente alla larga dalle sue pericolose grazie, si beava come il resto della sua camerata dei racconti dettagliati di chi nelle sue grazie invece ci era entrato eccome. Quella sera d'altro canto si sentiva particolarmente sfrontato, sarà stata la posizione sopraelevata, anche se paricolante, o forse i due litri di birra che gli spugnavano il cervello, persino il suo cuore infranto che gli assicurava non ci sarebbe stato più niente in grado di farlo soffrire davvero. Fatto sta che riuscì a guardarla negli occhi e allo stesso tempo a sghignazzare come un imbecille del tutto ignaro del fatto che il giorno dopo, se mai si fosse ricordato quella serata, avrebbe provato un profondo senso di vergogna. E non solo per le cose imbarazzanti che aveva detto, o quelle che probabilmente avrebbe detto ancora, ma anche perchè, come faticava a ricordare, Morrigan era la personificazione del male. Tormentava le matricole più sprovvedute, spargeva zizzania tra i maschi con meno cervello, aveva assistito personalmente almeno a tre scazzottate in suo nome, e alla rottura di un'amicizia che durava da anni. Insomma, se fosse stato sobrio, se fosse riuscito a ricordare l'ultima volta in cui aveva fatto sesso e se avesse avuto la metà della morale che aveva da adolescente probabilmente avrebbe evitato di immaginarsi scene vietate ai minori ambientate tutte in un zozzo vicolo semibuio. Sfortunatamente dei se e dei ma sono piene le fosse e quelle fosse Nik le aveva scavate molto profonde e ricoperte con un fertile terriccio vegetale così da nasconderle alla vista. Ignorò bellamente tutto e si perse nel modo adorabile con cui Morrigan aggrottò le sopracciglia. "Paura? Io? Forse dimentichi che io ho fatto a cazzotti con Yakov il Terribile" evento traumatico che ancora ricordava con un certo dolore alla schiena sul punto in cui Yakov gli si era seduto sopra. "O forse non sai che fui io! a mettere le bacche esplosive nel porridge del professor Vasilyev" episodio memorabile, le risate rimbombarono per tutta la mensa per giorni. Ovviamente altrettanto memorabili furono i tre giorni passati nelle segrete appeso per gli alluci al soffitto. Situazione che volse a suo favore perchè passò la maggior parte del tempo a strizzare gli addominali in un numero incalcolabile di flessioni. Per un po' ebbe l'acciaio al posto dello stomaco. "Non ho di certo paura di qualche bicchiere di whiskey. Volevo semplicemente mettere la mia persona al servizio dei tuoi nobili interessi, quali la tortura, l'umiliazione e il dominio". In fin dei conti tenere un uomo per i testicoli con una qualsiasi delle proprie parti anatomiche rientrava perfettamente in tutte e tre le categorie di interesse. Se poi fosse un piacere per il diretto interessato era un dettaglio di rilevanza marginale. "Però" esordì sollevando l'indice in alto con fare istrionico, "se proprio ci tieni a sfidarmi allora io dico di fare una scommessa" pausa ad effetto - gli era sempre piaciuto mettere un po' ti pathos nei suoi discorsi, riteneva che elettrizzasse il pubblico - "Se vinco io mi mostrerai la tua collezione di borchie, stivaletti, manette e fruste, dandomi anche una dimostrazione privata del loro utilizzo". Ecco fatto, si era appena condannato ad un'ora/un'ora e mezza di dolorose torture. Saltò giù dalla sedia con un balzo di cui non credeva essere capace. Quando mise i piedi a terra si ritrovò ad una spana dal viso della ragazza. "Allora" la guardò dritta negli occhi ammiccando ancora il suo sorriso obliquo, "ci stai? ritengo che sia un accordo vantaggioso per te, sia se vinci, che se perdi, non credi?". Soggnignò accompagnando a quella frase un cenno a se stesso, giusto per rimarcare quanto fosse conveniente.

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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Mentre l'ascoltava tentare le prime incerte note alla fisarmonica si stese sull'erba al suo fianco. Incrociò le dita dietro la testa abbassando il cappello fin sul naso. Nel buio del tessuto blu scuro del cappello degli Yenkiees le note un po' ammaccate di Ayumu s'intonarono con lo stridere dei suoi pensieri confusi. Non ci aveva mai pensato in quei termini, ma in effetti da quando aveva il cuore spezzato suonava più di quanto non facesse da anni. Un po' grazie al fatto che sua madre aveva più di un pianoforte disperso nel Manor, ma anche perchè era l'unico modo in cui riusciva a smettere di pensare ad Isobelle. Gli pesava sul cuore come un macigno che lo schiacciava un po' di più contro il pavimento ad ogni respiro. Diventava sempre più difficile sentirsi leggeri, ogni giorno si faceva più lugubre e il desiderio di evasione più insistente. Si presentava come un senso di agitazione che gli fremeva sotto la pelle e che lo spingeva a camminare avanti e indietro per le stanze del Manor e attraverso i suoi giardini e poi sulla moto fino a Central Park senza un motivo valido. Aveva solo bisogno di fare. E suonare richiedeva tutta al sua attenzione. Così aveva un po' di pace. Persino parlare con Ayumu si era rivelato un sollievo. La solitudine forzata in effetti non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Quando la voce allegra della ragazza attirò la sua attenzione Nik arricciò le labbra nell'accenno di un sorriso un po' storto, ma non provò però ad alzarsi. "Per essere la prima volta sei stata brava. La mia prima volta è stata terribile" scherzò allargando di poco il sorriso, che si spense in un sospiro profondo. "Suki koso mono no juku nare" tentò di ripetere la frase giapponese. Non ricordava ogni parola attese qualche istante nel caso avesse dovuto correggerlo. "Sai, non credo che sia sempre così. Con questo non voglio dire che non sia giusto, solo che a volte anche se ami qualcosa, o qualcuno, potresti sbagliare e farlo nel modo sbagliato e anche se ti sei impegnato e ci hai provato... non conta niente quello che hai fatto o perchè l'hai fatto, ma è più importante quello che hai sbagliato. O magari può succedere che anche se ami qualcuno devi lasciarlo andare". Sospirò di nuovo sciogliendo le dita dietro la testa e passandosele sul cappello per sistemarlo meglio così da sbirciare il volto di Ayumu. Ammiccò quello che sperava apparisse come un sorriso. "Scusa forse sto un po' divagando dal significato principale".

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    Edited by Joy. - 4/9/2017, 16:38
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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Si era sempre detto che la vita ti appartiene solo quando la lasci andare. Eppure aveva passato gli ultimi mesi a cercare di tenerla stretta in pungo per non farla colare a picco. Ma non aveva più possibilità di quante ne avesse il capitano del titanic di tenere a galla la nave stringendosi al parapetto. Insomma un'impresa disperata che forse lo aveva reso solo più duro, più cinico e decisamnete meno allegro di quanto non fosse prima. Quel pensiero lo colpì in silenzio mentre ancora parlava. "Cazzo che fai guardi? Non si guarda a meno che non sei interessato alla mercanzia" ammiccò sollevando le sopracciglia in un modo che sperava fosse ammiccante. Non è che ci sperasse davvero, ma sentire Roy sganasciarsi era un modo piuttosto gratificante di risollevarsi il morale. Non è che credesse di essere poi così spiritoso, magari rideva semplicemente perchè il THC iniziava a fare il suo porco effetto. Ma non gli importava, gli bastava che quel Roy, sbucato letteralmente dal nulla, continuasse a ridere. Non provò nemmeno per un attimo a mascherare la sua incredulità quando fece riferimento ad una ragazza sua conoscente che non fosse matta come un cavallo. "No non è possibile , non ci credo, le femmine hanno un altro corredo genetico, sono proprio diverse, bro. Sicuro che non abbia che so la sorpresina lì sotto? Hai controllato?" mentre lo cheideva, sinceramente interessato alla singolarità, si sporse per riempirsi il bicchiere, scoprendo tristemente che la bottiglia era agli sgoccioli. Mentre Roy gli parlava della vecchia si alzò per frugare nella dispensa. Aveva un equilibrio precario che per qualche passò lo fece zompettare di lato preda di una forza di gravità tutta particolare. Con una mossa da acrobata russo riuscì a rimanere fermo e raggiungere la credenza lì vicino. Salone, cucina, camera da letto avevano il vantaggio di essere tutte stipate in un'unica stanza, quindi poteva spostarsi un po' dovunque e continuare ad ascoltare. "Ah io lo chiamo Rusty, sai per via del colore, ma anche Roy mi piace, in effetti avete la stessa espressione intelligente" scherzò allungandosi per aprire il mobile sopra il lavabo. Scatolette di fagioli, immancabili, maccheroni al formaggio precotti, pepe, un limone e una scatola di cereali. Scostò la scatola di cereali spinto da un'ultima speranza ed eccola lì. Tirò fuori la bottiglia di whiskey sventolandola in direzione di Roy. "Sarebbe un po' come uscire con mia madre adottiva. Cioè sono contento delle lasagne quindi una bottarella magari ci sta, ma questo non la renderebbe meno strana e conta che io una madre adottiva ce l'ho avuta ed è una cosa già strana di per sè" borbottò grattandosi i ricci sulla nuca. Sophie era una donna già avanti con l'età, forse di una ventina d'anni più vecchia di Persephone, anche se non avrebbe saputo dirlo con certezza, sua madre non lasciava intendere facilmente quanti anni avesse. Sicuro stava attraversando una specie di crisi di mezza età per tutto il vino che buttava giù, ma non aveva più informazioni di così. In ogni caso l'idea di fare sesso con Sophie lo fece rabbrividire. Scrollò le spalle come a levarsi quella sensazione di dosso. "Ti piace il whiskey? Io sono un patito, ma è roba da discount, l'ho presa con quelle offerte all'ingrosso, hai presente?".

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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Marlboro rosse. Pesanti come un pugno nello stomaco. Capaci di farti sentire il retrogusto del catrame in cui le imbevono. Ovviamente niente se paragonate alle sue Lucky Strike. La prima boccata gli permise persino di sentire di nuovo il sapore del tabacco. La nicotina gli fece vibrare i neuroni che già spasimavano agonizzanti per i due minuti e mezzo di astinenza. Espirò quasi contento, gustandosi quella che sarebbe stata la sua penultima sigaretta prima di doversi alzare per comprarne delle altre. Forse però aveva fatto pena ad una qualche divinità benevola, perchè d'improvviso un pacchetto comparve nella sua visuale. Marbolo rosse. Era forse un miracolo? Sollevò lentamente lo sguardo per incrociare gli occhi di chi aveva mollato il pacchetto davanti a lui. Aveva gli occhi azzurri e l'aria di chi è curioso di scoprire cosa avrebbe detto. Doveva avere su per giù trent'anni e l'idea di averlo messo nel sacco. Il fatto che il pacchetto dello sconosciuto fosse di marlboro poteva essere solo un caso, eppure avrebbe scommesso la sua ultima preziosa sigaretta che in qualche modo lo avesse beccato. Glielo si leggeva in faccia, nello scintillio divertito che gli illuminava lo sguardo. Se voleva fargli il culo era un modo piuttosto bizzarro per approcciarlo. Quando gli parlò le labbra di Nik si stirarono in una linea obliqua che gli sollevava un angolo. Inclinò la testa sereno come un fringuello in primavera e con altrettanta spensierata sfacciataggine sfilò due sigarette dal pacchetto. Le infilò nel piccolo taschino che la sua maglietta portava in alto a sinistra. Si diede un paio di colpetti al petto all'altezza della tasca più o meno dove si trovava il cuore. Si sfilò il filtro dalla bocca ed espirò lentamente. "Grazie, amico. Mi servivano proprio" aveva un tono ironico, in qualche modo la scenetta divertiva anche lui, per non parare del fatto che fosse riuscito a scroccare in una sola botta quattro sigarette, due delle quali in modo consensuale e del tutto lecito."Come facevi a saperlo? Sei uno di quelli che leggono nella mente, o fanno giochetti strani con la magia?". Va bene, era una cosa un po' demenziale da dire. Ma il grande problema da Joe's era quello di non sapere mai se stavi parlando con un no-mag o con un mago. Se il tipo non fosse stato un mago al massimo lo avrebbe preso per uno dei tipici vaneggiamenti da ubriacone. Poco male. Per non parlare del fatto che lo incuriosiva l'idea che lo avesse beccato, vantava una certa velocità di mano, frutto di esperienza e diverse figure di merda che gli avevano insegnato a suon di botte ad essere il più discreto possibile.

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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Ustionava sigarette dalle cinque di quel pomeriggio. Una dopo l'altra finivano schiacciate contro il fondo del posacenere. Cassie lo svuotava regolarmente e lui regolarmente lo affollava di nuovo. Alcuni mozziconi non erano suoi. Ai confini della sua attenzione diversi clienti si erano alzati e seduti sullo sgabbello al suo fianco. Con un paio aveva scambaito quattro chiacchiere, altri li aveva semplicemente ignorati, sconosciuti che avevano ricambiato il favore di essere lasciati in pace. Si era seduto nell'angolo più in fondo del bancone, quello un po' in ombra. Alimentava con pazienza la coltre densa che spirava solo al limite della sua estensione plomonare.
    Le sue erano boccate profonde che trasformavano in cenere la carta e i coriandoli di tabacco. "Un altro, Cass". Il boccale magicamente si riempiva di nuovo. L'ennesima cicca agonizzava tra le sue dita. Osservò incantato la linea rosso brillante ardere ai confini del filtro. L'avvicinò ancora alle labbra con un gesto tanto fiacco da tradire il torpore del suo umore rattrappito. Era una giornata semplicemente no, una di quelle in cui si concedeva il piacere di essere un estraneo ai confini della visuale degli altri clienti. Un'immagine fugace colta appena come cornice, senza spessore. Il calore del filtro gli ustionò le labbra. L'affogò nel posacenere, si spense con un ultimo sbuffetto di fumo, un filo di seta grigia si disperse verso l'alto prima di scomparire. Portò una mano alla tasca posteriore dei jeans. Sfilò il pacchetto morbido di Lucky Strike. Gli occhi gli si posarono per un secondo sul bollino rosso cerchiato d'oro per poi seguire il gesto con cui picchiò sul fondo. Non successe nulla. Nessun filtro fece capolino al di là del cartoncino strappato. Sbirciò all'interno corrugando le sopracciglia in un'espressione afflitta. Le sigarette erano finite. E' buon usanza in questi casi alzare il culo e cercare uno di quei magnifici distributori automatici che risparmiano anche il più basilare rapporto umano. "Hey Cassie ti avanza una sigaretta"?. L'occhiata della donna fu sufficientemente eloquente da non lasciargli dubbi. Un imprecazione sommessa gli slittò sulla lingua molle, mentre accartocciava con fastidio il pacchetto vuoto. Lanciò svogliatamente un'occhiata all'ingresso del bar. Troppo lontano. Mentre si voltava incrociò la schiena larga del suo vicino. Un tipo tracagnotto con uno strano accento. Parlava animatamente con il suo vicino, rideva e sghignazzava come uno che ha alzato il gomito. Avrebbe potuto scommettere che avesse la faccia rossa. Non che gli interessasse il suo colorito, quanto piuttosto il pacchetto di malboro rosse che gli sporgeva dalla tasca posteriore. Era uno di quei pacchetti rigidi che in tasca finiscono per ammaccarsi, il suo aveva una favorevole forma a fungo. Il coperchietto era leggermente sollevato, lì sotto dovevano esserci ancora cinque o sei sigarette. Finse di sbadigliare e stiracchiarsi, un gesto bello ampio al punto che ritirando le braccia invase lo spazio del vicino urtandogli la schiena. Il tipo si girò con un attimo di ritardo. Aveva la faccia rossa e gli occhi umidi. Nik abbassò il braccio completando l'arco e intanto gli sorrise in segno di scuse. Riportò con calma la mano destra sulla coscia. Il ragazzone ricambiò con un'occhiataccia prima di tornare a parlare con il suo compre. Nik dal canto suo spense il sorriso in una linea sottile. Si voltò di nuovo davanti a sè, verso il suo boccale ancora pieno. Quando sollevò la mano aveva tra le dita due sigarette. Un gioco da ragazzi. Il trucco di Matt funzionava bene come sempre. Fai in modo di avvicinarti e poi distrai l'attenzione. Si infilò la sigaretta in più dietro l'orecchio mentre l'altra se l'accese con una certa compiaciuta soddisfazione.

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