Posts written by Joy.

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    Theodore Duncan Walker
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    I have zero tolerance for betrayal, which they will soon indelibly learn.
    «Bene» risponde con un ceno della testa. Non ama dover sottoporre ad incantesimi di memoria i propri agenti. Si tratta di procedure con una percentuale di errore e seppure sia minima quei due hanno rischiato a sufficienza per questa missione. In ogni caso si assicurerà che nessuno sappia mai che sono stati loro ad andare in Egitto, così nessuno richiederà una revisione dei loro ricordi. Si è già liberato dei pochi documenti che certificavano la missione. Tutto rimarrà nell’anonimato fin quando la loro vanità, o un bicchiere di troppo, non li spingerà a parlare. Tuttavia i rapporti psicologici sul conto dei due agenti confermano che si tratti di soggetti in grado di rispettare gli ordini e la parola data. Non è attestato abuso di alcol e droghe in passato, né sospettato nel presente. Con un certo margine di possibile le acque si calmeranno molto presto. Walker si sofferma per un secondo ad osservare l’agente Lagrange, attendendo il momento in cui sarà sicuro di poter tirare un sospiro di sollievo. Anche quella missione sta per concludersi, un’altra presto sarà alle porte e già sente la stanchezza premergli sulle spalle. Le parole di Lagrange lo lasciano un attimo interdetto. Theodore si acciglia sconcertato. La missione non è stata un completo successo, ma sono entrati e usciti da un sito archeologico maledetto, lo hanno reso inaccessibile così che non fagociterà più nessun incauto, senza escludere che il loro ritrovamento potrebbe rivelarsi ugualmente molto utile. In fin dei conti i due agenti se la sono cavata molto meglio di quanto si aspettasse. Sacrificare delle abilità simili per lavori semplici di pattugliamento, o ricerca, è ridicolo, un vero spreco di capacitò. «Forse non ha capito, agente Lagrange, lei e il suo collega siete ufficialmente fuori la definizione di “matricole”. Sarete interpellati per molti altri casi come questo, casi che richiedono capacità e sacrificio. Nessuno vi ha mai detto che sarebbe stata una passeggiata, o peggio: un lavoro da scrivania. Se desiderava quello poteva fare l’avvocato, signor Lagrange. Invece ha scelto di essere un agente del dcmc. Ha scelto di fare la differenza. E questo non vuol dire fare da balia ad un paio di creature magiche imbestialite, quello lo può fare anche un qualsiasi magizoologo. Essere un agente del dcmc vuol dire intervenire qualora delle creature, dagli spiriti più innocui ai draghi più pericolosi, interferiscano con la sicurezza delle persone. E si, a volte sarà anche costretto a scontrarsi con malintenzionati, il cancro di questa società, e lei in quanto agente dovrà ingoiare il rospo, stringere i denti, e averci a che fare». Appena smette di parlare Walker recupera il suo normale contegno. Infiammarsi per così poco rientra tra le sue peculiari abilità, ma in verità non ha mai avuto molta pazienza con i capricci. Se avesse voluto ragazzini lagosi tra i piedi avrebbe fatto dei figli, invece ha diligentemente evitato la cosa. Non conosce i motivi per cui l’agente Lagrange voglia fare un passo indietro invece di guardare avanti e conquistare il suo meritato posto di rilevo nel macusa, e detto sinceramente nemmeno gli importa. Se le sue inclinazioni etiche e morali intralciano il suo lavoro allora è meglio per tutti se sposta altrove i suoi interessi e così anche le sue terga. La voce dell’agente Egorov fortunatamente lo distrae dai suoi pensieri riportandolo alla missione. Quell’informazione gli manca. «E’ quello che temevo, dunque ci troviamo di fronte a dei ladri interessati allo scettro di Horus e delle sue abilità, di cui sono certamente informati, anche se non sappiamo fino a che grado». L’aggiunta di un mago nero alla cricca di ladruncole non promette niente di nuovo. Il gruppo si sta infoltendo e probabilmente anche organizzando per recuperare l’ultimo frammento. «I ladri sanno del vostro ritrovamento? Sarebbe un dettaglio importante se non ne fossero a conoscenza. Non chiedetemi cosa sia, o a cosa serve, la segretezza potrebbe rivelarsi particolarmente strategica in questo frangente delle indagini». Rimane ad ascoltare la risposta alla sua domanda. La reliquia recuperata dai due agenti potrebbe essere la chiave per l’utilizzo corretto dello scettro di Horus. Senza quello l’esercito di Horus sarebbe difficile da comandare e potrebbe rivoltarsi chiunque, persino coloro che lo hanno richiamato.
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato


    Edited by Joy. - 4/8/2017, 21:17
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    Peter Cunningham
    Medimago
    Sacred Heart
    Sposato
    40 anni
    confraternita
    «“Questa è la moderna medicina. Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone. Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti.”
    (Dr. Cox)»

    Una fila di poppanti con in dosso un camice nuovo e uno stetoscopio mai utilizzato lo aspettava davanti il primo lettino del giro visite. Era arrivato quel periodo dell’anno. Il periodo in cui gli studenti di magia bianca venivano da lui ancora sporchi di latte, pronti per essere svezzati. Che gioia. A guardarli sembravano capretti al macello. Alcuni più tronfi di altri, ma tutti indifferentemente privi di qualsiasi briciola del suo interesse. Quella di Peter non era comune misantropia, né una forma di narcisismo. Cioè, il narcisismo nel suo caso diveniva semplice realismo, era più in gamba di tutte le teste di cazzo che lavoravano in quella gabbia di matti. Niente di personale, era un semplice dato di fatto. Sfortunatamente la stretta convivenza imposta da turni di lavoro di centoventisette ore su ventiquattro implicava che fosse necessario un qualche tipo di buon rapporto tra i colleghi. Dunque evitava di esprimere ad alta voce pareri quando le analisi venivano scambiate, qualcuno faceva una diagnosi errata, o ad un paziente cresceva un terzo braccio sull’addome. L’unica nota positiva degli specializzandi era che con loro non doveva sforzarsi ad essere cordiale. Poteva semplicemente essere se stesso. Era certo che qualche ridicolo musical di Broadway insegnasse che “essere se stessi vuol dire essere unici e meravigliosi”. Tanti coriandoli e vissero felici e contenti. Non poteva che essere più d’accordo sul fatto che fosse meraviglioso, ma di certo avrebbe avuto un paio di problemi con il prossimo ad essere sempre se stesso. Fortunatamente i suoi insulti gratuiti agli specializzanti non facevano altro che alimentare l’aria di terrore che girovagava tra i corridoi ogni volta che passava. Gli bastava fissare uno specializzando mentre infilava un catetere, o faceva un prelievo, perché andasse nel panico e scappasse nel primo stanzino. Allontanare le persone con una semplice occhiata era un’esperienza mistica, molto più eccitante di quando insieme a Jimmy faceva fuggire agenti del macusa come fossero leprotti. Ormai aveva abbandonato l’ebrezza di potere che gli dava la magia nera a favore di quella meno gratificante del salvare vite. Questo però non cambiava le cose. Poteva aiutare il prossimo senza che dovesse essergli necessariamente simpatico. Peter afferrò la cartella clinica appesa sul lettino, lì dove il medico del turno di notte aveva segnato la sua diagnosi. Non si sprecò a leggere. Steve, quello del turno di notte, era un idiota, lo avevano piazzato ai turni di notte solo perché nessuno ce lo voleva di giorno, quando c’erano troppi pazienti che poteva rischiare di uccidere. «Allora» esordì infilando al cartella rigida sotto un’ascella per poi strofinarsi le mani. «Dimostratemi di non essere dei completi incompetenti e occupatevi del signor… Wilson Carver», annunciò sbirciando il nome sulla cartella.

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    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    Si
    trovano in una specie di fortino. La borsa, il diario e l’odore insopportabile sono i dettagli di un quadro che ancora gli sfugge. Qualcuno si è costruito quel bunker scavando nella terra, o forse se l’è già trovato così, un’incavatura naturale del terreno. Il come e il quando però non gli diranno molto altro su ciò che è successo a chiunque abbia abitato quel posto. Prima di andarsene seguendo William Daniel lancia un’ultima occhiata alle proprie spalle. Non gli piace l’idea di un mago rimasto disperso in quella foresta. Non si raccontano belle storie al riguardo e a giudicare dalla pagina di diario non tutte sono false. Lì intorno, annidate nel buio, ci sono creature spaventose. Sono stati fortunati a non incontrarne nessuna, eppure la ruota gira e presto o tardi si ritroveranno faccia a faccia con gli incubi di MrWhite. Falene. Sa che alcuni maghi neri sono in grado di trasformarsi in falene, potrebbero trovarsi molto vicini al luogo in cui l’incantesimo di Elissa è stato spezzato. Prima di superare la coltre d’edera Daniel chiede a Pelor di vegliare sull’anima del signor White e di porlo sulla loro strada nel caso in cui sia ancora vivo. Una volta fuori attende che James valuti la fiala, ma dopo qualche secondo di ispezione lo vede incamminarsi in direzione delle impronte, portando con sé la fialetta. «Dovremmo rimetterla dove l’abbiamo trovata». White potrebbe essere ancora vivo e potrebbe averne bisogno. Senza ignorare il fatto che arrivare in un rifugio, ficcanasare e prendersi ciò che vi è conservato è più simile ad un furto che ad un’indagine. In fin dei conti loro non sono lì per quella fiala, ma solamente per trovare il rifugio di Greed, se Pelor gliela manda buona, e andarsene. «Non possiamo sapere se White è venuto a mancare. Quella fialetta potrebbe essergli ancora utile, non dev’essere stato facile trovare gli ingredienti e prepararla, non in un posto come questo». Probabilmente White veniva perseguitato da qualcuno e quella fialetta era la sua unica speranza per poter ottenere le informazioni che cercava. Privarlo di quella speranza, anche se minuscola, è sbagliato. Soprattutto perché loro sono in tre, hanno il frammento di sole che li guida e sono equipaggiati al loro meglio. «Non sappiamo nemmeno con certezza a cosa serva, non possiamo utilizzarla. Qualsiasi cosa sia portarla con noi non ci arricchisce e privarcene non ci impoverisce. Facciamo la cosa giusta e rimettiamola al suo posto». Aspetta che Turner torni indietro, che lasci la fiala, in fin dei conti è pur sempre un agente del mafi, dovrebbe seguire la legge e non appropriarsi di pozioni che non gli appartengono. Tuttavia l’uomo non sembra dello stesso avviso. Daniel ricaccia le proteste. Se avesse voluto fare a modo suo sarebbe andato da solo. Si incammina a testa china, fingendo di seguire le impronte e intanto guardare bene dove mette i piedi. Cerca di concentrarsi sull’obiettivo: trovare Greed, qualsiasi indizio, qualsiasi prova possa spingerlo più vicino a quel dannato mago nero. Una volta messo dietro le sbarre Caspar sarà libero. Potrà tornare a casa. E se anche decidesse di mantenere il patto con Thrizdun non dovrà più seguire gli ordini di un pazzo. Daniel prende un profondo respiro. Basta quel pensiero per lenire la sua morale ferita. L’immagine di White che torna al suo bunker solo per scoprire che qualcuno l’ha derubato della speranza smette di tormentarlo, sostituita da un’altra fantasia. Questa volta White corre nel bosco, disperato, cerca di tornare al bunker per prendere la fiala, ma le falene lo raggiungo. L’uomo muore prima di poter prendere la fiala. Sente le sue grida disperate. Era così vicino. La fiala, la sua unica speranza, rimane nel bunker per anni aspettando solo il loro arrivo. Daniel rabbrividisce cercando disperatamente di soffocare anche quell’ennesima dannata fantasia. Un difetto che fa parte di lui quanto il colore dei suoi stessi occhi. Se solo potesse zittire la propria immaginazione, milioni di possibilità atroci mai davvero avvenute smetterebbero di tormentarlo ogni volta che si trova in missione.
    Dopo poco arrivano ad una seconda costruzione. Si tratta di una vecchia catapecchia. Daniel utilizza l’akti fos per potenziare la vista, dopo di che osserva la costruzione cercando di individuarne più dettagli possibili. Per migliorare le possibilità di valutazione vi gira intorno. Utilizza in fine l’incantesimo di rilevamento per individuare la presenza di qualsiasi tipo di incantesimo. Alla fine informa i suoi compagni di tutto ciò che ha scoperto.
    Daniel Callaway

    «
    Ogni uomo è
    colpevole
    di tutto il bene
    che non ha fatto

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    Skills utilizzate nel post

    Daniel:
    1) segue james muovendosi silenziosamente
    2) akti fos davanti la catapecchia
    3) osserva
    4) mentre osserva gira intorno alla costruzione
    5) manifesta incantesimo
    Nome: Manifesta incantesimo
    Requisiti: 18 terza lezione chierico di supporto
    Descrizione: Il chierico è in grado di rivelare la presenza di un incantesimo di qualsiasi genere impresso su un luogo, o su una persona. Ad esempio, è possibile in questo modo scoprire:
    - soggiogamento psichico da parte di un mago, o di un vampiro
    - maledizioni in atto
    - incantesimi ad effetto prolungato, come linfa vitale
    Formula: manifesta incantamentum
    Movimento: none

    Bonus del PG/Bonus Razza

    Bonus Spiriti Elementali:

    - Spirito principale: Vers
    Specie: Akhi
    Livello: IV
    Skills:

    I Livello
    Dominus corallii. [non necessita del tiro del dado]
    Tutti gli incantesimi di Corallo ottengono +2 ai tiri per colpire.

    II Livello
    Unione. [non necessita del tiro del dado]
    Gli incantesimi in combo del mago ottengono un bonus di +2.

    III Livello
    Coscienza universale [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito è in grado di mettersi in contatto con ogni altro spirito in un raggio di 15m. Può sapere cosa vede, sente e pensa in quel momento, arrivando così ad avere anche una vaga idea di quello che pensa il mago a cui è connesso.

    IV Livello
    Luminescenza [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito può emettere luce quando si trova al buio e richiamare una scintilla luminosa dagli spiriti a cui era connesso nel Caos Elementale. Se emessa vicino una manifestazione elementale di erba, questa guadagna resistenza. Se sono presenti altri Akhi che usano Luminescenza verranno attratti l'uno verso l'altro per dare inizio alla loro caratteristica danza, chiamata Almrija, che sblocca automaticamente Fioritura. L'Almrija può essere usata una volta ogni tre turni solo se sono presenti almeno 3 Akhi.
    Contenuto del sacchetto di velluto presente nella tasca destra:

    1) 2) Ematite Da un bonus di +3 ai tiri per colpire se stretta durante l'incantesimo (x2) UNA LA HA CEDUTA A JAMES APPENA è ARRIVATO
    3) Giada Se attivata riesce ad emettere un'aura in grado di potenziare gli incantesimi runici nel raggio di 2m (bonus +3).
    4) Lapislazzuli Il mago può vedere chiaramente attraverso questa pietra anche al buio se viene attivata.
    5) Opale Assorbe un incantesimo di magia nera se brandito davanti a sé. Può essere emesso contro l'avversario a proprio piacimento. Causa un malus di -3 agli incantesimi del turno.


    Edited by Joy. - 4/8/2017, 11:34
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    Eccomi, scusami anche tu se ti rispondo solo ora, mi dispiace un sacco per il fatto dell'aereo, so che non dev'essere piacevole come player dover cercare di assecondare queste cose, sicuramente però vi rifarete andando avanti con la quest, cercherò di fare di meglio la prossima volta :3 e grazie ancora della pazienza, lo apprezzo davvero tanto
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    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    D’accordo aveva promesso di rimanere al Manor. Aveva anche promesso di mantenere un profilo basso, non mettersi nei guai e cercare di farsi notare il meno possibile, se necessario evitare persino di respirare. Aveva promesso tutte queste cose e poi si era ritrovato inspiegabilmente fuori dal Manor. La noia era troppa, insopportabile. Persephone lo aveva messo sotto torchio con le lezioni di magia nera, sembrava che ogni giorno non aspettasse altro che spaccargli tutte le ossa. Alla fine di ogni loro incontro gli facevano male muscoli che non aveva mai immaginato di avere. Ovviamente non aveva affatto la sensazione di star migliorando. Per buona parte del tempo non faceva altro che correre di qua e di là per evitare che un numero indecente di ombre lo uccidessero. Persephone non ci andava leggera e più colpi Nik incassava più si formulava dentro di lui la convinzione che sotto sotto si divertisse ad umiliarlo. Fino ad allora aveva pensato che ci fosse una sorta di regola non scritta secondo cui alle madri importa qualcosa se i loro figli si fanno male. Persephone, però, sembrava essere un’eccezione piuttosto drastica rispetto a quella che doveva essere la norma. Proprio a lui doveva capitare la madre snaturata con manie omicide? Spinto dal suo naturale senso di ribellione e dal bisogno feroce di un po’ di spensierata libertà, Nik si era dileguato. Era montato su Bezzy la sua motocicletta e con un colpo di acceleratore era arrivato a Manhattan. Attraversare tutto il Bronx e poi il ponte con il vento sulla faccia era stato rilassante. La città filava via davanti ai suoi occhi dandogli l’impressione di potersi lasciare alle spalle insieme agli edifici e al cemento anche i pensieri. Un mucchio di problemi che si disperdevano tra le strade, incapaci di raggiungerlo. Parcheggiò non appena vide Central Park. D’inverno lì faceva un freddo porco, ma d’estate diventava un paradiso. Gli alberi erano immensi, verdi e rigogliosi, abitati da frotte di scoiattoli, che tagliavano la strada come niente fosse. Abbassò il cappello che si era portato dietro fin sopra gli occhi, camminò spedito con la testa incassata tra le spalle, cosi che nessun passante potesse guardarlo bene in faccia. Una volta superato il cancello d’ingresso individuò un piccolo carrettino di noccioline, ne comprò un sacchetto da un signore magrolino, alto, dalla faccia stranamente allegra. Nik ringraziò e alla fine sorrise. Voleva godersi quel momento di libertà. Lanciò noccioline un po’ a tutti gli scoiattoli che gli capitava di vedere, con la speranza di risultare abbastanza simpatico da poter dare ad uno di loro una carezza. Sfortunatamente quegli animaletti erano troppo rapidi e dannatamente diffidenti. Non appena raggiunse un’area abbastanza isolata, cercò un albero sotto cui sedersi. Individuò un faggio piuttosto grande e vi si appollaiò sotto, in un incavo tra le grosse radici. Abbandonò con un sospiro il sacchetto di noccioline per sfilare dallo zaino la sua fisarmonica. Non era uno strumento a cui si fosse dedicato ancora molto. Era parecchio difficile da usare, ma il suono alla fine se si premeva per bene e con abbastanza decisione non era niente male. Poteva trasmettere un’allegria travolgente, da festa di campagna, oppure un’angoscia che s’insinuava fin dentro l’anima. Aveva sentito artisti da strada capaci di fargli vibrare le viscere con la fisarmonica. Il pianoforte era più… delicato. Infilò le cinghie intorno alle spalle e posizionò tra le braccia la fisarmonica, cercando di mantenere una posizione dritta con la schiena. Schiacciò il bottone solitario sul lato sinistro e tirò con il braccio sinistro. Il mantice si rilasciò con un sibilo sordo. Per il momento conosceva solamente un pezzo, non ne ricordava nemmeno il nome. Iniziò un po’ indeciso, riprendendo d’accapo ogni volta che sbagliava, o si ritrovava a confondersi con le dita. Alla fine sarebbe riuscito a fare quel pezzo perfettamente ne era certo.

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    Edited by Joy. - 2/8/2017, 13:14
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    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    Al
    di là del manto di edera c’è un passaggio, esattamente come ha riferito William. A sua difesa non ci sono incantesimi di alcun genere. Al di là delle foglie verde scuro c’è solamente una bocca buia come la pece. Mettere piede al suo interno potrebbe rivelarsi molto più pericoloso di quanto non denuncino le scarse difese poste all’avanguardia del passaggio. Può trattarsi di un luogo abbandonato, la costruzione potrebbe risalire a qualche epoca più tarda, in fin dei conti la storia di quel bosco, il bosco degli alberi piangenti, si perde nei meandri del tempo. Quella voragine nel terreno, d’altro canto, potrebbe trasformarsi facilmente in una tomba se qualcosa andasse storto. Non possono sottovalutare il pericolo, né tantomeno temporeggiare sulla soglia. Entrare, o non entrare. Daniel rimane per un secondo in attesa, assorto in riflessioni caute, paralizzato dal numero incalcolabile di pericoli che può nascondere l’ignoto. Poi d’improvviso William esce dal folto del bosco, avanza completamente scoperto ed entra per primo all’interno della buca. Un azzardo tremendo che gli stringe il petto di paura. Sente subito dopo gli schiocchi silenziosi delle zampe di Fau, si muove rapido tra i bordi di terra dell’ingresso della galleria, al di là dei rami morbidi dell’edera. Non ha bisogno di vedere i riflessi argentati dei sottilissimi fili della sua bava, per sapere che sta tessendo una ragnatela, la conoscenza universale di Vers gli suggerisce quella consapevolezza. Vede grazie alla loro connessione mentale esattamente dove si trovano i fili, individuando così una fessura attraverso cui può infiltrarsi in caso di pericolo. Il timore che accada qualcosa a Will spinge il mago bianco ad attendere con i sensi allerta, pronto a reagire a qualsiasi pericolo. Un rumore sordo, cupo, esplode nel silenzio facendolo trasalire. Vers si precipita immediatamente all’interno della galleria, spinto dalla preoccupazione del suo mago. Nel buio pesto dell’antro semi-sotterraneo il corpo da cefalopode dell’akhi si accende di un’intensa luminescenza violarancio. Un sussurro anima le labbra di Daniel quando pronuncia l’incantesimo della grazia di Pelor. Aiutato dalla destrezza potenziata dalla vicinanza con il suo dio scosta l’edera e s’infila nell’apertura della ragnatela, facendo ben attenzione a non sfiorarne nessun filo. Aiutato dalla luce del suo spirito osserva l’ambiente che si trova di fronte. Will evidentemente è caduto, il suolo è viscido e scivoloso, le foglie d’edera peggiorano la situazione. Daniel tira un sospiro di sollievo e avanza a passi accorti fino al suo compago. Se gli fosse accaduto qualcosa il cuore di Caspar si sarebbe infranto e lui non avrebbe saputo come scendere a patti con i sensi di colpa. William è coraggioso e forte, ma il suo senso del dovere insieme alla sua acerba incoscienza rischieranno di metterlo in pericolo più del necessario. Daniel si piega appena sulle ginocchia, porgendo al ragazzo la mano tesa. «Tutto bene?» domanda con un filo di voce. Una volta sinceratosi delle condizione dell'amico informa James che l’agente Knight non è in pericolo, gli descrive l’ambiente interno del dosso, intimandogli di fare attenzione nel caso voglia entrare perché all’ingresso c’è un incantesimo di protezione lanciato dal Nereau. «Will proseguiamo, fai attenzione, mi raccomando». Daniel lentamente, sempre stando attento a dove mette i piedi, avanza, deciso a non temporeggiare ulteriormente, così da non costringere Will ad esporsi ancora al pericolo.
    Daniel Callaway

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    Ogni uomo è
    colpevole
    di tutto il bene
    che non ha fatto

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    Skills utilizzate nel post

    Vers:
    - grazie a conoscenza universale che è un'abilità passiva informa costantemente Daniel dei movimenti e delle azioni di Fau e della posizione dei fili della sua ragnatela
    - quando Will cade entra nel bunker, il suo corpo in presenza del buio si illumina a causa della sua luminescenza naturale illuminando l'area intorno a lui

    Daniel:
    1) usa grazia divina:
    Nome: Grazia divina
    Requisiti: 20 prima lezione chierico di supporto
    Descrizione: il mago su cui viene castato l'incantesimo viene infuso della grazia divina, che potenzia la sua forza fisica e la destrezza (+3). Dura un numero di turni stabilito dal d4.
    Nota: l'incantesimo non riesce se viene castato su maghi con un'aura corrotta, oppure con intenzioni malvagie (come ad esempio uccidere, rubare, ferire un innocente)
    Formula: Gratia Pelori
    Movimento: sigillo tigre

    2) supera la ragnatela di Fau cercando di non toccare i fili
    3) osserva cosa si trova davanti
    4) si muove cercando di non scivolare fino ad arrivare a will
    5) avanza senza fermarsi fino a che non è costretto a fermarsi per la presenza di un ostacolo, o il raggiungimento di un'area che richiede un'osservazione più approfondita
    Bonus del PG/Bonus Razza

    Bonus Spiriti Elementali:

    - Spirito principale: Vers
    Specie: Akhi
    Livello: IV
    Skills:

    I Livello
    Dominus corallii. [non necessita del tiro del dado]
    Tutti gli incantesimi di Corallo ottengono +2 ai tiri per colpire.

    II Livello
    Unione. [non necessita del tiro del dado]
    Gli incantesimi in combo del mago ottengono un bonus di +2.

    III Livello
    Coscienza universale [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito è in grado di mettersi in contatto con ogni altro spirito in un raggio di 15m. Può sapere cosa vede, sente e pensa in quel momento, arrivando così ad avere anche una vaga idea di quello che pensa il mago a cui è connesso.

    IV Livello
    Luminescenza [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito può emettere luce quando si trova al buio e richiamare una scintilla luminosa dagli spiriti a cui era connesso nel Caos Elementale. Se emessa vicino una manifestazione elementale di erba, questa guadagna resistenza. Se sono presenti altri Akhi che usano Luminescenza verranno attratti l'uno verso l'altro per dare inizio alla loro caratteristica danza, chiamata Almrija, che sblocca automaticamente Fioritura. L'Almrija può essere usata una volta ogni tre turni solo se sono presenti almeno 3 Akhi.
    Contenuto del sacchetto di velluto presente nella tasca destra:

    1) 2) Ematite Da un bonus di +3 ai tiri per colpire se stretta durante l'incantesimo (x2) UNA LA HA CEDUTA A JAMES APPENA è ARRIVATO
    3) Giada Se attivata riesce ad emettere un'aura in grado di potenziare gli incantesimi runici nel raggio di 2m (bonus +3).
    4) Lapislazzuli Il mago può vedere chiaramente attraverso questa pietra anche al buio se viene attivata.
    5) Opale Assorbe un incantesimo di magia nera se brandito davanti a sé. Può essere emesso contro l'avversario a proprio piacimento. Causa un malus di -3 agli incantesimi del turno.
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    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    I
    mpronte. Stando ai rilevamenti di James si tratta di un individuo in corsa. Dice che sono definite, probabilmente sono state lasciate da poco. Daniel soppesa quell’informazione, forse c’è ancora una traccia dell’aura lasciata dal passaggio dell’individuo. Chiude gli occhi e prende un respiro profondo. Immerso nel buio della propria mente si concentra sulle percezioni dell’aura nella speranza di individuare anche la più flebile traccia dell’uomo che ha lasciato le impronte. Insieme alla sua aura spera di poter avvertire anche l’impronta empatica dell’individuo. Capire se sia spaventato potrebbe rivelargli se è in fuga, o piuttosto a caccia, e sapere se si trovano di fronte ad un potenziale nemico, ad una vittima in pericolo, o ad un alleato potrebbe rivelarsi vitale. Una volta riaperti gli occhi Daniel riferisce le informazioni al resto del gruppetto, sempre a bassa voce, sempre facendo meno rumore possibile. Will manda avanti la sua vespa, Daniel la segue a passi lenti fino a trovarsi al limitare di una radura. Affonda preoccupato lo sguardo nella penombra sbiadita dalla luce della luna. La radura non è molto ampia, ma li lascerà comunque completamente scoperti. Sarebbe meglio aggirarla, evitare di uscire dal folto del bosco, eppure al centro un dosso, palesemente di natura artificiale, attrae la sua attenzione, com’è certo che faccia anche con i suoi colleghi. Will li informa della presenza di un ingresso, probabilmente una porta, al di là della cascata d’edera che copre buona parte del dosso. Potrebbe trattarsi dell’ingresso a dei sotterranei, se non vi entrassero continuerebbero a girare in tondo senza mai trovare il luogo verso cui il cristallo li sta conducendo. Daniel lancia un’occhiata incerta al frammento di sole che stringe in una mano per evitare che i bagliori luminosi attirino attenzioni indesiderate. È grande poco meno del suo palmo, la sua luce è piuttosto intensa, eppure non può dire con certezza che sia al massimo del suo splendore, potrebbero essere ancora lontani. Troppe incertezze. Uscire allo scoperto troppo pericoloso. Un fremito lo spinge a cercare con gli occhi l’opinione di James. L’uomo deve avere lo stesso timore, per cui prende la precauzione di disilludere tutti e tre. Invisibili saranno molto più difficilmente attaccabili da chiunque volga lo sguardo a quello spazio scoperto. «Vado per primo, conosco un incantesimo per aprire serrature magiche, qualcuno rimanga un po’ indietro per intervenire nel caso un problema blocchi gli altri» la sua voce è un sospiro flebile, ma esiste. Si muove silenziosamente, evitando di lasciare impronte sul terriccio, fino ai rami d’edera. Non tocca nulla, non prova nemmeno a scostarli, non ancora, onde evitare di rivelare la propria posizione. «Manifesta incantamentum» sussurra per rivelare la presenza di un qualsiasi incantesimo nell’area adiacente. Nel caso in cui ci sia un incantesimo serrante ad impedire l’apertura dell’ingresso, Daniel chiuderebbe le mani a pugno ed eseguendo un movimento fluido delle dita aggiungerebbe la formula «Eripe». Invece, nel caso in cui non sia presente alcun tipo di incantesimo esorterebbe semplicemente James ad aprire la porta, assicurandogli di essere lì per coprirgli le spalle in caso di eventuali attacchi.
    Daniel Callaway

    «
    Nam nec lorem sapien. Vestibulum felis turpis, interdum ut tempor eu, tempor at lectus. Curabitur sit amet mauris interdum, rutrum libero pretium, tincidunt est. Nullam dolor nisi, lacinia quis sem rhoncus, fringilla elementum leo. Pellentesque hendrerit turpis ut tincidunt tincidunt. Phasellus pretium sapien lectus, non auctor urna facilisis a. Nullam scelerisque tortor in venenatis viverra. Cras vitae mi sodales, ultrices massa ut, faucibus felis. Aliquam vitae est non justo ullamcorper sagittis.

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    Skills utilizzate nel post
    1) percezione dell'aura per individuare la traccia lasciata dal fuggiasco
    2) associa alla percezione dell'aura percezione delle emozioni per capire lo stato emotivo del fuggiasco
    3) si muove silenziosamente verso il bunker dopo essere stato disilluso
    4) usa manifesta incantesimo sul bunker
    Nome: Manifesta incantesimo
    Requisiti: 18 terza lezione chierico di supporto
    Descrizione: Il chierico è in grado di rivelare la presenza di un incantesimo di qualsiasi genere impresso su un luogo, o su una persona. Ad esempio, è possibile in questo modo scoprire:
    - soggiogamento psichico da parte di un mago, o di un vampiro
    - maledizioni in atto
    - incantesimi ad effetto prolungato, come linfa vitale
    Formula: manifesta incantamentum
    Movimento: none

    5) usa incantesimo disincatenante se c'è un incantesimo che blocca magicamente la porta del bunker
    Nome: Incantesimo disincatentate
    Requisiti: 28 terza lezione chierico di supporto
    Tipologia: controincantesimo
    Descrizione: dissolve incantesimi imprigionanti di qualsiasi natura
    Formula: eripe
    Movimento: chiudere la mano sinistra in un pugno e poggiare la destra su di essa. Sollevare le dita della mano destra partendo dal mignolo fino al pollice


    Bonus del PG

    -akti fos: +4 alla vista e agli incantesimi psichici (2° turno)

    Bonus Spiriti Elementali:

    - Spirito principale: Vers
    Specie: Akhi
    Livello: IV
    Skills:
    I Livello
    Dominus corallii. [non necessita del tiro del dado]
    Tutti gli incantesimi di Corallo ottengono +2 ai tiri per colpire.

    II Livello
    Unione. [non necessita del tiro del dado]
    Gli incantesimi in combo del mago ottengono un bonus di +2.

    III Livello
    Coscienza universale [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito è in grado di mettersi in contatto con ogni altro spirito in un raggio di 15m. Può sapere cosa vede, sente e pensa in quel momento, arrivando così ad avere anche una vaga idea di quello che pensa il mago a cui è connesso.

    IV Livello
    Luminescenza [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito può emettere luce quando si trova al buio e richiamare una scintilla luminosa dagli spiriti a cui era connesso nel Caos Elementale. Se emessa vicino una manifestazione elementale di erba, questa guadagna resistenza. Se sono presenti altri Akhi che usano Luminescenza verranno attratti l'uno verso l'altro per dare inizio alla loro caratteristica danza, chiamata Almrija, che sblocca automaticamente Fioritura. L'Almrija può essere usata una volta ogni tre turni solo se sono presenti almeno 3 Akhi.
    Contenuto del sacchetto di velluto presente nella tasca destra:

    1) 2) Ematite Da un bonus di +3 ai tiri per colpire se stretta durante l'incantesimo (x2) UNA LA HA CEDUTA A JAMES APPENA è ARRIVATO
    3) Giada Se attivata riesce ad emettere un'aura in grado di potenziare gli incantesimi runici nel raggio di 2m (bonus +3).
    4) Lapislazzuli Il mago può vedere chiaramente attraverso questa pietra anche al buio se viene attivata.
    5) Opale Assorbe un incantesimo di magia nera se brandito davanti a sé. Può essere emesso contro l'avversario a proprio piacimento. Causa un malus di -3 agli incantesimi del turno.
  8. .
    Buongiorno!

    Prima di tutto grazie mille per il feedback e la sincerità, sono felice che tu l'abbia scritto perchè così nella quest per te e Lara cercherò di stare molto più attenta ai dettagli che mi hai fatto notare.

    Per quanto riguarda la turnazione di cui ho parlato con Pat ne terrò enormemente in considerazione durante la tua miniquest cosi che inizio a valutare una prima applicazione pratica, anche se ovviamente essendo solo due le problematiche a tal proposito si dovrebbero ridurre considerevolmente.

    Invece, parliamo approfonditamente dei dettagli che hai messo alla luce
    1) fatica: fino ad ora l'ho considerata solamente per giustificare condizioni in cui un incantesimo, o un'azione non superavano la cd che non è mai stata influenzata veramente dalla fatica. Dal momento che eravate tutti maghi esperti dire semplicemente che avevate sbagliato nella formulazione dell'incantesimo era paradossale, non sempre potevo utilizzare la giustificazione delle tempestiche veloci, o della presenza di distrazioni esterne. Dunque la fatica è sempre stata solo un aggettivo di contorno, questo perchè non è quantificabile per noi master, dipende veramente da troppi dettagli e ci troveremmo molto in difficoltà nella sua valutazione. Se anche ponessimo un limite massimo di incantesimi dopo il quale si entra in "fatica" e la cd degli incantesimi aumenta, ci troveremmo di fronte la situazione che i player sarebbero scoraggiati dall'usare gli incantesimi, cosa che personalmente preferirei evitare perchè lo scopo del gioco è quello e in più è genericamente noto nel mono di magia della Rowling che i maghi abusano enormemente delle loro capacità magiche anche a discapito del loro intelletto (ricorda il primo libro e la prova delle pozioni risolta da Hermione).
    2) Theresa è stata colpita da un fulmine ed effettivamente aveva dei malus fisici, ma faceva i propri incantesimi seduta nella cabina di pilotaggio. Per quanto riguarda gli incantesimi, essendo la sua mente pienamente in funzione (ho evitato tassativamente di darle danni mentali) gli incantesimi erano comunque possibili, in più ha utilizzato incantesimi della cui formulazione è ampiamente esperta. Theresa infatti tende ad utilizzare più o meno sempre gli stessi incantesimi in tutte le quest, ciò fa si che inevitabilmente la cd dopo un po' si abbassi, eppure durante questa quest non ho mai abbassato nessuna cd, proprio per evitare che vi fossero favoritismi.
    3) La partenza dell'aereo: alla fine della quest ho fatto partire l'aereo senza considerare alcuni malus per tre semplici motivi.
    - il motivo principale è che Logan era tramortito e Alexandr non poteva utilizzare la magia. Se non avessi fatto partire l'aereo Theresa e Logan non avrebbero avuto alcun motivo per non ucciderli entrambi e impossessarsi del secondo aereo. So che questa non è una giustificazione valida, perchè si deve sempre aderire alla credibilità e non impedirne il corso per evitare che dei pg muoiano, ma dal momento che il termine di una settimana era scaduto da due giorni abbondanti e i due agenti non erano riusciti ad impedire che il frammento venisse preso dai due ladri, ho preferito mettere un punto alla quest e far partire l'aereo, altrimenti sarebbe potuta continuare tranquillamente per un'altra settimana, molto oltre il limite che vi avevo tassativamente assegnato.
    Questa decisione sicuramente è infelice, oltre che impopolare, ma una volta superate le tempistiche occorre, a mio parere, che il master sia in grado di chiudere una quest.
    - Theresa è un'alchimista esperta e i suoi incantesimi sono sempre andati a segno, l'indebolimento alla struttura del muso dell'aereo non era cosi consistente a mio parere da impossibilitarne completamente la partenza
    - la tempesta di sabbia (cioè l'ostacolo maggiore) aveva esaurito i suoi tre turni (al quarto, cioè all'ultimo post di logan era ormai esaurita) e dunque non impediva più la partenza dell'aereo dei ladri, nè l'atterraggio del secondo aereo
  9. .

    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Non è che ci avesse mai pensato a fumare cocaina, ma qualcosa che interpretò come istinto di sopravvivenza gli suggeriva che non fosse proprio una mossa geniale. Tuttavia niente gli impediva di chiedere più informazioni se fossero tornati sull’argomento. A dimostrazione del fatto che non sempre lo spirito di sopravvivenza si accompagna alla decenza. Una qualità che non gli era mai davvero appartenuta, come dimostravano i panni sporchi ammonticchiati qui e lì, o la massa di lattine vuote di birra che si dividevano il ripiano della cucina con i piatti sporchi. In effetti a pensarci aveva gli stessi boxer da un po’. Magari era arrivato il momento di metterli al contrario, giusto per usarli per bene visto che non ce n’erano di puliti. Forse era arrivato il momento di approcciarsi alla lavatrice. O fare il mitico bagno di sapone. Se l’era inventato lui. Si riempiva la vasca da bagno di tutti i panni sporchi, si riempiva con acqua fredda e si aggiungeva detersivo. Poi con una cucchiarella, o una spatola, si girava un po’ e alla fine si lasciavano i vestiti in ammollo. Dopo qualche ora, che poteva anche diventare un giorno intero, i vestiti si strizzavano per bene e si stendevano. Molto meno problematico di una lavatrice e alla fine il principio era lo stesso. Magari appena gli fosse passata la botta della pigrizia da erba lo avrebbe fatto. Il problema era dover smettere di fumare almeno per qualche ora. Infattibile. Scacciò con gesto disinteressato la mosca con cui divideva l’appartamento da quando Isy se n’era andata. Quella convivenza funzionava solo se nessuno dei due dava fastidio all’altro. Intanto lo sconosciuto, Roy, era un tipo niente male, uno di quelli che hanno una dote naturale per la comicità. La cosa dell’acqua aveva scatenato una risata fragorosa, la battuta funzionava perché in fin dei conti acqua e vodka si somiglino e si presuppone che uno sano di mente avrebbe dovuto bere più l’una che l’altra e non il contrario. Abbastanza elementare perché persino lui, persino in quello stato semicatatonico, poteva afferrarla. Davvero divertente. Senza contare anche l’altra cosa, il fatto di babbonatale. Non aveva mai davvero collegato le due cose. Rimase per diversi secondi in estatica contemplazione del niente. Un po’ per via dell’erba che aveva lo strano effetto collaterale di farlo incantare sui granelli di polvere e un po’ perché cazzo era dannatamente vero. Lui e babbonatale avevano lo steso nome. Che scoperta grandiosa. Alla fine della lunga meditazione l’estasi di quella scoperta gli illuminò il volto. Si voltò lentamente per guardare in faccia Roy e annuire. «Diamine hai ragione. Ho il nome di Babbo Natale. Hey lo sapevi che era russo? Forse è per questo che i russi mi stanno naturalmente simpatici, chi lo sa». Scosse la testa ancora sconcertato da quella straordinaria scoperta, mentre allungava la mano per versarsi di nuovo da bere. Non centrò completamente il bicchiere, lasciando qualche piccolo lago di vodka a disposizione di eventuali formiche ubriacone. Ne giravano a bizzeffe da quelle parti. Uscivano da qualche buco, ma ancora non era riuscito a capire dove, aveva giusto il giorno prima tappato un buco con un calzino, ma dovevano essere riuscite a trovare un'altra via per entrare. In fin dei conti però la colonia di formiche non faceva altro che alimentare l’ecosistema animale che viveva già in casa sua. Accanto a letto, sulle mensole che aveva montato appositamente per Isy lei ci aveva messo tutte le scatoline con dentro i suoi scarabei. Mostri di Tharizdun a cui doveva dare da mangiare più spesso di quanto lui avesse i soldi per sfamare se stesso. «Mi chiamano quasi tutti Nik, però mi va proprio di farmi chiamare come Babbo Natale. Si, Klaus è perfetto da oggi sono solo Klaus». Gli sarebbe bastato informare il suo stretto giro di amicizie e fingere di non sentire quando lo avessero chiamato Nik e tempo qualche giorno il suo nuovo nome sarebbe stato Klaus. Prese la canna che il ragazzo gli aveva lasciato sul posacenere stracolmo. Prese una lunga boccata prima di scattare in un entusiasta «Ah si, le lasagne! Ho preso due forchette se hai fame». Avrebbe preso anche due piatti, ma ovviamente erano sporchi, niente di nuovo. La prima forchettata fu ovviamente un piacere. Il sugo era bello denso, di quelli che rimangono sul fuoco una giornata e mezza. Le melanzane morbide e il formaggio in mezzo filava ch’era una meraviglia. Il paradiso. Mandò giù un boccone generoso con una sorsata di vodka. Era il paradiso. Roy in quel momento era il suo migliore amico. «Non sono russo» bofonchiò amareggiato con la bocca già piena del secondo boccone. Non era proprio l’immagine dell’eleganza, ma almeno fece il buon gesto di sporgersi verso il tavolo così da non sporcare a terra. Doveva prendersi un cane, quelli presi randagi, con la fame nel dna, in grado di spazzolarsi qualsiasi briciola, o goccia di sugo. «I miei genitori affidatari erano di Berlino, mi hanno preso da un posto a Londra, diciamo, e portato in Germania. Però ho conosciuto un mucchio di russi a…non è che conosci Durmstrang, vero?». Il patto di segretezza era un affare complicato per chi come lui viveva in mezzo ai No-Mag. Uno poteva essere un semplice babbano fino a quando una distrazione non faceva capire che era un mago. Chiedere prima evitava un mucchio di equivoci inutili. «Cioè dico, ha senso per te questa parola, ci sei mai stato? Non che ti è solo familiare, ma devi anche sapere cos’è, se no poi non so se te lo devo spiegare»

    code by .isabella.
  10. .
    Dunque in pratica suggerisci, sempre durante gli scontri, una turnazione più categorica, nel senso che i quattro partecipanti (numero casuale) postano tutti e poi il fato fa un esito collettivo, e cosi via finchè lo scontro prosegue, nel caso in cui invece lo scontro si interrompe perchè i personaggi si allontanano o scappano o fanno altre cose si riprende con gli esiti singolo subito dopo il post
  11. .
    Dunque ricapitolando ciò che hai scritto:
    - nel caso vi siano dei duelli dovrebbe essere sempre necessario aspettare prima il post del fato prima di rispondere: tecnicamente è già così, questo però escluderebbe la possibilità di fare esiti collettivi durante gli scontri, in quel caso infatti ho aspettato che tutti e quattro i player postassero le loro combo per esitare
    - turnazione: tecnicamente anche questa cosa è già cosi, non ho mai dato delle scadenze di 24h per difendersi per evitare di mettervi altra ansia, oltre la questione che la quest sarebbe finita allo scadere della settimana, ora però mi rendo conto che è stato percepito come se non ci fosse una turnazione, dunque è probabile che effettivamente mi sia sfuggita la turnazione e che abbia costretto un player a difendersi da attacchi di più post e per questo in effetti ti chiedo scusa, non me ne sono
    proprio resa conto
  12. .
    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    T
    ra i tronchi degli alberi il buio, ne è certo, lo osserva. Si gonfia di un respiro sibillino che lentamente si espande, avanza impercettibilmente tra i fili d’erba. Dita d’ombra, ricamate dalla luce delle stelle, si allungano fino a lui, accarezzando i confini indefinibili della sua aura. La foresta lo esorta ad entrare ed è l’attrattiva che esercita su di lui quell’invito a farlo rabbrividire. Daniel sente l’istinto di fuga spingere un tallone ad arretrare appena. Osserva rapito il buio tra gli alberi e si chiede quanto di sé dovrà sacrificarvi perché lo lasci andare. Si sente l’agnello al pascolo e per un attimo spera che il buio nasconda le sue sembianze di preda e conceda alla creatura che percepisce a pochi metri il dubbio che sia un pericolo a cui rimanere alla larga. Riferisce con un filo di voce ciò che vede ai compagni, gli altri fanno lo stesso. Per qualche altro istante rimangono tutti assorti in un silenzio di cui il buio sembra cibarsi. La paura non farà altro che alimentarlo. Daniel gonfia il petto in un respiro profondo e continuando a mantenere attivo il potere del lapislazzulo fa il primo passo. Il bosco non ha una soglia, né un confine preciso, inizia rado e solo dopo pochi metri si fa più fitto, eppure il primo passo sembra superare il limite di non ritorno. Allo stesso modo ogni passo è ben calibrato e lento, adagiato con calma sul terriccio, o l’erba umida di quella notte. Daniel evita accuratamente ogni legnetto, ogni foglia secca, ogni possibile ostacolo che possa produrre un suono al suo passaggio, così da muoversi il più silenziosamente possibile. Respira piano, eppure ogni respiro sembra emettere un frastuono assordante, vortica attraverso la trachea e nei bronchi, espande i suoi polmoni che scivolano sulla pleura come se strusciassero su campanelle d’ottone. Intende avanzare senza fermarsi fino alla costruzione che James ha visto. Spera di evitare le creature che si trovano sia alla sua destra che alla sua sinistra. Quasi certamente i lupi che ha individuato Will sentiranno il loro odore e il frastuono di un combattimento attirerà la creatura che lui ha percepito. Ma Pelor è grande e misericordioso e se mai la fortuna non sarà dalla loro parte interverrà per difenderli. Daniel si prepara così ad empatizzare con le creature lupesche, le prime che con buona probabilità avvertiranno la sua presenza. In questo modo trasmetterà loro una diffusa sensazione di calma che dovrebbe trasmettergli la certezza che loro non sono nemici, ma semplici e inoffensivi passanti.
    Daniel Callaway

    «
    Nam nec lorem sapien. Vestibulum felis turpis, interdum ut tempor eu, tempor at lectus. Curabitur sit amet mauris interdum, rutrum libero pretium, tincidunt est. Nullam dolor nisi, lacinia quis sem rhoncus, fringilla elementum leo. Pellentesque hendrerit turpis ut tincidunt tincidunt. Phasellus pretium sapien lectus, non auctor urna facilisis a. Nullam scelerisque tortor in venenatis viverra. Cras vitae mi sodales, ultrices massa ut, faucibus felis. Aliquam vitae est non justo ullamcorper sagittis.

    © .isabella.



    Skills utilizzate nel post
    1) Osserva (+4 dell'akti fos) - e continua a guardare davanti a sè per tutto il tempo
    2) Mantiene attivo l'incantesiom del lapislazzulo per vedere al buio mentre cammina
    3) Si muove silenziosamente verso la costruzione
    4) se i lupi attaccano usa empatia animale per dargli una sensazione di calma
    Nome: Empatia Animale
    Requisiti: CAPACITA' EMPATICHE
    Descrizione: il mago ematico può percepire le emozioni degli animali e trasmettere le proprie. In questo modo è possibile calmare un animale imbufalito, o agitato, o sofferente, trasmettendo emozioni positive.
    Movimento: serve contatto visivo, o fisico, sono sufficienti alcuni minuti di concentrazione, più il mago è esperto ad empatizzare con l'animale, più gli sarà facile. Il tocco e il contatto visivo possono aiutare.


    Bonus del PG

    -akti fos: +4 alla vista e agli incantesimi psichici (2° turno)

    Bonus Spiriti Elementali:

    - Spirito principale: Vers
    Specie: Akhi
    Livello: IV
    Skills:
    I Livello
    Dominus corallii. [non necessita del tiro del dado]
    Tutti gli incantesimi di Corallo ottengono +2 ai tiri per colpire.

    II Livello
    Unione. [non necessita del tiro del dado]
    Gli incantesimi in combo del mago ottengono un bonus di +2.

    III Livello
    Coscienza universale [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito è in grado di mettersi in contatto con ogni altro spirito in un raggio di 15m. Può sapere cosa vede, sente e pensa in quel momento, arrivando così ad avere anche una vaga idea di quello che pensa il mago a cui è connesso.

    IV Livello
    Luminescenza [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito può emettere luce quando si trova al buio e richiamare una scintilla luminosa dagli spiriti a cui era connesso nel Caos Elementale. Se emessa vicino una manifestazione elementale di erba, questa guadagna resistenza. Se sono presenti altri Akhi che usano Luminescenza verranno attratti l'uno verso l'altro per dare inizio alla loro caratteristica danza, chiamata Almrija, che sblocca automaticamente Fioritura. L'Almrija può essere usata una volta ogni tre turni solo se sono presenti almeno 3 Akhi.
    Contenuto del sacchetto di velluto presente nella tasca destra:

    1) 2) Ematite Da un bonus di +3 ai tiri per colpire se stretta durante l'incantesimo (x2) UNA LA HA CEDUTA A JAMES APPENA è ARRIVATO
    3) Giada Se attivata riesce ad emettere un'aura in grado di potenziare gli incantesimi runici nel raggio di 2m (bonus +3).
    4) Lapislazzuli Il mago può vedere chiaramente attraverso questa pietra anche al buio se viene attivata.
    5) Opale Assorbe un incantesimo di magia nera se brandito davanti a sé. Può essere emesso contro l'avversario a proprio piacimento. Causa un malus di -3 agli incantesimi del turno.
  13. .
    Ciao Theresa!

    Parto con il ringraziarti del feddback e della valanga di complimenti, sono decisamente la più grande soddisfazione che un master può ricevere, quando il lavoro e la dedizione ripagano fa sempre tanto piacere.

    Parleremo sicuramente in staff della turnazione e degli esiti collettivi, dunque vorrei chiedere il tuo parere per la mia proposta di metodologia (che potrebbe essere non condivisa dal resto dei master, dunque non è affatto qualcosa che verrà attuato con certezza):

    Dal momento che fare solo esiti collettivi rallenterebbe troppo il gioco vorrei proporre uno schema di esitaggio misto, cioè nelle situazioni di spostamento, osservazione ed esplorazione attuiamo solamente esiti singoli, nel caso di conflitti tra le parte in gioco, fare esiti collettivi qualora le azioni delle parti sfidanti avvengono CONTEMPORANEMANETE. Se avvengono contemporaneamente è una decisione presa a discrezione della ragionevolezza del master, che non deve essere contestata dai playere, a meno che non ci siano state effettivamente incomprensioni del post.
    Il problema che inevitabilmente sorge è che un personaggio può trovarsi costretto a difendersi da attacchi che non è certo vadano a segno. E ancee se sembra una stupidaggine, è un problema enorme.
    Dunque dal momento che già parlammo di fare una sorta di "metaesiti" durante il recuperone al museo, ma la cosa non ottenne il favore generale, proporrei semplicemente che ogni personaggio deve difendersi da tutti gli attacchi, poi sarà il master a stabilire il modo in cui avvengono tutte le azioni in base ai punteggi del dado.
    Ovviamente per evitare il metagame il master deve sempre stare attento alla coerenza della spiegazione per cui il personaggio si rende conto dell'attacco e si difende.

    Dimmi se questo approccio misto potrebbe secondo te rappresentare una soluzione coerente con la tua proposta.
  14. .
    Theodore Duncan Walker
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    I have zero tolerance for betrayal, which they will soon indelibly learn.
    Abbassa un angolo del giornale per sbirciare oltre gli occhialetti da lettura. L’agente Lagrange lo osserva con un’espressione vagamente sofferente, che stona con il suo sguardo invece limpido. Negli occhi ha una scintilla di vitalità che le ustioni non sono riuscite a spegnere. Walker lo osserva severo, le labbra sono strette in una linea sottile, ma gli angoli sono impercettibilmente sollevati. Fortuito non è l’aggettivo che utilizzerebbe per definire le proprie decisioni. «Amo l’odore di disinfettante degli ospedali» risponde ironico mentendo però un tono disteso. Chiude il giornale e lo ripiega un paio di volte, prima di abbandonarlo con un gesto disinteressato sul tavolino accanto alla sua sedia. Mentre Lagrange si sincera delle condizioni della sua collega Walker toglie gli occhiali da lettura e li infila con cura nella tasca interna della giacca nera. Il suo sguardo corre per un attimo sui lineamenti androgini dell’agente Egorov. Eseguono attente analisi di ogni candidato al ruolo di agente del macusa, eppure lei è riuscita a nascondere in qualche modo la sua sessualità. È un’ennesima conferma del fatto che nella trama dell’istituzione magica ci sono delle microscopiche falle. «Sta meglio di lei sicuramente». Theodore poggia i gomiti sui braccioli della sedia, stringendo le mani intorno alla leggera curvatura. Torna a guardare l’agente Lagrange chiedendosi se non siano necessari altri cc della pozione antidolorifica preparata dai medimaghi. Il ragazzo però non proferisce alcun mugugno, probabilmente intenzionato a mostrarsi molto più resistente di quanto non sia. Decide di assecondare il suo desiderio e lasciare il compito del dosaggio dei medicinali a qualche medico. «Siete sopravvissuti ad una missione con bassissime possibilità di riuscita, agente Lagrange. Porgervi i miei complimenti di persona è un onore». Certo, se avessero un capo del dcmc probabilmente sarebbe stato lì al posto suo, ma preferisce glissare quel dettaglio. I suoi complimenti sono talmente rari che è decisamente una scelta più oculata evitare i se e godersi il momento. Theodore inclina appena la testa mentre osserva con ritrovata serietà l’agente. Ha avuto molte remore riguardo quella missione. Moltissime decisioni difficili da prendere. Mandare due agenti semplici è stata una scelta non solo politicamente strategica, ma anche tragicamente indispensabile. Troppi maghi erano scomparsi nel tentativo di espugnare la tomba di Horus, rischiare di perdere due agenti anziani sarebbe stata una mossa troppo azzardata, al punto da spingerlo riconsiderare l’idea di mettere in atto la missione. Mandare due agenti semplici invece era molto più sensato, se non fossero tornati la perdita non avrebbe indebolito il dcmc. Egorov e Lagrange erano sacrificabili. Tuttavia ancora non può smettere di pensare che, come tutti, anche loro sono figli di qualcuno, qualcuno fuori dalla sua giurisdizione, ma pur sempre una madre e un padre che avrebbero dovuto piangere su tombe simboliche la loro prematura e inspiegabile scomparsa. Le informazioni sarebbero infatti rimaste materiale classificato anche dopo la loro dipartita. Theodore in quel caso avrebbe dovuto portare da solo il dolore della verità. Eppure, a discapito di ogni statistica, aveva deciso di rischiare, se i due agenti fossero riusciti nella missione la vittoria avrebbe significato un passo avanti enorme per il governo magico. Era stata una decisione pericolosa, ma in quel momento non può che essere soddisfatto dalla scelta presa. «Sfortunatamente è una missione segreta e nessuno saprà mai cosa avete fatto lei e il suo collega». E così la sua reputazione di uomo che non elargisce complimenti rimane al sicuro. «Rimarrà top secret per il prossimo secolo e mezzo stando ai registri, la pregherei dunque di non raccontare a nessuno ciò che è accaduto al Cairo. Altrimenti i miei tentativi di arginare le conseguenze diplomatiche verranno sabotati e avrò solo perso tempo utile».
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
  15. .

    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Era rimasto per un po’ nella sua stanza. Ci aveva provato davvero a pensare a tutte le possibili alternative che gli permettessero di evitare di disubbidire all’ordine di sua madre. Era sensato che lui rimanesse al sicuro nel Manor, sensato che se ne stesse fuori dalla portata di occhi indiscreti, sensato che evitasse di far adirare ancora di più sua madre. Solo che andare da Isobelle era dieci volte più sensato di tutto il resto, quindi alla fine aveva preso dei cuscini e li aveva infilati sotto le coperte. Un piccolo trucchetto che aveva ampiamente testato durante le estati trascorse a casa dei Winkler. Non voleva che pensassero fosse uno scansafatiche, uno che bighellonava in giro per Berlino fino all’alba a fare chissà cosa con chissà chi. Ed in effetti non avrebbero avuto tutti i torti se non gli fosse andato proprio a genio, visto che passava metà del tempo sotto acidi e l’altra metà sotto md. Mise anche una pallina di asciugamani nel cappuccio di una delle sue felpe, cosi che sembrasse la sua testa. Era un lavoro praticamente perfetto. Si prodigò persino a chiudere la porta a chiave. Se fosse tornato la mattina presto nessuno si sarebbe reso conto della sua sparizione. Persephone sarebbe rimasta in salvo dall’ennesima delusione per quel disgraziato di figlio che si era ritrovata e lui poteva sentirsi un po’ meno un figlio ingrato. Dalla finestra a terra era un bel volo. Fortunatamente l’albero che dava sulla stanza di Ardan non era proprio lontanissimo. Saltare sul ramo più vicino però non si rivelò proprio un’idea geniale. Scivolò sgraziatamente sbattendo poi sui rami più in basso, a cui riuscì ad aggrapparsi all’ultimo momento solo perché per quella sera la sfiga l’aveva esaurita ormai tutta. Prese un sospiro di sollievo guardando l’erba umida sotto di sé, forse sarebbe riuscita ad evitargli una bella frattura, ma avrebbe fatto un male cane. Si dondolò appena con le braccia per poi sollevare le gambe e aggrapparsi al ramo come una scimmia. Strisciò con movimenti piccolissimi e dannatamente rumorosi fino al tronco. Abbracciò la corteccia insinuando le dita delle mani tra le sue venature naturali. La discesa fu lenta e difficile, si graffiò come previsto una guancia, che cominciò a pulsargli. Arrivò a terra con un saltello ad effetto che lo riscattò almeno un poco di quella pessima scalata. Strofinò la guancia con la manica per pulirsi dal muschio e dai pezzetti di corteccia prima di correre in direzione del bosco. Avrebbe voluto potersi trasformare in un lupo come alcuni mutaforma, cosi da correre molto più veloce. Pensò a come doveva essere stare a quattro zampe, nudo e allo stesso tempo coperto di morbido pelo. Si chiese quanti odori ci fossero nel bosco che lui con il suo naso da umano non potesse sentire. Il profumo fresco del muschio e quello più intenso dei funghi ai piedi degli alberi. Su tutto avrebbe dominato l’odore intenso della terra umida. Quei pensieri insieme alla fatica della corsa nel bosco ebbero il potere di rasserenarlo. Per quanto cercasse di non pensarci quella notte era stata orrenda. Poter respirare finalmente libero l’aria fresca e pulita del bosco era praticamente un miracolo. Uscito dal bosco sollevò il cappuccio della felpa blu scura, tirò fuori la maschera dal tascone laterale e se la infilò ben stretta in faccia. Camminò per quasi un’ora. A testa china, mani nelle tasche, il catalizzatore per stretto tra le dita. Osservò per quasi tutto il tempo le punte delle sue scarpe da ginnastica maltrattate. Seguì con gli occhi il modo in cui i pantaloni grigi della tuta formavano una piega innaturalmente ampia sul ginocchio. Quando finalmente arrivò alla porta di casa era sudato fradicio e talmente stanco da non riuscire a tenere gli occhi aperti. Era una stanchezza diversa da quella che aveva provato arrivato al manor. Non avrebbe saputo dire in cosa, ma era più pulita, più serena. La testa gli si era completamente svuotata, anche se il primo tatto della passeggiata lo aveva fatto pensando e ripensando a cosa avrebbe voluto dire ad Isy. Mentre cercava le chiavi di casa sotto il tappetino ed entrava qualsiasi cosa avesse elaborato gli era ormai scomparsa dalla testa. Avrebbe improvvisato. Un po’ come al solito. Gli bastò un’occhiata all'appartamento per confermare quello che temeva: Isobelle non c’era. Sospirò. Sarebbe volentieri andato a dormire. Lasciò la porta socchiusa per Isy e le chiavi sul davanzale della cucina. Guardò a lungo il sacco da boxe chiedendosi se per rimanere sveglio non fosse il caso di allenarsi un po’. Noah lo aveva messo decisamente in ridicolo. Era un dannato bestione. Eppure da fuori non è che lo avesse detto. Cioè da fuori sembrava un normale bestione, poi i suoi colpi erano molto più duri di quanto ci si aspettasse. Il che equivaleva a dire che erano poco meno che micidiali. Beato lui. Scosse la testa prodigandosi in una manata sconsolata diretta al sacco. Per quella sera ne aveva abbastanza di usare i muscoli. Si sedette piuttosto al suo sgabello davanti il vecchio pianoforte. Poi si rialzò giusto per aprire le finestre. Tutto il bronx si sarebbe lagnato per la musica a tarda notte, ma forse se avesse suonato qualche ninnananna avrebbe aiutato gli insonni ad addormentarsi.

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