Posts written by Joy.

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    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Mentre l'ascoltava tentare le prime incerte note alla fisarmonica si stese sull'erba al suo fianco. Incrociò le dita dietro la testa abbassando il cappello fin sul naso. Nel buio del tessuto blu scuro del cappello degli Yenkiees le note un po' ammaccate di Ayumu s'intonarono con lo stridere dei suoi pensieri confusi. Non ci aveva mai pensato in quei termini, ma in effetti da quando aveva il cuore spezzato suonava più di quanto non facesse da anni. Un po' grazie al fatto che sua madre aveva più di un pianoforte disperso nel Manor, ma anche perchè era l'unico modo in cui riusciva a smettere di pensare ad Isobelle. Gli pesava sul cuore come un macigno che lo schiacciava un po' di più contro il pavimento ad ogni respiro. Diventava sempre più difficile sentirsi leggeri, ogni giorno si faceva più lugubre e il desiderio di evasione più insistente. Si presentava come un senso di agitazione che gli fremeva sotto la pelle e che lo spingeva a camminare avanti e indietro per le stanze del Manor e attraverso i suoi giardini e poi sulla moto fino a Central Park senza un motivo valido. Aveva solo bisogno di fare. E suonare richiedeva tutta al sua attenzione. Così aveva un po' di pace. Persino parlare con Ayumu si era rivelato un sollievo. La solitudine forzata in effetti non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Quando la voce allegra della ragazza attirò la sua attenzione Nik arricciò le labbra nell'accenno di un sorriso un po' storto, ma non provò però ad alzarsi. "Per essere la prima volta sei stata brava. La mia prima volta è stata terribile" scherzò allargando di poco il sorriso, che si spense in un sospiro profondo. "Suki koso mono no juku nare" tentò di ripetere la frase giapponese. Non ricordava ogni parola attese qualche istante nel caso avesse dovuto correggerlo. "Sai, non credo che sia sempre così. Con questo non voglio dire che non sia giusto, solo che a volte anche se ami qualcosa, o qualcuno, potresti sbagliare e farlo nel modo sbagliato e anche se ti sei impegnato e ci hai provato... non conta niente quello che hai fatto o perchè l'hai fatto, ma è più importante quello che hai sbagliato. O magari può succedere che anche se ami qualcuno devi lasciarlo andare". Sospirò di nuovo sciogliendo le dita dietro la testa e passandosele sul cappello per sistemarlo meglio così da sbirciare il volto di Ayumu. Ammiccò quello che sperava apparisse come un sorriso. "Scusa forse sto un po' divagando dal significato principale".

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    Edited by Joy. - 4/9/2017, 16:38
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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Si era sempre detto che la vita ti appartiene solo quando la lasci andare. Eppure aveva passato gli ultimi mesi a cercare di tenerla stretta in pungo per non farla colare a picco. Ma non aveva più possibilità di quante ne avesse il capitano del titanic di tenere a galla la nave stringendosi al parapetto. Insomma un'impresa disperata che forse lo aveva reso solo più duro, più cinico e decisamnete meno allegro di quanto non fosse prima. Quel pensiero lo colpì in silenzio mentre ancora parlava. "Cazzo che fai guardi? Non si guarda a meno che non sei interessato alla mercanzia" ammiccò sollevando le sopracciglia in un modo che sperava fosse ammiccante. Non è che ci sperasse davvero, ma sentire Roy sganasciarsi era un modo piuttosto gratificante di risollevarsi il morale. Non è che credesse di essere poi così spiritoso, magari rideva semplicemente perchè il THC iniziava a fare il suo porco effetto. Ma non gli importava, gli bastava che quel Roy, sbucato letteralmente dal nulla, continuasse a ridere. Non provò nemmeno per un attimo a mascherare la sua incredulità quando fece riferimento ad una ragazza sua conoscente che non fosse matta come un cavallo. "No non è possibile , non ci credo, le femmine hanno un altro corredo genetico, sono proprio diverse, bro. Sicuro che non abbia che so la sorpresina lì sotto? Hai controllato?" mentre lo cheideva, sinceramente interessato alla singolarità, si sporse per riempirsi il bicchiere, scoprendo tristemente che la bottiglia era agli sgoccioli. Mentre Roy gli parlava della vecchia si alzò per frugare nella dispensa. Aveva un equilibrio precario che per qualche passò lo fece zompettare di lato preda di una forza di gravità tutta particolare. Con una mossa da acrobata russo riuscì a rimanere fermo e raggiungere la credenza lì vicino. Salone, cucina, camera da letto avevano il vantaggio di essere tutte stipate in un'unica stanza, quindi poteva spostarsi un po' dovunque e continuare ad ascoltare. "Ah io lo chiamo Rusty, sai per via del colore, ma anche Roy mi piace, in effetti avete la stessa espressione intelligente" scherzò allungandosi per aprire il mobile sopra il lavabo. Scatolette di fagioli, immancabili, maccheroni al formaggio precotti, pepe, un limone e una scatola di cereali. Scostò la scatola di cereali spinto da un'ultima speranza ed eccola lì. Tirò fuori la bottiglia di whiskey sventolandola in direzione di Roy. "Sarebbe un po' come uscire con mia madre adottiva. Cioè sono contento delle lasagne quindi una bottarella magari ci sta, ma questo non la renderebbe meno strana e conta che io una madre adottiva ce l'ho avuta ed è una cosa già strana di per sè" borbottò grattandosi i ricci sulla nuca. Sophie era una donna già avanti con l'età, forse di una ventina d'anni più vecchia di Persephone, anche se non avrebbe saputo dirlo con certezza, sua madre non lasciava intendere facilmente quanti anni avesse. Sicuro stava attraversando una specie di crisi di mezza età per tutto il vino che buttava giù, ma non aveva più informazioni di così. In ogni caso l'idea di fare sesso con Sophie lo fece rabbrividire. Scrollò le spalle come a levarsi quella sensazione di dosso. "Ti piace il whiskey? Io sono un patito, ma è roba da discount, l'ho presa con quelle offerte all'ingrosso, hai presente?".

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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Marlboro rosse. Pesanti come un pugno nello stomaco. Capaci di farti sentire il retrogusto del catrame in cui le imbevono. Ovviamente niente se paragonate alle sue Lucky Strike. La prima boccata gli permise persino di sentire di nuovo il sapore del tabacco. La nicotina gli fece vibrare i neuroni che già spasimavano agonizzanti per i due minuti e mezzo di astinenza. Espirò quasi contento, gustandosi quella che sarebbe stata la sua penultima sigaretta prima di doversi alzare per comprarne delle altre. Forse però aveva fatto pena ad una qualche divinità benevola, perchè d'improvviso un pacchetto comparve nella sua visuale. Marbolo rosse. Era forse un miracolo? Sollevò lentamente lo sguardo per incrociare gli occhi di chi aveva mollato il pacchetto davanti a lui. Aveva gli occhi azzurri e l'aria di chi è curioso di scoprire cosa avrebbe detto. Doveva avere su per giù trent'anni e l'idea di averlo messo nel sacco. Il fatto che il pacchetto dello sconosciuto fosse di marlboro poteva essere solo un caso, eppure avrebbe scommesso la sua ultima preziosa sigaretta che in qualche modo lo avesse beccato. Glielo si leggeva in faccia, nello scintillio divertito che gli illuminava lo sguardo. Se voleva fargli il culo era un modo piuttosto bizzarro per approcciarlo. Quando gli parlò le labbra di Nik si stirarono in una linea obliqua che gli sollevava un angolo. Inclinò la testa sereno come un fringuello in primavera e con altrettanta spensierata sfacciataggine sfilò due sigarette dal pacchetto. Le infilò nel piccolo taschino che la sua maglietta portava in alto a sinistra. Si diede un paio di colpetti al petto all'altezza della tasca più o meno dove si trovava il cuore. Si sfilò il filtro dalla bocca ed espirò lentamente. "Grazie, amico. Mi servivano proprio" aveva un tono ironico, in qualche modo la scenetta divertiva anche lui, per non parare del fatto che fosse riuscito a scroccare in una sola botta quattro sigarette, due delle quali in modo consensuale e del tutto lecito."Come facevi a saperlo? Sei uno di quelli che leggono nella mente, o fanno giochetti strani con la magia?". Va bene, era una cosa un po' demenziale da dire. Ma il grande problema da Joe's era quello di non sapere mai se stavi parlando con un no-mag o con un mago. Se il tipo non fosse stato un mago al massimo lo avrebbe preso per uno dei tipici vaneggiamenti da ubriacone. Poco male. Per non parlare del fatto che lo incuriosiva l'idea che lo avesse beccato, vantava una certa velocità di mano, frutto di esperienza e diverse figure di merda che gli avevano insegnato a suon di botte ad essere il più discreto possibile.

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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Ustionava sigarette dalle cinque di quel pomeriggio. Una dopo l'altra finivano schiacciate contro il fondo del posacenere. Cassie lo svuotava regolarmente e lui regolarmente lo affollava di nuovo. Alcuni mozziconi non erano suoi. Ai confini della sua attenzione diversi clienti si erano alzati e seduti sullo sgabbello al suo fianco. Con un paio aveva scambaito quattro chiacchiere, altri li aveva semplicemente ignorati, sconosciuti che avevano ricambiato il favore di essere lasciati in pace. Si era seduto nell'angolo più in fondo del bancone, quello un po' in ombra. Alimentava con pazienza la coltre densa che spirava solo al limite della sua estensione plomonare.
    Le sue erano boccate profonde che trasformavano in cenere la carta e i coriandoli di tabacco. "Un altro, Cass". Il boccale magicamente si riempiva di nuovo. L'ennesima cicca agonizzava tra le sue dita. Osservò incantato la linea rosso brillante ardere ai confini del filtro. L'avvicinò ancora alle labbra con un gesto tanto fiacco da tradire il torpore del suo umore rattrappito. Era una giornata semplicemente no, una di quelle in cui si concedeva il piacere di essere un estraneo ai confini della visuale degli altri clienti. Un'immagine fugace colta appena come cornice, senza spessore. Il calore del filtro gli ustionò le labbra. L'affogò nel posacenere, si spense con un ultimo sbuffetto di fumo, un filo di seta grigia si disperse verso l'alto prima di scomparire. Portò una mano alla tasca posteriore dei jeans. Sfilò il pacchetto morbido di Lucky Strike. Gli occhi gli si posarono per un secondo sul bollino rosso cerchiato d'oro per poi seguire il gesto con cui picchiò sul fondo. Non successe nulla. Nessun filtro fece capolino al di là del cartoncino strappato. Sbirciò all'interno corrugando le sopracciglia in un'espressione afflitta. Le sigarette erano finite. E' buon usanza in questi casi alzare il culo e cercare uno di quei magnifici distributori automatici che risparmiano anche il più basilare rapporto umano. "Hey Cassie ti avanza una sigaretta"?. L'occhiata della donna fu sufficientemente eloquente da non lasciargli dubbi. Un imprecazione sommessa gli slittò sulla lingua molle, mentre accartocciava con fastidio il pacchetto vuoto. Lanciò svogliatamente un'occhiata all'ingresso del bar. Troppo lontano. Mentre si voltava incrociò la schiena larga del suo vicino. Un tipo tracagnotto con uno strano accento. Parlava animatamente con il suo vicino, rideva e sghignazzava come uno che ha alzato il gomito. Avrebbe potuto scommettere che avesse la faccia rossa. Non che gli interessasse il suo colorito, quanto piuttosto il pacchetto di malboro rosse che gli sporgeva dalla tasca posteriore. Era uno di quei pacchetti rigidi che in tasca finiscono per ammaccarsi, il suo aveva una favorevole forma a fungo. Il coperchietto era leggermente sollevato, lì sotto dovevano esserci ancora cinque o sei sigarette. Finse di sbadigliare e stiracchiarsi, un gesto bello ampio al punto che ritirando le braccia invase lo spazio del vicino urtandogli la schiena. Il tipo si girò con un attimo di ritardo. Aveva la faccia rossa e gli occhi umidi. Nik abbassò il braccio completando l'arco e intanto gli sorrise in segno di scuse. Riportò con calma la mano destra sulla coscia. Il ragazzone ricambiò con un'occhiataccia prima di tornare a parlare con il suo compre. Nik dal canto suo spense il sorriso in una linea sottile. Si voltò di nuovo davanti a sè, verso il suo boccale ancora pieno. Quando sollevò la mano aveva tra le dita due sigarette. Un gioco da ragazzi. Il trucco di Matt funzionava bene come sempre. Fai in modo di avvicinarti e poi distrai l'attenzione. Si infilò la sigaretta in più dietro l'orecchio mentre l'altra se l'accese con una certa compiaciuta soddisfazione.

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    Che tu possa arrivare in paradiso mezz'ora prima che il diavolo si accorga che sei morto.
    nome del personaggio [sheet]
    Garrick - Rick
    info x info x info
    Ed ecco che il biondo tutto strafottente e impettito devivava verso uno sgabello più lontano. Il cambiamento di direzione era stato lampante ed eloquente, se fosse stato in macchina probabilmente avrebbe messo una frecca. In poche parole quel piccolo furfante non ci aveva nemmeno provato ad essere meno smaccato. Poco male, almeno l'idea di chiedergli una birra gli era passata, glielo si leggeva in faccia e tanto bastava per renderlo soddisfatto. Con uno schiocco compiaciuto a cui seguì lo scuotere della sua barba folta, si riportò il sigaro alle labbra e schiaffò il boccale di nuovo sotto la fontana. Quando sentì la vocetta della ragazza canticchiare il pezzo del biondo - con molta più intonazione di quanto non avesse fatto lui - lanciò di sottecchi un'occhiata davanti a sè. Potè constatare che buona parte del locale era vuota, rimanevano solamente i suoi tre o quattro affezionati, che avrebbe riscosso dal torpore dell'alcol all'ora di chiusura. Gli piaceva pensare che il suo locale fosse in qualche modo un rifugio per vecchi ubriaconi come lui. Se avesse avuto una vita schifosa e solitaria probabilmente avrebbe voluto un posto come quello dove perdere i sensi per un po'. Il volto pulito della ragazza entrò nel suo campo visivo esattamente alla coda del'occhio. "Arriva subito, signorina". Per lei scelse una delle birre sofisticate di quel pretenzioso di suo fratello, una birra scura al sorbo e frutti selvatici che riscuoteva un certo successo. Roba per intenditori con un certo stomaco, se l'era meritata e in fin dei conti suo fratello di quella ne faceva a bizzeffe. Mentre la versava lasciò che sulla superficie si formasse un bel dito di schiuma. Alla fine poggiò il boccale sulla superficie di legno che aveva appena lucidato. Aveva sempre il panno in mano, era una svelta a capire cosa lo facesse contento. Ad esempio parlare dell'Irlanda, quello lo rendeva sempre particolarmente allegro. Sorrise appena sotto la barba riccioluta, che gli solleticò l'angolo delle labbra. Sollevò gli occhi su di lei che già scintillavano del verde delle brughiere. Poi la voce petulante di quel piccolo guastafeste arrivò a rovinargli l'umore. Tipico. Si voltò per fissarlo in cagnesco. Aggrottò così profondamente la fronte che le sopracciglia gli calarono sugli occhi grosse travi di legno scuro. Si chiese se suo padre non gli avesse mai assestato una bella sculacciata sulle chiappe e se per caso non fosse troppo tardi per rimediare a quella mancanza. Fortuna volle che a salvare il deretano del ragazzo arrivò suo fratello, silenzioso come un'ombra. Era sempre stato introverso, ma da quando gliene erano capitate di tutti i colori girava come uno spettro in pena. A volte gli metteva anche un po' di paura. Quella volta però aveva una voce assorta ed era meglio di quanto ce l'aveva smorta, voleva dire che teneva la mente impegnata da qualcosa e non era vuota e desolata come il fondo di un barile. "Due barili e due barili" grugnì senza allontanare lo sguardo dal biondo. Continuò a fissarlo arcigno e in silenzio fin quando non se la svignò di sotto con suo fratello. Che se lo prendesse un po' lui sul groppone visto che era stata una sua idea ospitarlo. Gira e rigira quel moccioso sembrava stargli sempre tra i piedi. Quando finalmente rimasero solamente lui e la ragazza si rilassò poggiando i gomiti sul bancone con fare confidenziale. Non era uno che ci mettesse poi molto a rompere il ghiaccio. "Di un po'" borbottò dando uno scossone alla barba. Cercò con lo sguardo il viso della ragazza giusto per assicurarsi che capisse che stava parlando a lei. "Tu sei una a posto. Sei carina, gentile e sembri piuttosto sveglia. Potresti trovarti chiunque. Perchè proprio lui? Voglio dire: che ci trovi di tanto speciale? Dev'essere una cosa grossa per non darti fastidio la sua faccia di cu.. insomma per farti andare bene il fatto che sia un coglione".

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    Io non lo so.... aiuto... tenetelo....


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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Navigava tra i fumi dell'ubriachezza, alla deriva in un mare nebuloso e galleggiante che gli si era fastidiosamente aggrappato allo stomaco. Si girava freneticamente a destra e a sinistra per guardare dall'alto la piccola folla di adepti del culto della birra che gli si erano stretti attorno, quasi lui fosse il messia di quella religione. Ed in effetti iniziava a sentirsi un po' come il portatore infervorato di un miracoloso bambino fatto interamente del liquido schiumoso e giallo e frizzante che gli gorgogliava nella pancia e gli premeva giù in fondo alla vescica. Il figlio della fede, come il bambin gesù. E non importava se questo gettava un'ambiguità imbarazzante sulla sua persona. Ad ogni modo cercava il suo sfidante, come ogni eroe epico aveva bisogno del suo prometeo pronto a sfidare il suo potere. Iniziò persino a sentire la birra bussare alle porte dell'inferno, che altro non era che la bocca del suo stomaco in fiamme. Ci era andato giu pesante più del solito, più di quanto si era ripromesso all'inizio. Sei mesi che non la vedeva, che non pronunciava il suo nome ad alta voce, sei mesi in cui si era esercitato in ogni sintolo istante a reprimere e reprimere e reprimere ancora. Doveva immaginarselo che alla fine sarebbe crollato come un sacco di patate, o come una torre di babele. Ceneri alle ceneri. Eppure lui continuava a respirare. Anzi si sentiva particolarmente euforico, come fosse rinato, merito del suo bambino del miracolo, che presto si sarebbe premurato di espellere nel bagno degli uomini, o alternativamente contro un muro in un vialetto abbastanza buio. Che fine triste. Eppure c'era della verità anche in quello. Puoi credere di essere importante, l'essere vivente più importante di tutti, e finire lo stesso giù per uno scarico fetente pronto a mescolarti con il lerciume degli altri. Chissà se erano tutti randagi come lui lì in mezzo, figli di nessuno, abbandonati da soli nel porprio appartamento. Ondeggiò sorpreso quando sentì una voce familiare valicare i confini del tempo per tornare fino a lui chiara e cristallina come se la sua proprietaria fosse proprio lì davanti. Sollevò le sopracciglia a formare i lati di un angolo sconcertato. "Il suono di questa voce..." si portò una mano alla fronte osservando le facce dei presenti come se stesse scrutando l'orizzonte in una giornata particolarmente soleggiata. "Ditemi che sto sognando". E invece era proprio lì. Bella come sempre. Bella e dannata come sempre. Si piegò appena in avanti cercando di metterla a fuoco e allo stesso tempo di mantenere un equilibrio precario. Si, era proprio lei. Occhioni umidi come lacrime del cielo, viso pallido e guance colore dell'alba su onde di capelli neri. Il ventilatore si mosse riscosso dalla svolta che aveva preso quella serata altrimenti languida. Nella direzione della ragazza spirò una brezza dolcissima che protava con sè l'odore di legno appiccicoso e sudore di ascelle in agonia. Alcune ciocche si mossero appena per accarezzarle il viso fino all'angolo perfetto delle labbra rosse. La ragazza sollevò una mano, dita affusolate lisciarono una delle trecce che le cavalcavano il collo. Morrigan. Ricordava quel nome. Duro quanto il suo carattere, tanto duro da non offrire alcuna possibilità di soprannome. Le sorrise inebetito dai ricordi che d'un tratto erano arrivati a stordirlo. Si rimise dritto in piedi ammiccando un sorriso sornione ed obliquo. "Guarda guarda chi ha risputato fuori la bocca dell'Inferno" canticchiò per poi affogare l'ultimo sorso di birra. "Eppure" cominciò pulendosi la bocca con la manica della camicia, "avrei detto che ci saresti stata comoda. Fiamme, fruste, forconi e poveri disgraziati su cui inferire... sono nel tuo stile, se non ricordo male". Finse un'espressione seria, come stesse effettivamente prendendo in considerazione la sua sfida. "Se proprio ci tieni tanto a dimostrare le tue capacità - e qui cito le tue parole - di "buttare giù" liquidi seri" cercò di trattenersi, ma risatine incontrollabili gli sfuggirono impedendogli di proseguire. Quando recuperò la sua espressione seria allargò le braccia passandosi la lingua sull'interno della guacia. "Puoi farlo anche sul retro del bar, solo io e te". Ebbene si, lo aveva detto. Non ci avrebbe messo la mano sul fuoco nemmeno un attimo e invece si era dimostrato più intrepido di quanto credesse.

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  7. .
    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    Le
    creature erano più cocciute di quanto si aspettasse, era anche vero che fosse fuori allenamento. L'ultima missione con i defensor risaliva ad anni prima e tutto ciò che aveva fatto fino ad allora erano lezioni in cui si limitava ad osservare. Il gruppetto di creature d'altra parte non sarebbe rimasto lì a guardarli ancora a lungo, presto sarebbero balzati in avanti, pronti a stringere la mandibola intorno alla loro gigulare. Tutto ciò che gli impediva di farlo erano gli incantesimi di luce di James, che sotto consiglio di William aveva tentato un approccio più diretto. Utilizzare un incantesimo di luce più intenso era pericoloso. Loro intendevano attraversare la foresta e uscirvi sani e salvi, illuminare a giorno quella parte di foresta avrebbe attratto molte più attenzioni di quanto desiderasse. Lasciò la decisione al capo del mafi, preferendo tentare ancora una volta con qualcosa di più blando. "Agilitas Pelori" mormorò lasciando che nelle sue membra la forza di Pelor s'irradiasse come un brivido. Dopo di che contro ognuna delle tre creature avrebbe scagliato un palmo di luce, recitando la formula "Collustro". La luce non era troppo intensa eppure sarebbe bastata per attirare l'attenzione di altre creature nelle vicinanze. L'unica speranza era che se ne tenessero lontane. A quel punto avrebbe cercato segni dell'effetto dell'incantesimo prima di scattare in direzione di William mettendo quanta più strada possibile tra sè e le creature. Non che fosse sufficiente, se l'avessero voluto inseguire l'avrebbero ritrovato a qualsiasi distanza si fosse avventurato. Li avrebbe guidati il suo odore se non le tracce che stava sconsideratamente lasciando nel terriccio. Non avrebbe in ogni caso potuto fare altrimenti. L'impellenza di abbandonare la foresta si faceva sempre più pressante, come la sensazione che il buio in qualche modo li stesse silenziosamente fagocitando nel suo ventre.
    Daniel Callaway

    «
    Ogni uomo è
    colpevole
    di tutto il bene
    che non ha fatto

    © .isabella.



    Skills utilizzate nel post

    Daniel:
    1) velocità divina
    CITAZIONE
    Nome: Velocità divina
    Requisiti: 25 prima lezione chierico di supporto
    Descrizione: il mago su cui viene castato l'incantesimo ottiene un aumento considerevole della propria velocità (+3).
    Nota: l'incantesimo non riesce se viene castato su soggetti con un'aura corrotta, oppure con intenzioni malvagie (come ad esempio uccidere, rubare, ferire un innocente)
    Formula: Agilitas Pelori
    Movimento: sigillo tigre

    2 3) 4) palmo di luce
    Nome: Palmo di luce
    Requisiti: 20 II lezione I anno
    Descrizione: dal palmo del mago viene generato un lampo di luce che acceca un solo avversario
    Durata: il numero di azioni durante le quali il mago avversario è accecato è pari al tiro del d4.
    Formula: collustro
    Movimento: pronunciare la formula a palmo sollevato verso il bersaglio

    5) se gli animali rimangono storditi fugge in direzione di wiliam


    Bonus del PG/Bonus Razza

    Bonus Spiriti Elementali:

    - Spirito principale: Vers
    Specie: Akhi
    Livello: IV
    Skills:

    I Livello
    Dominus corallii. [non necessita del tiro del dado]
    Tutti gli incantesimi di Corallo ottengono +2 ai tiri per colpire.

    II Livello
    Unione. [non necessita del tiro del dado]
    Gli incantesimi in combo del mago ottengono un bonus di +2.

    III Livello
    Coscienza universale [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito è in grado di mettersi in contatto con ogni altro spirito in un raggio di 15m. Può sapere cosa vede, sente e pensa in quel momento, arrivando così ad avere anche una vaga idea di quello che pensa il mago a cui è connesso.

    IV Livello
    Luminescenza [non necessita del tiro del dado]
    Lo spirito può emettere luce quando si trova al buio e richiamare una scintilla luminosa dagli spiriti a cui era connesso nel Caos Elementale. Se emessa vicino una manifestazione elementale di erba, questa guadagna resistenza. Se sono presenti altri Akhi che usano Luminescenza verranno attratti l'uno verso l'altro per dare inizio alla loro caratteristica danza, chiamata Almrija, che sblocca automaticamente Fioritura. L'Almrija può essere usata una volta ogni tre turni solo se sono presenti almeno 3 Akhi.
    Contenuto del sacchetto di velluto presente nella tasca destra:

    1) 2) Ematite Da un bonus di +3 ai tiri per colpire se stretta durante l'incantesimo (x2) UNA LA HA CEDUTA A JAMES APPENA è ARRIVATO
    3) Giada Se attivata riesce ad emettere un'aura in grado di potenziare gli incantesimi runici nel raggio di 2m (bonus +3).
    4) Lapislazzuli Il mago può vedere chiaramente attraverso questa pietra anche al buio se viene attivata.
    5) Opale Assorbe un incantesimo di magia nera se brandito davanti a sé. Può essere emesso contro l'avversario a proprio piacimento. Causa un malus di -3 agli incantesimi del turno.
  8. .
    · Professore di magia bianca · Capo dei Defensores·

    E
    rano nel corridoio principale del dipartimento del Mafi. James gli aveva chiesto di attendere lì l'arrivo del suo agente. Accolse con piacere la scoperta che l'agente in questione fosse Trevor. Non sapeva se il capo del dipartimento fosse a consocenza dei loro rapporti, ma in ogni caso gliene fu grato. La tensione che lo aveva afflitto fino a quel momento si sciolse nella convinzione che Will e Jeremiah non avrebbero avuto problemi collaborare con il suo vecchio studente. Avevano letteralmente schivato un proiettile. Le indagini sarebbero state di gran lunga più fruttuose senza elementi di dissidio a distrarli dal lavoro. Le presentazioni furono brevi e rapide. I discorsi proseguirono in auto durante il tragitto fino agli Hamptons's. Raccontò ai ragazzi di essere stato insegnante di Trevor dopo il penzionamento di Edward. Il che accese i racconti di diversi aneddoti piacevoli e giusto un po' malinconici sul vecchio professore di magia bianca. Quando finalmente arrivarono gli sportelli dell'auto si chiusero uno dopo l'altro con un rumore secco. Il benessere della famiglia Tate era tradito più dalle dimenzioni della villa che dal suo sfarzo. La facciata esterna era infatti elegante nella sua assoluta sobrietà. Osservò attentamente il prato solitamente la regolarità millimetrica, quasi maniacale, dell'erba avrebbe permesso una partita di golf, se in quel caso fosse stato altrimenti avrebbe potuto tentare di dedurre il tempo che era decorso dall'ultima tosatura. Il rigoglio verde come sempre era fresco e profumato, sprigionava una fragranza mista di polline e terriccio. Utilizzò l'ecoempatia per entrare in contatto con l'ambiente naturale circostante, se ci fossero state influenze negativa ad agitare la quiete forse sarebbe riuscito ancora a percepirlo. Fece poi qualche passo esitante lungo la stradina in porfido che tagliava sinuosamente il giardino anteriore fino all'ingresso della casa. Non avanzò ulteriormente, limitandosi ad osservare il vialetto con discrezione e le mani rigorosamente infilate nelle tasche dei pantaloni color kaki. Espanse l'aura nell'area intorno, cercando di inglobare quanti più metri possibili così da percepire la presenza di altri individui, o tracce di energia lasciate dal passaggio di maghi e No-Mag. Annuì distrattamente alle parole di William che si sollevarono alle sue spalle, si voltò giusto un poco per incorciare gli occhi del ragazzo. Attese la risposta di Trevor prima di richiamare la sua attenzione. "Trevor" chiamò con voce calma, "fa un po' vedere cosa ti ha insegnato Turner, sono curioso di conoscere le tecniche d'indagine del mafi". Inoltre, non c'era tempo da perdere. Il rapimento di Astrea poteva essere l'unica opportunità che avrebbero avuto per risalire a quel dannato infame di Greed. Pregò ancora una volta che dietro a tutta quella faccenda ci fosse Caspar. Lui l'avrebbe protetta.
    Daniel Callaway

    «
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    Skills utilizzate nel post
    - osserva il prato
    - ecoempatia
    - osserva il vialetto
    - percezione dell'aura

    Bonus del PG/Bonus Razza
    Empatia

    Contenuto dello zaino:

    Cristalli:
    1) corallo
    2) pietra lunare
    3) topazio
    4) turchese
    5) agata

  9. .

    Che tu possa arrivare in paradiso mezz'ora prima che il diavolo si accorga che sei morto.
    nome del personaggio [sheet]
    Garrick - Rick
    info x info x info
    Accompagnò il rutto con un colpo sonoro al petto, esattamente all'altezza della bocca dello stomaco, lì dove l'aria si era fastidiosamente incastrata. Non era stata un'esibizione particolarmente generosa, eppure fu comunque più intonata di quello che andava strimpellando il moccioso alla sua chitarra. Mentre infilava un paio di boccali sotto la fontana si chiese ancora una volta chi glielo avesse fatto fare di acconsentire a quella dannata follia. La ragazza tanto quanto era di bella presenza, ragionevole e cordiale. Si dava da fare ai tavoli, un lavoro vero. L'altro, invece, il damerino con la frangia, era tutta un'altra storia. A cominciare dal fatto che stare con le chiappe su uno sgabbello a suonare non era un lavoro. Ma gliel'avrebbe fatto capire non appena i clienti se ne fossero andati. Gli avrebbe schiaffato il moccio tra le mani con un grugnito tanto eloquente che l'avrebbe afferrato persino lui, Pulisci. L'unica cosa positiva era che la sua ernia avrebbe avuto un po' di riposo. Sempre se il moccioso non avesse fatto storie. Ed era meglio per lui che non ne facesse, dal momento che doveva ripagare il suo letto a castello sfasciato. Glielo aveva costruito suo padre quando i suoi piedi avevano iniziato ad uscire fuori dalla culla. Era un ricordo. E ora era andato distrutto. Quel piccolo ingrato. Non gli andava giù la sua iniziativa di falegnameria, non gli era andata giù per niente. La fontana schizzò sbattendo sul fianco del boccale e inzuppandogli il grembiule verde. Imprecò tra i denti passandosi un paio di manate sulla stoffa, come se potessero bastate a convincerla ad asciugarsi più in fretta. Scosse la testa per manifestare senza mezzi termini la seccatura, a barba crespa e rossiccia gli andò a solleticare il collo. Ma alle disgrazie non c'è mai finie. Il biondo prese a suonare una melodia spaccapolmoni all'armonica. Non è che non riconoscesse che sapesse il fatto suo, almeno la suonava meglio della chitarra. Però, e questo era un dettaglio da non trascurare, per uno cresciuto con i toni blues di Sonny Boy, quella roba che andava strimpellando lui non sembrava altro che un rumoraccio insopportabile. Si sfilò con un gesto stizzito il panno bianco dalla spalla per asciugare i due boccali. Ci si dedicò con cura, giusto per riuscire a non pensare al rimescolarsi di birra e irritazione che sentiva nello stomaco. L'aria eruttata poco prima fortunatamente aveva lasciato lo spazio per un'altra birra, che avrebbe corretto con un bicchierino di whiskey. Quella sera era meglio che si stroncasse per benino altrimenti avrebbe continuato a rigirarsi nel letto in preda alla frustrazione. Riempì il boccale con un gesto fluido. Versare la birra era un'arte. Le sue spine erano belle lucide e verniciate, assolutamente perfette. Erano le sue bambine. Le pigiava come se le accarezzasse, inclinava il boccale con un'angolazione precisa, frutto di anni di esperienza. Come versava lui la birra non la versava nessuno. Era il suo piccolo orgoglio personale. Quel gesto familiare gli scaldò il petto con un moto di soddisfazione. Guardò il liquido ambrato gorgogliare scuro e denso tra le pareti di vetro, quasi cantasse. Una melodia che in quanto a profondità e malinconia era paragonabile alla colonna sonora di quel genio di Morricone nel suo film preferito: il buono, il brutto e il cattivo. Ah quella si che era musica. Per un attimo era di nuovo in paradiso. Il tappetto ovviamente arrivò a rovinare il tutto. Lo guardò con quella sua aria soddisfatta che gli fece aggrottare la fronte in un numero sconsiderato di pieghe. Lanciò al ragazzo un'occhiataccia terribile, come se gli avesse sputato in faccia la peggiore delle offese. Chiunque con un po' di cervello si sarebbe fatto da parte e avrebbe chiesto scusa. Ovviamente non nutriva molte speranze nel ragazzo. Gli mancavano le capacità e la morale per una cosa del genere. Lo aveva capito fin da subito che sarebbe stato una spina nel fianco, un piantagrane, un buonannulla. Prese tra pollice e indice il sigaro che tenva mollemente ad un angolo della bocca ed espirò una nuvola di fumo. Avvicinò il proprio boccale alle labbra e bevve con un'unica lunga energica poderosa sorsata la birra con whiskey che c'era all'interno. Alla fine fece anche schioccare la lingua sul palato. La birra gli aveva solleticato la gola dilatata da anni di esercizio. Lo guardò con sfida. Che ci provasse a chiedergli una birra. Gliene avrebbe detto quattro sul fatto che non aveva nemmeno i soldi per comprarsi i fazzoletti per asciugarsi le lacrime che gli avrebbe fatto scendere. Poteva solo sperare che la sua ragazza gli offrisse la birra perchè per quanto lo riguardava doveva ripagargli il letto.

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    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Una volta alle spalle della ragazza si sentì più sollevato, come fosse finalmente al sicuro lontano dai suoi occhi. La morsa di tensione che gli aveva afferrato lo stomaco nell'istante in cui aveva riconosciuto Ayumu si allentò. Nik si lasciò persino sfuggire un sorriso sghembo al suo tentativo di rassicurazione. "Credevo dovessi temere le tue braccine secche, hai già cambiato idea?". Era sembrata piuttosto convinta nel reclamare la micidialità dei suoi pugnetti esili. Il fatto che si fosse subito contraddetta pur di tranquillizzarlo lo rincuorò un poco. La ragazza probabilmente era esattamente come sembrava. Forse "innocente" sarebbe stata una parola un po' grossa, però fino a quel momento tutto di lei gli gridava a gran voce quel termine. Aveva saputo cogliere i suoi sentimenti tra le note, gli si era avvicinato, nonostante per lei fosse uno sconosciuto, pur di fargli i complimenti, e poi si stava lasciando insegnare senza preoccuparsi minimamente che fosse alle sue spalle, lì dove non poteva vederlo. Si era fidata di lui con una naturalezza che in parte lo lasciava spiazzato. Nel suo mondo la fiducia era una debolezza. In quello di Ayumu sembrava essere semplicemente una sfumatura. Il peso di quel termine accanto a lei sembrò quasi alleggerirsi. La gelosia e l'incertezza che lo avevano assalito mentre stava con Isobelle gli sembrarono invece macigni di cui non era stato possibile liberarsi. Non sapeva se fosse giusto, o sbagliato dare fiducia agli altri, eppure per qualche ragione sentiva che avrebbe voluto tanto essere come Ayumu, avrebbe voluto poter avere indietro la sua innocenza. Gli tornò in mente il modo infantile con cui aveva tolto le scarpe per sentire il contatto dell'erba sotto i piedi. Il sorriso obliquo di Nik si addolcì impercettibilmente. Per distrarsi dall'amaro di quei pensieri si cimentò nelle sue dettagliate descrizioni riguardo l'uso della fisarmonica, che come al solito lo trascinavano in un vortice di parole. La meccanica degli strumenti musicali, ma in generale di qualsiasi oggetto, lo affascinavano. Era difficile persino per lui da capire, eppure ritrovare la semplicità nella complessità, la creatività nella linearità gli faceva battere il cuore. Una fisarmonica, un flauto, un pianoforte, una batteria erano oggetti con le loro dinamiche di funzionamento, a volte intuitive altre volte più ragionate, eppure ciò che ne veniva fuori era inspiegabile a parole, un'infinità di armonie che poteva anche scatenare delle emozioni negli altri. Come funzionassero le emozioni, invece, gli era del tutto oscuro. Un attimo prima era in ansia, in quel momento invece era perso tra le proprie parole. Il movimento delle mani di Ayumu per un momento lo distrasse. Aveva dita esili e affusolate, pallide fino alle nocche dove la pelle si raggrinziva appena come la nodosità di un albero dal tronco liscio, diventando leggermente più rosa. Aveva delle mani piccolissime. La osservò incuriosito, cercando di capire cosa facesse. Qando ci arrivò rimase imbambolato a fissarla. Il suo era il modo in cui si accarezzano gli oggetti. Se ne sfiorano i difetti e le imperfezioni, così come le linee perfette e le curvature. Stava facendo amicizia con la sua fisarmonica. La lasciò fare d'improvviso ammutolito. La vide giocare con le note con movimenti rapidi delle dita. Capì come mai le dita erano così lunghe, anche lei suonava il piano, quella era una specie di deformazione professionale. Anche se non l'avrebbe mai definita deformazione. Aprì il palmo delle proprie mani davanti a sè chiedendosi se anche le sue dita sembrassero ramoscelli d'ulivo, tutte nodi e lunghezza. La voce della ragazza la riportò alla sua attenzione. Percepì nel suo tono una nota cristallina, come se fosse divertita e impaziente insieme. Tornò a stirare le labbra in un'espressione soddisfatta. Strofinandosi le mani sulle cosce. "Giusto" fu l'unica parola che riuscì ad articolare in risposta alla sua domanda. Si rese conto di avere una voce un pò roca così la schiarì con un leggero colpo di tosse."Si, esatto è un pianoforte in miniatura... e si, hai ragione la posizione della mano è strana, ma ti assicuro che con un po' di pratica ti uscirà naturale. Prima ad esempio sei stata già molto svelta, prendi confidenza facilmente con gli strumenti, vero? Insomma voglio dire... una che presta attenzione a certe cose a cui magari nessuno presterebbe attenzione. Come prima, quando hai sentito il pezzo che suonavo e... beh insomma sembra che capisci certi aspetti che a volte altri non guardano... Scusami... non sono bravo a spiegare le cose... è una specie di complimento... credo. Insomma sei brava, te la caverai, non aver paura". Si schiarì di nuovo la voce, continuava a strozzarsi e incespicare sulle lettere. Iniziava in effetti a sentirsi un po' a disagio. "Io... non saprei... devo... ho un impegno quindi non posso, però ti ringrazio lo stesso, non tutti offrirebbero il pranzo ad uno sconosciuto... è un gesto molto... non lo so, gentile, immagino. Si, ecco sei gentile". Si passò la mano tra i capelli per grattarsi la nuca, stava iniziando a dare i numeri. Non aveva la più pallida idea del perchè si sentisse così impacciato tutto d'un tratto. "Comunque quel ventaglio di carta al centro, si chiama mantice, è come il polmone della fisarmonica. Serve far passare aria attraverso quello per produrre i suoni, altrimenti come hai notato non esce niente. Quando lo apri devi muovere solo la mano sinistra, mentre la destra rimane ferma a suonare il tastierino. Devi fare movimenti lineari, non a ventaglio, molti sbagliano, e devono essere movimenti piccoli, altrimenti il suono esce come stridulo e senza fiato. Come quando hai paura e non riesci a parlare perchè hai l'affanno. Devi... devi azionarlo con calma e con dolcezza, lo so sembra strano, ma è un po' come una donna, o meglio un uomo per te, a meno che non ti piacciono le donne, non lo so, vedi tu. Però devi immaginare di sfiorare una persona che ami molto. E devi avere pazienza. Come con le persone immagino. Non sono bravo con le persone quindi in verità forse è una stupidaggine. Io riesco ad essere paziente con gli strumenti musicali, ma non con le persone. Quindi in verità si, si, ho detto una stupidaggine, scusa. In ogni caso devi farlo con calma così da dare la possibilità alle ance di vibrare con regolarità, ottenendone un suono omogeneo". Ci pensò su qualche secondo, forse stava facendo un discorso troppo complicato. Quei concetti per lui venivano facili, aveva studiato a lungo come funzionava la fisarmonica, la ragazza invece ne sfiorava per la prima volta una. "Le ance sono come il cuore della fisarmonica. Vibrano con l'aria che entra e producono il suono, capito? Beh in ogni caso stai attenta a fare tutto con calma. Ti faccio vedere, posiziona le mani come ti ho fatto vedere prima". Attese che mettesse la destra sulla tastiera e la sinistra sotto la fascetta apposita. "Ora.. io... beh si ecco, così ". Poggiò con tutta la delicatezza di cui era capace le proprie mani su quelle della ragazza, anche se il gesto che ne uscì fu piuttosto grossolano. Strinse la fisarominca facendo passare le dita tra le sue. "Ora tira". Attese di sentire la trazione sotto i palmi per aiutare il gesto. Il suono langiudo e vagamente lamentoso della fisarmonica fischiò per qualche secondo nell'aria. "Ecco devi aprirla più o meno così. Devi stare attenta quando inverti il movimento del mantice ad essere il più delicata possibile, così che lo strumento non lo percepisca. Insomma come una carezza. Quando dai una carezza devi stare attenta che non sembri uno schiaffo, quindi poggi la mano con delicatezza. In questo modo eviti pressioni troppo forti, o strappi, che potrebbero rovinare lo strumento". Fece una leggera pressione sulle mani della ragazza per spingerla a richiudere il mantice. Il movimento di Nik fu molto leggero e delicato, o almeno sperò che lo fosse. "Capito? Prova tu da sola adesso" sfilò di fretta le mani così da lasciarle la possibilità di provare da sola.

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    CITAZIONE
    (No, oke', la verità è che ho letto un libro di recente e c'era un pg che m'ispirava troppotroppotroppo e volevo ruotarlo allora mi sono detta why not? perché tanto non ho nulla da fare non è vero ma facciamo finta che lo sia così mi sento meno in colpa e cioè, ciao)

    Fai tutti personaggi che vuoooi ciaoooo

    Ps sono felice che sei tornata!
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    «Then someone will say what is lost can never be saved
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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Non ci aveva ancora fatto il callo alla questione della magia nera. Dopo quello che era successo sul retro del felix era diventato un po' paranoico sull'argomento. Non appena aveva anche il minimo sospetto che qualcuno sapesse delle sue pratiche di magia nera saltava come una molla sull'attenti, pronto a stendere chiunque pur di non mettere ulteriormente nei quai sua madre. Che anche lui ci finisse in mezzo era una questione marginale. In fin dei conti, sotto sotto, pensava un po' di meritarsela la galera. Magari avrebbe preferito evitare una condanna a morte, ma probabilmente quello dipendeva dai soldi che Persephone era disposta a sborsare per il suo avvocato. Si augurava fossero parecchi. Guardò di sottecchi Roy, vagamente - leggasi tremendamente - preccopato. Che sapesse? Le dicerie su Durmstrang erano in effetti piuttosto famose, ricordava ancora di essersela quasi fatta sotto i primi giorni di lezioni. Alla fine quelle dicerie si erano rivelate tutte balle, o almeno a lui nessuno gli aveva insegnato niente di proibito. Certo, non è che fosse il primo della classe, con la magia non se l'era mai cavata, così se pure c'era qualche tipo di setta segreta e diabolica lui non era mai stato coinvolto. Roy, dal canto suo, sembrava piuttosto tranquillo, così si limitò a mormorare un vago, quanto sospetto, "Già..." evitando di approfondire l'argomento. Affogò il picco d'ansia in un'abbondante sorsata di vodka. Diede fondo al bicchiere e si premurò svelto di versarsene un secondo, deciso a tramortire per bene l'agitazione. Roy era un tipo a posto, ne era certo. O forse voleva che fosse così. Si passò le mani tra i capelli per tirare via le ciocche riccioliute che gli solleticavano la fronte. Alla fine si decise che pensare non era una cosa che gli riusciva bene e si attacco diplomaticamente al filtro della canna morente. Roy si prese diversi secondi prima di rispondere alla sua domanda riguardo Brakebills. Lo spiò dietro le volute di fumo che espirava lentamente. Le sopracciglia gli si abbassarono leggermente donandogli un'espressione corrucciata. Alla fine Roy non si smentì strappando una risata che gli rinfrancò lo spirito. Non aveva idea di chi fossero queste skinnyqualcosa, ma la storia della ceretta brasiliana era esilarante. Si passò la mano sulla faccia per cercare di contenersi, abbandonandosi sullo schienale della poltrona. "Magari sono lesbiche, che ne sai. Insomma quelle portano sempre i capelli corti. Non è che abbia qualcosa contro le lesbiche, cioè mi piace guardarle fare sesso, mi piace anche farci sesso, tutto il repertorio". Da quanto tempo non faceva sesso? Troppo. Iniziava a percepire una certa pesantezza a livello dei preziosi di famiglia. Ringraziò di avere il pantalone della tuta, così da non avere problemi con protuberanze evidenti. Sollevò giusto un ginocchio sul bordo del divano, facendo passare il piede sotto l'altra gamba. Con un'occhiata si assicuò che nei paesi bassi fosse tutto n ordine e appianato. "Io lì sono durato quasi un anno, è stato un bell'anno, la scuola è figa e tutto il resto. Le lezioni di evocazione erano le più belle, potevo tagliarmi ed evocare un grosso martello ogni vola che volevo e ti assicuro, tralasciando la parte da emo, ero un dio con quel coso in mano. Ho spaccato il cranio ad una tigre dai denti a sciabola, roba preistorica, eravamo in un'arena ambientata nel paleolitico, o qualcosa del genere, non sono bravo in storia". Scosse la testa facendo un segno sbrgativo con la mano come a chiudere il discorso. "In ogni caso te la caverai alla grande, basta che non ti metti nei casini con gente strana fuori dalla scuola. Però, se ti dovesse succedere qualcosa con gente strana, non lo so, chiamami magari ti posso dare una mano, conosco un po' di persone in giro". Cercò di fingere un'espressione indifferente, attaccandosi subito al bicchiere così da scoraggiare eventuali domande. Quando riportò lo sguardo sul ragazzo notò con piacere che si stava chiudendo un'altra canna. Lui ormai era arrivato al filtro. Si allungò per spegnere il mozzicone nel posacenere affollato. Alle parole di Roy gli sfuggì un sorriso sghembo. "Non so che sia il tavernello, ma immagino sia un pugno nello stomaco. Non me ne intendo di vino, mia madre invece beve solo roba costosa con nomi francesi, impronunciabili. Mi chiedo sempre come facciamo a non farsi scivolare la lingua dalla bocca quando parlano. Eppure hanno un certo successo con le ragazze. Il che per me è assurdo, vuoi davvero paragonare uno che dice baise!, con uno che dice yebat'! C'è molta più virilità in yebat che in baise. Cos'è baise? Che cosa vuoi dirmi? Sembra quasi il nome di un tortino col caviale, non sembra che ti abbia appena detto di scopare". C'è anche da dire che aveva messo molta più enfasi quando aveva pronunciato la parola russa. Aveva assunto un tono più roco e profondo, oltre ad una posa perentoria, si era sollevato puntando un gomito sul bracciolo della poltrona e puntando gli occhi in quelli di Roy. Capire per quale delle due lingue parteggiasse non era difficile. Alla fine si lasciò cadere di nuovo sullo schienale. "BAH. Chi capisce le donne è bravo. Io non sono così fortunato. Le mie relazioni migliori sono sempre state con uomini. Anche se a pensarci non ne ho avute così tante. Forse solo una". In effetti si contavano sulle dita di mezza mano, Samuel e Isobelle, fine. Un elenco piuttosto breve. "Mary è la tizia che ha fatto le lasagne? Vivi con lei? Non per farmi i fatti tuoi, sono solo curioso".

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  13. .
    Trevor
    Bonus post: 36

    Utilizzi immediatamente palmo di luce per destabilizzare il vampiro che è appena scattato in avanti (cd40[cd alta per via della rapidità dell'azione]: 36+20 BAM) il vampiro si immobilizza all'istante portandosi le mani agli occhi con grida di dolore e rabbia. Generi così una lama di luce (cd37: 36+3) che ti riesce senza difficoltà scatti in avanti per affondare la lama nel cuore della creatura (cd40: 36+14) che non fa in tempo a rendersi conto del tuo attacco. La lama affonda nel petto del vampiro come farebbe un coltellino nel burro. Il vampiro crolla a terra con gli occhi sanguinanti.
    Rivolgi alla fine le tue attenzioni al mago nero. Utilizzi l'incantesimo di ammanettamento(cd35) e infine tomba di luce (cd40: 36+4) per imprigionarlo.
    Il mago nero riprende coscienza dopo poco si guarda intorno priam smarrito, poi infuriato. Ti guarda pieno d'odio, si vede che la fine che hai fatto fare ai suoi vampiri non gli piace per niente.

    "Pensi davvero che ti dirò qualcosa??? Ohhh tu sei nei guai ragazzo, in guai seri, ti pentirai molto presto di aver ucciso quei vampiri"

    L'uomo scoppia in una risata inquietante che rivela finalmente la sua micidiale meschinità.


    Sblocchi skills:

    Nome: Purificazione dal veleno di vampiro
    Requisiti: 18 quarta lezione chierico scacciademoni
    Descrizione: Incantesimo che deve essere applicato entro mezz'ora dal morso di un vampiro.
    Permette di purificare il sangue ed impedire che la trasformazione possa mettersi in atto.
    Causa un dolore bruciante intenso in tutto il corpo.
    Formula: ab exsecratione hirudinis cruorem, Pelori, purga
    Movimento: poggiare una mano sulla ferita del morso e una sul cuore

    Nome: Purificazione dal veleno di licantropo
    Requisiti: 18 quarta lezione chierico scacciademoni
    Descrizione: Incantesimo che deve essere applicato entro mezz'ora dal morso di un licantropo.
    Permette di purificare il sangue ed impedire che la trasformazione possa mettersi in atto.
    Causa un dolore bruciante intenso in tutto il corpo.
    Formula: ab interno veneficio lupi immundi, Pelori, purga
    Movimento:poggiare una mano sulla ferita e una sul cuore

    Nome: Sedazione della rabbia\sete
    Requisiti: 20 quarta lezione chierico scacciademoni
    Descrizione: Incantesimo che permette di ridurre la furia di un lycan in modo da fargli recuperare la ragione e la sete di sangue di un vampiro
    Durata: 1 turno
    Formula: Furor\Sitis placo
    Movimento: allungare le mani verso il vampiro e mantenere il contatto visivo per qualche secondo

    Nome: Redenzione
    Requisiti: 25 quarta lezione chierico scacciademoni
    Descrizione: Incantesimo di purificazione del sangue. Permette di purificare il sangue di un mago corrotto da un qualsiasi dio oscuro.
    Causa un dolore bruciante, quasi insopportabile, in tutto il corpo.
    Se il mago non accetta di rompere il patto stretto con la divinità, l'incantesimo non avrà successo, ma affaticherà il mago in modo che non possa fare incantesimi legati al dio nel turno successivo.
    Può essere usato solamente una volta su uno stesso bersaglio durante una quest.
    Formula: Ab immondo pacto ,Pelori, redimi
    Movimento: poggiare una mano sulla fronte del mago e l'altra sul cuore

    Nome: Liberare anima
    Requisiti: 28 quarta lezione chierico scacciademoni
    Descrizione: Permette alle anime di persone corrotte dal sangue nero di ascendere nel mondo degli spiriti, finalmente liberi.
    I cadaveri divengono inutilizzabili dopo la liberazione, perchè entrano sotto la protezione di Pelor.
    Formula: Animam Conicio
    Movimento: Viene posta una mano sulla fronte del morto

    Nome: Imprigionare Anima
    Requisiti: 30 quarta lezione chierico scacciademoni
    Descrizione: il chierico imprigiona uno spirito, uno spettro o un demone all'interno di un oggetto.
    1)Si può imprigionare una sola creatura in uno stesso oggetto.
    2)L'incantesimo riesce solo qualora l'energia magica della creatura imprigionata sia inferiore rispetto a quella del mago imprgionante.
    Formula: daemonem conicio
    Movimento: necessario il contatto fisico con il demone e l'oggetto in cui si viene imprigionato



    Prima parte della miniquest finita! Ti conviene portare il cattivone al mafi e interrogarlo lì, puoi sia scrivere un altro post conclusivo, sia non farlo, a te la scelta!
  14. .
    Theodore Duncan Walker
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    I have zero tolerance for betrayal, which they will soon indelibly learn.
    L'agente Lagrange non proferì parola. Il presidente apprezzò il silenzio. Da un po' di tempo iniziava a temere che la sua autorità fosse presa sottogamba, ma fortunatamente c'erano ancora agenti che sapevano quando stare al loro posto. Lagrange in fin dei conti era un gran lavoratore, dedito alla causa, bastava vedere le condizioni in cui era arrivato all'ospedale per capire fino a che punto si sarebbe spinto pur di portare a termine una missione. Forse avrebbe potuto provare ad essere meno duro con lui, agitarsi tanto non faceva nemmeno bene alla sua pressione alta. Ponderò la possibilità di fargli dei complimenti per tirarlo su di morale, nonostante ritenesse che certe cose rammollissero lo spirito. La voce dell'agente Egorov attrasse però la sua attenzione riportandolo alla questione importante: i nemici dello stato. Niente di ciò che disse lo lasciò davvero sorpreso. Sapevano già che per qualche ragione ancora oscura i vampiri volessero quel dannato bastone. Per quanto riguarda la ragazza era la stessa del Museo, quelal che già era in possesso del frammento di Fortune. Per quanto riguardava il negromante era un elemento nuovo, eppure poteva non essere così. Walker fece scorrere la fede nuziale d'oro sul dito anulare. Poteva davvero trattarsi dello stesso mago che aveva dato fuoco al museo? Se fosse stato così voleva dire che le due particelle terroristiche erano in combutta. Doveva assolutamente parlarne con Turner. "Bene. Prima di tutto non appena vi sarete messi in sesto dovete andare da James Turner per fornirgli una descrizione accurata dell'alchimista e del negromante, proverà a vedere se abbiamo già delle informazioni al riguardo e magari se siamo fortunati potremo risalire alle loro identità. Anche se sono poco fiducioso al riguardo. Siete riusciti a vedere in faccia i due vampiri? L'agente Turner potrebbe cercare di identificare la loro identità così da risalire al vampiro che li ha trasformati. Si tatta di piste molto vaghe, ma non dobbiamo lasciare nulla di intentato. La seconda cosa importante è che vi rimettiate in sesto alla svelta. Sarete assegnati a comando delle guardie di ronda a difesa del frammento di bastone in nostro possesso e dello scrigno che avete reperito. Sicuramente la prossima incursione sarà nel caveau del MACUSA. Dobbiamo approfittarne per acciuffare quei delinquenti. La missione non prevede la possibilità di fallimento, prendete tutte le precauzioni del caso, così da essere pronti ad ogni possibile evenienza e risvolto degli eventi. Tutto chiaro?".
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
  15. .
    Peter Cunningham
    Medimago
    Sacred Heart
    Sposato
    40 anni
    confraternita
    «“Questa è la moderna medicina. Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone. Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti.”
    (Dr. Cox)»

    La paziente "caduta per le scale" sembrava saperne fin troppo riguardo procedure e scartoffie. Il che poteva essere spiegato in due modi: si era informata su google più di quanto avesse immaginato all'inizio - probabile -, o in ospedale ci finiva spesso - molto probabile -. Quale che fosse la spiegazione la cosa iniziava ad infastidirlo e preoccuparlo al tempo stesso. Sia perchè non gli piaceva che gli si dicesse come sbolognare il suo carico di lavoro, attività di cui vantava una certa esperienza e una lunga formazione, sia perchè il fatto di finire spesso in ospedale non preannunciava niente di buono: significava vita spericolata. E lui si era ripromesso di fare il bravo ragazzo dopo la prigione. Non voleva mettersi nei guai, nè essere avvicinato da persone dal sospetto stile di vita. E quella ragazza in quanto a sospetto stava raggiungendo rapidamente l'apice storico della sua esperienza di medimago. D'altro canto il suo viso affialto e sofferente da cerbiatto in difficoltà era la cosa peggiore di tutte, perchè lui in fondo aveva il cuore tenero e tendeva a lasciarsi commuovere facilmente. Certo, viene da domandarsi perchè mai avesse scelto un lavoro tanto esposto se proprio ci teneva a rimenere lontano da persone con vite immischiate in faccende losche. Sfortunatamente il suo amore per l'adrenalina gli aveva impedito di optare per un lavoro noioso da impiegato delle poste. Il suo odio per carte e fascicoli era piuttosto lampante. Quando la ragazza sfoggiò il suo bel cognome da terrorista di Staten Island (va bene forse stava esagerando) capì che lavorare alle poste poi non era una cosa tanto male. Avrebbe timbrato il cartellino di arrivo, sacrificato le sue ore di lavoro per leggere qualche buon libro dalla trama avvincente e verso le cinque del pomeriggio sarebbe tornato a casa per annoiarsi ben benino, come ogni essere umano che intende passare inosservato. Avrebbe potuto scegliere un hobby per intrattenersi. Collezionare francobolli, o costruire modellini di barche, o peggio trenini. No, assolutamente no. L'impiegato delle poste mai. "Colroy, mhm?". Non aveva bisogno dello spelling per sapere che inserire il nome di una Colroy accanto al proprio su qualsiasi documento governativo era una pessima idea. Stracciò la cartellina e la buttò con una certa enfasi nel cestino lì accanto. "Beh fingiamo che tu non sia mai venuta qui, così come hai detto mi evito un sacco di scartoffie, eh? Io e te ufficialmente non ci siamo mai visti prima". Le vie ufficiali gli piacevano sempre. Ufficialmente non aveva fatto un mucchio di cose. Si avvicinò con una certa aria circospetta al braccio della ragazza. L'articolazione andava riposizionata il più alla svelta possibile. L'anestesia locale doveva aver ormai fatto effetto. Controllò per scrupolo chiedendo alla ragazza se sentiva una o l'altra punzecchiatura. Osservò la lussazione con l'incantesimo dell'occhio penetrante, per poter valutare effettivamente la posizione e lo stato di omero e articolazione. "Farà male" sentenziò con voce assorta cercando di capire quale fosse l'angolazione migliore per tirare. "Hai bisogno di una museruola, o che so, una botta in testa? Non vorrei ritrovarmi con un braccio staccato a morsi Sono molto affezionato alle mie estremità".

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545 replies since 2/6/2013
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