Posts written by Joy.

  1. .
    Trevor

    Il barista ti osserva torvo, è evidente che non lo stai mettendo propriamente a suo agio.
    "Io non voglio guai nel mio bar, capo" comincia con tono serio. "Quasi tutti vivono "in questa zona", forse alcuni prendono più spesso la metropolitana di altri, alcuni con una faccia non tanto per bene, che ha iniziato a farsi vedere proprio nel periodo in cui sono iniziate le sparizioni".
    Si accosta di più parlando ancora più a bassa voce, intanto prende il tuo bicchiere e lo lava piuttosto minuziosamente, come se volesse far vedere di essere impegnato.
    "Si vedono smepre le stesse facce, è vero, però altre invece non si vedono più, tipo il vecchio Johnny, un barbone che viveva in zona a cui lasciavo gli avanzi del bar, o la signora May, un'anziana che girava sempre per questa strada, era mezza matta, non ci stava con la testa, so che un paio di volte l'hanno anche ricoverata in ospedale per un tso. Poi però l'hanno sempre rimessa a casa sua. So che non aveva nè un parente, nè i soldi per pagarsi un badante. Quasi tutti i giorni scendeva in strada, faceva l'elemosina. Qualche giorno fa è scomparsa anche lei nel nulla."
  2. .
    Trevor

    In giro non trovi particolari indizi che possano suggerirti che fine abbia fatto il ragazzo, o il mago che l'ha portato con sè. Sembra un semplice bar, dietro il bancone c'è una parete a specchio su cui sono esposte diverse bottiglie, ai tavolini interni non è seduto nessuno. Il barista accoglie con una certa solerzia la mazzetta intascandosela nel gembriule che indossa. Finge di tornare a pulire il bancone mentre parla a bassa voce così che solo tu possa sentirlo.
    "Di girovaghi non ne so niente, si vede passare sempre la solita gente da queste parti, mi dispiace capo"
  3. .

    «Then someone will say what is lost can never be saved
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Tell me I'm the only one, tell me there's no other one
    Jesus was an only son
    And I still believe that I cannot be saved»
    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Ed eccola lì. Ci mise meno di due secondi a riconoscerla. Era l'amica di Mal. Due grandi occhi da cerbiatta, labbra carnose, pelle olivastra. Non doveva essere alta più di un metro e sessanta, eppure il suo accento da texana col grilletto facile la rendeva di presenza, insomma una con cui non valeva la pena scherzare. Forse per questo il proprietario l'aveva messa dietro il bancone, come a dire guardate ma non toccate. A giudicare dalla clientela, in effetti, non doveva poi essere difficile che qualcuno abbastanza ubriaco da non sapere cosa stava facendo allungasse incautamente le mani. Non osava immaginare come finissero poi quel genere di prodezze. La sua predisposizione al pugno duro l'aveva già intuita guardandola con Mal, erano esattamente due opposti e per questo ogni dettaglio standole vicino era andato risaltandosi. Una era focosa e ribelle, l'altra lasciva e affascinante. Fuoco e acqua. Insomma, il sogno erotico di molti uomini. Anche il modo in cui gli servì da bere era di quelli rudi da donna del vecchio far west. Nik si voltò definitivamente verso di lei poggiando i gomiti sul bancone e sfilando la sigaretta dalle labbra. "Già, siamo solo io e un altro mezzo milione di irlandesi che ordiniamo birra e whiskey" ironizzò sollevando il bicchiere di whiskey in segno di ringraziamento. Lo versò con una certa malagrazia nel boccale. Il liquido ambrato affondò nella schiuma e giù tra le bollicine di birra per poi risalire di nuovo a galla. "D'altronde se una cosa funziona perchè cambiare? Come le patatine nel milk-shake, o il formaggio sulla pizza". Si, faceva discorsi intellettualmente elevati. Roba da massimi sistemi. Chiacchiere da bancone. E ancora non aveva bevuto. Si trasformava in un tipo piuttosto loquace da ubriaco. Lanciò un'altra occhiata alla donna prima di sollevare la birra. Bella amara come piaceva a lui, com'è la vita. Ecco che la filosofia usciva fuori. Tanto amara da sembrare aspra sul fondo della lingua, ma la cosa non faceva altro che rinforzare la metafora. Ne buttò giù quasi metà, tutta d'un sorso. Il caldo e la maglietta sudata attaccata alla schiena fecero scendere la birra liscia come un bicchier d'acqua. Quando finalmente posò il fondo sulla superficie del bancone fece schioccare la lingua in segno di gradimento. "Niente male" concluse con una certa soddisfazione, "Comunque non so se ci siamo presentati, io sono Nik" aggiunse allungando una mano oltre il bancone. "Sono un'amico di Mal, lei mi ha suggerito di venire qui, cercavo un posto dove sai... non si incontrasse gente del MACUSA a fare da cani da guardia. Un posto tranquillo tra i No-mag, è il meglio che potessi chiedere. Magari questo potrebbe diventare un posto abituale, che ne pensi? Giuro di non essere molesto quando bevo... più o meno. Potrei iniziare a cantare se la prendo particolarmente male". Avrebbe tenuto la mano tesa fin quando la donna non l'avesse stretta, a costo di doversela reggere con l'altra. Sapeva essere un tipo piuttosto insistente e in più adorava fare amicizia con i baristi, ogni tanto ci sfuggiva una birra gratis, e non si dice mai di no ad una birra gratis. "Allora, tu conosci già il mio nome, il mio futuro pub preferito e il fatto che mi piace cantare da ubriaco. Cosa puoi dirmi di te?".

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    «Then someone will say what is lost can never be saved
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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    Era ubriaco. Ubriaco fradicio. Ubriaco come non lo era da parecchi mesi. Aveva cominciato a bere appena arrivato, poi il tempo si era trasformato in una variabile relativa. Fuori dalle finestre c'era solamente la luce arancine dei lampioni, nessun indizio sulle ore che aveva passato lì. Nel frattempo dentro il caldo si era fatto quasi asfissiante. Un ventilatore solitario sferragliava languido ad un lato del bancone, incantando buona parte degli ubriaconi da bar come lui. Ventata d'inverno e poi di nuovo savana. Poi inverno. E ancora savana. Alla fine decise che era il momento di piantarla con quel mortorio e risollevare un po' il morale del bar. Anche solo per il fatto che lui passava già buona parte del suo tempo a deprimersi da sobrio, sperava di evitare di fare la stessa fine anche da ubriaco. Così si sollevò di scatto dal bancone su cui si era spalmato. Si piazzò in piedi sopra il suo sgabello con lo stile che avrebbe avuto un pappagallo sul suo trespolo. E iniziò a cantare, così com'era, con la birra al whiskey ancora in una mano e la faccia rossa.
    "I've been a wild rover for many's the year and I spend all my money on whiskey and beer"
    Si trattava di una vecchia cantilena da bar, che aveva imparato il periodo trascorso in Irlanda. Niente di particolarmente complesso, o sofisticato, ma abbastanza nota da far vibrare un paio di corde vocali. Il chiacchiericcio del bar non sembrò arrestarsi in un primo momento, anche se diverse teste si erano girate verso di lui e avevano preso a guardarlo. Bene, almeno non stava passando completamente inosservato, serviva solamente un po' di insistenza e l'assoluta mancanza di amor proprio, o anche solo un po' di ritegno. Fortunatamente Nik non aveva nessuno dei due. Per sicurezza si premurò di alzare ancora di più la voce per sovrastare il resto dei rumori.
    "And now I'm returning with gold in great store And I never will play the wild rover no more"
    Silenzio. Il bar si era quasi completamente zittito, un brusio di sottofondo ancora resisteva, ma probabilmente parlavano di lui. Cassie, dietro il bancone, sicuramente lo fissava con aria contrita, con una mano poggiata su un fianco e gli occhi al cielo. Si voltò appena per lanciarle un'occhiata, bastò quello perchè rischiasse quasi di perdere l'equilibrio. Traballò, la birra nel boccale si agitò cadendogli in parte sulle dita. Tornò a guardare la folla.
    "Avanti gente! SIAMO IRLANDESI, O NO?!"
    Un gridò selvaggio sollevò tutti i boccali. Era quello che aspettava. Il cuore prese a battergli nel petto all'impazzata costringendolo ad arricciare le labbra in un ampio sorriso. Prese un'abbondante sorsata e poi riprese per guidare il coro. Confidava nel fatto che almeno la metà di loro conoscesse la canzone.
    "And it's no, nay, never. No, nay, never, no more"
    Scoppiò a ridere mentre il resto del bar gli faceva eco. Si erano unite meno persone di quanto si aspettasse ma le altre seguivano il coro sbagliando le parole. Saltò sul bancone e ad ogni parola teneva il tempo con i piedi.
    "And I'll play the wild rover. No never, no more!"
    Incubi e tradimenti, desideri inconfessabili e violenze represse, aggressioni vere e immaginarie. Tutto si perse in un istante tra le voci che lo accompagnavano in quella canzone. Quasi si sentiva più sobrio. Sicuramente più contento. Continuò a sgolarsi fino alla fine. Cassie lo costrinse a scendere dal bancone. Poco male, cantando prese a girare tra le barbe rosse e le facce paonazze quanto la sua. Afferrò persino uno sconosciuto per la nuca per premergli la fronte contro la sua mentre gridava a gran voce le strofe della canzone. Puzzava di alcol e sudore, ma mai gli era sembrato di essere più vicino all'anima di qualcuno che in quel momento. Alla fine della canzone si alzò in piedi su un'altra sedia, scatenando un fischio di disapprovazione di Cassie che gli intimò di scendere con un gesto rapido. Nik la salutò allargando le dita di una mano, prima di tornare al suo pubblico.
    "Bene, concittadini" cominciò quasi con le lacrime agli occhi per la commozione di sapere finalmente di essere irlandese e poterlo spiattellare in giro a quel modo. "Ora vi sfido all'unica vera arte di noi irlandesi. BERE! Esatto proprio così. Chi di voi osa sfidarmi?" gridò allargando le braccia per poi battersi i pugni sul petto in puro stile scimmione da circo.

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    Edited by Joy. - 5/9/2017, 19:41
  5. .
    Trevor
    Bonus post. 37

    (piccolo consiglio quando ti nascondi cerca di approfondire di più come e dove, sei libero di inventare dettagli del panorama quando non vengono descritti)

    C'è un'area in ombra accanto al fianco di un palazzo, una piccola stradina laterale su cui sono ammassati i secchi della spazzatura, lì riesci senza problemi ad utilizzare diversi incantesimi. Primo tra tutti l'incantesimo della forza d'animo (cd30) che per un attimo ti fa brillare come una lampadina a natale, fortunatamente sei nascosto e nessuno ti nota. Esegui poi l'incantesimo dell'occhio vigile (cd40: 37+18) e guardi in direzione del bar (o almeno mi pare di aver capito che lo usi per individuare eventuali indizi nel bar), non trovi niente di particolare, sembra un normalissimo bar, ha diversi tavolini all'esterno, un cameriere sta servendo un paio di birre ad una coppia di ragazzi seduti. Dentro le luci sono accese, al bancone non c'è nessun cliente, il barista sta pulendo un paio di bicchieri. Camuffi le tue intenzioni (cd45: 37+19) di modo che nessun mago nelle circostanze possa intuire se hai intenzioni positive, o negative. Sopprimi l'aura e ti avvii al bar. Quando ti avvicini il barista alza lo sguardo e ti sorride affabilmente.
    "Posso esserle utile?"
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    Nik
    24 anni
    Dreadwolf
    L'afa stritolava la metropoli in una morsa calda e umida. Ad agosto New York diventava insopportabilmente simile ad un ventre di vacca. Non che ci avesse mai passato del tempo in un ventre di vacca, ma a Durmstrang dicevano che era il posto migliore per evitare un'ipotermia. Fortunatamente non aveva mai dovuto verificare di persona. Piuttosto aveva passato le ultime cinque ore a scoprire come doveva sentirsi un tacchino in forno il giorno del ringraziamento. Aveva tenuto d'occhio i clienti delle ragazze del cigno a Meatpacking District. Tutti grand'uomini con i macchinoni, gente raffinata è chiaro, eppure ogni tanto una ragazza ne usciva con un livido e allora potevano indossare anche giacca e cravatta, si andava giù di calci e pugni comunque. Quel lavoro non faceva altro che fargli venire di più la nausea al pensiero di ciò che aveva fatto ad Isobelle. Aveva perso la testa. Se lo continuava a ripetere, eppure non sembrava mai una giustificazione valida. Affondare le nocche in faccia a quei dannati maiali, però, assomigliava parecchio ad un'assoluzione. Un po' come all'inferno, continuava a rivivere il suo peccato più vergognoso ritrovandolo sulla faccia di quelle povere ragazze, con l'unica differenza che lui poteva farci qualcosa, di certo non rimediare, ma almeno riequilibrare la bilancia della giustizia. Per una volta essere un cane rabbioso gli permetteva di fare qualcosa di positivo. Alla fine del turno si allontanò senza attaccare bottone con nessuno. Non voleva finire impelagato in quella vita più di quanto non ci fosse già immerso. Aveva promesso a Persephone di tenersi fuori dai guai, ma gli servivano soldi e in più rimanere a fare il bravo ragazzo al Manor non era mai stata davvero un'opzione. Inforcò Bezzy, la sua Harley, e filò rapido per una stradina laterale, semideserta, per allontanarsi tranquillo dalla zona di Meatpacking. Conosceva lì in giro un pub irlandese, non ci era mai andato, in verità gliene aveva parlato Mallory, diceva che ci lavorava una sua amica. Gli serviva un nuovo posto dove andare, uno che non centrasse niente con il felix e in cui potesse portare avanti la sua prolifica carriera da alcolista senza il rischio di incontrare qualche faccia nota. Voleva solamente starsene in disparte, scambiare quattro chiacchiere con il barista e ridursi tanto male da essere certo di riuscire a chiudere occhio una volta arrivato al Manor. Non appena intravide l'insegna del Joe's appesa fuori da una porticina verde, una di quelle da cottage, parcheggiò la custom e tirò via la chiave. L'esterno lo riportò all'istante in Irlanda. Le vetrate gialle, il cigolare dell'insegna di legno, il vociare che emergeva quando qualcuno usciva, aveva esattamente il sapore di casa. Picchiettò il fondo del pacchetto morbido di lucky strike, ne tirò fuori un'unica sigaretta che accese con una certa soddisfazione. Espirò un paio di boccate di fumo prima di entrare. Il profumo di alcol e tabacco mischiato a quello di sudore lo investì insieme al calore umido del posto. Un unico ventilatore guardava prima a destra e puoi a sinistra, smuovendo senza successo l'aria del pub. Puntò il bancone e uno degli sgabelli liberi. Prese la sigaretta tra le dita e con un gesto della mano attirò l'attenzione di chiunque ci fosse dietro il bancone. "Aye, birra e whiskey, binneas".

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    Edited by Joy. - 22/8/2017, 15:23
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    « I'm your nightmare »
    Wladislaus Dragwlya [sheet]
    Vlad
    vampiro
    Adulazione. L'arte del compiacere l'orgoglio con lusinghe raffinate, convenevoli stucchevoli e un servilismo quasi stomachevole. C'era un tempo in cui forse avrebbe funzionato persino su di lui, quando si fregiava della sua posizione di potere e ne faceva un vanto che imponeva al prossimo. In quel periodo era accecato dalla presunzione e forse era anche stato il periodo più felice della sua vita, ma era accaduto secoli prima e il tempo come una spirale non tornava mai sui suoi passi. James d'altro canto era un vero artista, sapeva strisciare senza essere smaccato, mostrava un'ambizione che rasentava l'arroganza senza mai arrivare a toccarla. Poteva dire che fosse un verme eppure non avrebbe saputo trovare un motivo reale per cui gli faceva ribrezzo. Semplicemente i suoi modi viscidi, la sua convinzione che potesse in qualche modo offuscare la sua vista con formalità di basso grado lo disgustava, eppure era molto lontano dall'oltraggio, anche solo per il fatto che l'orgoglio si era trasformato in lui in un'immagine riflessa sulla sabbia. Una semplice illusione, proveniente da un tempo lontano. Ormai era arrivato a pensare a se stesso come una sanguisuga, eppure non lo faceva nemmeno più con odio, semplicemente con rassegnazione e consapevolezza. Non si permise di sciogliersi in un sospiro, continuò semplicemente a guardare James con un'impassibilità rigida. "Ogni tanto anche ai leader dovrebbe essere concesso il piacere di gioire per i propri successi, giusto come buon augurio per i prossimi, non sia mai che il fato scambi la contrizione per irriconoscenza". Parole circostanziali, una frase che conteneva in sè una contraddizione in termini. Gioire per una battaglia è il presagio per la futura sconfitta. Si festeggia solamente al termine della guerra, prima di essa è pura arroganza. L'umano non stava dimostrando la sagacia che sperava, fortunatamente il pensiero che sfruttasse il compiacimento come un pretesto per conoscere il nemico gli permetteva di perdonargli quell'atto di spacconeria. In fin dei conti lo aveva capito fin dall'inizio che genere di uomo era e quello era il motivo per cui lo aveva cercato. Vlad prese con una certa soddisfazione il sigaro sollevandolo poi davanti gli occhi insieme ad un cenno di apprezzamento. Si trattava bene, il caro James. "Festeggiare con un sigaro è sempre un ottimo modo di festeggiare, soprattutto se non devi temere il cancro". Portare la conversazione su toni meno formali forse lo avrebbe risparmiato dalla prossima sviolinata. Tirò fuori dalla tasca del giaccone di pelle l'accendino a benzina che si portava sempre dietro e con un paio di boccate bruciò le foglie di tabacco. La brace scricchiolò per qualche istante poi calò di nuovo il silenzio. "Sono felice che tu sia venuto perchè proprio in questo momento stavo andando al Manor di Persephone per raccontarle un evento piuttosto interessante. Magari potrei raccontarlo a te, che sei così gentile e andare tu stesso a riferirglielo. Cosa ne pensi?". Un semplice scambio. I latini lo chiamavano do ut des, dare per ricevere. Sapere cosa stava architettando in cambio dell'informazione che un trio di maghi ficcanaso si era aggirato per i wheeping woods. Gli avrebbe fornito una posizione di potere e Persephone avrebbe saputo che non doveva più organizzare festicciole private in casa sua senza un invito col suo nome sopra. "Prima, però, sono curioso di sapere a cosa stiamo festeggiando, fumare un sigaro senza conoscere le circostanze non ha lo stesso... sapore"

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  8. .
    Trevor
    Bonus post: 37 (ottime deduzioni!)

    Cammini fino all'imbocco per la metropolitana più vicino. Nessuno ti presta particolare attenzione. Sono appena le dieci di sera e dunque c'è ancora un certo movimento in giro. L'occhio vigile (cd35) non rileva nessun indizio rilevante, si tratta di una tipica discesa per la metropolitana, le scalinate sono in pietra e il corrimano di alluminio, ci sono diverse impronte sia di scarpe che digitali, ma nessuno di esse ti può dire molto perchè la metro è parecchio frequentata. La strada in cui ti trovi è abbastanza ampia, due corsie per le auto e due larghi marciapiedi, le persone camminano distratte, i negozi sono chiusi e le serrane abbassate, c'è poco lontano un bar, ma i clienti sono pochi, sul cartello esposto all'esterno l'orario di chiusura indica le 11 pm. La percezione dell'aura invece (cd30) ti permette di individuare la traccia magica lasciata dal mago nero e dal bambino, sono arrivati a quella stessa metropolitana e sono scesi. Pelor (cd40: 37+14) ti suggerisce che non è stato eseguito nessun incantesimo di magia nera, o negromanzia, il mago nero che cerchi però è certamente passato di lì. La soppressione dell'aura ti riesce senza alcun tipo di problema.
  9. .
    Sblocchi skill:

    Nome: Scacciare Non Morti
    Requisiti: 30 prima lezione corso da scacciademoni
    Descrizione: fa fuggire, o eventualmente uccide, non morti in un'area di raggio stabilito dal d4 (da 1 m a 4m), che ha come centro il chierico.
    Il tiro del dado deve essere effettuato su ogni non morto presente nell'area:
    tiro del dado <10 l'incantesimo fa fuggire il non morto
    tiro del dado >10 l'incantesimo uccide il non morto
    Formula: exanimis aliena
    Movimento: bisogna porre le braccia distese, allargate, davanti a sè con i palmi rivolti ai non morti e pronunciare la formula in modo perentorio
  10. .
    Trevor
    Bonus post: 36

    L'incantesimo di attivazione del cristallo (cd34) ti riesce senza problemi. La paura per il mostro che vive sotto il letto scivola via dal cuore di Carl e si concentra dentro la piccola pietra. Il bambino sembra già meno pallido, più sollevato. Carl ha seguito con attenzione ogni tuo gesto e alla fine dell'incantesimo sorride contento perchè ha funzionato, non ha più paura del mostro. Sam glielo aveva detto tante notti, ma non ci aveva creduto, in quel momento invece sembra quasi ridicolo il pensiero che sotto il letto ci sia qualcuno.
    Quando riprendi a parlare di Sam, Carl ti ascolta con più attenzione , finisce il biscotto e si lecca le dita e alla fine prende a parlare, il suo tono di voce è più sicuro e in qualche modo persino allegro.
    "Sam non mi ha detto molto, solo che quando si è fatto buio lui si era messo a dormire sotto la stazione della metropolitana, lì non passa quasi mai nessuno. Poi mi ha raccontato che d'improvviso è calata la nebbia, come per magia, e un uomo è arrivato e gli ha detto che avrebbe esaudito uno dei suoi desideri se lo avesse seguito. Poi però sono arrivati degli agenti e l'uomo è svanito nel nulla. Sono loro che lo hanno riportato qui. Lui era certo che l'uomo sarebbe arrivato ieri notte, lo sapeva e infatti è venuto, si confondeva con le ombre era spaventoso"
    Il ragazzino non sa nient'altro, così lo accompagni di nuovo a letto, dove si mette a dormire solo dopo averti strappato la promessa di tornare.
    L'incantesimo di purificazione energetica (cd37) ti riesce senza problemi, la traccia magica lasciata dall'aura nera del mago scompare definitivamente, così che non influenzi l'energia che aleggia in quel luogo.
    Quando ti ritiri nel bagno utilizzi l'incantesimo della forza d'animo (cd33), recuperi il tuo precedente camuffamento (cd37) e sopprimi l'aura.
    Sei pronto per proseguire le indagini.
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    Incantatore
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    Dovette respirare profondamente per riuscire a non perdere il controllo. Quando riaprì gli occhi il suo riflesso lo osservava gelido. Il completo nero che indossava era perfettamente lindo. Dietro di lui le foglie larghe della pianta che ravvivava l'ambiente del bagno riflettevano la luce gialla dei faretti. Si lavò le mani con gesti meccanici ma precisi, nessuno dei clienti del ristornante guardandolo avrebbe potuto immaginare che stesse solamente fingendo di prestare attenzione a quel gesto. Nella sua mente vigeva imponente l'espressione compiaciuta di James, mentre gli diceva che Caspar era sicuramente tornato a casa. Quando, invece, gli stava portando via Emma proprio sotto il naso. Quel maledetto sorriso gliel'avrebbe strappato dalla faccia. Si accorse di aver rotto il dispenser del sapone quando uno schiocco secco attirò la sua attenzione. Una donna al suo fianco lo osservava attraverso lo specchio con un misto di sconcerto e curiosità. Non appena Randall si voltò per incrociare il suo sguardo, la sconosciuta immediatamente afferrò una delle salviette e dopo gesti frettolosi abbandonò il bagno. L'uomo ritornò a respirare profondamente. Terminò di sciacquarsi le mani e dopo averle asciugate per bene si allontanò, fermandosi solo per avvertire una delle inservienti nel piccolo atrio del bagno che il dispenser era rotto. Si assicurò che il primo bottone della giacca fosse chiuso mentre si avvicinava al tavolo. Persephone era lì, rigida in una posa composta, ma elegante, sicuramente affinata con anni di buone maniere. Era in grado di sembrare assolutamente naturale, come se quella posa fosse solamente un altro capo di vestiario da indossare per via delle circostanze. Sapeva cosa voleva dirgli silenziosamente. Quel distacco era un chiaro messaggio. Un campanello d'allarme. Era sulla difensiva, non aveva bisogno che aprisse bocca per saperlo. Si sedette davanti a lei accennando un sorriso e aprendo il fazzoletto bianco per stenderlo sulle gambe. Anche lui, però, le aveva dato un segnale piuttosto eloquente. L'aveva portata al Jean Gorge, un inutilmente costoso ristorante francese di fronte Central Park, in uno dei pacchiani grattaceli di Trump. Gli anni che avevano passato insieme a Parigi erano i migliori della loro vita e se anche erano finiti in malora, niente poteva oscurare il fulgore che il loro rapporto aveva visto in quel periodo. Una cameriera gli offrì la carta dei vini e fu proprio mentre la sfogliava silenzioso e solo fintamente interessato, già certo della sua scelta prima ancora di ricevere la lista, che arrivò un biglietto al tavolo. La mascella si contrasse inevitabilmente. Per quanto amasse un po' di movimento inaspettato, quelle non erano affatto le circostanze più adatte. "Gli irlandesi. Vogliono vederci" mormorò rivolto a Persephone mentre alzava una mano per chiedere il conto più breve della storia.
    I lampioni sfrecciavano uno dopo l'altro in intervalli di luce arancione. La sua Bentley correva rapida sull'asfalto ancora tiepido. L'autista alla guida era un uomo di cui si fidava. Raramente assumeva qualcuno che non avesse soggiogato mentalmente ed in effetti anche in quel caso poteva essere sicuro che l'uomo non avrebbe detto una parola su quella deviazione in territorio estraneo. Persephone al suo fianco condivideva probabilmente lo stesso dubbio che attanagliava la sua mente, dandogli finalmente tregua dall'immagine di James. Perchè?
    "L'uomo che incontreremo si chiama Donovan Lane, è uno degli uomini di Gideon Foley, forse il suo nome non ti è nuovo...".
    accennò quelle informazioni guardando la strada davanti a sè, oltre il cruscotto e la nuca del suo autista.
    "Visto la fine che hai fatto fare a tuo marito non credo che avrete problemi ad andare d'accordo" ironizzò senza riuscire ad impedire ad un angolo delle labbra di sollevarsi appena.
    Il motore della Bentley miagolò sempre più sommessamente, fin quando il fischio appena percettibile dei freni non arrestò l'auto difronte al Saint & Sinners. Randall scese con movimenti calmi, senza fretta. Aprì la portiera di Persephone e le offrì una mano. Come sempre Persephone abbandonò l'auto con un misto di eleganza e sensualità che lo lasciò piacevolmente incantato. L'accompagnò sottobraccio fino all'ingresso del bar irlandese, poi, come d'usanza, le aprì la porta per concederle la galanteria di entrare per prima.
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    Trevor
    Bonus Post: 36

    L'incantesimo insonorizzante (cd40: 36+14) ti riesce senza troppi problemi, fuori dalla cucina non vi sentirà anima viva ed in effetti ancora nessuno è venuto a disturbarvi. Il piccoletto mangia piuttosto soddisfatto il suo biscotto, mentre ti ascolta.
    "Mi chiamo Carl. I miei genitori io invece li conosco, mio padre è in galera e mia madre è in una casa dove la stanno curando, me l'ha detto suor Theresa. Quando starà meglio verrà a prendermi. Jimmy dice che non è vero, ma è solo invidioso, mia mamma me l'ha promesso"
    Guarda piuttosto sorpreso la foto che gli mostri, ci vogliono diverse occhiate perchè ti riconosca nel bambino sorridente. Il fatto di vedere suor Theresa così giovane lo lascia letteralmente sbigottito, per qualche ragione non aveva mai pensato che anche lei non fosse sempre stata vecchia. Non appena gli proponi di usare l'avventurina ti guarda speranzoso e accetta senza pensarci un attimo.
    "Si qui è bello, però preferisco stare con la mia mamma. Sam invece... beh lui ha provato un mucchio di volte a scappare, diceva che i suoi genitori erano due artisti di strada che anche lui voleva girare per le città. L'ultima volta quando l'hanno riportato qui mi ha raccontato che mentre era via ha conosciuto un uomo che gli aveva promesso un mucchio di soldi in cambio di entrare nel suo gruppo di girovaghi. E ieri sera è venuto a prenderlo per portarlo via. Mi ha chiesto se volevo andare anche io e quando ho detto di no si è arrabbiato. Sam mi ha detto di tenere la bocca chiusa, così non l'ho detto a nessuno... beh prima di ora. Ti prego non lo dire nemmeno tu, è che mi sento solo senza Sammy".
    L'incantesimo dell'occhio vigile (cd40: 36+15) ti dice che non c'è niente fuori posto, se non per la serratura della porta, che è chiaramente squagliata.
    L'incantesimo di percezione dell'aura(cd35), unitamente con quello di percezione del male (cd40: 36+17) ti permette di scoprire che Il mago nero è passato per la cucina ed è uscito per la porta sul retro, dove ha eseguito un incantesimo (puoi facilmente intuire che si tratta di un incantesimo per aprire la serratura della porta chiusa dalle suore per impedire a Sam di scappare come sempre). Insieme all'aura del mago nero percepisci anche quella meno intensa di un bambino.
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    Vlad
    vampiro
    Non si aspettava che il signorino ci mettesse così poco a cercarlo. Doveva essere piuttosto ansioso di proseguire la sua scalata verso l’olimpo. Trepidante di sedere sul suo trono dorato per essere osannato come un dio. Durante il loro primo incontro non aveva fatto mistero dei suoi desideri, così Vlad non aveva dovuto fare altro che assecondarli. James era un tocco di argilla smanioso di essere trasformato nella figura di una divinità, senza sapere che questo non sarebbe bastato a renderlo tale. La sua ambizione, d’altro canto, era una leva troppo preziosa perché il rumeno accettasse di privarsene. Quando avanzò nelle ombre dei palazzi, allungate dal sole sull’orizzonte, e intravide la figura di James, Vlad rallentò il passo fino a fermarsi. Sapeva dove trovarlo perché i suoi uomini lo avevano avvertito del suo arrivo, ma era stato il suo odore a condurlo fino a lui. Era inconfondibile, colonia e dopobarba, doveva essere uno che ci teneva a presentarsi sempre in modo impeccabile. La vanità era il più ridicolo tra i vizi capitali. Finire all’inferno per un po’ di profumo era come presentarsi ad una serata di gala in boxer. Lo trovava comico, eppure vergognoso. In ogni caso la vanità di James non era più di una maschera in una recita decisamente più grande di lui. Chissà se avrebbe fatto in tempo a diventare utile prima di fare lo sgambetto alla persona sbagliata. Poggiò una spalla contro il fianco di cemento che costeggiava il marciapiede, subito prima della svolta in un vicolo. Prese il pacchetto di sigarette e ne tirò fuori un cilindro completamente bianco. L’accese con calma, deliziandosi del rumore crepitante del tabacco che diventa cenere. Inspirò a fondo. Insozzò ancora i suoi polmoni che raccoglievano secoli di lerciume e di cenere. Sfilò la sigaretta dalle labbra stringendola tra pollice e indice. Seguì con lo sguardo la figura di James fin quando non seppe con certezza che lo aveva visto, anche con i suoi occhi orbi da umano. Svoltò l’angolo lasciando la sigaretta sul marciapiede, come la briciola di pane di Hansel. Lo condusse fino ad un vicolo dove era certo che i suoi figli si fossero appostati per essere sicuri che nessun occhio indiscreto li spiasse. «Bentrovato, James» esordì rimanendo fermo, immobile, al suo posto. Dietro di sé la parete di cemento dell’ennesimo palazzo gli copriva le spalle, mantenendolo all’ombra del sole. «E’ una visita di cortesia, o sei venuto qui per reclamare i favori della nostra giovane alleanza?»

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  14. .
    Peter Cunningham
    Medimago
    Sacred Heart
    Sposato
    40 anni
    confraternita
    «“Questa è la moderna medicina. Progressi che mantengono in vita persone che avrebbero dovuto morire tanto tempo fa, quando perdettero ciò che le rendeva persone. Ora il tuo lavoro è restare abbastanza sano così che quando qui arriva qualcuno che puoi davvero aiutare, non ti ritrovi tanto sballato da distrarti.”
    (Dr. Cox)»

    D’accordo era andata più o meno bene. Però il primo era sempre quello più secchione. E aveva scelto anche un caso semplice. Non che si lamentasse, anzi non dover fare niente era quasi una gioia. In fin dei conti lui era un uomo semplice, si accontentava delle piccole cose, come passare la mattina ad abbracciare la cartella senza dover alzare un dito. Amava il suo lavoro, ma insomma adorava anche rmianersene in panciolle. Quando la specializzanda gli diede l’impressione che avesse terminato intervenne facendo una rapida diagnosi dell’aura per valutare la presenza di eventuali tracce residue dell’incantesimo che il paziente stava cercando di produrre giocando a fare il piccolo chimico con il suo calderone. Fortunatamente non c’erano residui di incantesimi che ne alterassero il flusso di energie. «Jones, non sono il tipo che elargisce complimenti ed in effetti non lo farò nemmeno in questo momento, peccato. Ogni volta che c’è di mezzo un incantesimo di qualsiasi tipo bisogna fare una diagnosi dell’aura per valutare la presenza di incantesimi ancora presenti sul paziente. Questa volta sei fortunata e la pozione del genio qui era scadente. Si, signor Carver lei è un pessimo pozionista, la prossima volta cerchi di non ammazzarsi e contatti un alchimista decente». Scandì quell’ultima parte della frase in modo che il paziente la sentisse nonostante continuasse a guardare la sua specializzanda. «Infine un consiglio, cara la mia Jones, usi l’incantesimo degli occhi penetranti mentre fa la pranoterapia, così potrà essere sicura di eseguire tutto accuratamente e non dopo, quando ormai il danno è fatto. In ogni caso…» esordì rivolgendosi anche al resto dei ragazzi. «se doveste scoprire di aver eseguito male la pranoterapia vi ritroverete costretti ad usare l’incanteismo di magincisione per riaprire la ferita e risanarla d’accapo e mettendoci un po’ di attenzione. Non venitemi a dire che la pranoterapia è un incantesimo del primo anno di magia bianca, perché sono certo che se controllassi metà di voi non la saprebbero eseguire correttamente. Fortuna vuole che la signorina Jones qui non abbia sfregiato accidentalmente il signor Carver». Si, va bene, magari esagerava, si trattava di tagli non poi tanto profondi e l’incantesimo era stato eseguito con attenzione quindi il problema era stato evitato. Però si divertiva tanto a ricordargli che erano delle matricole. «Bene signor Carver, riposi, le sue cellule hanno fatto parecchio lavoro oggi, rimanga a letto ancora per qualche ora e poi cerchi di non tornare qui. Se scopro che ha di nuovo fatto esperimenti di pozionistica mi assicurerò che non si dimentichi più la lezione. Andiamo ragazzi».
    Il secondo paziente era più o meno idiota come il precedente, era un geniale magizoologo che era stato graffiato da un Occamy da una spalla. La lezione decisamente brutta a guardarsi attraversava tutta la parte anteriore del torace fino alla spalla destra. Le infermiere si erano preoccupate di fasciarlo per impedire che perdesse troppo sangue. Gli antidolorifici erano già stati somministrati, doveva semplicemente essere rimesso a nuovo. «Questo è il signor Alex Mayer, magizoologo, 24 anni, fate ciao con la manina» esordì prendendo la cartella appesa ai piedi del letto. «Bene, chi si arrischia a fare un’anamnesi e una diagnosi? Signorina Miller? Sarai tu la fortunata?»


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    Scusate il ritardo indegno ho avuto un milione di cose da fare e di role da recuperare, adesso sono tutta vostra :3

    Margaret
    Bonus Post: 36

    L'incantesimo di pranoterapia (cd30) è meticoloso e adeguato, non hai alcuna fretta e presti attenzione ad ogni dettaglio, dopo di che potenzi la vista per valutare lo stato del derma del tuo paziente (cd40: 36+19) che è perfettamente risanato.
    Ottimo lavoro!

    Nuova skill che puoi usare:

    Nome: Magincisione, o taglio telecinetico superiore
    Prerequisiti: Psicocinesi, 22
    Descrizione: Taglio telecinetico ad altissima precisione, al punto da poter effettuare tagli anche millimetrici. E' inoltre possibile stabilire la profondità del taglio, molto utile in associazione con occhi penetranti.
    Formula: incido
    Movimento: utilizzare l'indice della mano dominante per eseguire il taglio, posizionarlo a pochi centimetri di distanza dalla superficie da tagliare


    Aspettate il mio post prima di proseguire!
544 replies since 2/6/2013
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