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Vorrei uscire dal gruppo zombies, però senza riesumare nessun pg (ormai poverini hanno le ragnatelone attaccata addosso). Preferisco ripartire da zero, ma credo che comunque io debba segnalarvelo qua -
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Grazie a tutti!! ❤❤
Rob quanto tempo!! Certo se ho dubbi ti chiedo.. Lara (tu puzzi) mi ha già accennato a qualcosa. Comunque intanto do un'occhiata per farmi un'idea più concreta di cosa sia cambiato.
Bea mi ricordo di te, perché avevi il mio stesso nome ma con un nome diverso come utente e mi avevi confuso (anche perché ci vuole poco a confondermi, lo ammetto). A tutti gli altri grazie di nuovo per il benvenuto!! Datemi un pochino di tempo per orientarmi e giuro che vi lancio *letteralmente* il primo pg -
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Ehm ciao amici!! Faccio schifo con le presentazioni, figurarsi con le presentazioni 2.0.
Non so chi si ricorderà di me (sono passati secoli dopotutto). Coomunque per tutti sono Bea, Beatrice all’anagrafe, ed ero un’utente più o meno 3 anni fa. Avevo Lamya e altri pg di cui non ricordo minimamente il nome. Attualmente sono una studentessa *vecchia* di infermieristica, mi spiace per tutti i pazienti che passeranno da me, e ho 25 anni (quasi 26.. oddio mi sento male a pensarci). Vivo in toscana, ma appena posso mi faccio una giratina a Roma, città che amo alla follia. Eee boh che dire. Non scrivo in un gdr da un sacco, quindi perdonatemi perché farò abbastanza schifino all’inizio. Non vedo l’ora di ruolare e intramare pg con tutti voi.
Ok direi che vi ho già tediato abbastanza! Corro a mangiare che ho fame (cosa c’è di più bello che mangiare?!) ❤ -
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Ma bevenuto barra bentornato nel mondo del disagio :3 -
[Magia Bianca] Lezione Magia Bianca II - seconda lezione primo anno - Aule, uffici dei professori e laboratori.₪ Felicity Daisy Johnsonecoempatica - mezza fata della terra - 22 anni - ingenua« if i wanted, i could destroy everything. but i'm a good girl »
La situazione aveva preso una svolta inaspettata, un cambiamento talmente repentino che Felicity si ritrovò ancor più spiazzata, a tal punto da abbassare le braccia e lasciarle lì, inerme di fronte al pianto della copia. Non si trattava semplicemente di una persona da consolare, di qualcuno con una ferita aperta da abbracciare e stringere forte, no. In quel caso sarebbe stato naturale, facile per la ragazza che avrebbe saputo perfettamente come muoversi. Ma lì non c'era una persona qualunque. C'era lei. Nonostante la devastazione fisica che il corpo della manifestazione aveva dovuto subire, era pur sempre Felicity Johnson, con i suoi stessi dolori e paure. Capì di non essere sicura di poter affrontare tutto quello. Il docente le stava facendo affrontare una prova che le sembrò d'improvviso così dura, anche troppo per lei. Ogni singola parola che uscì dalle labbra della copia fu come una pugnalata allo stomaco della ragazza che annaspò, alla ricerca di aria. Il dolore era come le onde di un'oceano in tempesta, scalfendola in ondate sempre più maestose e spinta al limite, per un attimo, un solo attimo che però fu sufficiente per odiarsi, pensò di attaccarla pur di farla sta zitta. « No, no! » quasi urlò portandosi le mani alle orecchie, abbassando il capo in segno di una disperazione incontrollabile. Puntò lo sguardo verso un punto ben preciso, dove iniziava il bosco e dove solo lei sapeva esserci la strada verso il rifugio speciale della sua famiglia. Mosse il piede destro, con l'intenzione di scappare via da tutto. Dalla copia, dal luogo, da Diana.. da lei stessa in qualche modo. Qualcosa però si fece improvvisamente largo dentro di lei, inchiodandola sul posto. No, non poteva abbandonarla anche se voleva. Una, due.. decine di lacrime iniziarono a scorrere lungo il volto di Felicity, incapace di fermarle. « Scusami.. » sussurrò, posando lo sguardo appannato lungo i fili d'erba del prato. « scusami se ti ho fatta dubitare di te. Tu.. tu non c'entri niente con la loro morte » faceva male parlare, far uscire quelle dannate parole dalle labbra. La gola le doleva e i singhiozzi invece di cessare aumentarono, obbligandola a prendersi diverse frasi tra una parola e l'altra. « Era arrivato il loro momento. Si chiama destino » sperando che il tono fosse stato sufficientemente alto da essersi fatta sentire, smise di parlare per prendersi qualche secondo tutto per sè. Non spostò lo sguardo da terra mentre la mano destra andava ad asciugare le lacrime già quasi del tutto asciutte, grazie al vento impetuoso che fino a quel momento aveva smosso ogni cosa, anche se Fee intuì che si sarebbe calmato presto. Dovevano entrambe accettare che il suo discorso fosse totalmente vero e andare avanti, per poter vivere con serenità tutto ciò che il destino mettesse loro sulla strada. I ricordi dei genitori sarebbero mutati in dolci e preziosi frammenti di una vita passata che sempre avrebbero portato con loro, ricordandoli però con placida tranquillità. Felicity percepì di esserci vicino, di poter finalmente far diventare realtà quei pensieri. Ma la sua copia? Ci sarebbe riuscita? Rialzò lo sguardo verso il limitare della foresta, spostandolo poi sul corpo dell'altra. Quel corpo così ferito, sia dentro che fuori. Quasi senza pensarci due volte avanzò verso di lei, colmando lo spazio che le separava. Se le avesse dato il permesso l'avrebbe stretta a sè in un lungo abbraccio, talmente forte da farle sembrare per un attimo un tutt'uno. « Ti va di venire con me in un posto? » avrebbe sussurrato al suo orecchio, sciogliendosi di poco dall'abbraccio per poter così accarezzare la parte del volto bruciata della copia. Il sorriso che lei poteva scorgere sul volto di Felicity era un sorriso colmo di dolcezza. Se avesse accettato l'avrebbe presa per mano e portata con sè al rifugio speciale pieno di margherite. Si sarebbero sdraiate osservando il cielo, raccontandosi magari aneddoti divertenti su Talia e Leonard. Si, avrebbe fatto di tutto per farla star meglio. Voleva che anche lei capisse. Che potesse essere felice.code © psiche -
.Tenerissima? Argh. *afferra la radio* Annullare, Sergente. Questa non è un'esercitazione. Ripeto, annullare. La copertura è saltata E io che pensavo di essere riuscita nell'intento di sembrare una bisbetica in love ç_ç
Tu! Avevamo una role in corso e sei sparita! Mi devi una role, sappilo, altrimenti scoppio a piangere e sarai responsabile del prossimo diluvio universale v.v
Vita sociale? Cos'è? Si mangia?
Bordeyolo forever!
Pensavi male buahahahahahah
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ops. OPS. SCUSA. chiedo immenso perdono. Son tutta tua per ogni role che vorrai fare u.u quando vuoi, come vuoi e dove vuoi. faccina ammiccante riuscita male perchè non so fare le faccine ammiccanti mannaggia -
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Oddioo ma so chi sei *-* quella persona tenerissima che lavora in un posto magggggico.
Non so se ti ricorderai di me, ma ci provo. Sono bea ed ero cherry sul paiolo <.<
Son contentissima di vedere che sei approdata qui! Sappi che finirai in un covo di matti e la tua vita sociale diverrà pari a zero, ma non te ne pentirai.
Benvenuta bella
ps: Stranger things devasta tutti. Tutti.
pps: non sai che dolore hai fatto rinascere in me con la scritta bordeyolo.. troppi ricordi -
[Magia Bianca] Lezione Magia Bianca II - seconda lezione primo anno - Aule, uffici dei professori e laboratori.₪ Felicity Daisy Johnsonecoempatica - mezza fata della terra - 22 anni - ingenua« if i wanted, i could destroy everything. but i'm a good girl »
Le braccia erano inermi lungo il corpo, come se qualcosa le togliesse la forza o l'energia per riuscire a commettere anche il più piccolo movimento, mentre il collo incassato tra le spalle era un evidente tentativo di sparire, trovandosi da tutt'altra parte ma non di certo lì, ad affrontare un suo macabro riflesso. Eppure qualcosa la tratteneva da scappare, un turbamento che le nasceva dal suo più profondo essere. Un'improvvisa e tagliente raffica di vento mosse i capelli della ragazza, lasciando che lunghi ciuffi biondi le si posizionassero davanti al volto e lì restassero, visto che i muscoli di Fee non fecero neanche il più breve movimento per spostarli, impegnata ad osservare la sua copia. Il busto era spostato in avanti, i muscoli tesi ed i pugni serrati in un gesto che lasciava poco spazio anche al più piccolo dubbio nel capire l'emozione che l'attraversava. L'unico sopracciglio presente nel viso era abbassato, formando delle profonde rughe verticali sulla fronte. Fee poteva vedere i denti serrati lasciati scoperti dalle labbra sollevate in un ghigno di puro rancore, deformato dalle cicatrici della bruciatura. Tutto in lei sembrava voler urlare quanta rabbia stesse provando, ma era lo sguardo forse quello che riusciva a caratterizzarla di più. Quegli occhi trasparenti che conosceva così bene erano fissi su di lei, incastonati nelle tese palpebre che riusciva ad aprire solo parzialmente. C'era qualcosa in quello sguardo che la mente di Fee percepiva non solo come segnale di pericolo, no, nel profondo era come se stesse urlando una muta richiesta di aiuto. Un'aiuto che non avrebbe di certo chiesto o voluto, ma che la mezza fata voleva donarle senza nessun dubbio. Voleva comprendere, aiutare, prendersi cura di lei. Sapeva che prima iniziava a parlarle e meglio sarebbe stato, ma non appena aprì le labbra per dirle qualcosa, capì che non era quello l'esatto momento. La situazione di pericolo venne percepita prima dal suo corpo che dalla mente, in confusione e totalmente smarrita, ritrovandosi a reagire d'istinto liberando le ali sotto pelle, che formarono due buchi nella maglietta, per permetterle di tentare una schivata aerea all'indietro. Piegò le ginocchia staccandosi dal terreno e facendo un paio di metri al ritroso, provando a portarsi fuori area dal possibile pericolo e mettendosi davanti a Diana, per essere sicura di poterla proteggere se l'altra avesse tentato di attaccare anche lei. « Per favore calma » mormorò, portando i palmi delle mani davanti al corpo per tentare di farle capire che non voleva combattere « cosa... cosa avrei fatto ai nostri genitori? Vorrei capire. Posso sentire la rabbia e la disperazione che scorre furiosa in te. E' come se ti togliesse il fiato vero? » parlava con la solita dolcezza che la contraddistingueva. Non le importava che il suo riflesso smettesse di odiarla, non era quello il suo scopo, voleva solo aiutarla. Ogni volta che percepiva il dolore in un'altra creatura era come se il suo corpo si spegnesse, provando quella sensazione di angoscia e smarrimento che tanto odiava. Doveva aiutare, sempre. Era un dovere che fluiva nella sua mente fin da piccola. « So bene cosa significhi essere disperate » la rabbia era un'emozione che raramente nasceva in lei, ma la disperazione invece la conosceva molto bene, avendo perso entrambi i suoi amati genitori « e capisco che tu possa pensare di non avere scelta. Ti senti sopraffatta da tutte quelle orrende e crudeli emozioni negative, lo so. Ma usare la violenza non cambierà niente » un improvviso nodo in gola le impediva di parlare chiaramente, ma serrò la mascella e andò avanti, completando il suo discorso « Quindi ti prego, parliamo e confrontiamoci. Ma senza arrivare a tanto » Il battito cardiaco era accelerato per via della situazione e i brividi di freddo le scorrevano lungo il corpo, mentre annusando l'aria intorno a lei capì che la pioggia era davvero imminente. Aspettando in silenzio una sua risposta, tentò di calmarsi e ritrovare la concentrazione necessaria per tentare una diagnosi dell'aura e avere così informazioni sul riflesso. Era la sua copia e forse era uguale a lei, ma Fee non aveva niente da perdere, così provò.code © psiche -
.SPOILER (clicca per visualizzare)scusate se scrivo qua ma non sapevo dove farlo per poter sentire entrambe ç.ç Sto rispondendo alla seconda lezione, ma mi è sorto un dubbio sul recupero. Non so bene le skill che ho sbloccato, se sono quelle tre o anche tutte quelle che per averle basta il completamento minimo della prima lezione, e neanche il voto. Scusate ancora la rottura, ma non so come muovermi nell'altra lezione sennò, causa skill :3
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[Magia Bianca] Lezione Magia Bianca II - seconda lezione primo anno - Aule, uffici dei professori e laboratori.₪ Felicity Daisy Johnsonecoempatica - mezza fata della terra - 22 anni - ingenua« if i wanted, i could destroy everything. but i'm a good girl »Il discorso dell'uomo che ormai ben sapeva chiamarsi Callaway riuscì a scuoterla in modo molto diretto. Dentro di sè sentiva di voler provare, di voler davvero mettersi alla prova, ma al tempo stesso il pensiero di essere costretta a fronteggiare una sua copia la spaventava. Cosa avrebbe visto? Quali antichi dolori sarebbero emersi da quella sfida? Incrociò le braccia intorno all'esile corpo in un goffo tentativo di protezione, come se in qualche modo cercasse conforto in un suo stesso abbraccio. Tentò di regolarizzare il battito cardiaco, inspirando a pieni polmoni l'aria dal sapore frizzante che quella mattina permeava nell'aula, insieme a tiepidi raggi di sole che con delicatezza filtravano attraverso le finestre e andavano a posarsi sulle chiare braccia, creando varie tonalità di pelle come un gioco che Fee trovava buffo. Le ali erano ben nascoste sottopelle, per evitare di essere osservata come un'essere da baraccone dagli altri universitari che erano "semplici" maghi. Fee infatti stava iniziando a percepire molte cose abitando in quelle strutture, cose che non aveva invece mai capito o affrontato quando la sua esistenza si limitava alla casa sul lago, con il boschetto adiacente. Fu lampante per la bionda vedere come quasi tutti i presenti fossero umani e che, nonostante si trovasse in una scuola magica, ben poche creature vivessero là dentro. Così aveva deciso di evitare di mostrarsi per quello che era veramente a tutti anche se, visto il suo carattere allegro sincero, sarebbe bastato scambiare due parole con lei perché rivelasse il suo essere un ibrido. Il braccio destro si stese lungo tutto il banco con la mano tesa, per riuscire ad osservare meglio il delicato anello posto all'indice. Da quando era diventato il suo catalizzatore non se ne separava mai e neanche lo avrebbe fatto, amando osservare le due pietre incastonate al centro e riuscendo a darle forza e a ricordarle che poteva farcela a rimettersi in pari con gli altri ben più avanti di lei. Spostò il palmo della mano verso il cristallo dalle sfumature perlacee posto sul banco, afferrandolo. Quella percezione di paura non si era attenuata, ma al tempo stesso si stava facendo strada una sempre più vivida sensazione di eccitazione al pensiero di poter avere la possibilità di vedere i suoi amati genitori. La prima lezione l'aveva fatta sentire spossata per la prova a cui era stata sottoposta, ma Fee non sarebbe mai stata abbastanza grata a Callaway per essere riuscito a darle l'occasione di rivedere Leonard e Talia. Il volto rivelò una nuova tranquillità, mentre lasciava scivolare il ciondolo con il cristallo lungo la chioma, mettendolo così al collo.
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Sbatté un paio di volte gli occhi, osservandosi intorno. Riconobbe subito quel labirinto di specchi frutto di confusione durante la precedente lezione, ma adesso familiare al suo sguardo. Sguardo che venne prontamente abbassato quando il cristallo iniziò a brillare e a far fuoriuscire un'essenza scintillante che andò a posarsi poco distante da lei, assumendo una forma che Fee già conosceva. « Ci rivediamo eh » mostrò la schiera di denti bianchi, sorridendo sincera al cerbiatto « Se non ti dispiace direi che è il caso di trovarti un nome » nel tono di voce di Fee si poteva scorgere un insolito rispetto verso la creatura, oltre che una naturale simpatia. Si era già affezionata a quell'animaletto così tenero, non poteva negarlo. Se la sua guida avesse acconsentito per il nome la ragazza sarebbe stata qualche attimo a pensare fino a che non avesse trovato quello più adatto, -Diana, come la dea romana della natura - per poi seguire il cerbiatto muovendo senza esitazione i piedi in avanti per poter far sparire le decine di vetrate e ricreare così l'ambiente vicino a lei, quell'ambiente così familiare e nostalgico. Il mondo intorno a lei mutò subito. Chiuse le palpebre in trepida attesa, sapendo di ritrovare quel delizioso cinguettio di uccellini e il rumore dell'acqua del lago a contatto con il terreno. Il duro pavimento divenne un soffice tappeto d'erba, mentre l'aria iniziò ad accarezzarle il volto con sempre più forza. A differenza della volta prima era apparsa nel prato e non in casa, ma c'era qualcos'altro di strano e Fee non potè non percepire una sensazione poco piacevole attraversarle la mente. Riaprì gli occhi, guardandosi intorno. Era davvero vicino casa, ma l'ambiente non era quel che si può dire sereno. Il vento le sferzava il volto e nubi scure nascondevano un'invisibile sole, facendo presagire un forte temporale in arrivo. « Ehi Diana, che ne dici se ci ripariamo in casa? » si strinse le braccia al petto, cercando di scaldarsi visto che quella magliettina bianca a maniche corte non sembrava riuscirci neanche un po'. Cercando di evitare di battere i denti per il freddo si avviò verso il riparo, sperando di essere seguita dal cerbiatto. A pochi passi però si fermò, i sensi in allerta e i muscoli contratti. La porta di legno stava all'interno, aperta, e nello spazio d'entrata una figura sembrava aver preso possesso del posto. Figura che Fee non riusciva a distinguere bene essendo nell'ombra, ma percepiva che non erano i suoi genitori o la zia acquisita nè tanto meno una figura amichevole. « Chi sei? Che ci fai in casa mia? » fece segno con la mano destra a Diana, nell'intento di farle intuire che era meglio se restasse dietro a lei. Alle orecchie della bionda arrivò una risatina ironica, nel momento esatto in cui la figura fece un passo verso l'esterno, mostrandosi. La bocca si aprì, mentre il cuore iniziò a pompare più velocemente del normale. Davanti a lei si stagliava.. lei. Ma non era come guardarsi allo specchio, lo capì immediatamente. La Felicity che stava davanti a loro era completamente senza capelli, con la pelle di metà volto cicatrizzata da quella che doveva essere stata una brutta bruciatura. Al petto una grossa cicatrice a forma di X riluceva sul petto scoperto parzialmente da una canottiera mal ridotta, all'altezza del cuore. Ma non fu tutto questo che la sconvolse davvero. C'era un'altra cosa, molto più orribile, che il suo sguardo aveva visualizzato subito. Il suo riflesso non aveva un'ala spezzata, no, molto peggio visto che le mancava proprio metà ala. Di riflesso Fee portò le mani dietro la schiena, anche se sfiorò solo il tessuto della maglietta. « Ehi... » riuscì solo a balbettare, aspettando che l'altra chiarisse le sue intenzione.code © psicheSPOILER (clicca per visualizzare)piccolissima spiegazione sulla copia di Fee (se ti dovesse servire per l'esito...)
- E' senza capelli ed il volto è bruciato perché da piccola (quattro anni e mezzo circa) mandò a fuoco la casa, rischiando di far morire bruciata la madre, a letto malata. Il padre tornò in quel momento a casa e per un pelo evitò la tragedia.
- La x incisa sul petto è dovuta alla malattia della madre, morta per l'aggravarsi di un problema al cuore. In qualche modo, il fatto di aver pensato da bambina che la madre aveva una minima colpa per essere morta, la riempie di vergogna.
- L'ala spezzata è dovuta al fatto che da quando è arrivata a new york si è chiesta più volte come sarebbe stato se fosse stata umana, con la sua famiglia, ma normale. O se avendo ascoltato suo padre e fosse andata a scuola di magia, avrebbe potuto salvarlo in qualche modo dall'incidente. Insomma in qualche modo il fatto di essere mezza fata la rende fiera ma al tempo stesso la destabilizza -
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Anche io me l'ero immaginato in quel modo in effetti ahahahahah
Comunque certo che accetto l'ecoempatia *-* -
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