Votes taken by •Lithium•

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    Jeremiah J. Everett
    DeadManWannabe, PelorLover
    Caotico Buono
    Gettare la corda proprio adesso arrendendosi all'inevitabile morte che li attendeva, forse, sarebbe stata la scelta più facile per una fine rapida. Era sempre più semplice chiudere gli occhi e accettare un destino crudele passivamente, poiché lottare richiedeva determinazione, almeno un pizzico di positività e immensa voglia di continuare a vivere per se stessi e per gli altri. Combattere affinché altri potessero continuare a respirare in questo mondo era la loro missione. Era questo che facevano loro, lottavano in nome di Pelor per un bene superiore e per nessuna ragione al mondo si sarebbero fermati finché non avessero avuto la certezza di aver tentato il tutto per tutto, anche se ciò avrebbe implicato immensa fatica ed enormi sacrifici.
    Era vicinissimo al gruppo di Lich alle spalle di Liliana e ne aveva appena attaccato uno nella speranza, stavolta, di mandare a segno il colpo. Ma niente da fare: la sua arma gli venne strappata di mano e gettata lontano. Non guardò il percorso della stessa, mai distogliere lo sguardo dal proprio nemico soprattutto quando se ne aggiungeva un secondo alla carica. Quei Lich dovevano essere allontanati o avrebbero continuato ad evocare Bugbear come fossero infiniti coriandoli, ma prima c'era quel grosso e grasso problema da risolvere. Portò entrambe le mani ormai libere in avanti, i palmi l'uno contro l'altro, e liberò un raggio purificatore di energia bianca direttamente contro il bestione, mirando ad un punto scoperto e sensibile e puntando anche sulla lentezza della creatura per mandare a segno il colpo. Doveva eliminarlo, o almeno metterlo fuori uso per il tempo necessario a fargli sbrigare una faccenda in sospeso con quel gruppo di non morti.
    «Lux purgans!»
    A quel punto schivò il percorso della creatura per avvicinarsi maggiormente ai Lich senza essere direttamente sul cammino del Bugbear (ma se dovesse essere stato eliminato, tanto meglio...) e fu allora che la notò. Sally, a terra, aveva perso la sua invisibilità insieme alla sua vita. Era una creatura evocata, certo, ma Jeremiah non riusciva a restare impassibile neanche di fronte all'uccisione di quel demiguise che aveva aiutato fino all'ultimo in quella nobile missione. Si sentì uno schifo, costretto a degnarla di ben poca attenzione a causa della situazione in cui si trovavano, ma certamente la prima morte del loro gruppo d'azione gli diede una spinta in più a muoversi affinché fosse l'ultima e affinché non fosse stata vana. Dovevano andarsene tutte quelle creature, quei non morti che non potevano fare altro che generare orrore e distruzione. Con in faccia lo sguardo della determinazione, della rabbia per ciò che tutto quel male continuava a difendere, J allungò i palmi in avanti e allargò le braccia, quasi abbracciando la schiera di Lich che aveva davanti. Dovevano morire tutti, disperdersi, temere la luce e lasciare quel mondo per sempre. Fu a quel punto che lo gridò, quando con la coda dell'occhio vide le chimere di James lanciarsi all'attacco contro le stesse creature che lui voleva annientare.
    «Exanimis aliena!»
    E non c'era più tempo da perdere, aveva bisogno di rinforzi per combattere anche tutti quei Bugbear che a breve li avrebbero attaccati costringendoli ad indietreggiare per sfruttare la loro poca rapidità nei movimenti. Iniziò a cedere un po' della sua energia magica per prepararsi all'evocazione di una creatura letale in grado di dilaniare quelle immonde frutto della negromanzia, e sempre per lei, per la supremazia del bene, era disposto a prepararsi a dover proseguire il suo combattimento fronteggiando una stanchezza maggiore rispetto a prima. (Primo turno per richiamo magico, due azioni)
    Era il minimo che potesse fare, era ciò che gli riusciva meglio evocare creature in grado di spalleggiare il suo gruppo ed evitare che la missione finisse male.

    Nonostante il post frettoloso, merdosissimo e la gif generosamente offerta dal web con scritto GUARDIANS che va be'... scusate, in teoria dovrebbe essere una combo con James!
    Azioni:
    - Raggio purificatore contro il Bugbear
    - Schivata verso i Lich
    - Scacciare non morti
    - 2 x Richiamo Magico
  2. .
    OMMIODDIO GLEN. NON CI CREDO....
    No, sono troppo emozionata tornerò più tardi...
  3. .
    Shaw Hynes ▴ Human ▴ Fire ▴ Voice ▴ SheetSkills
    Entrati nella galleria proseguirono inizialmente un po' a tentoni e in quel momento Shaw decise di approfittarne per richiamare ancora una volta il potere di Yagee affinché potesse aiutarlo ad illuminare il cammino, ma non ebbe il tempo di proseguire col suo intento che una creatura apparve nell'ombra. L'inglese ascoltò, le braccia incrociate al petto ora che aveva fermato il passo quasi sbarrato da quel Nakuc. La fantasia nel dare i nomi nel Caos Elementale sembrava essere il tratto distintivo della dimensione... Che bomba.
    Un po' a fatica a causa dell'assenza di illuminazione, Shaw vide il ragno sparire dopo aver dato loro brevi indicazioni circa ciò che avrebbero trovato proseguendo il loro percorso, ma la stessa voce udita fino a pochi secondi prima tornò a risuonare nella sua testa pochi istanti dopo.
    Shaw, ti lanci in avanti senza remore. Così facendo non potrai comprendere quel che ti circonda e capire cosa ti ha toccato davvero. Preparati a soffermarti su quello che reputi meno importante, e vedrai quello che invece ti sta più a cuore. Apri la mente per accettare anche ciò che non sei in grado di comprendere.
    Corrugò le sopracciglia, nell'ombra non l'avrebbe notato nessuno, e si domandò per quale motivo dovessero lanciargli perle di saggezza sulle quali poi finiva col sentirsi obbligato a rimuginare. E l'avrebbe fatto, solo non in quel momento, però, dato che rumori provenienti alle loro spalle iniziavano a fargli intendere che non poteva lasciare grande spazio alla risoluzione di enigmi che forse intaccavano la psiche. Poi arrivò l'avvertimento verbale, e a quel punto indietreggiare per lavarsi di torno sembrò l'unica cosa da fare. Afferrò sia Dulcinea che Nik e li strattonò indietro insieme a lui*, abbastanza lontano dalla direzione da cui provenivano i suoni per evitare che crollasse malamente sulle loro teste.
    Borbottando un fine "eccheccazzo".

    sorry davvero tvb
    *non ho idea di quante azioni siano, ma facciamo che per ora ripeto questa all'infinito e basta
    Elemento principale: my Shawy's on Fire
    Elementi affini: Terra e Acqua
    Skills:ho inserito il link nel code ma ogni volta che utilizzerò skills che non siano elementali te le inserirò qua sotto, dooon't worry!
    L'animale guida di Shaw (Pantera Nera) invece gli dà un +2 alle (Engie cit.) stat fisiche in condizioni di difficoltà, cioè durante uno scontro.
    Anno: Secondo
    Scenario scelto Notturno 1

    Skills utilizzate


  4. .
    HTML
    <tr><td>Shaw Hynes</td>
    <td>Satet</td>
    <td>100$</td></tr>
  5. .
    Jeremiah J. Everett
    DeadManWannabe, PelorLover
    Caotico Buono
    Engie scusa per tutta la "fuffa" che penso sia anche illeggibile in alcune parti perché sono troppo stanca per rileggere ç.ç

    Spesso gli avevano chiesto per quale motivo avesse scelto di proseguire il suo percorso di studi specializzandosi in Magia Bianca. Un tizio come Jeremiah Everett, che lottava come un guerriero un po' squinternato e si buttava in mischia come il peggiore delle bestie, che evocava armi talmente grosse e pesanti da poter essere sorrette solo da uomini della sua stazza, era più facile immaginarlo focalizzato su qualcosa che fosse prettamente fisico e non spirituale. Come si poteva anche solo pensare che quello che sembrava un distruttore potesse nutrire pensieri ben più nobili del semplice combattere col fisico? Lo si doveva conoscere personalmente per saperlo. Bisognava sapere che sotto quella tenuta da barbaro spargitore di sangue ci stava la voglia di far prevalere il bene sopra qualunque altra cosa, non importava quanti sacrifici occorresse fare per portare un po' di giustizia, o anche solo un po' di dignità a chi ormai non possedeva più alcun futuro a causa di coloro che lottavano in nome del male. I seguaci di Tharizdun in primis.
    Come tutti temeva la morte, solo gli stolti erano disposti ad accoglierla a braccia aperte senza provare alcunché, ma era aperto a quell'eventualità e se fosse arrivata mentre tentava di contrastare il male l'avrebbe accettata, ma mai senza smettere di lottare e trascinarsi dietro quelle orrende creature fino al momento in cui non avesse esalato l'ultimo respiro. Per questo non gli interessava perdere sangue, specie se quel graffio era dovuto ai movimenti del suo Demiguise di fiducia, ma nel momento in cui la sua persona fu condotta inevitabilmente verso la trappola escogitata dal mago nero capì che era arrivato il momento di farsi girare i gioielli. Seriamente, Jeremiah era la persona più buona del mondo, incredibilmente lo era anche verso coloro che avevano spezzato vite per portare alto un Credo malato, cancerogeno, tanto che non aveva intenzione di uccidere quei due esseri bensì imprigionarli e sottoporli a un giudizio superiore, ma la situazione iniziava ad infastidirlo. Voleva corromperlo, quel figlio di sua madre, e ci stava riuscendo alla perfezione. In quel momento di pace innaturale e falsa, Jeremiah si rese conto di non essere l'unico deficiente ad aver seguito il canto del mago nero e che oltre a lui anche James e Maeve erano avanzati superando il cerchio di sangue. James se la sarebbe cavata e sì, anche Maeve. Ma lei non poteva avvicinarsi così tanto, non adesso che la situazione iniziava ad aggravarsi ancora di più. Con la coda dell'occhio Jeremiah aveva visto Liliana muoversi ancora, portando in campo altre creature che a loro volta, sicuramente, ne avrebbero generate delle altre. Forse stavano per morire tutti quanti, ma lei doveva restarsene dietro e tentare di salvarsi, magari attaccando dai margini ma senza oltrepassare il limite. Non poteva permettersi che lei e Astrea specialmente, ma anche James e quel pezzo di santo di Howard perdessero la vita in quel campo di battaglia pieno di orrore. No, non si sentiva il salvatore di nessuno, non era abbastanza abile e se anche lo fosse stato probabilmente sarebbe bastato il numero delle fila nemiche a schiacciarlo, ma poteva provare a spezzarne più che poteva partendo da ciò di cui gli avversari speravano di nutrirsi. Vide le loro stesse ombre muoversi e si mosse in fretta, perché certe decisioni in campo di battaglia dovevano essere prese rapidamente. Poggiò la sua ascia a terra e sollevò deciso entrambe le braccia sopra il capo chiudendo i palmi. Perdindirindina, loro vivevano nella luce, erano portatori di luce e come si combatteva l'oscurità se non con essa? Sì, d'accordo, si era ritrovato più volte a pensare a questo genere di ragazzinate ed era stato anche generosamente perculato da Will in più occasioni, ma ci credeva davvero e non voleva assolutamente che i nemici li sfruttassero per ottenere un qualche vantaggio in più. A volte sembrava un idiota, ma la positività l'aveva sempre posseduta e mai celata.
    «Diurna lux!»
    Le braccia scattarono decise verso i lati opposti, separandosi e aprendosi energicamente affinché si ergesse su di lui una sfera luminosa. (Giorno di luce)
    «Adesso loda il sole, bastardo.»*
    Nel frattempo Sally, ancora invisibile, non si era lasciata andare a sentimentalismi di alcun tipo e non aveva ceduto neanche al taglio subito dal cerchio di sangue. Jeremiah le aveva detto di puntare i ghoul e lei, una volta liberata del canto, non se l'era fatto ripetere due volte. Era già vicina ad uno dei tre in campo, quindi ancora una volta aprì le fauci e tentò di azzannare la creatura non-morta per il collo. Evidentemente le era piaciuto il modo in cui la testa del precedente era rotolata via, lasciando quel corpo putrefatto a terra privo di quella che veniva chiamata vita. A quel punto mise di nuovo in moto i suoi enormi arti che le permettevano di muoversi ad una velocità più elevata rispetto al normale, e dato che la strada verso i due nuovi ghoul era (in teoria) sgombra si fiondò sui due sbalzando il primo all'indietro con una violenta zampata data in carica, in direzione dei Lich alle spalle di Liliana, e riservando lo stesso trattamento che aveva gentilmente concesso ai primi due anche all'ultimo rimasto, chiudendo ancora una volta la dentatura affilata attorno alla gola del ghoul scaraventando via il corpo senza un minimo di compassione. [Ovviamente è sempre ipotizzato.]
    Jeremiah non restò a guardare né lo scompiglio creato dal suo demiguise invisibile né tantomeno Sorin mentre lodava il sole, perché nel frattempo era giunta l'apocalisse che rispondeva all'appello di ben sette Lich Wraith nuovi di zecca e undici amorevoli Berserk, pacchetto completo di morte rapida ma dolorosa.
    «Santo Pelor.»
    D'accordo, il livello di merda era notevolmente aumentato e la puzza iniziava a farsi troppo pesante anche per loro. Ma era inutile farsi intimorire, da questo momento in poi avrebbero dovuto utilizzare tutti gli assi che avevano nelle maniche. Jeremiah, che conosceva le abilità alchemiche di James, sperò davvero che potesse quantomeno distrarre una buona parte di esercito mentre lui tentava di ridurre il numero dei Lich Wraith. Se questi fossero restati dietro la Negromante allo stremo delle sue forze, probabilmente avrebbero continuato ad evocare chissà quali e quante creature e probabilità di riuscita dei maghi bianchi sarebbero diminuite ancora di più, portandoli lentamente verso un baratro dal quale non sarebbero mai usciti vivi.
    Riprese in mano la propria ascia e, ancora una volta, ricominciò a muoversi con rapidità in direzione delle sette creature che voleva anche solo provare a fermare. Non era totalmente pazzo, sapeva di essere un facile bersaglio praticamente di chiunque lì in mezzo come un demente, quindi nella rincorsa fu attento a schivare qualunque tipo di attacco potesse arrivare nella sua direzione finché non fosse giunto abbastanza vicino ai suoi obiettivi. Doveva allontanarli con quel sole ed renderne alcuni facili bersagli, per questo puntò inizialmente sulla mano di fede per far sì che i Lich Wraith non avessero scampo almeno per un po' di tempo. A quel punto allungò la mano sinistra in avanti trascinandosi dietro la sua ascia, e al momento giusto pronunciò la formula «Manus fidei.», stavolta senza gridare. Battagliero sì, ma attirare maggiormente l'attenzione su di sé sarebbe stato da schizzato. [Ipotizzando ipotizzando]
    Puntò il più vicino, impugnò di nuovo il manico della sua ascia con entrambe le mani e caricò lo stesso colpo utilizzato in precedenza, leggermente obliquo e di una potenza tale da distruggere la creatura senza perdere altro tempo. C'era da sperare che la mano di fede fosse stata attivata, o a quel punto sarebbe stato nei guai seri.

    * scusate ma non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione d'oro...
    Fine combo (?)
    Azioni Sally:
    - invisibilità
    - attacco al ghoul più vicino
    - azione di movimento
    - attacco al secondo ghoul
    - attacco al terzo ghoul
    Azioni Jeremiah:
    - Giorno di Luce
    - Azione di movimento
    - schivata
    - mano di fede
    - Attacco lich wraith
  6. .
    Shaw Hynes ▴ Human ▴ Fire ▴ Voice ▴ SheetSkills
    Shaw era abbastanza certo del fatto che anche anche la dimensione del Caos Elementale potesse vantare un buon numero di abitanti, quindi iniziava a chiedersi per quale motivo nella mente gli fosse entrata proprio la voce di un idiota. Era incredibile come la vita lo parasse sempre di fronte a situazioni come quella in cui si trovava, quando ad affiancarlo, seppure forse solo a livello mentale, c'erano sempre soggetti che sicuro non brillavano per intelligenza.
    «Ma che gli lanci un pugnaletto quando hai quella spadona, andiamo... oh... OHHHH! »
    Ma porca quella puttanaccia.
    La telecronaca in testa non l'aveva chiesta, oltretutto rischiava anche di distrarlo perché mentre se la vedeva col lombricone doveva anche tenere sotto controllo la situazione accanto a sé. Non gli disse di chiudere la fogna solo perché era leggermente impegnato in altro e sì, anche per non fare il suo gioco e dargli modo di blaterare ancora insensatezze.
    Affondò la lama nella creatura e balzò indietro appena in tempo, sfuggendo al getto d'acido con prontezza di riflessi. Era pronto a muoversi per sferrare un secondo attacco...
    «Uoh, mi piace, fammi provare! Voglio prendere anche io a pugni il Dawdat! ... O quello che è, nel senso... assoldami. Forse posso rendermi utile... magari dopo... sono Yagee, spirito di fuoco. Non è un nome molto in?»
    Assoldami.
    Magari dopo.
    Un nome molto in.
    Yagee, spirito del fuoco.
    Shaw soppesò brevemente tutte quelle parole e arrivò ad un'unica conclusione, verità inconfutabile e universalmente valida: lo spirito del fuoco era un demente. Faticava a credere di aver sempre fatto affidamento su un elemento il cui spirito sembrava essere uscito da una barzelletta imbarazzantemente triste, ma la dura verità colpiva sempre come una pugnera sulle gengive. Ti aspettavi delle nocche e invece, sbam!, arrivava il duro acciaio e faceva abbastanza male, ecco.
    «Non mi pare. La prossima volta se vuoi nell'attesa ti offro anche qualcosa da bere.», borbottò sarcastico pentendosi quasi subito di averlo fatto... riflettendoci c'era una buona probabilità che Yagee potesse rispondergli che sì, avrebbe gradito da bere e, perché no?, magari anche da mangiare.
    Cristo.
    Si era preparato a tornare sul lombrico gigante, ma una fiammella improvvisa si palesò tenendolo buono al suo posto. Che fosse lo spirito del fuoco? Quando si tuffò verso la sua mano Shaw non si oppose, lasciò che quel calore disegnasse quel marchio sulla sua pelle e poi lo guardò rapidamente scomparire. Era così abituato a ricorrere al suo elemento che non aspettava altro di poterlo riutilizzare e forse, se l'istinto non parlava una lingua diversa dalla sua, adesso avrebbe potuto utilizzare di nuovo il fuoco. Quella senzazione di calore era il massimo che potesse chiedere, e per un momento la bocca gli si piegò appena in un sorriso. Creepy. Praticamente sorrise al lombrico ma tanto quello non avrebbe potuto rinfacciarglielo.
    «Era ora. Mo ci si diverte.», che equivaleva più o meno ad un "grazie" dei comuni mortali in versione tamarra personalizzata. Lo sapeva di aver bisogno di Yagee, sapeva anche perfettamente di necessitare il suo intervento affinché potesse utilizzare il fuoco, e sotto sotto sapeva anche che quel demente dello spirito ne era già al corrente. Doveva, per forza, perché chi più di Shaw aveva sempre sfruttato al massimo ciò che il fuoco poteva offrirgli?
    A quel punto, non appena Yagee si decise a indossare i panni dell'Innesco, Shaw raggirò di nuovo la creatura per trovare una posizione migliore dalla quale attaccare, mirando comunque alla zona precedentemente lesa. Lasciò andare la spada per avere entrambe le mani libere, così da poterle aprire e spingerle aperte e abbastanza vicine all'essere inutile che aveva davanti per far sì che prendesse fuoco in seguito al suo attacco mani brucianti (x2). Il primo colpo fu indirizzato, come già detto, alla zona già colpita dalla spada solo qualche secondo prima mentre il secondo lo mirò più in basso, in modo che le fiamme attecchissero anche sulla base e si espandessero verso l'alto con più facilità. A quel punto poteva schivare un attacco da parte del verme.

    Dunque: appello elementale, avanza verso il lombricone, mani brucianti x2, schiva.
    Sì fa un po' schifo e se mi esce ricoperto di liquido bruciante lo accetto
    /3
    Elemento principale: my Shawy's on Fire
    Elementi affini: Terra e Acqua
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    L'animale guida di Shaw (Pantera Nera) invece gli dà un +2 alle (Engie cit.) stat fisiche in condizioni di difficoltà, cioè durante uno scontro.
    Anno: Secondo
    Scenario scelto Notturno 1

    Skills utilizzate


  7. .
    Jeremiah J. Everett
    DeadManWannabe, PelorLover
    Caotico Buono
    D'accordo, forse la situazione si stava rendendo più oscura di quanto avesse pensato. Erano stati troppo a lungo a temporeggiare, lasciando ampio spazio ai due maghi neri di organizzare quel loro piccolo esercito che adesso non voleva saperne di prendersi una vacanza. Erano stati invitati al party della morte ma più che in qualità di ospiti, forse, gli erano stati gettati addosso i panni del buffet con tanto di bandierine sulle carni. Fortunatamente Jeremiah aveva fatto in tempo a sfilarsi quegli abiti per rivestire il ruolo di kamikaze (e si sperava nel vero senso del termine). Con l'armatura e la sua ascia in mano era pronto a gettarsi in mischia.
    «Siamo al completo?»
    Oh sì che erano al completo. Sally, che era arrivata insieme al pacchetto Perfetto Barbaro ruggì la sua approvazione da bravo primato qual era. Ma se loro erano al completo, allora lo svantaggio era più ovvio che mai.
    «Facciamo vedere di che pasta siamo fatti, eh? Stammi vicino e appena hai la strada libera occupati degli zombie, io penso a-» ... un accidente che ti si prende!
    Proprio in quel momento, mentre tentava di coordinarsi col suo compagno Demiguise - parlandogli più o meno come parlava a Will - che aveva già sfruttato la sua abilità per diventare invisibile, Jeremiah notò i movimenti del Mago Nero. Quel figlio di un'ambigua donna gli lanciò contro tre armi generate dal suo sangue corrotto e così il ragazzo, che non voleva minimamente saperne di essere contagiato da ciò che Sorin si portava dentro con orgoglio, si gettò d'istinto su un lato ruotando appena il corpo in modo che la zona più coperta dall'armatura potesse fargli da ulteriore scudo(schivata).
    Nel frattempo il Demiguise era entrato in azione. Aveva percepito i movimenti dei gargoyle, specialmente di quello alle proprie spalle che andò a colpire per primo. Non aveva artigli il gorilla, era vero, ma possedeva una stazza e una forza tali da infliggere sicuramente abbastanza danno anche a creature come quelle servendosi dei propri arti potenti. In questo caso, quelli inferiori. Ruotò su se stesso caricando al contempo una potente zampata rabbiosa in modo che il gargoyle venisse sbalzato lontano da loro. Pacifico il Demiguise, sì, ma stupido proprio no. Jeremiah lo diceva sempre che la prudenza non era mai troppa se non si voleva finire all'ospedale per mano di quella creatura... grossa e forse anche incazzata. Infatti a quel punto, approfittando della caduta di Jeremiah, Sally caricò l'altro gargoyle ma stavolta frontalmente, in modo da abbattere gli arti anteriori su di lui con la stessa ferocia utilizzata pochi secondi prima. In questo modo probabilmente non li avrebbe eliminati, ma come minimo sarebbe riuscito a spianare un po' la strada per avanzare verso i nemici più temibili di quella battaglia.
    [Sempre tutto ipotizzato, altrimenti ciao Pelor ti ho voluto bene ma mi corrompono]
    Jeremiah sentì solo il rumore generato dallo scontro fra Sally e forse quei gargoyle che erano scomparsi davanti ai loro occhi, e sorridere al nulla apparente chiaramente soddisfatto fu inevitabile. Quanto gli piaceva in gioco di squadra?
    «Sally!»
    A quel punto, di nuovo in piedì, Jey si disse che era arrivato il momento di gettarsi in mischia. Una decisione leggermente suicida, lo sapeva considerando che c'erano giusto quattro Lich e due ghoul davanti alla negromante e altri due Lich dietro di lei, senza contare il mago nero al suo fianco e chissà, forse anche i gargoyle stavano ancora gironzolando da quelle parti*, ma contava anche sull'operato dei suoi compagni. Era consapevole delle loro abilità e aveva fiducia in tutti loro, specialmente perché stavano tutti combattendo prima di tutto per un bene superiore e poi per le loro vite. Col Demiguise al suo fianco iniziò ad accorciare le distanze fra loro e i due Lich più vicini. Nel percorso Jeremiah fece scorrere il secondo e il terzo dito della mano destra a pochissima distanza dal filo della lama della sua ascia, mormorando la formula «Imago tange.» affinché la sua arma potesse colpire il Lich di tipo wrath che aveva puntato. Doveva distruggerlo e il tocco del fantasma l'avrebbe aiutato a rendere la sua ascia più letale nei confronti di una creatura come quella. Si aspettava una qualche reazione da parte sua, un tentativo di bloccare la sua avanzata, quindi schivò un eventuale attacco e poi caricò il suo colpo. Serrò i denti, ruotò il busto per portare l'ascia dietro di sé e poi applicò la spinta rotatoria del corpo per rendere quell'attacco più potente possibile, mirando così a dividere il Lich wrath a metà abbattendo con gran forza la sua ascia su di lui.
    Nel frattempo il Demiguise, che probabilmente l'aveva superato in velocità, mirò a uno dei due ghoul dietro al Litch per tentare di afferrargli la testa fra le fauci e strappargliela di netto dal suo corpo morto.
    Dovevano togliersi di mezzo tutto ciò che lo divideva dalla negromante, perché finché non fosse riuscito ad arrivare a lei sarebbe stato sempre più difficile ipotizzare una loro vittoria. Ma dovevano crederci.

    Scusate per il post ma sono a un soffio dal fare tardi a lavoro :')
    *Poi lo zucchero, la farina, il caffè, il sale...
    Niente condizionale ma sappiamo tutti che l'intero post è completamente ipotizzato.
    Ho scritto che il Demiguise attacca per questo -> "Solo il Demiguise sembra accorgersi dell'odore", supponendo che appunto potesse colpire seguendo l'olfatto. Se ho fatto una stupidaggine scusate ma mi sento un po' persa ahahah
    Azioni Demiguise chiamato Sally (tra l'altro non ho ben chiaro come muovere la scimmietta, sono andata a senso):
    - invisibilità
    - attacco gargoyle 1
    - attacco gargoyle 2
    - avanzata
    - attacco ghoul
    Azioni Jeremiah:
    - schivata
    - avanzata
    - tocco del fantasma
    - asciata (?) al Lich wrath
    - schivata
  8. .
    Shaw Hynes ▴ Human ▴ Fire ▴ Voice ▴ SheetSkills
    Forse avrebbe dovuto imparare a pazientare un pochino, ad aspettare e vedere cosa il fato avesse in serbo per lui piuttosto che concentrarsi sulla dubbia stabilità mentale di Jack. Forse era un virus, probabilmente invece era solo causa del Caos Elementale che non bussava alla porta ma la spalancava all'improvviso mentre stavi ancola col culo all'aria.
    «Ti prego, tu lo sai accendere quel fuoco? È come guardare un Haraba in un prato... ehm, triste, ecco, se non capisci i modi di dire del Caos Elementale.»
    Con tutta probabilità non era ancora pronto a sentire voci, ma così si spiegava la follia improvvisa del compagno. Shaw non parlò, semplicemente fece ruotare il capo cercando con gli occhi qualcosa che, immaginava, non avrebbe trovato. Avrebbe voluto chiedere a quella voce cosa cazzo fosse un Haraba e dirgli anche che sì, sapeva perfettamente come accendere un fuoco ma che, sorpresa!, non poteva farlo in quella dimensione, ma proprio in quel momento dal terreno emersero quelli che sembravano grossi e grassi lombrichi.
    Riuscì a schivare il primo colpo per fortuna e nel farlo, mentre si gettava su un lato per allontanarsi da quell'onda di terra, si piantò i denti all''interno del labbro inferiore talmente forte da sentire il sapore ferroso scivolare fra le papille gustative. Non poteva rischiare di evocare un pugnale ombra e piantarselo nello stomaco per sbaglio mentre si rimetteva in piedi con una spinta di braccia e gambe, ma poteva effettuare un sacrificio di sangue per tentare di stringere nel palmo la sua Daedric Greatsword nel momento in cui fosse stato di nuovo operativo. Era una spada abbastanza lunga da poter colpire con una minima distanza dal suo obiettivo e anche piuttosto letale sia negli affondi che nei colpi dati di taglio.
    «Uoh! Tu si che ti muovi come un Suhulia!»
    «Ma che gente conosci...»
    Eh sì, anche Shaw alla fine era caduto nella trappola dei temibili dialoghi in solitaria ma che ci volete fare? Sentirsi dare del Suhulia probabilmente era stata la mossa più azzeccata, sebbene lui non avesse idea di cosa fosse un Suhulia. Comunque non si perse in chiacchiere spicciole da reparto psichiatrico, aveva sempre tenuto molto alla propria vita nonostante questa continuasse imperterrita a mettergli i bastoni fra le ruote. Di nuovo in piedi, Shaw evocò un pugnale ombra da lanciare contro il lombricone (inizia a farsi ridicola... forse quasi quanto i polli) in modo da distrarre l'avversario quel tanto che bastava per poter passare all'attacco.
    [A patto che sia riuscito ad evocare, altrimenti arrivedorci...]
    Tentò di aggirare la creatura per poterla cogliere sul fianco e solo a quel punto caricò un affondo piuttosto potente, brandendo la spada con entrambe le mani per poter sostenere al meglio un peso che già conosceva alla perfezione. Ma era solo un esperimento il suo, voleva vedere se effettivamente quella lama avesse davvero qualche potere contro una creatura della dimensione in cui si trovava. Senza attendere che il Dawdat reagisse mentre lui era ancora così vicino, Shaw si spostò di qualche metro all'indietro senza mai spostare gli occhi dal lombrico, così da poter cogliere qualunque sua risposta all'attacco appena sferrato. Solo con la coda dell'occhio notò Dulcinea intenta a fronteggiarne un altro, e se non voleva portarla di nuovo sulle spalle forse avrebbe dovuto muoversi a far fuori il primo.*

    Dunque: si taglia, lancia un pugnale ombra, gira intorno al lombrico, affonda la lama, si tira indietro.
    * Sks Dulci </3
    Elemento principale: my Shawy's on Fire
    Elementi affini: Terra e Acqua
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    L'animale guida di Shaw (Pantera Nera) invece gli dà un +2 alle (Engie cit.) stat fisiche in condizioni di difficoltà, cioè durante uno scontro.
    Anno: Secondo
    Scenario scelto Notturno 1

    Skills utilizzate


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    Shaw Hynes Felix voice role song
    C'
    era una margine non indifferente fra chi decideva di sguazzare nel caos e chi invece cercava solo di fuoriuscirne. Il collante era sempre e solo la confusione che rendeva ogni mossa sgraziata, vano tentativo di comprendere qualcosa che forse non era ancora il momento di capire. La confusione dava vita a sbalzi di umore non indifferenti che a loro volta producevano reazioni contrastanti fra loro, e le persone si ritrovavano ad agire in modo lontano da quanto prestabilito. Spinta indifferente, stesso risultato che non avrebbe portato assolutamente a nulla di concreto e di utile. Come la frase di Ardan che non aveva senso di esistere, perché lo scopo di Shaw non aveva mai incluso uno scontro inutile che non avrebbe visto nessuno dei due impugnare l'asta delle vittoria, alla fine. Era stato Morley a ricercare uno confronto come quello quando tutto si sarebbe potuto concludere nel più breve tempo possibile, ma a quel punto resistere era stato fin troppo complicato. C'era solo una netta ma scontata differenza di correttezza, che se da una parte veniva mantenuta costante dall'altra era portata ad essere rigirata e annientata. Ma lui in fin dei conti se l'aspettava, Ardan aveva sempre agito in quel modo.
    Non ebbe modo di ribattere, né tantomeno di girarsi in tempo per non lasciare le spalle scoperte, ma i secondi di quel balzo gli permetterono di prepararsi ad entrare in contatto con quell'elemento che gli faceva ribollire il sangue. Nel momento esatto in cui sentì il ghiaccio sotto di sé, Shaw eresse un muro di fuoco attorno alla propria figura, sciogliendo la lastra che voleva bloccarlo sul posto poco prima che le stalattiti di Ardan potessero squarciargli la schiena. Di nuovo alle spalle, così debole da evitare lo scontro diretto. Serrò la mandibola, iniziava a spazientirsi a causa di questo modo d'agire infantile e debole, ma non cedette all'impulso di tentare anche solo di fargli annusare l'odore della morte. Che si beasse ancora un po' della sua sicurezza di poter attaccare come il peggiore dei nemici uscendone illeso. Le stalattiti di Ardan, sebbene indebolite dal fuoco e rese acqua poco dopo, riuscirono a squarciare gli strati di vestiti fino a conficcarglisi nella spalla sinistra mentre iniziava a girarsi. Strinse i denti con forza a causa del dolore, ma in quel momento espresse la sua aura e generò un'energisfera da scagliare contro Morley con la mano buona, attraverso il muro di fuoco che si spense nel momento in cui smise di concentrare la sua energia sull'elemento. La sfera non fu carica di forza come quelle che gli aveva lanciato contro nelle celle, ma l'aveva visto sanguinare a causa della magia bianca e voleva che ricordasse questo. Voleva che...
    Si voltò di scatto verso est, qualcuno stava arrivando. Forse era stato solo un errore, forse inconsciamente voleva imprimersi nella mente ogni dettaglio di quell'aura che non aveva riconosciuto in un momento in cui gli avrebbe fatto comodo saperla identificare, ma all'improvviso percepì altre auree nei paraggi, auree che non appartenevano certamente a studenti del Brakebills. Qualcuno doveva averli visti o sentiti, individuando il flusso magico o chissà cos'altro, ma la cosa più importante era che stavano arrivando. Quando Shaw si girò di nuovo verso Ardan non rifletté neanche: parlò e basta.
    «Vattene.»
    Forse l'avrebbe rimpianto. Forse sarebbe arrivato il momento in cui si sarebbe pentito di non aver lasciato Morley in mano a chiunque fosse in arrivo in quel preciso istante, così come in quel periodo aveva iniziato a pensare che aiutarlo durante lo scontro con Ra'm fosse stato un errore. Probabilmente stava facendo l'ennesima cazzata lasciandolo andare, gettando ai suoi piedi un'ancora di salvezza senza che il biondo potesse effettivamente capire per quale motivo gli avesse detto di andarsene. Ma avrebbe compreso a breve che la ritirata di Shaw non era né paura del confronto né paura di Ardan stesso. Lo guardò per un attimo e non disse altro, era chiaro che non avrebbe lasciato la questione in sospeso, che non si sarebbe arreso perché in un modo o nell'altro Shaw avrebbe avuto un quadro più chiaro di tutta quella situazione, con o senza l'aiuto di Morley. Pensò intensamente al seminterrato dello stesso locale in cui aveva trovato il ragazzo e si teletrasportò lì, accanto a una cassa di legno sulla quale si sedette non appena i piedi toccarono il terreno. Soppresse immediatamente la sua aura prima di allargarsi i vestiti di dosso per controllare la gravità delle sue ferite, ma non erano quelle a bruciargli. Più guardava i tagli nella carne, il sangue macchiargli i vestiti, più iniziava a pensare che certi avvenimenti lo stessero rendendo in qualche modo debole. Era pietà la sua? O forse era solo un egoistico bisogno di procedere secondo i suoi piani, senza interruzioni esterne?
    Si passò una mano sul viso, sollevò lo sguardo sulla finestra rotta che dava sul marciapiede della strada e si soffermò sullo strato di neve che iniziava ad accumularsi contro quella schermatura infranta e sudicia, lasciando intanto che i vestiti ricoprissero quelle ferite che avrebbe curato alla vecchia maniera una volta rientrato nella sua stanza, senza magia. Aveva bisogno di pensare lucidamente, di riflettere su ciò che era stato e su quello che stava diventando, cercando di comprendere se esistesse un disegno anche solo malamente abbozzato per cui lui avesse iniziato a vacillare, con una speranza di comprendere e fare di quella che pensava fosse una debolezza una virtù, o se la vita non fosse altro che una sfida a chi fosse più scaltro a pugnalare alle spalle. In quel caso, nello stato attuale delle cose, lui avrebbe perso.
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    Siccome hai fatto l'infame (...) te la becchi così e addio. E NON TI CHIEDO NEMMENO SCUSA PER IL POST DI MERDA.
    (Però se ci sono errori gravi mi scuso con me stessa...)


    Edited by •Lithium• - 21/2/2017, 02:56
  10. .

    Shaw Hynes
    voice or outfit
    role song


    E
    ra strana la vita, Shaw l'aveva sempre pensato. Spesso la monotonia portava le persone a perdersi i dettagli, sorvolando su particolari significanti che avrebbero potuto smuovere storie e consegnare possibilità. Chissà quante volte era capitato, chissà in quante circostante il suo manto d'indifferenza l'aveva ricoperto di una distaccata cecità tale da tenerlo rinchiuso nella sua bolla di solitudine, o compagnia opportunista. Abile nell'osservare il marcio, debole nel cogliere il materiale sensibile. Non aveva mai dato peso a questo aspetto del suo essere prima di arrivare al Brakebills, neanche quando a farglielo notare era stata l'unica persona che fosse riuscita ad avvicinarsi a lui in modo molto intimo, ma ancora non abbastanza da smuovere ciò che era sopito dentro di lui. Neanche adesso poteva dirsi scaltro in questo, neanche dopo ciò che aveva passato poteva vantare un buon occhio nei confronti dei bisogni altrui celati dietro maschere che, sì, erano abilmente costruite, ma che erano anche evidenti agli occhi di chi poteva affibbiarsi la segreta nomea di artista del campo. Ma esattamente come pretendeva che la sua persona venisse accarezzata giusto da uno sguardo, lui concedeva lo stesso agli altri.
    Diede le spalle a Ivashkov e alla nuova arrivata per riempirsi il bicchiere e berne un sorso, poi si voltò di nuovo verso di loro. Aveva entrambi i palmi aperti sul ripiano che gli arrivava poco sopra al bacino, nascosto dalla parte più alta del bancone alla quale erano appoggiati i due clienti. Lo sguardo saettò dal modo in cui la ragazza si accese la sigaretta allo sbattere del fondo del bicchiere di Tristan sul ripiano di legno, ma fu con una lentezza mortale che andò a riempirlo di nuovo liquido ambrato.
    «Senti... ho bisogno di un cazzo di lavoro.»
    La bottiglia tornò dritta, gli occhi risalirono fino a quelli di Tristan. Non aveva uno sguardo in grado di rassicurare, Shaw. Al massimo era in grado di farti domandare per quale cazzo di motivo avessi aperto la bocca, quasi di farti rimpiangere il momento in cui avevi deciso di fare una richiesta. Non lo faceva di proposito... anche i felini ammaestrati incutevano un certo timore, sebbene fosse quasi del tutto certo che non avrebbero alzato una zampa se non minacciati malamente. Ma Tristan aveva avuto modo di conoscerlo in un certo modo, forse troppo poco ma abbastanza da spingerlo a proseguire il suo discorso.
    «Mi chiedevo, dunque, se ci fosse qualche posto libero, qui, al Felix. Mi va bene qualsiasi cosa.»
    Qualsiasi cosa. Forse Ivashkov non aveva ben chiaro che tipo di ingranaggio facesse girare tutta quella giostra che era il Felix.
    «Beh un paio di camerieri servirebbero qui dentro. Il tizio solitario del tavolo in fondo ha finito il bicchiere mezz’ora fa, ha la faccia di chi se ne farebbe un altro, ma è troppo pigro per arrivare fino al bancone. Il tipo che hai servito poco fa è la seconda volta che alza il culo per un misero whiskey. Ho già lavorato come cameriera... Se avete bisogno di una mano in più»
    Perfetto, era la serata delle grandi assunzioni quella. Shaw si sporse appena verso la ragazza.
    «Se alcuni clienti di questo bar non hanno voglia di alzare il culo se ne vanno a fanculo a casa. Il whiskey non è misero, sennò se ne andrebbero in un locale migliore dove insieme al whiskey gli offrono pure un pompino della casa.»
    Severo, ma non troppo. Si sarebbe risparmiato volentieri quelle quattro cazzate, ma una ragazza che non sapeva cavarsela in quella scenetta patetica in mezzo ai tavoli avrebbe portato solo guai, lì dentro. E non solo a lui. Quindi lanciò le frasi, lasciando così modo alla ragazza di esprimersi e di fargli capire se potesse davvero lavorare al Felix, e poi si rivolse a Tristan. Si avvicinò di più stavolta, ma gli fece cenno di accorciare maggiormente le distanze con la mano.
    «Lo sai dove sei, sì? Lo sai che ti stai per infilare in un giro di merda dal quale poi è difficile uscire?»
    Non lo conosceva abbastanza, ma l'aveva visto lottare forse non solo per lui stesso. Shaw era del parere che ognuno fosse in grado di decidere cosa fare del proprio destino e che tutti dovessero poter scegliere consapevolmente. Ma la possibilità di scelta era fondamentale e lui non gliel'avrebbe negata. Il suo era un avvertimento, un segnale di stop che voleva intimarlo ad osservare bene la strada prima di procedere e di farlo comunque con cautela. Se Tristan avesse scelto di chiudere gli occhi e buttarsi, a quel punto lui non avrebbe più potuto fare molto. Inoltre, se fosse arrivato Bates prima ancora che Ivashkov avesse preso la sua decisione allora sarebbero stati cazzi.
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    Raga scusate ma ho scritto mezzo post da sobria e mezzo da insomma... quindi scusate
  11. .
    Shaw Hynes ▴ Human ▴ Fire ▴ Voice ▴ SheetSkills
    Era appagante constatare quanto ogni incantesimo appena effettuato avesse avuto lo stesso effetto di una gag da quattro soldi davanti alla sua faccia: nessuno. Aveva indivituato la torre, almeno quella, e aveva capito meglio di essere nel deserto, una scoperta di un'utilità incredibile. Oltretutto quel posto brulicava di auree, a quanto pareva, solo che non aveva capito né quante fossero né a cosa appartenessero. Meglio ancora. Pareva di stare alla sagra della presa per il culo.
    «Sei la mia coscienza?»
    Appena confuso, Shaw si voltò verso Jack che apparentemente aveva iniziato pure a parlare da solo. Lo lasciò fare senza smetterlo di guardarlo nello stesso modo in cui si guarda ingiustamente una persona con evidenti disabilità psicologiche.
    «Ma con chi cazzo parli.»
    Solo che lui non possedeva lo stesso tatto delle persone normali, ecco tutto. Però Jack se le cercava proprio, le prese per il culo si intende, perché poco dopo iniziò a sfregare quei legnetti con la stessa rapidità di mano di una ninfomane dopo un'astinenza forzata. Esilarante? Forse... Ma meglio azzardare un curioso. Restò in silenzio e lo guardò a braccia conserte dall'alto del suo metro e novanta, un po' come se fosse l'oggetto di studi che non aveva mai iniziato, e non si mosse finché l'altro non ricominciò a parlare di nuovo da solo.
    «A parte che così non accenderai mai una sega quindi direi che può bastare... e poi spiegami con chi minchia stai parlando che sembri uscito da un ricovero.»
    Era così. I suoi vaneggiamenti iniziavano ad essere insistenti e Shaw non sapeva quanto positivi potessero essere. Tuttavia, quando parlò di palazzi, l'inglese rivolse l'attenzione verso la direzione in cui aveva avvistato la torre.
    «Di palazzi che si muovono non ne vedo*, ma potremmo iniziare a muoverci verso quella direzione.», disse indicando la torre a est, quella che lui aveva visto abbastanza in lontananza, «Ci sono parecchie auree nei paraggi ma non riesco a inquadrarle come Cristo comanda. Probabilmente sono troppe o forse sono diverse dalle auree normali.»
    Ma che cazzo ne so.
    Si voltò verso quella nuova banda assortita alla peggio per guardare brevemente negli occhi gli altri, forse Dulcinea ancor meno di brevemente, e poi iniziò a muovere i primi passi verso la direzione prescelta. Nel farlo fece attenzione a ogni movimento sospetto e tenendosi pronto a dover schivare eventuali attacchi improvvisi in modo da poter reagire più rapidamente possibile.

    * L'esito era per Nik quindi non ho calcolato quella specie di trip (...)
    Scusa ma sto guardando Inception... ho sempre una scusa per i miei post merdosi, sono una vergogna.
    Elemento principale: my Shawy's on Fire
    Elementi affini: Terra e Acqua
    Skills:ho inserito il link nel code ma ogni volta che utilizzerò skills che non siano elementali te le inserirò qua sotto, dooon't worry!
    L'animale guida di Shaw (Pantera Nera) invece gli dà un +2 alle (Engie cit.) stat fisiche in condizioni di difficoltà, cioè durante uno scontro.
    Anno: Secondo
    Scenario scelto Notturno 1

    Skills utilizzate


  12. .
    Shaw Hynes

    Charme. Ma con chi pensava di avere a che fare? Con uno dei morti di figa in sala? Ma per favore.
    «Sì, come no.»
    La sua risposta, strada facendo, lasciava intuire chiaramente quanto poco avesse dato peso alle parole della ragazza. Solo che proprio non ci pensava minimamente a supportare un atteggiamento come quello, il tipico di chi sarebbe stato disposto a vendersi pure il culo pur di portare avanti una presa per in giro inaccettabile, e se anche in qualche modo lo avesse fatto ridere non si sarebbe di certo mostrato divertito. Insomma, la sua bravura nel mantenere un'espressione da boia aveva raggiunto una fama piuttosto alta senza che lui lo sapesse - era la sua faccia, dopotutto, chemminchiavolevalaggente? Ma in ogni modo no, non aveva nulla per cui ridere considerando che con lui una mossa simile aveva zero possibilità di andare a buon fine.
    In silenzio l'accompagnò al piano superiore, perché in quei casi la procedura era sempre la stessa: qualcuno tira troppo la corda? Portamelo su. Qualcuno cerca di fare il furbo? Portamelo su. Qualcuno provava a sgattaiolare di sopra senza il suo permesso? Portalo. Su. Da. Me.
    Cornelius Bates era l'unico a poter gestire un locale merdoso come quello, e il fatto che fosse tanto merdoso la diceva lunga sul proprietario. Si rispecchiavano a vicenda, lui e il suo Felix, ammiccando ai loro riflessi ogni volta che un po' di sangue schizzava contro le pareti. Gli piaceva il caro Bates? Forse all'inizio, quando Cornelius l'aveva assunto e aveva capito che in piedi davanti a lui c'era qualcuno che aveva visto anche di peggio nella sua breve ma intensa vita. Ma poi aveva capito che era la versione magica di Bill: senza pietà, del tutto imprevedibile (l'imprevedibilità stava nel capire quando avrebbe ammazzato qualcuno, non se l'avrebbe fatto) e circondato da giovani con le tasche bucate e nessuna prospettiva migliore di quella. Shaw era in grado di schermare bene i propri pensieri sia sotto un atteggiamento sicuro e rassicurante - che lo vedeva parlare poco, interagire il minimo e sistemare le faccende scomode al piano di sotto senza battere ciglio - sia grazie alla sua fermezza nel conservare quella privacy psichica cui tanto teneva. Non gli remava contro, semplicemente faceva molta attenzione a non supportare le sue azioni folli e, quando poteva, entrava in gioco a modo suo per evitare che venisse sparso sangue come fosse niente.
    Aperta la porta, Shaw si spostò senza scomporsi per evitare l'impatto col ragazzo che era stato malamente sbattuto fuori. Era più piccolo di lui, Mark, si vedeva perfettamente nonostante la vita gli avesse già scavato in faccia i segni degli anni che forse non avrebbe mai visto. Non si rivedeva in lui, non era mai stato cacciato da nessun luogo perché aveva sempre svolto i suoi lavori egregiamente - o aveva risolto i suoi fallimenti prima ancora di riportare le vicende ai superiori -, ma sapeva perfettamente cosa sarebbe successo e no, non sarebbe accaduto di fronte a lui. Il primo colpo di pistola gli disturbò l'udito, ma fece solo un passo lento in direzione della porta mentre il ragazzo iniziava a scappare, spaventato dall'idea che il prossimo proiettile potesse trapassargli il cranio, poi ad infastidirlo fu la pressione del calcio sulla spalla.
    «Alcune persone sono più utili da vive che da morte.»
    Non si mosse, spostò solo lo sguardo in quello di Cornelius.
    «Se eviti di sparargli io lo metto a pulire i cessi giù di sotto che mi serve un orecchio attento. Più avanti potrà affiancare qualcuno: c'ha bisogno di capire come si lavora, posso farglielo entrare in testa prima che gliela apri in due. Tra l'altro si caga sotto abbastanza da non parlare, anche se non ci spaventano le parole, giusto?»
    Aveva parlato col suo solito tono fermo, deciso e con quel tratto annoiato che stava fin troppo bene sulla sua faccia. Tutto lasciava presagire quanto poco gli interessasse se in quel momento avesse premuto il grilletto per sparare, ed era quello che voleva si pensasse Shaw. A quel punto, come se niente fosse, riprese a parlare.
    «Questa qui ci ha provato con me quando l'ho beccata su per le scale. Anche lei, sicuro, potrà esserti più utile qui che da sotto terra. A quanto pare non c'ha dignità ma compensa in coraggio. Comunque...», si spostò di un passo, «Se non ti serve altro vado a raccattare Mark e torno di sotto. C'è gente.»
    Detto ciò attese il congedo e lanciò uno sguardo apparentemente vuoto alla ragazza, poi se ne tornò al piano di sotto per fare quanto detto.
    24
    "I’m coming down fast but I’m miles above you. Tell me, tell me, come on tell me the answer!"

    Scusate il post indecente ma così vi faccio andare avanti! Ho scritto che Shaw se ne va, in questo modo sarete più libere di procedere senza aspettare me che sono di un lento vergognoso ._. Se poi dovessi servire per qualunque cosa sapete dove trovarmi! <3
  13. .
    Ho inserito tutto all'interno del code (che avevo già sballato...)!
    Shaw Hynes ▴ Human ▴ Fire ▴ Voice ▴ SheetSkills
    Probabilmente mettersi costantemente alla prova iniziava ad essere una specie di patologia preoccupante. Anzi... era probabile che il suo iniziasse ad essere un disturbo di personalità vicino al DOC, dove l'accento maggiore nel suo caso era posto su impulsi ossessivi che lo portavano a ricercare sempre di più, a scavare in un potenziale che era ancora tutto da scoprire. Ecco, era malato a sua insaputa, ma l'unica cura al momento pareva essere il soddisfacimento di questi bisogni malsani. Come poteva mancare, dunque, all'incontro col nuovo professore di Magia Elementale? Era la branca sulla quale si era affidato maggiormente fino a quel momento e sapeva bene di dover imparare ad avere un controllo maggiore sul proprio elemento, per quanto l'idea di non esserne ancora in grado lo infastidisse. La primavera passata, sebbene le sue intenzioni fossero state effettivamente distruttive, aveva rischiato di far saltare in aria non solo il loro nemico ma anche quello che sarebbe diventato il suo unico amico. Voleva eliminare Ra'm* e invece aveva ferito Nightlash, e neanche lui era riuscito a spiegarsi come avesse fatto a generare un'esplosione come quella**. Comunque era lì, col nuovo insegnante pirata tutto d'un pezzo. Già il fatto che l'uomo non volesse perdere tempo in chiacchiere futili gli suonava positivo: Shaw era sempre stato un tipo molto più pratico che teorico, certo che dall'esperienza si potesse apprendere molto più che a scaldare una sedia col culo, e riteneva sufficiente che il docente lasciasse loro lo stretto indispensabile quanto a parole, poi sarebbe toccato a loro scoprire tutto il resto.
    [...]
    Fu un attimo e Shaw si ritrovò in un ambiente del tutto nuovo, uno di quelli che aveva visto solo nei film e che al momento era privo di illuminazioni che non provenissero dal chiarore della luna (immagino...). Non aveva mai avuto grossi problemi con la notte, fin da bambino aveva imparato a tenere d'occhio le ombre, ad ascoltare i suoni e a comprendere il pericolo prima che si scatenasse qualche avvenimento spiacevole. Era cresciuto nelle peggiori strade di Bristol e anche a Londra si era aggirato per le vie di quartieracci malfamati prevalentemente di notte, rischiando ogni giorno di farsi ammazzare per vivere... Quasi poetico. Ma insomma, aveva imparato a nascondere un comportamento cauto e attento sotto la sua maschera di indifferenza a tratti spavalda. Adesso poteva contare su dei vantaggi non indifferenti, quelli che avrebbe utilizzato subito se solo non si fosse ritrovato in mezzo a un po' di gentaglia.
    «Mo come minimo mi dici che dietro c'hai il peyote.»
    Parlò a Jack, mostrando quel mezzo sorriso che sia mai che poi si rischi di esagerare. Poco lontano vide un tizio che non aveva mai degnato d'uno sguardo prima di quel momento, uno con la faccia da idiota patentato e, per ultima, notò la figura di Dulcinea che salutò con un cenno del capo e basta. Se l'avesse guardata più a lungo probabilmente se la sarebbe immaginata come quella notte e no, non era proprio il caso.
    «Che elemento c'hai?», si era rivolto a Nik anche se lo sguardo era concentrato su altro, perché nel frattempo era tornato a scrutare l'ambiente. Non sapeva neanche se avesse già svolto le prime lezioni, in realtà, perché al Felix si parlava poco e niente (non che fuori dal Felix la situazione fosse migliore, è sempre di Shaw che si narra in fin dei conti, ma erano quelle le occasioni in cui si ritrovavano a condividere maggiormente lo stesso spazio). Comunque Shaw non ascoltò con le mani in mano e iniziò subito a mettersi al lavoro. Per prima cosa decise di concentrarsi sulla propria percezione visiva in modo da avere più probabilità di captare qualunque movimento nella notte, nonché la torre di cui aveva parlato Mendeleev. Potenziare la propria vista gli sembrava un buon inizio considerando che non aveva alcun indizio circa quello che avrebbe incontrato durante il cammino, quindi osservò dritto davanti a sé, tentando di estendere la propria percezione oltre i suoi limiti.
    «Akti fos.»
    In quel modo avrebbe potuto osservare l'ambiente circostante al meglio per potersi indirizzare verso la zona che avrebbe dovuto raggiungere, ma per farlo ed essere pronto a prevenire incontri improvvisi decise di concentrarsi anche qualche secondo su se stesso e sulla propria energia, così da poter esprimere la sua aura rossa ed avere una possibilità maggiore di captare persone o creature presenti in quella dimensione (percezione dell'aura). Qualora fosse riuscito a mantenere un contatto abbastanza forte con la propria aura si sarebbe concentrato su quelle intercettate nei paraggi per effettuare anche una diagnosi. Melius est abundare quam deficere...

    * lollone (cit.), bacini...
    ** Era il power bonus. Quindi, insomma... dietro le quinte lo sappiamo eccome :')
    Scusa lo start vergognoso...
    Elemento principale: my Shawy's on Fire
    Elementi affini: Terra e Acqua
    Skills:ho inserito il link nel code ma ogni volta che utilizzerò skills che non siano elementali te le inserirò qua sotto, dooon't worry!
    L'animale guida di Shaw (Pantera Nera) invece gli dà un +2 alle (Engie cit.) stat fisiche in condizioni di difficoltà, cioè durante uno scontro.
    Anno: Secondo
    Scenario scelto Notturno 1

    Skills utilizzate

    Psichica
    Akti fos: permette di amplificare il sesto senso e quello a cui il mago è più legato - anche contemporaneamente. (+3 al tiro di percezione, effetto da uno a tre turni, +3 incantesimi psichici, effetto da uno a tre turni. Più turni si utilizza più il mago si indebolisce di resistenza fisica).
    Formula: recitare la frase "Akti fos" ed estendere la propria percezione sensoriale o potenziamento psichico sulla zona designata.
    Bianca
    Espressione e Soppressione dell’aura
    Requisiti: completamento della prima prova pratica della prima lezione
    Tipologia: Incantesimo di Manifestazione Energetica
    Descrizione: capacità di rendere visibile l’aura anche nel mondo fisico e di sopprimerla fino a farla scomparire del tutto, così da non lasciare alcuna traccia percepibile da parte di altri maghi. L’espressione dell’aura ha un effetto intimidatorio e oppressivo nei confronti delle aure più deboli, oltre a potenziare tutti gli incantesimi di magia bianca.
    Formula: sufficienti alcuni secondi di concentrazione, più il mago è esperto più gli sarà facile
    Movimento: none
    Percezione dell’aura
    Requisiti: completamento della prima prova pratica della prima lezione
    Tipologia: Incantesimo di percezione
    Descrizione: Percezione dell’aura di maghi, No-Mag e creature magiche. Permette di collocare nello spazio un soggetto, ed inoltre di percepire – ed eventualmente riconoscere –impronte residue lasciate dal passaggio di un’aura. Ogni individuo infatti ha un’aura caratteristica e assolutamente unica.
    Formula: sono sufficienti alcuni secondi di concentrazione, più un mago è esperto più è rapida e passiva
    Movimento: none
    Diagnosi dell’aura
    Requisiti: completamento della prima prova della prima lezione
    Tipologia: Incantesimo di percezione
    Descrizione: capacità di interpretare lo stato dell’aura e di conseguenza individuare sofferenza del Ki ed eventuali nodi nel flusso di energia. Permette di definire la quantità di mana – cioè energia magica – dell’individuo di cui si analizzando l’aura.
    Formula: concentrazione
    Movimento: none
  14. .
    Jeremiah J. Everett
    DefensorWannabe, PelorLover
    Caotico Buono
    Morte. Le due figure a terra era palesemente morte e a quel punto non c'era più spazio ad alcun dubbio. La situazione stava iniziando a farsi seria, Jeremiah sentiva la tensione e l'adrenalina scorrere sottopelle. Era arrivato il momento di entrare in azione, di smetterla di perdere tempo a rispondere ai loro attacchi cercando di minimizzare i danni, perché puntare sulla difesa non era affatto il miglior modo per vincere quella battaglia.
    Ormai si era scoperto, aveva lasciato il suo nascondiglio quando aveva mirato a purificare l'energia in direzione dei maghi neri e a quel punto tanto valeva approfittarne per agire. Iniziò da lì, esattamente dalla posizione in qui si trovava in quell'esatto momento per mirare a uno dei due Lich che avevano profanato i corpi di quelle povere vittime. Era disgustoso il fatto che si nutrissero della stessa distruzione generata dai loro creatori, non meritavano di scrisciare sulla stessa terra che avevano praticamente dissacrato. Jeremiah avvicinò le sopracciglia, l'espressione di chi aveva intenzione di spezzare qualche collo perdutamente corrotto a renderlo scuro in viso. Tenne gli occhi puntati sul suo bersaglio e si mosse in fretta: pose i palmi delle mani a contatto e spinse le braccia in avanti con molta energia per una sola volts, indirizzando il raggio purificatore in direzione del Lich (quello di tipo wraith).
    «Lux purgans!»
    Come si dice? "Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare"? Perdindirindina, lui era il re dei duri! Jeremy il Durissimo, figlio delle selvagge terre del Montana, portatore di speranza e... basta. Niente giochi, non era proprio il momento.
    Tornando al dunque, era pienamente consapevole di dover tirare fuori gli attributi e quello sembrava essere il momento migliore per insistere ancora sulla sua evocazione superiore combinata (3 azioni). Doveva lanciarsi in mischia, smettere di restare su quel fronte al riparo da attacchi diretti ma per farlo aveva bisogno della sua armatura. Era di un materiale così duro da permettergli di incassare colpi potenti e risentirne al minimo. Sì, sarebbe stato senz'altro più lento, ma lui non era il tipo da combattimenti rapidi di natura. La sua corporatura lo rendeva più il tipo in grado di sferrare attacchi brutali più che veloci e silenziosi, quindi un'armatura integrale era esattamente ciò che faceva al suo caso. Gli proteggeva perfettamente la testa e anche il collo, ed era rinforzata sulle spalle e all'altezza delle zone vitali, ma il rivestimento protettivo ricopriva interamente il suo corpo. Dentro quell'armatura pesante era in una botte di ferro, lo sapeva bene, ed era anche quello uno dei motivi che lo avevano spinto ad allenare duramente il suo corpo già di per sé resistente ed enorme, la possibilità di muoversi con pesi considerevoli addosso. E di continuare a piacere a Maeve (ma questo è un segreto...). Stretta in mano, invece, avrebbe avuto un'ascia doppia dalle estremità lunghe una cinquantina di centimetri, affilate e più strette rispetto alla zona centrale, larga e resistente e lunga un metro e mezzo circa, nel complesso. Bilanciamento probabilmente pessimo di base, dato che il manico, sebbene non fosse estremamente lungo, era senza dubbio più leggero rispetto alla parte superiore dell'arma ma in quel modo sarebbe stato in grado di caricare dei colpi abbastanza potenti da fare molto, molto... troppo male. Al suo fianco, inoltre, aveva bisogno di chi sapeva fosse in grado di nascondersi alla vista e muoversi rapidamente. Un buon compagno che potesse essere un'estensione del suo corpo e viaggiare più rapidamente di lui, arrivando prima ad infastidire i suoi nemici. Quello scimmione chiaro con due occhi grossi come pugni, sproporzionati rispetto alla testa, si sarebbe mosso con più facilità puntando anche sulla sua invisibilità per liberargli il passo qualora gli venisse sbarrato durante la sua avanzata, e non si sarebbe fermato perché a dispetto delle sue sembianze simpatiche, forse a tratti anche ridicole, il Demiguise era un animale molto forte. Una scimmietta di natura pacifica per debellare la magia nera che stava sporcando quelle terre. C'era forse qualcosa di più poetico? Forse solo vederla sparire sotto i propri occhi, perché nel momento in cui fosse apparsa si sarebbe resa invisibile agli occhi di chiunque fosse in quella zona, pronta a seguire le istruzioni di Jeremiah.

    Armatura: una cosina del genere x
    Ascia: un'ascia normale a doppia lama tipo la seconda, anche se la le lame dell'ultima sono più simili a come le avevo immaginate x. Ma è un'ascia, insomma... Lo sai tu cosa uscirà fuori ahahah
    Azioni: raggio purificatore, 3 per l'evocazione, invisibilità creatura


    Edited by •Lithium• - 12/2/2017, 23:02
  15. .
    No, Engie... sono stupida io che ho incollato un pezzo in più....... "Che imbarazzo" cit
154 replies since 26/2/2015
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