Votes taken by •Lithium•

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    Jeremiah J. Everett
    DefensorWannabe, PelorLover
    Caotico Buono
    Eccola Maeve, pronta a rispondere alla sua domanda, gli occhi puntati su di lui. J pendeva dalla sua bocca, gli sarebbe bastata anche una rispostaccia che tanto la soddisfazione di sentirsi rivolgere la parola sarebbe bastata a renderlo felice. Insomma, c'era un alto rischio di lasciarci le penne in quella missione dato che stavano ancora completando gli studi, quindi ci teneva ad avere almeno un suo sguardo e una parola, di qualunque natura esse fossero. Solo che evidentemente il destino gli era avverso, anche se più che il destino in quel caso era la situazione a remargli malamente contro. Ma non poteva permettersi di spingere controcorrente, la prova di questo era a pochi metri da loro. Due maghi neri, due donne che sperava fossero ancora vive e una che, se non fossero riusciti a portare a termine la loro missione, avrebbe fatto la stessa orrenda e ingiusta fine di tutte le altre vergini già uccise. Dovevano capire se ci fossero altri morti, dovevano salvare il salvabile e dovevano muoversi in fretta, ma agire con la testa. Ora più che mai aveva bisogno di richiamare la sua creatura insieme a ciò che l'avrebbe aiutato di lì a poco (***), perché lui non era il tipo da combattimento a distanza, lui nella mischia di ci buttava a capofitto. Era quello che sfruttava appieno il proprio corpo nei combattimenti, ed era sempre spinto a scendere in prima linea da quel genere di situazioni atroci che dovevano essere fermate.
    Quando il vento iniziò a soffiare, Jeremiah capì subito che non si trattava di un evento naturale, troppo improvviso e troppo ben direzionato per essere della semplice aria, soprattutto nel pieno della boscaglia. I due maghi neri adocchiati poco prima evidentemente si erano già accorti della loro presenza, ma lui l'aveva messo in conto l'eventualità che potesse accadere già prima di arrivare così vicino ed era per questo che non si era neanche preso il disturbo di sopprimere la propria aura. Aveva cercato un riparo fisico per evitare attacchi diretti troppo presto, e fu per lo stesso motivo che in quel momento decise di non muoversi per qualche altro secondo. Presto sarebbero arrivati e ancora non poteva sapere se avessero tracciato lo schema di un piano d'attacco oppure no. Per il momento, però, doveva fermare almeno quel vento. Si concentrò su di esso, così da poter trasmettere energia pura, al vento che minacciava la loro stabilità, il loro misero riparo prima che decidessero di uscire allo scoperto di propria iniziativa.
    «Ignis aer purgo.»
    Con la purificazione elementale voleva, almeno per il momento, contrattaccare al loro stupido giochetto e annullare la corruzione che l'uomo o la donna avevano esercitato sull'elemento prescelto. Ma in ogni caso non si fermò. In nome del principio precauzionale, santo subito, Jeremiah si voltò in direzione del luogo da cui provenivano i maghi neri e portò i palmi davanti al petto, le braccia protese verso la loro direzione per purificare l'energia in quella zona.
    «Ab cruoris morbo purgo.»

    ***Altre 3 azioni per l'Evocazione Combinata Superiore! Intanto linko la carta per comodità.
    Sempre tutto ipotizzato u.u
    Ricapitolando: evocazione (3 azioni), purificazione elementale, purificazione energetica. Adesso sbombardatemi...
  2. .
    Jeremiah J. Everett
    DefensorWannabe, PelorLover
    Caotico Buono
    Sorrise fieramente quando Edward accolse in modo positivo la sua proposta. In fondo lo vedeva come un mentore, come un buon esempio per essere migliore sia come mago che, soprattutto, come uomo, e la sua approvazione aveva un certo peso. Tuttavia non si aspettava quella mazzata dritta dritta all'altezza della sua bella dentatura scoperta, quella che arrivò con la divisione dei gruppi. Il suo sorriso si incrinò per qualche breve istante e l'incertezza lo colpì in pieno petto. Maeve sarebbe stata con lui e avrebbe fatto parte della divisione assegnata all'attacco frontale.
    Whoopsiedaisies. Non dubitava delle sue abilità magiche, niente affatto, ma poteva davvero permettersi che rischiasse la pelle in quel modo? Astrea era più grande e in qualche modo la vedeva più simile a Xena principessa guerriera rispetto alla sua donna, - exexex, J -, forse perché l'aveva punito talmente tante volte da dargli l'idea di una mezza tiranna. Comunque, questa divisione avrebbe finito col farlo ammazzare. Mai combattere al fianco della donna che ami ma che ti ha mollato malamente.
    Che Howard l'avesse fatto di proposito per qualche strano motivo? Che avesse intuito qualcosa? Lo osservò brevemente prima di accettare il suo destino.
    «Allora, che dire? Ci becchiamo in mischia! Hey, Turner, cerca di non colpire me, eh? Altrimenti poi "ti spiezzo in due".», salutò così Howard e Turner, rivolgendo un occhiolino all'ultimo prima di voltarsi verso le ragazze. Era un rompicoglioni, che ci volete fare? Ma lo faceva bonariamente.
    Quando si girò in faccia aveva dipinta la falsità dell'hey, ragazze, sono molto happy di proseguire insieme a voi! YAY.
    Guardò prima Astrea, poi Maeve, e a quel punto annuì alla proposta della seconda. Saggia come sempre, la sua Maeve.
    «Sì, allora incamminiamoci verso nord-ovest ma procediamo con cautela. Occhi aperti, state in allerta.» E dietro di me, avrebbe voluto aggiungere... Ma si sarebbe limitato a star loro davanti senza doverlo per forza dire. Sì, d'accordo, non c'era bisogno di fare il maestrino ma lo diceva soltanto perché era pienamente consapevole di quanto fosse rischiosa quella missione, specie nei panni del gruppo esca. Mentre iniziava a camminare verso la posizione prestabilita cercando la strada migliore per essere schermati almeno inizialmente dagli occhi nemici, Jeremiah decise subito quali panni avrebbe indossato in quella parte finale di missione, e da quel momento in poi, finché non ce ne fosse stato nuovamente bisogno, avrebbe smesso di parlare per dedicarsi alla preparazione della sua armatura. Evocazione era una delle materie che più preferiva, una di quelle in grado di farlo sentire vivo e donargli l'aggressività giusta per affrontare situazioni in cui il male doveva essere debellato. Era disposto a donare la propria vita per preservare il dominio del bene, ed era quello il motivo per cui avrebbe impegnato le sue energie in un'evocazione combinata superiore (primo turno, per evocazione sacrifico in totale 3 azioni nelle quali la preparazione dell'armatura dovrebbe essere compresa, quindi ho sottolineato solo questa parte). Era pienamente consapevole dell'effetto che un richiamo simile avrebbe prodotto, a lungo andare, sulla durata della sua vita, ma lui aveva già scelto il suo percorso e l'idea della morte non l'avrebbe fermato. Era più che disponibile a sacrificare la sua esistenza per eliminare chiunque avesse seminato il terrore dell'ultimo periodo, e allo stesso tempo l'avrebbe fatto anche per proteggere le sue compagne e anche se stesso. Continuare a vivere, anche solo un po' di più per lottare in nome della luce era una motivazione in più per ricorrere a quell'incanto e scendere in campo insieme al suo sacrificio.
    Se fossero arrivati nei pressi dei maghi neri, abbastanza vicini in modo che Astrea potesse percepire le loro auree e tenerle sotto controllo, allora Jeremiah avrebbe provato a trovare un posto in cui potersi nascondere per un breve tempo, quello necessario per attuare un veloce ma astuto piano. Si voltò verso Maeve, e quando parlò lo fece con la voce bassissima. Poteva approfittare di quel momento per parlarle, domandarle l'ovvio era il modo migliore per rompere il ghiaccio.
    «Hey, Maeve... studi Psicocinesi, vero?»
    Certo che studiava Psicocinesi! Ma era impossibile evitare di servirsi di quelle che potevano passare per elaborazioni di tattiche per avere almeno un suo sguardo.
  3. .
    Jeremiah J. Everett
    DefensorWannabe, PelorLover
    Caotico Buono
    Trecentosettantasette giorni e circa due ore, se il sole non mentiva. Bene, quello era il lungo periodo di convivenza con Disperazione, un'acida signora alla quale Jeremiah aveva iniziato a fare l'abitudine. Ogni tanto lo punzecchiava col suo bastone da vecchietta decrepita, ma ormai lui ci aveva fatto un calletto bello resistente in grado di non fargli sentire il fastidio. Ci provava a uscire dal Brakebills e passare qualche giorno in campagna dei suoi cavalli e il resto del bestiame, magari a spalare un po' di letame giusto per non sentire la puzza di quello in cui sentiva di essere ogni giorno, ma gli anni della specialistica - e sì, anche papy Will -, lo costringevano a passare più tempo al College di quanto avrebbe voluto. Avere una missione l'aveva distratto dai suoi mali di vivere, era abbastanza intelligente da prendere la situazione seriamente e da buttarsi a capofitto nelle indagini, ma il problema era solo uno: Maeve era una specializzanda in Magia Bianca. Ah, vi siete persi un pezzo? Piccolo passo indietro, allora. Maeve era la ragazza per la quale provava una certa devozione - era cotto a puntino in realtà, ma perché infierire? - nonostante fosse conosciuto per essere un innocuo sciupafemmine, ed era stata proprio questa sua fama a rovinare sia lui che la storia che erano riusciti a coltivare per un magnifico anno circa. L'aveva mollato lei, ovviamente, e sempre ovviamente era successo perché lui era stato colto improvvisamente da un attacco di coglionaggine acuta e ancora non ben chiara nemmeno a Jeremy stesso. Quindi, adesso che si era ritrovato a dover lavorare a stretto contatto con lei, poteva dirsi leggermente distratto. Aveva obbligato William a dargli qualche ceffone ben piazzato se l'avesse trovato con la testa fra le nuvole, e quel metodo aveva funzionato finché non si era ritrovato a dover partire con le classi di specializzandi per braccare il gruppo di fedeli di Tharizdun. Lei era lì, bellissima come sempre, e lui non poteva fare altro che guardarla e basta, e fingere di essere il giullare di corte che era sempre stato. Quando potevano permettersi di rilassarsi un po', Jeremiah si occupava di tenere alto il morale del gruppo con qualche battuta o balletto imbarazzanti, e ogni santissima volta allungava l'occhio verso di lei per studiare le sue reazioni. Sì, insomma, per tastare il terreno e vedere se fosse possibile scambiarci qualche parola. Ma poi arrivava il momento di rimettersi in marcia, e per gli affari di cuore non c'era più spazio.
    La foresta al confine col Montana la conosceva bene, per cui si teneva avanti al gruppo, accanto al suo mentore. In questo modo riusciva meglio a focalizzarsi sulla missione senza rischiare di essere distratto da affari che non avrebbero fatto altro che mettere in pericolo lui e forse anche altri. Stava pensando alle direzioni da poter prendere, alle vie da poter percorrere senza dover rischiare di essere bloccati dalla natura stessa quando la voce di Howard sovrastò i suoi pensieri.
    «Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura. Il primo che mi dice di chi è questo verso potrà decidere la strategia con cui dovremmo cercare i nostri maghi neri»
    Subito, un sorriso fiero si delineò sulla sua bocca illuminandogli il viso.
    LA SO!, pensò orgogliosamente girandosi subito verso il docente. La sapeva sì! Perché loro, uomini di campagna, ne conoscevano sempre una più del diavolo quando si trattava di certi argomenti. Aveva appena aperto la bocca, l'espressione fiera e allegra sul viso quando qualcuno gli soffiò via il primato.
    «E' l'Inferno di Dante Alighieri»
    Bruciato sul tempo, l'espressione di Jeremiah si tramutò nel tempo di assorbire la delusione. Allungò il collo verso James e al suo tono da sottuttoio fece il verso. Come i ragazzini, sì... Una cosa di breve durata, però, perché a quel punto era arrivato il momento di rimboccarsi le maniche.
    [Supponendo che lo abbiano fatto tutti o che comunque James abbia avvertito il gruppo. Se la mia supposizione è sbagliata allora niente...]
    Erano troppo lontani per poter riuscire ad avere una certezza su quanti elementi costituissero gruppo di maghi neri, ma erano abbastanza vicini per poter iniziare ad agire.
    «Potremmo provare ad attaccarli su due fronti.», ipotizzò lui, che forse aveva qualche mania suicida con cui dover fare i conti. Ioltre conoscevano già la zona, e lui ci era stato talmente tante volte da ragazzino in quelle foreste che si sentiva abbastanza tranquillo a girarsele. Anche da solo, se nessuno avesse voluto seguirlo e tentare di trovare un punto da cui attaccare. O da cui farsi vedere per permettere agli altri di attaccare... «Se ci dividessimo potremmo coprire un'area un po' più grande ed avere la certezza di riuscire a sfruttare l'effetto sorpresa. Un gruppo potrebbe attaccare frontalmente, l'altro avrebbe qualche secondo in più per decidere una strategia vincente e intervenire con qualche secondo di ritardo da una postazione differente e loro non se lo aspetterebbero. Lo so, non è il massimo della correttezza ma sappiamo benissimo con chi abbiamo a che fare.»
    Sorrise e allargò le braccia, contento della sua proposta e già pronto ad evocarsi un'arma.
    «Allora, che ne pensate?»

    Se ci sono errori perdonatemi ma devo andare a lavorarrr
  4. .

    Shaw Hynes
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    Q
    uello straccio malconcio continuava a strofinare l'interno di un bicchiere con un'insistenza quasi ossessiva, consumandosi un po' di più ad ogni strusciata sul vetro macchiato e opaco. In quel bar ogni minimo particolare rispecchiava la sua anima marcia, la stessa che attirava la clientela peggiore come fosse miele.
    Di tutto. Passava di tutto da lì, quelle mura assistevano ai lavoretti sporchi delle puttane da quattro soldi che si infilavano nei pantaloni scuciti dei clienti, erano testimoni di spaccio di morte in polvere o pillole, di minacce prive di filtri, di lame che avevano lacerato la carne lasciando macchioline scure qua e là che si perdevano confondendosi col resto del sudiciume presente su ogni superficie, orizzontale o verticale che fosse. Mormorii indistinti venivano captati dai tavoli adiacenti e così si scatenava qualche rissa, e non passava molto prima che la lotta potesse coinvolgere anche chi se ne stava a coltivare malattie al fegato in un angolo per conto proprio. Bastava una goccia, una parola a caso, a volte uno spostamento d'aria e la situazione diventava ingestibile.
    Non più. Non quando al bancone ci stava lui. Se volevano menar le mani potevano andarsene a fanculo di sotto, in quello schifo di scantinato che accoglieva le lotte clandestine. Non si potevano sedare le bestie, ma si poteva provare a confinarle in un recinto e lasciare che dessero sfogo ai loro istinti. Laggiù ci avevano piazzato quel figlio d'una cagna di Hughes. Shaw continuava a tenerlo d'occhio senza nemmeno nasconderlo, sapeva che non era stupido come aveva voluto far credere a Jack quando gli aveva spalmato la lingua sul culo per scivolare al suo interno con facilità estrema, ottenendo la sua fiducia. Aveva diagnosticato la sua aura - di un nero così profondo da fargli talmente schifo che una diagnosi gli era bastata - come faceva sempre in presenza di nuove persone, così da avere possibilità maggiori di intercettare e riconoscere attraverso percezioni a distanza. Avrebbe dovuto farlo anche con Morley tempo addietro, probabilmente l'avrebbe riconosciuto prima in quelle celle.
    «Un altro giro.»
    Shaw spostò lo sguardo sul tizio barbuto seduto al bancone. Aveva consumato il suo whiskey gratis e adesso ne voleva un altro, ma la politica era sempre la stessa per i clienti nuovi. Tirò fuori la mano dal bicchiere e la sbatté sul legno due volte, ferma esattamente come lo sguardo che teneva su di lui. Prima i soldi, poi l'alcol.
    La sigaretta che teneva mollemente fra le labbra perse l'estremità incenerita, il bicchiere che era tornato a pulire dopo aver incassato la grana e aver servito da bere si sporcò all'esterno ma Shaw aveva occhi solo per la sala. La persone nuove le osservava con sospetto. Non lavorava di certo a Disneyland, era più che lecito. Quindi non fece caso all'ingresso di Tristan finché non gli si fu seduto davanti.
    «Ivashkov.», ricambiò il saluto subito prima di lasciare quel bicchiere e togliersi la sigaretta dalla bocca. Fece un ultimo tiro, poi la spense nel lavandino. Alla prima domanda rispose con un lento movimento del capo, annuendo senza chissà quale interesse. La verità era che il numero della clientela era quasi sempre lo stesso perché quello era il bar di chi non doveva rientrare a casa per badare ai figli. Probabilmente i figli stessi stavano lì a bere whiskey e a scommettere su qualche morto di fame giù di sotto.
    Si girò per prendere una bottiglia di whiskey dal ripiano alle sue spalle. Tristan non gli aveva ancora chiesto da bere, a quanto pareva aveva bisogno di altro prima, ma non importava: tirò fuori un bicchiere decente e lo riempì.
    «Puoi parlarmi adesso.»
    Sollevò lo sguardo e gli passò il bicchiere subito dopo la sua richiesta. Sul viso l'ombra di un sorriso di chi sapeva di averci visto lungo.
    «Dalle mie parti dicono che se il destino di un uomo è annegare, annegherà anche in un bicchiere d’acqua. Ma se proprio devo, anche io preferisco che sia in un whiskey»
    Spostò gli occhi sulla nuova voce che si era unita a quel coro timido e silenzioso. L'aveva già vista avvicinarsi al bancone, non era la prima volta che la vedeva lì al Felix. Aveva l'aria di essere stata consumata dalla vita, ma allo stesso tempo pareva sguazzare in quello stato con una tale naturalezza da far pensare ad una triste accettazione della realtà. Le sue parole suonavano vecchie, i suoi gesti maturi. Shaw tenne lo sguardo su di lei e inclinò la bottiglia, lasciando che il liquido ambrato riempisse adesso il suo bicchiere. Più tardi, forse, il whiskey avrebbe colmato anche le sue mancanze.
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    Edited by •Lithium• - 7/2/2017, 11:58
  5. .
    L'ultimo pezzo l'ho scritto perché così (naturalmente se Ayano raggiungerà la porta senza provare a scappare) potrai liberamente scrivere che Shaw bussa in modo da dare la possibilità a Fed di entrare in gioco direttamente dopo il tuo post!

    Shaw Hynes

    A Bristol, nello spaccio sotto l'appartamento in cui Shaw era cresciuto, all'epoca lavorava un vecchio londinese che aveva tentato di fare fortuna fuori dalla Capitale. Aveva un occhio di vetro e nove denti messi in croce, il che lasciava presagire quanto poco alla dea fosse balenata per la mente l'idea di dargli il bacio che tanto bramava.
    Viveva nell'appartamento accanto al suo e ogni giorno lanciava qualcuna di quelle perle che lui riteneva fondamentali per sopravvivere a quella giungla che era Stokes Croft. Non chiedeva mai il permesso: apriva la porta quando sentiva quella dell'appartamento adiacente spalancarsi, metteva un piede fuori dalla soglia della sua sudicia dimora e, col fare di chi si trovava lì per puro caso, socchiudeva l'occhio buono e scrutava Shaw dall'alto del suo metro e sessantacinque meno gobba prima di recitare la sua saggezza in pillole preziose. Il più delle volte il ragazzino riusciva a comprendere un massimo di tre parole su dieci per via del suo accento stretto, ma dirglielo pareva essere inutile. Probabilmente il vecchio era anche sordo... Comunque un giorno, quando Shaw aveva sette anni, il saggio Doherty aveva pensato bene fosse arrivato il momento dell'insegnamento principale della vita.
    "Se la vita te fa l'occhiolino guardetela bene, regazzì, che ce sta a provà co' quello che te sta dietro. Io to dico poi fai te."*
    Be', ecco, se solo avesse venduto le sue perle in elaborate collane senza capo né coda sarebbe diventato ricco da fare schifo, e probabilmente alla ragazza sarebbe arrivato in tempo questo prezioso insegnamento e si sarebbe risparmiata parecchi problemi.
    Era evidente che sulla scala della sfiga ci fosse stampata la sua faccia per indicare il punto più alto della stessa, ma come poteva saperlo lei? Insomma... come poteva immaginare di essersi imbattuta nell'uomo più antignocca che potesse esistere sulla faccia della terra? D'accordo, così si esagera, però aveva i suoi problemi con le donne e di sicuro lei non stava lì per lui. E lui... be', era piuttosto chiaro.
    «Quindi sei qui per me.»
    Sottolineò qualche secondo dopo averla squadrata con la sua espressione preferita. Sollevò un piede e salì un gradino, accorciando le distanze lentamente occupando gran parte della scalinata.
    «Mi cercavi appostata sulle scale vicino al cesso. Ammazza, una roba che mi arrapa una cifra.», il tono della sua voce bassa era piatto come al solito, impossibile capire cosa gli passasse per la testa nonostante il sarcasmo. Considerando il posto e la gente che lo frequentava, si poteva supporre che qualcuno potesse davvero eccitarsi con una premessa così squallida.
    Salì ancora e con un cenno del capo invitò la ragazza a fare lo stesso, ovviamente davanti a lui.
    «Vai su, allora.»
    Le era andata davvero male a giocarsi quella carta, ma in fin dei conti avrebbe dovuto evitare di salire su per quelle scale che conducevano in un luogo dal quale chiunque avrebbe preferito girare a largo. Da lì ad incontrare il proprio destino il passo era breve: giusto qualche altro gradino, un paio di colpetti all'unica porta presente e il gioco era fatto. E chissà, Shaw confidava nel fatto che quell'incontro sarebbe andato a vantaggio della ragazza solo per compensare la sfiga che l'aveva condotta fino a quel punto. In fin dei conti bisognava sempre mantenere un certo equilibrio.
    *Scusate, questo modo di scrivere ha un perché...
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    "I’m coming down fast but I’m miles above you. Tell me, tell me, come on tell me the answer!"
  6. .
    Shaw Hynes

    Il vecchio Alfred aveva già vinto sette partite su dieci, dalla piega che aveva assunto la sua bocca pareva quasi essere diventato il re del gioco d'azzardo. Iniziavano a crederlo tutti al suo tavolo, il malcontento generale era palpabile e presto o tardi qualcuno ci avrebbe rimesso alla vecchia maniera. Erano in cinque laggiù, all'angolo più remoto della saletta del Felix, e quel posto se lo tenevano stretto come se fossero clienti d'eccezione solo perché abitudinari. Tutti delinquenti che non avevano mai fatto carriera nella mala, ed era per questo che nessuno aveva ancora ammazzato un paio di loro, tipo, appunto, il nostro Alfred che apparentemente aveva più culo che anima. Ma Shaw se ne era accorto una ventina di minuti prima, quando era dovuto passare accanto al loro tavolo, che più che avere culo Alfred aveva un altro bel mazzo di carte dalla sua. Il ragazzo stava solo aspettando che qualcuno se ne accorgesse, perché a quel punto il tasso alcolico e la loro dubbia moralità avrebbero condotto il gruppo ad uno dei soliti scontri fastidiosi. Ma non aveva lo sguardo solo per loro, Shaw, perché aveva già notato qualche altro soggetto da dover tenere sotto controllo, come il tipo che probabilmente voleva spacciare nel suo locale, o la ragazza solitaria che aveva pensato male di mettere piede al Felix da sola. L'aveva tenuta d'occhio per tutta la sera, e sempre per tutta la sera lei aveva rischiato di essere portata fuori da qualcuno. Ma lì funzionava così, specie se eri solo una ragazzina, e osare metterci piede significava essere in grado di preteggere se stessi e i propri averi. Lei si era dimostrata in grado di allontanare tutti, di non essere nel posto sbagliato, e adesso che la sua assenza iniziava a farsi prolungata la cosa iniziava a puzzargli. Eppure l'aveva osservata dirigersi verso il bagno e si era accertato che nessuno l'avesse seguita.
    «Porta tu questa roba a Cave.»
    Lasciò l'ordine al collega e uscì dal retro del bancone, facendosi strada senza problemi fino al bagno vuoto. Per fare prima cercò di captare la sua aura, facile da allontanare da tutte le altre che aveva già individuato per accertarsi che nessuno potesse tentare di raggiungere la stanza del capo, nonostante quella gentaccia preferisse farsi i cazzi propri. Evidentemente, invece, la ragazzina possedeva istinti suicidi. Silenzioso si arrampicò su per le scale, e quando fu abbastanza vicino si fermò: non aveva senso bloccarla, ormai aveva il passo interrotto dalla sua presenza imponente. Poteva continuare a salire o fermarsi, ma entrambe le scelte includevano la presenza di Shaw nel pacchetto.
    «Cerchi qualcosa?»
    La voce uscì bassa, roca e come al solito scandita con il suo accento british. La guardò dal basso e si appoggio contro la parete di destra dopo essersi fermato a pochi scalini di distanza da lei. Non aveva l'aria di essersi persa, ma questo lui lo avrebbe scoperto presto.
    24
    "I’m coming down fast but I’m miles above you. Tell me, tell me, come on tell me the answer!"

    Scusate la risposta ma non riesco ancora a svegliarmi del tutto...
  7. .

    Shaw Hynes
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    S
    e un animo debole persistesse a vivere nella solitudine rischierebbe di annegarci, venendo sommerso inevitabilmente dai cavalonni prodotti dalla sua mente. Costruzioni erronee della realtà lo porterebbero a ridursi un ammasso di nulla e non avrebbe più niente per cui vivere, per cui lottare.
    Shaw nella solitudine ci aveva sempre trovato la pace, perché le persone troppo spesso invadevano spazi personali costruiti con una precisione quasi maniacale da dover essere mantenuta tale. Poteva pensare liberamente, evitare che qualcuno interompesse il flusso delle sue elaborazioni mentali e starsene un po' calmo, uno stato fisico e mentale che in quel periodo sembrava essere irraggiungibile. Perché sì, anche lui subiva i danni dello stress nonostante non fosse dovuto strettamente a ciò che era successo. Il suo era legato a ciò che sarebbe stato in futuro.
    Fuori, sul ciglio della strada, Shaw attese in silenzio che Taylor si avvicinasse. Sapeva che entro qualche secondo sarebbe arrivata, in fin dei conti perché non avrebbe dovuto?
    Come volevasi dimostrare, i suoi passi lo raggiunsero poco dopo e lo spazio vuoto oltre la bottiglia fu occupato dalla figura tetra della ragazza. La guardò brevemente accomodarsi, cogliendo rapidamente con lo sguardo i lineamenti del suo viso che forse erano leggermente differenti rispetto a qualche minuto prima, poi riportò gli occhi sull'ambiente circostante, perso in qualche pensiero ancora impossibile da captare. Apprezzava i silenzi della Fray, anche se non poteva immaginare a cosa fossero dovuti di base. Così come la sua acidità, una costante che però iniziava a vacillare di tanto in tanto, ma solo quando erano loro due. Shaw sapeva di non essere il tipo di persona capace di mettere a proprio agio le persone - cosa che non vedeva affatto come un suo problema -, quindi pensava che quell'atteggiamento fosse dovuto alla sua presenza.
    Il rumore dell'accendino lo riportò con l'attenzione su di lei, e mentre continuava a fumare indisturbato si soffermò con gli occhi sulla fiammella che la ragazza aveva preso a sfiorare con le dita. Con un movimento lento e silenzioso, Shaw sollevò la mano libera e deviò la fiammella verso l'esterno, lontano dal dito della Fray, modellando il fuoco affinché assumesse un'innocua curva ad L senza però perdere d'intensità.
    «La maggior parte della gente quando pensa al fuoco si immagina la peggio roba: tipo distruzione, morte e cose simili. Ma non è vero un cazzo.»
    A quel punto fece cessare la fiamma, riducendola così tanto da renderla quasi impossibile da vedere. Taylor l'avrebbe data per scomparsa, probabilmente, e a quel punto avrebbe rilasciato il bottoncino del gas. Quando tornò a parlare aveva già sollevato lo sguardo su di lei e la sua espressione aveva assunto una vaga piega divertita. Fece un ultimo tiro, prese la bottiglia e aggiunse un'altra cosa prima di bere.
    «Ma dicono di non giocarci. Poi vicino a me non lo farei.»
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  8. .
    HTML
    <tr><td>Shaw Hynes</td>
    <td>L'uomo di Ferro <3 (Sks Jack)</td>
    <td>100 dollari</td></tr>


    Edited by •Lithium• - 4/2/2017, 23:47
  9. .
    Lascio subito il feedback perché altrimenti mi dimentico tutto >.<
    Allooora, mi dispiace un sacco fare questo commento perché so bene quanto sia figa Alchimia e quanto sia stata gestita bene fino a questo momento, però durante questa lezione ci sono state diverse cose che mi hanno un po' spiazzata. Cercherò di andare per punti per essere il più chiara possibile, se non si dovesse capire qualcosa scusate ma sono tarda...
    Luogo e consegna (?)
    L'idea del labirinto mi piaceva un sacco. Ho sempre amato i labirinti e credo abbiano un potenziale assurdo specialmente per una materia come Alchimia, ma sinceramente non ho capito per quale motivo sia stato utilizzato proprio in quel modo... Dalla cartina sembrava grande, il primo esito aveva rivelato due auree grigie che facevano supporre la presenza di qualcosa o qualcuno in giro per il labirinto, ma ci siamo imbattuti subito nel gruppo avversario e da lì non ci siamo più mossi. Praticamente abbiamo fatto in tempo solo a scalare una parete e da lì siamo entrati in un loop infinito di fallimenti continui da entrambe le parti.
    Così il labirinto perde il suo scopo, secondo me. Per come abbiamo portato avanti la lezione sarebbe potuta andare bene anche un'arena con degli ostacoli, dove probabilmente avremmo avuto anche qualche stimolo in più per sfruttare e imparare l'alchimia... Secondo me sarebbe stato più carino farci incontrare almeno dopo qualche post in più, oppure darci a disposizione non so, del tempo o delle azioni contate ongame prima di poter fuggire per ribeccarci dopo un paio di corridoi. Non so se mi spiego, l'ho detto che sono tarda? Sì...
    Cerco di fare un esempio:
    - I due gruppi entrano uno da est e uno da ovest in un labirinto magari meno grande ma ugualmente intricato. Si trovano in un vicolo cieco, utilizzano l'alchimia per passare a loro rischio e pericolo (ecco che qui potrebbero entrare in scena qualunquecosasianoleaureegrigie) e poi sbucano nei pressi della squadra avversaria. Si battono ma magari con un massimo di azioni a squadra: quella che fa il punteggio più alto per più volte vince. Capisco che un sistema del genere necessiterebbe un ritmo più rapido, ma per non aver capito bene come bloccare l'altra squadra mi sembra la soluzione più ideale. Abbiamo liquefatto e solidificato praticamente tutto ma senza mai raggiungere alcun risultato. Probabilmente non abbiamo capito come sfruttare gli incantesimi... non riesco a capire come una delle due squadre avrebbe potuto imprigionare l'altra, anche perché per esempio su circa tre combo fatte a ruota non ce n'è andata bene nemmeno una >.<
    Esiti
    So perfettamente che è un periodaccio per tutti, io stessa ho seguito malissimo la lezione, ma visto che nei feedback bisogna essere sinceri secondo me uno/due esiti al massimo al giorno rallentano tanto il gioco e incasinano di più la situazione. Poi io non sono capace né a gestire né a capire come fare da master ad una cosa del genere, quindi non prendetela come una cosa malvagia ç.ç
    Valutazione
    Il 24 me lo merito tutto, specie il 7 in intelligenza perché stavolta ho toppato proprio alla grande. Anzi, forse per il poco che ho partecipato è anche una valutazione troppo alta (quindi grazie Rob per la clemenza <3), ma durante la settimana lavoro tutti i giorni e quindi faccio schifo >.<
    Però una cosa da regolarizzare (?) un po', secondo me, è la valutazione dell'intelligenza. Cerco di spiegare il motivo, come al solito munitevi di traduttore...
    Quando i personaggi vengono divisi o fatti dividere in gruppi si crea un sistema per il quale ognuno di essi porta in campo ciò di cui dispone per aiutare al meglio la squadra. Le strategia solitamente vengono fatte tutti insieme (ripeto: io in questo caso non ho avuto il tempo di partecipare quindi mi merito tutta la stupidità del mondo) e poi i compiti vengono divisi in base a diversi fattori (skills da poter utilizzare, coerenza, posizione, numero di azioni disponibili, ecc), quindi secondo me non è proprio corretto valutare l'intelligenza di un pg quando la lezione è basata su azioni di squadra, soprattutto se la squadra procede per combo... Probabilmente a questo punto sarebbe meglio imporre dei limiti, allora, per i quali ogni pg abbia ad esempio a disposizione le skills solo della materia della lezione interessata oppure le skills della materia + le skills di un'altra materia sola da scegliere all'iscrizione, così che non ci siano personaggi che invece di attaccare magari si limitino a fare più che altro da scudo o roba simile. Spero di essermi spiegata, scusate...

    Siccome emerge chiaramente quanto io non abbia capito una mazzetta né di come utilizzare alchimia né dello scopo/risoluzione della consegna, vi prego di rispondere alle mie stupidaggini così comprendo meglio!
    Graaazie e scusate per il poema >.<
  10. .
    LIXBtPO





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    Hai finito!

    Ora sei ufficialmente un membro del mondo magico di New York! La prima cosa che devi fare è comunicare che la tua scheda è stata accettata e che quindi il prestavolto non è più prenotato ma IN USO, qui.
    La seconda è aggiornare o aprire il tuo conto in banca.
    In seguito controlla nella bacheca se ci sono eventi in corso, potrai subito partecipare, oppure cerca qualcuno con cui ruolare in questo topic o sul gruppo di Facebook!
    E' obbligatorio creare il tuo portfolio e/o diario del personaggio, per tenere traccia degli avanzamenti dei personaggi attraverso le quest e tutto ciò che non si può segnare all'interno del libretto scolastico, in questa sezione scoprirai come si fa!
    Non è necessario, ma qualora volessi vederti assegnata una pietra magica, puoi aprire qui una discussione intitolata "Scelta della Pietra - Nome Pg (Adulto)" e postando nella discussione semplicemente il link della scheda.
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    Pensieve | Felix Felicix | 24
    «Porta male rifiutare un'offerta non lo sai?»
    La bocca si piegò all'ingiù, una spalla si sollevò appena, un po' come se la risposta a quella domanda fosse scontata.
    «È per questo che la faccio. Lasciare una possibilità di scelta mi pare il minimo.»
    Shaw a volte se ne usciva con frasi che dicevano tutto e non dicevano niente. Che dicevano troppo, ma quel troppo non si intuiva bene cosa fosse. Mancava spesso una chiave d'accesso a quello scrigno inutile nel quale custodiva la sua scarsa propensione alle relazioni sociali.
    Aspettò che Whitehill prendesse il suo bicchiere di whiskey e poi batté il proprio sul tavolo prima di buttarselo in gola. Faceva più schifo del solito, quella merda.
    «Che mi dici? Solita feccia stasera o qualcosa di interessante?»
    Il bicchiere vuoto tornò sul tavolo e con una mano Shaw spostò una sedia dallo stesso, così da piazzare il sedere sul legno e appoggiare le spalle allo schienale, comodo comodo. Visti da fuori potevano passare benissimo come due che erano usciti a bere insieme per concludere chissà quale losco affare, quando invece la realtà era ben diversa.
    «Sei arrivato giusto in tempo: ho sbattuto fuori Crimson da poco, che aveva rotto il cazzo peggio del solito. Alcuni hanno fatto a botte un'oretta fa. Uova di non ho capito che, ma hanno smesso da soli quando hanno visto il primo dente per terra. Si sono accorti a quel punto che erano fratelli, marci come le merde.»
    Fu proprio in quel momento che la porta cigolò e poi sbatté, richiamando l'attenzione di alcuni dei clienti più sobri insieme alla sua. Studentesse al Felix. Iniziava già a sentire l'odore di rotture di cazzo.
    Le guardò raggiungere il bancone dove Sam si stava già sporgendo per prendere le loro ordinazioni, quindi tornò a guardare Whitehill.
    «Di veramente interessante qui non c'è niente, ma se non prendi le due al bancone va a finire male.», concluse con un gesto del capo rivolto alle ragazze. Quindi sollevò il bicchiere vuoto e aspettò che Sam lo guardasse per fargli capire di portare la bottiglia al tavolo.
    Shaw Hynes [ sheet ]
    [ code by psiche ]
  12. .
    Pensieve | Felix Felicix | 24 | Skills
    Alchimia era una di quelle materie che lo affascinavano e lo mettevano in crisi allo stesso modo. Aveva iniziato a studiare da tempo la teoria, l'aveva messa in pratica nel suo piccolo ma non aveva ancora mai avuto la possibilità di testarla nel modo più adeguato. Per comprendere appieno qualunque cosa lui doveva mettersi sotto pressione, comprendere la necessità di ottenere un certo risultato ed essere sicuro di poterci riuscire in ogni situazione possibile. Aveva visto l'utilità dell'Alchimia anche in campo di battaglia e si era ripromesso di apprenderla al meglio, sfruttando le lezioni pratiche per testare il maggior numero di incantesimi possibili. Capitava ogni tanto che la mattina si svegliasse con la mano premuta sul petto, nel punto esatto in cui qualche mese prima aveva sentito qualcosa bucargli la carne e perforargli il cuore. Aveva provato la morte così tante volte che adesso il suo obiettivo più grande era quello di prepararsi al meglio per non caderci di nuovo, e più branche della magia imparava a conoscere più le sue probabilità di migliorare si facevano alte.

    A lezione arrivò puntuale e notando una chioma bionda poco lontano dall'ingresso si avvicinò a lei. Aveva la faccia da sonno, quella di chi ancora non ha accettato l'idea di essere in piedi e mantiene lo sguardo, sotto gli occhi un po' gonfi, debole. Tuttavia ci vedeva piuttosto bene e non si sorprese nel notare un ambiente diverso dal solito, perché in fin dei conti tutti gli insegnati avevano apportato modifiche al metodo di svolgimento delle prove pratiche vere e proprie. Osservò quell'enorme parete verde e ascoltò le parole dell'insegnante, poi la sua attenzione fu attirata da una voce vagamente familiare proveniente dalla sua destra.
    «Hey, Hynes! Ti unisci a noi?»
    Rose l'aveva conosciuta una sera al Racy, quando, sceso per bere davanti a qualcuno in grado di fargli fare quattro risate, si era ritrovato accanto una rossa alticcia che l'aveva informato della partenza di Damien.
    «Ci si becca dall'altra parte, bionda.»
    Salutò Dulcinea con tanto di occhiolino da pezzo di merda e raggiunse il gruppo con passo lento ma deciso. Varcata la soglia si ritrovò a guardarsi intorno, e in tempo record si era trovato d'accordo col resto del gruppo a tentare di scalare la parete più bassa. L'aveva già fatto diverse volte, arrampicarsi sui muri si intende, e durante la lezione di evocazione si era ritrovato anche a procedere all'inverso con il peso di Dulcinea in più sulle spalle, quindi superare quel muro non lo spaventava più di tanto. Prima di partire, però, unì le mani a mo' di preghiera, chiude gli occhi e sussurrò la formula "album oculus", così da provare ad attivare il Byakugan in modo da poter ricorrere alla modulazione ormonale toccando il primo chakra, una mossa che poteva quasi apparire come qualcosa di rude, in effetti, ma che avrebbe dato una spinta all'adrenalina, per così dire.
    Quindi si avvicinò agli appigli e, piazzando le mani e un piede in quelli che gli sembravano i più adatti, fece forza aiutandosi con una gamba per iniziare a scalarela parete che aveva davanti. Senza troppa fretta, assicurandosi che i buchi fossero sicuri, si fece strada fino alla fine della parete, certo che se qualcosa fosse andato storto avrebbe trovato una soluzione.
    Arrivato in cima si sgranchì le mani qualche secondo e si guardò intorno, ma solo dopo aver pronunciato la formula "observo"* per migliorare il suo senso migliore: la vista.

    Off

    Non ho utilizzato il condizionale ma naturalmente è tutto ipotizzato!
    Le azioni con l'asterisco sono quelle che tento due volte!
    Shaw Hynes [ sheet ]
    [ code by psiche ]


    Squadra: Rane a motore
    Componenti: Diego, Lara, Rosaleen, Fianna, Shaw
    Skills: skills comprese quelle bonus, libretto, ma i link li inserisco anche nel code! Mancano quelle di Runica perché stiamo aspettando i voti ma Lara ha detto che le ho tutte
    Ps: ricordo che Shaw, sempre per colpa dello spadone, al momento può evocare solo armi ombra e armature
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    Pensieve | Felix Felicix | 24
    Il puzzo di coglione ubriaco si sentiva ancora sulla soglia del retro del Felix, dove Shaw aveva sostato per fumarsi una cicca in santa pace dopo aver sbattuto fuori Crimson. Per l'ennesima volta. Aveva smesso di chiamarlo Sean dopo che si era ritrovato un pugnale alla gola, giusto per avvertimento, ma aveva trovato nuovi metodi per rendere le serate di chiunque fosse sobrio al Felix spiacevoli, e insomma... aveva rotto il cazzo e basta. Essere molesto, aveva detto, era un suo diritto, ma aveva dimenticato che quello di Shaw stava nel poterlo mettere alla porta in qualsiasi momento e per qualunque motivo e non gliel'aveva mandato a dire. Fumava tranquillo con le spalle e un piede poggiati contro il muro quando la porta del Felix si aprì cigolando, lasciando uscire i suoi tipici di un locale colmo di gentaglia.
    «Hey, Shaw, c'è quel nano dentro.»
    Sam, fra le righe, stava semplicemente chiedendo il suo aiuto. L'insegnante non era mai stato delicato con il biondino da quando aveva iniziato a lavorare in quel posto, ma Whitehill non era delicato nemmeno con se stesso. Oltretutto Sam non aveva ancora imparato a rispondere ai clienti, motivo per cui Shaw prevedeva una ritirata con fuga da lì a un mese, massimo due. Proprio non ci sapeva fare con la gente che bazzicava quel pub, e checca come si rivelava qualche volta Shaw aveva iniziato a pensare che fosse utile solo a novanta. E a mantenerlo calmo, qualche volta, anche se l'assenza di Jack iniziava a farsi sentire soprattutto quando la tensione nel locale diventava palpabile.
    «Be' che aspetti? Servilo, no? Mo' entro.»
    Finì di fumare la sua sigaretta e poi fece il suo ingresso. Qualcuno stava suonando sgraziatamente al pianoforte, altri brindavano per la fortuita vittoria nelle scommesse sui combattimenti clandestini di Clabbert, qualcun altro sbirciava nella scollatura di quella che era chiaramente una prostituta in cerca di lavoretti pagati poco se non per nulla. Fra tutto quel degrado, incredibilmente spiccava la figura di Whitehill, senza dubbio il più pulito. Shaw, che verso Dàin aveva iniziato a provare una sorta di derisoria simpatia nonostante fosse un insegnante, passò dietro al bancone per riempire due bicchieri di whiskey e poi andò a piazzarglisi davanti, raggiungendo il tavolo prescelto dal docente di Magia Runica.
    «Birra? Lo sai che il primo giro di whiskey lo offre la bettola.»
    Sì, gli parlava esattamente come parlava a chiunque altro. Whitehill aveva trascorso più serate in quel pub che giornate al Brakebills, quindi Shaw si era impossessato del diritto di trattarlo esattamente allo stesso modo di come un barista gestiva la clientela in un luogo come il Felix. Senza contare che l'aveva conosciuto personalmente prima lì e poi al college, quindi perché dover mettere su la maschera dei regolamenti scomodi da rispettare fra differenti ruoli sociali? Non se ne parlava minimamente.
    «C'hai la barba sporca.», gli fece notare con la faccia al solito seria, solo che stavolta gli zigomi sembrarono sollevarsi di poco sotto un appena accennato sorriso, praticamente quasi impercettibile, «Quindi? Lo prendi il giro gratis?»
    Shaw Hynes [ sheet ]
    [ code by psiche ]
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    Shaw Hynes Felix voice role song
    R
    apido, più agile e se possibile ancora più sicuro di sé, Morley aveva acquisito abilità che non aveva appreso né al Brakebills né allenandosi intensamente. Era sempre stato lo stesso a livello fisico, ma qualcosa nella sua mente aveva iniziato a lavorare chissà quanto tempo prima per portarlo laddove era arrivato adesso. Nascondeva qualcosa di oscuro sotto quell'aspetto da bravo ragazzo, la sua aura nera non era altro che lo specchio della sua anima torbida, forse talmente sulla buona strada per l'Inferno da rischiare di perdere la forza necessaria per una risalita. Probabilmente non aveva idea di quanto la discesa fosse una passeggiata, o forse aveva proprio capito che quella era la strada più facile per una gloria che però era solo fittizia. Non aveva niente di buono da insegnare Shaw, ma stava iniziando a scoprire cosa volesse dire tirarsi fuori da schemi distruttivi e forse era proprio questo a renderlo più debole. L'incertezza interiore, quella non compresa perché ancora troppo ferrato sulle convinzioni di una vita, non era altro che un male assoluto in tempi come quelli cui stavano andando incontro, ma sembrava essere anche un male inevitabile. Ardan e Shaw erano nati su strade parallele, l'uno a nord e l'altro a sud, e adesso erano probabilmente arrivati alla metà esatta del loro percorso, al punto in cui potevano osservarsi da vicino ma senza che le loro strade si incrociassero davvero. Si erano incontrati in una fase di transizione che aveva avuto inizio per entrambi a Maggio dell'anno precedente, quando ancora non potevano fare altro che studiarsi da lontano ed osservarsi solo frontalmente, e che stava affrontando la sua fase più critica adesso, quando la visuale lasciava spazio anche ad una parte del retro delle loro figure, al di là delle spalle che si sfioravano senza veramente toccarsi.
    « Ineducato da parte tua. Non dovresti copiare le mie mosse »
    La realtà attuale però era ben diversa, perché il contatto c'era davvero e arrivò dritto contro la sua spalla, lacerando i vari strati di tessuto per farsi strada fino alla sua carne. Serrò appena i denti, più per il fastidio che per il dolore in sé, ma la pugnalata lo portò a servirsi subito dello sprint telecinetico sia per poter essere più rapido a reagire che per imprimere più forza nei gesti da compiere. Forse era per il freddo, per l'adrenalina, per la sua resistenza al dolore o per la zona colpita dal pugnale ombra evocato da Ardan, ma Shaw non gli lasciò il tempo di assestargli anche quella gomitata dietro alla schiena. Si girò di colpo, utilizzando il braccio colpito dall'altro per contrastare con un gesto brusco ma fermo l'avanzata di quello diretto alle sue spalle, e subito con l'altro braccio, ruotando col corpo verso Morley, caricò un gancio indirizzato contro il suo zigomo. Quello avrebbe fatto male alle nocche, ma molto di più alla faccia del biondo che si sarebbe trovato sbalzato all'indietro. Poteva anche essere più lento quando non ricorreva alla magia, ma la sua forza fisica era assolutamente indubbia.
    « Attaccando praticamente alle spalle come le peggio merde. »
    Ribatté e subito, con un movimento secco ed energico della mano dominante, andò a sferzare l'aria davanti a sé per disarmare Ardan con una schivata.
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    Shaw Hynes
    voice or outfit
    role song


    A
    volte scegliere consapevolmente di non voler sapere poteva essere la cosa migliore che si potesse fare. Ci voleva dell'esercizio, però, una laurea honoris causa in conoscenze approfondite della parte più imprevedibile del proprio sé, qualcosa di complicato ma non impossibile possedendo una personalità costituita da una moltitudine di cassettoni talmente incasinati che lasciarli al loro posto senza scoperchiarli - se non strettamente necessario - si rivelava senz'altro la mossa più saggia.
    Finché vi era una libera e consapevole scelta, allora si poteva proseguire sul sentiero dell'ignoranza più oscura. Fare domande senza aver davvero voglia di sapere in cosa ci si stesse infilando era senz'altro controproducente, specie per chi al proprio benessere ci teneva particolarmente. Essere ignoranti e decidere di ignorare erano due cose del tutto differenti: mentre nella prima veniva a crearsi un'inevitabile mancanza di fondo, utile per poter essere consapevoli delle proprie azioni e guadagnarsi un posto nel mondo, nella seconda ci si schermava da problematiche assolutamente inutili se non si voleva vedere il proprio umore cambiare faccia.
    Shaw stava decidendo di ignorare, perché in quel caso, poteva fiutarlo dalla reazione della Fray, probabilmente non gli sarebbe piaciuto.
    « Ok. », rispose mono-tono prima di scolarsi un altro sorso di whiskey e allontanarsi qualche breve istante dalla ragazza per servire l'ennesima testa di cazzo già ubriaca. Era un cliente abituale, uno che aveva il vizio di chiamarlo Sean perché era convinto che gli si addicesse di più, mentre a Shaw suonava tanto come un nome da cazzone in giacca, cravatta e ventiquattrore. Riempì il suo bicchiere e si avvicinò alla sua faccia, un viso che un tempo, prima che l'alcol lo intrappolasse fra le sue fauci e palesasse i suoi danni anche nel colorito della pelle, forse era stato persino piacente.
    « Se sento un'altra volta quel cazzo di nome hai finito. », a contrastare le parole dure, il tono sembrava stranamente calmo, la voce bassa e solo leggermente glaciale, come se non dovesse esserci alcun dubbio sul fatto che non stesse minacciando a vuoto ma che fosse ben disposto a lasciargli la possibilità di smettere.
    « Ma perché siete sempre tutti così agitati! Dovreste bere di più, che il mondo è bello quando è ubriaco, Sean, te lo dico io te lo dico... »
    « Shaw, perché non ti fai una pausa, eh? Tanto non ci sta nessuno, sempre i soliti quattro, me la posso cavare per qualche minuto. »
    Ci pensò Sam ad intervenire, lungimirante come sempre. Aveva imparato a conoscerlo, sapeva che ad aggiustare la situazione solitamente ci pensava l'inglese col suo modo di fare fermo e quando serviva pesante, perché solitamente Jack non faceva altro che aizzare le folle col suo modo bonaccione ma inconsapevolmente distruttivo. E Sam aveva capito bene che il povero Crimson stava rischiando grosso dato che il numero di avvertimenti aveva ormai superato il limite massimo.
    Shaw si allontanò dal bancone scoccando a Sam un'occhiata indescrivibile che però non aveva nulla di minaccioso. Avvenne tutto in pochi secondi, quindi quando il ragazzo tornò davanti alla Fray con la bottiglia in mano, incrociò il suo sguardo e con un cenno secco del capo la invitò a farsi seguire, dandole le spalle subito dopo e aprendole la strada verso la porta che si apriva sull'uscita di emergenza. Quel vicolo ora freddo, prima ancora che arrivasse l'estate lo aveva visto fronteggiarsi per la prima volta con gli intrugli alchemici liberati da Crane, e alcuni dei compagni con i quali aveva combattuto allora - erroneamente contro e poi a fianco -, avevano collaborato a mettere in scena l'ultimo teatro degli orrori. Assurdo come la vita potesse portare le persone ad imboccare strade così distanti da quelle originarie, voltando la faccia a ideali per i quali avevano deciso di combattere precedentemente rischiando anche di lasciarci la pelle.
    Andò a sedersi sul bordo del marciapiede deserto, piegando le ginocchia all'altezza del petto per poi distenderle leggermente in una posizione più rilassata. Non disse niente, poggiò semplicemente la bottiglia a terra e continuò a fumare, spostando lo sguardo dai passanti ignari del Felix in fondo alla via alle finestre buie delle case della palazzina che aveva davanti. L'alcol sistemato fra lui e la Fray, naturalmente, era un chiaro invito a bere qualora avesse voluto farlo.
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    Edited by •Lithium• - 15/1/2017, 04:24
154 replies since 26/2/2015
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