Ed ecco che ogni cosa sembra essere andata al suo posto ora che sei lì, con loro; essere stato lontano ha sortito lo stesso brutale effetto di un articolazione fuori sede, un dolore che nel tempo diventa meno fitto, più sordo, ma che passa solo quando tutto torna al suo posto, profondo sollievo quello che viene rilasciato in tutto il corpo, nella mente. Ti senti così ora, quel dolore sordo ormai quasi muto, sollevato di vedere che stanno bene, che non sei arrivato tardi. Ha il profumo di casa l'abbraccio di Pierre, che vale più di qualsiasi parola vi possiate mai dire. avete sempre comunicato molto così, non verbalmente. Et moi pour toi. E' stata esattamente la tua preoccupazione a spingerti così furiosamente da loro, nonostante sei riuscito a mantenere una sorta di decoro, raggiungendoli senza il fiatone, accusato dall'apnea che hai usato fino a che non hai inghiottito tutta l'aria che potevi nel vederli star bene. Tirati, certo, incasinati anche. Ma vivi e vegeti. Pierre ha ragione. Inamovibile la decisione. Capisci i motivi che la spingono a quella richiesta, ma semplicemente la risposta è no. Per complicità però spegni la sigaretta mentre ancora è a metà, spegnendola con il piede e raccogliendo il mozzicone per non inzozzare il giardino di Lily Dale. Sorridi al commento sul tuo vestiario; forse un po' eccentrico, ma non hai mai amato ammassarti insieme agli altri nella moltitudine della moda. Segui il tuo semplice gusto e istinto, anche se questo spesso ti porta ad abbinare cose che non hanno senso di esistere insieme. Nella tua mente, però, non esiste la parola inadeguato. Entendu? Je crée. Affetti l'ultima parola per enfatizzarla ancora di più. Vuoi stemperare un po' la tensione, nonostante tu stesso ai i sensi all'erta, stai già pensando a come aggiungere alle difese della casa i tuoi incanti per avere più protezione.
Ed è un'espressione colpevole quella che ti si dipinge sul volto alle successive parole, perché in fondo Pierre non è andato lontano da ciò che il tuo animo ti ha spinto a fare non più dell'inizio di questo mese. A conti fatti sarebbe esattamente quello che staresti facendo ora se non avessi in mente come uniche persone da difendere Rex, Pierre e il loro bambino. Lo sguardo che volgi a Rexana è più chiaro e cristallino di qualsiasi parola tu possa pronunciare, non lascia dubbi al riguardo. A questo proposito...ti ho riportato il ciondolo. Ti avvicini senza abbandonare la maschera di colpevolezza per poggiare il gioiello sul suo palmo, per poi rivolgere un sorriso a Pierre. Non posso darti torto. In fondo sei una bellissima donzella, come resisterti. I tuoi occhi si addolciscono. Non mi sarei perso per nulla al mondo questo momento. Qualcuno dovrà consolare il nascituro per la faccia che è costretto a ereditare. Corrughi la fronte, perché i parti non sono proprio il tuo campo. Comunque sia non dovrebbe mancare molto. A meno che non sia una gestazione di un elefante, siamo agli sgoccioli. In caso c'è qualcuno che è in grado di forzare il parto in sicurezza?

La giustizia è un concetto che non dovrebbe essere relativo, ma assoluto. Eppure tu per primo sai quanto questo sia opinabile, perché non esiste un uomo uguale ad un altro. Ci sarà un inevitabile scontro di pareri, pensieri e se incontri gli uomini che vogliono lottare per il loro ideale, questo scontro passerà dal piano mentale a quello fisico. Se poi una delle parti si sente lesa, il senso di rivalsa si unisce a quello di giustizia, spesso sovrastandolo. Come sta succedendo ora. E' ormai troppo che questo movimento ha preso piede, nel modo più sbagliato e incontrollato. Doveva essere un movimento votato all'ottenimento di diritti per coloro che lo meritano, e si è trasformato in un parco divertimento per coloro che dovrebbero essere estirpati dalla faccia della Terra. Avresti preso parte tu stesso alla caccia in città di quelle creature che approfittando della situazione, fanno ciò che più li aggrada, usando la scusante del movimento per fare i loro porci comodi. Hai però un obiettivo più impellente e personale. Sai quanto stai agendo in maniera egoistica, ma non puoi farci nulla. Cedi al tuo Io più profondo, spingendoti immediatamente verso Lily Dale. Non hai nemmeno dovuto pensarci, non appena hai riconosciuto quell'indirizzo tra gli obiettivi che sono stati svelati su Internet, hai preso il primo cambio che hai trovato, le tue armi, i tuoi regali e sei salito in moto il più rapidamente possibile, prendendoti giusto il tempo di mandare un messaggio a Rex. In fondo dovresti già trovarti lì, era solo questione di tempo, quella del parto, e saresti andato lo stesso in quel luogo che hai già visitato quell'estate. Sembra tutto così lontano ora, di un'epoca passata, diversa. Superi i limiti di velocità, sfrecci lungo le strade senza pensare ad altro che arrivare dove devi essere, a difesa di ciò che per te è più importante al mondo. Quando arrivi nelle vicinanze della casa ti prendi il tempo di controllare per prima cosa il perimetro, assicurandoti che sia ancora intatto e solo dopo ti presenti alla soglia di casa. Sembra tutto tranquillo e la cosa ti agita un po'. Sembra la quiete prima della tempesta. Rexana e Pierre sono fuori, nel portico. Non hai bisogno di attivare la tua abilità per capire il loro stato d'animo. Sarebbe già stato stressante in condizioni normali il parto, ma ora sembra impossibile da gestire. Provi a sdrammatizzare un po' quando sei a portata di voce. Voi due non vi fate mancare proprio nulla eh. Stringi Pierre in un abbraccio, perché ora non ha importanza l'imbarazzo di quella situazione, ci sono priorità che non ti obblighi a mettere in primo piano, naturale conseguenza dei tuoi stessi sentimenti, specchio sulla tua anima. Ti porti vicino a Rex e le sorridi, le contrazioni le puoi leggere sul suo volto. Non potrebbe esserci tempismo migliore. Vous ressemble.
Imiti Pierre, prendendo il pacchetto di sigarette dalla tua tasca, un modo come un altro di accedere ad una routine che può affievolire il tutto. Senti il calore della fiamma vicino al viso ed inspiri a lungo, lasciando andare lontano la nuvola di fumo.

Speranza. E' quella che sento nelle parole di Rexana, quella flebile convinzione a cui ci si ancora per non cadere in un oblio di disperazione. In fondo non posso dire che io stesso non abbia pensato a questa ipotesi, seppur ci siano probabilità infinitesimali che sia realmente così. Ciò che non è impossibile, seppur improbabile, può sempre accadere. E' una possibilità, sì. Se però posso dare un consiglio...fate in un modo che questa speranza sia una semplice brace, non fatela divampare. Altrimenti in caso arrivi la notizia di una certezza, il crollo è inevitabile, i danni incalcolabili. Il suo contatto ha un che di rassicurante, in tutto questo mi fa capire che forse non è stato il mio approccio sbagliato. Una parte di me si chiede perché devo ricercare costantemente una perfezione che non posso raggiungere in questo mondo, spietato nei miei stessi confronti, giudice fin troppo ligio al suo dovere, oltre ciò che si spetterebbe.
Comprendo ogni parole che dice, ogni sentimento celato dietro quelle poche frasi, la voglia di non mollare, perché anche quello è un modo per continuare a far vivere la persona quanto meno nei nostri ricordi. Una parte di quelle parole però mi incuriosisce. Singolare. Devi sapere... Un attimo di esitazione, non so quanto possa avere senso ciò che sto per dire, ma non può essere un caso che al nostro contatto in entrambi sia scattato qualcosa. Devi sapere che nell'ultima settimana ho un sogno ricorrente. Quando ci siamo sfiorati mi è apparso vivido, non mi era mai capitato da sveglio. Piego il capo, la mente che naviga verso lidi che possano spiegare tutto questo. Non sono mai stato uno che crede nella casualità delle cose. Ogni singola azione, ogni particolare, anche il più insignificante, ha uno scopo, un perché, in un disegno che in pochi hanno il privilegio di comprendere.
Le mie labbra si stirano in un sorriso sghembo, uno sbuffo, accenno del mio disappunto. Avrei voluto poter fare di più. In un certo senso, svogli già questa funzione. Non sono molte le occasioni in cui ricerco l'aiuto altrui, sono più..un solitario. Accenno con la testa al tomo, un modo per dirle che lei è già un qualcuno su cui poter contare, in certi campi.

E' confusione quella che si dipinge sul mio volto. Per la sua reazione, per la mia reazione. E' un lampo che dura un secondo, un'immagine che passa davanti al mio campo visivo e che mi coglie impreparato. La stessa scena dei miei sogni, una clessidra che inesorabile scorre, eppure il suo moto è irregolare, cambia, senza che la clessidra stessa però venga girata; volti di sconosciuti, odori mai sentiti e la presenza costante di un tipo di magia che so di conoscere, ma che non comprendo. Non mi era mai capitato prima da sveglio, sono sempre stati solo scorci di realtà che sono esistite solo in sogno nell'ultima settimana, in un loop sempre più frequente. Sbatto gli occhi come a voler riprendere il controllo della realtà che ho di fronte, Rexana. Merita di avere il me stesso lucido, mi sarei preoccupato dopo di queste allucinazioni. Percepisco il distacco che si crea quando distoglie la sua mano dalla mia. Come sempre non comprendo il modo giusto di approcciarmi, ma in situazioni simili è quasi un giro di roulette. Abbasso gli occhi, perché non mi capacito nemmeno io come una persona possa essere scomparsa non lasciando nessuna traccia dietro di sé. In tutta la mia carriera, è la prima volta. E' quello che ci chiediamo tutti. Ci sono capitati casi difficili, dove gli indizi che abbiamo trovato ci hanno portato su una pista morta. Infelice scelta di parole. Mi complimento con me stesso. Non abbiamo mai avuto a che fare con un caso simile. Non c'è nulla, niente su cui poter lavorare. Spiegarle questa parte non la aiuterà a sentirsi meglio. Ora come ora non c'è alcuna parola che posso dire per alleviare il dolore che questa assenza porta. Un vuoto in una vita che nemmeno è ancora nata, in un luogo che costituisce vite e storie quella di Archer non narrerà altri capitoli. Eppure, proprio per il genere di caso, un dubbio mi è sempre rimasto. Archer stesso costretto a sparire del tutto, una scelta consapevole e pensata per scappare da qualcosa o qualcuno, per salvarsi. Una possibilità minima, ma il mancato ritrovamento di sangue, segni di collutazione, di un corpo. Dall'altra parte, la mancanza del suo corpo non permetterà alla famiglia di porre la parola fine a questo scritto, negando la possibilità di piangerlo persino. Non esprimo questa opinione, non volendo peggiorare le cose con pensieri cupi o illusioni fini a se stesse. So cosa vuol dire persone care. Ora come ora vi servirà del tempo. Siete una famiglia unita, appoggiatevi gli altri altri. Agli amici. Agli amati. Un lusso che io non ho avuto nel piangere mio padre, isolandomi del tutto da quel dolore, un nero oblio che mi ha accompagnato per troppo tempo.

Forse hai sbagliato a non tenere più sotto controllo i movimenti di Ana, ma sai che in questo momento sei tu ad avere una posizione di dominio sulla situazione, è lei che nonostante non lo avesse ideato ora ha bisogno delle tue conoscenze per portare avanti la sua missione, che ormai è diventata di coppia, non più una danza solitaria. Ascolti le sue parole, attento, cogliendo il minimo significato nascosto anche grazie alla tua abilità. E' in allerta, pronta a scattare come un soldato pronto a scendere sul campo di battaglia. Anzi, sono già in guerra. Chissà da quanto tempo lei è in questo stato; inizi ad intuire il motivo di alcune sue parole, di alcune sensazione che assaggi attraverso la tua capacità empatica ed in automatico il tuo subconscio fa in modo che tu la veda attraverso occhi diverso, meno diffidenti, seppur guardinghi. Sa dove si nascondono, ma non potrete realmente sfruttare la cosa. Quindi non avremo il vantaggio dell'ambiente dalla nostra. La tua mente cerca subito una strategia adeguata per aggirare il problema, dovrete sicuramente stanarli e portarli in un luogo quanto meno paritario sul piano dello scontro, o il rischio è troppo alto. Ti volti verso Rex, consapevole di doverti congedare in maniera distaccata, almeno a parole. Solito metodo di pagamento? Ti sfugge un sorriso sulle labbra, troppi i ricordi legati a questa semplice frase, eco di scherzi di tre ragazzi girovaghi in cerca della loro preda. Non ti importa di come Ana possa leggerlo, nel bene e nel male che siete collegati lo ha già capito prima, non avendo parlato fin da subito del suo prezzo. Grazie..e scusa ancora per l'orario. Mi faccio sentire non appena posso. Dopo averla messa in allarme, assicurarle che non sparirai è il minimo, non volendo farla preoccupare più del necessario. Conosce come cacci, conosce le tue tendenze, le tue abitudine e le tue routine; sa che non avresti mai fatto nulla di avventato, ma una parte di te non può che chiedersi se è ancora così dopo il cambiamento che percepisci in te stesso, nel controllo che hai sulle emozioni altrui e quindi sulle tue. Ti stai abituando a non sentirle sempre, a concentrarti su quello che vuoi sentire, quando lo vuoi sentire, ma in una situazione di caos e agitazione non hai ancora cementato questa nuova conoscenza. La sfida che pone tutto questo alza l'asticella ad un livello che non avresti provato a saltare in normali condizioni, ma ora che ci sei davanti, non vedi l'ora di capire se sarai in grado di superare il tuo precedente limite. Non c'è bisogno che tu le dica che nel caso in cui non ti facessi sentire la diretta conseguenza è che ci sono stati problemi. Si sarebbe mossa da sola in quel caso, avendo anche visto dove sono diretti, ma non vuoi che lo faccia in alcun modo da sola, per nessuna ragione al mondo. Se non mi senti, non cercarmi da sola. Non ora che da sola non sei mai. Pierre, è ovvio sia la persona che deve accompagnarla. Non affideresti la tua vita in mano di altri per nessuna ragione al mondo, lui è la tua prima scelta, persino sopra la tua stessa famiglia. Grazie allora. Direi che sappiamo dove andare. Fai segno ad Ana di procedere fuori, senti la sua impazienza, la sua voglia di agire. Forse dopo tempo ha in mano un qualcosa che può fare la differenza nella sua missione e non vuoi esserle di intralcio, per quanto evento non calcolato. Volgi un ultimo sguardo in direzione di Rex, per poi chiuderti la porta alla spalle, per spostarti in direzione della moto. Come preferiresti muoverti? Comprendo la tua poca fiducia nei miei confronti, ma ormai ci sono dentro, che tu lo voglia o meno. Ho bisogno di tutte le informazioni che puoi darmi su questi tizi, su come affrontarli e cosa non fare. Non devo essere un peso, ma un mezzo per raggiungere il tuo obiettivo. Scommetti su questo aspetto. Può non fidarsi, ma ha solo che da cercare di trarne vantaggio arrivati a questo punto.

Il contatto con Rex sa di casa, di un passato che sembra così lontano, eppure così presente, per le sensazione che suscita in te ed in lei. Hai la tua abilità attiva per sondare Ana, come effetto collaterale di aprire il varco anche alle emozioni di Rexana.
E' solo grazie alla tua preparazione e all'addestramento che hai avuto fin da piccolo se riesci a trattenere un sorriso complice nel sentirla, un flebile eco di quel sentimento si disegna appena sulla labbra, che mascheri subito bevendo un po' della tisana, la tazza a nascondere il tuo viso. L'avrei aiutata anche se fosse stato un uomo. Direi che non so resistere al pericolo. Il vostro imbeccarvi è un riverbero di quello che è stato e di quello che state cercando di ricostruire. Ci stai mettendo impegno, devi ritrovare il posto che ti spetta nella sua vita e in quella di Pierre senza che si complichino le cose. Senza che tu possa passare per il povero terzo incomodo che non sa staccarsi, succube del dolore che il vostro legame crea e ti cui puoi arrivare a nutrirti. Ascolti con molta attenzione le informazione che ti da; uno dei motivi per cui hai scelto di andare da lei e non da altri, come la Corte dei Miracoli, è che ti fidi delle informazioni che è in grado di dare in qualità di Bishop, più che semplicemente di Rex. Non che io sappia, mi ha riconosciuto nel mio ruolo di Cacciatore, ma non si è palesata lei stessa come tale.
Il contatto fisico sa di casa esattamente come quello psichico, seppur fugace. Lo puoi quasi assaporare sulla lingua, mentre ti muovi attorno al tavolo, spingendolo a lato per fare spazio come richiesto. Sarebbe stato ovvio agli occhi di Ana che la loro conoscenza non era superficiale, ma quello che poteva pensare in quel momento non è affar suo. Avrebbe tratto solo una parte di conclusioni riguardo una relazione che nemmeno lui sapeva catalogare; a conti fatti nemmeno voleva farlo, voleva viverla per quello che era e per quello che sarebbe stata, in continua evoluzione.
I dettagli che ti da non sono confortanti. La tua famiglia si è specializzata nella caccia a fantasmi e simili, perciò comprendi appieno il peso di quelle parole. Se sono esseri più potenti di fantasmi di Primo Ordine e sono collegati a Samenar quello che dovrete fare supera di gran lunga quello che potevi immaginare. Devi trattenere a forza un sorriso beffardo, uno di quelli che spunta sul tuo viso solo quando sei sulla tracce di una preda. Tu, Jean, sei buono per natura, pronto ad aiutare; tutto questo scompare quando svolgi il ruolo che ti è stata assegnato alla nascita, ed ora ti chiedi come affronterai la caccia senza la limitazione della tua abilità a renderti tutto insopportabile. Senti fremere ogni centimetro del tuo essere. Sembra pane per i miei denti. Una parte di te si riempie di orgoglio nel dire quelle parole, eco del tuo retaggio e per questo ti rendi conto in ritardo della vena di preoccupazione che ti accarezza. Non farò nulla di stupido, ma dato che ormai ci sono dentro...direi che darò una mano a ridurne il numero. Non mi piace affatto questa storia dei valichi però. Qualcuno dovrebbe occuparsene.
Aspetti che tutto sia pronto, sai che questo genere di incanti richiede una metodica che non ti appartiene, e che in un certo senso ti incute una sorta di timore reverenziale. Esegui gli ordini, osservi e con pazienza aspetti che tutto sia finito. Ti perdi ad osservare i gesti di Rexana e ne assapori ogni istante; vederla in quel contesto è un tassello che aggiungi avido al puzzle che hai costruito della sua persona nella tua vita. Quando si avvicina puoi sentirne il profumo e devi concentrarti per non chiudere gli occhi e bearti in quell'istante che vorresti di prolungasse all'infinito. Capito. Grazie. Davvero.
La guardi dritta negli occhi per rendere quel ringraziamento silente carico di significato, per poi girarti a guardare Ana. Abbiamo quello che volevi; come vuoi procedere ora? Lo dici mentre nascondi sotto la maglietta il ciondolo, lontano dalla sua presa, una sorta di assicurazione, mentre le lasciò la carte da usare solo in un caso il ciondolo non avesse funzionato o ci fossero problemi, in modo da darle un briciolo di senso di sicurezza, un compromesso che avrebbe dovuto accettare.

Quando la vedo accenno un sorriso, più che normale cortesia. Rexana è sicuramente una donna particolare, forse tropo per i miei gusti, ma lavora bene e di certo si riveste di un alone di interesse che non lascia intatta la curiosità di quasi nessuno che la incrocia. Parlare con lei ha sempre un qualcosa di etereo, surreale. Ricorda molto il linguaggio dei miei sogni, squarci di quella che sembra essere una vita, ma non la mia. Non ne ho parlato con nessuno, ma sono sempre più ricorrenti, sempre più reali. Devo prendermi una pausa, la mia mente è evidente che non possa reggere ancora molto questi ritmi. Dovrei prendermi più cura di me stesso, invece lascio sempre che il tempo passi impegnato in altre faccende, qualsiasi altra faccenda. Ovviamente mi tengo in allenamento, il mio lavoro lo impone, ma credo sia ormai più di un anno che non mi prendo un singolo giorno di vacanza. Forse dovrei prendere un giorno di ferie da me stesso, questo sì che aiuterebbe. E' sempre un piacere vederti. Grazie per l'ospitalità. Allungo lo sguardo sulla biblioteca, dentro questa stanza ci sono infiniti testi pieni di conoscenza. Un parco giochi per la mia mente, avida di informazioni, di nozioni. Ne rimango affascinato, una punta di invidia mi prende. Davvero una bella collezione. Pensavo che i miei genitori avessero accumulato una buona quantità di conoscenza, ma generazioni di Bishop? Non possono reggere il confronto. Inspiro l'aria, cercando di cogliere gli odori tipici delle pagine antiche, del cuoio, assaporandone ogni istante. Forse ho sbagliato lavoro, dovevo fare il bibliotecario, magari in un contesto come quello del Bunker, immerso in testi così importanti da farmi sentire custode di segreti di immenso valore. Brillerei anche io, di luce riflessa forse. Mi risveglio dai miei pensieri quando mi parla. Dritta al punto. Il che per me risulta uno scoglio. Avrei preferito non partire subito con quella notizia. Eppure è mio dovere informarla, mi sono offerto volontario proprio per senso del dovere nei confronti di questa famiglia. Anche, ho di certo bisogno della tua competenza per questo volume. Sono qui però come Capo Unità del DCMC, principalmente. Appoggio sul tavolo il volume ancora protetto e nascosto dall'involucro, allungo una mano verso la sua, un contatto che riverbera stranamente fin dentro le mie ossa, che smuove qualcosa. Confuso da questa sensazione, respiro a fondo e la guardo dritta negli occhi. Non ci sono parole che rendano più semplice questa informazione, l'ho imparato dopo anni al MACUSA. Una perdita fa sempre male e personalmente preferisco che non ci si giri attorno. Pie illusioni si rischia di regalare alle persone, illusione che vengono inesorabilmente infrante, causando più danni ancora, benzina sul fuoco di un cuore sanguinante. Ci tenevo a comunicarti di persona che i superiori hanno deciso di interrompere le ricerche e indagini su Archer. Mi dispiace davvero molto, avrei voluto portarti notizie migliori. Impotente, ecco come mi sento, sempre più spesso da un po' di tempo, le mani legate dall'impossibilità di agire come vorremmo. Forse anche questo mi ha spinto tra gli Uomini di Lettere. Attendo a sua reazione, dandole il tempo di metabolizzare la notizia. Il volume può anche aspettare.

E' tensione quella che senti si accumula nei tuoi muscoli, nei tuoi tendini, in ogni tua cellula. Stai basando le tue decisioni su quello che senti, su quello che vedi e sul tuo istinto. Non puoi scrollarti di dosso l'idea che ti stia sbagliando, mettendo in pericolo anche Rexana, ma sai benissimo che non permetteresti mai che le accada qualcosa. Senza contare che sa esattamente come difendersi da sola, poco ma sicuro. Ana è nervosa, lo capisci dal tono che usa. Non hai ancora capito se è la situazione a renderla così, o le è proprio di attitudine. Rende quasi nervoso anche te, più di quello che già non sei quando ti incalza. Ringrazi la tua stella di aver già messo il casco, perché sai perfettamente che non sei riuscito a mantenere la maschera di indifferenza, non quando la donna che ami da sempre aspetta il figlio del tuo migliore amico. Certo, ti stai abituando al cambiamento, hai deciso che per quello che hai costruito con Pierre vale la pena combattere una guerra contro te stesso, ma è ancora un argomento che devi affrontare con una certa cautela. Mi dispiace deluderti, sei molto fuori strada. Lo vorresti, però hai perso la tua occasione. Accendi il motore, lo senti svegliarsi e ruggire quando dai gas, sgommando sull'asfalto notturno, facendo spostare velocemente i passanti lì vicino. La velocità ti piace, sentire il vento freddo che ti sferza, hai come l'impressione di librarti in aria. Non ci metti molto ad orientarti e trovare la direzione più veloce per raggiungere la casa di Rex. Di tutti i luoghi in cui potevate incontrarvi, quello è il migliore per svariati motivi, il più sicuro.
Non appena la porta si apre e vedi comparire la figura di Rexana sulla soglia, apri immediatamente il colloquium con lei. Devi poterle parlare senza che Ana senta. Ehi. Io la prendo volentieri la tisana, fuori fa un freddo. La guardi, hai il tatuaggio attivo quindi percepisci non solo i suoi pensieri ora, ma anche le sue emozioni. Si è preparata, ha compreso dalle poche parole al telefono che non conosceva l'altro soggetto. Percepisci anche altro, qualcosa di antico, più forte rispetto ad altre volte. Perdona l'intrusione a quest'ora. Credo di essermi cacciato..non so bene in cosa, ma pare un casino. Entri in casa e ti accomodi, senza fissare più del necessario Rex per evitare di insospettire Ana riguardo al collegamento mentale. Ti avviso, è molto socievole. Non può non cogliere il sarcasmo nelle note che usi, seppur in qualche misura provi una certa simpatia nei suoi confronti. L'ho trovata che si stava scannando con due...li ha chiamati banditori. L'ho salvata. Ne hai mai sentito parlare, li ha definiti come una sorta di demoni, che si impossessano di corpi. Cerchi di capire se ha delle informazioni al riguardo, devi capire velocemente con cosa hai a che fare. Presentazioni veloci, Ana Rex, Rex Ana. Penso di fare un favore a tutti se vado dritto al sodo. Dobbiamo rintracciare qualcuno.
Guardi Ana, in modo che sia lei a spiegare la cosa con i suoi termini, consapevole del fatto che puoi sopperire a mancanze attraverso il collegamento che hai con Rexana. Il mio istinto mi dice che non sta mentendo, ma non mi fido ancora. Sa che stai parlando della tua empatia, che ti permette di leggere molto bene gli altri in contesti come questo. Riconosce anche la tua modalità "a caccia", concentrato sull'obiettivo, senza giri di parole, pronto a cogliere dettagli. Prendi la tazza tra le mani, senti il tepore che attraverso la ceramica ti scalda le mani. Ti posizioni sempre in modo da non avere Ana troppo lontana, pronto ad intervenire se necessario. Sei curioso dello scambio tra queste due donne. Senti le spalle dolere appena, e solo in quel momento capisci di non esserti mai rilassato da quando siete usciti dal bar. Senza farti notare, emetti un breve respiro, lungo e controllato, per cercare di alleggerire la mente da ogni superflua distrazione.

Si è instaurata una sorta di routine nel vostro modo di imbeccarvi. Non sei solito rispondere, ma lei sembra attirarti in quella direzione, calamita inesorabile verso un polo a cui non puoi resistere. In effetti hai ragione, so essere versatile. Ti stringi nel cappotto non appena varcate la soglia, il freddo ti punge il viso, che nascondi velocemente nella sciarpa che ti avvolge il collo, un serpente di seta che con le sue spire strette alla tua pelle ti riscalda. Quando ti curi la ferita senti formicolare appena il punto, mentre la tua magia porta le piastrine a velocizzare il processo di guarigione, mentre il sangue si ferma e smette di sgocciolare ovunque sul marciapiede.
Non sei sicuro che ti dirà come si chiama, senti la sua esitazione; poi un’emozione che stona, che ti incuriosisce. Sembra non le importi. Il nome per molte persone è una maschera, una fortezza dietro cui nascondersi, un biglietto da visita che parla ancora prima di te. A poche persone non importa del proprio nome, ed in genere sono sempre persone colpite da eventi che le rendono particolarmente interessanti ai tuoi occhi. Forse si tratta di qualcuno che ha rinnegato il suo passato e perciò anche la propria appartenenza. Forse il suo nome è legato a qualcosa di spiacevole che vuole dimenticare. Forse nemmeno lei ricorda più chi è stata, con la propria identità modificata dal cammino che ha deciso di percorrere a costo del proprio essere. Ana.
Vorrei poter dire piacere. Ma questo lo vedremo. Jean. Non le riveli altro, non il tuo nome completo, non il tuo cognome, retaggio che senti ancora lontano, ma verso cui stai provando a riavvicinarti. I tuoi occhi diventa fessure strette quando senti la richiesta di aiuto. Ti fa sorridere la cosa. Decidi di dare voce ai tuoi pensieri.
Si. E non posso fare a meno di chiedermi come ti saresti mossa senza di me. Senza le mie conoscenze. Fai spallucce, mentre un sorriso di sfiora le labbra, divertito. Ti rendi conto di come lei stia lottando una battaglia senza i mezzi adeguati. Ha imparato nel corso del suo addestramento che gli alleati, seppur a volte possa o sembrare pesi, nel tempo ripagano sempre degli sforzi pregressi. Fammi fare una chiamata. E si, puoi ascoltare, così non pensi a chissà quale tradimento.
Hai ben in mente la persona che può aiutarvi, un collegamento molto più profondo di quello che può pensare Ana. Componi il numero di Rex a memoria. È notte fonda, dovrai scusarti come si deve per questo. Rex? Scusa per l’ora. Ho bisogno di un favore. Punti gli occhi su Ana. Ci vediamo da te? Saremo lì tra poco. Punti l’accento su quel plurale, in modo da farle capire che non sarebbe stato solo. Indossi il casco e accendi la moto. Senti uno strano senso di protezione nell’indossarlo. Quindi...ho una persona che conosco, una wicca. Andiamo? Non le riveli l'importanza che ha per te questa persona, vuoi solo farle pensare ad un contatto qualsiasi per ora. Aspetti che monti in sella, puntellandoti con un piede e tenendo il tempo con l’altro ticchettando sul marciapiede, prima di accelerare nel cuore della città mia dormiente quando senti la sua presa attorno alla tua vita.

La stretta delle sue dita intorno alla mano ti ghiaccia il sangue nelle vene, ti ha colto alla sprovvista, sebbene cogli al volo il motivo di quel gesto. Eppure devi trattenerti con tutto te stesso per evitare di ritrarre la mano, eludere quel contatto così forzato, persino violente per certi versi. Fissi gli occhi in quelli di lei, cercando di metterti in una posizione più favorevole possibile. Se questo è un test, devi superarlo, ma ci sono troppo campanelli di allarme che risuonano come trombe di guerra nella tua testa. Volgi appena lo sguardo attorno ai presenti, in risposta al suo sarcasmo. A me non importa nulla. Ma a loro... fai un cenno del viso indirizzato ad una coppia poco distante e ad una ragazza che vi sta fissando in malo modo Pare che a loro interessi eccome.
Alzi un sopracciglio, scettico. Se hai abilità così fini, mi congratulo con te, davvero. Non appena la sua presa ti lascia, volgi la mano attorno ad un fazzoletto che hai in tasca, e dai una pulita al tavolo alla buona. I suoi modi sono duri, affilati, ma capisci che la tensione nasce anche dalla sua insicurezza, forse per le incognite che hai inserito all'interno della sua equazione. Uscendo di casa quella notte ti saresti aspettato di tutto tranne che ritrovarti in chissà quale guerra contro...eccola, una crepa nella perfetta facciata finora mantenuta, una parola che memorizza e imprime nella mente come fuoco marchiante. Banditori. Stringi gli occhi, ma decidi che non è quello il momento per fare altre domande al riguardo; su una cosa ha ragione, dovete spostarvi. Prima principessa, ora cavaliere che paga il conto della damigella; molto comodo. Estrai il portafogli ed estrai la prima banconota che trovi, senza nemmeno badare a quale essa sia. Hai fretta, vuoi sapere di cosa si tratta, vuoi sapere di più riguardo a questi fantomatici demoni che si impossessano dei corpi altrui. Questo è il tuo pane, tu che dai la caccia ai fantasmi, il cui concetto non è dissimile a quello dei banditori a quanto pare. Immagino che useremo la mia moto. Dove vuoi che ci dileguiamo...come hai detto che ti chiami, poi?

Percepisci in lei una sorta di irritazione, per lei tutto questo è un imprevisto noioso, come per un fratello maggiore il doversi portare dietro il più piccolo, un peso che rallenta e che nel suo caso continua a costituire un eventuale pericolo. Non si fida, come tu non ti fidi di lei e questo in un'azione di coppia è una gran bella fregatura. La ascolti attentamente, capendo perfettamente il suo punto di vista. Una prova tangibile, ecco cosa le serve, qualcosa che non possa venir messo in discussione. Non lo lascia nemmeno sottinteso. Vuoi che mi provochi una ferita. Alzi il sopracciglio, perché questo potrebbe tranquillamente non costituire una prova per troppi motivi. C'erano Cacciatori che grazie ad abilità sviluppate negli anni erano in grado di curarsi molto rapidamente, tu stesso hai conoscenza di Magia Bianca sufficiente perché possa curare ferite minori senza sforzo. Non dai voce a questi tuoi dubbi, se le basta questo, non sarai così sciocco a metterle una pulce nell'orecchio. Devi poterti avvicinare a lei per capire cosa sta succedendo, districare quel nodo di curiosa e febbrile eccitazione, tipica di quando sei su una pista. Percepisci che non sta mentendo, lo senti dalle sue emozioni, lei crede ad ogni singola parola che sta dicendo e questo porta la tua mano verso il collo, da cui pende un sottile filo di cuoio. Lo afferri e tiri verso l'altro, sotto la maglietta spunta una punta di lancia, che tieni sempre affilata. La appoggi alla tua mano, vicino al pollice e premi abbastanza forte perché il filo laceri la carne, una ferita non troppo profonda, non troppo superficiale. Lasci che il sangue scorra sulla tua mano e la guardi, stringendo appena lo sguardo, lasciando la mano ben in evidenza. Soddisfatta? Ti avviso che sono un Mago Bianco, perciò ferite come questa sono in grado di curarle. Dimmi quando sarai convinta che non sono chissà cosa, così posso smettere di sgocciolare sul tavolo. Non la copri, non sposti la mano dal suo sguardo. Senti la pelle pulsare appena lì dove c'è il taglio, senti il caldo del sangue che sgorga dalla ferita, ne senti il percorso, senti il plic delle gocce che colpiscono il tavolo. Rifletti sulle informazioni che ha potuto fornirti, che non sono affatto confortanti. Devi trattenerti per non sorridere, perché sarebbe stato fuori luogo. Eppure ti senti contento. Senti il battito del tuo cuore, leggermente accelerato dall'euforia di una nuova caccia. La prima da quando hai il tatuaggio.

Mi sono immerso così tanto nel lavoro da scomparire del tutto, unica entità con ciò che ormai sono. Lavoro, senso del dovere. La mia identità si scinde da quella di agente del DCMC solo quando restauro libri antichi, solo quando entro nel ruolo di Uomo di Lettere. Una piacevole scoperta, una società che mi ricordano i Defensores in una certa misura, anche se profondamente diverso. E' stato quasi istintivo per me arrivare a farvi parte, la cosa mi ha sorpreso non poco; sono abituato a ponderare meglio le mie decisioni, ma è come se ci fosse stato un filo guida che mi ha condotto a questo decisione, qualcosa di viscerale a cui non ho potuto che cedere, arrendermi a ciò he a quanto pare il fato o Entità più alte di me hanno deciso per il mio cammino. Questi passi mi hanno condotto a Lily Dale ora, con un vecchio tomo che ho avvolto in pelli incantate per proteggerlo, dalla luce, dall'umidità, da tutto ciò che può rovinare per sempre il suo contenuto. Provo sempre una sorta di rispetto reverenziale per pagine così antiche, sopravvissute apposta per tramandare conoscenza, informazioni, che nel tempo qualcuno come me ha protetto e raccolto a sua volte per poterlo rendere disponibile ai posteri, in un ciclo di cui sono sicuro non si interromperà facilmente, di cui sono solo una pedina in mezzo a tante altre nella ruota che continua in perpetuo a girare. Scendo dalla mia Chevrolet tirando in alto il colletto della mia giacca, a protezione di una corrente fresca che mi investe. La temperatura rimarrà bassa ancora per un po', prima che i raggi di sole inizino a scaldare veramente; spero il più tardi possibile. Per quanto io possieda la capacità di manipolare il fuoco, detesto il caldo. Rende una tortura indossare giacca e cravatta, il mio normale modo di vestire. Anche ora, che sono fuori servizio e potrei stare più comodo, sono tutto inamidato, la camicia stirata quasi ossessivamente. Mi annuncio, una cortesia dovuta, e chiedo di Rexana. Ho ovviamente avvisato del mio arrivo, ma visto il suo stato di gravidanza avanzato, può essere che sia impegnata in altro. Attendo, spostando da un lato all'altro il pesante tomo quando le braccia si stancano della posizione, in una posizione fin troppo rigida, persino per me.

Guerra. Conflitti. Si tratta sempre di questo, alla fine. Qualcuno che si scontra con altri che la pensano diversamente per cercare di imporre la propria idea, il proprio stile di vita. Nulla di diverso da quello che fai tu da una vita, seppur in scala ridotta rispetto a quello che sembra trapelare dalle sue parole. E pare che aiutandola ti sia cacciato in questa cosa più grande. La mia solita fortuna. Quindi...se non si tratta di pura forza, come gestisco la cosa? Ti avvicini al tavolo e quindi a lei, fai in modo che i tuoi movimenti rimangano ben visibili, controllati, non vuoi metterla in allarme con mosse avventate o scatti improvvisi e speri che lo noti. Non sai se fidarti, ma il punto è che ora non puoi tirarti indietro. Se sta mentendo e le sue intenzioni non sono quelle che dice, è un problema da eliminare. Se sta dicendo la verità, tu e quelli che ti sono vicini sono in un potenziale pericolo; il tuo pensiero scorre rapido a Pierre e Rex, alla creatura che porta in grembo e non puoi che provare un senso di protezione nei loro confronti. Non ti fidi, e per questo devi capire, conoscere, assorbire più informazioni possibili. Bevi un sorso di caffè, che nel mentre si è raffreddato, una smorfia di disappunto che spunta sulle tue labbra. Odi il caffè americano. Una collaborazione forzata. Non piace a me, non piace a te. Dimmi solo come non esserti di intralcio, visto che di informazioni su di loro non me ne stai dando molte. Se dovete muovervi insieme, devi capire come agire, spostarti, pensare. Hai agito in gruppo nelle cacce, sai che la coordinazione è una parte fondamentale di azioni di questo genere e non sai se lei invece sia abituata ad agire quanto meno in coppia o sei sia una solitaria. Opti più per la seconda. Ho esperienza di cacce in gruppo, so adattarmi agli altri. So che deve essere uno quello che coordina, la testa. Apri la mano in un gesto che va ad indirizzare lei, per farle capire che la considera in quel ruolo. Gli altri devono agire di conseguenza. Ed indichi te stesso.