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Scusa sono un po' scossa. Non ci posso crederci!!! Mi mancavi tantiffimo -
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NONNO AAAAAAA -
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Allora, io ho una propostina per Caspar!
Se riusciamo a far legare bene i tempi potrebbero essersi addirittura incontrati prima che diventasse un Mago Nero al servizioe all'amore incondizionatodi James, dato che é sempre stato molto religioso -
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<td width=100px>[URL=http://brakebillsgdr.forumfree.it/m/?t=72457874]Orchidea Astrid Calaris[/URL]</td>
<td width=100px>Σ Θ Η</td>
<td width=100px>Secondo Anno</td>
<td width=100px>[SPOILER]É una Blutbad. Un'amante della natura, in particolare delle piante e dei fiori; è una persona generalmente solitaria e schiva, si fida a fatica del prossimo a meno che questi non gli dimostri vera fiducia.
È cinica e diretta per natura ed ha un odio profondo per le donne, anche solo il loro odore le provoca nausea. [/SPOILER]</td>
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.Maul Bergmannnarrato - pensato - parlato - schedaQuello che aveva sentito fino a quell'istante non era altro che continua e totale incompletezza. Incompletezza di chi non riusciva a rendersi conto di se stesso e del proprio potenziale, di chi l'aveva tenuto all'oscuro in attesa di qualcuno che desse un senso a quei segnali difficili da riconoscere, qualcuno che permettesse a quel potenziale sopito da tempo di brillare nella calda vitalità nonostante fossero entrambi circondati da una fitta nebbia. Le mani di James erano calde, una delle due addirittura ancora umida di quel caldo sangue che aveva fatto sgorgare per pochi attimi ma a Maul non disturbava. Non disturbava nemmeno trovarsi a pochi centimetri dal suo viso, nonostante la vicinanza così intensa con un uomo in altre circostanze gli avrebbe fatto più schifo che altro. Eppure, quella stretta non aveva niente di malizioso e sporco, quel mezzo sorriso non aveva niente di sbagliato: era il sorriso di un mentore ad un esame andato bene del suo allievo preferito, era la stretta di sicurezza di un padre al primo vaccino del figlio, era una carezza fraterna del fratello maggiore alla prima uscita galante del fratello minore.
James era la sua unica famiglia, era il suo unico contatto, era l'unica cosa che aveva trovato e l'unica che gli era rimasta: aveva votato la sua vita alla sua causa, ad un obiettivo da raggiungere. "Non vedo l'ora." rispose in un fremito, poggiando lentamente le mani sulle sue spalle. "È come un battesimo. Una morte sacra per una rinascita superiore."CODE © THEFEDIVAN
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DICEMBRE 2016
Maul Bergmannnarrato - pensato - parlato - scheda«Delirando? Da chi credi di aver preso le tue particolari abilità?»
«Ah, erano anni che aspettavo questo momento»
«Vieni a cercarmi quando sarai pronta ad abbracciare tuo padre»
Maul aveva osservato la scena dalla telecamera di sicurezza. Specifico che si trattasse di Maul perché in quell'istante nulla sembrava funzionare nelle cabine di controllo tranne che quello schermino piccolo e verdastro, effettivamente un po' vecchio.
Aveva osservato le curve morbide di quella ragazza porsi oltre la cella a sbraitare in una conversazione che non poteva sentire ma che poteva percepire. Poteva percepire anche solo guardando da quello schermo verdastro che rifletteva immagini in un bianco e nero sbiadito la verve con cui la ragazza sembrava accanirsi nei confronti di quell'uomo, seduto, in catene, dentro quella grata.
Aveva osservato quel gesto, quella naturalezza con la quale l'uomo era riuscito a mordersi la pelle per generare un oggetto talmente forte da competere con quelle grosse catene che gli avevano obbligato a mettere, aveva osservato come una potena così inespressa avesse dato segno della sua magnificenza solo ora. Osservava quella scena in uno spaccato di tempo interminabile, poteva vedere ogni fotogramma di quel miracolo della natura che sembrava essere più vicino a lui di qualunque altro e la possibilità di potere anche solo toccare un lembo di quel potere gli provocava una scarica di brividi che lo facevano quasi trascendere. Poteva scappare in qualsiasi momento - ed era anche per questo che l'avevano incatenato -. Poteva scappare in qualsiasi momento ma non l'aveva fatto.
Poteva ucciderlo in qualsiasi momento, soggiogargli la mente mentre in pochi gesti gli mostrava la magnificenza di quello che era - e che lui non sarebbe stato mai -, ma non l'aveva fatto.
Paradossalmente, l'aveva cullato fino a quando non era arrivato il momento di andarsene abbandonandolo in una fitta coltre di insoddisfazione.
Maul sapeva di non poteva essere come lui. Maul era certo di non potere aspirare ad altro che una triste ed ordinaria vita di ufficio, una triste ed ordinaria vita da profiler.
Un bravo profiler, per carità, probabilmente era anche il migliore. Ma nulla di speciale.
Nulla che aveva potuto tastare con mano ma solo vedere generata dalle mani di James Manson. Quel James Manson che aveva appena visto scomparire in un battito di ciglia e che avrebbe visto scomparire ancora ed ancora solo e soltanto nella propria mente dato che in un tocco aveva appena cancellato quel filmato.
L'ultimo regalo a chi per quei due anni gli aveva dato una speranza di poter essere qualcosa di più, l'ultimo regalo a chi gli avesse dato un appiglio, un qualcosa in cui credere, seppur per poco tempo.
Era letale la nonchalance con cui Maul Bergmann ritornava a non essere altro che un semplice impiegato assunto per pietà, un profiler abile all'inverosimile ma perso e svuotato da un lutto mai superato, cancellando quel filmato come se James Manson non fosse mai esistito; scomparso dalla memoria telematica a pochi istanti dalla scomparsa dalla cella 7496b, davanti agli occhi attoniti di una ragazzina.
Il flusso dei pensieri del consulente della polizia, o profiler che fosse, lo risparmio in quanto sconclusionato ed inconsistente. Avrebbe voluto odiare James Manson per aver tranciato di netto l'unico appiglio ad una sorta di realtà trascendente della quale pensava di voler e poter far parte, per la quale pensava di essere degno, dotato, ma dall'altro lato come si può odiare l'unica speranza che si ha?
Rigettato, buttato indietro brutalmente nella realtà, come risvegliato da un coma; un rivolo di fumo fuoriuscì dalle sue labbra quando accese la Chesterfield rossa ancora dentro la stanza prima di girarsi alla ricerca della giacca del vestito color antracite ed alzare lo sguardo.
"Vieni con me." Perentorio. La mano, rossa di sangue, tesa verso di lui, come a richiamarlo a sè, come ad indicargli una strada da percorrere.
L'unica per lui. Un unico appiglio ad una potenza trascendentale e distante alla quale aveva avuto accesso in quegli attimi passati nei tentativi di fare il profiler su un'entità fin troppo grande. Difficile da prevedere, difficile da analizzare, difficile da definire.
Spense la sigaretta e strinse la sua mano alla sua, in una stretta forte, decisa, in un appiglio brutale, in un desiderio di trascinamento, abbandonandosi in balia della sua potenza.
Le mani strette in un patto di alleanza o di mutua sottomissione, di accettazione.
Maul Bergmann faceva parte di qualcosa, adesso, e con la mano rossa, di sangue, seguiva Manson fuori dalla prigione.CODE © THEFEDIVAN
Edited by TheFedIvan - 21/5/2017, 18:50 -
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La tua presentazione è più lunga della mia aspettativa di sopravvivere alla mia giornata di studio mattio e disperato, ma se Pixie dice di venirti a benvenutare è giusto che vada fatto.
Io sono Federica, altresì conosciuta come Fed e sono carina ed amorevole, quindi ti avrei benvenutata anche se fossi amica non di Pixie ma di Mario (?) -
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