Votes taken by TheFedIvan

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    Scusa sono un po' scossa. Non ci posso crederci!!! Mi mancavi tantiffimo
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    NONNO AAAAAAA
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    Allora, io ho una propostina per Caspar!
    Se riusciamo a far legare bene i tempi potrebbero essersi addirittura incontrati prima che diventasse un Mago Nero al servizio e all'amore incondizionato di James, dato che é sempre stato molto religioso
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    CODICE
    <tr>
    <td width=100px>[URL=http://brakebillsgdr.forumfree.it/m/?t=72457874]Orchidea Astrid Calaris[/URL]</td>
    <td width=100px>&#931; &#920; &#919;</td>
    <td width=100px>Secondo Anno</td>
    <td width=100px>[SPOILER]É una Blutbad. Un'amante della natura, in particolare delle piante e dei fiori; è una persona generalmente solitaria e schiva, si fida a fatica del prossimo a meno che questi non gli dimostri vera fiducia.
    È cinica e diretta per natura ed ha un odio profondo per le donne, anche solo il loro odore le provoca nausea. [/SPOILER]</td>
    </tr>
  5. .
    cornelius bates - the tiger - proprietario Felix Felicis
    34 anni - ex militare - tiratore scelto - legilimens - pensieve
    jsn1RB5
    Q
    uello che gli si presentò davanti era una specie di gigante atto probabilmente a spostare massi e piegare metalli a mani nude in un'acciaieria e diciamola che per uno come Cornelius uno sposta-cose ed eventualmente anche sposta-cadaveri per il Felix non sarebbe stato così male. Lo guardò, alzando lentamente la mano alla ricerca distratta di quel ricciolo rossastro che pioveva sulla sua fronte, mandandolo indietro prima di bloccarlo con gli occhiali da sole in legno di bamboo. La porta si aprì e Cornelius non potè fare altro che rimanere immobile, integerrimo, rigirandosi fra le mani una chiavetta un po' logora mentre Blake, la sua tigre osservava la scena dall'alto di un vecchio mobile. Già, Cornelius aveva una tigre, personale.
    Chi meglio de LA TIGRE in persona poteva comandare e governare uno degli animali più forti di sempre? Un predatore alpha. Esattamente come lui.
    "Buona sera." Si limitò a rispondere a quel colpo contro la porta prima di alzare le spalle e sentì la tigre colpire il legno dell'armadio con la coda mentre rimaneva immobile come un enorme peluche.
    L'accento del ragazzo fece trasparire la conterraneità dei due: due inglesi a New York, sembrava quasi un bel titolo per quei film babbani che fanno ridere ma anche no. si accese l'ennesima sigaretta, se prima ne avesse avuta una o meno non importava, era il gesto dell'accensione il momento che più amava, e rimase ancora ed ancora in quel silenzio che al giovane energumeno dalla faccia felice non sembrava turbarlo più di tanto. "Sai che significa Felix Felicis?" Annunciò ignorando per un po' la sua domanda. "E' latino, significa Felicità del Felice. O qualcosa del genere." Sorrise, sbuffando lentamente prima di poggiare la sigaretta dentro una tazzina di the vuota. "Tu non mi sembri molto felice."
    Code © TheFedIvan

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  6. .
    sebastian moran - the tiger - mercenario
    32 anni - ex militare - tiratore scelto - legilimens
    jsn1RB5
    "I
    o la punta della piramide?" Mormorò con la sua solita malizia mentre stringeva lentamente con una mano il collo della donna, passando fra i capelli intrecciati, prima di sfiorare con immotivata delicatezza la sua guancia. Sorrise, scostandosi quanto bastava per osservare le immagini intorno a sè prima di conficcare le dita nel collo della donna come a stringerla, come a graffiarla. Inspirando lentamente il suo respiro, l'anidride carbonica che produceva ad ogni fiato. Così giovane, così sensuale, così forte, così intensa. Una leonessa per un leone, una tigre bianca, rara pura e maestosa. La guardò ancora negli occhi mordendosi le labbra come se in quel movimento stesse mordendo ogni lembo della sua pelle fino a macchiarla di rosso, ogni angolo del suo corpo mentre ancora la stanza puzza di sangue e putrefazione. "Beh, magari sì, chi lo sa. Siamo ancora all'inizio, magari lo diventerò." E lo sappiamo tutti cosa sarebbe diventato negli anni a venire. Eppure con quella falsa malizia non voleva fare altro che guardarla dritta negli occhi e muovere piano la sua testa a comando con le proprie dita, con un sorriso addolcito dal fatto che la sua missione era compiuta, ma che aveva ancora un piccolo corollario. Le mosse piano la testa condizionandola in un diniego forzato della testa, mentre ragionava su come sarebbe stato interessante sentirla dall'interno, percepire il suo calore, la sua ferocia, la sua violenza assassina.
    Però sorrise, osservando quegli occhioni da cucciolo scuotere la testolina in segno di diniego. "E tu? Tu dove pensi di essere? Infondo o alla cima della catena alimentare?" Sorrise, ignorando in tutto e per tutto le sue domande, mentre qualcosa sembrava renderlo un fremito intero. In un attimo sembrò cambiare, da pacato qual era aveva mostrato solo poche volte quel viso: un viso deformato che si inarcava ancora di più in un sorriso ampio e violento, la mano che stringeva adesso per soffocare mentre scostava l'intero corpo di Theresa in direzione del mostro. "Chi è la vacca, fra voi due?"
    Code © TheFedIvan
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    CHANDRA XAVIER

    AUF DER HEYDE

    nam nisi clamabis,
    tacitum te obrepet fames

    teacher - pureblood - 45 y. o.

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Oh dio, Chandra. Ma dove sei capitato? Ridi dentro, insieme a me che vivo nel tuo cervello e commento qualsiasi cosa ti accada intorno. Vorresti tanto rispondere: "E questa dove l'hai letta, nei Baci Perugina?" ma appena la pronunci ti rendi conto che un americano non può conoscere i Baci Perugina e soprattutto che sei stato un pochino sgarbato.
    Sorridi e mostrati sorpreso, da quelle descrizioni leggermente sommarie e incomprensibili, mentre l'unica cosa che vorresti fare è imbibirti di alcool fino a quando le sue stronzate non sembreranno più interessante ed il suo corpo più allettante. Insomma, alla fine hai sempre quell'aria da bestia, da animale, che riemerge nei momenti in cui, se ti concentrassi, sentiresti i luminari delle arti magiche implodere in sé stessi.
    Ma tu ti diverti. Sicuro d'essere un cane e non un gatto?
    Poi però, l'alcool inizia a fare il suo bell'effetto. Perché sì, c'è da ammetterlo, quando senti la sua voce contro il tuo orecchio un brivido ti passa lentamente lungo il corpo, senti quanto quell'astinenza obbligata si fa sentire, senti quanto sarebbe stato divertente sperimentare quelle sensazioni alle quali non sei mai stato interessato. E sappiamo tutti e due che si tratta solo di troppo o troppo poco alcool in corpo, insomma. "Dammene un altro."
    Poco dopo però lo sentiamo tutti che rinsavisci. Non sei abbastanza ubriaco, non sei abbastanza divertito dalla situazione per non continuare a giocare sporco, sporchissimo con lui. Rimani un attimo interdetto, sbottonando piano i primi bottoni della camicia in un sensuale movimento di ricerca di freschezza e poco dopo ti vedo alzare un sopracciglio: "Alchimia? Massa, molecole? Vuoi dire chimica!
    Sicuro di non essere strafatto di un qualche fumo tossico?"


    code © thefedivan

  8. .
    cornelius bates - the tiger - proprietario Felix Felicis
    35 anni - ex militare - tiratore scelto - legilimens - pensieve
    jsn1RB5
    I
    l 2016 è un periodo difficile per la religione. Non tanto per le feste comandate, che forse sono l'unica cosa che permette ai giovani d'oggi di ricordarsi quando è Natale e preoccuparsi di quando cade la Pasqua, ma tanto per i concetti, per il modo in cui viene svolta. Nell'era della tecnologia, a chi importa di perdere la mattinata della domenica quando con due click abbiamo miliardi di Salvatori Aranzulla pronti a spiegarti anche la più nascosta virgola di un vangelo? Un tempo Cornelius, quando era ancora Sebastian apprezzava andare a seguire le funzioni nella chiesa adibita in una tenda triste al campo militare. Giusto per ascoltare delle parole positive, l'unico appiglio in un mondo di violenza, lui che nel campo militare non ci metteva quasi mai piede e mieteva vittime da lontano. Nonostante tutto, quando sentì che Isaac Maddox s'era insediato in una chiesa a New York gli venne in mente che sarebbe divertente vederlo picchiare i fedeli che non danno abbastanza soldini per l'offerta.
    Perché sì, di Maddox erano arrivate abbastanza voci da considerarlo un perfetto buttafuori, se non avesse un collarino bianco al collo ed una camicia di serio cattivo gusto. Ma lui, Cornelius, era curioso di sentirla una predica del buon Padre Maddox e quindi con la sua solita camicia a scacchi ed i suoi soliti occhiali da sole con la montatura di bamboo si era posto, defilato, nell'angolo della chiesa ad ascoltare quella funzione così falsa da fare ridere. Ascoltò qualcuno dei suoi pensieri, di sfuggita, senza fare molto caso al rumore di fondo intenso dovuto ai mille mormorii di spettatori annoiati e sorrise, a funzione finita, mentre la chiesa si svuotava. Guardava placido tutto il flusso di persone che fuoriuscivano, affamate, stanche, annoiate, chi più ne ha più ne metta.
    La chiesa era vuota, piena di lui, Dio, ed il suo predicatore e Cornelius lentamente si avvicinò, facendo sbattere piano i sottotacchi di legno delle scarpe lungo la camminata di marmo. "Devo aspettare le 21, o posso conoscerla adesso, padre?" mormorò tronfio, allungando la mano verso di lui con un sorriso.
    Code © TheFedIvan
  9. .
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    Maul Bergmann
    narrato - pensato - parlato - scheda

    Quello che aveva sentito fino a quell'istante non era altro che continua e totale incompletezza. Incompletezza di chi non riusciva a rendersi conto di se stesso e del proprio potenziale, di chi l'aveva tenuto all'oscuro in attesa di qualcuno che desse un senso a quei segnali difficili da riconoscere, qualcuno che permettesse a quel potenziale sopito da tempo di brillare nella calda vitalità nonostante fossero entrambi circondati da una fitta nebbia. Le mani di James erano calde, una delle due addirittura ancora umida di quel caldo sangue che aveva fatto sgorgare per pochi attimi ma a Maul non disturbava. Non disturbava nemmeno trovarsi a pochi centimetri dal suo viso, nonostante la vicinanza così intensa con un uomo in altre circostanze gli avrebbe fatto più schifo che altro. Eppure, quella stretta non aveva niente di malizioso e sporco, quel mezzo sorriso non aveva niente di sbagliato: era il sorriso di un mentore ad un esame andato bene del suo allievo preferito, era la stretta di sicurezza di un padre al primo vaccino del figlio, era una carezza fraterna del fratello maggiore alla prima uscita galante del fratello minore.
    James era la sua unica famiglia, era il suo unico contatto, era l'unica cosa che aveva trovato e l'unica che gli era rimasta: aveva votato la sua vita alla sua causa, ad un obiettivo da raggiungere. "Non vedo l'ora." rispose in un fremito, poggiando lentamente le mani sulle sue spalle. "È come un battesimo. Una morte sacra per una rinascita superiore."

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  10. .

    DICEMBRE 2016

    8e5c9d869ee69d7c1857535c87df7869
    Maul Bergmann
    narrato - pensato - parlato - scheda

    «Delirando? Da chi credi di aver preso le tue particolari abilità?»
    «Ah, erano anni che aspettavo questo momento»
    «Vieni a cercarmi quando sarai pronta ad abbracciare tuo padre»


    Maul aveva osservato la scena dalla telecamera di sicurezza. Specifico che si trattasse di Maul perché in quell'istante nulla sembrava funzionare nelle cabine di controllo tranne che quello schermino piccolo e verdastro, effettivamente un po' vecchio.
    Aveva osservato le curve morbide di quella ragazza porsi oltre la cella a sbraitare in una conversazione che non poteva sentire ma che poteva percepire. Poteva percepire anche solo guardando da quello schermo verdastro che rifletteva immagini in un bianco e nero sbiadito la verve con cui la ragazza sembrava accanirsi nei confronti di quell'uomo, seduto, in catene, dentro quella grata.
    Aveva osservato quel gesto, quella naturalezza con la quale l'uomo era riuscito a mordersi la pelle per generare un oggetto talmente forte da competere con quelle grosse catene che gli avevano obbligato a mettere, aveva osservato come una potena così inespressa avesse dato segno della sua magnificenza solo ora. Osservava quella scena in uno spaccato di tempo interminabile, poteva vedere ogni fotogramma di quel miracolo della natura che sembrava essere più vicino a lui di qualunque altro e la possibilità di potere anche solo toccare un lembo di quel potere gli provocava una scarica di brividi che lo facevano quasi trascendere. Poteva scappare in qualsiasi momento - ed era anche per questo che l'avevano incatenato -. Poteva scappare in qualsiasi momento ma non l'aveva fatto.
    Poteva ucciderlo in qualsiasi momento, soggiogargli la mente mentre in pochi gesti gli mostrava la magnificenza di quello che era - e che lui non sarebbe stato mai -, ma non l'aveva fatto.
    Paradossalmente, l'aveva cullato fino a quando non era arrivato il momento di andarsene abbandonandolo in una fitta coltre di insoddisfazione.
    Maul sapeva di non poteva essere come lui. Maul era certo di non potere aspirare ad altro che una triste ed ordinaria vita di ufficio, una triste ed ordinaria vita da profiler.
    Un bravo profiler, per carità, probabilmente era anche il migliore. Ma nulla di speciale.
    Nulla che aveva potuto tastare con mano ma solo vedere generata dalle mani di James Manson. Quel James Manson che aveva appena visto scomparire in un battito di ciglia e che avrebbe visto scomparire ancora ed ancora solo e soltanto nella propria mente dato che in un tocco aveva appena cancellato quel filmato.
    L'ultimo regalo a chi per quei due anni gli aveva dato una speranza di poter essere qualcosa di più, l'ultimo regalo a chi gli avesse dato un appiglio, un qualcosa in cui credere, seppur per poco tempo.
    Era letale la nonchalance con cui Maul Bergmann ritornava a non essere altro che un semplice impiegato assunto per pietà, un profiler abile all'inverosimile ma perso e svuotato da un lutto mai superato, cancellando quel filmato come se James Manson non fosse mai esistito; scomparso dalla memoria telematica a pochi istanti dalla scomparsa dalla cella 7496b, davanti agli occhi attoniti di una ragazzina.
    Il flusso dei pensieri del consulente della polizia, o profiler che fosse, lo risparmio in quanto sconclusionato ed inconsistente. Avrebbe voluto odiare James Manson per aver tranciato di netto l'unico appiglio ad una sorta di realtà trascendente della quale pensava di voler e poter far parte, per la quale pensava di essere degno, dotato, ma dall'altro lato come si può odiare l'unica speranza che si ha?
    Rigettato, buttato indietro brutalmente nella realtà, come risvegliato da un coma; un rivolo di fumo fuoriuscì dalle sue labbra quando accese la Chesterfield rossa ancora dentro la stanza prima di girarsi alla ricerca della giacca del vestito color antracite ed alzare lo sguardo.
    "Vieni con me." Perentorio. La mano, rossa di sangue, tesa verso di lui, come a richiamarlo a sè, come ad indicargli una strada da percorrere.
    L'unica per lui. Un unico appiglio ad una potenza trascendentale e distante alla quale aveva avuto accesso in quegli attimi passati nei tentativi di fare il profiler su un'entità fin troppo grande. Difficile da prevedere, difficile da analizzare, difficile da definire.
    Spense la sigaretta e strinse la sua mano alla sua, in una stretta forte, decisa, in un appiglio brutale, in un desiderio di trascinamento, abbandonandosi in balia della sua potenza.
    Le mani strette in un patto di alleanza o di mutua sottomissione, di accettazione.
    Maul Bergmann faceva parte di qualcosa, adesso, e con la mano rossa, di sangue, seguiva Manson fuori dalla prigione.

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    Edited by TheFedIvan - 21/5/2017, 18:50
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    cornelius bates - the tiger - proprietario Felix Felicis
    34 anni - ex militare - tiratore scelto - legilimens - pensieve
    jsn1RB5
    C
    ornelius scosse la testa carezzando il muso peloso di un'enorme tigre che rimaneva immobile ad osservare il proprio padrone. Sorrise, lasciando scivolare la mano sullo stemma circolare impresso sulla fronte della creatura che si specchiava con quello inciso nel proprio palmo della mano e sorrideva, perdendo i propri occhi verdi in quelli altrettanto smeraldini di lei. Aveva guardato a lungo l'unica compagna che si era portata dall'Europa e con essa aveva vissuto quegli anni di ascesa al potere, scalando la vetta del successo con una facilità disarmante. Aveva sentito delle voci, il cervello di quell'idiota di Rami trillava così tanto pieno di tronfie stronzate che poteva permettersi anche di non stancare troppo le proprie doti da legilimens. Era entrato un tipo, nel locale, che dalla mente del sottoposto che l'aveva accolto poteva riconoscervi essere un ragazzo, piuttosto giovane, ma grande e grosso.
    La solita ed ennesima battuta del cretino patentato che tentava di trovarsi sistematicamente qualcuno da scopare ed eccolo lì, a delegare il compito di sparargli in testa al capo. Capo che in questo momento stava ruotando lentamente una cartina intorno a del tabacco arabo speziato che secerneva un intenso odore di uva sultanina ed osservava all'interno di quella stanza piccola, ma che conteneva mille e più segreti, il suo arredo. Un arredo decisamente vintage, direi quasi sofisticato vista la carta da parati di un invecchiato decoro damascato e mensole e mobili di un marrone scuro, quasi striato di nero. Chi era il tipo che doveva raggiungerlo?
    Cosa voleva?
    Cornelius non amava infilarsi nella mente delle persone fin da subito svelando il proprio potere, il proprio potenziale. Voleva scoprirle alla vecchia maniera, le persone che aveva intorno, le persone con le quali aveva a che fare, e magari trovare qualcun altro da mettere al posto di quel Rami, che non sembrava piacere nemmeno a Czeslaw.
    La porta era socchiusa, ed avrebbe atteso di vedere chi, al piano di sotto, chiedeva di lui.
    Code © TheFedIvan
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    cornelius bates - the tiger - proprietario Felix Felicis
    35 anni - ex militare - tiratore scelto - legilimens - pensieve
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    M
    ark aveva già provveduto a trascinare a fatica giù dal ring il corpo del wesen mentre nel frattempo due nuovi combattenti si stavano preparando a scontrarsi. Cornelius guardò Ezra con un sorriso che storceva pianoil volto dal lato delle enormi cicatrici e non potè fare a meno che notare con quanta arroganza provava ad accomunare la violenza becera che lo caratterizzava con la violenza elegante che aveva imparato a gestire con pura poeticità. Quasi come se quello che stesse facendo fosse alla stessa stregua del migliore dei pittori che dipinge la sua tela più bella. Dopotutto, non poteva pretedere che uno come Ezra fosse capace di comprendere la sottile differenza fra una morte ed un suicidio obbligato da una mente nettamente superiore a quella del proprio avversario. Lui si ergeva in un gradino superiore, lui anche da vicino non amava sporcarsi le mani di sangue di un avversario degno, immaginarsi di quello che per ultimo poteva considerare tutto tranne che indegno. Percepì un brivido lungo la schiena, mentre adesso accendeva l'ennesima sigaretta con il brio soddisfatto di chi ha appena avuto un rapporto sessuale estremamente soddisfacente. Doveva adeguarsi alla feccia locale, mantenendo un luogo di incontro putrido come le persone che lo frequentavano, ma lui non poteva fare a meno che provare a distanziarsi da quel poco stile che il format di quel luogo imponeva. "Non ho ripulito il locale dalla feccia." Esordì, scuotendo piano la testa con la consapevolezza delle proprie parole, mentre tentava di trattenersi, per davvero, dallo sferrare un cazzotto all'impiegato. Perché sì, tutti i discorsi che aveva fatto, tutta la vita lì, passata a marcire e non aveva compreso ancora in che modo Cornelius si approcciasse al mondo. "Altrimenti dovrei uccidere tutti in questa stanza, escluso me. Però, è un semplice segnale. Le persone vanno addestrate, bisogna ricordare ogni tanto chi è il più forte. E soprattutto in che modo il più forte si manifesta."
    Code © TheFedIvan
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    cornelius bates - the tiger - proprietario Felix Felicis
    35 anni - ex militare - tiratore scelto - legilimens - pensieve
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    "A
    hn." quasi gemette, ma anche lui stesso aveva forti difficoltà nel comprendere la natura di quel sospiro. Se fosse di dolore, per il tocco che la ragazza aveva osato fare, come se fosse un bruciante tocco di un ferro rovente o fosse di puro piacere dovuto al tenero sfiorare della sua pelle da parte della giovane, ancora faceva fatica a definirlo, ma la reazione che lo portò a rimanere immobile. Il suo sguardo puntato in quello allungato di lei mentre con un sorriso iniziava a lasciare scivolare una mano verso il suo fianco, come a spingerla lentamente, prima di artigliarle la pelle. Abbassò lentamente lo sguardo, lasciandole toccare il proprio corpo e quel tesoro quasi inestimabile che teneva appeso al collo ma non fece altro che rimanere in puro silenzio. Silenzio glaciale e brutale, come a volerle leggere nel pensiero, leggere ogni singolo segnale, ogni singolo movimento, ogni singolo gesto come se fosse un libro aperto. Una ragazzina cresciuta troppo presto, costretta a diventare donna alla stessa velocità con la quale lui era stato costretto a lanciarsi in una guerra non sua ed a seppellire i nemici. Come se fosse stato l'unico segnale, l'unico interesse di quel momento, rimase comunque a guardare i suoi gesti senza parlare, come a voler cancellare qualsiasi istante e vedere come ed in che modo la ragazza si sarebbe potuta spingere oltre.
    Giocava, giocava come un gattino con il topo che, disperato, tentava di sfuggire in qualsiasi modo dalle sue grinfie e rimaneva ancora a guardarla, senza mai smettere di stringere la sua pelle con forza. "E allora consigliami un modo per farti uscire viva da qui, perché sei così bella che dopo averti sbattuto contro la scrivania un paio di volte non vorrei buttarti. Ma mi annoio presto io, quindi devi trovarti qualcosa di utile."
    Sì, le stava dando una seconda possibilità, l'ultima, diretta e glaciale, mentre sorridendo non le bloccava la mano per evitarle di rimanere ferma con la mano sulle proprie collane. L'avrebbe uccisa, se avesse fatto una mossa sbagliata. L'avrebbe ripetutamente percossa fino a quando ogni singolo osso del suo corpo non si sarebbe rotto e poi avrebbe gettato il suo cadavere ancora caldo a quei deviati che per qualche centone se la sarebbero scopata anche da morta. Ma voleva dargliela, una seconda possibilità.
    Code © TheFedIvan
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    La tua presentazione è più lunga della mia aspettativa di sopravvivere alla mia giornata di studio mattio e disperato, ma se Pixie dice di venirti a benvenutare è giusto che vada fatto.
    Io sono Federica, altresì conosciuta come Fed e sono carina ed amorevole, quindi ti avrei benvenutata anche se fossi amica non di Pixie ma di Mario (?)
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    cornelius bates - the tiger - proprietario Felix Felicis
    35 anni - ex militare - tiratore scelto - legilimens - pensieve
    jsn1RB5
    S
    e vi state aspettando che Cornelius spari, adesso non sarete accontentati. No, perché Cornelius era certo che quella ragazzina avrebbe continuato a peccare non di superbia ma di tracotanza e si sarebbe prodigato a ridurla in fin di vita a suon di calci, se fosse stato il caso. Anzi, questo è quello che fece. Come a sedare i suoi movimenti passò da un piede all'altro la presa sulla sua gola, strusciando la suola ruvida contro la pelle che si graffiava prima di colpirle con un calcio il ventre. Non le avrebbe pestato le mani, non avrebbe premuto più del dovuto sul bel visino: sono due parti del corpo molto utili per chi deve stare in ginocchio davanti a dei clienti.
    Poi sospirò, ascoltando le sue parole con una dolcezza quasi paterna prima di guardarla e sorridere: "Non credo, ad ora, di volerti dare nemmeno il mio piscio in cambio di lavoro. Vedi di cambiare atteggiamento o possiamo stare qui per giorni interi."
    Non per saziare una qualche famelica voglia di dimostrare chi è il più forte: lui lo era già il più forte, ma semplicemente per far comprendere a quella troietta come vivere al mondo. Si sentiva un po' come un padre, il padre austero che adesso a venticinque anni e passa di distanza poteva comprendere. Non bisogna né leccare il culo, né sbattere con violenza sul tavolo la propria virilità con la presunta convinzione che nessuno sia lì pronto a tagliarla per farne dei crauti. Rimase immobile, come se sotto la propria suola ci fosse un tappetino un po' rovinato e rivolse lo sguardo con un'espressione completamente trasfigurata e differente nei confronti dell'altro ragazzo. "Io non diffido da chi ostenta dolcezza ed innocenza. Diffido da chi è così tanto mediocre da avventarsi a viso aperto in una missione suicida piuttosto che a giocare d'astuzia." Annunciò all'altro ragazzo, al quale adesso rivolse un cenno prima di allungare una mano oltre il bancone per prendere del liquore e versarlo in un bicchiere tozzo e pulito. "Hai sentito parlare di me? E cosa ti hanno detto?"
    Code © TheFedIvan

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243 replies since 23/1/2008
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