Votes taken by TheFedIvan

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    Maul

    BERGMANN

    Swing your partner round and round
    End of the night, it's going down

    red hands - emphatic - 47

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Nulla stronca di più un giovane scapolo che sentirsi dare del lei da una ragazza con la quale si sta pseudo flirtando. Prima batosta ricevuta, l'americano non poté fare a meno di soffermarsi a guardare il tripudio di emozioni che quel volto che casualmente aveva incontrato era stato in grado di generare. Interesse, stupore, paura, forse triste amarezza nel ricordare il motivo per il quale era lì, da sola, con della birra in mano. E forse, meravigliato da quella candida leggerezza e dai quegli occhioni color acqua circondati da un volto particolare, per nulla convenzionale, la batosta di sentire i quarantacinque e forse più anni sulle spalle per colpa di quel "lei" si fece leggera. Beve per dimenticare, quindi è triste, quindi in un modo o nell'altro avrebbe potuto cercare con quelle sue battute idiote di farle scappare un sorriso. Avrebbe voluto aver anche lui in mano qualcosa da bere, e l'idea di allontanarsi a lunghe falcate per colmare quella lacuna fu una delle peggiori, dato che in un attimo ebbe il timore che anche solo allontanandosi di qualche metro avrebbe visto perdersi l'occasione di guardare di nuovo quegli occhi azzurri. Era come un cardellino, che leggermente si appoggiava stanco su un ramo: bastava un attimo, un movimento brusco, un segnale sbagliato per vederlo scomparire. Alla sua risposta così formale, quindi, evitò di scomporsi prima di sorridere con una flemmatica calma. "E' così" ne imita la risposta, mordendosi piano le labbra prima di abbassare lo sguardo nella direzione delle mani della ragazza, strette intorno alla bottiglia "E comunque, sono una persona molto intuitiva, ma con degli occhi del genere sfido chiunque a non poter leggerne ogni singola sfumatura" esclusa la battuta sulle stelle rubate dal cielo - preoccupato dall'idea che essa stessa fosse una qualche figlia d'un ladro per davvero - si limitò a sciorinare un sincero complimento dovuto all'espressività del suo volto, impossibile da non considerare. "Quello che mi interessa sapere è il perché. Non si tratta di amore, perché per amore non si beve una birra..."

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  2. .


    Maul

    BERGMANN

    Swing your partner round and round
    End of the night, it's going down

    red hands - emphatic - 47

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Sospira lentamente, Maul, alzandosi dal letto fin troppo tardi per i suoi gusti, mentre il sole è già alto e scivola all'interno della sua stanza disordinata. Un appartamento da quarantacinquenne single, poco in ordine e poco pretenzioso, ma ampio. Così amplio che dalla porta aperta della camera da letto può vedere la cucina, qualche piatto ed utensile da cucina emergere dal lavandino in acciaio e le sedie disordinatamente distribuite intorno al tavolo. Strano come una persona fosse in grado da sola di sembrare un esercito.
    Quel giorno avrebbe continuato a dormire se quel raggio di sole non l'avesse trafitto e letteralmente quasi ustionato mentre dormiva - in canotta e boxer - a stella sul letto ad una piazza e mezzo. Ad ogni movimento che faceva poteva sentire come ed in che modo le vertebre scricchiolassero col peso del corpo retto in piedi sopra il parquet di legno scuro. Macinò qualche passo in direzione del bagno lasciandosi abbandonare in uno sbadiglio ed una mano che scivolava fra i capelli nel tentativo di mettere in ordine qualcosa di inaggiustabile. Come la sua vita, dopotutto. Erano passati anni da quando aveva deciso di cambiare casa, di cambiare aria, di liberarsi di quella casa che gli ricordava soltanto la famiglia che non avrebbe mai più avuto. Ed erano passati pochi anni da quando la sua vita era cambiata, da quando nelle sue vene scorreva la magia.
    Magia, ma chi poteva pensare che uno come lui sarebbe stato in grado di vivere con della magia in corpo? Un dono di Dio, che si chiamasse Tharizdun o Dio o YHWH non faceva poi così tanta differenza. Eppure lui era lì, a sorseggiare un caffé amaro pensando a come ed in che modo sarebbe stato in grado di rendersi utile all'universo, in quella giornata che iniziava fin troppo tardi. Guardava il vuoto, oltre il mobiletto bianco di finto design che portava l'unica foto della moglie e della figlia. Si guadò la sinistra, sentendo il peso dell'anello che aveva deciso di non portare più, mentre il suo respiro si faceva lento e cadenzato e gettava in gola l'ultimo resto di caffé. Così passava la giornata, aspettando la forza necessaria per lavarsi, indossare una camicia ben stretta dentro i pantaloni ed uscire in una camminata senza meta.
    Anzi, quella volta la non-meta era Central Park, semplice, tradizionale. Luogo di ricerca, di corsa, di passione, di naturalezza. Non amava molto i parchi, ma forse un po' d'aria fresca gli avrebbe fatto bene. Dopotutto, era un profiler, non sapeva fare null'altro, niente se non osservare le persone e sapere come ed in che modo sarebbero state in grado di interagire col mondo. Il soggetto di quella giornata fu una giovane ragazza. Attratto da lei principalmente per il fatto che avesse delle belle gambe ed un viso particolare (notati in quest'ordine), decise di avvicinarsi per accorgersi che nel suo volto troneggiava un'espressione intristita e la birra fra le mani gli fece supporre qualcosa che, sbagliata o giusta che fosse, gli avrebbe permesso di trovare un pretesto per parlare. "Bevi per dimenticare?"

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  3. .


    Orchidea Astrid

    CALARIS

    Sooner or later God'll cut you down

    blutbad - orphan - free

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Vedere come Flow cercasse in tutti i modi di barcamenarsi nella ricerca di una soluzione al quesito asfissiante riguardante i miei occhi fu una delle cose più sinceramente belle e tenere che potessero accadermi. Lo guardai attentamente, cercando di non rilasciare alcuna microespressione sul volto, per essere sicura di non rivelare con la faccia un'eventuale risposta. Eppure con "un coyote mannaro" c'era andato quasi quasi vicino. Sorrisi, imbracciando la pala per un'ultima volta, riprendendo inutilmente a scavare. Volevo raggiungere il tesoro non tanto per il contenuto, che ero quasi sicura non fosse nemmeno esistente, ma tanto più per concludere qualcosa, come chiudere un capitolo. "Facciamo un accordo" mi morsi le labbra, guardandolo negli occhi prima di conficcare con forza la pala nel terreno "Io ti dico cosa è successo ai miei occhi, se tu mi inviti a cena."
    Classico, tradizionale. Forse mi sentivo un po' anomala nel ritrovarmi di nuovo a fare io la parte di chi ci prova, di chi approccia in determinati desideri ed implicite sensazioni, eppure, in quel momento sentivo di non poter lasciar scappare via Flow così facilmente: quanto meno, promettendomi qualcosa prima di scoprire di avere davanti una specie di coyote mannaro, m'ero convinta che sarebbe stato più facile convincerlo che, in qualche modo, non doveva fuggire a gambe levate intonando gridi di battaglia da fiorellino infoiato.
    "Ci stai?" allungai una mano nella sua direzione, come ad attendere una risposta necessariamente affermativa.

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  4. .
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    Rucjl4u
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    orchidea calaris

    ■ orphan ■ blutbad ■ 26sheetmusic

    Quando il mio ginocchio tocca il suo ventre, percepisco di non essere riuscita per davvero a farle del male ed i suoi movimenti ci sbilanciano, facendoci cadere sul terreno, l'una sotto l'altra. La guardo, dal basso, col desiderio di spaccarle la testa a calci, mentre sento la presa del suo corpo opprimere il mio troppo tempo prima che io possa liberarmene. Solo a posteriori mi sono potuta chiedere cosa portasse in quella donna così tanta rabbia da avventarsi contro un'avversaria in un ring. Per me, era liberare qualcosa, quando colpivo un sacco da boxe potevo sfogarmi, ma non era la stessa cosa se ad essere colpita era un'altra persona. Qualcuno che poteva reagire, qualcuno che poteva farsi fin troppo male anche con un solo calcio assestato in faccia. Mi fa male tutto, il corpo trema, le gambe fremono. Il desiderio di fare male fin troppo celato in me riprende a fare capolino nella mia testa. Mi scappa un grido di nervosismo, mentre mi sento oppressa dalla sua presa che, inevitabilmente, mi blocca sul terreno.
    Sento il colpo delle sue nocche sulla faccia. Un dolore acuto, lancinante, che mi fa iniziare a gemere di dolore, mentre con la bocca piena di saliva che adesso sa fortemente di sangue. Il dolore aumenta, mentre cerco di divincolarmi dai movimenti della mia avversaria che adesso mi sovrasta totalmente col suo peso. La bocca si riempie di nuovo di sangue e di saliva e questa volta non perdo tempo a sputare sul terreno, quanto più rivolto la faccia nella sua direzione per sputarle in pieno volto per cercare di distrarla dai colpi che sento potrebbero arrivarmi in faccia. La guardo, sentendo il forte dolore alla faccia e spero di averla distratta abbastanza per poter puntare con forza i piedi sul terreno e cercare di issarmi con tutto il suo peso addosso, nel tentativo di liberarmi fortemente. Digrigno i denti, mentre sento qualcosa dentro di me trasformarsi fin troppo repentinamente. Cerco di trattenermi, mentre sento la rabbia ribollire nel dolore del mio corpo e cerco in qualsiasi modo di spostarla indietro col mio peso, cercando in un modo o nell'altro di assestarle un quanto più forte calcio per allontanarla da me il più rapidamente possibile in modo tale da allontanarmela facilmente di dosso.


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    BONUS & MALUS (PSICOCINESI + RAZZA WESEN)

    Sport: Tutte le arti marziali
    Nome: Attacco coordinato
    Requisiti: Partecipazione I lezione I anno
    Tipologia: Passiva
    Descrizione: Tutte le combinazioni di azioni che contengono almeno un attacco fisico (es: calcio, pugno etc.) ricevono un bonus di +1 su tutte le azioni del turno [+1 per ogni anno di corso] (II ANNO)

    Nome: Intensità
    Requisiti: Skill segreta, I lezione I anno
    Tipologia: Passiva
    Descrizione: Il mago è in grado di controllare perfettamente l’intensità dei vettori applicati, guadagnando un bonus di +1 su ogni vettore utilizzato.

    BONUS RAZZA WESEN: BLUTBAD
    Bonus:
    - Forza: +5 (forma wesen) +3 (forma umana, tutto il corpo)
    - Olfatto: +3 (forma umana) +4 (forma wesen)
    - Velocità: +3 (forma wesen)
    - Udito: +3 (forma wesen)
    - Feeling di branco: Possono fare parte di branchi di Lycan
    - Telepatia: vedi Telepatia Lycan
    -Vertrutheiten: "familiarità" quando due wesen fanno il woge contemporaneamente e si annusano memorizzano ognuno l'odore dell'altro e lo possono riconoscere. Funziona sia coi Wesen della stessa razza che di razze differenti. E' necessario riportare in scheda tutte le familiarità che si sono acquisite on game.

    Malus
    - Debolezza alla parte inferiore del corpo: -4 (forma wesen)
    - Woge Obbligato: quando sono obbligati dai Grimm ad effettuare il woge tutti i valori calano di -1
    - Debolezza al Wolsfsbane: pianta che annebbia i sensi del Blutbad, portando un malus di -2 a tutti i valori.
    - Influenza della luna: la luna piena causa ai Blutbaden un woge incontrollato ed un comportamento confusionario ed erratico. La loro possibilità di controllarsi dipende dalla loro forza di volontà (da valutare con un lancio del dado)
    - Aggressività dei felini in loro presenza
    - Capacità magiche: non sono in grado di utilizzare la magia anche nella loro forma wesen

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    orchidea calaris

    ■ orphan ■ blutbad ■ 26sheetmusic

    Non pensavo che Flow sarebbe venuto veramente all'incontro. Forse perché volevo immaginarmi di vivere quell'evento come il solito incontro anonimo che meritavo di intraprendere, o forse perché l'idea di perdere davanti a lui mi preoccupava più di quanto non volessi ammettere. Era bellissimo però, sapere che finalmente avevo qualcuno con cui condividere anche le botte ed il sangue che mi rendevano tanto viva. Non si direbbe, ma nonostante tutto i miei movimenti non erano dettati da una sorta di rabbia repressa, tanto più dal desiderio di sfogare degli istinti che soltanto negli ultimi tempi facevano capolino nella mia mente. Sapevo cos'ero, ed a poco a poco il mio passato oscuro si faceva forse fin troppo chiaro. Ricordavo quante volte avevo colpito sacchi pieni di sabbia per allenamento immaginando il corpo di Alan Darko inerme davanti a me, consapevole che la mia stessa esistenza era dovuta a lui, ma anche la mia totale solitudine, dato che era stato lui ad uccidere la famiglia di cui avevo inutili ed inesistenti ricordi.
    Mi mossi rapidamente, vedendo come il corpo della ragazza contro la quale mi scontravo scivolasse sul terreno mentre la voce di Flow giungeva dalla folla e mi faceva sorridere per una frazione di secondo. La paura negli occhi della mia avversaria, mentre riesce a schivare con facilità il mio colpo. La vedo, adesso, china e pronta a scattare rapida nella mia direzione. Non le vado contro, semplicemente mi limito a scansarmi di lato, per fare in modo di ritrovarmi al suo lato, e vederla tentennare in avanti per colpa del contatto che non è riuscita a raggiungere.

    Se riesce a scansarsi (la prima azione di Aimee non va in porto)

    In questo modo posso evitare la presa che prova ad agguantare la parte inferiore del mio corpo, sono in posizione di vantaggio, sono distaccata dai suoi movimenti e lei sembra essere visibilmente in disequilibrio. Provo quindi cercando di colpirla lateralmente con un calcio con l'intera pianta del piede in modo tale da farle perdere ulteriormente l'equilibrio verso il basso. Macino la distanza che ci separa in pochi passi, iniziando a colpirla con la punta del piede, diretta, alla bocca dello stomaco.

    Se non riesce a scansarsi (la prima azione di Aimee va in porto)

    Sento le sue mani stringersi intorno al mio busto, il suo corpo che mi spinge indietro, posso sentire la sua testa premere contro il mio petto. Pianto con forza i piedi sul terreno, per evitare di mancare nell'equilibrio, facendo in modo di contrastare i movimenti della cosìddetta Bomba Sexy - che poi, ero quasi sicura di essere alla stessa altezza, in fatto di sensualità, non sono le cosce lunghe a fare sensuale una donna! - per rimanere in equilibrio. Avrei quindi fatto perno su un solo piede, per provare ad alzare l'altra gamba per colpirla con una ginocchiata in pieno ventre e fare in modo di vederle perdere la presa contro il mio busto. Una volta sentita allentarsi, avrei piegato il gomito per piantare un colpo quanto più forte possibile contro la schiena, per farla definitivamente cadere sul terreno.


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    BONUS & MALUS (PSICOCINESI + RAZZA WESEN)

    Sport: Tutte le arti marziali
    Nome: Attacco coordinato
    Requisiti: Partecipazione I lezione I anno
    Tipologia: Passiva
    Descrizione: Tutte le combinazioni di azioni che contengono almeno un attacco fisico (es: calcio, pugno etc.) ricevono un bonus di +1 su tutte le azioni del turno [+1 per ogni anno di corso] (II ANNO)

    Nome: Intensità
    Requisiti: Skill segreta, I lezione I anno
    Tipologia: Passiva
    Descrizione: Il mago è in grado di controllare perfettamente l’intensità dei vettori applicati, guadagnando un bonus di +1 su ogni vettore utilizzato.

    BONUS RAZZA WESEN: BLUTBAD
    Bonus:
    - Forza: +5 (forma wesen) +3 (forma umana, tutto il corpo)
    - Olfatto: +3 (forma umana) +4 (forma wesen)
    - Velocità: +3 (forma wesen)
    - Udito: +3 (forma wesen)
    - Feeling di branco: Possono fare parte di branchi di Lycan
    - Telepatia: vedi Telepatia Lycan
    -Vertrutheiten: "familiarità" quando due wesen fanno il woge contemporaneamente e si annusano memorizzano ognuno l'odore dell'altro e lo possono riconoscere. Funziona sia coi Wesen della stessa razza che di razze differenti. E' necessario riportare in scheda tutte le familiarità che si sono acquisite on game.

    Malus
    - Debolezza alla parte inferiore del corpo: -4 (forma wesen)
    - Woge Obbligato: quando sono obbligati dai Grimm ad effettuare il woge tutti i valori calano di -1
    - Debolezza al Wolsfsbane: pianta che annebbia i sensi del Blutbad, portando un malus di -2 a tutti i valori.
    - Influenza della luna: la luna piena causa ai Blutbaden un woge incontrollato ed un comportamento confusionario ed erratico. La loro possibilità di controllarsi dipende dalla loro forza di volontà (da valutare con un lancio del dado)
    - Aggressività dei felini in loro presenza
    - Capacità magiche: non sono in grado di utilizzare la magia anche nella loro forma wesen

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    orchidea calaris

    ■ orphan ■ blutbad ■ 26sheetmusic

    Iniziai a camminare con lentezza all'interno del Felix Felicis sentendo su di me gli sguardi che già conoscevo. Volevano vedermi combattere, erano tutti lì ad assistere al momento più rozzo e basso dell'essere umano. Nonostante tutto, però, mi piaceva sentire quegli occhi intorno a me bearsi dei movimenti miei e della mia sfidante. Lasciai che le mani scivolassero a toccare il bordo del ring mentre la folla si faceva forte e gracchiante intorno al nostro palcoscenico. Quando salii sul ring attesi che la mia sfidante facesse lo stesso. Sul perché davanti a me ci fosse una così semplice ragazza, invece, facevo fatica a rispondere. Nonostante tutto, i miei occhi si voltarono in direzione della folla, prima di sentire le parole di David che anche stavolta faceva le veci di Ezra. Mossi la testa, lasciando scricchiolare il collo e pochi istanti dopo la spina dorsale, lasciando che lo sguardo si muovesse rapido tra a gente alla ricerca di qualcosa: a quanto pare le scommesse vertevano di più sulla mia sfidante, quindi non potevo fare altro che dare del mio meglio - o quanto meno, provarci - "Questa storia del Puffo deve finire. Abbiamo un nickname da cambiare, assolutamente!" Bofonchiai, mentre le parole di David ci introducevano con placida foga all'incontro. Di quegli incontri spesso non sentivo la gloria, o il desiderio di vittoria a spingermi nel movimento e nei colpi, ma tanto più il desiderio di liberare qualcosa che in me si celava più profondo. Mi avvicinai, facendo qualche passo lento, per poi scattare nella sua direzione nel tentativo di colpirla con una spallata, in modo tale da colpirla con forza, o al massimo, farla tentennare. Successivamente, avrei scivolato con una gamba fra le sue, per allargarla verso l'esterno per fare in modo di farle perdere l'equilibrio. L'ultimo movimento, poco dopo - qualora fosse caduta - sarebbe stato colpirla con un calcio sul ventre.

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    BONUS & MALUS (PSICOCINESI + RAZZA WESEN)

    Sport: Tutte le arti marziali
    Nome: Attacco coordinato
    Requisiti: Partecipazione I lezione I anno
    Tipologia: Passiva
    Descrizione: Tutte le combinazioni di azioni che contengono almeno un attacco fisico (es: calcio, pugno etc.) ricevono un bonus di +1 su tutte le azioni del turno [+1 per ogni anno di corso] (II ANNO)

    Nome: Intensità
    Requisiti: Skill segreta, I lezione I anno
    Tipologia: Passiva
    Descrizione: Il mago è in grado di controllare perfettamente l’intensità dei vettori applicati, guadagnando un bonus di +1 su ogni vettore utilizzato.

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    Bonus:
    - Forza: +5 (forma wesen) +3 (forma umana, tutto il corpo)
    - Olfatto: +3 (forma umana) +4 (forma wesen)
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    - Feeling di branco: Possono fare parte di branchi di Lycan
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    Malus
    - Debolezza alla parte inferiore del corpo: -4 (forma wesen)
    - Woge Obbligato: quando sono obbligati dai Grimm ad effettuare il woge tutti i valori calano di -1
    - Debolezza al Wolsfsbane: pianta che annebbia i sensi del Blutbad, portando un malus di -2 a tutti i valori.
    - Influenza della luna: la luna piena causa ai Blutbaden un woge incontrollato ed un comportamento confusionario ed erratico. La loro possibilità di controllarsi dipende dalla loro forza di volontà (da valutare con un lancio del dado)
    - Aggressività dei felini in loro presenza
    - Capacità magiche: non sono in grado di utilizzare la magia anche nella loro forma wesen
  7. .


    Maul

    BERGMANN

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    End of the night, it's going down

    red hands - emphatic - 47

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Il sorriso si allarga sulle labbra di Maul che soddisfatto come mai prima di quel momento, si accinge a sfiorare con lo sguardo ogni minima curva del volto di Persephone. Era da tempo che non percepiva una situazione del genere, nel vedere una donna, eppure non può fare a meno di bearsi di quelle parole pronunciate con calma e delicatezza,. Non comprenderà mai quella donna, non riesce a percepirne l'essenza, non riesce ad avvicinarsi quanto basta per fare in modo di potere entrare in contattto. Capirla. Sentirla. Era questo che percepiva ogni qualvolta il sguardo incontrava quello di Persephone a queste finte pagliacciate ricolme di frasi perfette ed abiti eleganti.
    Desiderava sentire. "Non sono lusinghiero, semplice verità." Sorride, inarcando con placida lentezza il labbro verso sinistra, lasciando che pochi attimi dopo la sua meravigliosa figura si facesse largo nella stanza. Era questo che apprezzava particolarmente di Persephone: il modo con cui riusciva a sovrastare la sequela di uomini che la circondavano, mantenendosi dentro quel guscio di forte fermezza che la rendeva invidiabile. "Fa pure, non preoccuparti" l'avrebbe incontrata di nuovo durante la serata, fondamentalmente era lì per questo.
    Si mantiene immobile, mentre la mano di Persephone si poggia leggiadra sul proprio braccio, come se potesse bruciarlo, lasciando che in un attimo la pressione delle sue dita lo riporti alla realtà: un'altra gemma di Tharizdun. Che fosse Dio o Tharizdun poco gli importava: faceva fatica a distinguerlo. Era sicuro che in qualche modo la vita era giostrata da un'altalenarsi di bene e male, ma cosa definiva il bene e cosa il male? Non è stato sempre il Caos, risultato del Libero Arbitrio a gestire il mondo?
    Perso in queste elucubrazioni mentali, scivola a bere del vino rosso pochi attimi prima di sentirla annunciare l'inizio effettivo dell'evento. Procedere da quella parte. Il cimitero sa di umido e di terra bagnata, e mentre il rituale si compie, Maul non smette di osservare i gesti decisi della donna, sembrava come se le attivazioni di quelle gemme non fossero altro che la sua unica fonte di vita, come se a portarla avanti fosse quell'obiettivo e null'altro. Osserva come con grazia toglie la vita ai tre sacrifici, come un tempo si faceva sugli altari al nome di Dio.
    Dio e Tharizdun, Tharizdun e Dio. Non poteva fare altro che pensarci, mentre ed eseguiva come tutti gli altri i movimenti indicati dalla donna. La guarda, fiera ed austera nel suo ruolo di officiante in quel rituale fatto di parole in lingue antiche ed a lui sconosciute, mentre si abbandona e riprende il possesso della propria essenza, trionfale.
    Un brivido gli percorre la schiena e non riesce a comprendere se si tratti di emozione nel cogliere i suoi movimenti come maestosi o il vento che le sue candide labbra hanno generato in una sola parola.
    Il rituale è finito, andate in pace

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    Maul

    BERGMANN

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    End of the night, it's going down

    red hands - emphatic - 47

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Chiamala sbadataggine o semplice mancanza di interesse, ma per Maul quell'evento - così come tutti gli altri - non erano altro che un modo per fare comunità, tutti pensieri che si lasciava correre all'interno, senza prendersi la briga di esternarli per non incorrere ad imbarazzanti risa e commenti da parte di chiunque, viveva quel legame con quello strano gruppo di persone con la genuinità che aveva sempre avuto, ma con la differenza che, in ogni momento, le domande nella sua testa si facevano tante e confuse allo stesso tempo. Non era mai stato molto interessato, infatti, ad informarsi effettivamente delle attività losche del gruppo a meno che non fosse lo stesso James ad invitarlo a prenderne parte e si era sempre tenuto distaccato: un po' perché ancora non conosceva bene quel mondo, un po' perché effettivamente, quel mondo doveva essere abbastanza lontano da lui per ignote ed inconsce ragioni. Per questo motivo i passi si fecero lenti in direzione della nuova sede del Circolo, Nulla di difficile da trovare, per uno che - come Maul - aveva vissuto in eterno in quella città ed aveva avuto molto tempo da perdere, anche se l'idea di addentrarsi in un territorio protetto creasse in lui una sensazione mista di scompiglio e di adrenalina giovanile, quella che non aveva mai provato fino a quel momento.
    Robert fu il solito ad accogliere gli invitati, al quale non rivolse altro che un sorriso stentato, e gli occhi rapidamente si mossero all'interno della sala alla ricerca dell'unico effettivo motivo per il quale era lì.
    No, non si tratta di James.
    Almeno, non primariamente.
    Il sorriso si allargò quando nella traiettoria del suo sguardo vide il bel volto di Persephone farsi spazio, malinconico ed assente come sempre. Si chiese per qualche attimo cosa ci fosse di così insofferente nella sua esistenza, ma l'unica cosa che poté fare fu limitarsi ad avvicinarsi a James, poco prima di cambiare direzione e raggiungere quella che effettivamente poteva essere la sua meta. "James, buonasera." si limitò a dire, facendo in modo di mostrare la propria presenza anche a quell'evento. "Stasera, una serata importante, uh?" una frase di delicata circostanza, ornata dalle mani che scivolano alla ricerca di un calice da riempire con del pregiato vino rosso.
    Si congeda ed allo stesso tempo saluta con un delicato "Signori", senza pensare troppo alle conseguenze delle proprie azioni e col necessario tentativo di avvicinarsi di nuovo a Persephone. Passi lenti, delicati, come se ogni suo movimento potesse rompere un equilibrio che nemmeno lui poteva cercare di saldare anche con le sue stupide maniere benevole. "Persephone, splendida come sempre..."

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    Orchidea Astrid

    CALARIS

    Sooner or later God'll cut you down

    blutbad - orphan - free

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Quella era proprio la reazione che mi aspettavo di avere da parte di Flow. Sorrisi, con le labbra che si allargavano nel mostrare i miei denti con puro compiacimento divertito. Era l'unico modo che avevo per cercare, in qualche modo, di mostrare ciò che ero - o magari di darne un assaggio - senza che questa fosse fin troppo esplicita. Avrei potuto entrare completamente in woge e mostrare completamente le mie fattezze animalesche, ma questo era sempre un'arma a doppio taglio. Non potevo sapere se Flow, come altri, si sarebbe spaventato a tal punto da scappare a gambe levate oppure - come speravo accadesse - si fosse prodigato in una sequela di domande infinite. Brandii un attimo anche io la mia pala per pormi con un sorriso nella sua stessa posizione, quasi combattiva: "Puoi dirlo forte, fratello!" Fratello. Che parola strana per me da pronunciare. Con rapidità portai avanti le braccia in modo tale che i manici di entrambe le pale potessero colpirsi vicendevolmente, come una sorta di gesto di saluto pseudo tribale - ma dopotutto, stavamo scavando alla ricerca di un tesoro nascosto, cosa potevamo aspettarci se non un regredire al limite fra il divertente ed il grottesco?
    Poco dopo, il clangore della sua pala sul terreno fece quasi risvegliare pure me dalla fantasia nella quale stavamo vivendo. Sorrisi, alzando le spalle con principale rassegnazione, rendendomi conto di quanto con lui non potessi aspettarmi una reazione diversa da chiunque altro. Il suo gridolino femmineo mi fece scappare una risata: "E' così che noi fiorellini sappiamo pestare?" sorrisi con una malizia volta ad allentare quella tensione che mi sembrava di aver sentito e sorrisi, conficcando la pala sul terreno con una forza che fino a quel momento non avevo dimostrato. "Una specie. Non proprio una metamorphomagus, però." Rimasi un attimo immobile, come a voler lasciare a lui la mossa di capire o meno se volesse sapere oltre.

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    Orchidea Astrid

    CALARIS

    Sooner or later God'll cut you down

    blutbad - orphan - free

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Tutti avevano una strana reazione quando pronunciavo il mio nome, questo perché nessuno si aspettava che mi fosse stato assegnato un nome del genere, nemmeno io, dato che soprattutto fra le mura di Durmsdrang chiamarsi come un fiorellino di campo non era poi così sensato, anche se il fiorellino di campo li prendeva tutti a botte sistematicamente. Mi ritrovai ad osservare assorta quel suo sguardo abbandonato a guardare forse qualcosa oltre me. Era la prima volta che ricordavo di aver sentito uno sguardo del genere con me, di aver scelto di chiedere un'uscita fuori da quella straordinaria - inteso come fuori dall'ordinario - caccia al tesoro che mi sembrava non avremmo trovato mai. "Florent" dissi, cimentandomi in un malriuscitisismo accento francese. "Quindi sei francese." sorrisi. Non so perché, nella mia testa c'era sempre stato un particolare stereotipo di francese, cosa che non riuscivo a riconoscere in lui, dato che non m'era nemmeno capitato così tante volte di incontrarne uno. Sorrisi, alzando le spalle con indubbia smorfia da presa in giro sulla faccia, prima di prepararmi ad iniziare a scavare al suo via. "Ci credo che ti fai chiamare Flow, la gente non prende molto sul serio i francesi, nel tuo campo. Però adoro i fiori, quindi io non posso fare altro che apprezzare." Mi morsi le labbra, mentre ascoltavo con quanta dolcezza quel ragazzo individuava i fiori blu che portavano il mio nome ed annunciava che l'azzurro mi potesse star bene come colore. Sorrisi, quelle conversazioni passavano da un momento all'altro ad un approccio tra adolescenti, quasi con una punta di tenerezza. Con un sorriso alzai una mano, per cimentarmi nel batti-cinque meglio riuscito della mia vita, prima di scuotere un po' le spalle per iniziare a lavorare.
    "Si, di solito seppellisco i cadaveri delle mie vittime sotto le orchidee dei parchi." sorrisi, con la stessa divertente bonarietà con la quale lo stesso Flow aveva esordito in quelle domande dal dubbio gusto all'interno di una conversazione. "Il sangue è un ottimo fertilizzante, ravviva il blu delle orchidee rendendolo più intenso." Inclinai leggermente la testa, chiudendo un istante i miei occhi blu per attivare il woge parziale e rendere in un istante le mie iridi rosso sangue, come un Blutbad che si rispetti sa fare. Quindi chiusi gli occhi, che nel frattempo ritornarono normali, e mi morsi un labbro. "Ovviamente scherzo, sono solo molto appassionata di Giardinaggio. Da quando ero piccola. Pare che mia madre lo sia stata."

    code © thefedivan

  11. .
    once a puffo, forever a puffo, povera Orchidea
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    Chandra Xavier
    Auf Der Heyde
    30
    single
    teacher
    Non si sa come, sei uscito da quella scuola tutto d'un pezzo. Forse perché sei sempre stato fin troppo più alto della media dei tuoi compagni - che di per sé erano già belli grossi e nerboruti - e quindi avevi sempre quell'aria un po' pericolosa che hanno le persone alte più di cent'ottanta centimetri. Ti guardi intorno, con la consapevolezza che il mondo di Durmsdrang non ha segreti per te che quelle mura le hai vissute da bambino, e sei consapevole del fatto che adesso, le cose non sono cambiate. Sei lì dentro, e non vedi l'ora di andartene. Se solo il professor Golbachov non fosse caduto drammaticamente in malattia tu nona avresti mai accettato un lavoro lì. Eppure fare le scarpe all'uomo che più odiavi da adolescente ti provoca un piacere che si vede sprizzarti fuori da ogni poro della pelle. Adesso che sei un docente, non devi sorbire gli allenamenti militari, non devi combattere, non devi colpire, non devi imparare ad uccidere. Devi solo, insegnare.
    Insegnare la zoologia magica, la botanica magica, Tutte cose che, da studente, scegli se non ti piace allenarti, combattere, colpire e tutte cose così. I tuoi studenti, infatti, sono adorabili. Tanto a tal punto da farti amare quelle mura fredde e quell'umido degli infissi che distingui a fatica dalle tue articolazioni. Tutto era diventato banale, ed è proprio questo che desideravi di fare: un lavoro banale, niente ragazzi del quinto anno con bidoni d'acqua gelida a gettarti il freddo addosso in piena notte, niente andare dai ragazzi del primo anno a gettare bidoni di acqua gelida. Solo lezioni, correzioni dei compiti, vita sedentaria che tanto ami. Te ne pentirai, Chandra, un giorno.
    Ma non è questo il giorno.
    I tuoi occhi si scontrano in un'immagine celestiale. In un volto bello e radioso che non può far parte di quelle mura dove vige soltanto il terrore e la disciplina. Mandi giù un groppone che non ti aspettavi di avere, strabuzzando gli occhi come se non avessi mai visto una donna prima di quel momento. E' bella, le sorridi.
    E' anche piccola.
    Non solo d'età, chiaramente riconoscibile la differenza fra loro, ma proprio d'altezza. Vero è che per te chiunque sembrava essere fin troppo piccolo. Scuoti la testa, togli i pensieri, sorridi. «La biblioteca è al piano di sopra. Posso accompagnartici.»
  13. .

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    Victor Ledrec - 26 - OCD -
    Pieces
    "Una merda" bofonchio alzando lo sguardo in direzione di quella Jordana Romanoff, Jordana Romanoff, quella che continuava a chiedermi di chiamarla Dana, ma che io non riuscivo a non chiamare se non con nome e cognome.
    Nome e cognome.
    Nome e cognome.
    Jordana Romanoff.
    Scossi la testa, portando piano il mento prima di roteare indietro gli occhi come a voler guardare io stesso i movimenti del mio cervello, come pulsasse nella mia testa in seguito al fastidio che mi provocava. Lasciai cadere la mano lungo la scrivania, tremante, infastidita e dolorante, consapevole del tremore che ormai non nascondevo. Gli occhi mi facevano male, ma mai quanto i lividi sul corpo. Ero arrivato lì dentro con ossa rotte e l'unico desiderio di addormentarmi con della morfina giustificata in corpo, mesi fa, eppure nel momento in cui Doc, ovvero il dottor Merez mi aveva scaraventato in psichiatria ero sicuro che non sarebbe andata liscia. La mia mente vagava da un pensiero all'altro, come se nel frattempo potessi fare e non fare continuamente qualsiasi cosa. Era da molto che non ci vedevamo, ma non mi sembrava che le fossi mancato.
    Era una frase di routine.
    E' da molto che non ci vediam.
    Mesi, settimane, giorni, minuti, ore, secondi.
    No, prima le ore e poi i minuti ed i secondi. Era passata una settimana, non un mese. Era un mercoledì, che mi ero fatto vedere lì dopo qualche mese, qualche anno, no, non erano anni che stavo in America, e non erano tanti mesi che andavo da lei.
    Mi piaceva chiacchierare con lei. Jordana Romanoff.
    "Non so neanche perché sono qui. Mi prescrive delle medicine per il mal di testa? Ho il cervello che scoppia."

    Code by Northern;Light~ Find your own in Wonderland.
  14. .


    Maul

    BERGMANN

    Swing your partner round and round
    End of the night, it's going down

    red hands - emphatic - 47

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Un brutto giorno da ricordare e da dimenticare. Abbandonato sul divano umido di non si sa bene cosa di quel locale, gli occhi vagavano disinteressati da una persona all'altra, nella speranza di percepire anche soltanto un briciolo di consapevolezza, o forse - ancora peggio - un minimo di noncuranza. Ma la sua mente continuava a vagare, inconsapevole ed insofferente a tal punto da rendersi conto di aver fallito e ricordarsene in quel momento, con gli occhi abbandonati nel viso mentre un bel corpicino si faceva avanti in tutto il suo candido splendore. La ragazza, coperta da una maschera di malizia incontrastata, fece qualche passo nella sua direzione dopo aver scambiato una serie di parole sussurrate con un uomo: forse il suo capo, non riusciva a vederlo oltre una certa distanza. La bellezza del suo viso si fece avanti facendogli dimenticare ogni attimo e silenziosa sensazione con la consapevolezza di non essere, per lei, altro che un solito inutile essere umano da compiacere. Betty, si chiamava. Fra tutti i nomi da prostituta forse quello era il più brutto che avesse mai sentito. Usavano tutte un nickname, per non essere riconosciute o forse - meglio - per non riconoscersi. "Ciao Betty, io sono Maul." educato, come sempre, l'americano allungò la mano con attenzione per stringere piano le dita della donna, in un saluto galante, come sapeva ben fare. "Direi che un calice di vino rosso è pur sempre un'inizio. Un buon inizio."

    code © thefedivan

  15. .


    Orchidea Astrid

    CALARIS

    Sooner or later God'll cut you down

    blutbad - orphan - free

    voice - scheda


    narrato - parlato - pensato

    Lo guardai con un sorriso stampato sul volto. Quel tipo mi piaceva: era come una boccata d'aria fresca in un periodo completamente senza senso, in cui la vita andava ed andava senza molti significati profondi. Non che cercare al di sotto di azalee in un giardino avesse un chissà quale significato profondo, ma era comunque un bagliore nella monotonia che mi aveva decisamente stancato. "Sì, un'altra volta..." sospirai, quindi, scuotendo leggermente la testa "Ma va bene anche un caffè, se altro ti viene scomodo" lasciai chiaramente intendere che non mi importasse molto l'oggetto dell'incontro, tanto più il soggetto, ma lasciai perdere quella frase nel silenzio che si venne a creare in quell'attimo di silenziosi secondi in cui in un attimo, tutti i discorsi cambiarono. Con semplice concentrazione lasciai che le mani si stringessero intorno alla pala mentre ascoltavo le pseudo spiegazioni di quel ragazzo, nella ricerca di un tesoro nascosto sotto le azalee. "Allora osserva bene, e dimmi se vedi terra smossa" annuii, alzando le spalle, ritornando ad osservare attentamente il terreno intorno alle azalee. "Siamo circondati da erbetta, se qualcuno scava, necessariamente quell'erbetta si strappa e la terra si smuove. se intorno alle azalee c'è l'erbetta, allora il tuo amico ti ha detto una stronzata." sorrisi, indicando il cespuglio con un sorriso "altrimenti, possiamo iniziare a scavare."
    A posteriori, mi chiesi perché non mi fossi messa direttamente io a guardare con attenzione per capire se ciò che aveva saputo era la verità, eppure c'era qualcosa di terapeutico in quello spiegare cosa fare che mi fece sentire come immagino si sentissero le maestre delle elementari. Comunque, nel momento in cui il ragazzo si presentò, io trasalii, allungando la mano nella sua direzione. "Orchidea, come il cespuglio di fiori azzurri lì sotto."

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