Votes taken by Patrizia.

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    wanderer
    25 y.o.
    Esiste un momento di pausa in cui so ritrovare in me ogni dettaglio capace di farmi sentire persa, in cui so fermarmi davvero a pensare anche tra voci che nella mia testa risuonano confuse e so chiedermi con quanto egoismo io possa essere qui adesso, con quanta impazienza io abbia mosso passi che mi hanno inumidito gli occhi e reso secca la bocca. La verità è che non ho saputo aspettare un secondo di più e che ancora non saprei farlo, che nell'aprire questa porta me ne sono trovata così tante altre davanti, così tanti muri da abbattere con una forza che adesso mi manca perché come sempre so vacillare ad un passo dalla fine. Ho così paura di poterla leggere questa fine che adesso, ad una pagina di distanza da essa, non saprei finirlo il libro, non saprei fare altro che trattenere il respiro per un istante infinito che sa soltanto di dubbi e domande. Ma ho pensato di doverlo trattenere più a lungo di così il fiato, ho temuto di dover sopportare un'apnea per molto più tempo quando invece basta un sorriso ad infrangere tutto e a far tremare le mie ossa di un calore che non pensavo di poter conoscere. Non ti ho mai visto sorridere così, papà, non ho mai visto altro che un eroe lontano in ogni fotografia quando invece adesso sei solo un uomo, sei solo un padre, sei solo tutto ciò di cui ho bisogno per muovere altri passi con un sorriso che incerto cerca di ammorbidirsi su labbra un po' troppo tese.
    «Tu non- no, non devi sforzarti, non potresti davvero conoscermi, davvero. E' così e basta.» Ed è così strano, lo è in ogni parola che pronuncio e me ne accorgo solo un istante dopo, quando sembrano rincorrersi per spargersi nell'aria ed essere solo questo, solo l'affermarsi di verità insolite che non hanno il potere di calmarmi ma che sanno riempire attimi di infinita confusione. Perché cosa dovrei dire, adesso? Adesso che mi sembra un momento così sbagliato, che forse hai solo bisogno di riposo e non di queste pretese che mi premono nel petto per trasformarsi in domande silenti e verità che richiederanno una risposta, una a tua scelta, ma che esista e sia chiara.
    «Forse non dovevo venire, non è proprio il momento giusto, io non... non so nemmeno dirti chi sono Eppure sono qui, tremante ma immobile su una sedia accanto al tuo letto e incapace di vedere altro che te, di sentire altro che te e tutti i miei pensieri che ti riguardano. E forse in fondo lo so che non saprei compiere un passo indietro, non adesso che ti ho visto sorridere in mia direzione e ho scoperto in quanti infiniti modi possa essere sciolto un cuore incerto. Quanto altro potresti darmi, papà? Quanto mi sono persa in tutti questi anni? Quante certezze, quante dritte, quanti momenti da ricordare forse anche più intensamente di questo? Non sono pronta a perderne nessuno, non per mia scelta, non quando si trovano così vicini a dita che potrebbero sfiorarli con la più dolce delle carezze.
    «Scusami, con le parole sono un disastro. Diciamo che potrei averti fatto un disegno. Non perché sei in ospedale, potrei averlo fatto tanti, tanti anni fa. E sono venuta a dartelo.» E forse so essere coraggiosa adesso, anche quando sono dita tremanti a raggiungere un foglio piegato e ripiegato per riporlo tra le mani di chi avrebbe sempre dovuto possederlo. Forse so essere coraggiosa perché non ci sarebbe altro modo per alzarsi da questa sedia e guardarti più da vicino, prendermi tutto ciò su cui non ho mai voluto avere pretese con un solo sguardo dolce che non sa di obbligo ma di ogni desiderio che so provare. E adesso desidero mostrarti la bambina che su un foglio ricopiava ogni fotografia in suo possesso di quel volto preciso e sempre accompagnato dall'uniforme, da parole che non sapevano mai essere diverse da quelle che anche adesso ti sto facendo leggere. Papa est mon héros. «Non so se... leggi il francese?»
    ©
  2. .
    Ariel Chandler
    Ha fatto così tanti errori di cui non le è permesso pentirsi, si è lasciata alle spalle così tanti sbagli capaci di scavare vuoti immensi in un'anima che forse, ad un certo punto, ha tremato per l'impossibilità di rimanere unita sotto correnti di venti gelidi e scosse che la avrebbero potuta far crollare verso un suolo non poi così lontano. Ha pensato di averlo ormai toccato il fondo quando è stata in grado di rialzarsi, quando ha potuto voltare la testa verso le proprie spalle per vedere ad una ad una ogni cosa che aveva creduto di aver perso. E ora Rias occupa la sua intera visuale, ora i suoi occhi le ricordano di tutto ciò che ha perso e che solo in lei può ritrovare, di un'euforia capace di far tremare ossa rigide e pezzi di carne che hanno creduto di essere morti, congelati, privi di stimoli. Perché ora potrebbe ammettere di sentire tutto, di sentirsi così piena da poter esplodere, così sazia da non esserlo mai veramente in una lussuria che si risveglia e non sa darle tregua, non quando tra le sue dita avverte il corpo di Rias e sa che non potrebbe mai averne abbastanza. Non potrebbe mai essere sazia di lei, non potrebbe mai accontentarsi di qualcosa che non sia tutto, nonostante il tutto possa sembrare così fottutamente pericoloso, così assuefacente, così sbagliato per chi ha dovuto sempre accontentarsi di ciò che le proprie dita trovavano in un mondo che non è mai sembrato adatto. Ma ora sa vederla una realtà in cui potersi adeguare, ora sa vederla una figura i cui contorni appena illuminati dalla luce del mattino si stagliano nella sua testa per non darle modo di pensare ad altro, di desiderare altro, quando è un ritrovamento così profondo quello che ha conosciuto in una sola notte, un incontro non solo con una parte troppo importante del suo passato ma anche con sé stessa, con i propri reali desideri, con i propri bisogni. Sono tutti lì adesso, incastrati tra dita che si fondono con le sue e che non può fare a meno di stringere con una convinzione che non ha mai creduto potesse appartenergli ma che ora le vibra in ogni muscolo, le brilla in ogni sguardo e in ogni sorriso che ancora in parte immerso nel sonno si rivolge a lei, a Rias. E non lo sa se sarà capace di tenerle strette così quelle dita per istanti che non sfumino nel tempo, non può sapere come e quando ancora sapranno essere il tutto di cui hanno così disperatamente e genuinamente bisogno, ma forse non c'è bisogno di saperlo, forse non c'è bisogno di aspettarsi niente quando le più genuine promesse sono già state scritte su ogni centimetro del loro corpo e parlano di un futuro che non saprà mai più vederle divise.
    black magician
    assassin
    25 y.o.
    YOU'RE A SHARK
    AND I'M SWIMMING
  3. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Ci sono state talmente tante regole ad imporsi sulla loro vita, alcune con un peso maggiore e altre con la semplicità di un rispetto dovuto a qualcosa di più grande, che sarebbe difficile averne anche quando si tratta soltanto di stringersi la mano per accompagnarsi in un percorso che per una di loro sa essere nuovo. Ed è sempre stato così, è sempre stato un istinto più che sincero quello che le ha accompagnate su ogni strada condivisa, è sempre stato un bisogno viscerale quello di lasciar fluire le parole più vere che potessero trovare per descrizioni infinite che diventano storie, racconti, immagini da veder scorrere davanti ai propri occhi. Perché le parole di Madeleine hanno questa consistenza, hanno colori vibranti e profumi incastrati in ogni sillaba, suoni e sapori capaci di travolgerla anche con occhi che rimangono fissi sulla figura che meno di ogni altra dovrebbe poterla sorprendere, ma che è magnetica più di un paesaggio invernale. Perché nonostante ne conosca ogni tratto, dettaglio e particolare, sa quanto sarebbe impossibile stancarsi di suo sorella, trovare un eco ridondante tra storie sempre nuove e ricordi che non è mai un peccato condividere.
    «Jet lag? Mi addormenterò nel piatto stasera ma non potrei mai perdermi il mio primo pomeriggio con mia sorella.» E potrebbe ammettere con purezza di non aver aspettato altro per anni che non hanno saputo davvero pesarle ma che sono stati pieni di mancanze e distanze insopportabili, che hanno fatto accrescere insicurezze e paranoie che ora sembrano così lontane da terre che riconoscono la loro stella più splendente e ne riflettono ogni scintilla di luce. Perché è così facile seguire Madeleine con lo sguardo e scordarsi di ciò che potrebbe andare storto, è facile pensare solo ad un legame che ancora può rafforzarsi e darle infinite spinte verso strade prive di ombre, prive di rovi, prive di paure che con lei non sa provare.
    «Oh, ora ti riconosco e ora non ho proprio neanche un po' di sonno, sparito, puf.» Sanno esserci scintille capaci di accendersi ad ogni marchio pronunciato ma ancor di più al sentire sulla pelle l'entusiasmo di cui riveste ogni parola, con una gioia che è gemella della sua e sa solo spingerle l'una contro l'altra in un abbraccio che persiste in ogni sguardo e promessa che sanno dedicarsi.
    «Sono ancora i miei preferiti, imbattibili.» Lo dice con le labbra sporche di briciole e un sorriso infantile a incurvarle appena ancora e ancora, in infinite smorfie che si alternano senza mai far sparire le fossette nascoste dietro qualche biscotto. Perché sa persistere un'espressione eccitata e rapita, sicura e addolcita da parole che non può far a meno di ascoltare come se fossero la storia più sensazionale che le sia mai stata raccontata. E in fondo lo è, è l'unica che potrebbe interessarle così a fondo e più di innumerevoli favole, perché quando si parla di Madeleine è sempre pronta a immagazzinare ricordi, esperienze e lezioni che non potrebbe imparare da altri che da lei. E' sempre stato così, è sempre stata il suo unico e più brillante punto di riferimento in un mare di indecisioni e insicurezze non adatte a lei, le stesse che Madeleine sembra schivare con innata maestria.
    «Domenica pattini e lunedì concerto? Io non ho impegni.» Ed è così naturale chiedere e chiedere tutto ciò che desidera, tutto il tempo che ha sentito mancare in istanti troppo vuoti di questa euforia che ora riveste ogni programma, ogni richiesta, ogni desiderio che diventa immediatamente tangibile, accessibile, pieno di necessità da poter soddisfare. «Usciamo subito, penso di aver esagerato un po' nel proclamare immunità al jet lag. E' meglio se stiamo in giro, aperitivo e poi potrò addormentarmi nella minestra come da tradizione.» La verità forse è che è semplicemente impaziente di fare ogni cosa, di riempire ogni vuoto che ha creduto di poter avere con infinite esperienze che potrebbero accavallarsi e travolgerla senza mai stancarla. Perché è tutto ciò che attende da tempo immemore, è tutto ciò che ha desiderato negli ultimi anni e che finalmente si avvera con le fattezze di un sogno così vivido da non conoscere un possibile risveglio. «Pronta a servirti! Dovresti toglierlo anche tu a me. Ma aspetta...» E' tutto un susseguirsi rapido di esclamazioni e sguardi, di gesti che la portano così vicina per offrirle un aiuto spontaneo e un po' più lontana in seguito per tirarsi su i capelli e accennare una giravolta che non ha tempo di esistere, non quando i suoi occhi si ancorano su una figura che stona appena su una pelle che ha sempre visto immacolata, come la propria. «E' un tatuaggio quello? Un tatuaggio vero
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  4. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Ci sa essere un'abitudine così calda capace di infilarsi tra ossa sempre congelate nell'incapacità di muoversi libere, nel respiro trattenuto prima di ogni azione che ora si può fondere ad aria tiepida e diventare una familiare sensazione di spensieratezza capace di liberarsi solo in determinate circostanze. Non avrebbe pensato di poterlo fare lì, ad una festa, tra le mura di un nuovo posto da scoprire e le strade di una città che ha sempre saputo come attirarla e come metterla in soggezione. Ma il fatto che possa succedere la calma, le permette di distendere i muscoli di un corpo che comincia a muoversi più naturalmente, istintivamente, come se non ci fossero limiti a rivestirlo su ogni arto. E non ci sono. Non ci sono davvero per istanti che si allungano fino a diventare minuti e che non mostrano un orizzonte raggiungibile in cui tuffarsi, non ci sono limiti in un'intera serata che si scioglie davanti ad uno sguardo che si fa meno attento, capace di perdersi in dettagli che non si concederebbe di osservare se non fosse così a suo agio.
    «Parco divertimenti, andato, prima cosa che voglio vedere.» Sa eccitarsi così facilmente la sua voce, fluire nella sua gola con un calore che è un'abitudine lontana o da inserire solo in specifiche cornici ma che ora la travolge in una risata che non vuole controllare, in un sorriso che si addolcisce oltre ad essere divertito. «E poi il Queens, se mi vorrai portare, penso che non esista modo migliore di visitare un luogo che in compagnia di chi ci è cresciuto.» Ed è vero, sono tutte parole che non ha bisogno di pensare, che seguono quella precedente con un'eccitazione che non permette a pause o riflessioni di esistere, che le lascia arieggiare tra sorrisi di pura euforia e mani che gesticolano nel riflettere la gioia che si illumina nei suoi occhi. Perché è sincero, è tutto così sincero da travolgerla e permetterle di abbattere muri di marmo spesso asfissianti.
    «Oh, sei un ottimo venditore. Comincia proprio a piacermi.» Lo fa davvero, lo fa tra promesse da cui si lascia travolgere perché non sarebbe naturale non fidarsi, non con Ethan che sa essere una presenza così pura anche se da lei così diversa. Perché è sempre stata quella fiducia a legarli in una linea che senza controllo e desiderio ha finito per stringerli sempre più profondamente in ciò di più sincero che abbia mai conosciuto al di fuori del proprio sangue. «Seriamente, penso che non dovrai convincermi ma solo accompagnarmi ad iscrivermi.» E sa accoglierla con l'ennesimo sorriso l'idea di poter condividere anche quel percorso con così tante similitudini, così tanti ponti a collegarli come è stato il sentiero che breve ma intenso si è scritto nella sua storia durante l'anno trascorso ad Ilvermorny. «Laurea in Psicologia ma segretamente indirizzata verso la Criminologia. Oh, è un segreto veramente questo. E seguo Psicocinesi, Psichica e Magia Elementale. Dimmi che abbiamo qualche classe in comune, per favore?»
    ©
  5. .
    wanderer
    24 y.o.
    Ci sono lancette infami che vedo muoversi troppo velocemente davanti ai miei occhi, presenze che cadono con una facilità che mi blocca infiniti respiri tra la gola e i polmoni senza darmi la possibilità di fare niente, nulla quando c'è ghiaccio capace di scivolare su ogni mio arto per renderlo immobile. E' davvero così facile prendersi una vita? E' così facile vederla scorrere come sangue sul suolo, davanti al mio sguardo, in un secondo che si dilata come occhi incapaci di riflettere questa scena senza macchie di terrore ad annebbiarli. Pensavo di averlo imparato, pensavo che bastasse sapere come farlo per poterlo anche accettare ma la verità è che non penso di esserne in grado, che non so vedere occhi spalancarsi privi di vita senza sbilanciarmi in una corsa inesistente che mi spinga verso una rianimazione che forse non esisterà mai. E adesso non posso fare niente, adesso so solo espirare e non riempirli più i miei polmoni di un'aria che mi soffocherebbe. Non so accettarlo, so solo sentire la paura scorrere tra i muscoli e la pelle e sussurrarmi questo disperato bisogno di tempo. Ho bisogno di secondi in più, di una lucidità che non mi è concessa per proteggermi, per proteggere Aalia, per proteggere altre vite che mi si spezzerebbero accanto spezzando anche me. E allora lo prendo del tempo in più, velocizzandomi per compiere movimenti che conosco e che forse non controllo, tutti i gesti necessari per creare una barriera definitiva tra noi e loro, loro che le vite in questa stanza decidono quando prendersele senza un istante di esitazione. Perché sono veloce quando basta a rimanere coperta dietro questa immagine fittizia mentre estraggo un pennarello dalla borsa per disegnare un familiare cerchio sul mio palmo che mi permetta di liquefare un incantesimo in una pozione che mi sarà più utile, che potrò potenziare unendola ad una già in mio possesso per renderla la barriera infallibile di cui abbiamo bisogno. Lo so che solo una patina così resistente potrebbe rafforzare i fili a cui sono appese le nostre vite, solo una barriera in grado di respingere loro e di tenere fuori ogni loro magica estensione, ogni loro incantesimo, ogni percezione, creando attorno a noi una fortezza impenetrabile ma necessariamente invisibile. Perché non posso permettere loro di sapere che anche noi possediamo armi con cui difenderci, così come non posso svelare questo potere a chi dovrebbe rimanerci cieco di fronte. Non sono fatta per infrangere la legge, ho sempre creduto di non esserne capace. E allora li alzo al cielo occhi pronti e rapidi a scattare, a reagire subito dopo aver attivato e lanciato una fiala che nell'infrangersi a terra si trasforma in una cupola di luce che necessita di essere diffusa nell'ambiente per disperdersi e lasciarci sotto una barriera invisibile che me lo fa prendere un respiro vero, uno solo, prima di tornare a nascondermi dietro incantesimi che prolungo affinché rimangano la nostra segreta copertura.
    azioni
    Attive:
    -Specchio per sembrare ferma con le mani legate (fino alla fine del turno)
    Nome: Specchio
    Requisiti: 28, I lezione III anno, percorso Illusionist
    Tipologia: Fotocinesi
    Descrizione: Il mago modifica le particelle luminose assorbite dal suo corpo, creando il riflesso di un oggetto o di una persona visibili al momento dell’incantesimo per assumerne le sembianze. Utilizzabile per mimetizzarsi con l’ambiente o per assumere l’aspetto di un altro soggetto. Può essere applicato anche ad altri oggetti ed individui ma i due bersagli devono avere all'incirca le stesse dimensioni e la stessa forma.
    Durata: Tre azioni

    x. Velocità della luce
    Nome: Velocità della luce
    Requisiti: 30, II lezione III anno
    Tipologia: Magia temporale, passiva
    Descrizione: Il mago è in grado di accelerare il proprio scorrere del tempo per velocizzare le proprie azioni, che siano esse di spostamento, di difesa o di attacco. Guadagna +2 in velocità e un’azione bonus spendibile nel turno stesso. Utilizzabile una volta ogni tre turni.

    1. Cerchio I lezione IV anno
    2. Liquefazione di esclusione specifica (persone e cose tangibili)
    Nome: Liquefazione dell'Incantesimo
    Requisiti: 30 a Lezione IV Anno
    Descrizione: tramite l'utilizzo di questo incantesimo, l'etere si attacca all'energia magica dell'incantesimo liquefandola in una pozione. Si può liquefare qualsiasi incantesimo delle materie possedute ed entro la votazione ottenuta, questo perché l'alchimista deve conoscere molto bene su che tipo di flusso magico va ad agire. L'incantesimo liquefatto si può utilizzare in diversi modi, proprio come una pozione, tramite siringa, da lancio, sottoforma di gas, sparso su una superficie e così via.
    Movimento: unire le mani palmo contro palmo
    Azioni: 1 azione per disegnare il cerchio, 1 per attivare l'incantesimo
    Durata: la durata dell'incantesimo liquefatto, la pozione ha una valenza di un turno in più (quando non usata, tenuta soltanto in questa nuova forma) rispetto a quella base della skills liquefatta

    Nome: Esclusione specifica
    Requisiti: variabile, I lezione II anno
    Tipologia: Barriera
    Descrizione: Barriera che si manifesta come una semisfera di grandezza variabile a seconda della potenza del mago, non necessariamente attorno a chi la ha creata. Va creata concentrandosi su ciò che si vuole escludere da essa, il bersaglio escludibile dipende dal voto conseguito:
    -22: solo cose tangibili, non si può castare in un altro punto dello spazio;
    -24: solo cose tangibili, si può castare in un altro punto rispetto al mago;
    -26: energie semi-tangibili (es: spiriti);
    -28: energie intangibili (es: suoni, fuoco).
    Durata: Un turno

    3. Potion fusion con Impedisci magia
    Nome: Potion Fusion
    Tipologia: Pozionista
    Requisitii: 29 a Lezione IV Anno
    Descrizione: permette di unire due pozioni combinando gli effetti delle singole in un'unica pozione, gli effetti ottenuti non sono casuali ma possono essere decisi dall'alchimista decidendo quali ingredienti far prevalere nella miscela. La combo può quindi essere decisa dall'utente ma dev'essere ritenuta fattibile e coerente dal master o dal docente.
    Movimento: toccare entrambe le pozioni
    Azioni: 1 azione per disegnare il cerchio, 1 per attivare l'incantesimo
    Durata: istantanea, la pozione fusa mantiene le proprietà combinate per tre turni dopo l'utilizzo della skill

    Pozione Impedisci Magia [Lancio]
    Livello di difficoltà: Base
    Ingredienti: secrezioni ripugnanti di caterpillar, rametti di lavanda, ginepro.
    Azioni: 2 azioni (preparazione, sintetizzazione)
    Effetto: versata su un oggetto, impedisce che attraverso quest'ultimo passi qualsiasi tipo di magia, anche una banale percezione, mediante l'uso di una patina di etere che intercetta una qualsivoglia energia magica e ne blocca il flusso. Viene usata spesso per assicurare la privacy delle abitazioni (in questi casi, viene rinnovata di continuo dal generatore di energia).
    Durata: un turno, può essere rinnovata con un azione

    4. Attiva la pozione e la fa cadere in mezzo agli ostaggi
    5. Diffusione per spargere la luce della barriera e renderla invisibile
    Nome: Diffusione
    Requisiti: 20, I lezione III anno, percorso Illusionist
    Tipologia: Fotocinesi
    Descrizione: Il mago riesce a modificare l’intensità delle particelle luminose presenti in un’area, deviandole in modo sparso attraverso la Diffusione o in modo preciso attraverso la Riflessione.
    Azioni: Una per utilizzare Diffusione e aumentare/diminuire la luminosità, due per utilizzare Riflessione e deviare le particelle luminose in un punto specifico.
    Durata: Un turno.

    6. Controllo vasto + Timer per prolungare di un turno sia lo specchio che la barriera
    Nome: Controllo vasto
    Requisiti: 28, II lezione III anno
    Tipologia: Passiva
    Descrizione: Il mago è in grado di praticare un identico incanto temporale su un'intera area e sui soggetti/incantesimi al suo interno (al posto che solo su un soggetto), per un massimo di 3 metri quadrati a seconda della propria potenza.

    Nome: Timer
    Requisiti: 24, II lezione III anno
    Tipologia: Magia temporale
    Descrizione: Il mago riesce a modificare la durata di un incantesimo proprio o altrui. Se l'incanto ha una durata maggiore di un turno, potrà sottrarre o aggiungere un turno. Se l'incanto ha una durata di un turno, potrà sottrarre o aggiungere 1-3 azioni a seconda della potenza dell'incantesimo.

    equip
    1. Coltello militare in una fodera nella borsa a tracolla
    2. Pennarelli indelebili nella borsa a tracolla x2
    3. Gessetti nella borsa a tracolla x2
    4. Stilo di runica nella borsa a tracolla
    Borsa del Pozionista: 2xSonnifera, 2xDetritica, 2xCappa di Silenzio, 3xImpedisci Magia, 3xAbbagliante, 4xScivolosa, 2xCaos Elettrico, 3xImpalpabile, 1xFelix Felicis
    bonus
    Peso. 52kg
    Altezza. 1.70cm

    PSICOCINESI
    – Warrior (I), Illusionist (II-III)
    – Magimeccanica
    Attacco coordinato: Tutte le combinazioni di azioni che contengono almeno un attacco fisico (es: calcio, pugno etc.) ricevono un bonus di +5 su tutte le azioni del turno.
    Intensità: Il mago è in grado di controllare perfettamente l’intensità dei vettori applicati, guadagnando un bonus di +1 su ogni vettore utilizzato.
    Meta precisa: Il mago è capace di concentrarsi maggiormente sulla propria meta, ogni incantesimo di teletrasporto guadagna +2.

    ALCHIMIA
    – Triennio: Misto
    ↳ Conoscenze: Chimica, Metallurgia, Anatomia Umana, Fisica, Astronomia
    – Specialistica x2: Dominatore dell'Etere (Sofisticazione puro) + Pozionistica, Manipolatore del Cosmo x2
    ↳ Conoscenze avanzate: Chimica, Etere, Erbologia, Fisica
    ↳ Skills generali: Circle everywhere, Marchiatura, Prolungamento
    – Pozioni conosciute: Detritica, Abbagliante o Buio Pesto, Caos Elettrico, Sonnifera, Cappa di silenzio, Scivolosa, Impalpabile, Felix Felicis, Cimice, Impedisci magia

    RUNICA
    – Shadowhunters:
    ↳ Fearless, Speed, Fortitude, Sharpness, Vigilance, Night Vision, Stamina
    – Metamagie:
    ↳ Estesi, Con Portata, Dirompenti, Echeggianti, Rapidi, Camuffati, Intralcianti
    – Specialistica: Mimesi


    BIANCA
    – Aura Rosso Vermiglio
    – Metaskills/Skills a scelta triennio:
    ↳ Pranoterapia a distanza, Veste magica, Scudo su altri, Ritarda veleno, Panacea
    – No specialistica

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    wanderer
    25 y.o.
    Forse non ho davvero più pensieri da spendere su questi pochi momenti che ancora sanno separarmi da te, papà. Forse ci ho semplicemente pensato troppo, ho immaginato ogni possibile risvolto del mio arrivo in questo posto e mi sono obbligata a non prenderne nessuno davvero in considerazione per il timore di costruire illusioni troppo solide, le stesse che con la più misera frana potrebbero crollarmi addosso. Ma ora sto muovendo passi che sono veri tra questi corridoi, verso la tua stanza che per giorni ha saputo farmi paura, ma che ora è solo la prima meta di oggi, forse la più facile. E alla fine ho pensato davvero così tanto da non avere più niente che possa scorrermi tra pensieri confusi, niente di consistente che possa parlare di convinzione o paura quando non riconosco più niente in me, quando quasi mi annullo per seguire una scelta che sento premere in ogni mio muscolo ma non nella mia testa, no, perché sarebbe troppo difficile pensarci ancora adesso. Ora sento solo i passi farsi più rapidi per un'impazienza che combatte la paura, sento solo i respiri farsi più affannati per un timore che permea ogni spazio nell'aria e la rende così difficile da respirare, così superflua quando so di essere stata in apnea troppo a lungo.
    «Ciao Rust.» E' sempre iniziato così, è iniziato così in ogni immagine che mi è passata per un istante in mente prima di essere scacciata con forza, è iniziato così senza mai finire ma adesso è così, adesso non c'è più nulla che io possa rimuovere forzatamente da pensieri che diventano consistenti e si immergono in una realtà che non ho mai sentito premermi con tanta insistenza sulla pelle. Perché so perderlo davvero il fiato adesso, so annaspare di fronte ad un'immagine che è vera e non più la luce di uno schermo, l'inchiostro su un giornale, ma pelle e carne che si stagliano su uno sfondo troppo bianco che non sa più avere il significato che dovrebbe. Niente lo ha. Non un ospedale, non un lettino, non la guerra che hai scritta su ogni lineamento e su ogni piega della pelle. Che senso ha tutto questo se non la possibilità di essere sfondo a sangue che separato può finalmente riunirsi, che senso hanno una città, una nazione, infiniti scopi, quando i miei occhi possono davvero poggiarsi su ciò che ho cercato dal mio primo sguardo sul mondo e solo adesso vedo con una nitidezza tale da sentirlo spingere contro ogni mio lembo di pelle.
    «Io sono...» Non lo so. Ci credi papà che non ho idea di chi io possa essere? Che questa forma non ha mai avuto un senso per me, che ogni mio scopo è sempre apparso sbiadito e indeciso tra contorni che non sapevano affermarsi in un mondo troppo perfettamente delineato. Io non lo so e nemmeno tu lo sai e non lo so quale delle due cose implichi l'altra, non lo so da cosa possa partire questa inconsistenza che ogni tanto mi sfalda in pezzi di me che non sanno davvero esistere. E forse non importa chi sono adesso, forse importa solo cosa potrò essere quando ci saranno altre dita a poter forgiare la mia immagine e a decidere quale forma darmi, quale consistenza. «Scusa, tu non mi conosci ma io volevo comunque venire a trovarti. Posso entrare?»
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    wanderer
    24 y.o.
    So prendere un respiro che sia vero e pieno adesso, sai concedermelo tu quando nei tuoi occhi non vedo niente che possa scontrarsi con le mie parole, che possa profanarle o trattenerle come se non appartenessero a me soltanto. So lasciar andare un peso dal mio petto senza che si scomponga perché è lì che deve restare tutto, tutto questo e una nuova fiducia che la pelle la rende più elastica e che fa sembrare tutto più sopportabile per qualche istante. Non ci sono più fiati affannati a riempire spazi troppo piccoli, troppo pieni di timori che possono sciogliersi e sfumarsi appena in nuove rassicurazioni che non ho pensato di poter accogliere ma che scivolano come miele in ogni fessura rigida che si è aperta negli ultimi mesi di indecisione. Perché adesso mi sembra che ci sia spazio per far entrare ogni cosa, ogni sorriso e un bicchiere che si poggia delicato tra le mie dita, poi sulle mie labbra, ogni parola che così dolce non mi sono aspettata ma che sa essere più vera di tutto ciò che ho potuto immaginare nell'ignoto oblio in cui mi trovavo prima. Sai, mi sembra di essere un passo più vicina a lui adesso ma non è questo a far rilassare i miei muscoli sul materasso, è la quiete di chi il proprio cuore sa riporlo tra dita attente che nella tempesta gli concedono riparo.
    «Grazie.» Perché hai trovato le forme di tutte le mie paure e ti sei adattata per ricoprirle, perché hai visto ciò che si è nascosto dietro ogni mia parola, urlando per farsi notare, e lo hai accolto senza una sola domanda ma con tutta la comprensione di cui penso di aver bisogno. E forse non c'è altro che mi serva adesso se non un futuro che posso aspettare, forse non ho bisogno di assensi o consigli quando tutto ciò che cerco è un appoggio su cui riporre decisioni già solide ma appena tremanti. Ho bisogno solo di questa calma, di questi sorrisi e di parole che dolci mi scivolano addosso come una carezza, ho bisogno di questi momenti che riempiano il vuoto di un tempo che ancora non esiste e attende in profondità di terre che sanno tremare, ma che forse possono trattenersi, una pietra saldamente ancorata all'altra, senza provocare alcuna frana.
    «E' vero. Spero solo che possa andare bene, per me e per tutti.» Ma è già meglio, meglio di quanto avrei potuto immaginare, mentre mi appoggio al muro con arti distesi e muscoli più rilassati, mentre il bicchiere so finalmente portarlo alle labbra per perdermici in un attimo che mi stira la bocca in un sorriso ancora debole, ma presente. «Tu... lo conosci bene? Ti posso chiedere come me lo descriveresti? Tipo qualcosa che non posso aver letto sui giornali, su internet.»
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  8. .
    wanderer
    24 y.o.
    Penso di aver appena salutato un capitolo importante della mia vita, di aver detto addio a quella bambina che con occhi sognanti sapeva ammirare un disegno così come una fotografia per immaginare infinite storie come se fossero già scritte sulle pagine successive della sua vita. Perché adesso lo so che queste pagine sono bianche, che le mie scelte e i miei desideri non bastano a dargli colore, a dargli una forma, a dargli un significato che non è più solo mio e non è più ciò che decido di stringermi dentro il petto. Non dipende più da me neanche se queste decisioni sono difficili, non dipende più da me perché ci sono scelte che ho già preso nonostante la paura e che mi hanno portata qui a stringermi tra le braccia più familiari che conosco per trovare conforto prima di una spaventosa tempesta.
    «Lo so.» Le so queste cose che mi dici, Sara, queste storie che so accogliere con un sorriso dolce e che già rivestono l'immagine di mio padre con tutto ciò che ho sempre pensato di dover sapere, ogni dettaglio, ogni particolare che sa sembrarmi perfetto. Ma sa esserci così tanta incertezza adesso, ora che queste storie non mi sanno più bastare e che sono qui per avere così tanto altro, per chiedere e mai pretendere che mi venga dato anche tutto ciò che non è scritto sui giornali.
    «No, no, Kali non deve saperlo, nessuno deve saperlo.» Nessuno prima di lui perché è così che deve essere, perché deve essere riposta nelle sue mani e basta questa scelta che mi rimane a fior di labbra senza mai essere pronunciata ma che è sottintesa in ogni parola. Perché è così ovvio che sia questo bivio a scatenare un terrore viscerale in me, a farmi tremare anche di fronte ad una decisione che dovrebbe sembrare il lieto fine di tutto ma non lo è, perché esisterà sempre la possibilità di tornare indietro. «Scusami, non voglio farti avere segreti con tua sorella ma voglio che lui sia il primo a saperlo. Così potrà... dirmi di tornarmene a casa, se vorrà.»
    E' questo, sapete? E' solo questo ciò che mi stringe la gola nel sentire un pianto che non è ancora pronto a uscire, che non vuole far vacillare il mio corpo prima del dovuto anche se ora mi sembra di essermi liberata di un velo che i miei tremolii sapeva nasconderli appena. Ma lo so che non avrebbe senso, che ho scelto di avervi qui per mostrarvi ogni mia forza e debolezza come sempre, ora che il vostro supporto è una necessità più profonda di quanto non lo sia mai stata e ne ho bisogno in modo così trasparente. Non ha senso nascondere nulla, non ha senso omettere parole così importanti solo per la paura di non potercisi rivestire in un giorno che forse non arriverà mai anche nel sembrare così vicino.
    «Sì, sarebbe... mia sorella. E un'altra persona che non vorrei dover incontrare prima di lui.» Perché ho così poche certezze adesso ma mi ci so aggrappare con tutta la determinazione che possiedo, ho pochi punti che possano rimanere così fermi come questa scelta che ho preso prima ancora di salire su un aereo e molto prima di essere qui con voi. «Lo cercherò non appena tornerà a New York. Voglio dirgli chi è per me... e chiedergli se per lui è lo stesso.»
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  9. .
    millie tobin aalina holstein
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Ci sono barriere ed argini che non può attraversare se non così, con lineamenti che si sfaldano per diventare diversi e un nome che perde ogni ricamo dorato per divenire comune e mischiarsi al caos che si insinua in ogni fessura tra le strade di una città che ormai pensa di conoscere, almeno superficialmente, almeno quanto le basta per sapere dove mimetizzarsi e prendere ciò che desidera da percorsi che dovrebbero esserle preclusi. Perché lo Sphynx non è adatto a lei, perché la sua ambizione così distante da ogni altra non è adatta ad Aalina Holstein, non le si può ricucire addosso per diventare una veste comoda e adeguata, ma può farlo con una figura così duttile che è Millie Tobin in ogni suo breve istante di vita, in ogni illusione che la vede protagonista di un'esistenza così diversa da quella a cui è abituata. E adesso, con questo nuovo volto, può fondersi ad una normalità che ha sempre guardato dietro pareti di perfetto cristallo e barriere infrangibili, può lasciare che le proprie paure più grandi diventino atti di quotidianità e non più sfide in cui non è concesso il fallimento, l'ansia, l'esistenza di troppe paranoie da trattenere in un petto che si abbassa e si alza sempre seguendo il ritmo della più graziosa eleganza. Ma Millie è più spensierata, è priva di regole, si può muovere tranquilla e permettersi di traballare tra un passo e l'altro, Millie può parlare con uno sconosciuto senza avere assolutamente motivo per farlo se non la sua sola presenza in un ufficio che si è pian piano svuotato mentre la luce del sole calava al di là delle finestre. «Ti fermi spesso fino a tardi o hai bisogno di una mano?» Perché non le capita spesso di vedere altra gente fermarsi dopo che fa buio e forse non le capita neanche di farci caso, non quando ha altri infiniti pensieri e le manca il tempo per focalizzarsi su quelli che appartengono a quello strano rifugio, a quel volto che non è suo ma che sa calmarle la voce e farla posare su ogni presenza con incredibile semplicità. E in fondo è solo un modo più facile per rendere vive le proprie preoccupazioni, per liberare un altruismo che spesso è reso cieco da barriere che non le permettono di interagire in quel modo con una persona. «A volte quando sono l'ultima ordino i nachos al formaggio dal messicano qui vicino, sono spaziali. Se un giorno vuoi provarli ho il loro numero salvato sul telefono.»
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  10. .
    student
    17 y.o.
    Sa sentire qualcosa fermarsi in gola dopo aver pronunciato saluti a cui è abituato senza alcuno sforzo, così come sa sentire parole che invece non hanno davvero una forma e che per questo rimangono lì come un fastidio senza avere un'effettiva spinta per trasformarsi in suoni e permeare un'aria più calda del solito. Perché ci sono strade che non sa mai bene come percorrere, che lo stomaco glielo stringono tra abitudini a cui non si è mai adattato davvero e silenzi che sanno solo irrigidirlo, ma che non è forte abbastanza da spezzare. E forse sarebbe solo più facile, lo sarebbe lasciare che una risata per niente imbarazzata si sciolga in quel buio per disegnare un sentiero da seguire che porti entrambi fino a casa senza sguardi che sanno pregare affinché l'altro lo faccia per primo. Ma non è mai stato bravo a nascondere il proprio imbarazzo, non è mai stato bravo a nascondere nulla se non ciò che prova a sé stesso, ad occhi troppo ingenui per comprendere ciò che agli altri appare tanto evidente. Perché ci sono consapevolezze che forse lo alleggerirebbero ma che rimangono come scudi di roccia ad appesantirgli lo stomaco, che non si sfaldano, non si sciolgono addosso ai suoi muscoli nel creare una patina di accettazione che non esiste, perché ha semplicemente imparato a tenere tutto al di fuori di una pelle troppo dura per essere scalfita dal male o dal bene. E c'è anche Kali là fuori, insieme a tutte le altre certezze, c'è anche Kali che la pelle ogni tanto gliela solletica tra carezze che vorrebbe lasciar entrare più di ogni altra ma di cui si limita a bearsi per quei pochi istanti in cui possono condividerle.
    «Sei ubriaca? Io no, hanno detto più stronzate del solito e abbiamo bevuto di meno.» Lo dice con una sigaretta che tra le labbra le annebbia un po' quelle parole, riponendo in tasca un pacchetto che non dovrebbe avere ma che ha acquistato con i soldi trovati sul comodino di suo padre, gli stessi che gli procureranno l'ennesimo livido per un solo respiro di libertà. E non lo sa nemmeno lui cosa stia dicendo, non lo conosce il significato di parole che si sono ammassate contro le pareti della sua gola per uscire in un sussurro violento che forse non vuol dire niente, o forse semplicemente non vuol dire tutto ciò che realmente vorrebbe poter uscire dal suo petto. Come sempre, come quando a domande scontate sa rispondere con giri di parole che lo fanno dubitare di quelle stesse certezze che tiene fuori dalla propria mente, ad una distanza di sicurezza che non sa davvero di incolumità ma solo di un'infinita prigione dalle sbarre solide. «Ho nascosto una bottiglia in giardino da me l'ultima volta, possiamo berla adesso. Sempre che tu voglia bere ancora... se no ti porto a casa e basta.»
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  11. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Si è quasi scordata di quanto possa essere facile lasciar andare parole e pensieri di fronte ad una presenza che familiare non dovrebbe esserlo ma che lo ritorna di più ad ogni sguardo. Perché lei ed Ethan non sono fatti per condividere momenti come quello, una birra e due chiacchiere di fronte ad un falò che non le si addice, per cui non è adeguata, ma sono proprio quei momenti a marchiarle la pelle di un bruciore piacevole che sa di libertà e che i respiri glieli fa fuoriuscire dalle labbra come se non ci fosse più niente capace di trattenerli. Non esistono più barriere, non esistono più complicazioni, quasi non esiste nemmeno una folla che continua a spaventarla ma che ora può sembrare lontana almeno per un po'. Perché per quanto possa vederlo cambiato, in Ethan riconosce ancora quelle qualità che la hanno spinta a fidarsi di lui fin da subito, a scegliere di stare al suo fianco e non solo per un bisogno evidente in ogni suo sguardo che le avrebbe fatto provare rimorso per ogni possibile scelta contraria. Che la luce sincera nei suoi occhi la vede brillare ancora tra correnti più consapevoli ma non per questo corrotte.
    «Oh, dovresti portarmi a vederli tutti. Sto sempre e solo a Manhattan.» Ricorda così bene come fosse facile stare al suo fianco e fondersi a realtà che non avrebbe potuto conoscere altrimenti, ricorda come abbia potuto conoscere nuove passioni da lei così lontane e come ogni cosa sembrasse giusta, normale, semplicemente perché Ethan era capace di farla assomigliare a quanto di più semplice potesse esistere. E allora può esserne certa che il suo non fosse solo semplice altruismo, che non le importasse solo di un cuore ferito da guarire come poteva e di un compito da stringersi al petto per sentirsi meglio. Perché stare con Ethan era ed è semplicemente piacevole in una normalità che ai suoi occhi poteva apparire quasi sconcertante ma che ora la culla perfino nel più banale gesto di accettare una birra e ringraziarlo con un sussurro.
    «Sono al quarto pure io! Mi sono dovuta fermare un attimo dopo il diploma, poi ho fatto il triennio a Nantes e ora... eccomi.» E c'è un sorriso lieve a incurvarle le labbra nel sapere di non dover spiegare tutto, di non dovere giustificazioni così personali quando tra lei ed Ethan non sono mai esistite domande scomode ma solo sorrisi carichi di comprensione.
    «Oh sì, Quodpot tutta la vita, sono qui apposta praticamente.» Distende appena le labbra per farne uscire una risata cristallina, una che sappia di scherzo ma anche della sincera passione che prova nel parlare senza alcun freno di tutto ciò che li ha accomunati in anni passati che ora tornano a far capolino tra ricordi ancora vividi.
    «Spero solo che non sia una cattiva idea. Temo di non sapermi inserire in grandi gruppi e se c'è qualcosa che eviterei più dei paparazzi è la possibilità di sentirmi un pesce fuor d'acqua anche in un posto come questo.»
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    Edited by Patrizia. - 11/4/2020, 10:44
  12. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Sanno già di casa queste mura che la circondano per tenere al di fuori le paranoie che tra le strade di una nuova città possono solo agitarsi e premersi addosso al suo corpo l'uno dopo l'altra, gareggiando per farlo con l'intensità più alta, per raggiungerla per prima. Ma lo sa come le braccia di Madeleine possano saperla cullare meglio di ogni altra certezza, lo sa come possano zittire ogni urlo di disperazione e ogni sconforto in una melodia che non si scompone mai, che per lei rimane sempre la fortezza più sicura e la luce più chiara in cui immergersi per non lasciarsi spaventare dal fitto buio che avverte avvicinarsi all'esterno. E lo sa che forse non è mai pronta davvero ma che questo è l'unico modo che conosce per vivere davvero, che Madeleine è la forza che smuove le sue acque ma anche l'ancora che non le permette mai di perdersi in doverose tempeste. E allora potrà andare bene, con lei al suo fianco potrà farlo, nonostante le troppe novità che sanno così facilmente trasformarsi in paure per renderla insicura in ogni istante.
    «E domani a sistemare tutto quello che comprerò, vero?» Ha solo bisogno di tempo, di tempo da distogliere da una solitudine ansiosa per riempirlo di questo sguardo che cerca di continuo, per renderlo vero e vivido tra sorrisi che non sanno mai sbiadire se distesi in presenza di sua sorella.
    «Oh cielo, vedi? Dobbiamo fare shopping insieme.» E sa solidificarsi con sempre più insistenza quella smorfia infantile che troppo spesso le brilla negli occhi, che sa sovrastare il disagio o inutili paranoie per investirla di un'euforia così pura da farle provare solo una gioia senza limite alcuno. Con Madeleine sa essere sempre così, sa tornare la bambina che in un palazzo troppo perfetto non ha mai conosciuto paure e preoccupazioni, che della gioia ne ha fatto il proprio unico dogma e che non saprebbe come vivere senza. Perché si sente così leggera, così libera, così sé stessa da non poter provare realmente paure, da non poter pensare a ciò che si trova fuori da quelle mura che sanno di Madeleine in ogni loro angolo e sanno accogliere ogni dettaglio della sua anima.
    «Dolce, ovviamente.» Sa esserci una familiarità così insita in ogni gesto, in ogni movimento che non conosce argine pronto a contenerlo come in una vita fatta di un'eleganza perfetta che si è sempre dovuta ricucire addosso. Perché con Madeleine soltanto non ne ha bisogno, perché non esiste un giudizio che possa posarsi su di lei senza attraversarla e vedere ogni facciata di un'anima nascosta a fondo ma così facilmente accessibile per lei e lei soltanto. Ed è a lei che si appoggia ancora con le labbra sporche di briciole e dei biscotti stretti tra le dita, è nelle sue braccia che cerca rifugio in una forma che davanti ad altri non sarebbe concessa ma che adesso è ciò di più puro che possa esistere ad unirle tra parole leggere che scivolano senza fatica nell'aria di casa.
    «Voglio iniziare da quella che è più importante per te, quella che ti sta più a cuore o è la tua preferita, e andare avanti così fino alla più superficiale. Può essere anche idiota ma importante, lo sai.»
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  13. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Non lo sa se possa esistere davvero un respiro più calmo a lasciarsi andare dopo l'ennesimo ansimo agitato, non lo sa se sia davvero un appiglio capace di farla riemergere da acque troppo fredde per potersi abituare davvero o se sia solo l'illusione di una mano da stringere per pochi secondi appena, senza una consistenza reale, senza un braccio capace effettivamente di tirarla fuori da una folla che si sfuma e si sfoca per non avere più importanza. Perché tra ricordi di un passato più facile sa trattenersi, lasciando che il presente sbiadisca appena, lasciando che il disagio che prova possa essere sovrastato per un attimo da una calda familiarità che vede adesso in ogni cosa, in occhi che conosce bene come il sorriso che gli si apre sulle labbra come un riflesso del suo. Ed Ethan Hunt è stato sempre così facile da vedere come uno specchio di emozioni semplici, come qualcuno in cui immergersi per perdere la presa su ogni preoccupazione che troppo spesso si stringe al petto tra paranoie inutili. Con lui è facile, è facile non pensare agli innumerevoli sguardi che in continuazione le si posano addosso, è facile non pensare a come quella scelta, come ogni altra, potrebbe influenzarla troppo o forse troppo poco. E' facile non pensare a niente ma solo ad un abbraccio in cui perdersi tra mani che sanno essere amiche anche a distanze di anni ma che sanno inaspettatamente accoglierla come se non ne fosse trascorso alcuno.
    «Che sollievo! Zero figuracce per Aalina per stasera, o per ora.» Ma c'è un sorriso che si spinge contro gli angoli delle sue labbra con insistenza, approfondendo le fossette che spesso la fanno apparire una bambina ma che non potrebbero essere più adatte adesso che anche i suoi occhi riflettono una gioia infantile. «Sto... bene, penso? Un po' spaesata, sono arrivata da appena un paio di giorni e mi sembra tutto così caotico!» Lo è New York con le sue strade trafficate, lo è il Brakebills con le sue folle eterogenee di gente dagli sguardi così diversi, lo è la sua vita tra un volto e l'altro, da un ruolo e un altro, tra ambizioni che si mischiano e si accavallano per non lasciarle mai davvero quel respiro di pausa che la farebbe sprofondare tra infiniti dubbi. E forse è quello che sta cercando anche lì, il modo per riempire sempre tutto e non avere scampo, non avere quiete che possa scoraggiarla. «Tu sei sempre restato qui? New York, Brakebills, questa confraternita? Mi interessa, sembra... forte.»
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    Edited by Patrizia. - 11/4/2020, 10:44
  14. .
    jackals
    18 y.o.
    Non esiste mai niente che possa essere trattenuto quando anche ogni goccia di veleno sanno farla insinuare tra crepe di cui conoscono troppo bene la profondità, quando ogni scintilla di rabbia ha il potere di incendiarsi in ogni istante senza che niente possa contenere un'esplosione doverosa in grado di investirli di tutta la vita che sanno donarsi semplicemente con la loro presenza. E nemmeno una familiarità che lo fa sorridere sarebbe possibile da trattenere, nemmeno muscoli che si distendono appena quando non ci sono più sguardi puntati su di lei e affilati quanto lame minacciose che sentirebbe premere dietro la schiena. Perché la sa sentire così a fondo la gelosia che prova per lei, la sa sentire in ogni respiro che si spezza nel non sentirla sua come al solito, nel non circondarla con braccia che fremono per sentire una presenza tanto familiare stretta tra di loro e davanti agli occhi di tutti. Ma sa scemare il bruciore di tale bisogno quando ce ne sono altri mille a raggiungerli in una solitudine che li circonda come l'acqua fredda capace di domare la rabbia, di calmare respiri affannati per far riemergere ciò che è sempre stato lì sotto a legarli indissolubilmente. Perché adesso il desiderio sa superare l'orgoglio e abbattere ogni barriera, adesso non esiste più una gelosia insita in ogni sguardo ma dita che possono premere su ciò che vogliono per prenderlo e farlo proprio come ogni altra volta.
    «Rum, andata.» Le stringe rapide le dita contro il collo di una bottiglia da cui si affretta a rubare un sorso, uno solo che possa salirgli alla testa con tutto il resto che ha già assunto, prima di avvicinarsi ad Eyre e spostare la sedia su cui è seduta per ritrovarsi davanti a lei, così vicino come ancora non sono stati ma come può averla sentita da quando la ha vista arrivare.
    «Sai, ho dubitato 'n po' del tuo buon gusto quando m'hai fatto 'ncazza' l'ultima volta.» Ma sa scivolargli addosso una rabbia che si è tenuto dentro per troppo tempo, che ha sfogato su altri corpi nell'incapacità di lasciarsi sopraffare perché è sempre il controllo che cerca, anche quando le stringe le dita attorno a una coscia per tirarla appena verso di sé e lo sa che non potrà mantenerlo per molto, non adesso, non con lei. Perché sanno scegliersi sempre tra moti imprevedibili anche se già scritti, sanno cercarsi in ogni cosa e trovarsi solo quando i loro corpi sono sul punto di esplodere per un desiderio che è impossibile rilegare nel passato, che è eterno come nessuna scelta sbagliata potrebbe mai essere. «Ma me sbagliavo, no?»
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  15. .
    jackals
    vice
    30 y.o.
    Non sanno esistere davvero dubbi in una carne forgiata per essere impossibile da penetrare, non sanno esistere davvero lame libere nella notte ma solo armi con cui contrastarle, soluzioni e risposte per domande che non ha saputo di poter avere. Perché i sospetti hanno sempre troppa poca vita da vivere, troppo poco tempo in cui essere consumati da infinite ricerche e informazioni che sanno giungere da ogni informazione, da ogni fonte, da ogni sguardo non suo che controlla su un mondo che non può mai scivolare al di fuori di redini rigide. E anche quando c'è una notizia che sa insinuarsi inaspettata in qualche crepa, in qualche fessura che si consente di tenere aperta, anche quando c'è una novità capace di chiamarsi tale e di far tremare appena fondamenta troppo solide, lo sa che prima di poter arrivare al cuore pulsante di un castello perfetto saprà trovare il modo di soffocarne ogni tentativo di irruzione. Perché si parla della sua città, della sua storia, della sua famiglia, di tutto ciò che è stretto tra le sue interiora e non può permettersi di esibire ad un mondo marcio, un mondo in cui non esiste una morte che gli si è scritta addosso e una certezza ormai solidificata insieme a troppe altre. Ha saputo vacillare appena nel sentire un nome che dovrebbe appartenere al passato senza via di fuga, ha saputo traballare nei primi passi che adesso invece si muovono così decisi e lo portano rapido in un luogo che non dovrebbe frequentare senza ragioni precise. Ma adesso esiste un oltraggio a fargli da giustificazione, a concedergli qualunque rabbia, qualunque desiderio di conoscenza, qualunque spostamento che lo veda protagonista di una storia ormai finita e a cui non dovrebbe essere concesso di tornare con le fattezze di un fantasma. Così lo raggiunge il Pendragon, lo invade con una presenza che anche nel silenzio sa come farsi notare, sa in che angolo fermarsi con un bicchiere appena riempito e una smorfia che non sa di sorrisi ma neanche di tutte le domande che avrebbe da porre. Perché c'è tutto nel suo silenzio, c'è tutto in occhi troppo eloquenti che richiedono una pausa che sia solo per lui, un istante dovuto che sia suo e non di un pubblico tra cui spicca senza il bisogno di alcun tentativo. Perché lo sa che ad Arya basterà quello sguardo, lo sa di non essere una sorpresa né un intruso tra terre che gli appartengono e seguono i suoi ordini in ogni istante, così come dovrà fare anche lei nel raggiungerlo al suo primo cenno del capo. «Che sorpresa vederti qui.»
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1446 replies since 24/10/2010
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