Votes taken by Patrizia.

  1. .
    Kali
    Online

    29 Dicembre 2021

    Ehi
    22:46


    Ciao Kali
    23:31✓✓


    Come stai?
    23:33✓✓


    Iniziavo a pensare che non mi avresti risposto
    23:40


    Le feste mi mettono tristezza
    23:40


    Tu come stai?
    23:41


    Mh, lo so
    23:42✓✓


    Vedi che non sono completamente uno stronzo
    23:42✓✓


    Io bene, sono tornato ora con Mae
    23:43✓✓


    Mi è piaciuto stare un po' di più con lei in questi giorni
    23:43✓✓


    Ma non ti abituare a sti messaggi felici
    23:44✓✓

    CODE BY HIME FOR BRAKEBILLS GDR
  2. .
    tumblr_inline_pawp3s8Pae1qgr6ny_400
    tumblr_inline_pawp87DyF51qgr6ny_400
    jackals
    vice
    32 y.o.
    Non lo sa se veramente si è ricordato come potesse risuonare la voce di Riley nella sua mente. E' un suono a cui pensa di non aver mai detto addio per davvero, eppure uno di quelli che nelle memorie si sfocano come a volergli far credere di non essere esistiti affatto. Eppure appena la sente lo sa di non averne dimenticato neanche un accento, di averla custodita con una cura maniacale che può essere riservata solo a ciò che sa di non voler perdere davvero, pur lasciandolo allontanare. Perché forse è questo che ha fatto, ha concesso a Riley lo stesso spazio che ha desiderato avere per sé, gli ha regalato la possibilità di seguire sogni con cui lui è cresciuto, ma che ora si rende conto non essere fatti per chiunque. E lo sa, adesso che ascolta le sue parole, che non ha alcun senso volere il bene di una persona quando il bene, in un mondo del genere, è quanto di più soggettivo possa esistere. Così, allo stesso modo, sa di volerla davvero una risposta, di voler sapere quanto bruci la sua mancanza in un luogo impossibile e non fatto per ospitarlo, non per un destino che si è scelto anni addietro. Non è egoismo, non questa volta, non del tutto. Non è il desiderio di sentirsi sempre al primo posto tra necessità e divinità che si scambiano così facilmente di ruolo, ma solo il bisogno di sentire una nota, una sola, di soddisfazione in una voce vicina. Una nota che forse sa non essere fatta per loro e per una storia di svolte impossibili.
    «Vorrei poterti dire di non farlo.» Ma lo sa quanto sarebbe inutile. Così come lo è stata ogni parola di Diana che ha provato a spingerlo verso una corrente opposta, che lo ha diretto verso quel desiderio che pensava di non poter esaudire, non quando ogni sogno di una vita si stava realmente avverando tra i suoi palmi ancorati ad esso. E alla fine non è bastata neanche quella voce, di sua cugina, quella che più di tutti ha ascoltato negli anni, a sovrastare urla di sogni e paranoie pronti a mischiarsi in un destino maledetto. E così lo sa, non potrà nulla la sua voce contro i silenzi di pietra della mente di Riley. Per questo è arreso, forse malinconico, anche quando lo vede allontanarsi e lo sa che basterebbe così poco per seguirlo e infliggergli una pena sicura che sa anche dei loro più profondi e inespressi voleri.
    «Sei un folle se pensi di non mancarmi.» E deve essere follia anche quella che dopo secondi di immobilità lo spinge ad alzarsi, una follia così studiata da non sembrare meschina, incredibile o vaga, ma solo dettata dai rintocchi frequenti di una brama costante e un amore eterno. Perché il segreto del suo amore lo ha espresso con ogni sguardo, gesto e parola negli anni, perché lo ha pronunciato perfino quando le parole non potevano dargli un senso concreto. E anche la lontananza, alla fine, non è stata altro che la conferma di quanto quel fuoco che segue con passi decisi sia stato il più grande bruciore mai conosciuto dalle sue vene abilmente temprate.
    «O se pensi che io me ne sia andato perché non ti amo.»
    ©
  3. .
    Kali
    Online

    29 Dicembre 2021

    Ehi
    22:46


    Ciao Kali
    23:31✓✓


    Come stai?
    23:33✓✓


    CODE BY HIME FOR BRAKEBILLS GDR
  4. .
    tumblr_inline_pawp3s8Pae1qgr6ny_400
    tumblr_inline_pawp87DyF51qgr6ny_400
    jackals
    vice
    32 y.o.
    A volte l'unica risposta che sa seguire parole lontane sono una fila di sorrisi amari che si alternano a suoni non veramente sinceri. Sono state tante le situazioni in cui hanno saputo comunicare solo così, tra sguardi che dicevano tutto e provocazioni che, invece, parlavano di storie mai realizzate e obiettivi non raggiungibili. Non lo sorprende che Riley non sia sciolto tra parole che toccano argomenti così spigolosi, così come non sa esserlo lui che ancora gioca con lo sguardo tra occhi caldi e un vassoio forse più invitante. Quasi non gli importa di apparire vulnerabile, non con lui, non quando già muovendo i primi passi là dentro ha dovuto privarsi di ogni barriera e spogliarsi di ogni scudo. Si sente nudo davanti a occhi che forse non potrebbero ferirlo, o che non avrebbero potuto farlo in quei tempi ormai lontani in cui era solo amore a muovere il sangue bollente tra le loro vene.
    Eppure sta zitto, anche senza paure, perché non ci sono parole in grado di spiegare la sua assenza forzata, in grado di motivare quella mancanza di un semplice messaggio. Quella era l'unica via da percorrere, quella che per lui è stata scritta da quando Eleonora gli ha dichiarato di aspettare il suo erede. E per una volta nella sua vita, non è stato possibile programmare l'impeto con cui una buona notizia ha potuto far franare ogni altra convinzione. Non se lo aspettava e così non ha saputo tradurlo in un messaggio, in delle scuse, in un motivo che forse in realtà non esiste se non tra mille paranoie che rendono la sua mente così silenziosa se assecondate.
    Così non risponde a niente finché non è troppo, finché tutto non diventa finto perché lo sa che Riley non vuole essere interessato alla sua vita, che Leonardo non lo ha visto nascere e non lo ha ancora incontrato affatto per un volere che forse potrebbe condividere, se non fosse troppo impegnato a risentirne. E quando lo sente che le loro sofferenze sono le stesse pur senza averle mai volute, allora lo trova il coraggio per allontanare un vassoio che non deve più essere ostacolo tra loro, tra le sue parole e una mente che ora sente troppo lontana in convinzioni che, pur rispecchiando le sue, non trova affatto simili.
    «No, hai ragione. Sono venuto per sapere se è quello che vuoi. Davvero.» E ci sono voluti mesi, per farlo. Ci sono volute forze che non pensava di avere e ammissioni che è stato doloroso fare a sé stesso. Ma è qui per Riley, adesso, e anche se non sa se sia per egoismo o per naturale interesse, necessita di una risposta vera quanto le sue più sincere confessioni. Non gli importa che la sua reazione possa essere rabbia, sbigottimento, sorpresa, gli importa solo che lo travolga essendo lui nella sua più pura essenza.
    ©
  5. .
    lycan
    black magician
    time traveller
    26 y.o.
    Ci sono poche persone che conosco per cui correrei in questo modo dopo aver ricevuto un messaggio, sfrecciando tra le strade di una città che non sa mai sembrarmi familiare mentre due ruote solcano l'asfalto di una zona non mia. Come se poi qualche zona di New York potesse mai esserlo. A dire la verità, forse, dovrei ammettere che conosco poche persone in generale, senza contare quei contatti a fior di pelle che ovviamente non valgono. Conosco poche persone ma per loro farei i miracoli, se potessi, se non fossi solo un buono a nulla che nella vita è stato utile solo per i piani diabolici di una madre degenere. Ma comunque mi andava di dirlo, perché per quanto riguarda Edie questa storia è un po' più vera, andrei davvero all'inferno pur di raggiungerla quando mi fa capire di averne bisogno. E non so se sia perché sono cotto di lei, non penso, perché in fondo non sono mai stato un tipo egoista. Penso che sia più un volersi bene fraterno, nonostante tutto, che mi spinge ad avere quasi il fiatone per raggiungerla in un momento come questo. Che poi lo farei lo stesso, anche se fosse perfettamente felice, però ora forse vale un po' di più perché lo so che non sta bene e i suoi problemi riesco sempre a sentirli più miei dei dovuto.
    «Principessa mi dica tutto ciò di cui ha bisogno.» Lo dico picchiando non troppo violentemente sulla porta prima di socchiuderla piano, anche se so che mi sta aspettando perché quel messaggio è arrivato poco fa e glielo ho fatto sapere subito che sarei venuto qui.
    «A parte se hai bisogno urgente di essere salvata da un principe azzurro perché bleah, mio Dio, non potrei mai
    ©


    Edited by Patrizia. - 7/1/2022, 16:42
  6. .
    lycan
    black magician
    time traveller
    26 y.o.
    Non ho mai più sentito mio nessun posto, da quando me ne sono andato da Charleston, ma forse ne sono realmente grato. Non sento mie le vie caotiche di questa città, a volte troppo fredde e a volte insopportabilmente chiuse tra tetti troppo alti. Non sento mia la taverna in cui lavoro, così come non sento mio il pub nè i posti che ho deciso di frequentare per puro piacere e non solo per permettermi questa casa. Ovviamente non sento mie neanche queste quattro mura in cui ormai con Ray convivo da un po'. E non è questione di non essermi ambientato, ve lo assicuro, è solo che preferisco non sentirmi a casa in questo periodo della mia vita, preferisco essere dove sono senza farmi troppe domande, senza appiccicare troppe etichette su pareti che mi piacciono così, un po' anonime, un po' di tutti. Per questo mi piace invitare gente a casa anche se mai avrei pensato di volerne ospitare così tanta. Mi piace dare un tocco sempre diverso a queste stanze per renderle sempre diverse, quasi come se fossero un segna posto per il passaggio di tanti ma un rifugio, in realtà, per nessuno. Non ho bisogno di un nascondiglio, non ho bisogno di una casa. Li ho già avuto questi posti e tra le loro mura non portano bei ricordi, non portano altro che grandi rimorsi. Ma New York è diversa e lo so nel momento stesso in cui entro in casa dopo una notte insonne, una notte da nomade che racconta di divertimento in ogni odore che si porta dietro. Ho una canna accesa in mano, tanto per cambiare, ma anche gli occhi già rossi per tutte quelle che sono venute prima. Eppure è un sorriso quello che si stampa istintivamente sulle mie labbra nel sentire la porta di casa scricchiolare appena e rumori indefiniti oltre ad essa. Mi importa poco di scoprire che non è Ray a riempire i muri della nostra piccola tana, ma un viso sconosciuto che associo a poche parole riferitemi il giorno prima di una notte annebbiante.
    «Tu devi essere il proprietario del divano.» E' tutto ciò che ricordo e tutto ciò che basta, anche, mentre cerco con movimenti traballanti ma agili di salire sul comò più vicino, giusto per poter lasciar penzolare le gambe in un moto rilassante nell'essere solo la continuazione di una vita passata a non star mai fermo.
    «Non ti da fastidio se fumo, vero? Anche perché mi sa che c'era già una puzza d'erba devastante.»
    ©


    Edited by Patrizia. - 7/1/2022, 14:48
  7. .
    jackals
    vice
    32 y.o.
    Alcuni dolori non sono creati per essere espulsi subito da un organismo che ne sente il prurito fin nelle viscere, sono fatti per essere assimilati, per scavare piano in un mondo di convinzioni che ad un ritmo indecente comincia a crollare su sè stesso e a provocare dubbi come frane, l'uno sopra all'altro. Questi dolori non puoi sfogarli subito, non puoi pensare di piangerli via con un mucchio di lacrime che, in fondo, non significano niente se non realmente sofferte. A Nathaniel fanno male perfino le due lacrime che per una delle poche volte nella sua vita gli rigano il volto, silenziose ma inesorabili nel tracciare un percorso che non sa di vergogna ma solo di mille colpe mai accettate. Ancora non le accetta quando rimorsi e rabbia si mischiano piano nel suo stomaco per far tremare ogni muscolo, ogni vertebra e ogni pensiero. E questo è un dolore che sa di non poter sfogare subito, che sa di non poter lasciar andare solo con un paio di gocce che sanno di odio più che di arresa. Dovrà viverci con un dolore del genere e non lasciarlo andare come ogni altra sua parola, ogni suo sbaglio in quella che gli sembra una storia impossibile da terminare, ma anche da portare avanti.
    Cosa potrebbe mai esserci, dopo di quello? Dopo due vite che ha deciso forzatamente di separare per riportarle sui binari dritti che ha imposto a sé stesso e ad altre vite solo per poterle tenere sotto stretto controllo? Lo sa che la risposta a tali domande non può esistere per il semplice fatto che è stato lui a cancellarla, a renderla impossibile tra errori ed errori dettati da una paranoia a lui sempre più evidente, ma a quasi ogni altro sguardo invisibile. E c'è una persona, tra tutte, che può conoscere ogni rivolo di dubbi e speranze infrante di cui è fatta la sua mente, una persona sola che anche senza il potere di dissipare il suo dolore, saprà donargli il sollievo di un rifugio.
    Il suo è un teletrasporto scostante, quasi pericoloso, è ciò che lo può portare senza troppi pensieri in un luogo che è casa sua pur senza esserlo, perché parte del suo sangue. Per questo traballa su un uscio già varcato, davanti ad occhi che sperava e sapeva di incontrare, di fronte all'unica sagoma che saprebbe accoglierlo anche quando ogni sua barriera è ormai fatta a pezzi da rabbia e dolore.
    «Si sposa. Yael è incinta.»
    ©
  8. .
    tumblr_inline_pawp3s8Pae1qgr6ny_400
    tumblr_inline_pawp87DyF51qgr6ny_400
    jackals
    vice
    32 y.o.
    Vorrebbe così tanto che fosse una stronzata quella capacità innata di sentire quando uno sguardo ti abbraccia da luoghi appartati, vorrebbe non sentirlo premere su ogni centimetro di pelle in un ammonimento che sa di promesse infrante quanto le parti più remote di un cuore che ha creduto di acciaio. Nathaniel non è uomo da non mantenere fede alla parola data, nè qualcuno che potrebbe bearsi della stupida capacità di non dare peso a ciò che dalle sue labbra esce con sempre misurata convinzione. Erano vere quelle parole che pronunciavano quando i loro sguardi erano diventati un rifugio e non sembravano più una maledizione scritta tra i loro petti serrati, erano tutto ciò in cui pensava di credere e anche di più, ciò che aveva creduto inizialmente impossibile e si avverava invece tra sogni proibiti. Ma anche se vere erano presto diventate parte di un'utopia che non vedeva incastrarsi con il suo destino, che non avrebbe potuto mai avverarsi, non per lui, non per la sua storia. Non aveva mai creduto nell'amore, figurarsi in un amore impossibile. Eppure come chiamare la stretta allo stomaco che istintivamente si fa più acida, difficile da sopportare? Quella che adesso lo fa mentalmente ritorcere tra rimorsi e rimpianti sotto uno sguardo che non sa di giudizio, ma solo di un'intera vita perduta?
    «Ricordavo ti piacessero le mie visite a sorpresa.» Quando non era marito e non era padre, quando poteva bastare l'anonimato di quelle ombre per celare uno dei loro infiniti incontri. Ma poi non era più stata questione di anonimato, era stata questione di doveri e convinzioni, quelle che troppe volte lo avevano legato tra catene invisibili e giostrato tra le strette vie già scritte della sua vita. Forse non era giusto per nessuno se non per lui, forse se la meritava una vita di costrizioni quando la sua testa, per prima, ne aveva generate così tante.
    «Ciao Riley.» Il suo sguardo si alza solo dopo secondi che paiono infiniti, fissi su una busta che sa di coraggio ma anche della più vera mancanza di esso, mentre un sorriso già poco convinto dalle precedenti parole gli si spegne cauto sul volto. Non sa se si dovrà fare quella dose per dire ciò che nemmeno nella sua testa ha un senso, o se forse basterà semplicemente l'idea di averla tra le dita per permettersi di sbavare le linee tanto rigide che delineano ogni suo movimento. Perché c'è una forza, seppur misera, che cerca di spingere lungo quei bordi, che cerca di attrarlo verso un polo che sa non essere poi così opposto, ma perfetta continuazione di ogni suo spigolo. E per una volta non è una convinzione a muoverlo, ma un viscerale bisogno da tempo represso.
    «Cosa racconteresti a un vecchio amico? Volevo congratularmi quando ho saputo della tua nuova famiglia, non credevo fosse un tuo desiderio ma eccomi qui.» Sono parole amare ad uscire dalle sue labbra prive di ogni espressione, parole che non sanno di accusa per un atto che lui per primo ha espresso il desiderio di compiere. E lo sa da quando Riley è diventato un tormento distante che qualcosa di simile sarebbe potuto succedere, eppure non riesce ad accoglierne l'idea senza un tremolio di rabbia a pervadere i suoi muscoli ora stretti contro un freddo bicchiere.
    ©
  9. .
    tumblr_inline_pawp3s8Pae1qgr6ny_400
    tumblr_inline_pawp87DyF51qgr6ny_400
    jackals
    vice
    32 y.o.
    Ci sono momenti che vivono troppo presto ma che solo nell'alba di una vita prematura sanno acquisire un significato diverso, uno che davvero rispecchi l'importanza di esigenze che hanno reso possibile la loro stessa esistenza. Questi momenti non potrebbero che esistere in un tempo che non gli appartiene realmente, che li rende inadeguati, frutto di una fretta che si è fatta sentire impellente in uno stomaco già da anni contorto. C'è gelosia tra le sue viscere, ci sono lacrime che hanno dovuto evaporare ancora prima di essere rilasciate perché, semplicemente, non c'è posto per loro se non in un rimpianto. E sono queste e mille altre lame strette unicamente nei dedali della sua mente a spingerlo a camminare verso una meta che non ha più voluto sentire propria. Ora che è troppo presto, che lo è sia per rintanarsi in uno strip club mentre ancora il sole illumina le fredde vie di New York che per vedere Riley, ancora non così prossimo ad un evento che è solo stato annunciato, ma che ha già il maledetto potere di bruciare come infinite escoriazioni. E queste ferite Nathaniel vorrebbe avvertirle solo strette tra le tempie, dove ogni problema è solito affliggerlo, dove già saprebbe come sciogliere ogni nodo perché è questo che è abituato a fare da un'intera esistenza: risolvere i drammi, i suoi e quelli degli altri. Ma è invece il petto che gli pulsa incessantemente mentre varca una soglia che in un'altra vita avrebbe potuto sapere di casa, mentre avverte un odore denso penetrargli le narici come a dargli il benvenuto in tutto uno squallore che, un tempo, doveva essere il secondo piano perfetto di un inganno d'autore. E forse un po' ci si sente davvero, a casa, quando mai avrebbe pensato che sarebbe stato ancora semplice muovere passi quasi cancellati dalla sua memoria forzatamente. Mentre si avvicina al bancone, mentre si sporge verso un volto anonimo che nell'abitutine avrebbe dovuto provare a riconoscere, è facile pronunciare parole che sanno di una quotidianità ormai da tempo interrotta.
    «Il solito, grazie.» E lo sa che non è più solito da un po', ma che qualcuno sarà comunque addetto a ricordarselo, a offrirgli della Soma come era abitudine un tempo e ad accompagnare una nuova partenza con un bicchiere di whiskey. Ma in tutto ciò che potrebbe ricordarsi è solo una sensazione che cerca, uno sguardo che posandosi su di lui potrebbe interrompere il martellare scostante del suo cuore nel petto, o renderlo una volta per tutte incontrollabile.
    ©
  10. .
    lycan
    time traveller
    25 y.o.
    Dire che questo posto potrebbe ricordarmi Charleston è un po' esagerato. Un sacco esagerato, in realtà. Però gli schiamazzi dei bambini e il rumore ovattato delle poche onde che arrivano a infrangersi contro la sabbia un po' mi ci fanno sentire a casa, in un modo che non sa davvero darmi fastidio. Non sono a casa, sono lontano, sono in un posto che piano piano si sta adattando a me così come io mi sto adattando a lui. Non so se è proprio quello che sto cercando di fare anche adesso, raggiungendo Jude quando solo pochi mesi fa avrei fatto di tutto per evitarlo. Ho evitato abbastanza, mi sono sforzato di allontanarmi o di non avvicinarmi affatto, solo per farle un favore che poi ho scoperto non facesse parte dei suoi desideri. Alla fine ho smesso di cercare di capirlo, così come ho smesso di decidere forzatamente per lei che la mia assenza potesse farla stare meglio. A quanto pare, per qualche assurdo motivo, non è così.
    Mi fa strano ancora, dopo mesi, abituarmi a qualcosa che in realtà nella mia vita c'è sempre stato. Mi fa strano non doverle scrivere un messaggio per sapere dove si trova, perché il suo odore è così inconfondibile e in qualche modo sa di una casa che mi rifiuto di accettare, di un branco che fa ancora parte di quei sogni proibiti che mi sento in colpa a guardare in faccia. E mi fa strano non dovergli spiegare nessuna di queste cose, perché è tutto così ovviamente scritto nei miei istinti da diventare tangibile con uno sguardo appena.
    «Boo!» Lo dico senza troppa enfasi perché è così ovvio che abbia già avvertito la mia presenza, così come io ho fiutato la sua da metri di distanza. E' una cosa che non mi rifiuto più di accettare mentre mi affianco a lei e le rubo una cuffietta. Non per reale interesse, solo per saltare quella parte di un incontro che di solito sa mettermi più in imbarazzo.
    «Proprio musica da Luna Park, Jude. Non dirmi che sei una di quelli che sta male sulle giostre.»
    ©
  11. .
    lycan
    time traveller
    25 y.o.
    Per un attimo ci penso al fatto che Yael non sia la tipica figura che ci si aspetterebbe di scorgere in un posto come questo, che saranno impossibili da contare gli occhi che per un istante o più si poseranno su di noi per chiedersi quale sia il nostro ruolo in un luogo apparentemente sbagliato. Ma non c'è bisogno di ricordarmi di come ci sia qualcosa nella sua natura a renderla in realtà più adeguata di tutti gli altri, di come sappiamo trovare una tana nei luoghi più insoliti semplicemente perché i pericoli che sanno davvero penderci sulla testa non esistono qui, tra chi si preoccupa per problemi così umani da non poterci nemmeno sfiorare. E' da tanto che non mi capita di pensare in questo modo, non riguardo ad un altra persona. Da quando ho rinunciato al mio branco e ho cominciato a respingere qualsiasi presenza simile, inventando le più disparate scuse per non sentirmi più così legato a qualcuno. Ma Yael è un po' il mio branco per questa sera ed è una sensazione che per quanto di solito desideri evitare, sa insinuarsi sotto pelle con una carezza che non è sgradevole, non quanto mi costringo a immaginare che lo sia giorno dopo giorno.
    «Innanzitutto si pagano un giro o due, così nessuno sospetterà.» Lo dico come se fosse uno schema così ovvio ma la realtà è che un po' lo è, perché quando una cosa mi riesce più o meno bene tendo sempre a ripeterla fino a che non fallisce miseramente. Non è ancora mai successo e sinceramente sperò che non succederà proprio stasera, non con la ragazza con cui esce Ray e con cui vorrei evitare di creare spiacevoli motivi di imbarazzo. Ma andrà tutto bene, sì, è esattamente quello a cui penso mentre le parole scivolano ormai senza più freni dalle mie labbra. Che poi, in fondo, di freni non ne ho mai avuti davvero.
    «Quattro shot di tequila, amico, grazie!» E lo so che tutti questi sorrisi e il fare da surfista un po' fatto - che poi è anche la miglior definizione che abbia mai dato a me stesso - proprio non si addicono a questo posto. Ma hey, è l'unico modo di comportarmi che conosco per non sentirmi a disagio, il che significa evitare di farsi scoprire prima ancora di aver messo le mani su una qualsiasi bottiglia. Un ottimo piano che sembra avere tutte le mie attenzioni, tanto che quando mi avvicino appena a Yael è solo un sussurro a cercare di raggiungerla. «Dopo due giri gli dici "hey, bro, portami direttamente la bottiglia al prossimo" e il gioco è fatto.»
    ©
  12. .
    Ma ciaoooo❤❤❤ che bello rivederti qui, bentornata❤
  13. .
    lycan
    time traveller
    25 y.o.
    C'è un attimo che rimane sospeso come l'imbarazzo capace di addensarsi appena nell'aria fredda della notte, è un silenzio che diventa tangibile e che solitamente so accogliere solo con un brivido lungo la schiena. Ma qualcosa mi dice che ogni parola fuori posto ne sta in realtà trovando uno, lo sta strappando da quei ricordi di scomodità che mi rimangono sempre fastidiosamente appiccicati alla pelle per farlo dissolvere in una spensieratezza che non pensavo potesse appartenermi, non adesso né con lei. E così lascio che una risata quasi completamente soppressa mi risuoni per un istante nella gola mentre ascolto le sue parole così leggere nel suono quanto pesanti nelle ossa. Lo capisco il suo peso, anche se le maledizioni scritte nella nostra carne potrebbero sembrare così diverse. Non lo sono mai, non per le nostre anime, ma questo lo ho scoperto solo da poco. Non esiste una condanna che sia peggiore di un'altra quando ogni nostro difetto sa sembrarci incomprensibile di fronte agli occhi degli altri. E' per questo che non faccio domande, preferisco non farne mai, così come preferirei spesso che non venissero fatte a me.
    «Oh no, nessuno deluderà nessuno stasera.» E nessuno farà domande. Probabilmente è questo che mi spinge verso il locale a cuor così leggero, la consapevolezza di aver trovato qualcuno che anche senza una ricercata e approfondita confidenza possa capire le regole base senza che gli vengano spiegate. Sembra tutto così facile, in effetti.
    «Per quanto potrebbe piacermi l'idea di andare in blackout nah, non succederà mai.» Ma c'è solo un sorriso divertito adesso a incurvarmi le labbra, nessuna traccia di quelle ombre che in situazioni come questa sanno sempre scurirmi il volto nel ricordarmi quanto anche qualcosa di così semplice come la resistenza agli alcolici sia in realtà sovrannaturale. Tutto ciò che mi riguarda lo è, tranne questa voglia spasmodica di annebbiare sempre tutto che ora sento pulsare nelle mie vene un po' più forte, come se tutto fosse più liquido, più semplice. «A meno che non riusciamo a imboscare una bottiglia di tequila senza doverla pagare, ovviamente.»
    ©
  14. .
    hunter
    31 y.o.
    Non sono qui propriamente perché negli ultimi mesi ho imparato a costruire una vita sociale altrimenti quasi inesistente, non sono qui nemmeno perché finalmente ho imparato a fare mie abitudini che sembrano alleggerire la vita di chiunque con una quotidianità a cui non sono mai stata capace di abituarmi. Sono qui perché ci sto provando, perché sono mesi questi che ho cercato di riempire con luoghi e volti sempre uguali, solo visti con uno sguardo differente. Non è così difficile, non come avrei pensato, sedermi in un bar e riempire una serata che altrimenti passerei a fissare il vuoto di una vita che non ha più scopi grandi come una volta. Quel vuoto è la mia vera condanna, ciò che mi sa uccidere giorno dopo giorno nel farmi sentire piccola, solo una macchina da guerra, solo una cacciatrice, mai Theresa Dixon. Non sono più Theresa da un po', da quando ho scoperto di non potermi più cibare di quell'unica ossessione che ha mosso ogni mio passo, ogni mio muscolo, che è stata il mio solo desiderio finché ho scoperto di doverne trovare altri, per forza, per sopravvivere.
    Quello di Damien è uno di quei volti che non mi scombussola l'esistenza, che riesco a far entrare in una nuova quotidianità senza esserne spaventata. Forse è perché mi sono sempre rivista in lui, come in uno specchio appannato da cui riconosci solo i movimenti, i suoni, sempre così simili.
    «Giusto.» E' per questo che ho accettato di venire, perché Damien mi conosce e non mi mette nella posizione di dovermi credere qualcun'altro. Posso illudermi di essere sempre la stessa Theresa ancora per un po', almeno qui dentro, almeno con lui.
    «Ma non ti dirò che non dovresti berla nemmeno tu. Fai pure.»
    ©
  15. .
    lycan
    time traveller
    25 y.o.
    Non lo so che cosa mi sia preso quando ho alzato il mio già fastidioso tono di voce per ululare il suo nome nel buio, lo stesso che per un attimo mi muore in gola come un sussurro che non sa bene dove direzionarsi, perché non può appartenere realmente a nessun luogo. E' stato un istinto, uno di quelli anche abbastanza piacevoli che quando ti gonfia il petto ti fa sentire un po' più vivo, proprio come se la tua inutile notte nel Bronx avesse appena trovato uno scopo. Ma un po' mi fa strano che detto scopo sia proprio la ragazza che ogni tanto esce in mutande dalla camera del mio coinquilino, nonché migliore amico. Sono quelle stranezze che un po' ti fanno sentire a disagio, ma che non puoi mai davvero evitare, soprattutto non quando sei abituato a parlare e parlare fino a che l'invito a bere non viene naturalmente sottinteso in ogni parola che snoccioli rapidamente. Sì, parlo in modo molto veloce quanto mi sento in imbarazzo.
    «No, a meno che tu non abbia qualche altro spasimante da queste parti o... oh, non dovevo rispondere veramente, vero?» Parlo anche senza pensare, ma questo mi succede il più delle volte anche quando sono calmo, o fatto, che è la principale causa per cui so restare calmo in primo luogo. Sbuffo appena prima di prendere un tiro dalla mia sigaretta elettronica, rigorosamente carica di THC, in modo che il fumo mi riempia per un attimo i polmoni. Potrei calmarmi, così, o almeno stare zitto per evitare circa altri cinque secondi di figure di merda. Solo cinque.
    «Dimentica quello che ho detto. I nostri... destini sono appena stati uniti dal desiderio di sbronzarci, non deludiamoli.» Perché in fondo Yael mi piace, anche con il suo modo di fare un po' assente che ti potrebbe sembrare scazzato, da dura, ma che non è niente quando sai che dietro di esso si cela una bestia che deve essere difficile da controllare, così come è difficile controllare la mia.
    ©
1445 replies since 24/10/2010
.
Top