Votes taken by Patrizia.

  1. .
    hunter
    30 y.o.
    Non lo so se lo voglio davvero questo sorriso che lentamente si apre sul mio volto, che si allarga sotto uno sguardo profondo parola dopo parola e che è semplicemente giusto. Non lo so se vorrei trattenerlo, se sarebbe meglio farlo quando ci sono abitudini che dovrebbero essere cambiate e invece sono sempre qui, pronte a tornare al primo fortuito incontro. Non lo faccio, in ogni caso, perché anche se prude con un certo fastidio è qualcosa che adesso nasce così istintivamente da non conoscere limiti. E non è un grande sorriso carico di ammirazione, comunque, è solo un ghigno soddisfatto per una complicità ritrovata. Semplice, no? Niente che possa urlargli mi sei mancato o altre stronzate del genere a cui nemmeno vorrei pensare. Perché non le penso, sia chiaro. Però è bravo, è bravo e basta in quel modo che a volte sa dare fastidio ed altre sa semplicemente soddisfarmi, il che non succede da troppo tempo, dato che non condividiamo un obiettivo da quella che sembra una vita passata. E forse ho smesso davvero di allontanare le persone per creare scudi imbattibili, per non doverle perdere su una strada perennemente costeggiata dalla morte, per non doverle vedere allontanarsi, perdersi, sparire. Lo ho imparato in questi ultimi mesi quanto posso avere bisogno di qualcuno di simile a me, lo ho imparato nell'accettare la presenza di Caiden nella mia vita, l'unica a cui forse non ho mai dovuto rinunciare veramente. E anche se la solitudine nella caccia sa essere una stupenda alleata bhe, questo sa essere un po' meglio. «Bene, è un buon piano. Non ti sei arrugginito quindi.» Questo è un sorriso un po' più freddo, uno di quelli che so fare solo quando ho un'altra luce negli occhi e sento già i muscoli fremere per essere proiettati dentro la caccia, dentro il mio habitat, dentro quella parte della mia vita che sa pulsare adrenalina sotto pelle e farmi sentire perché c'è bisogno di vivere anche in ogni altro istante. A volte sa bastarmi, altre no, quelle altre volte so attribuire la colpa alla noia, alla solitudine, e soffocare stupide mancanze in quello che conosco meglio. E forse lo farò anche stasera, forse quando l'adrenalina sarà ancora in circolo mi siederò ad un bancone e saprò prendermi qualche libertà mai concessa, ma non è una decisione che so prendere in questa calma, non ancora. «Se me lo avessi chiesto con le mani sporche di sangue wesen ti avrei detto che me lo bevevo pure io.» Non è un sì, non è un no, non è mai niente quando non lo so nemmeno io di cosa avrò bisogno dopo, quando verità e convinzioni sanno solo scontrarsi tra moti infiniti che non le portano mai su binari paralleli. Ma so di cosa ho bisogno adesso, lo so quando c'è un ultimo sguardo prima di procedere per seguire muscoli che non hanno aspettato altro per interminabili secondi. «Dovresti muoverti se vuoi scassinare la porta sul retro. Altrimenti entri che sono già morti.»
    ©
  2. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Ci sono cose a cui semplicemente è più semplice non pensare, cose che possono essere verità, situazioni, scene che si srotolano così spesso davanti ad occhi volutamente ciechi. Si è saputa chiedere, per un istante, quale fosse davvero il problema nel vedere Ethan soventemente a casa sua ma non per lei, nel vedere qualcuno così spesso al fianco di Madeleine, forse troppo spesso, Non si è lasciata troppo tempo per pensare, decidendo il motivo più semplice per cui i suoi occhi avrebbero potuto rattristarsi un attimo, convincendosene anche, nel ripetersi come qualsiasi abitudine, quando bruscamente spezzata, sappia bruciare di quel medesimo fastidio. E quando lo ha detto, a sé stessa e poi a Madeleine, tra pensieri silenti e poi ad alta voce, ha semplicemente saputo convincersene. Perché è molto più facile credere di essere semplicemente gelosa di sua sorella, del tempo che sono abituate a passare insieme, che porsi altre domande alle quali, probabilmente, preferirebbe non dare risposta. Ma è passato anche quello, è stato un attimo di debolezza che si è concessa per poi tornare a riservare loro gli stessi, sinceri sorrisi. Perché è felice, è felice per loro e non è certa di niente, oltre che di questo. «Ciao Ethan, non mi aspettavo di vederti.» Sa accoglierlo con un sorriso anche se c'è realmente sorpresa a dipingersi sul suo volto, un confuso stupore che le colora le iridi prima di spostarsi leggermente indietro e invitarlo ad entrare, perché Ethan saprà essere sempre il benvenuto in casa loro, anche nel presentarsi senza preavviso. «Mads è appena scesa in palestra, non te lo ha detto?»
    ©
  3. .
    millie tobin aalina holstein
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Sa aprirsi un sorriso estremamente sorpreso sul suo volto, una smorfia che eccitata si fa strada fino ai suoi occhi, ormai pieni di una luce semplicemente pura, sincera in ogni sua vibrazione colorata. Non è abituata a stare così profondamente a contatto con le persone, non con qualsiasi tipo di persona almeno, ma lo ha sempre saputo come fosse proprio quel genere di esperienza a poter portare meraviglia anche nel più normale giorno della storia. Si trattiene un attimo solo su quel sorriso mentre assapora piano quelle parole, quell'accento un po' sforzato, un po' sbagliato, che sa trovare incredibilmente divertente nell'apprezzarlo anche fin troppo. E' divertente, non ci sono dubbi su questo. Ray lo è ed è anche incredibilmente facile da affiancare, con quelle espressioni buffe e parole che fluiscono senza mai fermarsi, ma anche senza mai risultare invadenti. E' a suo agio, semplicemente, e forse sa pensarlo che se avesse incontrato più persone così sul percorso della sua vita, ora saprebbe essere meno timida. «E' così grave?» Ma c'è già un altro sorriso, divertito, che le si apre affabile tra le gote e lascia che ogni gravità sia solo uno scherzo. «Ok, le Haribo le conosco. E mi stai facendo venire una gran voglia di caramelle.» Prima ancora di mangiare ma non è niente di strano, non per Aalina che nei dolci ha sempre trovato la sua principale soddisfazione culinaria. E' una persona da dolce, sì, e chiunque la conosca potrebbe dirlo in meno di cinque minuti, Ray compreso. Anche se le sembra di conoscerlo da molto di più, se le verrebbe quasi naturale far fluire infinite parole dalle labbra per raccontare di un regno lontano e di tutto ciò che ogni giorno le pesa sulle spalle assieme ad una piccola e graziosa corona che ha saggiamente deciso di lasciare in casa, per oggi, per ogni giorno in cui decide di essere Millie e non Aalina. Ma non può, non può perché lo sa che sarebbe diverso, che ogni persona lo sarebbe con lei nel sentire un cognome che si legge sui giornali, un nome che non accompagna parole tanto leggere e spensierate ma argomenti molto più seri. E vuole essere Millie, adesso, vuole continuare a non avere preoccupazioni e a far sciogliere miele sul proprio sorriso senza chiedersi se sia uno sbaglio, se sia troppo, se sia presto. «Bhe, accetto questa gentile proposta.» Accetta l'idea di integrarsi in quel mondo prima ancora di avere la reale possibilità di farlo, perché ancora spesso le sembra di vivere quella città come una turista e niente di più, come un individuo che, di passaggio, sa meravigliarsi di ogni cosa senza però abituarsi a niente. «Vengo da Aarhus, in Danimarca. Ho sempre vissuto lì, studiato in casa, niente di molto entusiasmante.» Perché è questo, Millie, è una vita silenziosa senza ostacoli sul suo percorso, una vita da raccontare in poche righe ma da ampliare in un presente che invece ne richiederebbe un'infinità. «Volevo conoscere un po' il mondo e New York è... il posto giusto. E tu, invece? Perché mai sai il Russo?»
    ©
  4. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Si sente davvero una bambina, nel senso più piacevole in cui potrebbe farlo. Si sente così libera quando è circondata dai muri che per primi e più a lungo ha potuto chiamare casa, quando attorno a lei vede infiniti ricordi e storie di tempi lontani ma sempre veri, sempre presenti da qualche parte nella sua mente a ricordarle il suo ruolo con parole che sanno solo essere dolci e mai un peso. Si sente così libera in Livonia, libera da tutto ciò in cui ha deciso di immergersi per doveri più grandi ma che a volte sanno farsi asfissianti, si sente libera in quel giorno, libera con Eså, libera in ogni modo che potrebbe conoscere. Perché non sa esserci altro che un infantile bisogno di svelarsi, di rivelare ogni proprio dolce segreto e ogni storia che con il tempo si è stretta forte contro il cuore. E' tutto ciò che di più bello conosce, tutto ciò che sa essere così delicato e piacevole da condividere. E lo sa che sono storie così diverse da quelle che è stata abituata a sentire da loro, da lui e da Calien, ma allo stesso tempo comprende come nessuna storia, neanche quella che nel suo mondo potrebbe sembrare più banale, potrebbe essere vista nello stesso modo da Eså. Sa parlare senza filtri e sentire di essere ascoltata, sa non avere freni quando ci sono solo favole leggere e storie di ruoli e doveri a uscire rapide dalle sue labbra in un tempo che pare infinito ma che forse sa anche passare troppo in fretta. Le è capitato raramente di non provare insicurezza, di non doversi chiedere quanto di quello che dica sia effettivamente giusto ma ora lo sa, che tutto sa essere giusto, che semplicemente la sua versione delle cose può andare bene come non ha mai fatto prima, perché è quella che vuole Eså, è quella che lei gli ha in qualche modo promesso. «Non ti sei ancora stancato di sentirmi parlare?» Perché è semplicemente impossibile da controllare tutto quello che le passa per la mente con un solo sguardo verso quella che sa ancora essere casa per lei, è impossibile da trattenere quando ogni parola sa solo essere accompagnata da un'euforia costante, un'eccitazione che non sa scemare ma solo permeare ogni cosa e rendere l'aria un po' più elettrica, anche se incredibilmente confortevole. «Comunque sta per fare buio, possiamo andare nel parco. Devo solo tirare fuori qualche coperta.»
    ©
  5. .
    jackals - dealer
    23 y.o.
    Il punto non è la festa. Il punto non è mai, veramente, solo la cazzo di festa. Il punto è che quando impari a stare sulla bocca di tutti e lo sai fare bene, quando ci sai restare per i motivi giusti, poi puoi infilarti nelle loro teste ed essere una fottuta dipendenza, generare fedeltà, quel tipo di stronzate a cui abboccano solo se sono veramente deboli. Ma a vent'anni e dopo le prime esperienze con le droghe sanno esserlo quasi tutti, no? Quasi, però. Quasi, perché Ava non è più la ragazzina debole che ricordavo, perché la sua testa non è qui pronta ad aprirsi davanti a poche parole e nemmeno a tante, forse, ma questo non è il genere di cosa che mi impedisce di provarci. E sia chiaro, non perché potrebbe sembrare un qualche tipo di sfida, perché potrei trarci così tanto piacere da essere soddisfatto per un giorno intero, ma semplicemente perché mi piace, provarci, perché voglio farlo. Che di solito le tipe dure nemmeno mi piacciono, sanno essere un dannato spreco di tempo, non sanno valere lo sforzo che ci metto per piegarle ai miei piedi e vedere quale segreto hanno da offrirmi. Ma la corazza di Ava è oro fuso da sventrare a mani nude e quell'oro so desiderarlo davvero, per un attimo, prima di ricordarmi che no, ci proverò solo per hobby e non per capricci inutili che sento echeggiare in fondo alla testa. «La mia fama mi precede o papà è soddisfatto?» O entrambi, perché no, perché non alimentare un po' di sano narcisismo? In fondo si sta parlando di me, di me e del modo in cui vorrà usarmi, che in fondo non mi importa, perché mi provoca un inspiegabile piacere l'idea di accompagnarla su un apice che potrebbe farle perdere l'equilibrio, o che la farebbe semplicemente brillare di una luce che in parte mi appartiene. «E adesso sei una matricola con un invito, perfetto no?» Non che le serva, poi, se non per un briciolo di popolarità in più, quella che mi sembra che potrà strappare con artigli affilati appena ne proverà l'impellente desiderio. Per quella merda ci cascano un po' tutte e mi piace, mi piace perché ormai so cosa vogliono e quanto sanno volerlo. Ma a volte mi piace anche non saperlo, alcune volte come questa in cui le chiedo con un gesto di avvicinarsi ancora un po', solo un po', mentre mi attacco con le spalle al muro e la cerco anche io una sigaretta, una di quelle e l'accendino. «Perché... qui non ti posso dare proprio un cazzo.» E lo sa, lo sa meglio di me come qui ci stiano i Gallows e nessun'altro. Per questo posso soffocarlo in poche parole che si stringono con le mie labbra al filtro della sigaretta, vicina alla stessa fiamma verso cui le ho chiesto di avanzare. Ma passa un secondo e sorrido, ghigno appena alzando lo sguardo ancora e sempre verso di lei perché mi sto divertendo, perché adesso c'è solo una domanda che mi martella nella testa e me lo chiede in continuazione, con un eco infinito, fino a dove Ava si vorrà spingere. «Ma se hai tanto bisogno di saperlo, per te faccio uno strappo alla legge.»
    ©
  6. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Non le succede così spesso di trovare qualcosa nel mondo di sinceramente perfetto, non quando di perfetto ha conosciuto patine e maschere, fortezze e armature, ma così pochi impulsi onesti capaci di riempirsi di tale concetto. Le anime non possono essere perfette, neanche le più forti, nemmeno quelle che ammira di più, perciò neanche le situazioni che da loro derivano sanno essere prive di minuscoli particolari inadeguati. Ma questa promessa che condividono sa essere perfetta nella semplicità di un desiderio che nasce e non sa essere trattenuto, non può esserlo, perché generato da istinti che, a discapito di tutto, conoscono un'incredibile trasparenza. La sa vedere una luce perfetta in queste parole che di solito sono lo specchio di una bugia, di qualcosa di inesistente, ma non adesso, non tra di loro. La sa accogliere una sensazione che, perfetta, le scalda ogni arto di consapevolezze che forse avrebbe sempre dovuto avere, ma che ora si premono su di lei con tanta forza da diventare semplici verità assolute e non più essenze rilegate in un angolo. «Dovresti riposare adesso.» C'è solo una punta di preoccupazione che dolce non sa davvero rovinare infinite promesse che si sono scambiati in uno sguardo, nuove consapevolezze che hanno semplicemente saputo investirli con la forza di cui avevano bisogno, ma che sembrava così difficile trovare senza una spinta in più, una mano in più. «Domani avremo tempo abbastanza per vedere tutto.» Perché c'è un domani, perché anche questa è una certezza a cui si sa aggrappare senza mai aver saputo di averne bisogno. C'è un domani per loro due, insieme, dove raccontarsi ciò che hanno vissuto da così lontani ma che, come ogni altra storia, saprà solo unirli ancora e ancora.
    ©
  7. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Non ha mai saputo davvero sottovalutare quei pensieri che le portano inevitabilmente a cercarsi, a tendere dita nell'aria sotto qualsiasi forma, un profumo, un abitudine, un messaggio che le avvisi del disperato bisogno della presenza dell'altra. Non li sa sottovalutare neanche se si presenta lì, al suo fianco, con il sorriso più leggero che potrebbe indossare, con parole che delicate si posano ovunque per rendere quello spazio più accogliente, più caldo, più giusto per tirarle fuori pensieri muti che non farebbero altro che asfissiarla. Ha sempre saputo in che modo Madeleine abbia più bisogno di lei ed è quello, è la leggerezza che a lei spesso sapeva mancare nel pensare sempre a tutto, troppo a tutto. E per lei è il contrario, invece, quando necessita sempre di una forza che solo sua sorella sa darle in uno scambio continuo di dettagli e bisogni, di appoggi e carezze contro cui cullarsi in infinite convinzioni. Lei è la calda e costante leggerezza in cui confidarsi, Madeleine l'incredibile forza con cui affrontare ogni paura. Sanno completarsi così bene, anche in momenti di sconforto, che è semplicemente facile tenderle la mano e non aspettarsi niente, nessuna rivelazione, se non quella che sua sorella vorrà farle. Ma non c'è davvero altro che una genuina sorpresa sul suo volto, un sorriso che si distende stupito ma tenero, elettrizzato quasi anche nella sua più sincera purezza. Sa ascoltarla, per qualche istante, sa non interromperla e far semplicemente accrescere un sorriso comprensivo, dolce, che le sue paure vorrebbe solo strappargliele dal petto e mostrargliele sotto una luce diversa, una che non gliele faccia più temere. «Mads, ti stai preoccupando perché è un mio amico o perché non sai quello che provi?» Sa sorridere ancora, speranzosa, perché non esistono accuse nelle sue parole, non esistono giudizi né ansie quando è semplicemente la sua sincerità che vuole, in modo da aprirle gli occhi di fronte a situazioni non così temibili. «Perché se la mia splendida sorella volesse uscire con uno dei miei più cari amici, un ragazzo di cui mi fido ciecamente e che già so di apprezzare senza limiti, potrei solo essere infinitamente felice per entrambi. Ok, forse un po' di più per lui perché insomma, sei tu, è troppo fortunato!» Ma vuole anche stringerle una mano adesso, tenerla con quella forza delicata che le spinge sempre un po' più vicine anche quando condividono già tutto con disarmante sincerità.
    ©
  8. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Non ha dovuto davvero compiere delle scelte, non in quel particolare momento della sua vita in cui le sue abilità hanno semplicemente seguito un corso così naturale da mostrarsi sempre sorprendentemente chiaro. Certo, sa fare fatica con regole rigide come quelle di Psicocinesi, con leggi universali che non conoscono scappatoie o miele capace di addolcirle, ma non ha davvero dubbi che anche quella sia una parte essenziale di lei, come ogni altra. Ed è bello vedere il mondo da una prospettiva diversa anche quando le sue decisioni sanno essere così chiare e non vacillare mai, è bello guardare ciò che viene riflesso nelle sue iridi da Ethan e trovare quella sincerità che la rende capace di immergersi in tutto, come se in fondo capisse le sue scelte al pari delle proprie. Ha imparato con il tempo ad accettare le diversità e a lasciarsi arricchire da ognuna di esse, un processo che con Ethan risulta incredibilmente facile, data la complicità con cui sanno scambiarsi idee e ricordi. Le sembra davvero di vedere attraverso i suoi occhi quando ne sente le parole inebriare l'aria con una sincerità disarmante e lo sa che la sua purezza è pari a quella di Ethan, che ogni cosa che gli dirà sarà sempre e solo ciò che più nel profondo si sentirà di voler dire. E sembra sempre incredibile come possano esistere tante somiglianze in persone così diverse, ma che trovano qualcosa da cui lasciarsi accomunare anche tra passati opposti. «Oh, sì, ti capisco così tanto. Ogni cosa mi viene meglio istintivamente, se ci devo pensare è invece quasi una tragedia. Magia Elementale è più impulsiva, meno controllata, non mi capita questo dramma.» E sorride perché un dramma non lo è davvero, a parte nei momenti in cui ci si trova, immersa nello scoraggiamento. «Possiamo lavorarci insieme.» C'è speranza, c'è anche un'estrema fiducia perché lo sa che con lui sarebbe più facile, che non ci sarebbe giudizio da temere nell'incontrare gli stessi errori e nel superarli con un semplice sorriso come quello che da minuti interminabili ormai le si è fissato sul volto. «Sai cosa? Voglio fare anche adesso qualcosa di impulsivo e vedere poi se sarà la scelta giusta. Mi accompagneresti a chiedere l'iniziazione alla confraternita?»
    ©
  9. .
    jackals - dealer
    23 y.o.
    Le so vedere tutte queste cose che non mi sarei aspettato di trovare nel suo sorriso, questa sicurezza che non era sua un tempo e a cui spesso le storie passate di orecchio in orecchio non fanno giustizia, questa freddezza che non poteva appartenerle ai tempi e che non ho avuto modo di conoscere quando la sua era solo una figura lontana, una che avrei anche voluto evitare perché il nostro incontro sarebbe stato sbagliato, o almeno Deek avrebbe detto che si trattava di uno sbaglio. Può essere uno sbaglio, questo? Io non credo. No, non credo proprio che lo sia, non è mai uno sbaglio quello che senza sforzo sa portare un guadagno e non mi importa neanche di che genere, non mi importa se vorrà mai tornare a letto con me o se mi farà vendere a qualche sua amica un po' di droga. Potrebbe anche mandarmi a fanculo e non ci avrei comunque perso niente, nulla se non una possibilità, ma non solo il tipo che si attacca a queste cose, alle speranze, ho sempre saputo come non averne. «L'erba cattiva è sottovalutata.» E non lo so se voglia essere una frase ad effetto o semplicemente un modo per neutralizzare una frecciatina, un modo per non portarla avanti. Non mi soffermo poi tanto sul significato delle parole e su quello che potrebbero nascondere, non quando quello che voglio sapere si trova ben oltre. Ava Graves non mi odia. Forse si crede superiore, si crede una fottuta predatrice, ma non lo ha negli occhi quel lontano timore che potrebbe davvero tenerla lontana da me. E allora può credersi tutto quello che le pare, per quanto mi riguarda, che questa micidiale fiducia in sé stessa la fa sembrare ancora più figa. «Mah, mi chiamano, io vengo. Le feste vere stanno a Brooklyn, non nel campus, chiedi a chiunque.» Ed è semplicemente un dato di fatto, una verità, una delle poche che ho saputo costruire in questi anni perché diciamocelo, non sono molto capace di dire una cosa e farla avverare, è più una cosa da gente onesta questa. Ma le feste sono una fottuta garanzia, ormai da anni, e non mi sorprenderebbe vederla a quella di settimana prossima, circondata dal suo gruppetto di amiche. Ok, forse questa è una fantasia più che altro, una di quelle che mi si piazza sulla lingua e già me lo fa sentire il sapore di un piacere così vicino da poter essere sfiorato. «A proposito, ne diamo una il weekend prossimo. L'indirizzo lo sanno tipo già tutti, tranne le matricole.» Non la sto propriamente invitando, no? Non vorrei metterla davanti ad una scelta a cui potrebbe rispondere il suo orgoglio ma insomma, almeno farle capire che è roba mia, che è da me che verrebbe, dritta nella tana del lupo dove la sua corona non vale un cazzo.
    ©
  10. .
    jackals - dealer
    23 y.o.
    Vorrei dire che non ci ho pensato ad Ava Graves ma non è così, non sono così coglione. Ho pensato che questo è il suo prime mese di università e ho anche pensato che avrei potuto trovarla qui, alla festa di quella che è stata la mia confraternita, perché è semplicemente scontata come scelta. Lo so come funziona lei, come funziona il suo gruppo di amiche. Diventerà una cheerleader, presto la seguiranno tutte quante e il suo gruppetto di amiche sarà una fottuta miniera d'oro. Ci ho pensato, quindi, perché se non mi odiasse sarebbe un fottuto affare. E non lo so se mi odia, non lo so come funzionano queste ragazzine distrutte, non lo so come funziona il loro mondo in cui uno stronzo è anche il tipo a cui sbavano dietro e quello che sembra brutto è anche ciò che le fa sballare di più. Non lo so così come non so se davvero mi sono pentito di quello che ho fatto, forse semplicemente il pentimento non è nel mio sangue. Certo me lo sono lasciato alle spalle, ho anche pensato che fosse stata una stronzata quella di "vendicarmi" dei Graves, perché alla fine ci hanno aiutati davvero a me e a mio fratello, ma da qui a pensare di dispiacermi per due grandi occhioni pieni di lacrime nah, non è cosa. Mi era fottutamente piaciuto distruggerla, ecco la verità. E sono quei piaceri che durano un attimo, che adesso non mi danno più niente, perché la guardo e vedo che è semplicemente cresciuta, che è diventata una gran figa anzi, perché mica sono scemo. Non la ho vista poi tanto ultimamente, dato che a quanto pare a nessuno dei due piace frequentare casa dei suoi genitori, ma forse va bene così, forse ha avuto più tempo per dimenticare e riniziare da zero, perché ora ho fottutamente voglia di ricominciare da zero. Non so se mi odia, certo, c'è sempre questa incognita, ma penso che avrebbe le palle di dirmelo se così fosse, o almeno di darmi un palo per farmelo capire. «Fammi indovinare: confraternita degli sportivi e fra due mesi spodesti il capitano delle cheerleader.» Forse presentarmi con una faccia da schiaffi e un sorriso angelico, o forse realmente interessato, a un metro da lei non è il miglior modo per scoprirlo, sono così pericolosamente a portata di schiaffo da sentire un brivido lungo la schiena mentre la fisso come se fosse normale. Oh dai, in fondo è normale, siamo solo amici di vecchia data con qualche incomprensione. «Ciao Ava.»
    ©
  11. .
    hunter
    30 y.o.
    Sa esserci un vuoto dopo un obiettivo raggiunto che a fatica cerco di colmare. Ho imparato a farlo senza intestardirmi, senza premere sempre contro gli stessi impulsi di una mente che conosce così bene i propri bisogni ma che, allo stesso tempo, riconosce la scarsità del loro numero. Spesso mi sono sentita un involucro vuoto, privata di un'ambizione che per anni è stata tutto, ma ora sa solo riguardare al passato con una soddisfazione che non scema e rende il resto un po' più sopportabile. Perché non lo sarebbe, altrimenti. Non è sopportabile una solitudine che a volte ho così disperatamente bisogno di spezzare, non è sopportabile un'assenza di obiettivi che celo dietro a nuove missioni, le poche che mi sono rimaste e che ancora sanno farmi scorrere abbastanza adrenalina nel sangue da spegnere tutto il resto, tutte le incertezze, almeno per una notte. So scivolare tra le ombre priva di pensieri, priva di una luce che mi renderebbe meno temibile, perché non avere altro obiettivo al di fuori di un'esecuzione sa rendermi la macchina da guerra che ho sempre sperato di essere, che ho lottato per essere, ma che ora, a volte, sa sembrarmi perfino troppo. Sono troppo, sono così tanto che diventa facile scordarsi di essere Theresa Dixon per essere solo la più temibile ombra della notte, la sete di sangue e giustizia che mi muove e non tutto il resto. Non c'è un resto, o forse ho semplicemente deciso che non dovrebbe esserci. Perché invece qualcosa c'è in questa notte, qualcosa che è in grado di smuovermi dopo un sussulto muto che mi fa voltare verso la figura alle mie spalle, con il coltello sguainato e sangue negli occhi che sanno presto mutarsi in sorpresa, in quella stessa luce che si è affievolita troppo spesso. «Morgan.» Si affila presto sulle mie labbra un sorriso che sa essere curioso, oltre che incurvato per un compiacimento che lo so, è sempre esistito. Perché Morgan è tutto ciò che ho sempre saputo ritenere alla mia altezza, la linea di confine da sorpassare per essere il massimo, sempre la migliore, anche contro chi avrei saputo temere davvero. E non importa se il mio nome sia leggenda tra i sussurri di una città morta, perché questo non cambia un'ammirazione che diventa sfida e battaglia ma anche la più preziosa alleanza. «Parli ancora troppo per i miei gusti.» Anche dopo anni in cui forse non è cambiato nulla, non è cambiata questa chimica che ci stringe con acidità ma sempre ad un passo di distanza, non è cambiato il modo in cui il sangue sa scorrere più velocemente e l'adrenalina aumentare, solo per aver trovato qualcosa con cui valga la pena lottare. «Ma sì, preferisco permetterti questa alleanza che averti in mezzo alle palle.» E sa esserci una scintilla di complicità nei miei occhi quando un alleato lo ho cercato così a lungo, lo ho trovato in Caiden che non ha mai saputo concedermi tutto, non questo. Ma è la luce di un istante prima che il mio sorriso si spenga in uno scatto di un'espressione concentrata e capace di erigersi sopra a tutto il resto. Perché per una notte sa esistere un obiettivo più eccitante degli altri, sa esistere una battaglia che non sia più solo mia. «Come pensavi di entrare?»
    ©
  12. .
    tumblr_inline_prnrt0dZ1s1w014yu_540
    tumblr_inline_prnrsuGC5c1w014yu_540
    jackals
    23 y.o.
    Vorrei sapere davvero cosa sono capace di odiare, cosa mi si ritorce nello stomaco e mi affonda, mi tira così in basso da far sembrare l'aria un soffio così lontano e irraggiungibile. Vorrei sapere cosa mi si infila nella carne come spilli infiniti che non mi danno modo di trovare quiete in una prospettiva futura che sa solo di buio e di infinite ombre, di mancanze che lo so già, non saprò come colmare. Perché io lo so che non esiste un mondo senza di noi, perché io lo so che questi anni non potranno essere messi da parte, cancellati, congelati, ma potranno solo essere riempiti con un tempo inutile di cui non saprò cosa fare. Non so cosa fare di me, non in momenti diversi da questo in cui un senso lo so avere così profondamente, quando sei tu stesso a darmelo e a scrivermelo con forza su ogni angolo di pelle. Quindi qualcosa lo odio, Marcus, qualcosa che forse è la guerra o forse è solo una scelta che non comprendo, che sa solo generare infinite paure e niente a cui invece aggrapparmi. Ma so trovarlo in tutto un appiglio adesso, uno che lacrime di rabbia le reprima e le tenga sospese sulle mie iridi, so trovarlo in strette da cui non cerco davvero di divincolarmi ma contro cui spingo solo per sentirle premere più a fondo sulla mia pelle. Perché adesso ho bisogno di questo, come forse ne ho avuto ogni giorno ma come saprò averne sempre e solo di più. Adesso ho bisogno che ogni stretta si faccia sentire e che ogni marchio venga scavato più a fondo, ripassato tra lettere brucianti che non possano davvero sbiadire neanche con un tempo infame che non ci sarà concesso. E ho così bisogno che questo stesso bisogno sia vero, incontenibile e incontaminabile, che sia tutto ciò contro cui potremo trattenerci in giorni in cui sarà impossibile da sopportare e brucerà semplicemente così tanto da ricordarci cosa ci siamo lasciati alle spalle come una promessa senza tempo. «Ok, non te odio. Odio che te serve 'na cosa che non so' io.» Odio che possa esistere qualcosa che non sia questo, che non siamo noi e queste mani che so sentire premere così forte contro la mia pelle, odio che ci sia e che ti separi da me, anche quando lo so che al tuo ritorno non saprà esserci mai niente di diverso da ciò che siamo ora e saremo sempre. Non è il tempo il problema, Marcus, ma un laccio che decidi di stringere a qualcos'altro quando i miei sanno solo perdersi nel vuoto di un orizzonte mai accogliente. «Questo, basta. Qualche anno non fa proprio 'n cazzo pe' me.» Niente, perché te lo saprei già dire dove mi troverai dopo questa assenza e in ogni momento in cui saprai interromperla, dove sarò ancora e sempre anche nell'intraprendere milioni di nuove strade.
    ©
  13. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Ha convissuto con l'imbarazzo così spesso da saper prevedere quando il suo sangue sa farsi bollente e scorrere così rapido da incendiarle le gote di un colore così puro perché privo di qualunque tipo di filtro. Ha imparato a non badarsene, a provare solo ulteriore vergogna senza davvero reprimere niente quando ci sono parole capaci di coglierla alla sprovvista perché così lontane dalle sue abitudini. Ma non lo sente bruciare il sangue sotto pelle adesso, non nel modo che si è aspettata e che dovrebbe poterle mozzare il fiato appena. Sente così tanto altro che non saprebbe spiegare come queste parole siano capaci di metterla completamente a suo agio, ma che semplicemente si ritrova ad accettarle e basta. Non c'è sangue pulsante a macchiarle le guance, non c'è un tentativo bizzarro di rispondere con parole che somiglino a quelle udite in un gioco che non sa veramente giocare, ma che fa parte delle vite di chiunque. Perché c'è solo euforia, per un attimo, c'è solo l'infantile bisogno di assecondare un desiderio e seguirlo con una corsa che non sa badare ad ostacoli, a problemi, a convenzioni. C'è solo l'idea di un cielo stellato e della libertà che proverebbe nel guardarlo con lui, come se fosse normale l'idea di condividere ancora qualcosa, come se avessero già potuto condividere tutto. «Non sarà un problema.» Lo sa dire con eccitata convinzione quando non vuole che lo sia, quando sa esserci solo una naturalezza insita in ogni parola e risposta che la sa far apparire tanto convinta. Perché è normale anche nell'essere la prospettiva più eccitante che conosca, perché è semplicemente pura al punto da circondarla prima ancora che sia calata la notte. «Qui a New York non si vedono le stelle. Inquinamento luminoso, troppa luce artificiale.» Ma neanche questo è un problema, non potrebbe esserlo quando ci sono semplicemente desideri più forti e capaci di portarla già con la mente altrove. «Ma tu potresti portarmi a casa, in Livonia, lì potremmo guardare le stelle e così tante altre cose che vorrei mostrarti.»
    ©
  14. .
    tumblr_inline_prnrt0dZ1s1w014yu_540
    tumblr_inline_prnrsuGC5c1w014yu_540
    jackals
    23 y.o.
    Non sanno esistere certezze quando tutto ciò che si è spinto talmente a fondo da scrivermi queste promesse nella carne è anche tutto quello da cui dovrò staccare ogni presa in una rinuncia che sa solo sembrare ingiusta, sbagliata perché diversa da convinzioni così solide da essere diventate leggi e pilastri in un mondo che cambia sempre, ma non in questo suo aspetto. Perché questo non ha mai saputo cambiare, queste strette e lo sfiorarsi di una pelle che sa trovare riposo solo sull'altra, che sa avere un rifugio anche quando nient'altro ha saputo promettercelo mai senza chiedere in cambio sangue e sudore. Le cose che non cambiano, che ci si sono semplicemente infilate dentro senza avere bisogno di lame taglienti, sono così difficili da salutare, anche se con parole diverse da un addio, sono qualcosa che non possiamo semplicemente sfilarci di dosso nella presunzione di non sentire un vuoto mangiarci la carne e far scomparire tutto. Non lo so chi sono senza di te, Marcus, non lo so quante paure in più saprò avere e quante voragini resteranno aperte in barriere mai troppo solide, mai troppo sicure. E anche se non esisterà una paura così grande da cancellarmi il tuo nome di dosso, non penso che potrò mai essere forte abbastanza da sopportare di vederlo sbiadire piano, un giorno dopo l'altro. Non sono forte neanche adesso quando ci sono parole che si sfumano e si allontanano prima ancora di essere pronunciate, quando c'è semplicemente così tanto da dire e niente che sembri la cosa giusta, niente che non assomigli inevitabilmente ad un coltello puntato verso uno di noi. Perché tutto ha questa forma adesso, tutto ha una lama pronta ad essere rigirata in una carne troppo debole per trovare riparo e in una mente che fa così fatica a rialzarsi e a vedere la luce dopo essere stata accecata. «Sì, non ce pensa' mo', come se fosse facile.» Non lo so che cosa sia questo nodo che sento stringermi la gola fino a far morire appena gli ultimi miei sussurri, non lo so se sia tristezza o rabbia, se sia la ricaduta dopo una serata in cui ci siamo spinti troppo in alto o solo l'affiorare lento di tutto ciò che ho voluto respingere per mesi e anni e che ha trovato ossigeno per ritornare in superficie. Forse è paura o forse è che di paura non ne ho abbastanza, che queste promesse infrante sanno sembrarmi solo un tempo morto, vuoto, in cui non esisterà uno spazio come questo ad accogliermi o in cui forse non esisterà niente affatto. «Giuro che te odio.» Ma sono parole vuote perché non possiedo le forze nemmeno per odiarti, nemmeno per odiare davvero questa distanza che sa già distruggermi prima ancora di insinuarsi tra corpi così perfettamente incastrati e menti che sanno dipendere pericolosamente l'una dall'altra. Scuoto appena la testa perché lo so che non ti odio, che i tuoi occhi li cerco ancora con tanta impazienza e con un bisogno che non sa scemare mai, neanche quando il mondo si ribalta e mi lascia ad annaspare per una luce che non trovo, non adesso. E forse vorrei solo poterlo fare, poterti odiare, vorrei odiare tutto così da non sentire troppo vicina la minaccia che tutto questo, un giorno, possa scomparire. «Odio che mi lasci sola.»
    ©
  15. .
    princess - valkyria
    24 y.o.
    Lo sente come i propri respiri si siano già regolarizzati e non lo sa se sia normale, non sa altro che ciò che i suoi istinti le richiedono e che le permettono di guardare un po' oltre un orizzonte in tempesta. Sa che la presenza di Dėlïshk sa tranquillizzarla anche nell'aver portato con sé inevitabili e malvagie notizie, sa che sarebbe diverso, se lui non fosse lì, ma soprattutto che sarebbe diverso se non ci restasse. Perché è più facile incurvare le labbra in un sorriso speranzoso nel saperlo vicino, nel saperlo accanto a lei ancora per giorni che non importa quanti siano, ma che esistano e che siano condivisi. Forse ci spera di potergli offrire un rifugio che in qualche modo gli doni la casa che gli manca, lei che ha sempre vissuto al sicuro di muri tra cui scorre un affetto più efficace di qualunque barriera ed arma forgiata allo scopo di cacciare i pericoli. Pensa che non potrebbero esisterne, di pericoli, in una vera casa, e così non ne esisteranno neanche per lui in un futuro di cui non importa l'entità ma solo la presenza. Perché anche nel non considerarsi un'ottima guida lo sa come nascondersi da domande che non dovrebbero essere poste e pericoli così diversi da quelli che molti umani conoscono, lo sa come non dare nell'occhio senza compiere sacrifici che non vuole far pesare sulle spalle di nessuno, tanto meno su quelle di Dėlïshk. «Non ti preoccupare, sarà solo per breve tempo, poi sarai libero di sfogarti e ricevere tutte le attenzioni che vorrai.» E lo sa con un sorriso sincero quanto sia importante, quanto sia difficile contenersi in un posto nuovo per chi tra i posti nuovi ci è vissuto nel trovarci la propria normalità. La ricorda l'euforia di Callie ad ogni scoperta, ad ogni paesaggio che sembrava sempre più sorprendente dell'ultimo visitato, ed è qualcosa di cui vorrebbe non doverlo privare, neanche per quei primi istanti di permanenza. Ci sono cose di cui ha scoperto l'importanza anche senza doversi sforzare davvero per capirla, ci sono cose che sono importanti e basta, così tanto da renderlo semplice perfino per chi non comprende davvero da dove derivino. «Ok, Eså.» Sa tenerselo appena sulle labbra con un sorriso, come a saggiarne quel nuovo sapore che si sa già di poter apprezzare. «Appena avrò finito ti porterò a vedere qualcosa, promesso.»
    ©
1445 replies since 24/10/2010
.
Top