[QUEST MUSEO] Primo piano

Sentì il suo cuore stringersi in una morsa di disperazione, mentre osservava ad occhi sbarrati il suo nuovo e fiammante Litch che veniva ucciso prima ancora di poter compiere qualsiasi incanto « Ma che cazzo! » esclamò, un sottile velo di lacrime aveva cominciato a pizzicargli gli occhi « L'avevo appena evocato, cazzo! » continuò a sbraitare allargando le braccia con le mani sollevate verso l'alto « Sono creature anche loro, Cristo santo, sei un'insensibile del cazzo amico, lo sai? » era fortemente indignato, così tanto che, nel mentre che parlava si affrettò a tagliare la sua pelle nuovamente per procedere all'evocazione dell'armatura nuova.
« Shay, ma che cazzo, hai dodici anni? Perché cazzo stai piangendo per un Litch? »
« Zitto, mi devo concentrare »
Non aveva idea se si potesse fare una richiesta così precisa, ma gli serviva e ci avrebbe provato comunque. Tharizdun era stato molto poco generoso con lui negli ultimi cinque minuti e sentiva che avrebbe dovuto ricompensarlo. Ciò che voleva era un'armatura ignifuga, e se proprio non si poteva totalmente ignifuga, voleva che almeno lo proteggesse dal fuoco il tanto che bastava per combatterci in mezzo. Allo stesso modo dell'altra però desiderava che parti metalliche fossero poste nei punti giusti atti a proteggergli le parti vitali, ma che comunque gli consentisse una buona libertà di movimento per poter schivare, correre, e in tal caso nascondersi senza essere visto troppo facilmente. Sarebbe stato anche utile che avesse un qualcosa che gli coprisse la bocca per evitare di respirare troppo fumo. Insomma, non voleva assolutamente uno scafandro, ma una cosa più riservata che gli permettesse di essere comunque IL RE DEL FUOCO.
« Pensi ad ucciderlo ora invece che piangere? Mi sto annoiano, fammi bruciare anche qualcos'altro dai »
« Abbiamo mandato a fuoco due stanze, Rakh... »
« Da quando in qua ti preoccupi di cosa mandi a fuoco? »
« Sono soltanto triste per il mio Litch, dovresti consolarmi! » nel frattempo che la conversazione interna alla sua mente andava avanti, Shay si prese un attimo per preparare l'evocazione di Extermination.
« Sei imb- »
« Zitto, sento qualcosa! » in effetti fu in quel momento che Shay percepì chiaramente il suono delle sirene della polizia babbana, in suono che conosceva bene e che aveva sentito spesso nella sua vita, diverse da quelle irlandesi ma pur sempre sirene. Un dubbio gli si accese e lo spirito rispose per lui: « Sì, è colpa tua ».
« Merito mio! » lo corresse subito mentre si asciugava gli occhi lucidi con la manica. Il poliziotto parlò attraverso il megafono, ogni parola dava una spintina all'ego di Shay, sotterrato da innumerevoli fallimenti. La stava vedendo nel modo sbagliato, ma per lui l'arrivo della polizia dava importanza alle sue azioni, dava importanza a lui stesso, non poteva fare a meno di esserne felice.
Un sorriso gli si allargò sul viso « La polizia babbana è venuta per me, che figata! » esclamò ad alta voce, scordandosi che il suo avversario avrebbe potuto sentirlo, anche se in realtà non gliene fregava un cazzo. Lo spirito non rispose, se fosse stato un essere umano, Shay se lo sarebbe immagino mentre scuoteva la testa lentamente sussurrando "che imbarazzo", prima di pippare una generosa striscia bianca.
« Dai Rakh, inceneriscigli quella cazzo di ascia! » gli suggerì attraverso Fonte Spiritica, così che il suo spirito avrebbe tentato di incenerire l'arma dell'omone-scimmia mentre lui... vide Abraham incombere dietro l'agente, dalla porta da cui erano entrati. Stava quasi per smerdare il suo attacco a sorpresa urlandogli qualcosa come "oooh, allora ti decidi ad aiutarmi eh?" ma preferì stare zitto, aspettando il momento giusto, ovvero quando J sarebbe stato impegnato a difendersi dal suo compagno, per scagliare un proiettile di sangue verso una parte scoperta dalla sua armatura.
Il tutto mentre la sua ombra, si spostava verso la porta posta a sinistra della Sala Esibizioni Speciali per guardarsi intorno nel corridoio e si teneva pronta ad attaccare chiunque avesse visto avvicinarsi non prima di avvisare il suo padrone. Shay avrebbe aiutato poi il suo compagno, spostandosi dietro la schiena del nemico e aprendo i palmi delle mani, avrebbe tentato di colpirlo generando un getto di fuoco dalle mani, rivolto verso la sua schiena.