I'm breathing freedom

Noah & Ariel

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST




    ariel chandler
    ♦ 22 Y.O.
    ♦ British
    ♦ insolent
    ♦ code © E
    Era una panchina di Central Park come le altre. Leggermente rovinata, perfettamente in fila e attaccata alle sue simili. Però lì c'era il sole tutto il giorno, dall'alba al tramonto, e in quel gelido giorno di gennaio era tutto ciò in cui Ariel Chandler potesse sperare. Era sotto esami, per la prima volta da quando aveva terminato la scuola dell'obbligo, e aveva un disperato bisogno di studiare. Aveva occupato l'intera panchina con i suoi ingombranti libri dell'università e c'era rimasta per l'intero pomeriggio, mancava poco al momento in cui la luce del giorno sarebbe stata sostituita da quella dei lampioni del parco.
    La sua avventura a New York stava maturando i suoi frutti, la libertà che per così tanto aveva sognato era nell'aria, percepibile quanto l'odore dell'erba o dei baracchini del cibo presenti nel parco che friggevano e grigliavano senza sosta. Come se potesse realmente avvertirla, Ariel inspirò profondamente e socchiuse gli occhi. Non ci sarebbe stato suo padre a rinchiuderla in casa, né tanto meno sua madre a criticarle il guardaroba o i modi di fare. Era nella grande mela, in compagnia dei soli libri di testo e di tanti anonimi compagni di corso.
    Con i volumi ancora sparsi attorno a sé, Ariel si portò una sigaretta alle labbra, coprendola con una mano prima di avvicinarla all'accendino. Una volta aspirato il primo tiro, lasciò la sua postazione per percorrere la distanza che la separava dal baracchino più vicino. Come accadeva ormai troppo spesso, la fame non aveva ancora bussato alla sua porta. Si limitò così a pagare una bottiglia di birra, senza nemmeno specificare un marchio o una grandezza, si sarebbe fatta andare bene ciò che il minuscolo bar aveva da offrirle. Soddisfatta, tornò così alla sua panchina, ai suoi libri ormai definitivamente abbandonati e alla sua amata Marlboro light.
    narrato - « parlato » - pensato

     
    Top
    .
  2.     +2   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Noah J. Brody - Lycan • Traveler • Student
    Le persone che lo circondavano rimaneva un incognita, lo sarebbero sempre state, Noah l'aveva capito quando Damien aveva deciso di andarsene - o aveva dovuto andarsene, era davvero tanto differente? - Damien che era la sua famiglia, un fratello maggiore che aveva visto come un padre, l'unico vero pilastro della sua giovinezza. Certo, c'erano Isobel e Joachim che erano la sua famiglia, ma Damien era più più di questo, lui era la sua guida di vita, la persona su cui aveva sempre fatto affidamento e nonché l'unica.
    Cosa poteva fare un ragazzo di ventuno anni, con la tendenza a scivolare verso il baratro, sapendo che l'unico di cui si era sempre potuto fidare lo stava abbandonando? Bere, ovviamente. Aveva finito tutte le scorte che teneva in dormitorio, così era uscito per andare a procurarsene altro, voleva stare da solo per inciso, nessun bar gli sarebbe andato a genio.
    E cominciando a camminare nel Bosco degli Innocenti in cui era immerso il dormitorio della sua confraternita, aveva perso di vista il suo obbiettivo mentre si inoltrava tra i boschi con l'ultima bottiglia di whiskey rimasta. Perdendo volutamente la sua stessa esistenza in mezzo alla natura incontaminata, dove tante volte aveva corso sotto forma di bestia, quando la luce della luna piena gli aveva sfiorato la pelle, squarciandola e permettendo al mostro di uscire fuori.
    Una mezz'ora o forse persino un'ora dopo, si era ritrovato a valicare il collegamento magico tra il perimetro di Brakebills e Central Park. Il sole stava per abbandonare la volta celeste e lasciare che la luna prendesse il suo posto, la luna che aveva già fatto il suo corso con Noah appena un giorno prima: era stanco, distrutto, le ossa si stavano finalmente riassestando e l'alcool aiutava a tenere lontani i suoi pensieri dalla notte precedente nonostante però non lo aiutasse a mantenere un ovvio contegno sociale.
    Da lontano vide un baracchino e ci si avvicinò barcollando leggermente, incapace di camminare su una linea retta così come a seguire le norme sociali cui tutti erano tenuti a rispettare, si sporse di fronte al baracchino e urlò qualcosa del tipo « Riesci a darmi un cazzo di whiskey? » in risposta ricevette un altro urlo che voleva essere intimidatorio « Non abbiamo superalcolici ragazzo, vai a rompere i coglioni da un'altra parte » Noah però aveva proprio voglia di rompere i coglioni a qualcuno « E se non me ne andassi? Dai esci fuor- » la fortuna, la provvidenza o chissà qualche assurdo Dio, decise di farlo voltare proprio in quel momento in un capogiro lieve e di fargli notare la moretta che se ne stava seduta poche panchine più in là. In un istante abbandonò ogni pensiero distruttivo per acquistarne qualcun altro molto meno casto, ma sicuramente meno dannoso, almeno per la sua testa.
    « Vaffanculo » congedò l'uomo dentro il baracchino con un cenno quasi disgustato della mano e si avviò verso la ragazza, con lo stesso passo un po' dondolante ma un viso che aveva assunto un sorrisetto sghembo e smagliante, passandosi la mano tra i riccioli scuri che prima gli sfuocavano la vista, posti di fronte alle sue iridi azzurrine. « Ehi bellezza! » la richiamò ad ormai pochi metri di distanza « Che ne dici di passare la miglior serata della tua vita in mia compagnia? » domandò con un tono quasi retorico che dava l'impressione che Noah già sapesse cosa lei avrebbe risposto, e, egocentrismo a parte, dopo una sorsata di whiskey tirò fuori dalla tasca un pacchetto di Lucky Strike rosse per prenderne una e infilarsela tra le labbra. Forse l'occhio della ragazza sarebbe caduto sul suo braccio completamente ricoperto tra placche metalliche o forse no, forse era una strega e avrebbe potuto dirle la verità, forse invece avrebbe semplicemente dovuto inventarsi una storia, non gli importava un cazzo, in quel momento, accendendosi la sigaretta con un banale accendino babbano.
     
    Top
    .
  3.     -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST




    ariel chandler
    ♦ 22 Y.O.
    ♦ British
    ♦ insolent
    ♦ code © E
    Non sapeva esattamente quanto tempo fosse passato da quando si era alzata per comprare la birra. Aveva fissato il vuoto aspirando avidamente dalla sigaretta che stringeva tra le dita, decisa a non toccare più alcun libro ed a far cominciare in quel preciso istante la sua serata. Durante il giorno si impegnava a studiare, magari leggermente fatta o con i postumi della notte precedente, ma pur sempre determinata ad umiliare finalmente suo padre con qualche risultato soddisfacente. Una volta calato il sole, tuttavia, cercava un modo qualsiasi per non sentirsi fuori luogo in quella gigantesca città movimentata. Quella sera, dopo tanto tempo, si sentì stranamente a casa. Ricordava in modo più che vivido le risse scoppiate senza alcun apparente motivo nei malfamati bar della periferia di Londra, i litigi e le minacce urlate più per far scena ed alzare la voce che per intimidire realmente qualcuno. Una voce arrogante e decisamente troppo alta ruppe la leggera quiete che la circondava, attirando il suo sguardo fino al baracchino da cui era tornata poco prima. Si limitò ad osservare con un sorriso divertito, quasi compiaciuta dalla familiarità di quella scena. Un ragazzo di bell'aspetto, apparentemente poco lucido, imprecava contro lo scocciato barista. Si prospettava anche una lite piuttosto accesa ed interessante, una di quelle che Ariel non si sarebbe persa per niente al mondo, eppure si ritrovò inaspettatamente ad essere il sedativo della situazione. Le sue iridi scure incontrarono quelle lontane del ragazzo che cambiò obiettivo, dirigendosi verso di lei con un sorriso furbo e accattivante sul volto. Soddisfatta della piega che stavano prendendo gli eventi, la Chandler si limitò ad inclinare leggermente il capo con il chiaro intento di osservare meglio i movimenti del ragazzo, socchiudendo le labbra per accompagnare il suo sguardo interessato. Era troppo pulito per incarnare il suo prototipo di ragazzo perfetto, eppure Ariel non poté fare a meno di trovarlo incredibilmente attraente mentre si scostava un ciuffo di capelli dal viso, rivelando così in modo definitivo il suo sguardo di ghiaccio. Doveva avere all'incirca la sua età ed un giovane ragazzo in giro per Central Park accompagnato da una mezza bottiglia di whiskey nascondeva abbastanza mistero da catturare completamente la sua attenzione. Per non parlare del braccio metallico, o ricoperto di acciaio che fosse, quello era roba forte, insomma non si vedeva mica tutti i giorni.
    Le parole del ragazzo non la colsero di sorpresa ma la appagarono, così come ogni complimento velato o esplicito che riceveva era solito fare. Una leggera risata spontanea fuoriuscì dalle sue labbra mentre cominciava ad applaudire delicatamente, facendo scontrare la mano sinistra sul polso destro per via della bottiglia di birra ancora stretta tra le sue dita. «Wow! Mi sei piaciuto cazzo.» Esagerando teatralmente si alzò dalla sua postazione, continuando ad osservare i movimenti del ragazzo mentre si accendeva una semplice sigaretta. «Devo ammettere che mi aspettavo di più dalla lite. Un po' di azione, ecco.» Gesticolava per dare enfasi alle sue parole, come se il marcato accento inglese non bastasse. «Mi hai conquistata,- in quel momento si girò, sistemando un libro sopra all'altro e affiancando ad essi il casco della sua moto con pochi movimenti lenti. -quasi.» Una volta ritornata al contatto visivo con le iridi azzurre del ragazzo, Ariel si avvicinò sorridente, lasciando che la sua spalla si scontrasse con il braccio di lui. Quello sano, ovviamente, non era così stupida come poteva volutamente apparire. «Sono curiosa. Cosa c'è in programma per la notte più bella della mia vita, Mr. bad boy?»
    narrato - « parlato » - pensato

     
    Top
    .
  4.     +1   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Noah J. Brody - Lycan • Traveler • Student
    Quella ragazza aveva un'eleganza talmente spiccata che quasi Noah non riusciva a coglierla nella sua interezza, ma gli piaceva, eccome, era una di quelle ragazze che era impossibile non piacesse perché oltre ad essere innegabilmente bella, aveva un modo di fare così estremamente sexy che ogni uomo ci avrebbe fatto ben più di un pensiero. Quelli di Noah in quel momento erano meno carnali del solito, perché era una sua malata convinzione e anche necessità, che ogni persona andasse conosciuta e capita prima di portarla a letto, forse perché in qualche modo si sentiva meno stronzo e un poco più umano.
    Quell'occasione sembrava perfetta per una conoscenza più divertente del solito, Noah si portò il collo della bottiglia alle labbra e lasciò scendere il bruciante contenuto nella gola, prima di parlare di nuovo « Intanto potresti prestarmi la tua moto e salirci insieme a me... » nonostante la voce suonava un po' barcollante, risultava comunque profonda e strafottente come al solito « Chiudere gli occhi, ascoltare il suono della vita notturna di New York intorno a noi... » abbinata ad un sorriso sghembo che splendeva di arroganza « E riaprirli soltanto quando io ti dico che siamo arrivati » era palese che la stesse testando, come lei stava testando lui « E poi ti garantisco che ti divertirai » concluse, regalandole un breve occhiolino mentre abbassava la voce e si accostava maggiormente a lei, facendole scivolare lo sguardo sul suo corpo come se fosse liquido per poi risalire ad osservare il suo viso.
     
    Top
    .
  5.     -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST




    ariel chandler
    ♦ 22 Y.O.
    ♦ British
    ♦ insolent
    ♦ code © E
    «Non bere. Non parlare con gli sconosciuti. Non ti allontanare da casa. Non ti fidare, di niente, di nessuno.» Regole, divieti, rotture di coglioni. Poi puntualmente Ariel si ritrovava a fare l'esatto contrario di ciò che i suoi genitori le avevano ripetuto come un mantra per tutta la sua breve vita. Ormai era diventata quasi un'abitudine, violare le regole solo per potersi sentire libera. Fare qualsiasi cosa le sembrasse insensata per sentirsi viva.
    Ascoltava le parole del ragazzo con gli occhi socchiusi e il volto leggermente piegato verso un lato, beandosi di quella voce così profonda e di quella proposta così terribilmente invitante. Sarebbe stato pericoloso e avventato, certo, ma Ariel già pregustava il vento tra i capelli e la sensazione di sentirsi finalmente libera.
    Aprì gli occhi di scatto, cercando il contatto visivo con il misterioso ragazzo e mordendosi il labbro per tentare di nascondere l'eccitazione che presto sarebbe comparsa nel suo sorriso. Aveva trovato ciò che stava cercando, poco le importava del rischio che lei e la sua moto avrebbero potuto correre nelle mani di un ragazzo palesemente ubriaco. Lasciando un sorriso malizioso come unica risposta all'invito del giovane, Ariel si girò per raggiungere la panchina lentamente. Tornò da lui pochi istanti dopo, con la borsa piena di libri su una spalla, e lasciò che le chiavi della moto cadessero all'interno del casco prima di porgerlo al suo interlocutore. Nel frattempo aveva indirizzato la mano libera verso la bottiglia di whiskey, muovendone lentamente le dita e rendendo evidente la sua richiesta. «Che dici.. Puoi accettare lo scambio?» Con il suo solito sorriso sghembo avrebbe sostenuto lo sguardo del ragazzo, ricambiando l'occhiolino che poco prima le aveva rivolto. «Seguimi.» Lo avrebbe condotto alla sua moto in poco tempo, desiderosa di iniziare un'avventura di qualunque genere.
    narrato - « parlato » - pensato

     
    Top
    .
  6.     +1   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Noah J. Brody - Lycan • Traveler • Student
    Quasi non credeva ai suoi occhi, quella ragazza aveva appena deciso di affidare la sua vita ad uno stronzo appena incontrato e per giunta ubriaco, o era tanto coraggiosa da diventare persino stupida, oppure sapeva qualcosa di cui lui non era a conoscenza. In ogni caso, qualunque fosse stata la ragione di quella decisione Noah l'ammirava e l'avrebbe ringraziata forse, alla fine, per avergli permesso di vivere una giornata come un ragazzo normale, un po' fuori di testa ma pur sempre normale. Non un licantropo, non un mago, non un assassino, nessuna di quelle etichette: solo Noah.
    Noah fece schioccare un sorriso sulle labbra e poi afferrò il casco, lasciando la bottiglia di whiskey nella mano della ragazza « Assolutamente sì » esclamò poi seguendola verso la fantomatica moto. Si lasciò sfuggire un 'wow' quasi mormorato mentre si avvicinava ad essa « Se non hai un altro casco usalo tu » le disse voltandosi un attimo per guardarla e dopo aver preso le chiavi all'interno dell'oggetto, porgerglielo nuovamente. Se non l'avesse preso, se lo sarebbe infilato velocemente schiacciandosi i riccioli sul cranio, per poi salire a bordo senza alcuna fatica « Se ti dicessi di tenerti a me sarei troppo scontato vero? » le domandò retoricamente con un tono più alto in modo che riuscisse a sentirlo anche oltre il casco.
    Una volta assicuratosi che lei si fosse sistemata dietro di lui, Noah inserì le chiavi, fece scattare il cavalletto mantenendo il peso di entrambi e della moto con facilità e poi diede un'accelerata iniziale per farla partire. La direzione che prese forse sarebbe stata molto inaspettata dalla ragazza, ma Noah l'aveva già deciso nel momento in cui le aveva chiesto di guidare: Noah si diresse nel punto da cui erano usciti dal parco, per rientrarci sì ma con la moto. Una delle tante entrate di Central Park si vedeva varcata da una moto, mentre i lampioni si accendevano e il buio iniziava a sovrastare il più grande parco di New York.
    Senza dire niente, Noah prese a sfrecciare tra i sentieri del parco che normalmente sarebbero stati adibiti ai pedoni, salendo sulle piccole colline senza alberi che offriva per poi prendere altri sentieri immersi tra il verdeggiante folto del parco, fino a raggiungere uno dei tanti ponti sul lago che ospitava dove si fermò « Ci facciamo un altro giro? » le chiese sempre con lo stesso tono.
    Passarono un paio di minuti da quando Noah le pose quella domanda, delle torce li illuminarono e delle voci rabbiose urlarono « Non potete stare qui con quella moto! » Noah fece impattare sul suo casco su quello della ragazza « Scappiamo? » esclamò eccitato all'idea di scappare dalle guardie del parco, non aspettò una risposta « Abbiamo chiamato la polizia! » provarono ad intimidirli nuovamente, ma Noah in quel momento accelerò nuovamente e partirono di nuovo cercando di scappare alle guardie.


    Mi sono fermata qui perché non sapevo quando fermarmi, ma puoi tranquillamente arrivare a quando riescono a scappare, Noah si fermerà dopo essere usciti da Central Park e aver raggiunto un vicolo un po' nascosto.
     
    Top
    .
  7.     -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST




    ariel chandler
    ♦ 22 Y.O.
    ♦ British
    ♦ insolent
    ♦ code © E
    Un sorriso vittorioso si dipinse sulle labbra marcate di rosso della ventiduenne non appena le sue dita si strinsero attorno al collo della bottiglia. Vittoria su cosa, poi, nemmeno lo sapeva. Ciò che sapeva, però, era che almeno quella sera avrebbe potuto fare ciò che voleva, come lo voleva e semplicemente perché voleva farlo. Come al solito, le possibili cattive conseguenze e i rischi servirono solo ad incentivare le sue scelte sbagliate.
    Fece strada al ragazzo fino alla sua adorata moto, sorseggiando di tanto in tanto parte del liquido amaro rimasto nella bottiglia. Una volta arrivati a destinazione afferrò il suo secondo casco, rivolgendo un ultimo sorriso malizioso a quello che sarebbe stato il suo compagno per quella serata insolita. «Adesso sono nelle tue mani, immagino.» Salì sulla sua moto come passeggera, beandosi del contatto creatosi tra i loro corpi e dell'adrenalina del momento. Istintivamente accontentò la richiesta del ragazzo, accompagnando l'abbraccio ad una risata spontanea. «Direi che qualche banalità possiamo permettercela.» Il suono familiare del motore della sua moto la portò a stringersi più forte all'imponente fisico del ragazzo mentre un'espressione inizialmente spaesata si dipinse sul suo viso. Durò solo pochi istanti.
    Sfrecciavano tra le colline del parco più grande che avesse mai visitato, immersi nel completo silenzio e nella più bella solitudine. Ariel non chiuse gli occhi nemmeno per un istante, godendosi quel momento che la avrebbe fatta sentire finalmente libera. Aveva trovato ciò che stava cercando e lo avrebbe vissuto appieno. Spostando le mani dal busto alle spalle del ragazzo, esercitò una leggera pressione su di esse, alzandosi sui pedali del passeggero e assumendo una posizione quasi eretta. Il vento sul volto non le avrebbe impedito di urlare a squarciagola, per poi ritornare a sedersi con una risata così spontanea da sembrarle finta.
    Il ragazzo si fermò su un ponte del lago, spegnendo la moto e immergendo il parco nel suo solito silenzio serale. «Possiamo fare tutti i giri che vuoi.» Avrebbe dovuto ringraziarlo, probabilmente, per quel senso di benessere che cominciava a inondarle il petto a causa anche del whiskey che stava trangugiando senza sosta. Approfittando del silenzio, Ariel mandò giù un sostanzioso sorso di liquido per poi rivolgersi al ragazzo che stava praticamente abbracciando. «Io sono Ariel, comunque.» Si sporse leggermente dal sedile, sciogliendo l'abbraccio con l'intento di guardare il suo interlocutore negli occhi. «Posso sapere il nome del mio cavaliere?» Il suo sorriso malizioso avrebbe reso quelle parole terribilmente meno eleganti ma ad Ariel poco importava, non era brava a nascondere le sue emozioni e non desiderava farlo, in ogni caso.
    La loro conversazione fu bruscamente interrotta da delle urla adirate e dalla presenza delle guardie del parco alle loro spalle. Il leggero senso di panico fu immediatamente sostituito dalla solita adrenalina dopo una semplice parola di Noah. Scappare. Era esattamente ciò che desiderava ardentemente fare. Scoppiò in una fragorosa risata, stringendosi nuovamente al busto del compagno. «Vai, vaivai, veloce!» Per un primo momento si ritrovò ad osservare la strada alle sue spalle, almeno finché le guardie non furono inghiottite dal buio della sera. «Seminati!» Rimase poi in silenzio, lasciando che Noah conducesse la moto fino ad un vicolo buio e decisamente discreto. Scese così dal suo mezzo, liberandosi dal casco prima di riuscire a sistemarsi i capelli scompigliati dal vento. «Te la sei cavata bene.» Si appoggiò al fianco della moto, continuando a fissare il ragazzo che le aveva letteralmente salvato la serata.
    narrato - « parlato » - pensato

     
    Top
    .
  8.     +1   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Noah J. Brody - Lycan • Traveler • Student
    « Comunque mi chiamo Noah » disse subito dopo essersi levato il casco, passò una mano tra i riccioli scuri per sistemarli appena, si erano schiacciati contro la testa durante quella piccola corsa in moto e stavano cominciando a dargli fastidio.
    Le sorrise, spegnendo la moto e scendendo anche lui da quest'ultima, il casco poggiato sul sedile. « Io me la cavo sempre benissimo » soggiunse con una calma che si poteva accomunare soltanto a qualcuno che sta affermando una verità universale, il sopracciglio destro alzato così come il sorrisetto « E dato che hai visto che di me ti puoi fidare, se vuoi ti porto in un posto ancora più interessante » fece schioccare la lingua, aspettando una risposta per troppo poco tempo.
    In effetti Noah non era una persona per niente paziente, sia che lei avesse risposto o meno, l'inglese avrebbe fatto passare le mani sui suoi fianchi, afferrandola delicatamente, sollevandola e facendola poi sedere nuovamente sul sedile posteriore della moto « Mettiti il casco dai » la esortò mentre anche lui si risedeva di fronte a lei, infilandosi nuovamente quel casco che tanto lo irritava.
    Se Ariel si fosse fatta spostare e se si fosse quindi seduta sulla moto, una volta assicuratosi che avesse di nuovo il casco, Noah avrebbe nuovamente acceso il motore e sarebbe partito alla volta di un luogo che conosceva molto bene: l'Upper East Side di New York. Noah era ricco sfondato grazie alla dorata scoperta del suo padre biologico, casa sua a Los Angeles era una di quelle ville infinite dove ogni sera c'era qualche festa con escort e droghe di ogni genere... ma non era per quel motivo che Noah conosceva la zona chic della Grande Mela. Il fatto è che spesso quelle grandi ville rimanevano disabitate per interi mesi, durante i quali i loro inquilini facevano viaggi di lavoro o stronzate del genere, una delle abitudini dell'inglese era scoprire quali rimanevano disabitate più a lungo e utilizzarle come casa delle vacanze per se stesso.
    Telecamere? Era un mago per un motivo, o no? La security del quartiere? Facilmente evitabile.
    Insomma, ecco dove avrebbe portato Ariel se lei fosse davvero salita su quella moto. Si sarebbero fermati di fronte ad una di quelle immense ville, accuratamente scelta da Noah, nascondendo la moto tra i cespugli e disattivando le telecamere con la magia, stando ben attento a non farsi vedere dalla ragazza. Si sarebbe fermato esattamente di fronte alla porta della, per inchinarsi e iniziare un tentativo di scassinamento finto babbano, utilizzando in realtà e di nascosto, ancora una volta la magia (o almeno ci avrebbe provato, a farlo senza farsi scoprire da lei).


    Naturalmente c'è del condizionale, non oso muovere la tua pg ♥
     
    Top
    .
  9.     -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST




    ariel chandler
    ♦ 22 Y.O.
    ♦ British
    ♦ insolent
    ♦ code © E
    Noah. Le piaceva Noah. Sia il nome che il misterioso ragazzo che la aveva portata in quel luogo un po' squallido, la sua sicurezza e quei capelli ricci apparentemente indomabili che spesso si spostava dal viso. Insomma, era piuttosto soddisfatta della piega che quella serata stava prendendo, tanto da non trattenere un sorriso malizioso mentre osservava i movimenti del ragazzo. Sembrava frettoloso, quasi impaziente di dimostrarle qualcosa che Ariel ancora non aveva colto. Che fosse bello e sicuro di sé lo aveva capito fin da subito, eppure era estremamente curiosa di conoscere di più riguardo a quel ragazzo che, con estrema calma, la stava invitando a salire nuovamente sulla sua moto. Quale ragazza avrebbe potuto rifiutare un invito del genere? E soprattutto, per quale motivo? Si era fidata di lui una volta, semplicemente perché alla ricerca di una sensazione di libertà che era solita trovare solo nelle situazioni estreme, e ciò che era successo le era piaciuto, Noah era finalmente riuscito a smuovere qualcosa di fermo da troppo tempo.
    Ariel lasciò che il ragazzo la spostasse al di sopra del sedile, guardandolo nei limpidi occhi azzurri prima di infilare nuovamente il casco. «Vediamo se riesci a sorprendermi anche questa volta.» Non era propriamente una sfida, infondo sperava vivamente di poter passare una piacevole serata all'insegna delle cazzate e delle decisioni sbagliate. Si strinse nuovamente a lui, soddisfatta del contatto tra i loro corpi e del rumore familiare della sua moto che partiva una seconda volta.
    Ancora non poteva affermare di conoscere bene le varie zone della grande mela ma di una cosa era certa, si stavano dirigendo verso un quartiere piuttosto ricco o le case attorno a loro non avrebbero avuto quell'aspetto costosissimo. L'Upper East Side, l'ultimo luogo al mondo in cui Ariel credeva di poter essere portata da un ragazzo ubriaco conosciuto a Central Park. Ci era cresciuta in ambienti del genere e non credeva di arrivare a frequentarli anche a New York. Uno sguardo sorpreso e sospettoso al contempo si posò su Noah mentre i ragazzi scendevano dalla moto, liberandosi nuovamente dai fastidiosi caschi. «Tu... abiti qui?» Neanche il tempo di finire la frase che osservò il compagno estrarre qualcosa dalla tasca per poi piegarsi in avanti, verso la serratura della porta. Peccato che quel qualcosa non fosse un mazzo di chiavi. «Ah, interessante.» Come per ironia della sorte, Ariel si ritrovava ad infiltrarsi in una casa così simile a quella da cui, per anni, aveva cercato di scappare, eppure non poteva negare che tutto quello fosse incredibilmente eccitante. Con un sorriso osservò la porta aprirsi di fronte a loro e non perse tempo prima di fare il suo teatrale ingresso in quel costosissimo appartamento. «Wow, niente antifurto. Magico.» Strizzò un occhio in direzione di Noah come a sottolineare l'ironia delle sue parole, di certo non poteva sapere quanto tutto quello fosse magico realmente. «Ci vieni spesso qui?» Non che le interessasse realmente il numero di ragazze che si portava a casa di altri, eppure sembrava filare tutto troppo liscio per essere la sua prima volta.
    narrato - «parlato» - pensato

     
    Top
    .
  10.     +1   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Noah J. Brody - Lycan • Traveler • Student
    Venir arrestato per aver infranto lo Statuo di Segretezza New Yorkese non era esattamente nei suoi piani, fu per quel motivo che quando la ragazza pronunciò la parola "magico" con tanta enfasi, Noah sussultò sul posto, lanciandole uno sguardo dubbioso. Studiandola. In ogni caso, non sembrava particolarmente interessata a come fosse riuscito a disattivare l'antifurto, le interessava molto di più l'appartamento.
    Noah entrò dietro di lei e chiuse la porta « Non tanto spesso ma sì, i proprietari di questa casa viaggiano tipo, sempre » commentò con disinteresse, come se la spiegazione appena data rovinasse un po' la magia e volesse farla passare inosservata. Avanzò nel corridoio e poi la superò per dirigersi in cucina. L'andata in moto sembrava avergli fatto in parte passare la sbornia - o forse prima stava facendo scena? Chissà! - si reggeva tranquillamente in piedi e non parlava strascinandosi dietro le parole, si fermò prima di svoltare verso la cucina guardandola e strizzandole l'occhio « Comunque tengono sempre il frigo pieno » un sorrisetto increspò le sue labbra per un attimo e poi Noah entrò nell'enorme cucina, ma non si diresse verso il frigo, virò per la credenza e afferrò due calici di cristallo « Comunque ho parlato solo io » cominciò a dire mentre apriva uno sportello in basso e afferrava una bottiglia del più pregiato whiskey che il suo palato avesse mai potuto assaggiare - non era il caso di passare il vino dopo aver bevuto whiskey, ma i calici gli piacevano nonostante non fossero i bicchieri adatti al whiskey - « Dimmi chi sei e perché hai deciso di rischiare la tua vita con un pazzo che ti poteva tranquillamente rubare la moto » si notava il tono scherzoso nella sua voce, misto anche al sorrisetto che di nuovo faceva capolino sulle sue labbra, era palese che stesse scherzando, in parte. Versò il whiskey in entrambi i bicchieri e poi ne porse uno a lei, voltandosi a guardarla e attendendo quindi la sua risposta.
     
    Top
    .
  11.     -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST




    ariel chandler
    ♦ 22 Y.O.
    ♦ British
    ♦ insolent
    ♦ code © E
    Il fatto di trovarsi in un costosissimo appartamento di Manhattan, in sé, non l'avrebbe mai eccitata più di tanto, Ariel era abituata a quello stile di vita e non amava di certo rivivere le esperienze del suo passato. Tuttavia doveva ammettere che Noah fosse riuscito a rendere il tutto più interessante, aggiungendo una nota di pericolo ed illegalità ad una situazione altrimenti facilmente detestabile per la londinese. Si guardò intorno, constatando che la casa non fosse poi così diversa da quella in cui aveva vissuto, fatta eccezione unicamente per gli alcolici a portata di mano. I suoi noiosissimi genitori non avevano mai lasciato accessibile la credenza alla ragazza, celandole l'unico divertimento possibile in quelle mura opprimenti.
    Con una smorfia soddisfatta osservò i movimenti di Noah, sfilandosi la giacca e poggiandola sulla prima sedia che incontrò mentre si avvicinava al ragazzo. Sapeva che le domande, prima o poi, sarebbero arrivate ma poco le importava, non aveva niente da nascondere e il suo interlocutore non sembrava in ogni caso farsi molti problemi circa la sua incoscienza.
    «Chi sono io?» Accettò con un sorrisetto divertito l'insolito bicchiere di whiskey e cercò un ripiano della cucina su cui sedersi, avrebbe potuto dire così tante cose sul proprio conto che si ritrovò quasi in difficoltà per i primi istanti. «Diciamo che sono abbastanza abituata a tutto questo.» Così abituata da potersi permettere un cambio di veicolo, in caso ce ne fosse stata l'esigenza. «Calici di whiskey a parte, ma mi piacciono.» Si guardò velocemente intorno per far intendere il suo riferimento al ragazzo ma Ariel non amava discutere delle sue folli ricchezze. L'attenzione, come sempre, venne spostata così sulla sua persona.
    «Comunque... Confidavo nel fatto che il pazzo preferisse rubare me, piuttosto che una bella moto.» Sorseggiò lentamente dal suo calice senza perdere il contatto visivo con Noah per poi rivolgergli una smorfia maliziosa. Si stava divertendo, il ragazzo la incuriosiva ed al tempo stesso il suo modo di fare così sicuro e smaliziato la eccitava.
    «Quindi dimmi-» Accavallò le gambe, riversando il suo sguardo scuro ed interessato in quello chiaro del compagno. «-cosa ti ha convinto?» Non era propriamente in cerca di lodi alla sua persona, anche se mai le avrebbe rifiutate. La sua era più una provocazione non troppo celata. Infondo, Noah la aveva portata lì per un motivo e, in un modo o nell'altro, avrebbe dovuto risponderle.
    narrato - «parlato» - pensato

     
    Top
    .
  12.     +1   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Noah J. Brody - Lycan • Traveler • Student
    Quanto gli serviva una striscia, decisamente troppo affinché riuscisse a sopportare l'idea di rimandare ancora per molto. Guardò per un attimo Ariel come se la stesse studiando, come se stesse cercando di capire se di lei potesse fidarsi, non perché avesse paura che per chissà quale motivo lo avrebbe denunciato alla polizia, ma perché non voleva ritrovarsi a passare una serata del cazzo con una gnocca che gli faceva la morale su "la droga fa male". Non sapeva di sbagliarsi alla grande.
    Sapeva come giocare con le parole comunque, la rendeva affascinante e misteriosa, lo incuriosiva tremendamente. Prese un abbondante sorso di whiskey e dopo averlo mandato giù incendiandogli la bocca, poi la indicò con la mano libera e un sorriso guizzò sulle labbra « Non vorrei essere scontato ma... credo che chiunque uomo avrebbe fatto lo stesso soltanto guardandoti » si strinse nelle spalle come se stesse dicendo una verità scontata, qualcosa su cui nessuno sarebbe stato in grado di replicare, e sorrise, poggiando il bicchiere sul bancone della cucina, pulito, di un marmo nero perfettamente brillante.
    In quel momento, infilò la mano nella tasca destra del jeans e ne tirò fuori un piccolo contenitore cilindrico nero, lo allungò per mostrarlo a lei dicendo « Non ti dispiace vero? » e senza attendere una risposta, lo stappò lasciando cadere un tanto di polverina bianca sul marmo nero che faceva da sfondo perfetto. Le seguenti azioni furono fatte in una sequenza veloce e perfetta: tirò fuori il portafoglio, prese la carta di credito, sbriciolò meglio la coca, poi rigirò una banconota da 50$ fino a formare una sorta di cannuccia che si avvicinò alla narice destra, avvicinò il viso al bancone e tappandosi la narice opposta con l'indice e tirò su con forza facendo scivolare la banconota rigirata sulla striscia.
    Quando si faceva di cocaina era come se qualcuno togliesse un velo dal mondo, che lo rendeva confuso e nebuloso ai suoi occhi, riuscendo finalmente a percepire con estrema chiarezza tutto ciò che esisteva e percepiva. Tutto ciò che c'era intorno a lui acquistava maggiore nitidezza, persino se stesso e il grande casino che c'era all'interno della sua testa. Si sentiva più rilassato, più tranquillo nell'esprimersi in quel mondo più semplice... tutto diventava più semplice, essenziale, immediato come uno scritto di Hemingway. Soltanto qualcuno che conosceva davvero quella droga, avrebbe potuto descriverla in quel modo, poiché la gente ne aveva un'idea comune così tremendamente sbagliata. La cocaina era una delle droghe più introspettive e personali che avesse mai provato, non era ciò che tutti dicevano, qualcosa che portava le persone al limite, non cancellava le paure, non rendeva incoscienti, semplicemente spingeva i suoi consumatori a conoscere la Vera Realtà della vita, andando oltre limiti puramente irrazionali come il "non sono abbastanza per fare questo o quest'altro". La amava, Noah amava la cocaina.
    Lanciò la testa all'indietro dischiudendo le labbra affinché uscisse un sospiro, mentre la faceva scendere fino alla gola, assaporandone quel sapore tipicamente amarognolo e soltanto allora, dopo aver tirato di nuovo su con il naso tappandosi la narice libera, aprì gli occhi azzurri per guardare la ragazza « Vuoi? » chiese poggiando la banconota sul tavolo e abbassando lentamente la testa. Il suo sguardo era diverso, non soltanto perché le pupille si erano ristrette, era più lucido, più vivo.
     
    Top
    .
  13.     +1   -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST




    ariel chandler
    ♦ 22 Y.O.
    ♦ British
    ♦ insolent
    ♦ code © E
    Era una situazione piacevole, Ariel se ne stava seduta su un ripiano di quella costosa cucina con il calice di vetro ben stretto tra le dita, mantenendo una posa alla quale era anche fin troppo abituata. Eppure niente, in quella casa, riusciva davvero a ricordarle del suo passato. Ogni sua solita insicurezza sembrava scivolarle addosso grazie alla sola presenza di quel misterioso ragazzo. I suoi occhi blu, decisi, che sembravano capaci di spogliarla e di leggerle dentro con un solo sguardo e che, al tempo stesso, la mettevano a suo agio più di molte altre iridi conosciute nel tempo. I complimenti, il palpabile desiderio che aleggiava in quella stanza finemente arredata, quelli erano sempre stati il miglior antidoto alla sua solita paura di non rimanere impressa nella mente di un qualsiasi interlocutore. E poi la droga, quella finissima polvere bianca che improvvisamente la spinse ad abbandonare la sua postura elegante e perfino il calice, pochi centimetri alla sua destra, per poi cominciare ad avvicinarsi lentamente al tavolo sul quale era in atto una scena fin troppo conosciuta, adorata quasi. «Fai pure.»
    Non lo avrebbe mai immaginato, non lo immaginava mai. Eppure Noah sembrava possedere ogni carta in regola per diventare ciò di cui lei aveva bisogno, lo aveva compreso fin dall'inizio, lo aveva sentito immediatamente una volta avvicinatasi alla sua figura misteriosa e apparentemente pericolosa. Ma infondo ancora non comprendeva chi dei due potesse costituire il peggior pericolo per l'altro. Si sedette di fronte a lui e rimase ad osservare, rapita, le sue dita abili che sfogliavano carte e banconote, nello sguardo un desiderio duplice e facilmente interpretabile.
    «Ti stai praticamente offrendo volontario per fottermi il cervello.» Un sorriso malizioso le incurvò le labbra come a smentire la serietà che avrebbe dovuto caratterizzare le parole appena pronunciate, la sua mano si tese al di sopra del tavolo e in direzione del ragazzo mentre le sue dita si mossero leggermente. Avrebbe afferrato la banconota per poi alzarsi dalla sedia che aveva appena occupato e sporgersi in direzione di Noah, imitando ogni suo movimento. Infine, una volta buttato il capo all'indietro, uno sguardo più lucido e sincero si sarebbe posato sulla figura del ragazzo, ormai così vicina da poterne quasi percepire il respiro. «Mi piace.»
    E se il suo primo segreto desiderio era stato esaudito, immediatamente il secondo si fece strada nella sua mente ancora eccessivamente lucida, spingendola ad eliminare la distanza che la separava da Noah. Si sarebbe fermata ad una manciata di centimetri dal suo volto, conscia del fatto che quel gesto avrebbe difficilmente potuto sorprendere il ragazzo ma desiderosa di incontrare, nel suo sguardo, il medesimo desiderio che brillava nei suoi occhi scuri.
    narrato - «parlato» - pensato

     
    Top
    .
12 replies since 13/1/2017, 00:47   371 views
  Share  
.
Top