-
+1
.moses holt
cacciatore . sieropositivo. 28motelNon ha più nessuno. Vedi che non è tanto diverso da te? Oddio... tu qualcuno ce l'hai, è che non vogliono te ed hanno tutte le ragioni per tenerti distante.
Tu che non ti penti di come hai vissuto fino ad adesso, figuriamoci.
Però si, magari un po' toccherà ammorbidirti, che le maniere dure con Efrem non fanno più alcun effetto, è cresciuto sapendo benissimo come cazzo sei fatto tu: male.
Non gli dirai comunque che è bravo, se ti capiterà sotto mano. Ti è girato troppo il cazzo a capodanno, e stai ancora qui a rimuginarci.
Sei odioso sotto molti aspetti, e non la fai quella cosa di dire a Simeon che sei contento che non abbia più i vecchi che gli pagano le cose, o che "non è da solo" perché ci sei tu.
Ti sembrerebbe solo di rimarcare l'ovvio.
E no, la smorfia di disappunto ti resta in muso quando annusi la tua ciotola di ramen. Speghetti ammollati in un brodo? Stai per mangiare questo, auguri Mò.
No che poi non è una tragedia, è che anche dopo un primo assaggio - per quanto il brodo scaldi per bene il tuo stomaco dolente - sei certo di preferire il brodo senza niente dentro.
Al massimo ci metti la carne di pollo, ma quella che prima essicchi, e che assorbe tutto e diventa cristo.
"Mh" è il tuo primo commento al fiume di parole di Simeon. Anche se lo guardi, riappoggi già la tua ciotola. Sei un coglione e ti sei bevuto quasi tutto il brodo, lasciando quello che non ti interessa lì. L'uovo però l'hai mangiato, quello era buono.
"Forse un po'" capisci, dici. Capisci che non t'andava neanche a te che qualcuno ti preparasse le cose pronte, anche se non ci ha mai davvero provato nessuno. La sola idea ti urtava il cazzo. Pare che le forze un po' ti siano tornate, lo senti nei respiri che scendono senza rantoli, che ci arrivi a tentoni tu a stringerti una pasticca trai denti e buttarla giù con il whiskey scadente rimasto nella borraccia.
Ti riappoggi allo schienale, ai cuscini, forse in parte anche a lui.
"Quanto te manca? De scola, pe annà via?"
. -
+1 .©23 anni . no-mag . compositore . studente alla juilliardsiméon gaillardmotelInizi a dirti che forse avete parlato troppo. Che magari è giunto il momento di finirla con questi sproloqui. Almeno per adesso, che sia mai vi venga facile terminare gli argomenti con cui riempire buchi affettivi come questi. Anche se a conti fatti questa è la tua paura: l'ansia di diventare tanto noioso da esser spedito via prima che tu possa allontanarlo. Non vuoi perderlo questo primato, non quando ti sei fatto scudo contro la vita proprio con questo. Con tutti i no che sei stato a concedere. Mai che fossero davvero gli altri a fare il primo passo, no: non lo accetteresti bene in quel caso.
E smetti di mangiare, perché in realtà più che fame hai fastidio agli occhi: le lenti bruciano appena, ma non hai la forza di allungarti verso la borsa per trovare gli occhiali. Ti limiti semplicemente a grattarti le palpebre con il dorso della mano.
"Un anno."
A tutto quel discorso lui ha risposto con una mezza comprensione e per un verso quasi sembri sentirti stupido. Scemo, ecco, per non esserti fermato prima dal raccontargli troppo.
Che probabilmente un "forse un po'" non te l'aspettavi come risposta.
Magari ti sei semplicemente illuso di aver trovato qualcuno con cui parlare.
O almeno, di aver la pretesa di far parlare qualcuno che fino ad oggi ti ha risposto solo in grugniti.
"Se non la tiro troppo per le lunghe."
Scrolli le spalle e ti tiri su con la schiena.
Se prima ti eri accasciato contro di lui, quasi a dargli un sostegno, adesso ti tiri su, quasi staccandoti del tutto.
Un po' perché ti sei stranito e allora vuoi restartene sulle tue. Un po' perché non puoi chiedergli di scoparti solo per prendere un po' di tempo.
Ad una certa dovrai pure andare a casa, lasciarlo alla sua quiete: non sei il suo tipo così tanto da poterti permettere di restare a strappargli via fiato dalla bocca.
"Però non fa niente, non è roba su cui parlare ore."
Sorridi, passivo-aggressivo.
"Magari ora riposi e ci vediamo, boh, domani, ok?". -
+1 .moses holt
cacciatore . sieropositivo. 28motelFa un po' male il modo che ti usa per spostarsi. Un po' perché i muscoli fremono, un po' perché lo sai che sei un musone del cazzo.
Non sei il tipo che si fa i dialoghi accorati dietro un furgone, magari pure a guardare il tramonto con una birra.
O forse si eh, mica l'hai esplorato quel lato di te, Mò... è che non lo sei adesso.
Non lo sei se tra due giorni devi stare in piedi che hai na caccia con gente dal Nord. E invece non fai che pensare a che cazzo componga 'sto ragazzino nella testa.
Come si faccia ad essere artistici, ad esempio: che cazzo ne sai? Nulla.
Perché tu la scuola l'hai fatta a casa e tua madre non ha mai appeso un tuo disegno sul frigorifero, e a ben pensarci non c'erano neanche pastelli in casa.
Ma adesso hai abbastanza sale in zucca per capire che hai rotto il momento. Tu, strano eh?
Allora allunghi una mano per stringerlo. Per stringerti sto ragazzo. Il tuo fiato è ancora bollente.
"No ehi, ndovevi restà co me fino a domani?
Magari non è neanche questo il modo giusto di parlargli, stupido di un Moses.
"Resta" ti fai imperativo, con le forze che lentamente recuperi. Perché è vero che non vuoi stare solo stasera, ma non perché tu soffra la solitudine: a quella sei abituato. Solo perché ci vuoi lui nel tuo letto, ed il solo spostamento d'aria che ha generato raddrizzandosi non ti è piaciuto per niente. "Simeon".
