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    Beca
    Utopian. 24 anni. ballerina . alone . weight controll . queer
    Che stai facendo, Beca? Ti eri ripromessa di non cascarci ancora, ed invece sei lì, a farti cullare da contatti fin troppo intimi, gesti affettuosi di cui ti nutri in quei pochi momenti. Senti il tempo interrompere il suo flusso e fare rewind, tutto il resto va avanti caotico mentre la tua mente ripercorre ciò che quei mesi ti ha donato. Se ci ragioni, tu quel ragazzo non lo conosci affatto, e lui non conosce te. Avete avuto uno squarcio infinitesimale insieme, potrebbe non valere un cazzo, eppure senti che non è così. Dorian ed Emilia sono importanti, lo sono stati e sempre lo saranno, e quel pensiero ti terrorizza. Sei riuscita a prendere le distanze da tutti, credevi anche da loro, e renderti conto che non è così rimette in gioco anche tutto il resto. Ma non è questo il momento di pensarci, la tua testa troppo impegnata ad elaborare ciò che vivi nel presente, il suo odore, i suoi colori, le sue tonalità. Non sei in grado di rendere giustizia a quel contatto con la tua immobilità, ma sei troppo presa per poterci pensare, quando nemmeno il tuo istinto è più in grado di far nulla. Perché lui ti accarezza il viso, e devi lottare contro le lacrime che senti salire perché rimangano un segreto. Non è giusto, senti disintegrarsi la fortezza che con tanta perizia hai costruito, le mura con un buco enorme creato da semplici carezze. Perché tu quelle carezze così pregne di significato non le hai mai ricevute se non da lui, e renderti conto del potere che ha su di te ti terrorizza. Vorresti scappare, lontano, metterti al riparo, ma ti trovi davanti ad un bivio: tu vuoi quella sensazione, la desideri e la brami con ogni particella del tuo essere. Tu sei una tossica, Beca, e da tossica ti comporti. Hai assaggiato questa estati, ed ora non sei in grado di rinunciarvi, nonostante i danni che sai già provocherà, voragini che senti già farsi spazio nel tuo Io più profondo.
    Scosti appena il viso, indietreggiando di un passo, perché le sue parole ti schiaffeggiano come nessuna mano aveva mai fatto prima. Emilia era sempre stata vicina, avrebbero potuto ritrovarsi, ma non è mai successo. Beh, io sono più grande...e diciamo che ho sempre finto di avere una storia diversa da quella reale in quel posto. Sai che capirà, ti sei sempre vergognata delle tue origini, e nascondendo il tuo vero volto non sei riuscita a costruire delle relazioni nemmeno in quel luogo, non sei riuscita a farla casa tua, troppo impegnata a mentire, troppo impaurita di quello che tutti avrebbero pensato. E' a scuola che hai iniziato a non mangiare, perché sapevi che saresti tornata durante le vacanze a casa, non avresti avuto cibo e saresti rientrata magra ed emaciata. Non potevi permettere che tutti sapessero della tua condizioni, così persino mentre ti saresti potuta ingozzare a scuola, tu ti privavi di tutto, perché non si vedesse nessuna differenza. Beca è sempre stata magra, non avresti destato sospetti, nemmeno negli insegnanti.
    Il tuo istinto si risveglia solo nel momento in cui afferri la sua mano senza pensare, eco di un modo di fare che avevate, eco di un periodo in cui nonostante tutto, eri felice. Lo segui, le vostre dita intrecciate che non si staccano nemmeno per un secondo, e senti la testa ronzare, intontita da quel qualcosa a cui non sei poi così abituata, il caos della città che ben si intona con quello interiore che senti, tempesta con onde tanto alte da poter mettere a soqquadro ogni cosa. Il palazzo a cui arrivate è molto simile a quello dove sta il tuo di appartamento, che per uno scherzo del destino si trova al piano inferiore della casa di tua madre, Beca. Ma forse non si tratta di destino, quanto del tuo inconscio che con forza vuole costringerti a credere che non sei degna di nulla di diverso da quello che è capitato a tua madre. Alchimia? Se anche entrassero da me, non troverebbero nulla da rubare. Ed è vero, non hai nulla di valore in casa anche perché ci porti clienti a volte e sai fin troppo bene che non puoi fidarti di loro. Casa di Dorian è molto più curata della tua, dimostra di tenere ad una cosa che da piccoli non avevate molto più di te; ma in fondo il vuoto di casa tua rispecchia quello che senti dentro di te, Beca. Ascolti il suo invito e ti avvicini al tavolino, afferrando uno dei libri di psicocinesi che ci stanno sopra. Vai al Brakebills? Certo, poteva anche studiare per cazzi suoi, ma ti sembra più plausibile che stia studiando lì. Lo chiedi quasi sottovoce, non sai ancora quanto sporgerti da quella che percepisci come uno strapiombo che non ha fine. Una volta caduta dentro, ti ritroverai in un moto perpetuo. Non ti svesti, perché quello che indossi sotto non copre affatto la tua pelle, e sai già che avresti freddo.
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    Beca
    Utopian. 24 anni. ballerina . alone . weight controll . queer
    Get High
    E' sempre una tragedia quando rimani da sola, Beca. E tu sei sempre sola. Persino adesso che nella tua vita sembra essersi ripreso il suo piccolo posto Donny, tu ti senti sola. Sei uscita, non sai nemmeno tu per cosa, forse solo per non restare in casa, forse perché era ora di cena e tu non hai mai imparato a fare realmente da mangiare. No, tu sai tutto ciò che c'è da sapere sui nutrienti, sulle calorie, ma ti limiti a questo, non avendo mai gioito del piacere del cibo. Non ammetti nemmeno di avere un problema, il tuo stomaco ormai addestrato a resistere ai morsi della faame, perché tu sapientemente lo inganni. Non ti sei mai permessa di andare oltre un certo limite, di essere ricoverata, di svenire, di cedere alla tua stessa natura. No, questa è l'unica cosa che imbrigli in un controllo maniacale.
    Senti la suoneria del cellulare, mentre guardi una vetrina piena di cose che non ti potrai mai permettere e con un movimento agile infili la mano nella borsa, per leggere il messaggio che ti appare in pop-up. Sorridi già perché vedi il mittente, e la tua serata di colpo appare già migliore. Perché quando si tratta di Mitja, c'è sempre da divertirsi. Gli rispondi con la tua posizione, sennò con il cazzo che sa dove trovarti, e ti infili nel primo market che trovi, carta di credito alla mano, perché i contanti li tieni solo per pagare la roba e non li usi per altro. Le tua mani afferrano una confezione da sei di birra e una bottiglia di vodka, e ti defili non appena riesci, perché tra le corsie becchi un cliente dello strip in cui hai lavorato un paio di anni fa che ti fissa sempre in maniera viscida ogni volta che ti vede, e se mentre sei al lavoro ti sta bene, perchè vuol dire mance, in quel momento non hai proprio voglia di osservare lo squallore dell'essere umano. Per fortuna il russo ci mette poco ad arrivare, su una macchina che ti fa sorridere. Per molti può essere una macchina merdosa, ma tu nemmeno la possiede un'auto. Ohi. Tu sai che non capisco mai un cazzo quando parli russo, sì? E lo fa spesso, in genere per insultare qualcuno, ma non ti suona come un insulto quello. Birra e vodka. Può andare? Alzi il sacchetto come testimonianza di quello che dici, il braccio quasi ti trema per lo sforzo. Cazzo, non hai pensato che se ti fai, non appena cala la botta tu svieni, perché non mangi qualcosa di decente da troppo, e la coca la ami perché ti chiude lo stomaco. Ti appunti mentalmente che nonostante la sensazione appagante, dovrai costringerti a ficcarti qualcosa in gola non appena arrivate alla festa, quel tanto che basta per farti stare in piedi quella sera. Per lo meno, per quanto riguarda questo, per tutto il resto, puoi anche perdere i sensi fino a non ricordarti che cazzo hai fatto per tutta la sera. E' proprio questo che cerchi in fondo. Afferri la bustina, schiocchi un bacio al volo in sua direzione perché si, quando ti pensa per queste serate un po' lo ami, e inspiri, quasi con violenza, quasi volessi che raggiunga all'istante il cervello. Dai uno sguardo veloce al navigatore, non che ti interessi particolarmente la destinazione, in fondo potreste anche girare in auto tutta la notte, che già senti di avere abbastanza per la serata. Minchia bello, che gli hai fatto a sto coso? Afferri il cellulare in precario equilibrio, se si può definire cellulare, ed inizi a dargli indicazioni.
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    Jean-Luc Leroy
    Happy – Hunter –Empatico





    E' così vicina che gli basterebbe sporgersi per poter provare ancora la sensazione del contatto della loro pelle, fatto di un calore intenso che non brucia, ma sa di focolare, sicurezza, tutto. Sente la sua voce, un suono così familiare che ora ha una nota leggermente diversa, un'inflessione che in automatico lo fa sorridere. Perché lo vede, lo sente senza nemmeno bisogno dell'empatia e tutto d'un tratto non gli importa di come andrà la cosa. Si sente felice così, in quel momento, in quel luogo, con le sue persone. Si perde ancora una volta a fissare il suo viso, le sue movenze, la sua essenza; per un solo attimo si sente il più fortunato del mondo, anche solo perché ora ha una piccola probabilità, a cui si sente di dare meno speranza possibile perché non cada rovinosamente troppo in basso qualora non si verifichi. Gli anni sono passati, i sentimenti no, e lui è ancora innamorato di lei come la prima volta. Forse anche di più.
    Per un attimo si ferma a pensare al suo rapporto con Pierre, e tutto prende una forma diversa, seppur medesima. Si dice sciocco a non averlo voluto vedere prima, una verità sempre sotto gli occhi, ma che non ha voluto rivelare nemmeno a sé stesso. Forse per via delle aspettative della sua famiglia, forse per quanto la cosa si sarebbe potuta rivelare complicata. Forse però sono solo giustificazioni senza senso, e rimarcarle adesso non ha senso. Sa solo che qualsiasi decisione verrà presa, ora comprende meglio tutto.
    Si passa una mano sul viso, sente la barba ruvida sfregargli sulle dita, per darsi un contegno e non colmare quella poca distanza con qualcosa che forse potrebbe essere troppo. No, vuole attendere anche Pierre, ha aspettato dieci anni, non sarà quel poco che lo separa dal suo risveglio a mandare tutto all'aria. Ricambia lo stesso calore di Rexana con lo stesso tipo di sorriso, sincero, irreale, mentre si alza lentamente esegue i suoi movimenti, grattando il braccio coperto dal tatuaggio un po' impacciato. Certo, dimmi cosa fare. Sfiora appena la sua mano, un gesto intimo esasperato, incapace di trattenersi, incapace di fare di più, un semplice tocco che vuole dire "sono qui" e per adesso nulla di più. Ed è mentre che gli dà istruzioni che sente sciogliersi i pensieri, la lingua, le emozioni. So che voglio aspettare Pierre per parlarne, ma... Si chiede se sia saggio continuare, ma ormai la frase è iniziata, il salto nel vuoto ha già preso forma, la caduta inevitabile. Scoprirà solo alla fine se sotto c'è la rete di sicurezza. Sono stato bene. In qualsiasi modo finisca, il resto della frase che lasci in sospeso, senza il coraggio di dirlo.


    Sheet Rex x Pierre Tattoo Outfit Just another happy day

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    Jean-Luc Leroy
    Happy – Hunter –Empatico





    Si sveglia nudo, un rumore dal basso che lo fa sobbalzare, la testa ovattata, tipico dopo che ha fatto serata con Pierre.
    Pierre.
    Pierre e Rexana.
    È un lampo quello che gli percorre la mente, fino a quel momento ancora assopita, si gira di scatto perché deve constatare se è realtà o sogno quello che crede di aver vissuto. Il volto di Pierre è lì, vicino, nudo come lui, tanto vicino che si sfiorano ancora, può quasi sentire l'odore della sua pelle. Rex però non c'è, probabilmente è lei che lo ha svegliato, e solo allora si alza, piano. Sa bene che svegliare Pierre è difficile, ma gli fa questa premura, attento a muoversi, incerto sul da farsi. Si siede sul letto, mentre cerca le sue mutande, lanciate chissà dove nella foga di ieri sera, e per un attimo si stringe la testa tra le mani, le dita che si intrecciano nei capelli, e si fissa le cosce per qualche istante, concentrandosi sul tatuaggio del picchio, con troppe domande in testa, troppi se, troppe paure ed ansie. Si affollano pensieri ai quali deve dare forma, e così decide di mettersi in moto, recupera le mutande e si infila solo i pantaloni, rimanendo a petto e piedi nudi, per ovattare il rumore dei suoi passi. Scende al piano di sotto e percorre la casa fino a trovare Rexana, prima di parlare si prende un attimo per contemplarla, china a raccogliere ciò che ha fatto cadere e che lo ha svegliato in tutta la sua bellezza. Gli mozza il fiato, ma non vuole darlo a vedere. Puoi dirlo, e lo direi pure forte. Cazzo. Sa che si censura per Arkell, ma il bambino non c'è e ciò che è successo quella notte richiede un minimo di imprecazione. Rimane impalato sulla porta, incapace di decidere come comportarsi. Muore dalla voglia di riaverla tra le braccia, il ricordo vivido del suo tocco e quello di Pierre ancora impresso sulla pelle, ma ora che l'effetto della droga e dell'alcol è svanito non sa come comportarsi. È stata una splendida notte destinata a rimanere unica? Dei tre, forse si sente l'ultimo a poter prendere questa decisione, consapevole che i suoi due compagni hanno sicuramente più diritto di parola. Per lui lo sono sempre stati, compagni di vita, ma ora tutto assume una forma e un connotato diverso. Si smuove solo per istinto, andandole accanto per aiutarla a raccogliere ciò che rimane per terra. Come ti senti? Una domanda tanto semplice, quanto per lui complessa in quel momento. Rimane con il fiato sospeso, con il sentore che da quella risposta possa dipendere il resto della sua esistenza.


    Sheet Rex x Pierre Tattoo Outfit Just another happy day

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    Se serve e non trovate di meglio…una mano non la nego xD
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    John Doe
    38 y.o – Ex Soldier? – Sin'Lar Cyris





    Non so cosa pensi di me questo Esa, non so che intenzioni abbia, ma so che ho fame, troppa, lo stomaco inizia a stringersi e contorcersi e fa male. Sono resistente, so di esserlo, il mio corpo deve essere stato abituato perché vedo la mia resistenza, diversa da quella degli altri che come vivono per strada, ma anche io ho un limite, un pu to di rottura. Mentre lo seguo, ancora una volta la sento, stavolta mi descrive un insieme di pagine, lo chiama libro, sembra vecchio e consumato, mi parla di questo pianeta, della sua posizione nella galassia, come se non ne facesse parte. Mi parla come se non ne facessi parte nemmeno io, ed è così che mi sento, distante, lontano, in un luogo che non mi appartiene, senza ricordi, senza nemmeno più sapere come si parla. Senza un passato. Che futuro può costruire un uomo su queste basi? Nessuno, ed infatti proseguo le giornate semplicemente sopravvivendo, senza alcun progetto in mente se non quello di privare a mettere insieme quei pochi pezzi che ho.
    Quando mi hanno trovato era disorientato, vestito in modo strano e ferito. Hanno parlato con parole che non comprendo, concetti troppo complessi perché li afferrassi e ancora oggi non so cosa mi sia capitato. Ho dei fogli sgualciti in tasca, lascito dell'ospedale per spiegare quel poco che anche loro hanno evinto, eco di semplici congetture. Sento le sue parole, le ho già sentite, suonano sincere e per un attimo capisco dalla sua espressione che no, non ha cattive intenzioni. Forse mi sono imbattuto in un'anima gentile e nulla di più, e tanto mi basta. Me-mo-ria. Scandisco sillaba per sillaba perché possa rimanere impressa nella mia mente, cogliendo al volo la possibilità di farmi insegnare. In questo periodo quel poco che ho imparato è stato frutto di esperienze di sopravvivenza per lo più, ed il mio vocabolario è rimasto limitato senza una guida a direzionarmi. Lo seguo fino al ristorante, quasi incredulo che mi ci abbia portato davvero. Si crea una ruga sulla fronte quando lo ascolto, frutto dello sforzo per provare a capire ciò che mi sta dicendo. È complesso e astratto, più difficile da mimare. Provo a spiegarlo, perche non sono sicuro di aver inteso. Tu aggiusta?


    Sheet Mirach voice fact Just another long day

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    Tutto ciò che ha * è nella sua lingua nativa, quella di Mirach
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    Beca
    Utopian. 24 anni. ballerina . alone . weight controll . queer
    Just a bar
    Quante volte ti sei immagianta questi momento? È da tempo che non lo fai, la speranza ormai persa di potervi rivedere, e quasi è commovente vedere come corrisponda ad uno scenario immaginario. Il perfetto caso, un incontro deciso dal fato. Potevi startene zitta, non rivolgergli la parola e tutto sarebbe sfumato come la nuvola di fumo che emetti alitando, avreste proseguito nelle vostre vita continuando a rimanere su binari paralleli. Invece sei uscita dai tuoi schemi abituali, tu che continui a ribadire quanto poco ti freghi degli altri, sei stata proprio tu a sbloccare la situazione, forse perché il tuo inconscio si è attivato, decidendo per te. Non sai ancora se questo incontro sarà un bene, sei diffidente e cazzo, dopo quello che hai passato ne hai tutti i motivi. Lui ed Emy sono già spariti una volta. Ti dici che non commetterai più lo stesso errore, ma ne sarai davvero in grado?
    Non sai perché, ma il suo contatto ti coglie di sorpresa, così affettuoso che ti toglie il fiato, tu che sei abituata ad avere contatti quasi solo per profitto, per placare desideri altrui, un semplice strumento utile solo a quello. Senti I suoi muscoli contro le tue forme spigolose, il calore della sua pelle contro la tua sempre fredda, i suoi riccioli che ti solleticano il viso, mentre lui sprofonda nell'incavo del tuo collo. Sei rigida, Beca, e lui lo potrà sentire, ma la mente ripercorre rapida quel contatto sigillato e custodito nella tua memoria, ed allora ti rilassi, perdi la presa sulla sigaretta che cade sul cemento, alzi appena le braccia per ricambiare l'abbraccio e per un solo istante ti dimentichi di non valere nulla, cullata dal pensiero che solo per quell'istante puoi concederti questa debolezza. Sai che ne pagherai le conseguenze, senti già il sangue scorrere in piccoli rivoli da quella ferita che pensavi ormai chiusa.
    Quando parli, sei ancora avvolta dalla sua figura. Ho frequentato Ilvermorny, penso sia per quello che non mi hai piu ritrovata nei nostri posti....ed io non sapevo foste finiti nel girone dell'inferno. Lo definivate così, perché tutti quelli che conoscevate e ci erano finiti in mezzo, al giro degli assistenti sociali, si erano trovati separati e soli. E per voi corrispondeva all'inferno. Emilia? Come sta? Era per una sua malattia che vi eravate persi di vista, e non puoi fare a meno di collegare la cosa, nonostante siano passati secoli.
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    Beca
    Utopian. 24 anni. ballerina . alone . weight controll . queer
    Just a bar
    Non sai perché, ma vederlo boccheggiare in cerca di aria, incapace di emettere suoni di senso compiuto ti crea un miscuglio di emozioni strane. Ancora più particolare quando ti conferma la sua identità. Donny. Lo dici piano, un sussurro quasi solo accarezzato dal suono, mentre con gli occhi lo guardi come se fosse la prima volta. Stringe le mani, abbassa lo sguardo, ma non riesce a nascondere la voce che si spezza.
    E tutto ad un tratto non sei più lì, no, sei tornata indietro nel tempo, in una piazza gremita di gente, voi tre che passeggiate lungo la via, Emilia alle costole sempre di uno di voi due, a fare da esca. In fondo, chi può rimanere implacabile di fronte ad una piccola bambina che piange perché si è persa? Le persone gentili si abbassano sempre per parlarle, gli adulti tendono sempre a pensare che così sia più a suo agio, ed intanto o tu o Donny sfilate quello che potete da borse e tasche, il tocco allenato in troppi tentativi andati a male. E solo al segnale stabilito, un gesto accordato come si vede fare nei film, tu che tu aggiusti i capelli in un modo, Donny che si pizzica il naso, trovate Emy fingendo di essere preoccupati, chiedendole perché si fosse allontanata, e assicurando agli sconosciuti che i genitori sono proprio in mezzo alla folla, a cercarla. In quei pochi mesi passati insieme eravate diventati bravi.
    Non riesci a dire nulla, perché lui si alza incapace di rimanere lì con te. Sei stata crudele, Beca, a fargli credere con una frase piazzata a perfezione, che quella persona che conosce è morta. Certo, lo è in un certo senso, ma non ti sei preoccupata di spiegarlo. E forse è perché alla fine ti senti un po' in colpa che lo segui fuori, non prima di aver pagato il conto per entrambi. Estrai una sigaretta dal pacchetto preso dalla borsa, porgendoglielo solo in un secondo momento, incerta su cosa dire. Potresti lasciarlo lì, a struggenti per una persona che in fondo sai non esistere più. E sei capace di farlo, sei abbastanza stronza. Eppure sei curiosa, vuoi sapere come sia ora lui, come sia Emily, che cazzo di fine hanno fatto. Famiglia eh?Ti interrompi per accendere la sigaretta, aspirare il fumo ed esporarlo, guardando la nuvola disperdersi libera come mai tu riuscirai ad essere. Alla fine vi hanno fottuto i servizi sociali. Non so se sia andata meglio a me o a voi. Richiami la sua attenzione perché ti possa guardare in viso.So che non sono in forma, ma non pensavo di essere cambiata poi tanto da quei tempi. Una bugia, sai esattamente che sei diversa, in ogni senso possibile che possa essere racchiuso da quelle semplici parole. Non dirmi che sei diventato una cazzo di femminuccia piagnucolona.Te lo ricordi? Vi eravate ripromessi di non diventarlo mai; solo rare volte vi siete concessi, senza essere visti da Emilia, di piangere per la vostra situazione. Ti scosti i capelli esattamente come facevi per segnalare il via libera, a rimarcare il concetto che tu non sei semplicemente informata riguardo il passato di Beca, ma che lo hai vissuto quel passato. E' stata un'uscita infelice la mia, lo ammetto. Ma è vero sai? Quella ragazzina non esiste piu da tanto ormai. Ora c'è solo la stronza che vedi. Una stronza a cui devi un caffè.
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    Lara
    Lara
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    Lara
    Lara
    Lilnoir
    Ti fai piccola per far spazio a Mitja, che invade lo spazio vitale come solo lui sa fare, e allora ne approfitti per sfilare ai Grimes un po' di cannabis, perché se la coca ancora ti spaventa, a quella fai fatica a dire di no, soprattutto quando ti agiti. E cazzo, si, l'argomento ti agita. È Jesse, in realtà senza troppo stupore, a capire che tra te e Charlie c'è già qualcosa, un qualcosa che però non è ancora definito, e che in realtà vuoi lasciare esattamente com'è. Certo, ti domandi se sarà ancora così una volta nel branco, ma è una domanda a cui hai deciso di trovare risposta solo una volta che ci sarai dentro. Non ti fasci la testa prima di esserti andata a schiantare, perché vuoi credere ancora una volta che stavolta ti salverai dall'impatto. Prendi una delle tue sigarette e la spezzi, mischiando così il tabacco nella cartina, con movimenti precisi che sono ormai memoria meccanica. Tasti le tasche, ma non trovi l'accendino.Colpevole.
    Un'ammissione di colpa, che di colpa però non ha nulla. Lanciatemi un maledetto accendino. Sai già che arriverà e non appena succede ti accendi la canna, ne aspiri quanto più riesci, e trattieni il fiato. Trattieni come se da questo dipendesse il mondo, e forse nel tuo piccolo momento funziona davvero così. È una semplice nuvola che esali, ma sembra che insieme a quello anche tutte le tue ansie siano volate via. Gli splendidi effetti delle droghe e della mente. Senti i suoni più ovattati, la musica che mette Jesse che rimbomba fin dentro le ossa, e appoggi la testa sulla spalla di Mitja, godendoti quel momento insieme alle tue persone. Perché tu eri serio Mitja? Lo canzoni, mentre fai per offrirgli un tiro e guardi Justin, afferrando con la mano libera una fetta di pizza, la bocca asciutta e lo stomaco che si sta aprendo. Ti mette sempre fame fumare erba. Mi avevi già convita con "suono", tutto quello che c'è in più ce lo prendiamo, si grazie. Ti ci vuole una serata libera, ripasi mentalmente i tuoi appuntamenti al negozio, ma hai solo un paio si clienti alchimisti, una sfida più sulla perfezione che sulla complessità. Contami. Uno schiocco di labbra, un bacio volante.

    Tattoo Artist Ex DCMC 29y.o.
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    Beca
    Utopian. 24 anni. ballerina . alone . weight controll . queer
    Just a bar
    Per un attimo perdi il ricordo di come si fa a respirare, un apnea che sembra ormai durare anni, perché in fondo tu respiro non lo hai da troppo tempo. No, ti dici, non è possibile. Non dopo tutto questo tempo, in cui hai represso, in cui ti sei sforzata di dimenticare. Non possono riaprirsi certe ferite, non dopo che con tanto impegno si sono rimarginate. Certo, non bene, i segni si vedono molto chiaramente, ma ti sei sempre giustificata perché cazzo, sei sempre stata da sola e nessuno si è preso la fottuta briga di spiegarti come si fa sul serio. Tu che di ferite te ne sei auto inferta, e che solo grazie alla magia non lasciano segno sulla pelle, ma solo in eco nella tua anima.
    No, non può trattarsi davvero di lui. Socchiudi gli occhi, cazzo non ti fidi di questo tipo, e ti mandi a fanculo per avergli rivolto la parola. Fatti i cazzi tuoi la prossima volta. I ricordi iniziano a prendere forma, un viso acui aggiungi degli anni. Si, potrebbe essere, ma no, non vuoi credergli. Se fosse lui, un cazzotto se lo prende dritto in faccia, lui che è stato fautore di tanta speranza per poi sparire e lasciare un vuoto tanto grande da inglobare la tua anima. Lo dicevi che ti eri avegliata di cazzo stamattina, facevi meglio a non alzarti proprio.
    Quando senti le sue parole ti percorre un brivido lungo la schiena, e sfoderando un sorriso amaro e un po' beffardo non sai trattenerti. Mmm, temo per te che quella Beca sia ormai bella che andata. Si, perché quella ragazzina che pensava di potercela fare con Dorian ed Emily è sparita, inghiottita da una Beca a cui non importa di nessuno, nemmeno di se stessa. In fondo perché dovrebbe, quando nemmeno a sua madre è mai fregato un cazzo, suo padre non sa nemmeno che è al mondo e tutti l'hanno abbandonata quando più aveva bisogno? Eppure una parte di te ha bisogno di avere quella conferma, sapere che il ragazzo che hai di fronte è proprio chi pensi sia. Ma dimmi, invece. Tu chi cazzo saresti, visto che dici di conoscerla? Appoggi il gomito al bancone, la mano che va a sostenere il mento, il tuo sguardo che vuole indagare ogni anfratto della sua anima.
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    I tuoi movimenti si fanno di puro istinto, non ti fermi a pensare a nulla, segui il semplice moto del desiderio, della pura volontà. Per troppo tempo hai provato ad imbrigliare tutto con la ragione, la logica, ciò che credevi essere giusto, e tutto quello che hai ricevuto sono stati pugni in faccia, dritto e rovescio su un ring che non hai mai sentito davvero tuo terreno di combattimento, ma solo il luogo dove hai perso tutto. Il suo invito è chiaro, come anche le tue intenzioni, non gliele nascondi, non ti vergogni o imbarazzi, non con lei, non in quel momento. I tuoi sensi, di per sé più acuti per via della licantropia, sembrano ora accendersi, mille lampadine incandescenti che puoi percepire vibrare, elettricità pura nell'aria; temi quasi che al vostro contatto tu venga trapassata da un fulmine. Un paio di idee le ho in mente per distarci. L'immaginazione ormai galoppa, insieme al desiderio, ti sembra quasi insostenibile lo spazio che vi separa, ma attendi, lasciando che abbia anche lei spazio di manovra. Era da tempo che non ti sentivi così, in fondo tu non sei davvero capace di gestire solo delle avventure, quando ti approcci, anche quando non poni delle etichette, non tradisci mai la tua essenza, eterna romantica, ancorata a provare ancora quel sentimento che per tanto tempo ti ha solo rigettata e fatta soffrire. In molti avrebbero ceduto, ma non tu; non ne sei in grado, nonostante tutto quello che ti racconti. E forse è proprio questa tua mentalità ad averti fatta avvicinare a Charlie.
    E' fuoco quello che rimane impresso sulla tua mascella, là dove il tocco di Charlie si fa sentire, dove crea disegni sulla tua mascella di puro calore. E' così vicina che puoi inspirare il suo odore, caldo ed invitante, un odore che conosci, un odore che ti mette a tuo agio, un odore che accende i tuoi istinti. Può darsi, ma... snudi i denti, incrinando la tua compostezza iniziale E' incredibilmente sexy. Finisci la frase mentalmente, le labbra impegnate in un contatto che arriva da lei, seppur sia stata tu a rompere per prima la composta attesa di quell'atto. Dischiudi appena la bocca, quel tanto che basta per accarezzarla con la lingua, un contatto che finisce semplicemente per accenderti come un locale pieno di neon. Colmi la distanza tra voi, mentre con indice e pollice le afferri dolcemente il mento, perché non si scosti troppo dal tuo viso, l'altra mano a cercare il suo fianco, un sorriso ferale che si schiude mentre la baci, piano.

    Lara
    Lilnoir

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    Beca Mitchell
    Utopian. 24 anni. ballerina . alone . weight controll . queer
    Just a bar
    Nonostante l'avvertimento, quel ragazzo forse se la sarebbe cavata anche da solo, non puoi dire lo stesso delle due squinzie. Il suo aspetto è fine quasi, ma il ringhio basso uscito dalla sua gola ti fa mettere sulla difensiva. Un errore da non fare in quei luoghi e dar per scontato le cose, soprattutto sull'aspetto della gente. Tu stessa sembri fragile, e per Merlino, lo sei anche, ma ciò non vuol dire che tu non sappia difenderti. Un teaser lo porti sempre con te, insieme ad un manganello telescopico, pronti all'uso in caso di bisogno; in quei luoghi bisogna attrezzarsi anche contro i No-Mag, non solo contro i Magici. Lo sai fin troppo bene, con il lavoro che svogli, i pericoli a cui tu stessa ti sottoponi. Ricordi fin troppo bene i clienti di tua madre, quelli ubriachi o fatti a cui non bastava scoparsela, no, voleva dominarla in ogni modo possibile, e allora passavano alla violenza. Piccoli uomini dal cazzo piccolo ed un bisogno di sentirsi potenti con semplicità, come se picchiare una puttana ti rendesse uno forte. Una smorfia di disgusto ti spunta sulle labbra al pensiero, il genero umano a volte ti fa provare ribrezzo. E sbuffi, infastidita dal suo mood di questa mattina. Cosa hai ha la tua testa che non va, per portarti sempre a pensieri schifosamente del cazzo?
    Torni a concentrarti sul ragazzo, che ti rivolge la parola. Afferri il bicchiere di caffè, latte scremato, senza schiuma e senza zucchero. Quasi amaro come la vita. Stamattina sei peggio del solito, ammettiamolo. Per un attimo solo non fai caso alla sua domanda, come se sentissi le parole ma non ci facessi realmente caso. Un campanello però ti suona nella mente e finalmente ti svegli. Bazzico queste zone merdose da una vita, ci fai l'occhio ad una certa. Ma... Continua a sfuggirti perché ti sembra così famigliare, e lo squadri senza preoccuparti troppo di nasconderlo. Come sai cos'è un'allodola?
    ©
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    Tutto il nostro crisantemo, anche se un occhio su marito e amica ce lo butta di gusto (Josh e Diana)

    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Colroy
    Parla con Chrys ti risulta piacevole, eri seria e sincera quando gli hai detto che è una piacevole variazione sul tema ormai sempre più spesso uguale che vedi, soprattutto quando vesti i panni dell'imprenditrice. Certo, tutt'altra storia quando vesti i tuoi reali panni, quelli che ti calzano così a pennello da essere la tua stessa pelle. Ti sei presa quella confidenza che lui per primo non ti ha dato, apprezzi anche quel gesto, una sorta di rispetto non tanto per il tuo genere, ma per la persona che ha di fronte. Le persone che nonostante siano una macchia di colore in mezzo a tanto grigio, e che tuttavia sanno anche come comportarsi, ecco, sono loro che ti fanno risuonare lo spirito. Sarà anche perché sei abile in quello che fai. Il nome non vuol dire tutto. Lo sai bene, perché il nome la tua famiglia lo ha consolidato, ma gli sforzi per tenerlo in alto, esattamente nel luogo che gli spetta nell'Olimpo, quelli sono reali, titanici. Non basta mormora il nome per le strade, il lavoro per mantenere la presa sul potere è continuo. Persino ora, anche se è più per divertimento che sei qui, anche adesso se vedessi un'opportunità ghiotta non esiteresti a coglierla, certo con discrezione.
    Gli sorridi di rimando, mentre senti il calore del suo corpo attraverso le vostri vesti, ti avvicini appena per permettergli di guidarti. Mmm, Callie sia, per stasera. Un po' ti incuriosisce la scelta. Uno slancio o scelta meditata? Se non ricordo male, c'è una storia della mitologia greca legata a questo fiore. Afrodite, Adone e Proserpina, un triangolo amoroso che porta Adone a passare dal Regno dei Vivi a quello dei Morti nella sua vita diverse volte. E senti una nota amara e ironica in tutto questo, risposta alla successiva domanda che ti pone. La risposta non è così semplice, potrebbe si, esserci. I tuoi occhi scattano fino a scovare la figura immobile e vigile di Andrej e per un attimo ti sembra di poterlo accarezzare, non solo con lo sguardo, un intreccio di sguardi, che però sciogli quanto prima. Per come stanno adesso le cose, hai rischiato anche troppo e se si venisse a sapere, Eyre e tutto il tuo mondo sarebbero in pericolo. Riporti la tua attenzione sul tuo cavaliere, così intento a darti tutte le attenzioni di cui hai bisogno in quel momento. Un vero gentiluomo. Ammetto che trovo ti donino anche i tuoi, l'accessorio li rende anche meglio. E nel girare noti il marito e Diana, e non riesci a trattenere una risata, cristallina e sincera, appena trattenuta perché sia solo vostra. Tuo marito è sicuramente audace. Se ci fosse in corso una gara, starebbe vincendo. Un gioco, perché ti serve distrarti, ti serve scinderti dal pensiero fisso di correre in fondo alla sala, rapirlo e scappare con Andrej.
    Imprenditrice
    Mafia
    Wesen Jackals 32y.o. Queen Dragoness
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    E' un sorriso quello che di rimando ti spunta in risposta al suo, mentre la osservi togliere la felpa, lasciandola solo con la t-shirt. Tu sei ancora meno vestita di lei, coperta dai soli pantaloncini sportivi, reggiseno sportivo e top di maglia larga. Si avvicina, piano, e si siede su uno degli sgabelli che in genere usi tu; ne segui i movimenti lenti, mentre dietro il collo insorge un pizzicore che riconosci all'istante, alla base della nuca. Fai un solo passo in sua direzione, con la macchinetta ancora in mano, senti il calore del suo corpo persino da dove sei, un calore che hai già imparato a conoscere, con cui fonderti. Il solo ricordo basta ad accenderti. Sei diventata così, e la cosa un po' ti sorprende. Anni fa eri rigida, impostata, attenta alle etichette e a quello che pensavano gli altri. Gli anni hanno smussato i tuoi angoli, ed ora la sola cosa che ti importa è di riuscire a ritagliare dei momenti di serena tranquillità, momenti da condividere con chi in quel momento desideri ed apprezzi; Charlie, la apprezzi davvero molto al momento. I suoi capelli, nascosti sotto al cappello, solo qualche ciocca che sfugge al suo controllo, i suoi occhiali, dietro cui si nascondono grandi occhi buoni, le sue labbra, sottili. Ti viene voglia di morderle. Ma ti trattieni, in risposta invece solo poche parole alle sue. Ogni centimetro del tuo corpo, se vuoi... Un sorriso un po' storto, perché in fondo non è quello il senso delle tue parole, usate per un semplice flirt che forse nemmeno serve, dato che quando vi incontrate, finite esattamente in questo modo. Eppure non te ne privi, delle battute, degli scambi, che precedono il tutto, perché in fondo Charlie è anche più di questo. Quanto "più" ancora non lo sai, per ora ti basta così, sapere che c'è un di più.
    Senti le sue dita che leggere passano sopra le tue, il preludio di un tocco ben diverso, un contatto ricercato, quasi come se fosse una richiesta, a cui rispondi stringendola appena, intreccio di dita che sciogli quasi subito. Ti dirigi verso l'ingresso, premi il pulsante della serratura in modo che si chiuda, e che la saracinesca di abbassi. Temo che ora tu non possa scappare. A meno che...beh dovresti scucirmi il codice dell'allarme. Le torni vicino, molto vicino, abbastanza perché il leggero divario tra le vostre altezze ti costringa ad alzare di poco il mento per poterla guardare, mentre posi definitivamente la macchinetta, la tua testa presa da ben altre attività. Non è l'offerta della sigaretta a porre fine al tuo autocontrollo, quanto alla finale precisazione che ti fa. E per cosa, Doc, mi lasceresti impazzire?

    Lara
    Lilnoir

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    Chrys <3

    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Emma
    Colroy
    Una piacevole variazione dal tema generale è quello che ti propone Chrysantemum Sinister, un cognome che risuona nella tua mente vivido. Ricordi tutti i nomi, soprattutto quelli che contano in un giro che vuol sembrare enorme, ma che vuoi stia tutto nella mani dei Jackals. Oh, con un nome simile, non può che esserne in realtà un irresistibile richiamo. Più una persona tenta di uscire dagli schemi, più coloro che leggono tale azioni si comporteranno esattamente come si desidera. Il controllo delle masse è diventato fin troppo semplice grazie all'uso dei social media, dove nessuno vuole più pensare, dove tutti pensano sia più sensato seguire, far scegliere altri con la pretesa di essere fautori del proprio destino. Afferri la sua mano, lasciandoti stringere alla sua figura, percependone l'odore, non prima che lui abbia accennato un inchino. E sorridi, piacevolmente colpita dal suo modo di fare. Oltre che per il vestiario, sei un piacevole cambiamento anche per la genuinità. Spero non ti dispiaccia se ti do del tu. Ammicchi solo leggermente, con la coda dell'occhio hai visto Diana con Joshua Çevik e lo scambio che il filo ha decido non può che farti spuntare un sorriso. Se la memoria non mi inganna, il tuo accompagnatore è stato scelto per una mia grande amica. Quasi uno scambio. Certo, il rapporto tra te e Diana non ha nulla a che vedere con quello dei due uomini, ma non riesci a non notare l'ironia.
    Oh, siamo solo vittime della società maschilista. Persino i movimenti femministi ne sono pieni. Ma noi donne non siamo le uniche a dover sottostare a certi standard, temo sia un must a priori, non per via del genere. La figura dell'uomo macho, l'uomo che comanda, che non può mostrare i propri sentimenti e che deve dar sempre dimostrazione di forza. In fondo anche nella tua mente si staglia questa immagine quando pensi ad un uomo, ed in fondo è anche quello che in parte cerchi. Puoi chiamarmi come preferisci. Stasera sono qui solo per rilassarmi e divertirmi. Solo è l'unica nota che stona in quella frase, per quanto sia la maggiore realtà, non sei lì solo per quello, ma nonostante questo rimane l'obiettivo principale. Sai ballare?
    Imprenditrice
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576 replies since 5/9/2015
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