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Ayumu e Shaw Less feeling more drinkingCurtis assiste impassibile alla scenetta da duro di Hynes. Ma c'è una cosa che proprio non gli va giù, ed èil suo dannato muso da santarellino del cazzo. Crede di essere il capo del bar, persino migliore di lui, che rischia la pelle per Cornelius, quando invece Shaw non fa altro che servire ai tavoli, un lavoro che potrebbe fare anche una scimmia. Trova ridicolo che lui si possa atteggiare da capo quando invece non è proprio un cazzo di nessuno, si limita a gestire gli affari di casa quando Cornelius non c'è. E' poco più di una donnetta di casa, che bacchetta i figli quando il padre è via per lavoro. Di solito lo ignora, ma quella sera non lo sopporta proprio. Probabilmente contribuiscono i dodici bicchieri di whiskey e Cornelius che ultimamente non gli passa nessun lavoro interessante, anzi non gli passa proprio un cazzo. Non ha nemmeno un dollaro, la banca lo vuole sfrattare e il cameriere di un cesso di posto crede davvero di poterlo zittire. Curtis si fa una grassa risata. Manda giù il fondo del bicchiere che Miguel gli ha versato. «Va bene Hynes, come vuoi tu, sei il capo, va bene». No, non va bene per niente, non è un cazzo di nessuno, però non c'è sfizio ad attaccare qualcuno che finge tanta calma, così decide di farlo innervosire. Sembra tenere alla puttana asiatica, vuole vedere fino a che punto. E se, invece, si è sbagliato ci rimedia una scopata gratis. Si avvicina barcollante alla ragazza. «Sai, non mi sono mai scopato un'asiatica. Cosa sei giapponese, coreana, cinese? Cazzo siete tutte uguali, scommetto che godete anche allo stesso modo». Solleva una mano per accarezzarle una guancia con le nocche ruvide , mentre poggia il gomito destro al bancone. «Hai proprio un bel faccino e io una certa voglia di spassarmela, visto che il tuo amichetto ti ha dato buca potresti far vedere a me un po' di maga bianca».narrato ◆ «parlato» ◆ pensato. -
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Tristan versione kamikaze mode on. È stato bello conoscervi, raga. (': half megaeros23 years♥ mæve'. -
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Tristan
Tutti i presenti si fermano improvvisamente, cala il silenzio, poi il primo, un ragazzo non poi tanto massiccio, con gli occhiali da sole, si lancia sulla ragazza per afferrarle i capelli e trascinarla via.
Satet hai 24h per difenderti, o fare qualsiasi cosa tu voglia fare. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)è un post un po' inutile ma volevo entrare <3.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)scusate davvero...riprenderò consapevolezza di me stessa appena le mie tonsille non assomiglieranno più a palloni da basket☯ dulcinea angelique verhoevenAvrebbe dovuto pretendere da Ayumu qualche lezione di teatro, giusto per compensare il prestito della sua canottiera troppo attillata. Uno a uno e palla al centro. Invece l'orgoglio tentatore era riuscito a posarle un dito sulle labbra, zittendola, perfino con ogni sua confusa prospettiva proiettata sullo schermo angosciante del futuro come un'orrida gigantografia. Era conscia che come attrice avrebbe fatto davvero pena, l'unica possibilità per fingere, era fare leva su una sicurezza che da sempre costituiva la radice madre del suo essere. Ma per quanto avrebbe dovuto continuare a fare la puttana da quattro soldi? Non era mai stata una cima nella costruzione dei "piani d'attacco " , erano piccoli castelli di carte modellati dall'appassionata destrezza della mente e lei non vantava né una mano, né una psiche altrettanto ferma. Eppure non ci voleva Napoleone per capire che l'imprevisto avesse sbuffato acidamente sulla loro strategia di paglia come il lupo cattivo alla ricerca della carne fresca. Dove cazzo erano gli altri? Per quanto fosse gelosamente arroccata nei propri individualismi, il Felix non era esattamente il posto migliore dove sperimentare attivamente le proprie doti di sopravvivenza. C'era arrivata persino lei.
Dulcinea piegò la testa lasciando appena l'incavo del collo scoperto dalle ciocche bionde ma l'uomo non fece in tempo a risponderle perché qualcuno lo trascinò a terra. Se non fosse stata particolarmente immersa nei suoi tentativi di fare la bambolina idiota e non avesse notato Tristan avvicinarsi, sarebbe scoppiata a ridere fino alle lacrime. Occultò seppur a fatica qualsiasi emozione dietro il candido riverbero d'un sorriso vuoto, ma non prima d'aver scoccato un'occhiata in giro approfittando del frastuono dovuto al l'incidente. Le persone incagliate in quel buco non erano tantissime e non le fu difficile constatare la totale assenza dall'inglese e della nipponica. Cazzo.
Fece roteare gli occhi con teatrale innocenza sul soffitto variegato da una moltitudine di muffe, pregne dell'insistenza acre di non ha saldato i conti. Non poteva approdare con lo sguardo sul ragazzo, non in quel momento. Sarebbe stato come sputare su un tiro fortunato dopo un'assidua violenza di colpi mancini. Schioccò invece la lingua contro il palato, riversandogli addosso quanto più fastidio il suo volto riuscì a mettere in scena. Sapeva cosa stava pensando Tristan, lo sapeva bene, ma l'uomo non doveva sospettare nulla e Ivashkov doveva pensare che lei se la sarebbe cavata benissimo da sola. Nella cecità inviolata della sua ostinazione era certa di potercela fare.
<< Non si preoccupi. Immagino avrà quello che si merita.>>
Rispose affabile al vecchio facendo facendo sbocciare un'espressione immacolata. Probabilmente aveva fatto a botte più volte di quanto la sua memoria fosse riuscita ad immagazzinare e non le piaceva per niente assecondare il ruolo di chi non ha mai assaporato il proprio sangue sulla lingua. Sapeva cosa cosa avrebbero fatto i due scimmioni al povero disgraziato e non le interessava. Eppure l'ironia ipocrita di chi riusciva in ogni caso a lavarsi le mani dal lavoro sporco l'accendeva d'irritazione.
<< Bien sur, mi stavo annoiando!>>
Gli aveva servito le sue origini francesi su un piatto d'argento non a caso. Malgrado le fosse universalmente oscura la visione maschile, gli uomini spesso rimanevano intrappolati nell'estasi che un vago accento straniero tesseva con la delicatezza d'una "r" arrotondata. Era stupido è decisamente insensato, ma la Francia richiamava nell'immaginario generale la freschezza marina dello shampagne e grappoli d'uva arrossiti, gli ideali giovanili della rivoluzione Bohémien, la scelleratezza lussuriosa del Moulin Rouge, il lusso irraggiungibile di Versailles. Curioso. Se pensava al suo paese le balenavano dentro tutt'altri dettagli.
Dulcinea avrebbe fatto schioccare i tacchi per seguire l'uomo tappezzato di stoffe pregiate. Non aveva paura, sapeva che come minimo sul retro del bar ci sarebbe dovuto essere Nightslash nella sua sfavillante tutina in latex e Shaw, il quale però non si era ancora degnato di scendere. Se non viene fuori fra due secondi giuro che lo picchioe gliele esco così rimane traumatizzato.
Si rivolse quindi al vecchio, dondolando capricciosa come una bambola di pezza. << Mi permetta una curiosità...è solo il fascino della violenza a portarla qui stasera? Io verrei più spesso ma New York si è fatta particolarmente pericolosa di questi tempi...non crede monsieur?>>© created by jeankies! - don't copy, be be respectful and use your mind
Edited by Joy. - 4/3/2017, 11:43. -
.i'm meaner than my demons
i'm bigger than these bonesIl sapore del sangue le solleticò piacevolmente la lingua facendole uscire un basso gorgoglio dalla gola. Da qualche parte, lontano dal baratro oscuro che aveva risucchiato la sua mente, sapeva di aver preso troppo, sapeva che non era il luogo né il momento per una cosa simile, ma non c'era spazio per preoccuparsene. Quello che la bestia chiedeva, la bestia otteneva, e non aveva la volontò di nergarle i suoi istinti. C'era solo un grumo di smania, desiderio e fame. Una fame atavica che allungava mani insanguinate sulla sua mente e la sua anima e bruciava nelle vene come fuoco vivo. La situazione si ribaltò e con un colpo secco Reverse la sovrastò senza nessun problema, forte della sua superiorità fisica e, come lei, dell'odore loro sangue che ormai si mischiava danzando nell'aria e penetrando a fondo nelle narici. Un'odore che per loro era un richiamo a cui non potevano resistere, a cui non volevano resistere. Lo sentì afferrarla per la gamba e lanciarla contro la folla che si era avvicinata a guardarli lottare, cibandosi della violenza che non potevano capire fino in fondo, meri spettatori di qualcosa più grande di loro. La sua attenzione venne catturata da una voce sopra di lei e quando alzò lo sguardo gli occhi si aprirono appena ritrovando un volto familiare. Un sorriso le piegò le labbra mentre chinava appena la testa di lato, il collo steso e contorto per tenere il volto rivolto verso di lui. «E' un piacere rivederti. Vuoi riprendere da dove avevamo interrotto?» L'aveva svenduta a tutti coloro che si sentissero abbastanza stupidi da osare contrastarla, ma quello che doveva essere valutato come un rischio per lei era visto come un malsano divertimento. Il primo avventore provò ad allungare le mani sui suoi capelli ed Emma provò ad essere più rapida di lui intercettando i suoi polsi per stringerli con violenza, senza riserve, senza provare a frenare la forza che sentiva scorrere nelle vene, ampliata e infimmata dall'odore del sangue che ancora le dava alla testa. Con dita decise si sarebbe avvinghiata sulle ossa troppo deboli dell'uomo, così umane e inferiori da poter quasi sembrare porcellana a confronto della sua forza. Avvrebbe tirato verso di lei, sfruttando lo slancio che l'inetto aveva messo nella corsa per raggiungerla, bramoso di mettere le mani sulla taglia che pendeva sulla sua testa, senza sapere che non sarebbe riuscito neanche a pareggiarla, figurarsi sconfiggerla. Avrebbe tirato fino a farlo cedere, crollando con la schiena a terra di fronte a lei, e avrebbe sorriso in quel momento in cui per un istante il fiato gli sarebbe mancato e nei suoi occhi la sorpresa sarebbe stata grande. Bramava di vedere la paura in quel momento in cui la realizzazione di non poterla sopraffare sarebbe giunta, il secondo in cui la speranza moriva e veniva il rimorso, con si suoi sé e i suoi ma che per sempre sarebbero rimasti impressi in palpebre vuote. A quel punto, incapace di prolungare quel momento nonostante la voglia di farlo, avrebbe provato ad affondare i denti nella sua giugulare tirando via un pezzo di carne abbastanza consistente da lasciarlo morire nel suo stesso sangue. Si sarebbe rialzata lentamente, senza curarsi di ripulire il sangue. «Qualcun altro che vuole farsi avanti?»narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
"E' un piacere rivederti. Di solito non mi piacciono i piatti riscaldati, ma per te farò un'eccezione" risposta di Isy alla mia domanda sull'interazione con Tristan, sapevatelo.
BTW Eng, Giova perdonateme se sto andando super lenta tanto affetto <3. -
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Dulcinea There are only three kinds of people. Leaders. Followers. And Destroiers.La serata si stava facendo.... movimentata. Satet sembrava indemoniata e una scena di cannibalismo spietato e passionale lo avrebbe piacevolmente allietato, fin quasi a strappargli una risata dalle labbra. In quel momento, però, l'assenza delle sue guardie del corpo lo disturbava. La situazione stava facilmente degenerando e la possibilità di essere coinvolto in una rissa da bar in vecchio stile non lo allettava come avrebbe fatto una trentina di anni prima. Fece strada alla donna dai capelli biondi seguendola poi lungo le scale che portavano in sala, affiorando poco distanti dall'uscita sul retro. Mentre saliva i gradini sorrise alla sua compagna con l'aria di chi la sapeva lunga riguardo ciò che stava accadendo a New York. «La grande mela non è mai stata una città per sprovveduti». Rimanere sul vago era una mossa saggia, ma Wyatt difficilmente riusciva a resistere all'idea di insinuare nelle sue amanti un'immagine di sè potente, un uomo maturo, certo, ma in grado ancora di proteggere, anche meglio di un ragazzino dotato solo dei propri muscoli. Lui aveva tra le mani un dio potente, verde come il fondale di una fogna rancida, ma profumati come rose delle valli di Bièvre. «Ma devo darti ragione, in quest'ultimo periodo New York è diventata una città in mutamento. E non c'è trasformazione che non comporti a suo modo distruzione. I maghi stanno perdendo il loro antico potere su questa città. Si stabilirà presto un nuovo gioco di forze e puoi star certa che io avrò un posto in prima fila per assistere allo spettacolo» Alla fine della rampa di scale Wyatt si portò galantemente alla porta che conduceva sul retro. Prima di abbassare la maniglia di ferro ed aprire, prese con delicatezza la mano della donna. Sfiorò i suoi occhi con i propri accendendo un tripudio di sfumature azzurre, cielo che incontra il mare. «E se vorrai, conserverò un posto per te al mio fianco». Accarezzò il dorso della sua mano con le labbra. «Perdona la mia scortesia, ma credo di non aver chiesto il tuo nome» aggiunse aprendo la porta e facendo un cenno con l'altra mano per invitare la donna ad uscire.narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
Satet
Bonus Post: 27
Provi ad afferrare l'uomo nel momento che si avventa su di te per trascinarti al MACUSA (cd40: 27+4+9), artigli i suoi polsi appena in tempo e (cd45: 27+4+12, 43) cerchi di catapultarlo a terra, ma riesci solamente a spingerlo all'indietro, così salti su di lui e (cd45: 27+1+14) gli stacchi collo e la carotide con un morso. L'uomo non è resistente come Carnage e non ha magie di sangue, dunque inizia inevitabilmente a perdere sangue come una fontana a schizzi sui presenti.Less feeling more drinkingI mangiacarne in Messico vengono chiamati chupacabra. Di solito si limitano alle pecore, occasionalmente alle mucche, gli umani sono tendenzialmente al sicuro, a meno che non si tratti di pastori. Però, sua zia, la vecchia strega del paese, quando era piccolo gli aveva raccontato di mangiatori di carne umana, esseri abietti e ignobili, brutti come demoni. Quella ragazza però sembra tutto fuorché uno dei mangiatori di uomini che infestano i suoi incubi. Quando la vede divorare un pezzo del suo avversario rimane sbigottito, indeciso, ma al secondo boccone invece rimane pietrificato. Lo sventurato urla per qualche minuto, annaffia i presenti e poi si accascia a terra. Una scena pietosa da film horror di seconda mano. «Cristo, questo me lo sognerò sta notte». Miguel avanza nella folla a passi ampi e manate pesanti. Arriva davanti la ragazza, piazzandosi a difesa di Leah, che in quanto giudice era in prima fila. Rivolge a Satet il più truce dei suoi sguardi, poi parla e ha una voce molto più minacciosa del solito «Lo scontro è finito. Esci di qui». Non sembra in vena di scherzare.narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
AyumuLess feeling more drinkingLa malizia della ragazza non gli dispiace. Lancia un'occhiata a Shaw. Forse davvero era una prostituta troppo impertinente e non una qualche spia del MACUSA. Un sorriso sornione solleva le sue labbra poco prima che si volti a guardare la ragazza. «Parlare? Perchè cazzo voi donne volete sempre parlare». Abbassa gli occhi sulle gambe che accavalla con lentezza. Il fatto che sia piccola e così sfacciata gli piace. «E va bene». Accetta solamente per poter fare una cosa che ama fare. Abbatte il palmo della mano sul legno del bancone e si volta a guardare Shaw. «Cameriere. Servici da bere. Il miglior whiskey che hai e non farci aspettare troppo, non vorrai che mi spazientisca, vero? Com'è che si dice? Il cliente ha sempre ragione?». Ride di gusto voltandosi a guardare la ragazzina. Si siede sullo sgabello di fronte a lei. La guarda con prepotenza, passando gli occhi su ogni centimetro del suo corpo. «Allora, di cosa vuoi parlare, dolcezza?»narrato ◆ «parlato» ◆ pensato. -
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Edited by -Chaos. - 5/3/2017, 18:56. -
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Sono qui soltanto per cazzeggiare, lo ammetto, ma non ho resistito. Però Eng, se ti servo a qualcosa usami pure ♥
Interagisco con Ariel.
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Carnage Less feeling more drinkingMiguel aveva cacciato diversi esemplari di feccia umana, ma quei due raschiavano il barile dell'umanità. Non era difficile che qualcuno dalla massa di ubriaconi cacciasse fuori le palle per creare problemi, ma quei due superavano ogni dannato stronzo del locale. Avanzò a passi pesanti e lenti fino a portarsi a pochi centimetri dal viso di Carnage. Poteva sparare tutte le cazzate da duro che voleva, ma non poteva permettersi di minacciare nessuno, meno che mai Tristan.
«Facciamo che cominciamo da te, invece, amigo»
Miguel piazzò una delle sue manone sulla spalla di Carnage per spingerlo verso le scale.
«Andiamo, anche tu bellezza. Sono sicuro che da qualche c'è scritto che questo non è un ristorante»
Indicò le scale facendo un cenno a Satet, non voleva azzardarsi a toccarla, il fatto che mangiasse gli esseri umani lo inquietava più dell'idea che avrebbe dovuto picchiare una donna se si fosse opposta.narrato ◆ «parlato» ◆ pensato. -
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Non faccio niente di utile ma volevo cazzeggiare con Shay <3
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.☯ dulcinea angelique verhoeven<< Cristo...>> imprecò a fior di labbra nell'osservare con quanta brama Satet raspava nella carne altrui. L'enfasi sinceramente avida di quella che credeva essere una ragazza normale (seppure con parecchi problemi nella gestione della rabbia) provocò a Dulcinea un brivido irraccontabile. Non riconosceva la segretezza viscida di quel fremito ma non le piaceva e detestava pensare che fosse figlio illegittimo di qualche paura. Forse lo era, ma non per se stessa. Tristan se ne stava ancora in mezzo allo scantinato improvvisamente colto da un'ossequioso mutismo, e con lui non c'era nessuno a parte il buttafuori. Anzi, il deficiente si stava avvicinando al ring. Si ritrovò a maledire il ragazzo per i suoi istinti masochisti e a maledirsi per l'ennesima manifestazione della sua impotenza mentre caracollava, come suo solito, davanti all'uomo per salire le scale. L'immagine della donna era un fragore privo di clemenza. Che razza di creatura era? Avrebbe azzardato ad un'ipotetica discendenza diretta con Hannibal Lecter o a una dieta iperproteica trovata cliccando sopra uno di quei pop up di google eppure, qualcosa le diceva che la spiegazione rannicchiata fra le sfumature di quell'orrore era molto più complicata e spaventosa di quanto la sua mente fosse disposta a immaginare. Notò un sorriso emergere fra le labbra del vecchio e lei si soffermò su quel dettaglio bianco smunto, con gli occhi incandescenti nella penombra, in attesa che la sua bocca cerimoniosa tradisse il lento emergere di qualche informazione come un'isola lontana. Il pensiero che lui potesse anche solo permettersi di toccarla la disgustava, ma l'urgenza crudele di raccogliere i segreti adagiati sulla sua lingua era più prepotente di qualsiasi istinto. I tacchi gracchiarono contro la severità spicciola dei gradini.
<< La sua fortuna è invidiabile. È un'occasione più unica che rara poter assistere ad un simile scenario...da una simile posizione, si può intuire in anticipo chi possa prevalere...>>s'interruppe all'alba della luce impiccata sugli assonnati lampadari della sala. Doveva mettere a fuoco quante più informazioni possibili perché anche la parola più insignificante poteva essere il sipario di un ben più truce significato. Sul momento, non potè fare a meno di chiedersi cosa o chi volesse strappare ai maghi l'ascendenza sulla Grande Mela, ma soprattutto come e con quale forza. E loro cosa avrebbero dovuto fare? Voltò repentina la testa cercando l'uscita secondaria del locale quando notò Shaw poco distante dal bancone e Ayu che seduta come una gattina intorpidita sullo sgabello accanto al gigante Golia pareva ancora più esile e sottile. Dulcinea emise un tiepido sospiro ed affrettò il passo verso la porta facendo oscillare la chioma incostante sulla spalle. Non stava facendo nulla di male ma l'idea che l'inglese assistesse alla colata a picco della sua dignità l'irritava. Affiancò lo sconosciuto dedicandogli un'occhiata frizzante e un voluttuoso sbattere di ciglia mentre si accingeva a condurla sul retro. Poi lui le prese la mano. Sorpresa, Dulcinea spalancò le iridi color petali di mare e torturandosi debolmente il labbro ancorò lo sguardo sul fondale di quel viso scavato. Modellò la bocca finché la malizia non prese a veleggiare oltre l'arco di cupido ma in verità quel minuscolo incedere di pelle contro pelle non le era piaciuto. Non era abituata a quel genere di accortezze e probabilmente una donna normale ne sarebbe stata, se non felice, per lo meno lusingata.
<< Davvero lo farebbe? Ci sono individui davvero potenti che certamente lei conosce anche solo per il nome e come le ho già fatto presente il mio desiderio è quello di restare in disparte...veramente potrebbe garantirmi protezione?>>
Ridusse la voce ad uno zufolo mellifluo mentre si avvicinava di qualche centimetro al vecchio col volto denso d'interesse. Ma la francese sapeva per esperienza che la raffinatezza non sempre era tangente alla nobiltà d'animo, così come un baciamano non sempre celava rispetto e ammirazione. Tutt'altro, la guardava con un'ozio capriccioso, come se oramai fosse sicuro d'averla. La cosa le metteva i brividi ma Dulcinea fu ben attenta affinché quella sera nessun pensiero inquinasse le solite movenze, infantili e lascive al medesimo tempo.
<< Angelique...e, se mi è dato saperlo, il vostro monsieur?>>
Chiese sorridendo prima di varcare l'uscio e scivolare lentamente sul retro del locale.Fornirgli il primo nome era escluso, malgrado ignorasse quali fossero i poteri di quell'uomo. Una verità incompleta, ovvero rifilargli il secondo quanto odiato nome, era l'idea con meno effetti collaterali che la sua testabacatafosse riuscita a partorire sul momento.© created by jeankies! - don't copy, be be respectful and use your mind.