Carnage VS Satet

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    Scusatemi ragazzuoli ieri l'influenza mi ha tenuta a letto :(

    Ayumu

    Curtis Adams
    Mercenario di Cornelius
    11Xl4nC
    11Xl4nC
    Less feeling more drinking
    I tentativi della ragazza di fare la smorfiosa lo facevano ridere. In fin dei conti non sembrava essere più pericolosa di un carlino, non che avesse avuto dubbi al riguardo, ma di fronte la possibilità di irritare Shaw non si sarebbe mai e poi mai tirato indietro. Le riservò un sorriso ironico, seguendo con gli occhi ogni suo movimento lascivo. Si sentiva un lupo che gioca con una pecora prima di azzannarla, le faceva credere di prenderlo in giro, di poter fuggire non appena si fosse distratto abbastanza. In verità la guardava recitare quel ruolo e poi se la sarebbe scopata dietro un angolo di strada. Sul retro se a Shaw faceva tanto piacere. Sollevò gli occhi nei suoi, affilati, ma enigmatici come quelli di una volpe. «Di solito mi piace rendere le cose un po' più...movimentate. Al modo dei maghi neri. Non so se mi spiego». Curtis tirò fuori dalla giacca il suo pugnale misericordia, comprato al Pandemonium pochi mesi prima. Afferrò con uno scatto la mano della ragazza per tentare di tagliarle il palmo. «Gearradh». Pronunciata la formula, il sangue emerso dal taglio lungo e sottile sulla pelle della ragazza, si sarebbe sollevato in aria sottoforma di piccole sfere scarlatte, della grandezza di un piombino. Utili in combattimento per trafiggere un avversario. Non appena le gocce sarebbero fluttuate in aria, le avrebbe succhiate avidamente. «Faccio in modo che ogni volta sia magica» (Dio che battutona, è la fiera del degrado)
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato



    Shaw

    Nessuno ti ferma mentre vai di sotto, anche se diversi individui sembrano darsela a gambe con una certa fretta. Quando arrivi giù sono rimaste circa una dozzina di persone che si accalcano intorno alla scena. Due di loro, un uomo e una donna, sono leggermente più appartati e parlano tra di loro, la faccia di lui non ti è nuova, la ragazza è Ariel.
    Intanto prepari l'armatura, perchè giustamente non si sa mai.

    Dulcinea

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    Dalla sua posizione le carte in gioco erano ben visibili e d'altronde nemmeno ne avrebbe avuto bisogno, era sempre stato un grande giocatore di Poker. Ci voleva ben poco per intuire cosa sarebbe successo e nessuno aveva abbastanza fegato per ammettere la verità e ciò che sarebbe scoppiato un bel casino sotto il culo di Walker. Poteva continuare a fingere che andava tutto bene con la stampa e i giornali, ma lui sapeva bene che le cose erano leggermente diverse da come lui le vendeva sulla carta stampata. Nemmeno i sorrisi affabili e rassicuranti che elargiva ai fotografi potevano ingannarlo, «Ovviamente mia cara. E presto, molto presto le cose si metteranno in chiaro anche per te». Sorrise malevolo, nascosto alla vista della ragazza, crogiolandosi nel futuro a venire, che attendeva con ansia. «Angelique, che splendido nome» probabilmente non era quello vero, nessuna ragazza con un po' di senno avrebbe tirato fuori il proprio nome di battesimo in un posto come quello e lo stesso fece lui. «Per te sarò Guy Fawkes» le rispose cordialmente, rivolgendole uno sguardo magnetico prima di seguire la donna sul retro del bare e chiudere la porta dietro di sè. <i>(Qui mi fermo perchè vorrei sapere da Nightslash che situazione ci troviamo davanti)
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
     
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    NIGHTSLASH
    ■ The hero ■
    SchedacercaVoice

    "Beware the Black Mask"


    L'
    idea, per quanto ben congegnata, rimaneva un concentrato di incoscienza e stupidità dei migliori che avesse mai visto. Rimase appollaiato sul suo trespolo, stagliando la sua ombra contro la luce della luna che illuminava la notte oscura, volgendo lo sguardo sulla porta posteriore di quel tugurio, in attesa.
    La spalla diede un leggero pizzico. Scosse il capo, lasciando che gli occhi corressero lungo la strada asfaltata e oscura che emanava il suo olezzo di piscio e immondizia. Una strada tristemente conosciuta. Rapidi si susseguirono i ricordi del giorno oscuro, in cui aveva trascinato involontariamente le menti delle persone intorno a lui in un incubo ad occhi aperti, costretti dalle loro paure a lottare tra loro. Troppo tardi era arrivato, appena in tempo per evitare un ulteriore massacro e che Joy stessa diventasse l'assassina che lui era e che aveva giurato di non essere. Lì, fermo, si rendeva conto di quanto quella promessa fosse ardua da portare avanti. In una città maledetta che faceva dell'orrore la sua lingua, che stuprava bambini e li privava dell'innocenza, della speranza anche solo di un futuro migliore, che relegava uomini e donne nei bassifondi, striscianti in terra per la fame ed il freddo e costretti a bruciare persino il proprio cappotto perchè il calore perdurasse una notte in più, mentre il ceto superiore ingrassava e vessava con il crimine quelle stesse strade; la morte sembrava essere l'unica punizione adeguata. Più volte si era trovato a pochi centimetri dal viso di uno di quelli, che forti della protezione di chi dava loro armi e rifugio, aveva perpetrato le peggiori atrocità nei confronti di chi non riusciva neanche a guardarlo, e più volte aveva ringhiato contro se stesso per eliminare la pulsione a spezzare il suo collo ed estirpare quella feccia dal mondo stesso.
    Era migliore di loro.
    No, era una bugia.
    Non era migliore. Si raccontava di esserlo. Lasciarli vivere era forse il segreto accordo per permettergli di colpirli ancora, di coglierli ancora in flagrante e avere il motivo per esternare quel segreto e taciuto dolore che ancora spingeva i suoi pugni al colpo e inebriava della vista della punizione. Un'eroe non lo era mai stato. Difendeva i deboli. Difendeva gli innocenti. Difendeva le persone che amava. Ma quanta oscurità poteva celarsi nelle grida di quei pugni che chiamavano la morte, assassina e definitiva, e che riponevano solo in essa la sperata risoluzione della lotta? Uccidere per non dover più combattere. Uccidere per non dover soffrire alla vista del male.
    Joy per prima gli aveva rivelato quanto sbagliato fosse quel modo di agire, quanto dolore portasse a lei e quanto male facesse alla sua anima, ma parlava senza sapere.
    Come si poteva perdonare la vista di una donna stuprata e uccisa, abbandonata per terra in un vicolo, coperta delle feci dei cani per non aver avuto nemmeno la grazia di una morte degna? Come si poteva perdonare la vista di corpi bruciati che galleggiavano placidi alle foci del fiume, padri di famiglia che non avrebbero rivisto i loro figli, colpevoli solo di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato o aver sfidato per onore forze che non potevano contrastare. Volti sfigurati dagli acidi. Bambini costretti a vedere la madre con innumerevoli uomini per poter mangiare la sera, e tutto per nutrire il grasso ventre dei corrotti potenti e criminali.
    Shaw era abituato a tutto ciò, non si stupiva più, né si lasciava cogliere dalla rabbia. Shaw era più forte di quanto lui non sarebbe mai stato. Eppure quella stessa vista stringeva tra le sue grinfie la maschera nera e la portava al più profondo dei baratri. Checché Shaw ne dicesse la morte continuava a sembrare l'unica adeguata giustizia per coloro i quali, colti dal furore di un momento, dall'egoismo o dal semplice interesse, lasciava il volto di una donna sfigurato e privo della sua luce, abbandonato di notte dentro un cassonetto, nudo e coperto del suo sporco sperma, usato per soddisfare i propri impulsi e poi gettato via, come se non si trattasse nemmeno di un essere umano.
    Non meritavano il trattamento prescritto dalla giustizia.
    Eppure aveva giurato.
    Aveva promesso.
    E avrebbe continuato a proteggerli, per giustizia, non per vendetta.
    Dei suoni scossero la sua mente dalla riflessione. La porta si aprì, lasciando uscire due tizi in compagnia di un terzo evidentemente spaventato. Le intenzioni dei due gorilla non mancarono di farsi chiare nel giro di pochi secondi, quando sbatterono il malcapitato contro il muro di fronte, sotto i suoi stessi occhi. Sarebbe dovuto rimanere fermo. Avrebbe dovuto aspettare e proteggere coloro i quali, stolti ma audaci, si erano gettati tra le grinfie di quel mondo oscuro. Aspettare. Lasciarlo lì a morire, per proteggere i suoi compagni. Dopotutto la sua battaglia era altrove, i suoi commilitoni erano all'interno dell'edificio, non era la sua guerra.
    No.
    Non c'era una guerra, che non fosse la sua guerra.

    […]

    La porta si aprì una seconda volta, lasciando uscire la figura emaciata di un uomo alto, dall'aspetto viscido, e quella ben più aggraziata di Dede, in sua compagnia. Ansante, continuò a guardare l'uomo che reggeva per la collottola, sollevato da terra.
    Respirava a stento, troppo tumefatto e coperto di sangue in volto perchè se ne riuscissero a distinguere i connotati. Poteva a stento vedere, attraverso il casco, i suoi occhi correre verso di lui e implorare la cessazione di quell'ostilità unilaterale, che ora teneva lui sollevato e il suo compagno a terra, ormai svenuto.
    Distese il braccio, lasciandogli la collottola e vedendo il suo corpo piombare al suolo, mentre la voce viscida e sinistra dell'uomo emaciato si rivolgeva melliflua alle orecchie della giovane ragazza, voltandosi poi lentamente.
    Che l'avessero visto, era sicuro. Che avessero preso atto della condizione in cui versava il vicolo, era sicuro anche quello. Che l'uomo alto, concentrato di viscidume e feccia dei bassifondi, avesse preso atto che levare le tende e correre fosse l'unica scelta possibile, seppur inutile, quello sarebbe stato sicuro nei prossimi dieci secondi.
    Scrocchiò il collo, voltandosi.
    La voce uscì distorta dal microfono nella maschera, espressione oscura e terribile della sua stessa, elemento intimidatorio e orribile per chiunque avesse sperato di opporsi alla sua crociata.
    «Tu...»
    Si morse il labbro, forte, lasciando che il sangue scorresse nella sua bocca e che alimentasse il fuoco di quella rabbia, di quella pura spinta e tensione che aveva portato il suo corpo a scendere dal trespolo e a colpire con furia in difesa di un semplice sconosciuto. Lasciò correre gli occhi su Dede, ricordando il volto di Shaw, unico amico che avesse visto quanto, oltre il volto, si celasse dietro quella maschera nera, e che in quella donna riponeva un rinnovato affetto e speranza. Lasciò che quella volontà prendesse il sopravvento sul suo corpo mentre accarezzava il profilo liscio delle catene d'acciaio nella sua mente e riportava su quel piano le sue armi migliori, quelle che avevano segnato il suo cammino e solcato la notte di quella città per molti mesi ormai. Avrebbe evocato le sue Catene, lasciandole cadere al suolo e tintinnare, minacciose e taglienti.
    «...Lasciala...»
    Aijirn
    Richiamò con la mente il suo spirito, attivando il destino comune che li legava, sentendo la carica elettrica scorrere nel suo corpo. Si concentrò, fissando lo sguardo attraverso la maschera sull'uomo di fronte a lui, lasciando scorrere il flusso del suo potere combinato a quello dello spirito, allargando le braccia. Sovraccaricò il suo corpo di energia elettrica, facendo scorrere la carica lungo la superficie d'acciaio delle catene. Puro gesto scenico forse, pura intimidazione, eppure l'acciaio stesso, colpendo, avrebbe trasferito la carica sulla vittima, bruciando e devastando il suo corpo e i suoi nervi, rendendolo inerme.
    «...stare.»


    S
    kills utilizzate durante il post:

    Evocazione Bianca per evocare le Furious Chains

    Destino Comune
    Requisiti: 24 [Passiva]
    Il Cangiante diviene una sorta di parassita del mago, pertanto rimane sul piano terrestre e non ha bisogno di essere richiamato per rendere disponibile il suo potere. Lo spirito e l'utilizzatore hanno un legame psichico e fisico che permette loro di:
    Comunicare pensieri e sensazioni superficiali. Maggiore è l'affinità con lo spirito, maggiori le possibilità di comunicazione.

    Utilizzatore e Spirito condividono il momento della morte, per cui il decesso dell'uno corrisponde a quello dell'altro.

    Qualsiasi bonus o malus di cui risente il mago viene trasferito anche allo spirito (compresi incantesimi come espressione/soppressione dell'aura).

    Lo spirito mantiene una sua individualità, e per quanto non possa direttamente mettere in pericolo l'utilizzatore, deciderà se concedere o meno i suoi poteri volta per volta.

    Sovraccarico
    Requisiti: 26
    Il mago libera l'aura elettrica del proprio elemento, aumentando la carica e il potenziale intorno al suo corpo e potenziando i propri incantesimi (+3 al tiro per colpire).


    S
    tatistiche base relative alla Peak Human Condition:


    Forza: +2
    Velocità: +2
    Costituzione: +2
    Agilità: +3
    Resistenza: +3

    Bonus Allenamento:
    Anni di addestramento fisico specifico = +3

    NightSlash Suit

    La tuta di Night è formata da un insieme di nanofibre di carbonio e kevlar bagnate in titanio, consentendogli di avere un'ottima adattabilità elastica, resistenza e un peso leggero. La tuta pesa in totale 23 kg, ed è settata in diverse parti che proteggono la totalità del corpo di Nightslash.
    Dona, fisicamente, bonus +7 alla costituzione.
    Memore della lotta con Ra'm, in cui la vecchia tuta ha subito diversi danni per acidificazione e danno da fuoco, il bagno di titanio ha garantito il non ripetersi di quest'evento, ricoprendo la tuta e donando.
    Resistenza +3 al danno da fuoco
    Resistenza +5 al danno da Acido

    Tutte le funzionalità della tuta, essendo tecnomagica, sono alimentate tanto dalla magia quanto dal potere elettrico di Night, provando quindi il ragazzo in fatica e portandolo ad essere più debole quando la tuta deve attivare ogni funzionamento.
    Ovviamente, per controbilanciare il peso, la tuta è stata fornita di un sistema di pistoni e valvole ad aria compressa che scattano al comando muscolare, ricaricate poi dall'azione di piccoli rotori ad assorbimento posti sui fianchi, nella zona posteriore.
    Dona +3 alla forza dei colpi per un turno, maha bisogno di ricaricarsi nel turno successivo, assorbendo l'aria circostante e comprimendola. Malus di -2 ai tiri incantesimo in quel turno.
    Poiché l'energia elettrica è quella che più utilizza Night e dato il legame con Aijirn, che porta l'elettricità all'esterno attraverso la sua aura, la struttura reticolata di fibra di carbonio ha reso la tuta elettroisolante, tuttavia degli elettrodi d'acciaio posti sulle nocche convogliano l'energia elettrica acquisendone la carica. La tuta consente quindi di esternare energia elettrica attraverso l'aura ma non di riceverla dall'esterno.
    Il sistema elettrico della tuta è creato da una serie di generatori ed elettroregolatori posti massivamente sulla schiena e collegati a tutta la sua struttura. Questi consentono dei bonus alla precisione e regolazione del potere elettrico di Night, che non è ancora del tutto in grado di controllare, permettono al ragazzo di avere:
    Bonus +5 alla precisione degli incantesimi elettrici
    Bonus +2 alla potenza degli incantesimi elettrici

    Malus -3 all'affaticamento dovuto al continuo utilizzo degli stessi.
    Se il sistema di elettroregolatori sulla schiena, ovvero il grosso della tuta, viene danneggiato gravemente allora si perdono tutti i bonus e malus dovuti all'utilizzo dell'elettricità.

    La tuta è inoltre fornita di:
    - Un casco integrale resistente in fibra di Kevlar che elude lo sguardo attraverso due membrare retroilluminate esternamente a led. Questo consente di escludere la possibilità di un contatto psichico, in quanto il mago non è in grado di stabilire un contatto visivo, ma dona anche malus di -2 ai tiri sui riflessi per la ridotta periferica visuale.
    - Visore Notturno, visore termico
    - Un rampino magnetico alla cintura, in grado di agganciarsi ad un qualsiasi appiglio nel raggio di 25 metri e dotato di un cavo di fibre intrecciate di acciaio in grado di trainare fino a 200 chili con relativa facilità, del peso di 3 kg.
    - 3 fumogeni
    - 3 flashbang


    gxydCX7

    "Brothers, my brothers.
    Is this all that we are.
    Sisters, my sisters, we've been...
    ...crushed by the fist of god...."
    Role Code by -Chaos.



    Edited by -Chaos. - 7/3/2017, 14:35
     
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    Shay Delaney • Mani Rosse • Voce

    A Dublino aveva vissuto soltanto tra i babbani, la peggior specie di babbani ovviamente, rifiuti dell'umanità, gente che non si faceva scrupoli a uccidere una donna - ma che poi lo minacciava di morte perché aveva ucciso un bambino, per sbaglio poi, la coerenza gli mancava proprio, a quella gente - e ritrovarsi di getto buttato nella marmaglia che raschiava il fondo della società però, magica, era una piacevole sorpresa. A Shay di norma non piacevano le cose nuove, ma quelle cose nuove, sembravano interessanti.
    Quando la ragazza gli si avvicinò per farsi sentire, non si spostò e anzi, accompagnò quel movimento con uno suo uguale, aspirò l'aria attraverso i denti stretti e piegò il volto da un lato « Siamo contendenti allora » commentò allungando un sorrisetto « Mi piacciono le donne combattive » soggiunse voltandosi a guardare di nuovo la scena. Era arrivato il buttafuori, lo conosceva per il primo giorno che era sceso in quel tugurio aveva tentato di buttarlo fuori a calci. Sospirò fingendosi dispiaciuto, in realtà un po' lo era, gli sarebbe piaciuto farsi quasi staccare il cazzo dalla Signorina Cannibale, però non scopava da tipo una settimana e la cosa iniziava a crearli un senso d'irritazione crescente che lo rendeva pericoloso « Va bene dai, mi accontento dei tuoi servigi » la punzecchiò osservandola con la coda dell'occhio.
    Shay aveva un rapporto strano con le donne, quando si innamorava, lo faceva perdutamente e nessun'altra esisteva più (e succedeva troppo spesso), ma quando era single diventava una specie di rapace disabile che proprio non riusciva a fare a meno che provarci con tutte, fallendo miseramente quando creava troppo disagio, anche se di solito alcune andavano a letto con lui perché lo trovavano carino - orribile da dire ad un uomo - altre perché gli faceva pena, e quello si percepiva, ancora più orribile. E infatti la frase seguente fu « Però se ce l'hai dentata oppure se hai i capezzoli spara laser devi dirmelo prima » la avvertì, serio, con le braccia alzate e larghe in segno di resa. Aveva proprio un modo del cazzo di scherzare.
    Si spostò di un po' verso Ariel accorciando le distanze quando si accorse che il buttafuori tentava di lanciare il tizio verso le scale, non ci teneva a morire travolto da un coglione qualsiasi, e fu guardando in quella direzione che si accorse che uno del posto stava guardando lui e anche la ragazza, più intensamente « Quel tizio ti sta guardando, cose a tre con gli uomini non ne faccio, eh » asserì brevemente, senza staccare gli occhi di dosso al tipo, con le sopracciglia corrugate e le labbra strette. Lo infastidiva essere guardato in quel modo.
     
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    Nightslash
    Bonus post: 37

    Evochi le tue belle catene (cd40: 37+7) e il tuo spirito di elettricità, grazie al quale (cd35) riesci ad elettrificarle.

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    L'uomo superata la soglia vede i suoi scagnozzi pestati a sangue strisciare davanti ai suoi piedi e un uomo in armatura. Quel vicolo buio non sembra essere l'elegante uscita di scena di un uomo fuori luogo, ma il preludio di un massacro a cui non ha intenzione di cedere. Wyatt s'impettisce alzando gli occhi sull'armatura che ha appena parlato. Lancia occhiate preoccupate alle catene elettrificate, ma non si lascia intimidire. «Ecco il nuovo paladino della giustizia, ho sentito parlare di te, crei un sacco di problemi, ma questa volta puoi anche girare l'angolo e portarti dietro tutta la tua inutile ferraglia, non ho costretto miss Angelique a seguirmi è venuta di sua spontanea volontà. Non sono uno degli uomini che pesti di solito in vicoli come questi». Wyatt rimane fermo, immobile, ma vorrebbe fare un passo avanti e fronteggiare quel tipo, sa che nessun incantesimo potrebbe essere più veloce delle sue catene, quindi non osa attaccare per primo se ha la possibilità di uscirne pulito come un bambino.
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
     
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    I love Puddin'
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    è una pena ma non ho neanche il tempo di vivereeee. Ho modificato per sottolineare le azioni perché Irene èsono pignola...

    ☯ dulcinea angelique verhoeven
    ■ student
    character sheet+libretto
    dress
    ■ single
    ■ 20 years
    Fu l'aria della notte a sollevare le ali incofessabili d'una consapevolezza che nemmeno sapeva d'avere. Si erano gettati fra le fauci di una verità più grande di loro e Dulcinea mai si era sentita sull'orlo di una caduta che difficilmente avrebbe dimenticato. I contorni dell'uomo fra i singhiozzi umidi di un buio inconsolabile erano, se possibile, ancora più aspri e scivolosi. Un rospo albino con occhi di biglia, come quelle che i bambini dimenticano nel grembo di una duna sabbiosa. Gli serbò uno sguardo docile, sperando che i riverberi lunari fossero in grado di ammansire il ruggito impervio nelle iridi. Lui non le faceva paura, ma i dubbi sulle sue capacità non potevano essere sottovalutati con un'ingenuità tanto svogliata. Ripose lentamente le mani nelle tasche del giubbotto e nella sinistra evocò un pugnale ombra. Nightslash era lì, ne era certa, la sua figura in silente combutta con le ombre, pronto a sfigurare quel volto di New York che ogni giorno intesseva il suo massacro. E lei non sarebbe rimasta a guardare servendosi di un'inerzia ipocrita come tutela.
    Guy Fawkes. Non si aspettava gli rivelasse il suo nome, in fin dei conti perchè avrebbe dovuto? Eppure quel nomignolo aveva dischiuso una feritoia inconsapevole sulla sua natura. Un cospiratore inglese noto anche a lei, che di politica non si era mai interessata, né del passato, né di quella attuale. Avrebbe voluto far presente a monsieur che la fine di quel personaggio, malgrado l'avesse avvolto in un barlume di celebrità, non fosse esattamente delle migliori quando un tonfo sordo le fece voltare la testa. A terra due corpi sfigurati e Nightslash che incoronava un teatro di silenzi spezzati dalla violenza o l'odore marcio delle fogne stagnanti nel tombino adiacente. Dulcinea fece un passo indietro ma niente trattene l'alba di un sorriso sinceramente riconoscente. Le dita si affrettarono sulla lama del pugnale finche non riconobbe un dolore febbricitante scorrere sui polpastrelli e la consistenza calda del sangue rannicchiarsi sul palmo. Veloce scattò verso la porta bloccando la strada in modo che l'uomo non potresse rientrare all'interno del Felix.
    << Temo di doverti contraddire...>>
    La voce tintinnò come un campanello d'argento nel vicolo tumefatto dalla ferocia in trionfo sui muri scrostati e odori indicibili. Interruppe la reverenza del lei con lo sguardo fermo e concentrato, nessuna voluttuosa capriola d'occhioni blu o un languido frullare di ciglia. Era stanca di alimentare nel vecchio l'idea che sarebbero bastate due o tre frasi abilmente pizzicate come corde d'un violino per approfittarsi di lei. Le buone maniere avevano fruttato troppe poche informazioni per i suoi gusti e non poteva permettersi di sprecare altro tempo. Più in basso, nello scantinato Shaw e Tristan erano in compagnia di chissà quali fiere e poco più indietro Ayumu era in altrettanta difficoltà. Prima sarebbe riuscita a liberarsi dell'uomo, prima avrebbe potuto rendersi veramente utile ai suoi compagni. A partire da Nightslash
    Lasciò ricadere le braccia vicino ai fianchi tentando di illuminare l'immagine vivida di un paio di sai al fine di evocarli, leggeri maneggevoli anche per lei che non vantava una forza titanica, con la lama centrale profilo tagliente e snello e l'impugnatura salda per accogliere le sue mani pronte a scattarle al più piccolo sibilo dei suoi nervi.
    << Cosa sta succendendo a New York? E vedi di parlare chiaro perchè non me ne frega un cazzo delle tue metafore da quattro soldi. Prima hai parlato di un gioco di forze e di qualcuno che minaccia il potere dei maghi... a chi ti riferisci?>>
    Squartò il muro di quiete davanta a sé rivolgendosi all'uomo con la voce ardente, seppur carezzata dalle molli pieghe della brezza nottura che sedeva in quel vicolo con l'innocenza d'uno spettatore. Lui era in possesso d'informazioni indispensabili e non importava se avrebbe dovuto vessarlo con le parole o con le lame. Aveva dimostrato di non essere nella lista dei «buoni» di babbo natale e Dulcinea era certa che se avesse dovuto sfaldare il suo viscidume, nemmeno il rimorso si sarebbe azzardato a proferir parola sulle sue azioni. In ogni caso, la ragazza rimase ferma al suo posto, pronta a smaterializzarsinel caso in cui Guy Fawkes avesse deciso di attaccarla.
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    Animale totem: grifone +2 psicocinesi e alchimia

    Edited by ~Labyrinth~ - 10/3/2017, 01:59
     
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    Ayumu Kurosaki
    Medium - A Γ T - Attrice - Scheda
    Voleva andarsene; e al più presto. La situazione non faceva che peggiorare sempre di più e lei, nel tentativo di non far sprofondare i suoi compagni, non si stava rendendo conto di quanto si stesse impantanando con le sue stesse mosse. Peccato che non fosse più in tempo per ritirarsi da quella pantomima senza canovaccio, che si stava rivelando in tutto e per tutto un suicidio. Con la sua pudicizia, poi, il ruolo della puttana la stava davvero mettendo in difficoltà; per fortuna il tasso alcolico nel sangue di Curtis era ben sopra la soglia normale, forse un piccolo vantaggio poteva averlo. Finalmente Shaw fu in grado di liberarsi di quella palla al piede di Ezra, giungendo al bancone per servir loro il whiskey richiesto. La nipponica gli riservò un'occhiata in tralice, giusto il tempo di scambiarsi uno sguardo prima di riportare l'attenzione sul mago nero; non poteva esporsi troppo. In attesa di prendere il proprio drink, Ayumu decise di accendersi finalmente quella seconda maledetta sigaretta, stemperando così lo stress accumulato. Volute di fumo cominciarono ad uscire dalle labbra dipinte di nero, ma ben presto vennero placate da uno scroscio caldo di dolce liquore. Ovviamente aspettò che anche l'uomo ingurgitasse il liquido ambrato, rendendolo più stordito di quanto non lo fosse già. Non distolse la sua attenzione da lui nemmeno quando, sentito il commento di Shaw, si limitò a fargli il dito medio con estrema naturalezza, invitandolo caldamente ad andarsene a fanculo. Naturalmente il suo pensiero era di tutt'altro genere: sapeva che sul retro vi era Nightslash a parar loro il culo, senza contare che - in un'occhiata veloce mentre beveva - era riuscita a scorgere Dulcinea intenta ad uscir proprio dalla sopracitata porta. Se fossero usciti sarebbero stati in maggioranza numerica, questo le era ben chiaro.
    Al viscido commento del suo interlocutore, l'attrice rispose con una risata ironica che le fece sbuffare una nuvoletta di fumo dalle vie respiratorie: lo sapeva bene quanto potessero essere perversi i maghi neri.
    "Oh, non sai quanto sei stato chiaro." ribatté con tono di chi la sapeva lunga, neanche fosse andata a letto con tutti i presenti del locale. Curtis, tuttavia, volle essere piuttosto chiaro nel mostrarle di cosa fosse veramente capace e - senza neanche darle il tempo di controbattere - le prese la mano libera e le incise il palmo con un pugnale estratto dalla giacca. Non ebbe nemmeno il tempo di spalancare gli occhi per lo stupore di quel gesto, che il bruciore provocato dalla ferita si espanse in tutto il corpo costringendola a chiudere gli occhi con forza e a mordersi il labbro per evitare di insultarlo pesantemente. Oltre al dolore, infatti, nella mente di Ayumu comparve ben altro viso e una mutilazione della medesima mano che lui stava trattando come carne da macello. Le palpebre vennero aperte dopo un paio di secondi, giusto in tempo per vedere i proiettili di sangue venir succhiati dalle sue labbra. Un brivido di puro terrore le corse lungo tutta la colonna vertebrale, ma lo represse tutti i modi di reprimerlo prima che lui se ne potesse accorgere. L'attimo dopo comparve sul suo viso un'espressione divertita per la battuta fatta, come se quello che avesse appena fatto non la sorprendesse più di tanto. Gli lasciò la mano appoggiata sulla sua, mentre con l'altra si premuniva di spegnere velocemente la sigaretta.
    "Con queste premesse non lo metto in dubbio." iniziò a dire, prima di fargli scivolare via l'esile mano e portarla alle labbra.
    "Ma ancora non comprendo il perché voi maghi neri abbiate il feticcio delle mani... anche un altro mio cliente si divertiva a fare una cosa simile." continuò, mentre la lingua nel frattempo andava a leccare via con gesti lenti il sangue che non smetteva di uscire dalla lieve ferita.
    "Onestamente non ricordo il nome: capelli pel di carota, sguardo da psicopatico e una malsana predisposizione per la manipolazione mentale, non so se lo conosci. So che è del giro e ha un'assurda passione per cerbero... chissà che fine ha fatto..." proseguì con tono mellifluo, continuando nella sua opera di medicazione poco ortodossa: doveva al più presto curarsi o altrimenti sarebbe stata nella merda con quello schifoso sangue nero.
    "...sono proprio curiosa chi dei due è meglio a letto..." gettò l'esca, cercando di puntare sul suo orgoglio per farlo sbottonare su qualche informazione riguardante HellHound. Una volta, poi, che un barista fosse ritornato dietro il bancone, lei non avrebbe tardato a richiedere altri due bicchieri, uno ciascuno, nella speranza che i fumi dell'alcool lo facessero stramazzare al suolo.
    "Posso curarmi o scatenerei ancora una terza guerra mondiale? Sai, nel mio lavoro non aiuta avere cicatrici." avrebbe, infine, detto, quando ormai le sue labbra sarebbero state chiazzate del medesimo rosso del suo sangue, dettaglio che si sarebbe andato ben a posare con il luccichio di eccitazione che aveva negli occhi.
     
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    Ariel Chandler
    « Selket »
    student ▪ black magician ▪ 22 Y.O. ▪ british ▪ sheet©

    Quando Ariel aveva deciso di assistere al combattimento che si sarebbe tenuto al Felix, aveva immediatamente tenuto conto del fatto che sarebbe stato difficile resistere al richiamo dell'alcool e delle droghe che giravano in quel luogo. Neanche per un istante aveva però calcolato la possibilità di incontrare qualcuno di interessante, o almeno di più interessante di ciò che avrebbe potuto vedere. Era da tempo che si negava il piacere di un po' di sana compagnia e la situazione, in ogni caso, stava rapidamente diventando insostenibile. Erano rimasti in pochi in quel luogo buio e presto la sua presenza si sarebbe fatta notare, in un modo o nell'altro. L'uomo che si era rivolto a lei era decisamente più consono al posto in cui si trovavano, avrebbe potuto mascherare in modo ottimale la sua permanenza e, per di più, riusciva a risultarle simpatico nonostante un sottile velo di squallore.
    Da quando aveva lasciato Londra, i suoi amici e la sua vecchia vita, i rapporti interpersonali di Ariel si erano limitati ai pochi eletti che decideva di scoparsi e agli altri, poveri illusi, che zittiva con acidità dopo qualche minuto di insulse chiacchiere. Nessuno spazio per amicizie di alcun genere o per l'affetto, quello probabilmente era rimasto a Londra assieme alle poche persone di cui ancora le importava qualcosa.
    «Davvero qualcuna te la da grazie a questi... fantastici tentativi di abbordaggio?» Si era espresso come se lei fosse la sua seconda scelta, il piano B di una serata apparentemente andata male, sebbene chiaramente non lo fosse. Ariel non era la seconda opzione di nessuno e, ne era certa, quell'uomo non sarebbe stata l'eccezione. Sorrideva, tuttavia, divertita da quell'interazione e dal fatto che probabilmente le sarebbe piaciuto cedere a quel fascino insolito alle sue abitudini.
    «Oh, no, non sono armata. Anche se pensavo apprezzassi!» Socchiuse un occhio, in un'espressione tipicamente maliziosa ma divertita al contempo. Non era più estremamente attenta al casino che si stava pian piano formando, la sua attenzione era così facilmente deviabile che nemmeno si accorse di una voce e di un accento talmente familiari da non poter appartenere ad altri se non ad una delle poche persone a cui davvero era stata affezionata. Fu la persona stessa che era riuscita a catturare le sue attenzioni da qualche istante ad avvertirla di tale importante e apparentemente non adeguata presenza. Un uomo la stava fissando, niente di insolito, una possibilità che anche chi voleva provarci doveva tenere in considerazione, soprattutto in un luogo frequentato da gente del genere. Ma lo sguardo privo di sorpresa di Ariel si ritrovò ugualmente a vagare per la stanza, fino ad incrociare un viso familiare e cambiare immediatamente espressione.
    «Lui è un amico.» Come poteva Shaw Hynes essere lì, a New York e in un pub celato agli occhi dei no-mag? Certo, la sua partenza improvvisa da Londra aveva preso tutti alla sprovvista. Nessuno credeva che se ne fosse andato per cominciare una vita migliore in un luogo migliore, nessuno poteva realmente aspettarselo da uno di quel giro.
    Eppure stava con quel ragazzo ingenuo che aveva denunciato Gorgone davanti agli occhi di dozzine di poveracci, un mago che sembrava avere avuto un trascorso spiacevole con la donna, uno studente di Brakebills. Forse Shaw non era lì per lo stesso motivo della maga, forse non aveva dovuto vendere la sua anima e il suo sangue a qualche sconosciuto Dio oscuro pur di conoscere il potere che garantiva l'accesso al Felix Felicis.
    «Scusami, sono nuova da queste parti, mi spiegheresti il motivo di tutto quel bordello?» La confusione era padrona di ogni sua smorfia, il suo sguardo vagava da Shaw al suo interlocutore che, se fosse stata fortunata, avrebbe potuto spiegarle cosa volessero gli uni dagli altri. Ad essere eccessivamente positivi, l'uomo le avrebbe anche potuto svelare il motivo per cui il suo amico si trovava in quella scomoda situazione.
    narrato ▪ « parlato » ▪ ascoltato
     
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    Dulcinea e Nightslash

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    There are only three kinds of people. Leaders. Followers. And Destroiers.
    La piega che hanno preso gli eventi non gli piace per niente, così come il ritrovato fervore della bionda. Tutto sommato quel faccino da angelo era solamente scena. Il fatto che nasconda un lato ribelle non fa altro che eccitare il suo desiderio di veder gridare quella boccuccia rossa. Ride di gusto di fronte le pretese della ragazza, prima di tirare fuori un sigaro dalla tasca interna della giacca. Cubano, ovviamente. Con un click elegante il tagliasigari fa saltare la punta delle foglie di tabacco. «Avrebbe potuto chiedermelo con gentilezza davanti ad un bicchiere di chamagne, ma a quanto pare lei ama le maniere forti. Non la biasimo, è una dote che apprezzo in una donna». Si accende il sigaro con uno schiocco di dita. Il suo cuore batte con una calma innaturale. Lo diverte il fatto che lo abbiano sottovalutato, un sorriso gli solleva appena un angolo delle labbra poco prima che prenda una profonda boccata di fumo. «Ma ecco, vedi, io non sono un uomo che si lascia minacciare tanto facilmente, meno che mai da una donna» sputa quell'ultima parola con disprezzo, deturpandone ogni significato poetico. Cammina a piccoli passi in quel vialetto lurido. Il fetore acidulo della spazzatura invade l'aria facendogli storcere il naso. Smuove con la punta della scarpa il fianco di uno dei due scagnozzi. Patetici. «Ma non si preoccupi, mi ricorderò di lei, Angelique. Un viso bello come il suo non si dimentica tanto facilmente». Lancia un'occhiata all'uomo in armatura prima che un guizzo rosso vivo si accenda al suo fianco ed invada in un attimo il vialetto con una nube ardente, nera come la pece. Tre esplosioni si scagliano contemporaneamente contro Nightslash, alle sue spalle, davanti a lui e al suo fianco destro. Wyatt, invece, si avvia verso la fine del vicolo, indisturbato dalle ceneri ardenti. Poco distante c'è il suo autista che lo aspetta seduto in macchina, una berlina nera del '69 parcheggiata al marciapiede opposto all'ingresso del bar.

    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato


    Skill :

    CITAZIONE
    Ceneri brucianti
    Requisiti: 26; ibridazione Aria-Fuoco
    Il mago è in grado di creare una nube di fumo incandescente. Può muoverla a suo piacimento in modo gratuito se l'elemento principale è Aria, o spendendo un'azione se Fuoco. In tal caso la temperatura raggiunta sarà più elevata (non al di sopra dei 500°C).

    Nube ardente
    Requisiti:28; ibridazione Aria-Fuoco
    Raggiunge una temperatura massima di 1200° C. Diminuendone la temperatura è possibile tenerla temporaneamente sospesa in un punto.

    Aria esplosiva
    Requisiti:30; ibridazione Aria-Fuoco
    Il mago è in grado di creare un'esplosione in qualsiasi punto di una Nube Ardente (o Ceneri Brucianti).


    Ayumu

    Curtis Adams
    Mercenario di Cornelius
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    11Xl4nC
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    Manda giù con piacere la lingua di fuoco che gli brucia l'esofago. Rutta senza preoccuparsi della gentile compagnia, facendo un brusco segno a quel brutto muso dietro il bancone. «Eric.... o come cazzo ti chiami, coso, un altro giro per me e la cinese». Torna con lo sguardo sulla ragazza, ascolta le chiacchiere da puttana come fossero il ronzio fastidioso di un insetto, ma una citazione imprevista gli fa rizzare i peli sulle braccia. Mago nero coi capelli rossi, la descrizioni non lascia spazio a molti dubbi sull'identità del mago. «Odio quel tizio» grugnisce buttando giù il secondo bicchiere. Scende dalla sedia e traballa appena per tenersi in piedi «Sei la donna dello stramboide? Non voglio averci niente a che fare. Vai a scoparti qualcun altro, cazzo. Non voglio averci niente a che fare hai capito? Se lo rivedi digli che io non ti ho toccato nemmeno con un dito, non ne voglio sapere niente». Si passa la mano sulla pelata, sembra visibilmente turbato, cerca di mantenere la sua solita aria da duro, ma è palese che sia terrorizzato. «Fai un po' il cazzo che ti pare, io me ne vado».
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
     
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    SchedacercaVoice

    "I've no name, no face, no live... And no one else will"


    I
    l puzzo di sporco messicano riempie le sue narici, liberato dal fiato pestilente di quello che non può essere considerato un esponente della razza umana, permanendo nella condizione di bestia da macello, stupida come una mucca e utile solo come cibaria.
    Ha poggiato una mano sulla sua spalla.
    No.
    Ha osato poggiare una mano sulla spalla di una creatura superiore, per forza, per diritto, per propria stessa esistenza. Per un secondo ha quasi temuto che avesse rivolto parole dure tanto a lui quanto alla sua musa, ha quasi avuto il sospetto che fosse in grado di parlare, eppure tale privilegio sembra inarrivabile per qualcuno come lui.
    Qualcuno come lui. Gli ricorda qualcuno in effetti. L'ombra di un'onta, una vergogna di cui ancora cerca scampo e purificazione. L'immensa vergogna per la sua razza che si materializzava nella figura di Bartholomew. Può quasi capire il ribrezzo provato da Randall alla sua vista, bestiale e animale a livelli che nemmeno Reverse poteva raggiungere, per quanto la furia fosse la più grande forza, la sua più grande virtù.
    Oh, ricorda Bart, ricorda gli ultimi istanti della sua vita e il modo in cui ha visto le sue cervella sparse sulla fredda superficie del sottobosco, durante la notte della luna assente che si sarebbe tinta di rosso scarlatto, se avesse assistito a quell'accozzaglia di corpi mutilati e divorati. Sposta gli occhi su Emma. Ricorda anche lei, quella notte, il suo corpo, il suo calore, il modo in cui hanno ucciso e diviso i pasti, piegati in avanti e sospinti dalla bramosa follia cannibale.
    Questo erano, le bestie nere.
    Così lo sporco sub-umano cerca di imporre il suo volere su di lui. Come, stolto pezzo di carne troppo vivace, pensi di soverchiare una bestia che già di per sé è pericolosa se posta sul tuo piano umano, e ora respira a fatica per contenere la furia del Berserk che il sangue odoroso accentua?
    Sorride, il come lo sa bene.
    Sa perfettamente quanti maghi neri lo circondano, e per quanto il suo orgoglio e la fierezza lo spingano al limite non è ancora disposto a sacrificare un'intelligenza che tanto lo differenzia da becere amebe quali erano i licantropi. Sa perfettamente di non poter vincere, se le mire dei maghi si puntassero tutte contemporaneamente su di loro. Sa che non può sconfiggerli tutti, ma non ha intenzione di andarsene senza tingere di vermiglio le pareti lignee, senza punire severamente l'offesa rivolta alla sua spalla con il semplice tocco di quella bestia. Volge gli occhi verso Emma, ancora una volta, rivolgendole uno sguardo di intesa, ormai rientrato di diritto nelle movenze dei due a seguito delle numerose strategie di caccia all'uomo.
    Poi, il messicano.
    «Ti darei un tempo per togliere la mano dalla mia spalla. Ma sai, farlo vorrebbe dire avere quantomeno rispetto...»
    Si volta
    «Eeeeee non è il tuo giorno fortunato»
    La mano destra scatta ad afferrare il polso, sicura della sua velocità, sfruttando il movimento a leva per portare in avanti il braccio di Miguel, oltre la spalla. Sembra che voglia sfruttare il judo per buttarlo giù, una presa semplice e lineare, ma diversa è la mira del ragazzo. Krav Maga. L'uomo viene sbilanciato in avanti, il suo stesso peso aiuta la presa ma la mano di Reverse scorre dal polso al palmo, opponendo un movimento contrario atto a spezzare di netto l'articolazione del polso, sfruttando tanto la sua forza quanto il peso stesso di miguel lanciato in avanti.
    Un crack, un singolo suono distintivo, porterebbero poi il Wendigo a scattare in avanti, utilizzando il primo pilastro portante per lanciarsi verso il soffitto dello scantinato, utilizzando il potere del ragno e aderendo a quattro zampe su di esso per poi muoversi alla massima velocità verso le scale per il piano superiore.


    S
    ostanzialmente utilizza solo il simbolo del ragno come skill


    S
    tatistiche base relative alla Peak Human Condition:


    Forza: +2
    Velocità: +2
    Costituzione: +2
    Agilità: +3
    Resistenza: +3

    Bonus Allenamento:
    Anni di addestramento fisico specifico = +3

    Forza e velocità migliorate: In condizioni normali, i wendigo, sono più forti e resistenti degli esseri umani normali, portando un bonus di +4 alla forza e +4 alla velocità. Hanno inoltre dei riflessi migliorati, portando un bonus di +4 ai tiri prontezza.
    Bloodlust: I wendigo sono sterminatori cannibali, hanno sempre e costantemente fame di carne umana. L'abilità sete di sangue gli conferisce un bonus di +2 a tutte le statistiche fisiche per ogni turno in cui non riescono a colpire, ma se l'astinenza si protrae per più di 3 turni, allora cominceranno a ricevere un danno alla vita.
    BloodSmell: I wendigo hanno la capacità di sentire l'odore del sangue indipendentemente dalla posizione o dal nascondiglio dell'essere umano vittima. Si traduce con un +4 alle prove di percezione e osservazione, riguardo gli esseri umani. Bloodsmell ha un secondo risvolto, se c'è del vero e proprio sangue sul terreno, il wendigo entrerà in frenesia, guadagnando +3 a tutte le stat fisiche, ma sottraendo -4 a tutte le abilità che richiedono concentrazione, come gli incantesimi psichici, evocativi, ecc.
    Tendenza innata agli incantesimi di influenza mentale: Il wendigo è naturalmente portato alla magia di influenza mentale e corruzione, avendo un bonus di +2 a tutti gli incantesimi relativi a questo ambito, tuttavia, a causa della loro natura istintiva, spesso sono anche dei pessimi occlumanti.
    Rigenerazione: Non avendo debolezze contro tipologie di armi specifiche, i Wendigo sono dotati di un potere di rigenerazione lieve e duraturo, che rimargina le loro ferite superficiali.
    Nutrizione: Quando si sono appena nutriti di carne umana, i wendigo guadagnano un bonus di +1 a tutte le skills per 3 turni e migliorano inoltre il loro potere rigenerativo, portandolo a guarire ferite anche gravi in un brevissimo arco di tempo.
    Resistenza al ghiaccio: I wendigo sono figli dell'inverno, come tale, sono quasi immuni al danno da gelo e riescono a resistere facilmente ai climi freddi.
    Capacità magiche: A differenza dei vampiri, i wendigo sono in grado (non trasformati) di utilizzare la magia. È più che possibile che esistano dei maghi wendigo, pur limitati al solo uso della magia nera, in quanto rifiutati dalla società.
    Trasformazione: Durante le notti di luna nuova i Wendigo assumono una forma bestiale. In questa forma guadagnano un bonus di +6 alla forza e +6 alla velocità, ponendosi nel mezzo tra vampiri e licantropi. Oltretutto, a causa della loro pelle dura, guadagnano +6 alla costituzione. Durante questo stadio sono presi dalla fame incontrollabile, ma non perdono l'intelligenza umana, mantenendo persino la capacità di parlare.
    Spirito del cacciatore (trasformato): I wendigo hanno un ottimo spirito da cacciatore, oltre che ottimi riflessi. Portano a +5 il bonus ai tiri salvezza sui riflessi e guadagnano +4 bonus sul seguire le tracce, soprattutto per quanto riguarda l'odore di esseri umani. Sono in grado, oltretutto, di distinguere un simile da un altro grazie all'odore, una volta trasformati, esattamente come i lycan.

    Debolezza alla magia bianca: I wendigo sono creature oscure, come tali sono i principali bersagli della magia di Pelor. La magia bianca, infatti, li colpisce in maniera devastante, agendo come un sicuro deterrente contro queste creature, un wendigo sa che l'unica possibilità che ha contro un Defensor è scappare lontano.
    Debolezza al fuoco: Antiche leggende dicono che il Wendigo sia un figlio dell'inverno e che persino il suo cuore sia fatto di ghiaccio. Queste leggende trovano un fondamento nella forte debolezza del wendigo a fuoco e calore, cui sono estremamente vulnerabili.
    Inabilità alla magia bianca: Il wendigo è, per definizione, forse la creatura più terribile e perversa sulla faccia della terra. Come tale non sono per nulla in grado di utilizzare la magia bianca, anzi, quando essa è rivolta a loro, per curarli, si dimostra totalmente inefficace. Sembra che l'unico modo che abbia un wendigo per curarsi rapidamente sia quello di nutrirsi.
    Debolezza alla luna piena: Essendo più forti durante le notti senza luna, gli influssi della stessa li indeboliscono, arrivando al picco durante le notti di luna piena in cui tutte le skills dei wendigo subiscono un malus di -2.
    Debolezza alla magia di Jhwh e agli oggetti benedetti: L'influsso di Jhwh è devastante per loro quanto lo è quello di Pelor, ma poiché sono molto più rari gli esseri che lo incarnano, la loro debolezza è per lo più rivolta verso gli oggetti di culto (croci, bibbie) o benedetti nel suo nome (acqua benedetta ecc). Oltretutto i wendigo hanno una debolezza, non così forte ma comunque rilevante, verso gli unti, ovvero coloro che sono benedetti col crisma sulla fronte e sul cuore, che porta loro un -2 a tutte le skills.


    gxydCX7

    "SHUT THE FUCK
    AND GET UP!"
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    Cerchi di afferrare il polso di Miguel (cd45: 4+2+37+19) e ci riesci senza troppi problemi grazie alla tua velocità da wendigo pompato. Lo strattoni con forza (cd60: 4+2+37+3) ma lo sposti decisamente di poco. Con un movimento secco della mano cerchi di spezzargli il polso (cd55: 4+2+3+37+13) e ci riesci senza troppi problemi, probabilmente grazie al tuo allenamento con Ra'am che ti ha conferito le conoscenze adatte ad imprimere certi colpi. Compi un balzo verso il soffitto (cd40: 3+37+4) e grazie alla tua agilità e al fatto che il soffitto è basso ci riesci senza problemi. Inizi a correre in direzione dell'uscita, ma qualcosa va storto....

    Miguel caccia un grido potente che in breve si trasforma nel ruggito rauco di un orso. il suo corpo, se possibile, si è ingrossato visibilmente, per poi ricoprirsi di peli. Il suo volto si è deformato e allungato per assumere i lineamenti di un orso grizzly. Nonostante l'articolazione del polso sia palesemente compromessa si lancia a quattro zampe e dopo una rapida rincorsa balza verso il soffitto per afferrare nella morsa letale della sua mascella la tua caviglia.

    Intanto...

    Molti dei presenti iniziano a gridare, corrono verso il piano superiore nella speranza di mettersi in salvo.
     
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    Ayumu Kurosaki
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    Non ebbe nemmeno il tempo di terminare il suo sproloquio, che Curtis prese ad animarsi come se un serpente lo avesse appena morso. Alla combinazione di parole mago nero e capelli rossi, infatti, il mercenario si staccò da lei scottato, cominciando a sbrodolare una serie di parole e improperi inaspettati per la nipponica. Vederlo così refrattario a portarsela a letto, però, la fece ridere sorniona: aveva fatto bingo. Stette in silenzio per tutto il suo monologo, limitandosi a squadrarlo dalla testa ai piedi con fare sorpreso - abilmente recitato - e la mano ferita il più nascosta possibile sotto la sua coscia. Doveva sbrigarsi a tirargli fuori dalla bocca quelle maledette informazioni; non poteva uscirsene con niente dopo aver quasi rischiato di essere usata sessualmente!
    "Come mai questo cambio repentino? Cosa mai potrebbe farti se sapesse che hai provato a portarmi a letto?" chiese mellifluamente, squadrando dalla testa ai piedi la figura barcollante dell'uomo di colore. Era ubriaco fradicio, probabilmente sarebbe bastato poco a buttarlo giù, ma a lei serviva che quella maledetta bocca parlasse - che le facesse capire con chi accidenti aveva combattuto quella dannata notte.
    "So che è un tipo abbastanza suscettibile e possessivo, ma non siete della stessa cerchia oscura?" pronunciò poco dopo, mentre le orecchie cominciavano a percepire un forte trambusto provenire dal piano di sotto: che accidenti stava succedendo?! Il suo pensiero corse immediatamente a Shaw e Tristan e alla loro incolumità, sebbene sapesse quanto effettivamente fossero in grado di occuparsi da soli dei pericoli. Con gesti il più nascosti possibili, fece scivolare il cellulare nella tasca dei pantaloni e una mano cominciò a prendere il proprio giacchino, nel caso avesse dovuto allontanarsi in fretta e furia da quel posto. Sperava, tuttavia, che prima di ciò Curtis le desse qualche indizio su cui lavorare, qualcosa che permettesse al suo gruppo di andare avanti con le indagini.
     
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    Ayumu

    Curtis Adams
    Mercenario di Cornelius
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    11Xl4nC
    Less feeling more drinking
    «Un po' suscettibile? Mi prendi in giro? Quel tizio ha fuso anche il tuo di cervello?». Curtis non ne vuole assolutamente sapere, eppure quella parola gli sembra un eufemismo. Suscettibile non basta per definire quel livello di psicopatia. «E' un pazzo. Non è suscettibile. Sai chi mi ha fatto questo?» grida spostando il colletto della giacca mostrando un taglio lungo la base del collo. «IO. Me lo sono fatto da solo e credimi non sono come quei finocchi che vogliono suicidarsi perchè i bulli della scuola li prendono in giro. Io ci tengo alla mia vita e non voglio averci niente a che fare con quel pezzo di» merda. «E che Tharizdun mi risucchi nell'oblio se quel pazzo dovesse avere mai la sventura di trovare un circolo di maniaci che intende seguirlo, già ha quella bionda sempre dietro il culo e poi quell'altra. Oh ma credimi: con le buone, o le cattive quello creerà problemi ad un mucchio di gente. E io intendo rimanerne fuori, hai capito?»
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato


    Ragazzuoli chiudiamo domenica 2
     
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    Ayumu Kurosaki
    Medium - A Γ T - Attrice - Scheda
    Bingo. Era riuscita a toccare il tasto giusto!
    A quanto pareva quel tipo non creava problemi solamente a loro, ma anche agli stessi maghi neri - che in linea teorica avrebbero dovuto essere suoi complici. Vibrò d'incertezza quando Curtis prese a risponderle con veemenza e ira, più verso Chaos che nei suoi confronti. Si vedeva palesemente quanto poco mal tollerasse quello psicotico - unica cosa che e lei quel tipo avrebbero mai potuto condividere - e questo, forse, avrebbe potuto andare a suo vantaggio, sempre se avesse giocato con abile maestria le sue carte. Per quanto fosse avvezza ai metodi psicotici di Gregory, non ebbe molta difficoltà ad inscenare un'espressione leggermente stupita quando lui gli mostrò la profonda cicatrice alla base del collo. Non servì neanche che lui spiegasse come se la fosse preoccupata, la sua mente aveva già immaginato chi potesse essere la cagione di ciò, visto anche con quanto odio avesse dissociato la sua persona dalla figura di Chaos. Le sue orecchie si drizzarono immediatamente quando sentì parlare delle sue collaboratrice: una bionda e una seconda ragazza. La prima di sicuro era Zooey, mentre l'altra non fece altro che attirare immediatamente la sua attenzione: che cosa voleva fare quel pazzo psicolabile?! Per fortuna, da quanto aveva capito, non bazzicava molto con il piccolo circolo di maghi neri che erano entrati al Brakebills e sperava seriamente che ciò non avvenisse, era già pericoloso di suo.
    "Oh non ho dubbi che quel tipo creerà grossi problemi in giro, già solo con me non sì dimostrato molto apposto." prese a dirgli, mentre alzava il braccio sinistro per meglio farlo vedere al suo interlocutore.
    "Vedi qui..." gli disse, indicando una piccolissima linea in rilievo che percorreva da parte a parte il polso." ecco, una sera ha deciso di divertirsi e mi ha costretto a tagliarmi quasi di netto la mano... quindi capisco bene cosa tu intenda." gli confidò, sperando che questo lo mettesse più a suo agio e permettesse a lei di estrapolare maggiori informazioni.
    "Comunque non sapevo che mi avesse sostituita così facilmente... che tipo è l'altra ragazza, non la bionda?" chiese, poi, con fare innocente.
    "Non vorrei che fosse una del mio giro, vorrei risparmiarle ciò che ho patito io con lui. Anche perché non ho mai ben capito in che luogo stesse, ogni volta mi portava in angoli sconosciuti di New York, e come te penso proprio di volerlo evitare il più possibile - anche per quanto riguarda altri circoli neri. Ho bisogno di lavorare, non di tagliarmi da sola mentre lui gode." terminò il discorso, buttandogli l'esca per scoprire dove accidenti stesse di solito quel figlio di puttana.
     
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    Il silenzio, in quel momento, fu tutto ciò che riuscì ad udire; un connubio di adrenalina, attesa, ma anche paura che a momenti poteva essere tagliato con un coltello. Tristan poteva talvolta essere considerato impulsivo, impaziente, forse anche avventato; ma non era stupido, affatto. Per questo aveva deciso di divenire il padrone di quella serata, arrogandosi il diritto di gridare ai quattro venti ciò che, pochi istanti più tardi, gli confermò essere il vero. Quella che per poco non l'aveva uccisa, quella creatura che si era nutrita del corpo di un estraneo, altri non era che una ragazza. Una ragazza forse dotata anche d'un aspetto fin troppo piacente, ma che contrastava con la sua natura selvaggia. Iridi chiare lo fissarono, per la prima volta senza una maschera a far loro da scudo, per un lasso di tempo indefinito. Non provò neppure a difendersi, non tentò neppure di scrollarsi di dosso quei crimini efferati di cui il ragazzo l'aveva indirettamente accusata; al contrario, si mostrò fin da subito tremendamente sfacciata, impavida, come solo Gorgone poteva essere. Era lei, ormai il germe del dubbio era stato completamente dissipato, e sebbene si fosse aspettato l'esatto contrario, la mente di Tristan cominciò ad ingranare sempre di più, divenendo un continuum di pensieri inestricabile.
    Da una parte la voglia di ucciderla; dall'altra quella di prendersi le informazioni che tanto cercava e finirla lì.
    Da una parte la giustizia; dall'altra la vendetta.
    Che camminasse sul cornicione di un burrone ormai era un dato di fatto, si teneva in piedi e tentava di mantenere un equilibrio più o meno sano, ma sarebbe stata una scintilla, un'insulsa spintarella, ed ecco che la neutralità sarebbe andata a farsi benedire e lo avrebbe trascinato in un baratro che adesso poteva ammirare soltanto con la coda dell'occhio.
    Da una parte luce; dall'altra buio.
    La verità era che neppure lui si capiva: era propenso a scavare nei meandri della propria anima almeno quanto lo era a distruggersi con le sue stesse mani, un masochismo che gli era sempre appartenuto, ma che soltanto in quell'ultimo periodo era riuscito a liberarsi dalle catene che lo tenevano imprigionato.
    «È un piacere rivederti. Vuoi riprendere da dove avevamo interrotto?»
    In realtà, lui non aveva mai interrotto quello scontro. Lo aveva sempre portato avanti, nella sua testa, quelle volte sempre più frequenti in cui non riusciva a chiudere gli occhi, durante i corsi che era solito frequentare e da cui aveva cercato di attingere quanti più insegnamenti possibile, sebbene in quel momento avesse deciso di mandarli tutti a fanculo. Forse avrebbe dovuto davvero starsene in un angolino, osservare lo scontro da lontano, e soltanto dopo raggiungere la ragazza in un qualche modo e fare quello che doveva. Forse, già. Ma se la carne era debole, allora la capacità di Tristan di mantenere il controllo di fronte una minaccia del genere lo era ancora di più.
    «Hai detto bene: è proprio un piacere.» Il mento si sollevò, in un muto atto di tracotanza al quale sarebbero dovute seguire altre parole, quando un rumore di passi attirò la sua attenzione, togliendogli la possibilità di proseguire il proprio discorso. Un tipo a lui del tutto sconosciuto decise di farsi avanti, ma poco bastò perché la spietata Gorgone potesse rispondere al colpo e farlo fuori. Povero illuso. E pensare che si era sprecato a specificare chi diavolo avesse davanti.
    Giunse il momento in cui perfino Miguel decise di farsi avanti e prendere le redini della situazione, ma la situazione non parve migliorare: a quanto sembrava, il compagno di merenda di Gorgone voleva iniziare a far strage proprio a partire da lui. Gli mostrò le proprie fauci, segno più che evidente del fatto che intendesse andarci giù pesante, oltre che manifestazione diretta della sua vera natura.
    "Però... bei denti!" fu un eco che si dissolse nei suoi stessi pensieri, quello, ma che si sarebbe trasformato in parole perfettamente udibili se quel gigante buono di Miguel non si fosse messo tra loro, con l'intento più che evidente di difenderlo. Prima o poi, Tristan e Shaw avrebbero sicuramente dovuto trovargli una degna mujer, questo era poco ma sicuro.
    Quello che accadde dopo, fu soltanto un continuo susseguirsi di azioni che indussero i presenti a scappare come dei dannati al piano superiore, al fine di non essere presi di mira né dalla bestia che si annidava nell'animo di Miguel e che Tristan sapeva per certo uscisse soltanto in momenti rari ed eccezionali, né tantomeno dai due wendigo. Colui che si era presentato all'incontro sotto il nome di Carnage aveva provato a raggiungere le scale che lo avrebbero condotto al piano superiore, ma non gli era andata affatto bene. Gli sembrava un tipo alquanto... impulsivo. Irrefrenabile, forse. In un certo senso l'opposto di Gorgone, che palesava un controllo ed una lucidità maggiori. Avrebbe tanto voluto portare a termine la propria vendetta, in quel momento, ma sapeva che se lo avesse fatto, perlomeno in circostanze del genere, la situazione per lui non si sarebbe messa affatto bene. Lo avevano visto tutti quanti, sapevano come fosse il suo volto, e sarebbe stato alquanto facile farlo finire tra le grinfie del M.A.C.U.S.A. soltanto per aver ucciso una ricercata. No, decisamente non sarebbe stata una mossa astuta; perlomeno non così.
    Lo sguardo si spostò da Carnage, ferito, a Gorgone. «Non so se definirti coraggiosa o semplicemente avventata, e sai perché?» Una domanda retorica, subito dopo la quale Tristan si inumidì le labbra. Avrebbe potuto difendersi, replicare alle sue accuse dicendo che non fosse lei la fatidica Gorgone; d'altra parte, nonostante gli indizi schiaccianti che il ragazzo possedeva, fatta eccezione per quella porzione di viso che era riuscito a portare alla luce grazie all'Alchimia, lui non l'aveva vista mai in faccia. Eppure non lo aveva fatto. Si era esposto, aveva confermato la sua teoria, permettendogli di associare finalmente un vero e proprio volto a quell'appellativo. «Perché adesso, grazie alla tua innegabile gentilezza, ho la certezza che tu sia la fantomatica Gorgone. Quindi davvero: grazie mille.» Il tono fu ironico come al solito, mentre le braccia si abbandonavano lungo i fianchi. «Ti sei fottuta da sola.» Il classico sorriso sghembo si materializzò sulle sue labbra. Gorgone adesso avrebbe anche potuto attaccarlo o provare ad ucciderlo, ma di fatto adesso c'era un'unica, incontrastabile verità: era stata scoperta. Ed in più, se lui ed il suo amichetto avessero fatto qualche passo falso, avrebbero avuto ben tre persone ad ostacolarli. Senza contare Ayumu e Dulcinea, che si sperava se la stessero cavando meglio.
    mæve'


    (Perdonate il ritardo-ritardissimo. Ed anche il post un po' così, ecco.)
     
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    Ayumu

    Curtis Adams
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    Curtis osserva con orrore il taglio che hai lungo il polso, non gli importa gran che di cosa abbia fatto a quella puttanella da quattro soldi, ma il solo pensiero che possa costringerlo a fare una cosa simile lo inorridisce. Ha sentito di persone che dopo essersi rifatti crescere un arto da un alchimista hanno perso al testa e sono finiti per tagliarselo da soli. Racconti inquietanti che non vorrebbe sperimentare sulla propria carne. Non solleva lo sguardo per osservare il viso della ragazza, piuttosto fa un passo indietro, come se avesse fretta di andarsene. - Non ho idea di chi fosse, di corporatura ti somigliava, piccolina, pelle olivastra, capelli castani lunghi. Si faceva chiamare in un modo strano, credo fosse spagnolo, o greco, chi cazzo lo sa - . Curtis si passa una mano sulla pelata prima di scuotere la testa. - Una cosa è sicura, per andare in giro con un tipo del genere non ci deve stare bene con la testa quella ragazza. Sembrava divertirsi. Farai meglio a stare lontana da entrambi, ma sopratutto meglio che non ti fai venire in testa l'idea di volerlo incontrare, quel tizio è come se ti leggesse nei pensieri. Basta una volta, una sola volta, e ti assicuro che ad un certo punto te lo ritrovi davanti - . Detto ciò Curtis si allontana definitivamente verso l'ingresso del bar. Fa per tirare fuori un pacchetto di sigarette, poi si allontana dal locale.
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
     
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