[Magia Bianca] Lezione Magia Bianca II - seconda lezione primo anno

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    Okay abbiamo capito che Noah fallirà questa lezione xD è veramente poco portato per la Magia Bianca ahahah però io adoro le tue lezioni.

    Noah Joseph Brody
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    Noah aveva sentito la premessa di Callaway, sapeva cosa doveva fare per riuscire in quella lezione, ma la pietà, sopratutto verso sé stesso, non era e non sarebbe mai stata nei suoi programmi. Deciso a prendere un pessimo voto, avrebbe approfittando di quella splendida occasione per sfogarsi come non aveva mai fatto in vita sua: contro sé stesso « Fatti sotto allora, vediamo se siamo d'accordo su qualcos'altro » sfidò il suo clone con lo stesso tono irriverente carico d'odio, nonostante la sua voce avesse un tono più cristallino di quella quasi mostruosa dell'AntiNoah.
    Nell'esatto momento in cui scattò verso di lui, Noah mosse la mano verso destra repentino per tentare di schivare il suo clone e, se non fosse riuscito a fermarlo, avrebbe tentato di rallentarlo estendendo la mano bruscamente verso di lui. Richiamando il suo spirito in quell'attimo di stallo, per poi continuare il contrattacco immediatamente dopo, tentando di fulminarlo con una folgore diretta sotto i suoi stessi piedi.
    Sia che ci fosse riuscito che anche in caso contrario, l'inglese gli sarebbe saltato addosso con l'intento di sbilanciarlo facendo pesare su di lui tutto il suo corpo così da farlo cadere all'indietro, cercando inoltre di bloccarlo a terra con tutta la forza che aveva a disposizione « Non fai altro che far soffrire le persone che ti vogliono bene » gli ruggì in faccia, stava parlando a sé stretto usando la scusa di ciò che quella lezione gli stava offrendo « Ti sei divertito mentre provavi a violentare Kaylee, eh? » urlava, ma lentamente il tono stava mutando in qualcosa di diverso dalla pura rabbia « Perché cazzo l'hai fatto? Perché?! » stava assumendo delle tonalità non solo disgustate ma anche, man mano sempre di più, disperatamente sofferenti « Perché quello era quasi uno stupro, cazzo, te ne rendi conto? » lo chiese, ancora, urlando mentre il suo viso diventava rosso e gli occhi gli si bagnavano. Se lo chiedeva perché ancora non era riuscito a capire cosa cazzo gli era passato per la testa quella notte, convinto che non fosse tanto colpa dell'alcool e della coca, più di quanto non fosse sua.
    Da quando era successo il fatto lui e Kaylee non si erano più visti, Noah aveva fatto di tutto per evitarla in un attimo di estremo egoismo e codardia, ma dopotutto se non riusciva ad affrontare sé stesso come avrebbe fatto ad affrontare lei? Fino a quel momento per lo meno. Cosa si aspettava che succedesse? Forse si aspettava che quel suo clone gli desse delle risposte, che sapesse leggere nella sua testa e nel suo cuore meglio di quanto ci riuscisse lui stesso, sperava di riuscire a comprendere il perché di quel gesto, così da poter finalmente chiedere perdono e poi sparire dalla vita di una ragazza che ne aveva passate troppe, per doversi sorbire anche lui. Tutto ciò senza neanche pensare, neanche per una volta, che Callaway stesse ascoltando.
     
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    Tristan
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    Cerchi di liquefare le radici in movimento (cd45[è alta perchè si tratta di più bersagli contemporaneamente e appunto sono in movimento rapido]: 36+15), dopo di che con due schivate rapide (cd40: 36+2+6\ 36+2+2) riesci a salvarti per un pelo dai due ganci. Utilizzi il palmo di luce (cd37) che ti riesce senza alcun problema. Il tuo riflesso rimane accecato, si porta le mani agli occhi che iniziano a lacrimare, per quanto si sforzi di vedere macchie scure gli impediscono di riconoscere le forme degli oggetti. Ringhia una serie di insulti conditi da imprecazioni e commenti acidi sul fatto che sei un codardo perchè non combatti. Quando però gli rispondi (in un modo molto figo) AntiTristan si ferma, stanco dagli inutili tentativi di recuperare a vista. Si preme le mani sugli occhi che si gonfiano e arrossano. Guardami. Cosa credi che abbia ora? Dulcinea? No. Mio padre? No. Amici? fa per guardarsi intorno, ma è palese sia un gesto ironico Non mi pare. O almeno io non ne vedo, ma hey, c'è una cosa che mi rimane ed è la rabbia, un regalino tutto tuo. Mi hai condannato ad una vita di occasioni sprecate, di opportunità mancate. E tutto per cosa? per questa tua rabbia del cazzo, si del cazzo. Perchè porca troia chi se ne fotte che nostro padre era uno stronzo, chi cazzo se ne fotte di quella puttana che ci ha abbandonato. Se n'è andata? Buon per lei! Quello che è rimasto da solo sono io. Quello che deve subire ogni giorno questa rabbia e questa solitudine sono io. Quindi non venirmi a dire che non posso ucciderti, perchè se tu non sei abbastanza coraggioso da farlo da solo, me ne occuperò io al tuo posto, perchè vivere così è una dannata tortura, ed è tutta colpa tua e della tua testa di cazzo. AntiTristan cerca di liquefare il terreno sotto i tuoi piedi e poi immediatamente irrigidirlo per imprigionarti in una morsa d'acciaio. Poi si lancia ancora una volta contro di te, deciso ad ucciderti a suon di pugni. Ti attacca di nuovo con un diretto sinistro, fa una finta a destra per far scattare il gancio sinistro allo stomaco.

    (non vorrei dire ma sembra incazzato)

    skill sbloccate:

    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé


    Lara
    Bonus post: 34

    Spicchi un balzo che grazie ad acrobata dell'aria (cd35) ti permette di evitare l'attacco (cd37) utilizzi levitazione (cd37: 34+19) per mantenerti a mezz'aria ad un'altezza di circa due metri. La diagnosi dell'aura ti permette di vedere la tua aura, è intensa e brillante, è turbata da una rabbia che di certo tu riesci a controllare meglio del tuo riflesso. Cerca di saltare per afferrarti, ma dopo un paio di balzi andati a vuoto si decide a parlare. Guardami! Tu forse non sarai un mostro, ma io lo sono. Io sono un mostro. Non riesco a pensare ad altro che a spezzarti il collo e divorarti la carne dalle ossa. Sono un dannatissimo mostro. Voglio tornare ad essere la ragazza di prima, quella che non deve temere la luce della luna, quella che non conosce questo dolore. Vorrei poter essere di nuovo me stessa, ma non posso. A me la possibilità di essere normale è stata negata per sempre, senza che abbia potuto fare nulla per difendermi. Noah ha distrutto la mia vita, la nostra vita

    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé


    Fee
    Bonus Post: 34

    Riesci a schivare l'attacco saltando all'indietro (cd37: 34+2). La diagnosi dell'aura ti permette di vedere riflessa in lei la tua stessa aura, ha un colore intenso e vorticoso, al momento è molto agitata, ma sembra anche sofferente, riflesso appunto delle emozioni che percepisci da questa. Stranamente sembra che tutta la sua rabbia si sia esaurita con quell'unico semplice attacco, forse sono state le tue parole, il moto di comprensione che ti ha spinto a rivolgerti a lei con il cuore. Si porta le mani al volto e scoppia a piangere. Mi mancano Fee, mi mancano terribilmente, non riesco nemmeno a respirare a volte pensando a loro. Non so dove nascondermi dal dolore, non so dove posso rifugiarmi per sentirmi sollevata da questo peso. Mi ripeto che non è colpa mia, ma io non riesco a fare altro che dubitarne

    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé


    Sam
    Bonus Post: 34

    Depotenzi (cd35) con successo l'attacco elementale del tuo riflesso, potenzi subito dopo la tua aura (cd35).
    E bam dopo questo discorso strappalacrime sblocchi
    Nome: Globo luminoso
    Requisiti: 28 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: Il mago concentra tutta la luce presente nell'ambiente (raggio massimo di 500 metri) creando un globo luminoso. Può essere utilizzato sia all'aperto, che al chiuso in un ambiente buio per generare una luce che possa illuminare la strada.
    Nota: se usato per attaccare colpisce anche esseri intangibili e ombre, ha lo stesso effetto di un'energisfera.
    Formula: lux quaero
    Movimento: Aprire il palmo davanti a sé e pronunciare la formula, il globo di luce leviterà a pochi centimetri dal palmo, avrà la stessa consistenza del vetro fuso e sarà possibile oscurarlo mettendolo in un sacco, o in una tasca, a seconda della grandezza del globo, che a sua volta dipende dalla quantità di luce compressa.

    Good Job!

    La tua controparte rimane ammutolita dalle tue parole, cade in ginocchio e si stringe tra le braccia. Niente da fare l'hai commossa.

    Fianna

    Lo ammetto, non le è piaciuto ciò che le hai fatto (si ti è riuscito tutto quindi passiamo alla roba interessante), è proprio arrabbiata nera, insomma la delicatezza non sia proprio dov'è di casa. Poi, però, quando ti offri di aiutarla a liberarsi qualcosa si scioglie dentro di lei. Rimane in silenzio, aspetta, eppure rimane allerta pronta a reagire a qualsiasi passo falso. Ti lascierà avvicinarti, ma non per questo si fiderà di te.

    Sblocchi:
    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé


    Ayumu
    Bonus Post: 35

    Avanzi intrepida, subisci il primo attacco che ti colpisce dritto allo stomaco sbalzandoti in dietro, ma continui imperterrita, ti colpisce anche il secondo, questa volta ad una spalla, il dolore è lancinante ma è tutto okay, niente di rotto. Arrivi così abbastanza vicina per saltare verso di lei ed (cd40: 35+17) afferrarle il polso prima che si scansi. La strattoni così (cd37: 35+16) che entrambe cadete a terra, ti porti cavalcioni su di lei e le blocchi le braccia.

    La tua controparte cerca di liberarsi sfuggendo alla tua presa, (cd15: 12) ma non ci riesce. Le tue parole la fanno sciogliere in lacrime e lo sai che si odia per questo, perchè non le piace mostrarsi debole. Si ferma, non lotta più rimane solo lì a terra bloccata nella sua infinita fragilità.

    Nome: Guida di luce
    Requisiti: 30 seconda lezione di magia bianca
    Descrizione: Il mago è in grado di fondere il proprio animale guida con il globo di luce di modo che possa manifestarsi anche sulla dimensione terrestre. Le dimensioni dell'animale guida dipendono dalla grandezza del globo e quindi dalla quantità di luce assorbita. La creatura risponde al volere del mago bianco ed è dotata di cinque azioni proprie per attaccare. La guida di luce può eseguire solo attacchi fisici, efficaci contro creature sensibili, come vampiri, ombre, fantasmi e creature non morte.
    Formula: Dux animal lucis


    Finito!
    Ora sei anche tu una Custode della Luce, ricorda, i custodi hanno la capacità di portare la luce nella vita degli altri, non dimenticare mai chi sei adesso, non permettere che le tenebre ti afferrino mai più

    Aleks

    La tua controparte non dice niente, anzi non può dire niente, a volte un silenzio tanto pesante può valere più di mille parole. Tu sai cosa vuole dire, non ha bisogno di articolarlo a voce. Solleva un palmo nella tua direzione e scaglia un colpo telecinetico che spera ti catapulti all'indietro, dopo di che cerca di erigere un muro di fuoco intorno a te, per isolarti e non dover ascoltare le belle parole che hai da dirle.
     
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    Winter

    Le tue parole sembrano calmarla, ma è la ninnananna che le canti che riesce a sedare la sua furia, l'accarezzi con una dolcezza infinita (Daniel ormai piange a dirotto scusalo).

    Sblocchi:

    Nome: Globo luminoso
    Requisiti: 28 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: Il mago concentra tutta la luce presente nell'ambiente (raggio massimo di 500 metri) creando un globo luminoso. Può essere utilizzato sia all'aperto, che al chiuso in un ambiente buio per generare una luce che possa illuminare la strada.
    Nota: se usato per attaccare colpisce anche esseri intangibili e ombre, ha lo stesso effetto di un'energisfera.
    Formula: lux quaero
    Movimento: Aprire il palmo davanti a sé e pronunciare la formula, il globo di luce leviterà a pochi centimetri dal palmo, avrà la stessa consistenza del vetro fuso e sarà possibile oscurarlo mettendolo in un sacco, o in una tasca, a seconda della grandezza del globo, che a sua volta dipende dalla quantità di luce compressa.

    Nome: Guida di luce
    Requisiti: 30 seconda lezione di magia bianca
    Descrizione: Il mago è in grado di fondere il proprio animale guida con il globo di luce di modo che possa manifestarsi anche sulla dimensione terrestre. Le dimensioni dell'animale guida dipendono dalla grandezza del globo e quindi dalla quantità di luce assorbita. La creatura risponde al volere del mago bianco ed è dotata di cinque azioni proprie per attaccare. La guida di luce può eseguire solo attacchi fisici, efficaci contro creature sensibili, come vampiri, ombre, fantasmi e creature non morte.
    Formula: Dux animal lucis


    Finito!
    Ora sei anche tu una Custode della Luce, lo scopo dei custodi della luce è quello di portare la luce nella vita delle persone, non dimenticarlo mai e non permettere più al buio di sopraffarti

    Christian

    Mi dispiace, ma il coltello non è sufficiente per liberare le sue catene, ma ora che sei a portata di mano ti afferra per le spalle e cerca di strangolarti. Sei tu che mi hai imprigionato qui! Devi liberarmi hai capito! Non voglio più vivere in catene, mai più!

    Levi

    Il tuo riflesso ti afferra per i capelli per costringerti a sollevare la testa e guardarlo a pochi centimetri dal suo volto. Non venirmi a dire chi posso essere, le lezioni morali non mi servono eppure in qualche modo leggi nei suoi occhi la disperazione, vuole credere alle tue parole, lo vuole davvero, vorrebbe liberarsi da quella vocina nel profondo dell'animo che gli dice che è una nullità, che lo è sempre stato e che così continuerà ad essere. Non posso essere più di quello che vedi a causa tua. Ezra mi ha strappato dalle mani l'unica persona che abbia mai visto qualcosa di più in me e tu cosa hai fatto? NIENTE. Come con nostro padre non hai fatto niente. Hai lasciato che ti facesse questo, che gli facesse ciò che ha fatto. E sei rimasto lì, impassibile. Lui meritava di più, meritava qualcuno che si alzasse in piedi per difenderlo e invece non lo hai fatto, ti la sei fatta sotto come una femminuccia e dopo non hai nemmeno avuto le palle di dirlo ai suoi genitori. SEI UN VIGLIACCO
    E niente giu di pugni in faccia e calci nello stomaco come se non ci fosse un domani da vivere.

    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé

    Nome: Percezioni delle emozioni
    Requisiti: prima lezione e CAPACITA' EMPATICHE
    Tipologia: Incantesimo di percezione
    Descrizione: il mago può percepire le emozioni, stati d'animo e temperamento caratteriale degli altri semplicemente standogli vicino. Può, quindi, capire se una persona sta fingendo un'emozione, o se addirittura ne sta celando una. In questo modo gli è anche possibile intuire se sta mentendo, o dicendo la verità (bonus +2 a percepire intenzioni).
    Alcuni empatici possono addirittura arrivare a percepire impronte empatiche su oggetti, o ambienti, lasciate dalle persone che li hanno posseduti, o abitati, e a cui erano molto legati.
    I maghi empatici possono imparare ad estendere questo potere su un numero particolarmente vasto di persone contemporaneamente.
    Nota: è buona usanza di tutti gli empatici sopprimere la propria aura così da inibire questa capacita, per rispettare la privacy emotiva degli altri. Nel momento in cui il mago esprime la propria aura non è più capace di sopprimere questa capacità.
    Formula:
    Movimento: è sufficiente espandere la propria aura in modo da liberare le proprie capacità empatiche

    Ti aggiungo anche quella sbloccata con il recupero:

    Nome: Ecoempatia
    Descrizione: il mago ematico può percepire le condizioni dell'ambiente naturale circostante, o più specificatamente di una pianta. Sono inclusi tutti gli ecoambienti (foreste, deserti, tundre, lagune ecc). Il mago può così percepire se l'ecosistema è in agitazione, oppure è tranquillo. Il mago può sapere inoltre se è stato\è manipolato dalla magia.
    Formula: sufficienti alcuni minuti di concentrazione, più il mago è esperto ad empatizzare con l'ambiente, più gli sarà facile. Il tocco può aiutare in questi casi.


    Meggie

    Meggie si intristisce, è sull'orlo delle lacrime, così si lascia abbracciare. Mi manca tanto, avrei voluto conoscerla

    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé


    Finito!
    Complimenti ora sei una Custode della Luce, lo scopo dei custodi di luce è portare la luce nella vita degli altri, mi raccomando
     
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    Felicity Daisy Johnson
    ecoempatica - mezza fata della terra - 22 anni - ingenua
    « if i wanted, i could destroy everything. but i'm a good girl »

    La situazione aveva preso una svolta inaspettata, un cambiamento talmente repentino che Felicity si ritrovò ancor più spiazzata, a tal punto da abbassare le braccia e lasciarle lì, inerme di fronte al pianto della copia. Non si trattava semplicemente di una persona da consolare, di qualcuno con una ferita aperta da abbracciare e stringere forte, no. In quel caso sarebbe stato naturale, facile per la ragazza che avrebbe saputo perfettamente come muoversi. Ma lì non c'era una persona qualunque. C'era lei. Nonostante la devastazione fisica che il corpo della manifestazione aveva dovuto subire, era pur sempre Felicity Johnson, con i suoi stessi dolori e paure. Capì di non essere sicura di poter affrontare tutto quello. Il docente le stava facendo affrontare una prova che le sembrò d'improvviso così dura, anche troppo per lei. Ogni singola parola che uscì dalle labbra della copia fu come una pugnalata allo stomaco della ragazza che annaspò, alla ricerca di aria. Il dolore era come le onde di un'oceano in tempesta, scalfendola in ondate sempre più maestose e spinta al limite, per un attimo, un solo attimo che però fu sufficiente per odiarsi, pensò di attaccarla pur di farla sta zitta. « No, no! » quasi urlò portandosi le mani alle orecchie, abbassando il capo in segno di una disperazione incontrollabile. Puntò lo sguardo verso un punto ben preciso, dove iniziava il bosco e dove solo lei sapeva esserci la strada verso il rifugio speciale della sua famiglia. Mosse il piede destro, con l'intenzione di scappare via da tutto. Dalla copia, dal luogo, da Diana.. da lei stessa in qualche modo. Qualcosa però si fece improvvisamente largo dentro di lei, inchiodandola sul posto. No, non poteva abbandonarla anche se voleva. Una, due.. decine di lacrime iniziarono a scorrere lungo il volto di Felicity, incapace di fermarle. « Scusami.. » sussurrò, posando lo sguardo appannato lungo i fili d'erba del prato. « scusami se ti ho fatta dubitare di te. Tu.. tu non c'entri niente con la loro morte » faceva male parlare, far uscire quelle dannate parole dalle labbra. La gola le doleva e i singhiozzi invece di cessare aumentarono, obbligandola a prendersi diverse frasi tra una parola e l'altra. « Era arrivato il loro momento. Si chiama destino » sperando che il tono fosse stato sufficientemente alto da essersi fatta sentire, smise di parlare per prendersi qualche secondo tutto per sè. Non spostò lo sguardo da terra mentre la mano destra andava ad asciugare le lacrime già quasi del tutto asciutte, grazie al vento impetuoso che fino a quel momento aveva smosso ogni cosa, anche se Fee intuì che si sarebbe calmato presto. Dovevano entrambe accettare che il suo discorso fosse totalmente vero e andare avanti, per poter vivere con serenità tutto ciò che il destino mettesse loro sulla strada. I ricordi dei genitori sarebbero mutati in dolci e preziosi frammenti di una vita passata che sempre avrebbero portato con loro, ricordandoli però con placida tranquillità. Felicity percepì di esserci vicino, di poter finalmente far diventare realtà quei pensieri. Ma la sua copia? Ci sarebbe riuscita? Rialzò lo sguardo verso il limitare della foresta, spostandolo poi sul corpo dell'altra. Quel corpo così ferito, sia dentro che fuori. Quasi senza pensarci due volte avanzò verso di lei, colmando lo spazio che le separava. Se le avesse dato il permesso l'avrebbe stretta a sè in un lungo abbraccio, talmente forte da farle sembrare per un attimo un tutt'uno. « Ti va di venire con me in un posto? » avrebbe sussurrato al suo orecchio, sciogliendosi di poco dall'abbraccio per poter così accarezzare la parte del volto bruciata della copia. Il sorriso che lei poteva scorgere sul volto di Felicity era un sorriso colmo di dolcezza. Se avesse accettato l'avrebbe presa per mano e portata con sè al rifugio speciale pieno di margherite. Si sarebbero sdraiate osservando il cielo, raccontandosi magari aneddoti divertenti su Talia e Leonard. Si, avrebbe fatto di tutto per farla star meglio. Voleva che anche lei capisse. Che potesse essere felice.
    code © psiche
     
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    //Esprimo l'Aura e tento con la Pranoterapia. As usual, è tutto soggetto ad esito uwu



    Samantha Jensen O’Connor
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    ederla crollare in terra avrebbe dovuto straziarla, consapevole di averle dato il colpo di grazia necessario. Eppure, era semplicemente sollevata, al punto che il macigno nel suo petto sublimò in commozione, ed i suoi occhi si appannarono, pizzicandole le cornee. No, non era questo il momento di piangere, di cedere a quella sensazione di consolazione che avvertiva. Aveva ancora un’ultima azione da tentare.
    Si inginocchiò lentamente accanto a lei, affiancandola e cingendole saldamente le spalle con un braccio mentre la lince chiudeva il riflesso sull’altro lato, leccandole le braccia deturpate dalle cicatrici ed emettendo gorgoglianti fusa lamentose ed affettuose.
    «Va tutto bene... ssh... sta’ calma» le sussurrò dolcemente, accarezzandole la disordinata chioma color mogano con fare quasi materno. Per qualche ragione, non riusciva ad avvertire neppure il più flebile senso di stranezza per quella situazione. Era esattamente come un monologo interiore, un dialogo in cui dibatteva contro se stessa per prendere una decisione, solo personificato. E d’altronde, come poteva nutrire estraneità nei confonti di se stessa? Non si trattava più di un suo alter-ego, di un’ombra parziale di sé. Anche quel suo lato così nascosto, persino più profondo delle sue sfumature più scure, aveva ormai accettato di non poter più rimanere separato dall’intero, e di venire limato per adattarsi al contenitore, lasciando in terra i trucioli incancreniti di timori ed angosce che lungamente le avevano attanagliato l’animo.
    Sam era conscia che ancora molte faccende in sospeso la attendevano. Aveva bisogno di parlare con Lara e discutere apertamente con lei di quanto era accaduto, doveva tentare di fare luce attraverso il banco di nebbia della sua memoria e sforzarsi di recuperare i tasselli perduti, scoprire perché la sua lince paresse così malaticcia, ma prima di tutto doveva provare a guarire la gemella dalle abrasioni perlacee che le adornavano il corpo. Non sapere come se le fosse procurate le creava una notevole inquietudine: si trattava di tagli invisibili, psicologici e ciò la preoccupava molto di più che non l’eventualità di ritrovarsi un livido da qualche parte senza rimembrare dove o quando avesse sbattuto. Non conosceva la natura di quelle ustioni, né era certa della loro sanabilità dato che la Pranoterapia occorreva in caso di danni fisici, ma avrebbe tentato. E se con esse non avesse avuto successo, si sarebbe per lo meno occupata del suo cuore suppurato e sanguinante, il putrido residuo di un’intossicazione amorosa che aveva superato diversi mesi prima ormai.
    «Ora sdraiati e non ti muovere» le mormorò piano, mentre il candido felino si acciambellava sotto le scapole del suo doppio martoriato, facendole da cuscino. Sam la aiutò a districare le braccia dalle ginocchia e le dispose con delicatezza ai lati del suo tronco, prima di chiudere gli occhi per ricercare quel punto, dentro di sé, in cui non v’era che pace e null’altro. Approfittando del momentaneo silenzio del parassita, scacciò dal cervello le incombenze, le ansie e persino le gioie, in favore di una piatta calma. I suoi pensieri vennero drenati dal filtro del suo ki, che sentiva pulsare e scaldarla dall’interno con un tepore ed un’energia inestinguibili. Schiuse quindi le ciglia, leggermente, intrecciando lo sguardo a quello del riflesso, sorridendole nel notare che l’iride sinistra era tornata normale e sfiorando con le proprie pupille la pozza grigio-verde di Lara. La perpetua presenza dell’amica le infuse ulteriore sicurezza, ed Espresse la propria aura per potersi guadagnare più possibilità di successo per la successiva operazione.
    Forte della manifestazione energetica, Sam accostò i palmi sporchi di terriccio e polvere alla cute della paziente, tenendoli sollevati a pochi centimetri di distanza, prima di inspirare ed espirare profondamente, a più riprese, lasciando che la figura di quella sé distrutta si intrecciasse ai bagliori del suo flusso, permettendo al chiarore rossastro del proprio ki di circondarle il corpo, le mani e focalizzandosi su ciascuna parte di lei, in primo luogo il cuore. Non sarebbe mai tornato come prima, uno sfregio impalpabile a monito di quanto aveva vissuto sarebbe rimasto per sempre, ma aveva intenzione di trasformare quella saldatura in oro, come fosse un’opera di kintsugi. Da lì, la sua mente individuò ed isolò i graffi sulle braccia, sulle gambe, i marchi sulla fronte e sul collo, la spaccatura che divideva i due emisferi del suo cervello, per poi ricoprirli dall’unguento scarlatto e benefico della sua energia. Aveva notato che la velocità con cui la patina carminia si stava espandendo era molto inferiore rispetto all’ultima volta che se ne era servita, e certi punti parevano addirittura impermeabili ed incrostati. Tuttavia, riservò le accuse per il germe per un altro momento. Se anche non avesse avuto successo, le avrebbe almeno infuso dell’energia ed annientato eventuali lividi corporei.
    Durante tutto il processo, il viso di Sam rimase contratto in un’espressione concentrata e determinata, ma quando si soffermava a guardarsi allo specchio non poteva fare a meno di sorridere. Aveva avuto successo, era riuscita a trarsi in salvo, a rimanere aggrappata sul bordo del dirupo ed issarsi esattamente come nella fossa del suo scenario poco prima.
    «Più di così, temo di non poter fare altro» esordì una volta ultimato il tentativo. «Grazie per avermi ascoltata» sussurrò, carezzandole la fronte. «Sei stata coraggiosa»
    Forza, rientriamo.

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    Bonus +2 agli incantesimi di magia bianca.
    Portata alla magia psichica e alla veggenza.
    Germe di Chaos: rende difficoltose le lezioni di Magia Bianca per il PG.

    Espressione e Soppressione dell’aura
    Tipologia: Incantesimo di Manifestazione Energetica
    Descrizione: capacità di rendere visibile l’aura anche nel mondo fisico e di sopprimerla fino a farla scomparire del tutto, così da non lasciare alcuna traccia percepibile da parte di altri maghi. L’espressione dell’aura ha un effetto intimidatorio e oppressivo nei confronti delle aure più deboli, oltre a potenziare tutti gli incantesimi di magia bianca.
    Formula: sufficienti alcuni secondi di concentrazione, più il mago è esperto più gli sarà facile

    Pranoterapia
    Tipologia: Incantesimo curativo
    Descrizione: permette di donare la propria energia vitale a scopo curativo. E’ possibile curare qualsiasi tipo di ferita fisica. La forza dell’incantesimo è direttamente proporzionale al grado di altruismo del gesto e al coinvolgimento emotivo del mago.
    - Non è possibile curare malattie, o stati di avvelenamento.
    - L'utilizzo sul cancro causa un accrescimento dello stesso
    Formula: concentrazione
    Movimento: è sufficiente posizionare una, o entrambe, le mani a qualche centimetro dalla ferita o genericamente dalla pelle dell’individuo. I palmi si illumineranno dello stesso colore dell’aura.
     
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    Perdona il post orrendo ma sono dal cellulareeee

    tristan ivashkovmezzo megero • 23 • Σ Θ Η • VoceScheda Assistere alla proiezione di un suo ricordo, come gli era accaduto durante la lezione di Magia Psichica, in quel momento gli sembrò quasi una passeggiata di salute. All'interno del suo panorama interiore, tra i banchi di nebbia che davano un colorito opaco alla foresta, tutto appariva decisamente più reale, palpabile. Ogni cosa poteva essere toccata e distrutta, stava a lui decidere se farlo e come farlo. Era un altro mondo, un universo tutto suo, forse la manifestazione di ciò che si annidava all'interno del suo animo. Cosa aveva, dunque, dentro? Alberi tagliati, terriccio umido, nebbia e... quella rappresentazione di se stesso? Aveva quasi timore di venire a conoscenza della risposta. Era sempre stato un ragazzo razionale, seppur talvolta la sua impazienza lo inducesse a compiere atti di cui qualche istante dopo si pentiva amaramente, amante della verità, quella che ti graffiava e ti tirava un pugno in faccia, eppure ogni sacrosanta volta che il fulcro della discussione si spostava su di lui tutto pareva farsi sempre più sfumato, amalgamandosi all'ambiente fino a sembrare, ad una prima occhiata, di farne parte in tutto e per tutto. Era sempre stato bravo a camuffarsi, a celare i suoi sentimenti dietro quella faccia da schiaffi che si ritrovava, ad impedire che la gente potesse andare oltre quella noncuranza che ostentava come fosse il suo stendardo, il suo punto di riferimento. Eppure, se c'era una cosa che aveva imparato sin da quando era entrato a far parte del mondo magico, questa era che bastasse un nonnulla per portare a galla un intero mondo. Un mondo fatto a tua immagine e somiglianza, sebbene all'apparenza potesse sembrare errato e distorto. Gli alberi tagliati gli ricordavano un po' tutte le volte in cui aveva provato a colpire i suoi sentimenti a colpi di accetta, un tentativo di reprimerli forse fin troppo crudo e violento, ma che si era rivelato essere necessario. Ostentare le proprie emozioni, secondo la sua ottica, era sempre stata un'accesa manifestazione di debolezza, mancanza di controllo su se stessi. L'atto del non lasciar trapelare nulla era un'arma che poteva essere utilizzata a tuo vantaggio, era un po' come avere il coltello dalla parte della lama ma riuscire comunque a disarmare il proprio avversario e a puntare il metallo contro di lui. Ci si poteva graffiare, si poteva perdere del sangue, ma era necessario andare avanti e fingere che fosse tutto apposto.
    Una scarica di luce, per qualche lasso di secondo, fendette l'aria, creando una scia luminosa che costrinse il suo doppio a bloccare la propria avanzata e a portarsi le mani agli occhi, accecato dopo aver passato tutta la sua esistenza all'interno di quell'oscurità. Parole anche abbastanza colorite fiorirono sulle sue labbra, l'incapacità di riuscire a capire come mai non lo avesse ancora attaccato a renderlo ancora più nervoso. «Sei troppo impaziente, McLean ha sempre avuto ragione su questo.» Lo disse senza pensarci, gli occhi fissi sulla figura del suo anti che continuava disperatamente a tentare di recuperare la propria vista. Aveva agito senza premurarsi di valutare rischi e profitti, ed aveva sbagliato. Eccome se aveva sbagliato. La voglia di prenderlo a pugni doveva avergli mandato in subbuglio il cervello, e ciò non andava bene. «Se vuoi davvero uccidermi, allora comincia a mettere ordine in quella testa di cazzo che ti ritrovi e a non lasciarti cogliere dalla foga del momento, perché in queste condizioni rischi di farti seriamente male, amico.» Era vero. Ci aveva messo un po' per capirlo, ma era vero. Aveva sempre posseduto una razionalità senza eguali, ma il problema era che voleva tutto e subito. Era avido, avido di ricevere solo ciò che voleva davvero, e questo lo portava, talvolta, a mandare in fumo progetti di una vita.
    Fu poi il suono della voce del suo doppio a riecheggiare, seppur per qualche frazione di minuto, all'interno di quella foresta deserta. E per un momento, fu come se un fiume in piena lo avesse investito. Odio. Disprezzo. Disprezzo non tanto per gli altri quanto per se stesso. Cose di cui, in cuor suo, era già largamente a conoscenza, ma che nel momento in cui vennero pronunciate ad alta voce, seppur nell'oblio del suo animo, gli provocarono un effetto inaspettato. Il cuore perse un battito, le mani si chiusero a pugno, la mascella s'irrigidì, la giugulare cominciò a pulsare con una certa regolarità. "Io", aveva detto. "Io". Come se lui non avesse patito le medesime pene. Come se non fossero la stessa cosa e soltanto lui avesse subito tutte le ingiustizie di questo mondo. Quanto si sbagliava, cazzo. Il flusso di sentimenti che lo travolse, inizialmente, non gli fece rendere conto del fatto che la porzione di terreno posta sotto i suoi piedi si stesse liquefacendo, creando così un piccolo avvallamento in cui stava sprofondando. Probabilmente stava provando ad imprigionarlo. Provò a liberarsi di quel giogo - e ad evitare di venire bloccato - saltando, nella speranza che il terreno si trasformasse in metallo prima che i suoi piedi lo toccassero nuovamente. Quando alzò nuovamente lo sguardo, Tristan si rese conto del fatto che la situazione si stesse facendo più seria, e, a fronte di quegli attacchi prettamente fisici, lui decise di rispondere applicando un incantesimo di depotenziamento fisico. «Down reid.» Pronunciò a denti stretti, premurandosi di schivare nel caso fosse stato necessario, e poi avrebbe proceduto usufruendo della Magia Psichica, più precisamente dell'akti fos, di modo da potenziare i suoi attacchi. Il suo doppio stava puntando tutto sull'irruenza, lui avrebbe provato a tenerlo buono indebolendolo sempre di più, e così, qualche secondo più tardi, provò a lanciare contro di lui un praesidium, di modo che lo privasse del senso del tatto, e, dunque, perdesse sensibilità. «Adesso tu chiudi la bocca e la smetti di muoverti alla cazzo.» Per quanto il suo doppio fosse un'entità a se stante, era Tristan, quello vero, a comandare lì dentro. «Hai prestato attenzione a ciò che hai detto, oppure hai solo dato aria alla bocca?» Lo sguardo si assottigliò, sprezzante. «"Io ho subito questo, io ho subito quello blablabla". Fino a prova contraria lo so, perché, scoperta delle scoperte, anche io c'ero ed anche io ho subito le stesse cose!» Il tono era rabbioso, sia nei confronti del suo doppio sia nei confronti di se stesso. «So cosa ho fatto a Dulcinea, so che l'ho persa, ma cosa che volevi che facessi? Che finissimo entrambi dietro le sbarre per spaccio di droga? O che noi e lei continuassimo a farci del male a vicenda?» Silenzio, seppur per qualche breve istante. «Lei merita di meglio, cazzo! E si sapeva che le cose sarebbero comunque finite così, semplicemente perché non c'era altra soluzione.» Faceva male dirlo, ma era così. Per quanto avesse potuto amarla, il suo sentimento non si era mai palesato nella sua forma giusta e pura. E probabilmente non lo avrebbe mai fatto. «È vero, adesso non hai un cazzo, ma sai una cosa? È molto più semplice quando non hai nulla.» Sollevò il mento e si morse il lato interiore della guancia. «E sai perché? Perché quando non hai nulla, niente può esserti portato via. Niente.» Il pensiero di una vita, concepito nella mente di un bambino e maturato all'interno di quella di un adolescente prima e di un adulto poi, l'ennesima testimonianza di una vita vissuta allo sbaraglio. Abbassò lo sguardo per un momento, posandolo su quello stralcio di tessuto che ricopriva il suo avambraccio sinistro. Fece risalire la stoffa, fin quando quella porzione di pelle non si ritrovò a contatto con l'umidità, una forma simmetrica color carne che ospitava, sopra di essa delle cicatrici. «Le vedi queste?» Piegò l'abbraccio verso l'alto e poi lo mostrò al suo doppio, di modo che potesse vedere con i suoi occhi i segni presenti su di esso, alla mercé di quello sguardo rabbioso. «Sono le stesse cicatrici che hai anche tu, proprio lì.» Indicò l'abbraccio del suo anti con un cenno del capo.
    «Suntem la fel.»
    Siamo la stessa cosa.

    © hime



    Nome: Depotenziamento Fisico
    Requisiti:25 I lezione I Anno
    Tipologia: Incantesimi di Depotenziamento
    Descrizione: Permette all’esecutore di rendere meno offensivo un attacco fisico/psicocinetico/elementale che sta subendo. NON CUMULABILE DALLO STESSO MAGO IL SUO EFFETTO. (Ergo solo un altro mago potrà depotenziarlo nello stesso turno)
    Formula: DOWN REID (la runa che appare è la REID, solo capovolta)
    Movimento: Posizione del Drago

    Nome: Akti Fos
    Requisiti: Voto superiore al 26
    Tipologia: Tecnica di percezione sensitiva e sensoriale.
    Descrizione: permette di amplificare il sesto senso e quello a cui il mago è più legato - anche contemporaneamente. (da +1 a +4 al tiro di percezione, effetto da uno a tre turni, da +1 a +4 negli incantesimi psichici, effetto da uno a tre turni. Più turni si utilizza più il mago si indebolisce di resistenza fisica).
    Formula: "Akti Fos"
    Movimento: Concentrazione della percezione sensoriale o potenziamento psichico sulla zona designata e sui sensi del mago.

    Nome: Praesidium
    Requisiti: Voto almeno 28
    Tipologia: Incantesimo inibitore di un senso a scelta.
    Descrizione: Permette di inibire uno dei cinque sensi dell'avversario - non il terzo occhio.
    Formula: //
    Movimento: Mantenere il contatto visivo sull'obbiettivo durante l'applicazione della tecnica.
     
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    Noah
    Bonus post: 37

    (Cd37) schivi con una rapidità fulminea il colpo, allunghi una mano e richiamato il tuo spirito (cd35-2) una folgore si schianta ai piedi del tuo avversario costringendolo a saldare indietro e ritrarsi dall'attacco. Salti su di lui (cd47[è alta perchè si tratta pur sempre di un pezzo di carne piuttosto imponente]: 36+3[agilità]+2[forza]+7) e lo sbilanci all'indietro facendolo cadere a terra. Ti ritrovi sopra di lui e inizi ad urlare, più gli urli quelle parole in faccia più si dimena come un dannato per liberarsi, nei suoi occhi vedi tutto il desiderio che ha di ucciderti. (E si, anche Callaway vuole ucciderti, altro che custode di luce, ti fa diventare custode di una sedia elettrica).
    AntiNoah cerca di liberarsi (cd15: 17+2[forza]) riesce sorprendentemente a capovolgere la situazione, questa volta è lui sopra di te, è lui che molla pugni diretti alla tua bella faccia da stupratore seriale (scusami, sto cercando di sedare Daniel, ma non so se ad un tratto interviene per mollarti una sberla che Pelor levati devo ucciderlo, oppure appende tutti quanti e corre da Kay, della serie responsabilità scolastiche andate a fanculo che ho da fare). Volevo.... avevo bisogno.... io.... L'ultimo pugno affonda nel terreno accanto alla tua testa. Il tuo riflesso sta lentamente cedendo, il ricordo di quell'abbraccio strappato senza permesso lo tormenta. E' un momento di debolezza, è il momento buono per attaccare, giusto per dire...

    Fee la dolcezza Johnson

    Che posso dire, io ormai sono innamorata del tuo pg, vorrei usare più parole, ma sarebbero sprecate, Si, portami dove vuoi, sono tua.

    Skills sbloccate:

    Nome: Globo luminoso
    Requisiti: 28 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: Il mago concentra tutta la luce presente nell'ambiente (raggio massimo di 500 metri) creando un globo luminoso. Può essere utilizzato sia all'aperto, che al chiuso in un ambiente buio per generare una luce che possa illuminare la strada.
    Nota: se usato per attaccare colpisce anche esseri intangibili e ombre, ha lo stesso effetto di un'energisfera.
    Formula: lux quaero
    Movimento: Aprire il palmo davanti a sé e pronunciare la formula, il globo di luce leviterà a pochi centimetri dal palmo, avrà la stessa consistenza del vetro fuso e sarà possibile oscurarlo mettendolo in un sacco, o in una tasca, a seconda della grandezza del globo, che a sua volta dipende dalla quantità di luce compressa.

    Nome: Guida di luce
    Requisiti: 30 seconda lezione di magia bianca
    Descrizione: Il mago è in grado di fondere il proprio animale guida con il globo di luce di modo che possa manifestarsi anche sulla dimensione terrestre. Le dimensioni dell'animale guida dipendono dalla grandezza del globo e quindi dalla quantità di luce assorbita. La creatura risponde al volere del mago bianco ed è dotata di cinque azioni proprie per attaccare. La guida di luce può eseguire solo attacchi fisici, efficaci contro creature sensibili, come vampiri, ombre, fantasmi e creature non morte.
    Formula: Dux animal lucis


    Finito!
    Complimenti anche tu sei una custode della luce. Sei una meravigliosa creatura fatata, ma te lo ricordo lo stesso, porti la luce nella vita degli altri, non lasciarti mai sopraffare dal buio che minaccia di oscurare le cose belle della vita

    Sam

    Finito!
    Complimenti anche tu sei una custode della luce. Porterai da oggi in poi la luce nella vita degli altri, non lasciarti sopraffare dal buio che ti permea, vincilo con la forza della luce, niente violenza, ma pietà e perdono.
     
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    aleksandra "alex" elena kiseleva

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    Silenzio.
    Solo questo. Non una parola, un'affermazione. Né odio, né amore. Semplicemente il nulla. Se le parole potevano uccidere, quel silenzio su Aleksandra aveva lo stesso identico effetto. Lo sapeva bene, oh se sapeva cosa poteva significare e nascondere un silenzio, le mille sfumature di parole non dette, o di richieste non pronunciate. Si sentì nuovamente bambina quando senza nessuna voce e nessuna parola aveva avuto il coraggio di uscire dalle sue labbra. Aveva sopportato tutto per quanto una bambina potesse farlo, ma non aveva mai parlato e non lo aveva fatto per anni. Vi era la paura a paralizzarle le corde vocali, il terrore a mozzarle il respiro e quella stessa sensazione di oppressione a bloccarle le membra. Aleksandra deglutì con forza, ben consapevole di dover dire o fare qualcosa, di dover vincere quel blocco che per la stava cogliendo. Lo sentiva risalire le sue gambe con la lenta fredda di un Lethilfold, un Velo Vivente desideroso di divorarla in quel silenzio che non voleva imporsi ma dal quale non riusciva a liberarsi.
    Respirò appena, immobile davanti al suo riflesso, negli occhi tremava e si dibatteva la sua voglia di rivalsa e di riuscire a liberarsi definitivamente di ciò che la tratteneva. Le catene del silenzio e dell'assenso l'avevano intrappolata per anni. Era fuggita da coloro che l'avevano resa così debole ma non se n'era mai liberata. Poteva quasi vedere quelle catene invisibili trattenerla e avrebbe voluto bruciarle, distruggerle per sempre così da poter andare finalmente avanti con la sua vita. Riconquistare realmente la libertà e non solo una parvenza di essa. Vide Aleksandra sollevare una mano, un gesto semplice che in alcune circostante poteva significare un semplice ciao, ma in quel caso era il preludio di un attacco. Avrebbe dovuto combattere? Lei non voleva combattere, era assurdo combattere contro sé stessi, non poteva ferirsi più di quanto avesse già fatto, non poteva ferirla, provò semplicemente a schivare il colpo telecinetico e se non ci fosse riuscita avrebbe lasciato che la colpisse, era stufa di combattere. Era stata allenata per anni, suo nonno aveva cominciato quella guerra e lei l'aveva continuata nel tentativo di sentirsi più sicura, più forte. Le armi però quella volta non l'avrebbero aiutata, aveva sempre avuto una straordinaria capacità di ragionare e sapeva che non sarebbe servito a nulla. Quella non era una guerra da combattere...doveva solo non sapeva neanche cosa...forse doveva solo capirsi e accettarsi, capirla e accettarla per ciò che era. Non attaccò, non rispose all'attacco, ma non avrebbe permesso al fuoco di circondarla, non avrebbe permesso ad un'altra prigione di ingabbiarla, avrebbe provato ad estinguere le fiamme, mentre dentro di lei montava qualcosa. Non era rabbia, non era odio era semplice e puro desiderio di smetterla di essere succube di quelle catene e di quel silenzio. Basta!!! gridò mentre si concentrava per estinguere le fiamme così che non la circondassero. - Aleksandra ti prego...io si fermò mentre cercava le parole. Non era mai stata brava a parlare ma non poteva rimandare ancora. Erano cambiate molte cose, ora era il momento di crescere...di rinascere e cancellare e di andare avanti. O almeno di provarci. Non sarebbe stato facile. - Io ho...ho sbagliato ammise la ragazza, si morse il labbro cercando le parole, quelle che non erano il suo cavallo di battaglia, ma il suo punto debole. Respirò ancora a fondo sperando che il suo riflesso l'ascoltasse, che credesse nella sincerità che provava. La guardò in volto, guardò ciò che era, ciò che erano. Cosa nascondeva sotto la sua scorza. - Ma...ma ero solo una bambina, io non sapevo come fare...avevo paura. Ero paralizzata e ho lasciato che accadesse, ma ora...ti prego ascoltami... Ascoltami. balbettò la giovane, tese delicata la mano in avanti. Possiamo guarire entrambe, possiamo diventare più forti...tu puoi aiutarmi a diventare più forte e io sarò il tuo scudo. Non permetterò più che ti feriscano Aleksandra, mai più. Posso guarirti...posso guarirci.
    Una possibilità chiedeva solo quello. Qualcosa che da piccola non aveva avuto e nel corso degli anni si era preclusa lei stessa. Era forse il momento per avere una possibilità di lasciarsi tutto alle spalle, diventare la persona che doveva essere così che le parole che aveva detto a suo padre avessero un senso. Erano forse state le ultime prima di salutarlo...poi lui era andato via.
    Ti voglio bene, papà. Sono orgogliosa di te, sono orgogliosa di noi*


    *Parole non mie. E' una citazione di TW, ma boh mi piaceva

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    christian milovich"l' artista è il creatore di cose belle" MlosohE
    Christian non fece mosse affrettate nè si agitò quando il suo doppio tentò di strangolarlo, la sua disperazione lo attraversava da parte a parte,era sopraffatto dalle sue emozioni e le ricordava per averle provate in passato quindi mantenne la sua abituale calma.
    Capisco quello che provi e ciò che sei, il dolore di tutti questi lunghi anni di reclusione e di chiusura ma se mi strangoli morirò e non ti potrò liberare. Io vorrei proprio liberarti perchè è ingiusto che tu sia prigioniero comunque in futuro non sarà così,le cose sono cambiate gli disse con una voce riflessiva.
    Se il coltello non va bene, proviamo in un altro modo, c'è un modoaggiunse, Chris a Brakebills era stato in qualche modo liberato e si ricordava esattamente in quale circostanza. Possibile che dovesse baciare il suo doppio come William aveva baciato lui? Non era una soluzione pratica ma se le sue catene erano state create da anni di soppressione dei propri desideri, poteva essere.
    C'è sempre un mododisse, vincendo il disgusto del sangue si avvicinò al suo riflesso, gli accarezzò dolcemente i capelli poi lo circondò con le braccia cercando di tirare le catene, lo baciò delicatamente sulle labbra sporche,era una sensazione insolita baciare se stesso,un bacio molto diverso da quelli che finora aveva dato e ricevuto. Inanzitutto c'era l'amore in quel bacio,l'amore che provava per se stesso poi il suo sapore di polvere ma anche di sale, Chris non aveva mai pensato di sapere di sale. Intanto cercava di sciogliere le catene con le mani lasciando che si sporcassero del suo stesso sangue,separò dolcemente le sue labbra da quelle del suo doppio per vedere esattamente cosa poteva fare.
    Scheda

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    Spero che Daniel lo picchi male perché Noah merita la morte per ciò che ha fatto. Davvero.

    Noah Joseph Brody
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    La situazione venne capovolta in un attimo e non fu capace di impedirlo, avrebbe voluto urlare ma dalla sua bocca non uscì nient'altro che un grugnito, mentre le mani si agitavano cercando di afferrare per quanto possibile le braccia del suo clone, o il suo viso, mirando agli occhi tentando di bloccarlo in qualunque modo riuscisse, l'adrenalina del momento gli impediva di pensare lucidamente. Il suo viso di spostava mosso dalla potenza dei pugni che riceveva, tanto potenti da riuscire a spaccargli le ossa del viso, il naso, la mascella, la pelle si piegava sotto quella potenza sfaldandosi come se fosse una sottile e fragile patina di carta.
    L'ultimo pugno smosse la terra accanto al suo volto, il seguente fu un breve attimo di pace, uno spiraglio in cui si rendeva chiara nella mente di Noah, l'idea di poter ribaltare la situazione. Lo fece, gli afferrò le spalle con entrambe le mani e tentò di spingerlo compiendo una rotazione verso destra per, di nuovo, sbilanciarlo e buttarlo dall'altra parte, contemporaneamente avrebbe tentato di alzare il suo stesso corpo per aiutarsi nella spinta e porsi di fronte a lui, bloccandolo nuovamente a terra.
    Se anche ci fosse riuscito non lo avrebbe comunque colpito « Avevi bisogno di dimenticare per un attimo lo schifo di mostro che sei, non è così?! » sbraitava a pochi centimetri dalla sua faccia, così diversa eppure così adatta a rappresentarlo « E lei di cosa aveva bisogno? eh? Di sicuro non di una mano sotto la maglietta, cazzo! » continuò a urlare, con tutta la voce che aveva in corpo, e in quel momento scoprì che urlare a sé stesso ciò che si era sempre voluto dire lo stava svuotando. Era qualcosa che non faceva mai, Noah non era abituato a sfogarsi ammettendo ciò che provava, ma piuttosto ad accumulare rabbia verso di sé stesso che non riusciva a trovare il modo di lasciare fluire via. Si sentiva una bomba pronta ad esplodere in ogni momento, ma non in quello, no perché finalmente riusciva ad avere una linea diretta verso di sé, lontano da tutto quell'ingarbugliata matassa di problemi che era la sua mente. Il tono cambiò all'improvviso, il disgusto aveva alla fine prevalso sulla rabbia, ma c'era qualcos'altro, un sentimento nascosto sotto la repulsione, ed era puro odio « Dovresti trovare la forza di ucciderti, perché non vali neanche l'impegno di qualcun altro » sputandogli in faccia quelle parole, Noah si sarebbe alzato senza smettere di guardarlo per neanche un attimo.
    Indietreggiando guardò verso l'alto per urlare « Voglio uscire da questa merda, professore! » quella che aveva provato era pietà? Di sicuro non perdono, forse si avvinava a quel lato oscuro della pietà, ma Noah non ne aveva idea, voleva soltanto uscire e smettere di guardare in volto quella terribilmente adatta rappresentazione di sé stesso.
     
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    The Lone Stranger
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    Mi sembra evidente che ormai sta ragazza non abbia idea di cosa stia facendo, è palese. Non lo so nemmeno io.

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    E
    ra ferma, era controllabile. L' alchimia aveva creato una sorta di seconda prigione attorno al corpo della sua controparte, e nel vederla così immobilizzata, in silenzio... Fianna si sentì davvero una stronza. E si sentiva così perchè fondamentalmente lo era. Si era guardata attorno, aveva visto i graffi e il sangue. Aveva visto come quella figura non anelasse ad altro se non ad essere libera. Invece non era libera neanche di essere sè stessa, con un'identità mostruosa cucita addosso. E la cosa peggiore era che quella figura non le era estranea, era... Lei. Avrebbe dovuto provare qualcosa di diverso nei suoi confronti, se non altro almeno per puro egoismo. Invece, era perfettamente il contrario. Come se si sforzasse di mantenersi distaccata, di vedere se stessa come qualcosa di alieno. Un conflitto che, lo sapeva, avrebbe dovuto affrontare ben prima di quella seconda lezione. Non sarebbe andata da nessuna parte, di quel passo.
    Si avvicinò lentamente, cercando di non allarmarla. Portò una mano tesa davanti a sè, leggermente tremante. Sfiorò appena la pelle di lince, ritraendo la mano immediatamente dopo. Era terribile.
    Si accucciò, in ginocchio, alla stessa altezza del viso dell'altra. Non riusciva a guardarla negli occhi, carica di un misto di sentimenti negativi. Repulsione, vergogna, colpa.
    «Cerca di stare ferma, adesso. Farà male, non te lo nego.»
    "Non più male di quello che hai provato finora, comunque." pensò, senza però dirlo. Chiuse gli occhi, ricercando quelle emozioni violente che causavano la sua trasformazione in animale. Rabbia, frustrazione. Non era difficile trovarle dentro di sè, era come se ne conservasse una scorta.
    "Puoi controllarlo, se vuoi. Autoimponi il controllo. Tu sai cosa provi, tu puoi decidere quanto lasciarti andare."
    Era una vice maschile, autoritaria sebbene piegata dall'età e da ciò che la vita aveva posto su quel cammino. La voce di Artemus Gates, che dal suo passato tornava in un ricordo. Era come lei, il punto zero della maledizione. Colui che le aveva insegnato, per primo, ad imbrigliare la lince. Colui che le aveva insegnato come erigere quella barricata all'interno della quale si era spontaneamente rinchiusa, e dalla quale non voleva altro che uscire.
    Lasciò che le sue mani venissero trasfigurate da affilati artigli. Cercò di non guardarle, mentre la trasgormazione avveniva. Erano solo uno strumento, solo uno strumento, ed erano adesso così simili a quelle dell'altra Fianna, imprigionata nel terreno. Con attenzione chirurgica, si sporse ancora verso quel viso martoriato, parzialmente coperto dal muso senza vita del felino. E con una delicatezza che nemmeno sapeva di possedere, iniziò a recidere quei punti. Era come estraniata dal mondo, in quel momento. Sapeva solo che voleva toglierli, che voleva togliere quella cosa dal suo terribile alloggiamento. Uno, poi un altro, dopo un altro.
    «Sei come il wampus.»
    Disse, d'un tratto, senza realmente riflettere su ciò che stava dicendo. Era concentrata su quello che stava facendo, eppure una parte della sua mente aveva vagato fino a quell'associazione, e non aveva potuto fare a meno di esternarla.
    «La leggenda dice che il wampus fosse una donna, una donna indiana. Ella indossò la pelle di un puma per nascondersi, e per ciò gli dèi la punirono, trasformandola nel wampus.»
    Era una leggenda che aveva ascoltato molte volte, ad Ilvermorny. Era tipica del Nord America, qualcosa il cui fondamento era in realtà abbastanza ridicolo. Lanciò un'occhiata al suo wampus fatto di luce. Non ci aveva mai riflettuto sopra, se non in quel momento. Era forse per questo, che quella creatura ricorreva nella sua vita? Per quella storia vi si era riconosciuta, fino a farne simbolo e bandiera?
    «È sempre la punizione di un qualche dio incazzato. Come lo è stato per noi. Stessa cosa.»
    Già, a stessa cosa cosa, soltanto nel loro caso la colpa l'aveva qualcuno che non era mai stato punito in orima persona. E non era stato un dio in collera, ad imporre quella magia antica, quanto una tribù di fanatici. Dettagli, no?
    «Si fossero infilati le mani nel culo, invece di farci questo.»
    Ringhiò tra sè, mentre iniziava a sollevare quella maschera horror dalla pelle della sua gemella. Poteva scorgerne il viso, adesso. La pelle era martoriata dove i punti avevano penetrato la carne, sangue fuoriusciva in più di una ferita. E quegli occhi, uno differente dall'altro, la guardavano giudici.
    Ipocrita.
    Non erano tanto quegli occhi a sussurrarlo, quanto la sua stessa coscienza.
    Sei solo un'ipocrita, Fianna.
    Continui a dare la colpa ad altri, quando quella che non riesce a gestirsi sei tu. Tu e nessun altro. Tu, che ti ingabbi da sola, che ti infanghi e ti recludi solo per ciò che il mondo pensa di quelli come te. E poi pretendi che ciò non sia vero.
    Abbassò lo sguardo, evitando quello dell'altra. Stava perdendo la via, in quella lezione, lo sentiva. Stava perdendo completamente contro se stessa.

     
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    Tristan
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    Cerchi di saltare l'avvallamento che sta cerando il tuo doppione (cd37) e riesci così a scansarlo senza troppi problemi, insomma è il tuo doppione conosci perfettamente le sue mosse. Utilizzi il depotenziamento fisico (cd35) riesci così a schivare senza alcun problema i suoi colpi (cd35-2). Utilizzi l'akti fos (cd35) per potenziare il successivo praesidium (cd35-2). Il tuo gemello improvvisamente è disorientato, il fatto che sei riuscito a sfuggire ai suoi attacchi con tanta facilità lo fa incazzare alquanto. Dopo un discorso che se possibile lo ha reso ancora più figo di prima il tuo riflesso sembra fermarsi, non ti attacca, però non puoi essere sicuro che non lo faccia di lì a poco (dunque, no non hai ancora finito sorri). Bravo. Belle parole. Sembri tanto maturo, ma io so cos'hai dentro e non c'è niente di semplice come dici tu. Questa rabbia non è semplice. Questo odio che provo non è semplice. La solitudine non è semplice. Quindi dimmi tu, visto che sembri tanto calmo, tanto sicuro di te, cosa dovrei fare? Dovrei semplicemente ignorare quello che provo, reprimerlo, portarmelo dentro e cosa? Speri davvero che possa scomparire? Se almeno lo caccio fuori dopo mi sento meglio, anche se per poco.

    Nome: Globo luminoso
    Requisiti: 28 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: Il mago concentra tutta la luce presente nell'ambiente (raggio massimo di 500 metri) creando un globo luminoso. Può essere utilizzato sia all'aperto, che al chiuso in un ambiente buio per generare una luce che possa illuminare la strada.
    Nota: se usato per attaccare colpisce anche esseri intangibili e ombre, ha lo stesso effetto di un'energisfera.
    Formula: lux quaero
    Movimento: Aprire il palmo davanti a sé e pronunciare la formula, il globo di luce leviterà a pochi centimetri dal palmo, avrà la stessa consistenza del vetro fuso e sarà possibile oscurarlo mettendolo in un sacco, o in una tasca, a seconda della grandezza del globo, che a sua volta dipende dalla quantità di luce compressa.


    Christian

    Finito!
    Complimenti ora sei anche tu un custode della luce!

    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé


    Aleks
    Bonus post: 35

    Cerchi di schivare il colpo telecinetico (cd40: 35+2[velocità]+13) e ci riesci con una certa agilità. Spegni il fuoco senza problemi (cd35). Chiedi una possibilità e (oltre ad aver fatto commuovere danny che è l'uomo delle seconde terze centesime possibilità) il tuo riflesso sembra concedertela. Straordinariamente le tue parole richiamano in lei un senso di perdita che la priva del desiderio di combatterti ancora. Annuisce, non riesce a dire molto (anche perchè io ho un po' i lacrimoni), eppure nei suoi occhi puoi leggere il desiderio di essere difesa e di trovare la forza per difendersi da sola.

    Skill sbloccata:

    Nome: Scudo di luce
    Requisiti: 26 seconda lezione magia bianca
    Descrizione: la luce circostante viene conglomerata in uno scudo di diametro pari a 60 centimetri in grado di parare proiettili di sangue, o armi di sangue. Una volta colpito si infrange
    Durata: un'azione, può essere usato una sola volta
    Movimento: piegare l'avambraccio davanti a sé


    Noah

    Seppure una pietà molto perversa, più simile al ribrezzo che alla compassione, Noah sta trovando la strada, mi dispiace, ma per quanto Danny sia sconvolto, vuole continui a parlare con se stesso (perchè lui la pietà la conosce bene e ne prova d'infinita per noah) perchè sa che può completare la lezione deve solo insistere un po'. Farlo sfogare finchè non è stanco di urlarsi in faccia forse aiuterà. Se ti sei rotta le palle appendi tranquillamente, ti do 26 comunque, ma devo seguire quello che vuole danny per una questione di principi personali xD

    Tutte le azioni vanno a segno quindi via, andiamo con il discorso diretto:
    Eccolo che fugge di nuovo! Vai via, scappa. E' l'unica cosa in cui sei bravo, non è vero? Scappi da me, da te, da Kaylee, dalla tua vita, dalle tue responsabilità, ah si giusto anche dai tuoi genitori, da tua sorella, da Joachim, ho dimenticato qualcuno? Sai la lista è lunga è facile sbagliarsi AntiNoah si rialza barcollante. Vuole ferirti, ha negli occhi lo sguardo da predatore notturno che conosci bene, e anche se non è trasformato in licantropo è come se in quel momento ti stia per saltare alla gola. C'è della crudele ironia nel fatto che sei un viaggiatore spaziale, è ovvio se ci pensi, puoi scappare più velocemente, scomparire alla velocità della luce, così che tu non debba affrontare niente e nessuno. Adesso non vuoi affrontare nemmeno te stesso. Eppure il compito era semplice, avere pietà di me. Guardami! Faccio pena, mi faccio schifo da solo. Fa schifo anche a te guardarmi, non è vero? Vorresti poter girare le spalle e semplicemente dimenticarti che esisto. Beh caro mio, non basterà, non basterà mai. E' l'occasione migliore che hai di rimettere le cose a posto, di odiarti giusto un pochino di meno e tu la stai sprecando! Ma la verità è che tu sei il re delle occasioni sprecate. Tu semplicemente le getti via, le distruggi se necessario. Se ti cercano perchè sono preoccupate per te, tu semplicemente fai in modo che non ripetano mai più l'errore. Dico bene? Perchè è questo che hai fatto, cosciente o meno, hai mandato a monte un'occasione, l'occasione di poter afferrare una mano tesa. Ma a te non piacciono le mani tese, tu sei l'uomo che se la cava da solo. Bel lavoro che stai facendo. Davvero. Sei un fallimento persino nel renderti conto di quanto ti fai pena.

    Fianna

    Tu come noah sei un altro bellissimo rompicapo.
    Si, forse ti stai perdendo mormora l'altra. Sembra aver letto nei tuoi pensieri, eppure forse erano anche un po' i suoi. Però ti stai anche ritrovando. Insomma quel coso me l'hai tolto. In un certo senso penso significhi che te ne stai liberando anche tu, no? Forse sei solo in mutamento, per questo ti sembra di perderti. Stai semplicemente diventando qualcosa di diverso. Non so se è peggiore, o migliore, in realtà non mi importa saperlo, vorrei solo poter essere me stessa, non dovermi sempre trasformare in qualcosa che non sono io. Poi penso che in fin dei conti sono sempre io quella che cambia e a quel punto non so più dove sia il confine che stabilisce chi sono. Gli occhi del riflesso si portano sul wampus, ha la stessa espressione che avevi poco prima mentre guardavi il tuo daimon. Mi piace l'idea che io sia un wampus. Riporta lo sguardo su di te. Facciamo un patto, io smetto di lottare se tu inizi a cercarmi invece di scappare. Cercami come cercheresti un paio di chiavi. Ripercorri i tuoi passi, cercami tra i tuoi ricordi, parla con le persone con cui ho parlato. Torna indietro e magari funziona come con la storia, afferri il patterni di cambiamento e allora potrai prevedere chi diventerai. Forse ti sentirai meno persa ogni volta che ti trasformi, magari inizierà persino a piacerti trasformarti
     
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    Chierica Applicata - 22 anni - Lycan
    Vide il suo riflesso avventarsi con rabbia e violenza verso di lei, nonostante fosse riuscita a librarsi in aria e mantenere la levitazione abbastanza alta. Ci mise un po', ma dopo ripetuti tentativi a vuoto, l'Anti-Lara si decise a parlare, più che tentare di ucciderla.
    Guardami! Tu forse non sarai un mostro, ma io lo sono. Io sono un mostro. Non riesco a pensare ad altro che a spezzarti il collo e divorarti la carne dalle ossa. Sono un dannatissimo mostro. Voglio tornare ad essere la ragazza di prima, quella che non deve temere la luce della luna, quella che non conosce questo dolore. Vorrei poter essere di nuovo me stessa, ma non posso. A me la possibilità di essere normale è stata negata per sempre, senza che abbia potuto fare nulla per difendermi. Noah ha distrutto la mia vita, la nostra vita
    Le sue parole arrivarono reali e dure come la roccia. Tutto quello che diceva lei, Lara non aveva potuto fare a meno di pensarlo. Anche ora, in quello stesso momento, una parte di lei continuava a credere a quello. Una rabbia iniziò a montare, rapida e quasi imprevedibile. Eppure... eppure.
    Non farti vincere dalla rabbia, sii forte. Sii te stessa.
    Le parole di Verdra, lo spirito elementale di acqua che si era legata a lei, la distrassero dall'emozione crescente. Era vero. Non poteva permettere alla rabbia e alla sua nuova natura di cambiarla così radicalmente. Un tempo non ci avrebbe messo niente a rassicurare quel riflesso. Ripensò a suo nonno, ai suoi fratelli...a Sam. A tutti loro doveva ogni singolo sforzo per non essere quel mostro che tanto temeva di essere. Per cui provava così tanta pena. Lentamente, iniziò a indebolire la levitazione, per cercare di avvicinarsi, senza però distrarsi; al minimo cenno di pericolo, avrebbe utilizzato nuovamente energia per risollevarsi fuori portata.
    Noah è solo una vittima, come te. Come noi. Tu sei me, so come quello che provi. So quello che senti. Rabbia, dolore, frustrazione. Persino con Sam, lei che fa parte di me da così tanto tempo e il solo pensiero di farle del male mi fa vomitare...eppure nelle notti vicine alla luna piena, ho paura, penso cose cattive. Sai quanto Brody si senta in colpa, ti sei trasformata anche tu insieme a me, sai quanto sia impossibile per noi trattenerci in quello stato. Non puoi dargli colpe che non ha, non era lui. Ci ha accolto nel suo branco, con Jo e Joelle. Nonostante tutto, abbiamo delle persone che ci amano. Non perderti questo, non permettere a tutto questo di sovrastarti; ci sono io, lo faremo insieme. Non potremo cambiare ciò che siamo diventate, ma possiamo imparare a rimediare, a curare, a salvare altri. Possiamo diventare più forti per proteggere chi, nonostante chi siamo, ha scelto di starci vicino.
    Grazie a Destino Comune, fece apparire sul piano Verdra, lo spirito di acqua che poco prima era intervenuta.
    Questo mondo è crudele e senza pietà. C'è del buono, del bene però. C'è del buono in noi, ancora. Sarà la nostra rosa nella teca di cristallo da proteggere. (Se non la capisci shame on you <3)
    Vieni con noi. Non sei sola. Rivolgi questa rabbia contro il Male, fa si che possa essere usata per il Bene.
    Era ormai abbastanza bassa da toccarla. Bastava allungare una mano. Seguendo l'istinto, Lara iniziò a cantare, una musica celtica nella sua memoria che le faceva seguire l'intonazione corretta. Ancora una volta il nonno correva in suo aiuto.

    Open your eyes with me
    See paradise with me
    Awake and Arise with me


    Allungò la mano, aperta e tesa a mo' di offerta, un largo sorriso mentre le noti e le parole fluivano con la sola intenzione di calmare lo spirito del riflesso..il suo stesso spirito.

    I bring you the morning
    I bring you the sun
    ...
    I give light to the world,
    I give sight to your eyes


    Le parole della canzone parlavano della Luna, del Sole, dell'Alba. Lei considerava la Luna una nemica. Lara sarebbe stato il suo Sole.


    Lara Lilnoir [ sheet ] í‚ Alcuni legami superano vincono su tutto
    [ code by psiche ]


    Usa fondamentalmente solo l'empatia musicale
     
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    “S
    tai semplicemente diventando qualcosa di diverso.”
    Non sembrava più sul piede di guerra, una specie di amazzone uscita dalla mente di qualche regista psycho-sadico. Senza quella robaccia addosso, le assomigliava decisamente di più. Fianna alzò lo sguardo su di lei, riconoscendo per la prima volta la propria voce uscire dalle labbra dell'altra. “Diverso”, diceva. No, non riusciva a comprendere.
    Per quanto si sforzasse, non riusciva a vedersi in mutamento, come sosteneva la sua controparte. Vedeva solo un oggetto infantile come una trottola, troppo impegnata a muoversi freneticamente per stare in piedi, ma impossibilitata dalla fisica ad andare da nessuna parte. L'unico destino che attendeva un oggetto simile era quello di esaurire la forza ad un certo punto, accasciarsi e semplicemente arrendersi all'evidenza dei fatti.
    “Vorrei solo poter essere me stessa, non dovermi sempre trasformare in qualcosa che non sono io. Poi penso che in fin dei conti sono sempre io quella che cambia e a quel punto non so più dove sia il confine che stabilisce chi sono.”
    La guardò allora, ma lei aveva lo sguardo altrove, sul daimon che argenteo si muoveva sinuoso a poca distanza da loro. Su quel volto martoriato vide il suo stesso sguardo, lo sguardo di chi osserva il proprio simbolo, e solo in esso riesce a riconoscere una briciola di sé. Si sentiva davvero un'idiota. In poche parole la situazione si stava ribaltando completamente. Una parte di lei ancora voleva ribellarsi, decidere per partito preso di non avere nulla a che fare con quella ragazza sfigurata, mentre un'altra metà si rivedeva in ogni singola parola che aveva ascoltato, ed avrebbe solo voluto piantarla con quel maledetto atteggiamento difensivo. Perchè non ci riusciva? Era una dannata contraddizione, il desiderare qualcosa così intensamente, e non riuscire semplicemente a farla. Eppure non era stato difficile aprirsi senza un motivo, senza un perchè, con un ragazzo completamente sconosciuto. Ma forse era precisamente quella la chiave: più conosceva qualcuno, e più tendeva ad allontanarlo. E questo valeva ancor di più per se stessa. Immaginò che l'altra Fianna avesse avuto ragione fin dal primo minuto, quando le aveva detto che aveva paura. Era vero. Lo aveva negato, ma era assolutamente vero.
    “Mi piace l'idea che io sia un wampus.”
    Riportò a quel momento i propri pensieri, affollati come non mai. Era una frase così diversa dal tono che avevano avuto l'un l'altra fino a quel momento, che quasi strappò a Fianna un mezzo sorriso.
    «Anche a me.» Sussurrò, abbassando nuovamente lo sguardo mentre l'altra lo stava cercando. Non avrebbe voluto dirlo, le era letteralmente scivolato via dalle labbra in un fil di voce. Lo intendeva, ma per qualche motivo si sentiva quasi in imbarazzo, in difetto ad esprimere verbalmente quel pensiero.
    “Facciamo un patto, io smetto di lottare se tu inizi a cercarmi invece di scappare. Cercami come cercheresti un paio di chiavi. Ripercorri i tuoi passi, cercami tra i tuoi ricordi, parla con le persone con cui ho parlato. Torna indietro e magari funziona come con la storia, afferri il pattern di cambiamento e allora potrai prevedere chi diventerai. Forse ti sentirai meno persa ogni volta che ti trasformi, magari inizierà persino a piacerti trasformarti.”
    Alzò lo sguardo, il volto inclinato da un lato. Era confusa.
    Un patto, stretto con il suo riflesso. Ne era abbastanza sicura, nulla di ciò che le era stato proposto rientrava anche minimamente nelle istruzioni date dal professor Callaway. Storse appena un lato delle labbra, indecisa sul da farsi. Indecisa se fidarsi, indecisa se credere a quelle parole che sembravano assurde. Come avrebbe mai potuto piacerle, trasformarsi? Non credeva fosse davvero possibile, anche se... era accaduto, una volta. Ma solo una volta, nelle foreste di Clearwater. Un giorno in cui non c'era nessuno all'infuori di lei, in cui nessuno era lì per guardarla, per giudicarla, nulla. Non c'era Artemus Gates con i suoi consigli al sapore d'ordini, non c'erano i suoi genitori con quel modo di fare impacciato di chi ha tra le mani qualcosa che non sa assolutamente come gestire. Non c'era nessuno che si aspettasse nulla da lei, né la feccia mutaforma, né la studentessa che avrebbe fatto meglio a mantenere un basso profilo, né la ragazza irlandese che spilla birra e canta le note di un reel. Non c'era nessuna gabbia a circondare nessuno, solo un mare d'alberi e tutti i rumori ed i profumi della foresta. Ma non c'era evoluzione nel rifugiarsi in una foresta isolata, e lo sapevano entrambe. Quello che intendeva l'altra Fianna, sospettò, era una trasformazione intesa in un senso molto pià profondo che non solamente il loro status di mutaforma. Non riusciva a cogliere esattamente cos'avesse in mente, e se una cosa l'aveva imparata nella vita fino ad allora, era che tutto sommato era in grado di prendere delle decisioni davvero pessime, e che se c'era una persona di cui non sarebbe stato molto saggio fidarsi, per quanto la riguardava, era lei stessa.
    No, decisamente, ora era sicura che non fosse quello che intendeva Callaway quando aveva detto loro cosa avrebbero dovuto fare.
    «Sai cosa? Aye. Ci sto.»
    Pose le mani sul terreno, e di nuovo ricorse all'alchimia per liberare definitivamente la sua copia dal terreno in cui l'aveva imprigionata, alterandone nuovamente la densità.

     
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    Noah Joseph Brody
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    Scappare, era un'emblema ormai, una caratteristica iconica nella personalità sfuggente di Noah. Se qualcuno lo avesse dovuto descrivere con estrema sincerità, qualcuno che lo conosceva davvero, probabilmente avrebbe detto che l'inglese era un vigliacco... Noah però si circondava di persone che lo trattavano meglio di quanto lui meritasse, fu infatti quella la prima volta, in cui si sentì dire da qualcuno al di fuori della sua testa, la cruda verità. Avrebbe voluto voltargli le spalle, andarsene e smettere di ascoltare quella voce che continuava a urlare autenticità che ferivano il suo orgoglio, ma il professore non gli rispose e nonostante stesse attendendo di tornare alla realtà, non accadde niente. Era evidente che Callaway si stesse divertendo a vederlo in quelle condizioni, era forse curioso di vedere dove sarebbe arrivato?
    Noah abbassò lo sguardo sull'altro se stesso, carico di quel sentimento nuovo che aveva appena conosciuto e che non riusciva a comprendere a fondo. Si sentiva accusato, e per quanto quelle accuse fossero esatte, sentiva di poter controbattere, sentiva, per una volta, di potersi difendere da un giudizio in parte scorretto: perché ciò che aveva vissuto era lì e sempre lo sarebbe stato, pesando come un macigno sulla sua schiena, ma adesso sentiva di poter recuperare ciò che aveva perso e ci stava provando « Io ho smesso di scappare dalla mia famiglia » asserì con tono sicuro, lo sguardo serioso come se stesse pronunciando parole impossibili da recriminare « La mia vera famiglia, intendo, ci sono per Jo, ci sono per Isobel e ci sono per Winter, persone che non mi hanno mai deluso, al contrario dei miei genitori » continuò con veemenza, toccava a lui parlare dolo quel monologo di rimproveri « Ho affrontato tutto il cazzo che dovevo affrontare, ma con Kaylee è diverso e lo sai, è semplicemente meglio che io sparisca dalla sua vita per evitare di farla soffrire ancora » il suo viso si rabbuiò di vergogna al ricordo di ciò che aveva fatto, ma Noah ci credeva davvero in quelle parole, nonostante ci fosse un fondo di incertezza intrinseca che affiorava ogni volta che parlava di lei, sperava di aver fatto la scelta giusta tagliando i contatti con la ragazza, malgrado le parole del suo doppio riuscirono a fare breccia in quel sotto testo di precarietà.
    Era davvero giusto? o era solo un altro disperato tentativo di scappare dopo l'ennesimo casino? l'aveva davvero distrutta e poi gettata via? Proprio quella ragazza che non riusciva a comprendere, ma che a volte, riusciva a vedere in un modo così tremendamente chiaro. Proprio lei che tra tutti, aveva rifiutato di aiutarlo, aveva rifiutato una richiesta d'aiuto così sofferta di cui Noah non aveva mai capito le motivazioni e che l'aveva spinto a odiarla.
    Strinse le palpebre in una morsa stretta, come a cercare un po' di chiarezza in tutte quelle domande, l'unica cosa di cui era certo era che si stava impegnando per Winter, per Jo e per Isobel, era una certezza che lo aiutò a non crollare in quel momento. In quelle accuse cariche di sarcasmo, in quella valanga di parole, Noah si sentiva perso e si passò una mano sul viso guardando il suo clone dagli spiragli tra le dita « Hai torto » asserì infine ritrovando una lieve certezza perduta « Ho chiesto aiuto a Kaylee e sai cosa, ho sbagliato! » la mano scivolò al fianco e dalle labbra di Noah, piegate in un repentino sorriso, uscì una flebile risata smorta « Lei invece ha fatto la cosa giusta rifiutando, perché tutti quelli che provano ad aiutarmi finiscono male, hai torto, perché continuerò a cavarmela da solo, chiedendo aiuto ho sempre fatto e sempre farò soltanto danni » non era una nuova consapevolezza ma qualcosa che sapeva da sempre e su cui non sarebbe riuscito a cambiare idea, pronunciare quelle parole lo aiutarono a riacquistare un po' di stabilità « E Dio solo sa quanto mi faccio pena ma non per questo sarò clemente verso di me, non lo merito da nessuno, soprattutto da me stesso, sarebbe un insulto verso tutte le persone che ho fatto soffrire » e quell'ultima frase sgorgò dalle labbra dischiuse come un fiume in piena, sicuro della sua direzione, certo di ciò che avrebbe causato se lasciato straripare.
     
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