-
.Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017
Edited by •Lithium• - 14/10/2017, 12:34. -
.before me, you rightly tremble.
but, fear is not what you owe me.
you own me awe.James Manson entra nella casa di Dio prendendo un lungo respiro. Si ferma sull'uscio, le mani infilate nel lungo cappotto scuro, mentre assapora ogni angolo che i suoi occhi riescono a cogliere. Non c'è grazia quando riprende il cammino, percorrendo la navata con l'eco dei suoi passi ad accompagnarlo, impregnati in un sorriso Profano. Si gode ogni istante in cui la sua presenza macchia la purezza di quel luogo, portando in ogni respiro un sacrilegio che sente trasformarsi nella gioia di una vendetta nel petto. Dio, dall'alto dei Cieli, non può impedirgli di entrare lì, non può contrastare la sua avanzata che procede mentre sfila le mani dalle tasche, inspirando ancora a fondo, gli occhi socchiusi e il mento che si alza fiero. Un figlio ripudiato, un figlio ignorato che, passo dopo passo, si prende una rivincita innalzandosi sempre più verso lo scranno ingiustamente occupato dal Padre. Anni prima, un tempo che si perde nell'annullamento e nella negazione di un passato che non sente più suo, ha giurato su un altro tempio di prendere tutto ciò che gli spetta, di strappare dalle mani di Dio stesso ciò che di diritto è suo e, adesso, all'apice di un'Ascesa indomabile, è andato a gongolare per ricordargli che la promessa è ancora valida. Presto è quello che i suoi occhi imprimono sulla croce quando si ferma, le braccia leggermente divaricate a mimare la posa del Cristo, blasfemo in ogni gesto. Piega la testa a destra e sinistra, scrocchia il collo mentre accarezza ancora una volta la Chiesa con occhi vispi, illuminati da una luce inquietante e quasi folle. Non c'è quasi nessuno a quell'ora. Il silenzio regna sovrano, interrotto dallo scrosciare della pioggia che lieve oltrepassa le vetrate, insinuandosi nello spazio sacro come a sottolineare quanto il potere detenuto da Dio sia solo la pia convinzione di un ingenuo. Dio non può nulla e il potere è degli uomini. I suoi occhi si fermano per qualche istante, scruta la nuca e la schiena di una figura che non porta con sé la tipica reverenza che si aspetterebbe di trovare in un adepto fedele. Lo incuriosisce, ma in quell'ora tarda e sola chi entra nella casa del Padre ha un conto in sospeso con lui. Può quasi rivedere una versione più piccola di sé stesso, le mani che da giunte si trasformano in pugni serrati mentre una rabbia che non conosce confini si mischia alla delusione più profonda. "Perché?" Una domanda che lo ha assillato per anni e che, all'improvviso, aveva una risposta. "Non gli importa". Tronfio il Signore siede sul suo trono e pretende il rispetto e l'ammirazione, pretende teste chine e mormorii che accrescono il suo orgoglio, pretende la reverenza più totale e l'obbedienza più dolorosa. Ha creato l'uomo e il peccato ed ha condannato entrambi gettandoli nell'empietà dell'imperfezione, gioendo dei poveri stolti che ancora non comprendono quanto l'ipocrisia di quel Dio sacrifichi le loro vite ad un Altare vuoto. Si fermerebbe a questo, ma c'è altro che imprime quella sagoma nelle sue iridi. Qualcosa che spunta fra le sue mani, richiamandolo con un grido che è impossibile ignorare. Abbassa le mani, lascia che ricadano dritte lungo i fianchi mentre riprende a camminare con lentezza. Lancia solo un ultimo sguardo in alto, superando il Cristo per raggiungere la vera essenza di Dio con una sfida che rimane in sospeso fra di loro, ma che sente recepita e gli da un fremito che si fa quasi incontrollabile. «Ti dispiace?» non aspetta una risposta, prende posto aggiustando il cappotto sul legno, portando le mani in grembo mentre lascia che un profondo respiro scivoli dalle labbra dischiuse, gli occhi che si abbassano fino a scrutare i piedi leggermente divaricati. Una posa che è volutamente scomposta, come ad accentuare la dissacrazione della sua presenza. «Non dovresti compiere simili trucchi in un luogo simile. Per quanto ti sembri vuoto c'è sempre qualcuno che ti osserva» non si volta subito, aspetta qualche istante mentre alza ancora il capo, puntando lo sguardo di fronte a sé prima di spostarlo sul ragazzo. «Oggetto interessante, comunque. Mi chiedo come un giovane come te sia riuscito ad ottenere un simile cimelio» il sorriso che gli piega le labbra resta impresso mentre accenna con il capo alla spada, facendo saettare per un istante gli occhi sulla sua lama prima di tornare a guardare il ragazzo.narrato ♔ «parlato» ♔ "pensato"SPOILER (clicca per visualizzare)Madonna mi vergogno un poco.................
PSONEEE se me so dimenticata qualcosa di pattuito a parte picchiarmi dimmelo, che io ho un problema chiamato alzheimer galoppante <3. -
.Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017SPOILER (clicca per visualizzare)TUTTO PERFETTO AIUTO TANTO AMORE.
Ps: scusa, dovevo proprio risponderti e sono andata di frettissima ma non potevo aspettare quindi insomma ecco. -
.before me, you rightly tremble.
but, fear is not what you owe me.
you own me awe.Una risposta che gli porta un nuovo sorriso alle labbra. Gli piace la reattività, gli piace anche che a pronunciare la frase quasi accusatoria sia un tono piatto, un contrasto che scivola piacevole sul palato e nelle orecchie. Decifrare le persone, scoprirle, è ciò che più gli crea piacere. James Manson vuole conoscere ciò che ha di fronte, individuare gli stretti spazi in cui può infilare dita fameliche, serpeggianti come le silenti ombre che si allungano al tramonto. Si concede un secondo per guardarlo, gli occhi che si assottigliano appena, ma è la sua domanda quella che gli fa intuire di aver colto un punto saliente con la sua prima osservazione. C'è una ribellione sottile in quello che ha detto, pacata nel suo essere violentemente chiara. Lì, sotto il naso del Signore, lo sfida a mostrarsi, cercando nella disperazione di una punizione una conferma che sa non arriverà, ma che comunque brama in silenzio. Il sorriso si allarga e trattiene a steso una risata, che silente si accende nel suo sguardo. «Dio?» lo ripete riempendo di ironia la sua voce, lasciando che l'ilarità si annidi nel tono mentre scuote il capo. «Oh, no ragazzo. Al Grande Padre non credo interessi l'umile vita di un suo figlio» una realizzazione che deve aver già piantano il suo seme da qualche parte nell'animo del ragazzo, eppure è lì e ancora lancia una guerra muta in cerca di un appiglio. La crisi è dietro l'angolo, può sentirne l'odore pungente e la sensazione sulla pelle. L'ha vissuta lui stesso, anni addietro, e ne scorgerebbe i segni come un Parroco che, devoto, porta a sé le anime smarrite, pronto a coglierle in tempo per far ritrovare loro la retta via. Ma James è il Pastore di sé stesso e l'unico verbo che diffonde è il suo. Non è altro che uno spettatore nel muto conflitto che insorge fra lui e Dio, eppure non resta ai margini. Inspira di nuovo, alza gli occhi fino a spostarli sulla Croce con lentezza, le sopracciglia che si rilassano mentre scruta il segno del Sacrificio atto ad ingigantire un'ego smisurato e a far credere all'Uomo di essere importante. Vivono nell'Ombra di un'indifferenza colossale, troppo piccoli perché Lui riconosca nomi e volti eppure, in una maniera che è quasi poetica, il terrore di quel contatto percepito come intimo è in grado di piegare sotto un volere ferreo una vita intera, trascorsa a testa china seguendo dogmi precisi e insensati. “e Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza” Il suo sguardo dissacra quella figura un tempo amata, adulata con una veemenza totale. Ora, invece, nei suoi occhi giace uno scherno sottile, mentre scrutando ogni minima imperfezione dell’Icona Sacra senza timore. Alza appena lo sguardo, ancora più su, superando Cristo per raggiungere l’entità distorta che spasima per governare le sorti del mondo, ma che non può nulla ora, né mai. Non contro di lui. Dio è un uomo opulento e impigrito, pretenzioso nei suoi dogmi quando ipocrita. «Io ti ho osservato, e l'occhio di un Uomo è di certo più profondo dell'occhio di un Dio» torna a guardarlo chinando appena il capo, per scrutarlo dal basso un istante appena. Il suo occhio supera quello di Dio, perché al contrario di quello del Signore quello di Greed affonda nell'animo umano e se ne nutre. Sprofonda in un'intimità violenta e totale, si annida fra le ombre, consistenza più pura e reale dell'essere. Si china appena in avanti, porta una mano a lisciare la barba che, incolta, inizia a spuntare sulla pelle del volto. «Non sono altro che un amateur, di certo ne so meno di chi lo possiede» mantiene un tono che non è vago, ma neanche sembra volersi approfondire. Quando Aaron è entrato nella sua vita, un giorno che ancora ricorda con un misto di gioia e odio, gli ha mostrato una realtà fatta di Dei e Uomini. Dei reali. La fede è crollata, sbrindellata da una certezza che si è fatta strada con violenza nel suo animo. Dio esiste e ci ignora. Eppure, non per tutti quel concetto era una realtà atterrante. C'era chi, immeritevole, si innalzava nella sua Luce brillando come un sole di maestosità. Non lui, relegato nelle Ombre più scure di una notte perpetua, troppo lontano dal suo sguardo per poter anche solo immaginare la Beatitudine. Si rimette composto, concentrandosi per un istante sulle pieghe del cappotto, le liscia con una disinvoltura che si mischia ad una scenica attesa. «Eppure, so che è l'arma di un Angelo, o di un loro prediletto. Sei giovane, permettimi di dire che è strabiliante vederti con una simile arma» si concede un secondo, una pausa ponderata che lascia un silenzio quasi sacro ad aleggiare nel luogo. Ha studiato quell'arte come ha studiato la Bibbia. Ne ha sviscerato l'essenza per accrescere un'odio profondo, divenuto ragione di vita e, successivamente, Genesi. La sua Genesi, più Maestosa e grandiosa di tutte le altre. «Eppure, non mi sembri in pace con il Signore, è un contrasto interessante tanto quanto ovvio per un occhio attento ed abituato a certi...problemi» una nota finale che tralascia la traccia di una similitudine appena accennata. Riporta una comprensione sottintesa, fatta di sensazioni condivise pelle su pelle. Come il Serpente nell'Eden, aspetta paziente, insinuandosi fra le spire del dubbio pronto a cogliere il punto esatto in cui ogni cosa cederà al suo tocco.narrato ♔ «parlato» ♔ "pensato"SPOILER (clicca per visualizzare)....SCUSA OK, ma anche con i vari disagi causati da internet (e forumfree che ci mette il suo) io dovevo postare ma davvero scusa per questo coso ecco :'). -
.Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017SPOILER (clicca per visualizzare)Prima o poi troverò l'immagine giusta....
-
.before me, you rightly tremble.
but, fear is not what you owe me.
you own me awe.Non si è spostato, il ragazzo, un segno che di per sé vuol dire molto. Non ha ricercato i suoi spazi, non si è allontanato da una presenza estranea. Sebbene la chiesa sia vuota, sebbene lo spazio di fuggire anche solo per qualche centimetro non manca, è rimasto lì, complice di quella vicinanza. Già questo, da solo, può suggerire infiniti dettagli che gli regalano la certezza di trovare, al suo fianco, chi ha già abbandonato la cullante certezza della fede, o forse chi l'ha solo cercata senza mai riuscire ad abbandonarsi a quel vuoto con libertà. «Siamo tutti marchiati alla Nascita, non è forse così? Lui ci ha fatto peccatori» il più grande controsenso umano. Dio avrebbe potuto creare un mondo perfetto, lindo e pulito, deturpare ogni male alla radice, eppure ricrea con mani consapevoli la sporcizia che aberra. «Dio è un padre egoisticamente esigente: vuole che imploriamo il suo perdono pur sapendo che non sarà mai concesso» sacrificio. E' quella l'unica parola chiave di quel Signore esigente. Un sacrificio immane, immenso, che non conosce limiti. Lo stesso chiesto agli empi quanto alle anime più pure, che abbassate con la fronte sul terreno, stese ai suoi piedi, non ricevono neanche l'ombra del suo sguardo. Anime che si perdono nel suo segno. Dio non è un capo, non è un uomo, non è niente. Un vecchio seduto su un trono che ricorda tempi di gloria andati, ormai del tutto assuefatto dalla sua posizione di dominio. Ma il suo potere è il vacuo vessillo di una mente che non riesce ad espandersi e si concentra, così, su qualcosa senza rendersi conto che è da tempo andato. Ed è quando chi possiede una delle armi a lui Sacre arriva ad abbassarsi nella rabbia per ottenere le sue attenzioni che si comprende quanto profondamente incapace sia. Non ha più neanche la capacità di elargire le sue punizioni quelle che, in altri tempi, hanno scosso la terra e portato la paura più abissale nell'animo di chi ha infranto la sua legge. Quando la sua vendetta ha piegato l'Egitto, quando la sua parola ha scosso l'animo più duro fino a farlo sciogliere. Assaggia le sue parole in silenzio, muove la lingua sul palato mentre annuisce ad occhi socchiusi, lasciando che qualcosa di simile all'appagante beatitudine corrughi il suo sguardo. Lucifero. Si volta verso di lui, piano, lascia che la comprensione e la condivisione riempiano ogni angolo del suo sguardo. Il peccato di Lucifero ha sfiorato l'orgoglio del Padre, guadagnando così l'ascesa che lo ha condotto nell'abisso più tetro. Colui che voleva innalzarsi a Dio e rubare il suo trono ora ne ha uno suo, di speculare importanza. «Touché» sorride di più, lascia che le labbra si pieghino mentre la voce per un secondo rimbomba, deturpando il silenzio ed accompagnando lo scrosciare continuo della pioggia. «Ma la mia risposta si nasconde in quanto hai appena detto: l'ignoranza è la chiave della pace con Dio, ti sembro essere un uomo che ignora?» si avvicina un po', chinandosi appena di lato verso di lui. Si rimette dritto qualche istante dopo, sfiorando l'altare con lo sguardo mentre inspira a fondo. «No, ragazzo mio. Non sono più un devoto, ma ho vissuto gran parte della mia vita nel rispetto della Sua legge. Ma del resto, anche tu mi sembri ormai distante dalle sue grinfie. L'uomo nasce con un Dubbio, e quando scopre della certezza del Suo essere il dubbio diviene una domanda a cui non risponde. Eppure Lui è lì, da qualche parte, e chiede il rispetto assoluto senza scendere a spiegarci alcunché. Non hai torto quando dici che la consapevolezza mette tutto sotto un'altra luce. Ti ha dato quest'arma, eppure sei qui adesso in attesa di una risposta, quando sai già che non arriverà mai. Perché?» abbassa il capo, imitando la posa che un tempo assumeva per porgere le sue preghiere ad un silenzio ottuso, ma ancora una volta qualcosa di irriverente si agita in ogni gesto. «Sai cosa porta fuori dall'ignoranza? La conoscenza. Ho abbandonato gli Dei per concentrarmi su ciò che conta davvero a questo mondo: gli uomini. Il loro animo, la loro mente, le loro pulsioni.» si volta ancora una volta, lasciando che nei suoi occhi danzi qualcosa di luminoso. «Ed è per questo che mi sono avvicinato, in fondo. Curiosità. Com'è possibile che perfino chi è fra i Suoi prescelti sia qui a cercare la Sua voce?»narrato ♔ «parlato» ♔ "pensato". -
.Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017.
-
.before me, you rightly tremble.
but, fear is not what you owe me.
you own me awe.Sorride di più. Il ragazzo sembra scivolare con semplicità oltre le apparenze e James sa che è consapevole, adesso, del fatto che non sia solo un uomo curioso che cerca di ammazzare il tempo con una chiacchierata personale. La curiosità è ciò che dovrebbe spingere ogni uomo, la stessa che spinge il ragazzo a continuare a parlare, a perpetuare un dialogo che sfiora l'intimo. Come un Parroco che accoglie le confessioni del suo fedele, James ascolta ogni sua parola, calibrandola nella mente per dargli il suo giusto peso. «Sei un giovane sveglio...Gli ho fatto una promessa, e sono solito mantenere la parola data» snocciola con tranquillità il suo discorso. James Manson non teme la sincerità, l'onestà del suo essere, perché non lo aberra. Si è spogliato di ogni morale per annidarsi nella verità del suo ideale, che perpetua ancora ed ancora senza remore. «Sono assolutamente certo di aver attirato la Sua attenzione, vedi ho fatto in modo che fosse proprio così, ma nonostante tutto il Suo Giudizio non si è ancora abbattuto su di me» l'ennesima sfida silenziosa lanciata da occhi irriverenti, che consumano la Sacralità di quel luogo in ogni respiro che scivola dalle labbra. Inspira a fondo, come se nell'aria fosse appena giunto un'odore particolarmente gradevole. «E, anzi, da quando mi sono allontanato da Lui ho collezionato molti più successi che sotto la Sua guida e luce» quello che sente, ora, è un potere che annega in una voracità malsana. Sfida il Signore con ogni parola, ogni sguardo, ed ogni gesto e ancora è lì, immune alla sua Punizione. Anche Dio, in fondo, deve avere paura. Anche Lui deve essere consapevole dell'inconsistenza del suo Regno. Sorride di più, le labbra fendono il suo volto e l'aria che lo circonda e c'è qualcosa di beffardo nel suo sguardo. Non ha rispetto, James Manson, non per Lui. Non più. Se un tempo la sua reverenza era assoluta e totale, ora è la sua irriverenza a brillare come un faro nella notte. "Hai sentito? Trema al mio cospetto, temi la mia parola perché io ti sono superiore." L'immagine riemerge sotto le palpebre regalandogli un brivido che lo fa scuotere appena. Sente il piacere di quella dichiarazione fatta anni prima tornare vigoroso sulla pelle, mentre si bea in un mare di Potere e Forza. Io ti sono Superiore, non ha bisogno di dirlo ad alta voce, perché sono i suoi occhi a gridarlo ancora una volta al Silenzio Sacro della Chiesa. Si volta ancora una volta a guardare il ragazzo, ancora sorride James, benevolo e magnanimo presta il suo orecchio a chi ha qualcosa da dire. E lui ha tanto di cui parlare. «No, sono il più lontano possibile dalla pace con Lui. A dire il vero, sono in Guerra con il Signore» non teme nulla, lui. Non teme la Rabbia di Dio, perché la sua supera ogni possibile limite ed è pronta ad abbattersi su chiunque gli abbia fatto un torto. «Sono qui per ricordargli che abbiamo un conto in sospeso» non bisbiglia, non abbassa la voce. Le sue dichiarazioni escono pulite e decise, ammorbidite da un tono che si bagna nella pietà. Quella che prova per quel Dio ormai giunto alla sua fine, abbandonato, dimenticato e, presto, sconfitto. Piega appena la testa alla sua risposta, annuendo leggermente. Il Mutismo, il negarsi, punti che Lui ha creduto saldi, alla fine, sono la sua rovina. Nei silenzi delle notti di preghiera un James bambino ha chiesto il perdono, ha chiesto la pace e la misericordia. In cambio di Devozione Lui ha portato solo miseria. Ed è la prima cosa che ha odiato. La facciata da Signore della Misericordia, Dio della Bontà che in realtà non ha altro da offrire che altre pene, prove che i suoi fedeli devono passare ancora ed ancora. Sadico. Ecco qual'è la Sua vera faccia, ma al suo contrario James non nega il suo essere, non si bagna nell'acqua della menzogna. Resta a guardarlo, assapora la sua domanda e aspetta solo un istante prima di rispondere, prendendo ogni sua Realtà e imprimendola nelle parole. «Cerco la Verità. Cerco quello che viene represso, l'essenza stessa dell'essere Umano in tutte le sue splendide forme. Di loro io non faccio nulla, sono loro a fare qualcosa di sé stessi una volta che scopro per loro un sentiero» si poggia sullo schienale socchiudendo appena gli occhi. L'immagine della beatitudine che potrebbe erroneamente essere affidata al fedele al cospetto di Dio, ma James Manson è il Dio di sé stesso. «Un uomo che deve sottostare ad una Legge non sua è un uomo in catene. Io voglio spezzare ogni costrizione e liberare chiunque sia disposto a Vivere senza nessun giogo su di sé» quello che offre è la grandezza, perchè è in quella dei seguaci che si rivela quella del Dio.narrato ♔ «parlato» ♔ "pensato".