I wish He would come out

Shaw/James

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    Shaw Hynes | New York | Ottobre 2017


    Quel silenzio religioso proprio della Chiesa era prezioso, qualcosa da conservare in quanto infinitamente precario. Il silenzio vero, in realtà, esisteva solo per gli idioti, per quelli in grado di azzerare pensieri così chiassosi da risultare quasi fastidiosi a un udito che non poteva captarli. Quelli di Shaw erano abbastanza rumorosi da mischiarsi perfettamente allo scrosciare attutito della pioggia che incessante bagnava le strade di New York, impietoso. Ma la bellezza di quella musica stava nella possibilità di restare sull'attenti, vigile affinché il minimo rumore non passasse inosservato, come l'entrata in scena di chiunque avesse varcato la soglia della casa del Signore. Impossibile farsi cogliere di sorpresa in un luogo come quello, così come sarebbe stato impossibile - volendo - nascondere la propria viva presenza in un luogo morto. Non si scomodò, era più che certo che in un posto sacro la gente avrebbe quantomeno avuto la decenza di mettersi in contatto col Creatore senza andare a disturbare un fratello, perché era questo che accomunava i figli di Dio: la solitudine. Un solo uomo può poco contro un dio.
    Chiuse gli occhi senza abbassare la testa, l'udito ora concentrato su passi ovattati che iniziavano ad avvicinarsi. Avere una spada fra le gambe gli interessava poco; per la polizia comune Shaw non esisteva, eventuali minacce avrebbe potuto seminarle in un tempo così breve da potersene stare più che tranquillo, mentre altri, i suoi simili, non sarebbero nemmeno entrati in chiesa. Perché farlo? Dunque sarebbe rimasto lì a fare quattro chiacchiere con un Dio sordo, senza però porgli interrogativi che sarebbero rimasti privi di risposte. Ci avrebbe passato anche la notte, l'ultima prima di lasciarsi alle spalle il Sacro luogo, ma evidentemente la sua vita era stata programmata affinché nulla andasse secondo i suoi piani.
    «Ti dispiace?»
    Niente grida d'accusa, niente parole impietosite di un prete missionario alla vista di un giovane fradicio con in mano un'arma come quella. Solo una voce adulta, calma e priva di qualsiasi emozione, proprio come se davanti ai suoi occhi non ci fosse altro che un ragazzo. Shaw riaprì gli occhi che l'uomo aveva già preso posto accanto a lui, senza aspettare una qualche risposta. Doveva essere sicuro di sé da fare schifo.
    «Evidentemente non ha importanza.», rispose monocorde.
    Non si spostò di un centimetro se non per lanciargli una lenta ma breve occhiata. Non si scompose minimamente. La voce uscì bassa, roca per via del prolungato silenzio, ma schiarirla non gli interessava. Forse quel fastidio in gola gli faceva anche piacere, e concentrarsi su di esso per non diventare vittima di quell'intrusione improvvisa l'avrebbe aiutato a mantenersi una maschera di fredda indifferenza. La verità era che non gli importava che si fosse messo vicino a lui, nonostante ci fossero infiniti posti liberi, e il suo nervosismo serpeggiante era dato solo dal suo conflitto privato con Dio. Quindi ascoltò le sue parole, seppure tornando a guardare davanti a sé, e fu grazie a quelle che si disse che di certo il nuovo arrivato faceva parte del mondo magico, o non avrebbe individuato nell'arma un trucchetto, bensì una meravigliosa ma semplice spada.
    «Chi mi osserva?», domandò serio, inarcando lievemente un sopracciglio. Fece una breve pausa, tornò a guardare l'uomo e poi concluse la sua domanda.
    «Dio?»
    Ironico. Il tizio avrebbe potuto dire di tutto, ma aveva beccato proprio il nocciolo della questione. In una chiesa come quella non l'avrebbe visto nessuno che contasse davvero, e a nessuno fregava un cazzo di cosa lui avesse fra le mani o nella testa. Il MACUSA di certo non gironzolava per le Chiese di New York. Quanto a Dio, invece, sperava che potesse vederlo ma no, Dio non vedeva proprio niente.
    Spostò gli occhi sull'altare a pochi metri da lui, serrando impercettibilmente la presa già salda sul manico dell'arma quando l'uomo si mostrò interessato ad essa. Shaw conosceva i materiali della spada, percepiva qualcosa circa la sua provenienza ma probabilmente non ne sapeva a sufficienza. Chi si era imposto con la sua presenza, invece, sembrava saperne abbastanza da domandarsi come un ragazzo come lui fosse riuscito ad entrare in possesso di ciò che stringeva fra le mani. E questo, senza dubbio, era un ottimo amo a cui abboccare volutamente, quasi lui fosse un pesce masochista che non aspettava altro che trovare l'esca più succulenta dalla quale strappare via il verme.
    «Io invece mi domando cosa sai di questo cimelio




    TUTTO PERFETTO AIUTO TANTO AMORE.
    Ps: scusa, dovevo proprio risponderti e sono andata di frettissima ma non potevo aspettare quindi insomma ecco
     
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7 replies since 14/10/2017, 10:56   211 views
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