Drinking Man

Shay/Donovan

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +3   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Shay Delaney
    Hitman | 30 | Sheet | Song | Red Hands | Voice
    Lei era sempre lì, un chiodo fisso nella sua mente. La facilità con cui la sua sola visione, aveva scacciato i sentimenti contrastanti riguardo l'aver ucciso di suo padre, non lo sorprendeva per niente. Ellie aveva la straordinaria capacità di far eclissare ogni cosa, senza neanche aprire bocca, ogni singolo anfratto dell'esistenza impallidiva di fronte al suo essere. Allo stesso tempo, l'alone di mistero che la circondava e le incognite su qualsiasi cosa la riguardasse, lo stavano facendo uscire di testa.
    Rakhdev aleggiava poco sopra il bancone, esprimendo il caratteristico lieve ma bruciante calore di uno spirito di fuoco, illuminando vagamente di rosso la figura dell'irlandese che mugugnava riverso sul bancone appiccicoso di alcool e di chissà cos'altro « Shay, sai quando mi dici che ho un problema con la coca? » esordì all'improvviso con quella voce gutturale e roca, ricevendo in cambio uno sbuffo puzzolente di birra, quella che era stata svuotata in due sorsi da una pinta vuota accanto alla sua faccia « Ecco tu hai un problema con l'alcool, come la chiamate voi umani questa cosa? » si rivolge ad un uomo seduto accanto al suo mago, anche lui palesemente ubriaco, che risponde strascicato e impastato qualcosa del tipo "alcolismo", probabilmente troppo andato per accorgersi di star parlando con lo spirito elementale di un altro mago.
    Lo spirito pare avere un ritorno di fiamma che diventa un poco luminosa e più ampia per un attimo « Hai un problema di alcolismo » annuncia soddisfatto di aver imparato una parola nuova con cui può prendere per il culo Shay. Il mago nero alza di poco la testa, dischiudendo gli occhi e poi le labbra « Non sono un alcolizzato, mi piace bere e basta » un borbottio quasi indistinto a cui Rakh non rispose, forse perché gli arrivò totalmente incomprensibile « E poi che te ne importa, tu vorresti bruciare ogni alcolico sulla faccia della terra soltanto perché ha un valore per me » continuò a brontolare allungando lentamente la mano fino ad afferrare il boccale, senza accorgersi dell'assenza del liquido scuro all'interno.
    La fiamma si affievolì per un secondo, un grugnito pensieroso precedette un 'sì' lento nella sua pronuncia « Ma vorrei incenerire anche Ellie, e non solo perché ci tieni », Shay nel frattempo era riuscito ad avvicinarsi il boccale vuoto alla bocca e tirando quasi completamente opposto al tavolo, l'unica restante goccia gli cadde sulla punta del naso che si arricciò infastidito. Sbatté il boccale sul bancone richiamando l'attenzione del barista « Portami un'altra pinta di Guinnes cazzo » esclamò tirandosi velocemente, per quanto gli fosse possibile « Scommetto perché ha una strana influenza su di me » riportò l'attenzione sull'elementale. Era raro che si preoccupasse per lui, l'aveva fatto forse due volte in vita sua, e quella era la seconda. Non aveva capito perché pensasse che Ellie fosse pericolosa, ma in realtà non gli voleva dare ascolto, era sordo ad ogni parola su Ellie, eccetto quelle positive.
     
    Top
    .
  2.     +2   -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    1,545
    Reputation
    +698

    Status
    NEW_POST
    Shaw Hynes
    Scheda | Studente | Felix Felicis

    Se c'era qualcosa di peggiore del Felix ebbasta era Crimson al Felix. Non c'era scampo, con quel maniaco al pianoforte. Aveva sempre detto a tutti di aver suonato per persone illustri, ma era stato chiaro a chiunque fosse nel raggio di almeno venti metri quanto poco rispecchiasse il vero. Le dita tozze si abbattevano sui tasti con ben poca grazia e, tutt'intorno, il vociare era costretto ad alzarsi per sovrastare quella condanna a morte. Shaw, seppure a questo genere di serate ormai fosse abituato, non aveva ancora imparato a sorvolarle con la stoica pazienza di quelli che si trattenevano dallo spaccare una bottiglia in testa a Crimson. Eppure sapeva che, con tutto quello che si era bevuto, presto o tardi sarebbe crollato con la testa sulla tastiera e tanti cari saluti. Forse lo sapevano anche gli altri, oppure erano troppo marci per farci anche solo caso.
    « Portami un'altra pinta di Guinnes cazzo »
    Come ad esempio lui. Si chiamava Shay, era un assiduo frequentatore del Felix e fine della storia, perché a Shaw ormai interessava ben poco.
    Tenendo lo sguardo sulla figura al momento ridicola dell'uomo, riempì il calice con molta calma. In quei casi, rallentare il processo era quasi un dovere verso se stesso, per far capire che il potere non era solo del soldo ma anche di chi stava al servizio di qualcosa. Non che gli fregasse un cazzo di cosa pensasse la gente in merito, se tale Shay potesse ringraziarlo o bestemmiargli contro di certo non gli avrebbe cambiato la vita, semplicemente era un modo per ricordare a se stesso di non essere lo schiavo di nessuno.
    Una volta finito, il ragazzo prese il bicchiere e lo portò al tavolo di Shay vicino al quale rimase solo per il tempo di ricordargli qualcosa.
    «Ricordati di pagare.»
    Senza aggiungere altro, tornò a fare il suo lavoro.
    CODE&GRAPHIC BY HIME
     
    Top
    .
  3.     +4   -1   -1
     
    .

    merci pour le venin
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    1,029
    Reputation
    +860

    Status
    NEW_POST

    ╘ DONOVAN LANE ♢ SHEETVOICEROLE SONG ♢ THE ROTTEN ╛
    Ratti. Nient'altro che sudici topi di fogna ovunque riuscisse a lasciar scivolare lo sguardo gelido, con l'azzurro cristallino delle iridi sporcato e scurito dalla penombra in cui quell'anfratto di mondo era immerso. Ratti ciondolanti lungo le pareti, come spettri di quel che erano soliti essere un tempo, od accasciati contro tavoli dalle superfici luride, le dita avide serrate attorno boccali e bicchieri. Quel posto portava con sé il fetore dell'ottusità e della debolezza, emanato dai corpi di uomini balordi i cui piaceri avevano strappato loro ogni dignità. Il Felix non aveva niente, in sé, in grado d'anche solo ricordare la pozione di cui portava il nome; non nell'aspetto, non nella clientela, la quale dava l'impressione d'esser più trasandata del locale stesso, di celare un marciume nell'anima tale a quello delle assi di legno ormai consumate che caratterizzavano il pavimento. Felix Felicis... Donovan lasciò schioccare la lingua contro il palato, dando vita ad una protesta silenziosa, faticando a cogliere l'ironia nascosta in quella scelta di battesimo. Non che gl'importasse, ad ogni modo. Sollevò lo sguardo dal proprio bicchiere e dalle due dita di bourbon ormai scarso impegnate ad ondeggiare contro le pareti di vetro, inchiodando per l'ennesima volta gli occhi tra le scapole di colui che, seppur inconsapevolmente, quel pomeriggio aveva portato lì l'Irlandese. Aveva sempre saputo dove fosse Delaney, negli anni, ma la facilità con cui era riuscito a risalire a lui, un ago minuscolo nel pagliaio della criminalità della Grande Mela, lo aveva irritato. In quel buco di pub Shay pareva viverci. Incurante, disattento come sempre lo era stato. E fin troppo rilassato, per i personali gusti del moro. Doveva aver dimenticato cosa significasse avere il fiato della Famiglia sul collo; errori fatali e conseguenze, che avrebbero dovuto seguirlo ovunque come grevi catene appese alle costole e strette attorno al collo, sembravano non pesare più così tanto sulla coscienza del dublinese. Di lì a poco, la bilancia avrebbe riconquistato il giusto equilibrio. Sciolse l'intreccio delle gambe, fino a quel momento incrociate in una postura composta, ed abbandonò il tavolo recesso in fondo alla sala occupato nell'ultima ora. Serpeggiò attraverso il locale, lento, il bicchiere poggiato nel palmo sinistro e stretto tra le dita affusolate. Raggiunto il bancone, scivolò silenziosamente su uno degli sgabelli, la schiena dritta ed i gomiti pronti a poggiare contro la superficie lignea. Tra sé e Delaney lasciò un solo posto vuoto. « Fai un pessimo uso della vita che ti ho risparmiato, » sentenziò, asciutto, la voce priva di qualsiasi tono e lo sguardo ceruleo puntato dinnanzi a sé, l'azzurro gelido riscaldato adesso dal ridicolo Spirito occupato a tremolare attorno a Shay. « Posso ancora togliertela, se non la vuoi più. »
    so go to hell and tell the devil that i am not that far behind
    GLEN
     
    Top
    .
  4.     +2   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Shay Delaney
    Hitman | 30 | Sheet | Song | Red Hands | Voice
    Rakhdev fu interrotto, nella sua fastidiosa e cupa parlantina, soltanto dal barista, di cui mai si sarebbe ricordato nè le faccia nè il nome, per ovvie e alcoliche ragioni, che gli versò con una calma impudente la pinta che aveva chiesto. Ricordarsi di pagare, Shay sbuffò, aprendo a fatica la mandibola, sebbene di poco, che veniva schiacciata dal bancone dal peso del capo, il mento sfregò sul legno appiccicoso nel tentativo di parlare, o meglio borbottare parole semi indistinte « Sono una persona onesta io... » e per assurdo lo era, perso nella fedeltà che lo legava a persone idealizzate, come Manson che aveva assunto l'immagine del padre perfetto, orgoglioso di lui e immenso, che Shay non aveva mai avuto.
    Non si accorse di Donovan Lane finché non ne sentì l'incofondibile voce, raschiata nella più totale apatia, pensò di essere talmente ubriaco da star concretizzando le sue paure, ma quando si voltò lentamente con il viso mezzo nascosto dal braccio poggiato sul bancone, l'irlandese si rese conto che effettivamente, quello seduto ad uno sgabello da lui era proprio Donovan Lane. Era passato quasi un anno, all'inizio Shay aveva creduto di dovergli essere grato per averlo tirato fuori dal casino in cui si era cacciato, con il tempo aveva capito che in realtà, avrebbe dovuto temerlo. Donovan era passato in breve tempo, dall'essere una salvezza a rivelarsi una nuova condanna, perché il conto non era stato saldato e Shay sapeva che un debito nei confronti della Famiglia non poteva essere ignorato.
    Vedere Donovan lì, sottolineò quanto in realtà fosse facile da trovare e quanto la protezione di Manson fosse, non inutile ma di sicuro non tanto influente da far paura alla Grande M. Shay alzò il capo lentamente, cercando di assumere una posizione più eretta e meno oppressa dall'ingente quantità di alcool che aveva ingerito « No » disse all'inizio con un filo di voce, evitando a tutti i costi di guardarlo negli occhi e piuttosto, buttando lo sguardo vagante sulla pinta appena riempita « No grazie » ripeté, avvicinando la mano al boccale, tremava e così l'ancorò al vetro in modo da farla rimanere immobile. In realtà se non ci fosse stata Ellie, gli avrebbe detto di andare avanti, di ucciderlo finalmente, perché il suo compito era stato compiuto, suo padre era morto e Shay aveva aspettato talmente tanto tempo per arrivare a quel momento, che adesso si sentiva privo di scopo, Ellie l'aveva riempito ma gli aveva lasciato anche milioni di domande e un cuore spezzettato dal dolore.
    Alzò il boccale e la birra al suo interno ondeggiò pericolosamente mentre la portava alla bocca, nascondendocisi dietro e lanciando veloci occhiate di sfuggita al suo interlocutore, fu dopo qualche attimo di rimuginamenti, sopracciglia corrugate, sospiri e tremori che il mago nero si decise a parlare « Sei qui per uccidermi o per il debito? » una domanda fatidica, posta con troppa arrendevolezza di fronte alla morte, con il sapore rancido di secchiate vecchie di birra sulla lingua e un amaro inteso che si faceva lungo riportando alla gola la stessa bile, Shay avrebbe potuto vomitare in quel momento se non si fosse imposto con una fermezza di solito a lui sconosciuta, di non mostrarsi così debole e inutile di fronte a Donovan.
     
    Top
    .
  5.     +3   -1   -1
     
    .

    merci pour le venin
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    1,029
    Reputation
    +860

    Status
    NEW_POST
    Scusa l'orrore ma non so più mettere due parole in fila ormai



    ╘ DONOVAN LANE ♢ SHEETVOICEROLE SONG ♢ THE ROTTEN ╛
    Ostile alle distrazioni ed all'apparenza privo di qualsiasi sfumatura o barlume tremolante che avrebbe potuto renderlo più umano, lo sguardo ceruleo dell'irlandese restò puntato dinnanzi a sé, incurante della reazione trepida ed incespicante dell'uomo seduto al proprio fianco. La parete di specchi dietro al sudicio bancone del locale, costellata di una quantità a doppie cifre di mensole ormai incurvatesi negli anni ma ancora dedite a sponsorizzare i più amati veleni dell'uomo, gli offrì l'opportunità di portare avanti quel vile gioco di sguardi con il proprio riflesso; un riflesso dilaniato e distorto, vittima di quel vetro incrinato in più punti e di uno strato di polvere e macchie incrostate che sporcavano la carnagione pallida, quasi esangue. Un'immagine mostruosa, quella. Non tanto diversa da ciò che doveva apparire agli occhi di Shay nella più vivida realtà, considerando l'irritante ed incessante tremore delle mani. « Shay, Shay... » esalò, in un bisbiglio viscido ma dagli accenni canzonatori, come fosse in procinto di rivolgersi ad un bambino. « Non essere sciocco. Se avessi voluto ucciderti saresti già morto, » commentò, pragmatico, mentre la mano sinistra correva a recuperare dalla tasca interna della giacca nera un portasigarette d'argento lucido quanto gli occhi di Delaney, contaminati da paura ed ebbrezza. Abbandonato l'astuccio di metallo sul bancone, accompagnò il piccolo oggetto con lo sguardo rigido sinché, scivolando sulla superficie lignea del bancone, raggiunse il gomito di Shay; all'interno del portasigarette il pavido irlandese avrebbe trovato soltanto ciò che Donovan aveva ritenuto essere essenziale: una serie di banconote in taglio da mille ordinatamente ripiegate ed un unico, solo nome ad accompagnarle: Keegan Burdock. Lo stralcio di pergamena su cui quella manciata di lettere era stata incisa si sarebbe ridotto in cenere, dissolvendosi nell'aria, pochi secondi più tardi — il tempo necessario affinché Shay assimilasse l'informazione, senza poi lasciarne alcuna traccia. « Devi— » serrò le labbra asciutte, la gola improvvisamente inondata da un fiotto di sangue, acre e bollente, che minacciò di strozzarlo. Sforzandosi di deglutire quel liquido amaro pregno del sapore del tradimento, Donovan serrò la presa delle dita attorno al bicchiere e lo avvicinò alle labbra, nel tentativo di dissimulare il brutale dolore ruvido intento a scavargli nel petto. Come una mano tanto gelida da poter bruciare la pelle e come unghie tramutate in lame sottili ed affilate pronte a dilaniare la carne, il Voto, giudice di ogni sua azione ed intenzione, minacciava Donovan di serrare la presa ed avvelenargli le viscere, trascinandolo in un Inferno da cui difficilmente sarebbe riuscito a fare un indenne ritorno. Il bourbon gli riempì la bocca, bruciando le piaghe formatesi lungo il palato; quando poggiò nuovamente il bicchiere sul tavolo, gocce di sangue vermiglio stavano mischiandosi al liquido ambrato. « Lo voglio morto, » sputò, alla fine, calciando quelle parole oltre la barriera di una mandibola serrata da un dolore muto ed invisibile, mentre lo sguardo cristallino, mantenutosi illeso ed ipocritamente quieto, ondeggiò dalle iridi insofferenti di Shay alle banconote che presto si sarebbero sporcate di sangue. « Un incentivo per il tuo silenzio. Meno complicato del mozzarti la lingua, non credi? » mormorò, sprofondando nell'usuale atteggiamento d'apatico disinteresse. Ma tener aperta quella buffa opzione, a dire il vero, non gli sarebbe dispiaciuto. Non gli sarebbe dispiaciuto affatto.
    so go to hell and tell the devil that i am not that far behind
    GLEN
     
    Top
    .
  6.     +1   -1   -1
     
    .

    Senior Member
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    33,368
    Reputation
    +10,975
    Location
    Chevy Impala '67

    Status
    NEW_POST

    Shay Delaney
    Hitman | 30 | Sheet | Song | Red Hands | Voice
    Si reputò fortunato a non dover incrociare il suo sguardo, quello gli avrebbe fatto paura, gli avrebbe fatto paura da morire. Lo ricordava come se l'avesse addosso in quel momento, quell'invadente senso di gelo che si insinuava fin dentro le ossa. Opposti alle iridi calde e passionali di Shay, che fosse per terrore e amore, esprimevano quasi urlando i sentimenti dell'irlandese, forse proprio per questo eccessivo esporsi inconsapevole, il dominatore del fuoco si sentiva estremamente a disagio di fronte a persone come Donovan, semplicemente impossibilitato a capirle.
    Se avessi voluto ucciderti saresti già morto. Ovvio, come aveva potuto pensare di essergli sfuggito per tutto quel tempo, era ovvio che gli fosse stato alle costole senza neanche farsi notare, come quel viscido fantasma che appariva, non si sarebbe detto sorpreso di scoprire che il suo totem rappresentava il simbolo di un animale subdolo e velenoso. Il contatto tra l'uno e l'altro fu bruciante come una scarica elettrica e Shay si sentì contaminato per sempre, proprio come fosse stato morso da un serpente, sobbalzò appena ma il cuore schizzò fino al cervello dandogli alla testa una botta di adrenalina. Tachicardia pulsante dentro la cassa toracica.
    Il portasigarette conteneva qualcosa che però, Shay non si sarebbe mai aspettato di ricevere da Donovan: un lavoro, già pagato persino, comprare il silenzio e la collaborazione dell'irlandese non era mai stato così facile, in tutta la sua storia di sicariato. Keegan Burdock, non aveva idea di chi fosse ma se Donovan si rivolgeva ad uno che sicuramente avrebbe tenuto la bocca chiusa, perché lo temeva più di ogni altra cosa al mondo, significava che era importante, per lo meno per lui. Lo strappo di pergamena si dissolse nell'aria pochi secondi dopo. Intascò velocemente i soldi nella tasca interna del cappotto in pelle.
    La parola s'interruppe nella sua pronuncia, all'inizio non capì, lanciò uno sguardo bieco con la coda dell'occhio per indagare codardo sulla motivazione, vide soltanto di sfuggita il rosso che macchiava il liquido all'interno del bicchiere di Donovan e semplicemente decise di non farsi domande, decise di ignorare ciò che il guizzo dei suoi occhi avevano visto per caso, non erano affari suoi, cazzo se non lo erano, l'ultima cosa che desiderava era attirare la furia dell'uomo per non essersi fatto i cazzi suoi. Shay nascose il suo volto dietro l'ultimo sorso di birra che restava all'interno di quella pinta ingollata frettolosamente.
    Faticava a trarre un respiro completo, aveva bisogno di aria, di una pausa da quella situazione orrenda e di una fottuta sigaretta « S-sarà fatto » balbettò poggiando il boccale al suo posto sul bancone « Nessuno saprà niente » assicurò poi, sebbene il suo tono tradisse una usuale e perenne incertezza data da una paura atavica, nei confronti di un uomo che di rassicurante non aveva niente. Schiuse le labbra macchiate di birra nel tentativo di aggiungere qualcosa, un saluto che avrebbe stonato e che si trovò a disdire sul nascere, boccheggiò a vuoto e si alzò, facendo ballare lo sgabello, ondeggiando velocemente fino a raggiungere l'uscita di quel pub di merda in cui Donovan non avrebbe dovuto trovarlo, persino lì ora, non si sarebbe sentito più al sicuro.


    Sorry, Shay se l'è data a gambe di brutto, si stava un attimo cagando sotto ♥
     
    Top
    .
5 replies since 19/11/2017, 17:39   183 views
  Share  
.
Top