Chi non muore si rivede

Austin/Debbie | Central Park | aprile 2018

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1   -1
     
    .
    Avatar

    maybe pluto and mars collide
    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Member
    Posts
    627
    Reputation
    +24

    Status
    NEW_POST


    Erano passate meno di due settimane dal suo incontro-scontro con Allyn a New York ed era ancora scossa. Da allora, ogni mattina si svegliava con un'idea del fratello diversa e con un umore che cambiava di conseguenza. Per di più, ogni qual volta si alzava dopo una notte quasi insonne, scriveva un messaggio da inviargli, senza mai schiacciare l'icona dell'aeroplanino di carta; poi rimaneva a fissarlo per tutto il giorno, cancellandolo la sera.
    Quella fresca giornata di aprile si sentiva in colpa, nonostante una parte di lei continuasse a chiedersi per cosa diavolo fosse dispiaciuta. Quando aveva bussato alla porta dell'appartamento di Al non aveva idea di come avrebbe reagito alla vista del ragazzo a distanza di anni. Alla fine, ne era uscita praticamente senza voce e con la gola in fiamme a causa delle urla e delle lacrime inghiottite a forza. Gliene aveva dette davvero di tutti i colori e, a quel punto, si chiedeva se quella fosse stata la risposta più efficace, dato che sembrava averlo allontanato nuovamente. Come esito di quello stato d'animo aveva digitato 'Mi dispiace per l'altra volta. Ti va di vederci?' mentre era ancora sdraiata sul letto, per poi chiudere l'applicazione. Oramai il tutto era diventato una sorta di routine e cominciava a domandarsi se non si trattasse semplicemente di senso di solitudine. In fondo, non aveva niente a che fare con quella città e rimaneva solo per la persona per cui vi era andata in primo luogo. Forse era proprio per quel motivo che aveva scelto di prendere una stanza in un albergo a Brooklyn, lo stesso quartiere in cui viveva lui, nell'attesa di trovare un posto fisso. In ogni caso, sentiva la necessità di prendere una boccata d'aria fresca lontano dall'intera zona e Central Park sembrava la scelta perfetta.
    Durante il viaggio in metro guardò il cellulare un altro paio di volte, se aspettando che arrivasse il coraggio di schiacciare invio o nella speranza di ricevere una notifica all'improvviso senza che lei facesse nulla, questo non lo sapeva. Giunta alla sua fermata, lo cacciò nella giacca e iniziò a passeggiare con le mani in tasca. In poco tempo arrivò alla riva del lago, dove si fermò, appoggiando i gomiti sulla ringhiera. Chiuse gli occhi per un attimo e inspirò profondamente l'aria fresca del tardo pomeriggio nel tentativo di sgomberare la mente da ogni pensiero così da potersi godere l'assenza dei rumori delle auto, nonostante il suono di passi e le chiacchiere della gente. Riaprì le palpebre per osservare l'origine di tutto quel fermento e sorrise tra sé e sé. Certo era che non si sarebbe mai aspettata di riconoscere uno di quei volti che le sfrecciavano davanti, tant'è che per un secondo le balenò in mente il dubbio di avere le allucinazioni. "Berk?!" quasi urlò sorpresa quando si rese conto che quella era la realtà. Austin Berk era stato un grande amico durante i suoi primi cinque anni ad Hogwarts - nonché utilissima fonte di compiti da copiare - prima che venisse espulso e ne perdesse totalmente le tracce. "Quanto tempo è passato, sette anni? Cristo, è una vita! Non ti vedo da quando hai preso a calci in culo Bryce" sorrise al ricordo dei bei vecchi tempi e si fece scappare una risatina quando menzionò il compagno di Casa. Quel tipo le aveva sempre dato l'impressione di essere 'una viscidissima testa di cazzo' - come soleva soprannominarlo -, perciò quando le era arrivata all'orecchio la notizia era stata più che contenta di sapere cosa gli fosse accaduto. Si sentì anche orgogliosa di quel secchione del suo amico, era così felice che fosse riuscito a tirar fuori le palle per una volta. Aveva accolto la sua espulsione come l'ingiustizia che era e non avere più contatti con lui l'aveva fatta dispiacere parecchio. Avercelo davanti in quel momento le fece piacere nel modo più genuino possibile.

    Deborah Davies - 22 anni - outfit - scheda pg

    © Noruwei

     
    Top
    .
  2.     +1   -1   -1
     
    .


    FEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STARFEMALE_STAR

    Group
    Zombies
    Posts
    7,039
    Reputation
    +3,703

    Status
    NEW_POST

    Austin Berk — 22 y.o. — lycan — sheet A Central Park non ci andava quasi mai, aveva smesso di piacergli circa due mesi dopo il suo arrivo a New York, quei primi tempi in cui ogni angolo della grande mela sembrava far parte di una specie di paese delle meraviglie. La verità era che i parchi in città non gli piacevano, troppo affollati e finti, pieni di rumori privi di quella tranquillità che aveva trovato in molti altri posti al di fuori di quel quartiere perennemente sveglio. Di solito usciva dal campus in macchina per evitare di doverlo attraversare, in realtà perché gli piaceva un po' troppo guidare ed era solito prendere la macchina in ogni occasione. Però quello era stato uno dei primi giorni di sole dell'anno, uno di quelli che aveva potuto passare nei parchi del campus tra il jogging della mattina, gli allenamenti con la squadra ed una passeggiata con Eileen. Gli era piaciuto sentire il calore del sole sulla pelle e aveva deciso di goderselo ancora un po', attraversando semplicemente il parco che lo avrebbe portato ad un pub che conosceva bene, uno dei tanti che frequentava con i propri compagni di corso.
    Così aveva camminato per un po', solo tra i vicoli di Central Park, stringendo il suo solito cappellino nero tra le mani perché sarebbe stato un peccato coprirsi gli occhi di fronte ai colori del tramonto che cominciavano a dipingere il cielo al di là degli alti palazzi. Gli era sembrato quasi strano che qualcuno lo fermasse, che ancora ci fosse una persona in quella città capace di riferirsi a lui con quel tono sorpreso. Era stato normale, all'inizio, trovarsi di fronte ad uno ad uno tutti i volti conosciuti nel proprio passato, tanto che ormai ci aveva fatto una certa abitudine. Insomma, pensava di aver già ritrovato un po' chiunque in quella città. E invece Deborah Davies lo stava guardando da lontano, proprio con quello stesso sguardo sorpreso che nessuno gli rivolgeva da un sacco di mesi. Istintivamente le sorrise, prima ancora di avvicinarsi, perché ogni altra sensazione che avrebbe provato sarebbe comunque giunta dopo alla felicità genuina che avvertiva nel vederla.
    "Davies?" Gli sembrava così lontano il passato di cui parlava, quel momento in cui la sua vita era cambiata per sempre e non c'era stato più spazio per l'Austin Berk che lei credeva di conoscere, lo stesso che aveva iniziato a farle copiare i compiti solo perché era la sorella del suo mito, o forse semplicemente perché era sempre stato un po' troppo buono in quegli anni.
    "Già, non il mio momento migliore eh. Ma ovviamente si ricordano tutti di quello." Si fece leggermente malinconico il suo sorriso, perdendo appena la scintilla di spontanea euforia che fino a poco prima gli aveva acceso lo sguardo senza però rabbuiarsi del tutto. Era tutto a posto, aveva ritrovato sè stesso ed anche Eileen, eppure rievocare nella propria mente il momento in cui aveva desiderato tutto il male del mondo per Bryce riusciva ogni volta a fermargli appena il cuore.
    "Se sei a New York per studiare posso dire di averle sentite tutte." Le strizzò appena un occhio, quasi certo che il motivo della sua visita in città non fosse collegata all'università che lui stesso frequentava. Insomma, la gente cambiava, ma non così tanto. E poi aveva già visto suo fratello in diverse occasioni, nessuna delle quali comprendeva grossi tomi universitari.
    wanna more? ➙ Hime©

     
    Top
    .
1 replies since 30/7/2019, 18:56   85 views
  Share  
.
Top