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TheFedIvan.
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©cornelius batesIl fuoco davanti al suo volto faceva brillare di quella malsana luce verde smeraldo i suoi occhi. Le cicatrici che ornavano la sua pelle come bellissime collane carezzavano la sua pelle come una mano sapiente, mentre un rivolo di fumo biancastro si faceva spazio nell'aria davanti al suo naso. Il Felix era un universo a parte, fatto di magia e di paura, di sangue e terrore. Di alcool. Lo stesso alcool che dopo una boccata di nicotina scivolava lungo la sua gola con la delicatezza di un abbraccio materno.
L'inglese stringeva la mano destra intorno al suo bicchiere di Bourbon, mentre la sinistra, davanti al viso, coglieva fra indice e medio la sigaretta accesa pochi istanti prima, i suoi occhi si muovevano rapidi ad osservare il suo regno in quelle pochissime volte in cui decideva di farsi avanti e mostrarsi in tutto il suo macabro splendore. Volti d'uomini affanti, stanchi di combattimenti, sporchi di sangue, puzzolenti di sudore, che vedevano la loro ricchezza della sera sfumarsi in un attimo e con conseguente cazzotto in pieno volto. Cornelius era distaccato, non amava mostrarsi alla gente nello scantinato ma allo stesso tempo amava lo sguardo con cui i suoi sudditi godevano del suo volto regale. La barba rossiccia incorniciava il suo viso con delicatezza, carezzando la pelle liscia del suo volto come se fosse splendido oro intorno al collo di una donna. Gli occhi si mossero elettrici in direzione del ragazzo che, in un attimo, aveva attirato la sua attenzione: aveva combattuto, sicuramente. Lui non aveva assistito all'incontro per non distrarlo o forse perché, dopotutto, non gli interessava più di tanto di come il suo giocattolino preferito fosse bravo o meno a dare cazzotti.
Le mani ed il suo intero corpo dovevano essere usati per altre finalità e questo entrambi lo sapevano molto bene.
Nonostante tutto, il suo volto si allentò, concedendogli un sorriso di placida tenerezza al solo vedere come l'imbarazzo si facesse forte nel ragazzo al suo avvicinarsi piano piano, di nascosto: "Dimmi, Rayon"
“
“A mind not to be changed by place or time.
The mind is its own place, and in itself
Can make a heav'n of hell, a hell of heav'n.”.