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TheFedIvan.
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©cornelius bates"Sono sicuro che ti rifarai", sottolinea, tenendo lo sguardo basso sulle proprie punte dei piedi - coperte da mocassini marrone scuro. La lucentezza dei suoi occhi sembra esternarsi solo ora, quando il suo volto è arrossato dal sangue rappreso sottopelle, violaceo, bluastro, sfumature di un dolore che sente sotto le dita ad ogni suo tocco. Il suo modo di stringersi al suo corpo, nel camminare lontani da quella bolgia infernale di gente ubriaca, è delicato come quello del bambino che sa di essere. Che sanno entrambi. Vede come Rayon si muove all'unisono coi tremiti del corpo tumefatto, del dolore soffocato sotto le labbra. Ricordava quel dolore soffocato, non era tanto dissimile da quello che si ritrovava a manifestargli sulla schiena, sul torace, sul collo.
Sorride, mentre la mano scivola dalla schiena alla sua nuca, in una carezza sensuale e malevola allo stesso tempo: nonostante fosse uno fra tanti, Rayon era speciale. Innocente, adorabilmente innocente, si mostrava sempre più spesso con la dolcezza di un bambino, accarezzato dalla lama delle sue unghie e dal suo sospiro: il volto si sposta nella sua direzione, puntando gli occhi nei suoi.
"Hai per caso fatto qualcosa che mi impedirebbe di farti dormire qui?" gli risponde.
Serio, estremamente serio.
“
“A mind not to be changed by place or time.
The mind is its own place, and in itself
Can make a heav'n of hell, a hell of heav'n.”.