Brindiamo al ricordo

Il tuo lavoro è sempre stato divertente, Esther, perché a modo suo sapeva conciliare quella curiosità e la precisione che ti ha sin da sempre contraddistinta. Sei nata per questo e lo hai capito solo troppo tardi. Sei nata per aspettare il momento giusto e per far tuo ogni dettaglio, affinché del tuo operato ci si potesse vantare oltre lo stereotipo di genere. Perché un lavoro pulito resta perfetto oltre il trucco e la movenza, oltre a mani delicate che vanno a cingere una pistola e con forza premono l'indice contro il grilletto. Per questo non ti sei data pace quando hai sentito il suo nome, perché qualcosa è andato a solleticare la tua curiosità e sai bene come ti viene facile smettere di dormire e di mangiare quando c'è qualcosa pronto a tormentare i tuoi pensieri. Hai seguito le tracce di questo Cornelius Bates senza fare troppe domande in giro, fino a che la scia di informazioni ti ha portata dinanzi ad un locale come tanti altri dove ti sembra quasi logico che nelle cantine si svolga qualcosa di illegale. Ti rispondi da sola incrociando i brutti ceffi che si stanziano fuori assaporando per un breve istante la piacevole idea di intrattenerti in una partitina a poker qualora le cose vadano a trasformarsi in un buco nell'acqua. Ti sei fatta largo tra di loro senza tradire alcuna parola, perché in fin dei conti quello è parte del tuo mondo: Lo è la truffa come l'omicidio e la vendetta che sai servire gelida. Allora continui a muoverti, lo fai affiancandoti ad ognuno di loro, sino a che dalle loro bocche non ne escono informazioni utili e permessi atti ad esplorare ciò che non è tuo e che non è detto che sappia accoglierti. Ci sono porte che non puoi aprire ed altre che seppur si aprono non ti lasciano niente, poi ce n'è una, che non appena la apri ti costringere a mettere mano alla pistola e ad alzarla in direzione dell'uomo che ti è di fronte. ''Tu.''