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.©MAKE A MARK ON MY TIMELINEwendigono mag22 annirunningCorrere a Central Park è da pazzi che vivono dentro ai melensi film romantici ed al sogno americano. E farlo con la luce in calo, in pieno tramonto lo è ancora di più. Questo è quello che Yael pensa mentre alza lo sguardo verso gli alberi in piena fioritura. Un maggio già troppo caldo per le sue abitudini più nordiche. Ringrazia però che non ci sia troppa gente, mentre si chiede perché si sia decisa solo oggi ad uscire dalla comfort zone. In fondo, ha vissuto nel Bronx per mesi e non ha cavato un ragno dal suo buco, perché non dare una chance anche alla parte "fighetta" della città in cui ha scelto di vivere? "Perché è orribile, ecco perché", pensa mentre sceglie la playlist che le farà compagnia un paio di orette. Dopo più di uno scroll infastidito, è Martin Garrix che la spunta tra una serie di motivatori ritmici che ha scaricato a casaccio. Raccoglie i capelli in una morbida coda stabile, il cui ciuffo non farà che sfiorarle il collo per tutto il tempo. Ricaccia dentro sé quella piccola parte che esulta nel vedere un'ammasso di alberi un po' più fisso da sembrar quasi una foresta. Una schifezza in confronto a dove ha sempre vissuto (anche se da nomade) negli anni della giovinezza. Le gambe però si mettono in moto e la corsa inizia. Il ritmo lo prende bene, più o meno, ma gli scivoloni sono dovuti più a quel tale Martin che a lei. Poi c'è il fatto che deve ancora schivare famigliole felici e cose varie che le intralciano la strada, compreso qualche cane che ha il malsano vizio di ringhiarle contro. Quando però tutto si assesta ed il corpo capisce come schivare senza infastidirsi, Yael si concede di pensare. Però il riassunto della sua vita fino a quel momento fa così tanto cagare che prima ancora di realizzare perché si trovi lì, cambia idea e spegne anche quei due neuroni superstiti. Il corpo richiede uno sfogo, e lo chiede a così gran voce che chiunque si metta sulla sua strada è un corridore morto. Neppure si rende conto di star gareggiando con un gruppetto di ragazze che non ha gradito essere superata, e lei accelera ancora... e ancora. Sente vibrare i muscoli tesi e finalmente in movimento dopo troppi giorni di noia ed apatia. Il tramonto le accende gli occhi castani e lei socchiude le palpebre per impedire a troppi raggi di urtarla prima che la stella sparisca oltre l'orizzonte. Quello, vedete, è un chiaro errore: perché tolta di mezzo la vista ottima di cui Yael può vantare, l'impatto diviene inevitabile. Un colpo al petto e si trova la cioccolata tiepida di una signorotta di mezza età rovesciata sulla maglietta grigia. «Io-.. mi scusi non l'ho vista e...- » E le costa sforza fingersi dispiaciuta quando è piuttosto irritata. «Si certo, ma questa chi me la ripaga eh? Tutti uguali siete; giovani e incuranti del prossimo!!» L'indignazione della signora è palpabile e Yael si chiede come sia mangiarsi qualcuno con tutti quei gioielli addosso. Inclina appena il capo, lo stomaco borbotta.
Edited by nocturnæ - 25/5/2020, 15:07. -
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.©MAKE A MARK ON MY TIMELINEwendigono mag22 annirunningLa cioccolata le imbratta la maglietta candida e la trasforma in uno strano ibrido beige di dubbio gusto. La testa inclinata di Yael si volta di scatto verso un terzo che in quel momento pensa di intromettersi tra gli improperi filosofici della vecchiaccia. I pochi dollari che ha in tasca non intende minimamente spenderli per risarcire una donna che non guarda dove mette i piedi, anche perché le servono per non tornare a casa a piedi. Con gli occhi percorre la scena del delitto - la sua maglietta - ancora una volta per constatare il danno. Questa è una di quelle volte in cui si sente in difetto per la totale sterilità del suo sangue a qualsiasi genere di magia. E non perché sia un wendigo, ma perché è una sfigatissima no mag in un mondo che pullula letteralmente di entità di ogni genere... e di signorotte dalla borsetta facile. «Veramente non...» Prova a mettere le mani avanti, e spiegare che lei volentieri avrebbe ripreso a correre dimenticandosi dell'accaduto, ma la signora ha già deciso che una schiaffo in cuoio sia proprio quel che fa per il giovane intervenuto con gentilezza. Yael soffoca a fatica una risata istintiva. Ormai ha perso il ritmo ed a quel punto tanto vale rimuovere dall'orecchio anche la seconda cuffia e spegnere Garrix per un po'. «Dieci dollari per una giornata rovinata eh?» Inveisce, ora paonazza, la megera prima di strapparli comunque dalle mani del ragazzo senza nome ed iniziare una ritirata tutta impettita, con l'aria di chi è sempre dalla parte della ragione. Tra i tanti tipi di persone che Yael non sopporta, rientra proprio in pieno la categoria dei vecchi brontoloni che riempiono l'aria di inutili modi di dire basati su uno strano odio del mondo. Non come Nana, lei era l'unica vecchina gentile mai incontrata da Yael. «Questa poi...» Sussurra scuotendo il capo e cercando di non rovinare la situazione; qualche goccia di cioccolata ha raggiunto le gambe nude sotto il ginocchio. Gli occhi castani puntano un secondo verso una fontana a pochi metri da loro, forse può rimediare a parte del danno. «Bel tentativo ma penso che dovresti farteli ridare.» Dice infine al giovane quasi derubato, almeno dal suo punto di vista, indicando la vecchia sempre non troppo distante..
Edited by nocturnæ - 25/5/2020, 15:08. -
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.©MAKE A MARK ON MY TIMELINEwendigono mag22 annirunningOsserva la scena come una divertita spettatrice per qualche altro secondo, poi si trova invischiata in una conversazione da cui potrebbe tirarsi indietro in qualsiasi momento ma che stranamente la incuriosisce. Lei che per prima non rivela quasi mai nulla di vero o di suo, è interessata invece a capire come funzioni il mondo nella testa degli altri... almeno di quelli che non diventano cibo. «C'è di peggio in giro» aggiunge senza specificare quanto quelle poche parole conservino una crudele ironia al loro interno. Lei, ad esempio, è il "peggio". Compie quei pochi passi verso la fontana, e sono già al tempo delle presentazioni. «Nina» sceglie un nome come un altro, ma non allunga la mano, perché non fidarsi è sempre il punto cardine del suo pensiero.. e perché i contatti indesiderati le urtano il sistema nervoso. A seconda delle zone in cui si trova - ora ha imparato - il nome cambia, assume sfumature diverse, cosicché persone vicine tra loro possano conoscerla con lo stesso appellativo e persone lontane non abbiano bisogno di parlare di lei. E se malauguratamente un giorno quei mondi collidessero, non avrebbe di che preoccuparsi spiegando che tra Nina e Nadia il passo è breve e quindi forse qualcuno ha compreso male il suo nome. Decide quindi, in quella frazione di momento, che il nome per l'Upper Manhattan sarà per sempre "Nina". Il cognome è invece qualcosa che di solito non si esplora e finché non viene chiesto esplicitamente, non c'è motivo di pensarci. Certo, il suo identificativo falsato per bene che ne attesta una """legale""" cittadinanza Americana, porta il suo vero nome, ma questo è un altro discorso, quei documenti sono sempre al sicuro in punti difficilmente raggiungibili da un estraneo al primo incontro. «Perché sei intervenuto, Tyler? Ti interessa così tanto la mia maglia?» un modo gentile per tradurre un limpido: Com'è che non ti sei fatto gli affari tuoi? che del "grazie" magari atteso, non ha nemmeno il sapore. Lo sguardo scuro di Yael indaga. Probabilmente, pensa, è davanti ad un nuovo auto-eletto eroe della situazione, uno di quelli acqua e sapone che tanto cozzano con il suo spirito ed il menefreghismo imperante che la circonda.
Edited by nocturnæ - 25/5/2020, 15:09. -
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.©MAKE A MARK ON MY TIMELINEwendigono mag22 annirunningPositività. Ecco cosa mancava fondamentalmente nella sua vita. Yael non sapeva se quel termine fosse morto con Nana, con Baba, con i suoi genitori o con il povero Jonah... la cui fine poco edificante aveva dato origine al Wendigo che ringhia sotto pelle. Per un attimo il suo sguardo si adombra, è involontario il percorrere di nuovo i passaggi che l'hanno portata fin lì, la cena rituale a cui la vecchia l'ha sottoposta e tutti quegli scomparsi che sono un conto a suo carico. Alcune cose però sono inevitabili, anche se accettarle sembra ancora complicato. La gentilezza è un'altra cosa che manca al suo mix genetico di sfiga e odio, ed è forse per questo che non la capisce. Non sa cosa voglia dire fare qualcosa senza volere niente in cambio perché lei stessa ha smesso di curarsi degli altri. I troppi anni di isolamento volontario, passato a godere della sua sola presenza, pesano sulle spalle di Yael come macigni, la induriscono giorno dopo giorno e la privano del lato umano che comunque - che lo voglia oppure no - è alla base della sua esistenza. Ci sono giorni in cui sente il desiderio pressante di parlare con qualcuno, niente di serio o impegnativo o profondo, solo due chiacchiere che possono finire a pugni così come a bere, così come a letto. Un contatto, ecco. Cosa fosse quel giorno, doveva ancora deciderlo, ma certo il primo contatto con la scorbutica imbellettata non era stato granché desiderato. Ora il suo micro appartamento appariva nella sua mente come più affascinante di Central Park. Ha le mani sui fianchi e ne alza una in segno di resa. Una resa momentanea, ben inteso. «Okay simpatico ragazzo... vediamo cosa sai fare per rendere migliore la mia pessima giornata.» c'è un tono canzonatorio nel suo porsi, che ben si mescola a quello più sfidante. Si ferma sul bordo in marmo della fontana, le mani sorreggono di nuovo i fianchi ossuti. «Spero tu conosca qualche "abracadabra" interessante...» sospende la frase così, consapevole del significato molteplice che ognuno può affibbiarle. Per un no mag certo ha un senso diverso che per un mago, ma d'altro canto Yael ancora non sa chi ha davanti e quello è il suo modo di constatare se si tratta di qualcuno che conosce la magia, oppure no. Essere una no mag in quel caso la mette in una posizione a lei consona, dove non rompe il velo degli statuti dei Ministeri, perché lei stessa non può fare alcuna magia, ma al contempo può assistervi perché sa della sua esistenza. Il tempo in cui aveva sperato di ricevere una lettera per Ilvermorny è scaduto tanti, tanti anni prima.
Edited by nocturnæ - 25/5/2020, 15:10. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Manipolazione Semplice
Requisiti: 18; [I Lezione; I Anno]
Il mago è in grado di muovere un elemento a lui affine. Questo tipo di manipolazione elementare consente di spostare minimamente:
una manifestazione elementale in movimento [massimo 50cm]
una manifestazione elementale statica [massimo 1m]
diverse manifestazioni elementali per farle congiungere in un punto [distanza massima 30cm, diminuisce se si tratta di manifestazioni grandi]
Tale spostamento può avvenire in un'unica direzione, senza cambiare traiettoria. Ogni anno la distanza massima aumenta di 50cm per l'elemento principale e 25cm per quello/i affine/i.. -
.©MAKE A MARK ON MY TIMELINEwendigono mag22 annirunningE' immobile mentre Ty le parla. Sono tante le cose che le passano per la mente, ma le tiene tutte per sé; gli ha chiesto una prova ora non può non stare a guardare. Le costa parecchio rimanere ferma anche quando lui le chiede di chiudere gli occhi e fidarsi, perché Yael non perde mai di vista nessuno, neppure la sua ombra. Non si fida, alla fine, ma accetta il breve contatto con la consapevolezza che sarà davvero breve. E' solo il non aver fiutato un imminente pericolo a tenerla quieta e lasciarlo fare. Sussulta quando l'acqua le bagna la maglietta, è fresca per fortuna ed un po' aiuta a soffrir meno il caldo in aumento di quei giorni. Il pungente sarcasmo non si placa neppure quando ha gli occhi chiusi. «Non mi dire, dev'essere la mia giornata fortunata» ed è chiaramente ironica quando lo dice, glielo si legge in faccia appena è di nuovo libera di osservare le prodezze del mago. Sa poco di magia, solo quello che Baba le ha spiegato anni prima, ma il suo addestramento è stato più incentrato su se stessa ed il modo in cui vivere una vita più lunga possibile, piuttosto che su quando il mondo ha da negarle. Una no mag non ha alternative, e ad un certo punto non le cerca nemmeno. Resta in silenzio ad osservare il quasi miracolo di una maglietta meno rovinata di prima. Non lo ringrazia ma, anzi, solleva un sopracciglio ed incrocia le braccia al petto quando le fa un complimento. Sa di essere mediamente carina, non che le importi granché, ma questo le è utile per fare quello che fa e lasciarsi facilmente sottovalutare dalle sue prede. E' una pianta carnivora, ed ora Tyler l'ha sottilmente e forse involontariamente sfidata. «Bellina eh?» ripete, più divertita che lusingata, i denti in mostra candidi come la neve. «Ed ora che ho la tua approvazione cosa dovrei farmene?» dice facendo un passo avanti e senza togliersi dal volto l'espressione ironica che la contraddistingue. «Lo sai che in quanto a complimenti devi migliorare, sì?»SPOILER (clicca per visualizzare)Scusami, è proprio stronza, ho poco da fare.
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