L'amore mio non muore mai

grace moore . 27 y.o . maledictus . ftm . bf

Tu non hai idea di cosa sia successo tra Caleb ed Oswald. Hai solo un vago sentore che però preferisci non approfondire. Un prurito al naso che credi debba necessariamente restar prurito. Perché non c'è tempo per queste cose, non puoi permettertene altro.
Per questo a Caleb hai sorriso. Lo hai fatto dopo ogni bacio, dopo ogni fuoco. Che se Oswald era con Elliot ad occuparsi dello spettacolo pirotecnico, allora tu potevi restar ben ancorato ai fianchi di Caleb. Sotto le sue mani. Incastrato alla sua lingua. Ed è andata bene, no, la prima scopata dell'anno nuovo. Quella che vi ha visti spingervi contro il suo stand. Tra l'acqua e le ultime cose da sistemare. Che ti sei strusciato quasi a voler marcare il territorio. Quasi - anche se inconsciamente, non direttamente - a ridisegnarti vicino al suo cuore. Che sei così piccolo da incastrartici bene. Da volertici ancorare con forza. Perché Caleb non lo lasci a nessuno. Nemmeno ad Oswald o a quelle voci che corrono per il circo: Tu non le ascolti, non vuoi che abbiano un peso. Che siano così brave da sciogliere prese come queste. Da macchiare ansimi come quelli che alimenta lui. Che non riesci a star zitto se gli occhi li tieni chiusi. Se in ogni spinta lo senti fin dentro le viscere al punto da implorarlo di andar piano. Tu che implori. Tu che dirigi la danza senza alimentarla troppo. Non vuoi che la candela, effettivamente, si spenga subito.
Non hai mai creduto di aver così tanto bisogno di questo. Di quel sorriso che ti accompagna dopo l'orgasmo. Che te lo fa accarezzare in un buffetto di dita lungo il viso. Quanto è bello ora che si sta facendo più grande, più duro nei lineamenti, più tonico nei muscoli. Che bello che è nello sguardo, quello che non sa cambiargli mai, che resta profondo anche quando la gioia è diversa da quella che deve aver provato prima di conoscerti.
Sei sempre più convinto di avergliela rovinata tu la vita, ma egoisticamente, hai smesso di dirglielo. Te lo tieni per te.
Tieni ogni cosa per te. Avaro.
''Devo andare a pisciare.''
Glielo dici come fosse la cosa più romantica da pronunciare. Con quello sguardo che non muta, che resta assottigliato, rilassatissimo. Lo accarezzi ancora e fai per sciogliere la presa dai suoi fianchi. Lo fai piegando il capo un'ultima volta, come a volerlo baciare ad ogni passo. Come se già sapessi cosa succederà da qui a breve. Quasi come se fossi diventato tu come Elliot. E lo maledirai, cazzo se gli inveirai contro questa volta. Se gli spaccherai il muso. Ma prima ci sta un bacio, poi un altro. Un sorriso stampato in bocca a Caleb.
''Mi sbrigo! Che già mi manchi.''
Glielo dici schizzando via che hai ancora le braghe calate. Che te le tiri su con una mano, stupidamente, lasciando dietro di te una scia di marijuana e gin. Sei leggerissimo questa sera, in totale amore.
E non lo vedi Parker quando si avvicina.
In realtà non hai fatto caso a lui nemmeno un istante.
Non quando era a guardarvi oltre la folla. Né quando ha messo mano al cappotto ed avrebbe potuto tirar fuori qualunque cosa. Qualsiasi cosa, ecco.
E tu ne sei il complice, vero? Gli hai dato il cambio per pisciare. Perché non sai trattenerti. Perché bere tanto alcol fa così: Ti manda al bagno, ti fa barcollare, tornare in ritardo.
E se tu ritardi Parker si dedica qualche minuto al suo compito. Tira fuori la pistola. La spinge contro la testa di Caleb.
Lo costringe a tirarsi su i pantaloni, a sbrigarsi.

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Le scene da film di serie B lasciamole ai film di serie B. A quei screenplay scritti male, vuoti di significato, incoerenti. Non permettiamo che i film di serie B divengano realtà. Che motivazioni tanto vigliacche vengano in un qualche modo legittimate. Non diamo senso a sentimenti tanto contrastanti. Non edulcoriamoli più di così. Non enfatizziamoli. Se possiamo, insomma, facciamo finta di nulla: Se non sappiamo come reagire allora non reagiamo. Semplicemente. Lasciamoci trascinare via dalla vita, modelliamoci alle conseguenze.
Al calcio di una pistola, ad esempio. Ad un addio che non è nemmeno stato pronunciato. Non direttamente, non senza farsi beffa dei sentimenti che lo hanno animato. Modelliamoci al dolore. A dei passi che si susseguono agli altri. Al momento esatti in cui i respiri si bloccano. Gli occhi si sgranano. Tutto si fa più nitido e terribilmente fastidioso.
Fa male proprio perché è insopportabile. Perché ci becca allo stremo delle nostre forze.
Sono proprio i film di serie B ad avere quelle scene a rallentatore. Roba che serve a coprire i momenti di vuoto. Quei dialoghi che non sono stati capaci di scrivere e che gli attori in un qualche modo cercano di recitare con il corpo. Giocano a fare il mimo, solo che a Parker le mani tremano. Tremano peggio quando alla pistola fanno seguire il movimento della testa di Caleb e nel momento esatto in cui lui gli dice di detestarlo, di essere arrabbiato con lui, tu appari alle sue spalle.
Braccia in alto, quasi a mostrarti disarmato. Ti trema la voce ancor prima di uscire dalla bocca.
''E-ehi, Parker.''
Lui volta lo sguardo di scatto. Ti guarda abbassando appena la pistola. Ti rendi conto che comunque non è convinto di ciò che fa. Parker è semplicemente ubriaco - l'odore di scotch puoi sentirlo persino tu che ne sei assuefatto -
''C-che fai? Abbassa quella cosa dai.''
Ma se gli dici di abbassarla lui la rialza di nuovo. Lo fa premendo ulteriormente contro la fronte di Caleb. Non sa che sparando in quel modo rischierebbe di far male persino a sé stesso.
''Ehi, G-Grace...''
Ha la voce impastata dall'alcol, l'andatura instabile.
''E-ehi...''
Rispondi salutandolo di nuovo, azzardando un passo verso di lui. Lui di rimando fa agitare la pistola, ti dice che se ne fai un altro spara prima a te, poi a Caleb.
Ma gli trema la voce.
''P-perché...non abbiamo fatto nulla.''
Ma sei in errore, Grace: Perché secondo la sua versione dei fatti voi gli avete rovinato la vita.
A causa tua Jasmine ha saputo della sua infedeltà. Il padre lo ha tradito di rimando: Per un trans del cazzo, ora non sborsa più nemmeno uno spicciolo. E lui è solo. Ma l'avrebbe accettata questa solitudine se tu gli fossi stato accanto.
''N-no? No, vero. Stavate solo scopando!''

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Potresti mettere in chiaro che scopi con Caleb perché Caleb è il tuo ragazzo. Perché quella sera, anche se avevi bevuto, tu non stavi scherzando: Sei il signor Sharp. Lo sei fintanto che sai chiudere gli occhi e le orecchie alla verità pungente che pian piano sta iniziando a circondarti.
Potresti mettere in chiaro che l’amore, per te, adesso significa una cosa diversa. Che non scoperai di nuovo con lui. Non per pietà, nemmeno perché lo vuoi. Non lo hai mai voluto, d’altronde.
Potresti dirgli che così facendo non metterà a posto niente. Non sistemerà niente. Non cambierà le cose: Tu non lo vorrai e anzi, forse lo odierai peggio. Cercherai la vendetta perché è di questa che sei fatto. Lo ucciderai, sì, se lui oserà uccidere Caleb. E lo farai senza preoccuparti molto di cosa questo potrebbe significare: Tanto non hai niente da perdere. Hai solo il tuo biondino. E se il tuo biondino se ne va allora che cazzo di senso ha tirare avanti? Fare il duro, stringere i pugni. Non serve a un cazzo farsi forti se non si può essere forti con Caleb.
Gli vorresti dire così tante cose adesso. Cose che sai bene non vi aiuterebbero affatto. Non lo addolcirebbero, anzi, farebbero solo peggio. Perché ciò che l’alcol può fargli desiderare tu non vuoi darglielo. E non sei un attore, sei solo una prostituta: Non sapresti fingerti convincente nemmeno impegnandoti, non quando ti tremano i pugni. Non quando senti le ginocchia cedere al tuo stesso peso.
Ma osi un altro passo quando Caleb si porta la pistola contro. Quando lo costringe e lui lo asseconda. E tu sei li a scuotere la testa. A dirgli di non farlo, di non essere l’eroe, perché Parker non lo merita. Parker deve solo tornare a casa, farsi passare la sbornia e pensarci su. Solo questo.
‘’Non sei una cattiva persona, Parker.’’
E questo gli a fastidio. Stona nelle sue orecchie tanto che sì, le mani restano ancorate verso Caleb, ma la testa cerca te. Gli occhi vogliono te. Tu che nel sentirti guardare ti blocchi. Lo fai di nuovo quando lui ti intima di restare immobile e allora tiri su le braccia. Ansimi, un po’ di paura la hai. Che la senti la magia scoppiettare in te, ma non vuoi usarla, non sarebbe saggio. Cerchi, però, con la coda dell’occhio la presenza di qualcuno.
‘’Non diventarlo adesso. Non sei questo.’’
E si sente come la tua voce cambia. Come ci credi, in realtà a queste cose. Che è vero, verissimo: Parker non è una cattiva persona, è solo sfortunato. Solo represso. E la vita deve avergli dato così tante batoste che riprendersi è faticoso. Fa male in ogni senso. Non è come per voi che alla merda ci siete abituati. Lui non ha le vostre stesse skills, non sa come approcciare al mondo. Non lo sopporta, non lo digerisce.
‘’No? E cosa sono, Gracie?’’
C’è un’inflessione diversa. Un tremolio diverso.
‘’Sei solo…solo confuso, ma buono.’’
‘’Io non sono confuso per un cazzo, Grace!’’
Alza la voce, ma magari è un bene: Froy riconosce la sua voce. Froy potrebbe sentirlo e correre da voi. Chiamare anche Oswald, tutti gli altri.
‘’Se lo ammazzo che fai?’’
Non ci giureresti, ma credi di avergli visto una lacrima.
Scuoti il capo, ti prendi qualche secondo per pensarci, come se servisse. In realtà cerchi solo di dare una risposta migliore di altre. Anche se la voce trema.
‘’Ti ammazzo di rimando.’’
‘’Cristo, hai appena detto che sono buono, che mostro saresti!?’’
‘’Non lo sarai…se me lo ammazzi non lo sarai più.’’
Stringi gli occhi.
‘’Gracie.’’
‘’Togli quella cazzo di I.’’
‘’Mi sarei preoccupato di trovarti una cura.’’
‘’N-non la voglio, Parker. Voglio solo che te ne vai…’’
‘’Stavamo così bene insieme.’’
Piagnucola, ma sembra lo stia facendo anche tu.
‘’N-non è vero.’’
‘’Non ti avrei mai tradito con un altra.’’
‘’Parker…’’
E lui si agita, non lo vedi bene nel buio, hai perso per un istante il contatto con lui. Sai di star guardando Caleb adesso.
Lui si dimena, vuole liberarsi dalla sua presa e proprio mentre ci prova, sentite partire un colpo dalla pistola.

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La pistola spara il suo colpo e la scena cambia in un istante. Una luce fortissima ti acceca, un rumore sordo ti inibisce i sensi. Sbatti le palpebre, schiudi più volte le labbra, le umetti. Sembra di stare in un giardino ricolmo di margherite. Magari sei morti tu adesso e non Caleb. Magari lui sta bene così e a Parker è bastato far fuori te. Togliere te di mezzo come sarebbe dovuta andare sin dall'inizio. Cosa servi qui, Grace? Cosa ci fai ancora in piedi? Ma non vedi più nulla: La pistola ha sparato il suo colpo e tu hai chiuso gli occhi. Lo hai fatto come se fossi tornato bambina. Come se la voce di Declan inalberato non avresti voluta sentirla eppure ce l'hai lì, ben impiantata nel cervello. Questo colpo di pistola fa male più del previsto. Senti come se ti avesse colpito ovunque. Come se non ci fosse un posto libero, un angolo di carne e muscoli che sappia doler meno.
Ma la scena cambia di nuovo e la luce che prima ti stava invadendo adesso non è altro che un'oscurità fastidiosa illuminata dalle luci esauste dei fuochi. Un goccio di speranza dato dai lampioni che costeggiano la fiera. Gli occhi iniziano ad abituarsi al buio. E non vedi, non all'inizio, chi è che ti corre davanti. Che nel farlo ti spinge via per una spalla, quasi rischiando di gettarti a terra.
''Oswald...''
Lo chiami tu, direttamente, proprio come se fossi certo di averlo lì. Che a spingerti via sia stato proprio lui, d'altro canto chi è che ti sta separando da Caleb? Chi sta rischiando i strappartelo via?
Ma balbetti, lo fai avanzando un passo in avanti che subito viene fermato da un ''No.'' secco che si fa susseguire da un rumore di passi. Un rumore velocissimo di passi.
Allora quando tutti si avvicinano tu ne compi uno all'indietro. Lo fai stropicciandoti gli occhi. Notando come Parker venga braccato da Froy e Caleb da Edric.
Piccolo ha perso sangue. Lo ha perso di nuovo.
''N-non toccatelo...state attenti.''
''Cazzo Grace! Vattene.''
Ed è sempre Oswald a risponderti. Perché è sempre lui? Perché non c'è mai nessun altro a dir qualcosa? Perché Froy adesso nemmeno ti guarda. Non ti chiede se tu stai bene, se sei ferito. Nessuno qui ti chiede più nulla, tanto a che serve? Sanno che a prescindere morirai. Che morirai prima di tutti gli altri.
''Avvolgiamolo qui, portiamolo in tenda...''
''K-kelly?''
E seppur ti venga facile prendere coraggio ed osare un altro passo in avanti, un passo verso di lui, Oswald ti intima di star lontano, di lasciargli un istante il modo di aiutarlo, di salvare l'amore della tua vita.
Non dice proprio così, ma tu sai bene come Caleb sia effettivamente l'amore della tua vita. Cazzo se lo sai. Per questo fa malissimo adesso.
''Caleb...''
Li segui senza sfiorarlo. Lo fai sibilando affinché sia solo Caleb a sentirti e non tutti gli altri. Ti convinci di questo nel dolore. Che le cose avvengano esattamente in questo modo.
''Scusa...scusami ti prego.''