Omen

Speri che sia un bambino forte, anche se in cuor tuo già lo sai.
Sai che per essere così piccolo, ha subito le pene dell’Inferno, quelle che non augureresti a nessuno dei tuoi nemici, e che non avevi cuore di lasciarlo lì. Non lo avresti mai fatto, tu non lasci indietro nessuno e credi ancora fermamente nella purificazione di un cuore.
Solo che non doveva capitare ad un cucciolo come lui, preso da piccolo perché mai capito da una famiglia sbagliata, hai sentito ogni cosa quando hai appoggiato la tua fronte alla sua. Ha provato a respingerti, ma non era in sé, aveva solo paura. Tantissima paura, al punto che ti ha pizzicato gli occhi, ora ancora lucidi.
No, non sarebbe esistito in nessun universo un punto in cui lo avresti lasciato in fiamme dentro quello scantinato.
E pensare che doveva solo essere un incarico come altri, eri pronto a delimitare la corruzione e riportarla alle viscere della terra. Ma non ti aspettavi che il demonio fosse in questo bambino.

Hai fatto ogni cosa, ma non hai potuto salvare quei genitori che l’avrebbero venduto al miglior offerente. Speri che di loro non si ricordi più niente, tanto che il corrotto si era insinuato così profondamente in lui da anni che gli avrà mangiato ogni ricordo.
L’hai visto ridere, rialzarsi, cercare di giocare con mamma e papà.
Ma l’hai anche visto contorcersi dal dolore, vedere immagini che non doveva vedere, provare a spiegarsi senza ancora saper parlare bene.

Oh, Edric, questo bambino che reggi svenuto e gelido tra le braccia, è un veggente. Un prodigio del caos, e sai perché quel demone sentiva il bisogno di portarselo via. Dio se glielo hai strappato dalle braccia, e non sei ancora stanco. Hai pensato che la Chiesa di Yaacov non fosse il posto giusto in cui portarlo, hai pensato che-

Ho paura che questo bambino sia già mio, Oswald. Perdonami se non ho potuto avvisarti, se ho scelto di non restare cieco al suo dolore, alla sofferenza straziante che ha colmato il vuoto quando tutto è finito. Magari qualche vicino di casa lo avrebbe trovato e portato con sé, ma credo che non meritasse questo.
Dennis ha bisogno di una famiglia, e - io… io credo che potremmo essere noi, e che tu adesso sia la fonte del calore di cui ha bisogno.
Guardalo, mentre cammino ricercando la calma al Place de Greve. Guarda come è rannicchiato contro il mio petto, stretto come se ci dormisse comodo. In realtà è sfiancato quanto me, è sporco di sangue rappreso quanto me, ed i nostri vestiti sono stracci consunti di una battaglia vinta solo per il rotto della cuffia. 

Ha la pelle gelida, i capelli di paglia e gli occhi ancora non so di che colore siano. Ma io vorrei solo che potesse avere un’altra possibilità per vivere, ti giuro che è ripulito da ogni cosa. E ti prego, nel farmi avanti verso la nostra tenda. Ti prego, lasciami occupare di lui. 



“A-abbiamo un piccolo sopravvissuto, un guerriero un po’ stanco” sussurro, le parole non sono mai state tanto roche in gola, d’altronde aspettavi che tornassi da questa missione, ma immagino non così. E guardo te, ma poi subito lui, mentre mi abbasso per appoggiarlo sul nostro letto.
"Ha molto freddo" Ma il cuore batte, resiste, lui è forte.

Ho solo bisogno di sentire il contatto con il tuo corpo, le tue mani calde che si allungano verso questo piccolo reduce, per stare meglio.
Così riprendo a respirare a mia volta, i miei passi si fanno più stanchi e non oso farmi troppo vicino quando sono così, immondo nel mio essere vincente anche stavolta.
Non è stata dura, Oswald, non più di quanto sia per me fare ciò che faccio. Non era neanche un mostro di chissà quale foggia, non era un nemico imbattibile.
Ma è rimasto in lui così a lungo che questa è la mia sola, profonda, ansia. Nessuno merita ciò che questo bambino ha passato, innocente e solo. Ho il cuore che brucia, Os.

"Sì... è solo tanto stanco, ha combattuto tantissimo"
Ma finisce che la fronte, alla tua, la appoggio per trarre un respiro con questo bambino tra di noi, forse a tenerlo più caldo, anche se sei tu il cuore di casa mia adesso.
"Dobbiamo controllarlo stanotte, potrebbe star male ancora ma se non gli succede niente, allora è-... è salvo" te lo spiego meglio, a tratti perché il fiato arriva piano, e con lui anche i pensieri.
Lo sai che ti racconto ogni cosa, non c'è un caso di cui tu non sappia prima, non c'è anima che io voglia purificare di cui non ti abbia mai parlato... è che questo non me lo aspettavo neanche io.
Chiudo gli occhi, adesso mi riprendo, te lo giuro, sono solo stanco anche io, e ho bisogno di un bagno ma lo sai che neanche prenderò fiato finché domattina Dennis non aprirà gli occhi.

"Si chiama Dennis" sfiato, dolcemente, gli accarezzo la fronte gelida "Ero lì perché pensavo di dover purificare sua madre, e invece la corruzione aveva preso lui" e sai bene che non mi sarei mai tirato indietro. "Lo volevano perché è come Elliot. Un veggente, e adesso anche un orfano" riapro gli occhi, siamo tutti provati, amore mio.

"Ti va se resta un po' qui? Lui è-" non lo so, mio in qualche modo che non ti so spiegare a parole. "- solo"

Non voglio darlo ad Austin.
E' la prima cosa a cui penso, anche se so che tuo padre sta male, Oswald. Che il burattinaio del Place de Grève ha i giorni contati ormai.
Lo sento quando cerca rimedio con me, quando lenisco i suoi mali perché resti in piedi per voi, anche se forse il Natale non sarà qui per festeggiarlo.
So che squarcio creerà la sua morte, ma penso che voi potrete ricucirlo, che non sarete soli perché ci saremmo anche noi. Quelli che al circo si sono legati anche senza che sia stato lui a sceglierli.
Lo so che tuo padre lo ami, anche quando io disapprovo parte di ciò che ha fatto per tenervi incollati qui.
Non ti dirò mai che è sbagliato, perché niente di ciò che hai nel cuore è sbagliato.
Ma non sai quanto vorrei far scorrere via la sofferenza da chiunque oggi.

"Teniamolo noi, per un po'... non serve presentarglielo subito"
Teniamoci un segreto, Os, come a New Orleans. Teniamoci qualcosa che ci spinga avanti, un passo oltre Austin anche quando non vorreste.
La mia fronte scotta, è solo il risultato di uno sforzo che mi richiederebbe più meditazione, più riposo. Metto questo da parte con troppa facilità. Non volevo gravarti di due persone a cui pensare.
Lo lascio tra le tue braccia, sei il calore di cui ha bisogno, mentre io a mia volta so solo allungarmi verso i tuoi fianchi, come se dalle spalle logore in cui Mordin incideva gli artigli, potessero contorcersi due ali a proteggerci.

"E' una corruzione profonda quella che l'ha preso per mesi, forse anni" La mia voce gareggia con il magone che sento crescere. "Se starà male, sarà perché non ho fatto quello che dovevo, perché convincere un bambino è difficile. Ma io, io la combatterò ancora, è troppo piccolo, lui ha già fatto del suo meglio per resistere"
Capisco però che anche questo non basta a spiegare tutto ciò che è accaduto. Cosa sono state queste ore.
Cosa sono stati i ricordi di un Chrys che ha ceduto al dolore per la conoscenza, per la sete, per la gloria crudele che lo animava. Mentre Dennis ha lottato con ogni unghia, con i denti e con le ossa in fiamme. E' stato bravissimo, perfetto.

"I suoi genitori non sono sopravvissuti, hanno cercato di fargli del male e non ho potuto salvare anche loro" forse mi dico che non la meritavano, la salvezza. "Dio, non sai com'era quando mi guardava: non ne poteva più era distrutto" ti guardo, ora. "Ho promesso" come con Chrys.

Vedo già come lo tieni, come lo sfiori. Immagino che non sia ciò che ti aspettavi al mio rientro.
Non sono un marito stanco, un purificatore prosciugato nelle sue energie, qualcuno di cui occuparti un po', da coccolare.
Ora ti porto a casa anche un bambino che - per di più - non finirà subito tra le braccia di Austin.
Fosse solo per me, non ci finirebbe mai. Sono pronto a proteggerlo nella mia chiesa se questo dovesse rendersi necessario, ma faremo una cosa alla volta.
Un passo lieve dopo l'altro, perché io non ho avuto crudeltà a sufficienza per lasciarlo tra le ombre del sangue corrotto.
Non potevo, capisci? Dopo Chrys non potevo e basta. E forse sono stato sconsiderato, mi sono spinto al limite nel leggere una redenzione in quegli occhi innocenti.
Nel leggere un mio fare ammenda con karma. Che se Chrys è morto è anche colpa mia. Non mi convincerò mai del tutto del contrario.
Ma non la sento più la sua voce nella testa. Ritorna come un eco solo quando vado a trovare mio fratello, o quello che ne ha le sembianze. Allora c'è suo marito e quella voce che non cambia mai.
Fa male sempre nello stesso punto, seppur sia uno che tu hai curato.
Non c'è una cicatrice che si può aprire affondando nel torace, c'è una barriera che si fa più solida ogni giorno che passo con te.

"Già, adesso non è ancora pronto ma domattina finisce in vasca appena si sveglia.."
Ti sorrido flebile, quasi immaginando che Dennis si opporrà e dovremmo convincerlo che la vasca sia l'oceano e la spugna un mostro dei mari da cacciare o da salvare.
Scusa se sembra che questo bambino sia già un figlio. Uno mio, o nostro se vuoi.
Ma io non ti mettere in pericolo mai. E basta un tuo cenno per interiorizzare che l'hai capito.
Tu hai capito. Tu capisci di me ogni cosa da quel giorno in quel bagno.
Non hai mai smesso di capirmi, di cercarmi in poesie che conservo gelosamente.

"Hai... si tu hai ragione, scusami, ho usato le energie che mi restavano per tornare a casa da mio marito"
Soffio con dolcezza, facendo giusto un passo verso la vasca. Lascio le tende aperte perché voglio sentire il respiro di Dennis oltre il tuo.
Sfilo la maglia, la giacca, appallottolo in quei cesti a cui dopo darai fuoco. Sfilo i calzari, la schiena fa ancora male, un paio di tagli e qualche ematoma sono ancor a vista.
Mi dispiace che tu debba vederli, questa battaglia è stata dolorosa, mi fermerà per un po'.
Faccio scorrere l'acqua, i miei gesti sono ancora stanchi.

Perdonami amore mio se ti faccio preoccupare così, se so tirar su dei sospiri profondi solo quando mi libero da questi vestiti.
So di farli finire in un angolo per fortuna, perché ci penso prima che sia la stanchezza, perché almeno sono bravo abbastanza da non finire in vasca con tutto ciò che ho addosso.
Mi libero di ogni cosa, vesto solo della mia fede. E di te che mi sei accanto adesso, con le maniche tirate su e fin troppo amore.
Alle tue mani, Oswald, mi lascio andare. Non mi serve nulla per fidarmi di te, lo faccio e basta con naturalezza. Tanto da chiudere gli occhi e annuire piano alla tua prima domanda.
Ha fatto male, Os. Ha fatto un male tale che credevo di non respirare. Ma non è stato per la corruzione, con lei so come comportarmi, so quanta fede può spingerla a rantolare lontano da me.
Sono incorruttibile, ho già toccato il cuore di Chrys quando era alla fine di ogni respiro di sanità, prima che il mio mondo morisse su una picca.
Lo so che cosa si fa, ma è stato Dennis a rendere tutto più difficile. Anche quando sono pronto all'inaspettato, beh non mi aspetto questo.

"Si, ma è perché-..." sfiato piano, dolcemente, allungando la nuca perché ti sfiori. "- perché non potevo lasciarlo lì, e con lui è stata terribile, voleva divorarlo" e sapeva che non glielo avrei permesso. L'avrei tirato via dall'Inferno anche se avesse avuto dei genitori pronti a prenderselo indietro. Non so essere tanto egoista da strappargli le radici, è che non ne ha più.
Per questo ho ancora gli occhi chiusi, perché sono stremato, e devo avere davvero una cera orribile, come dici tu.

"Scusami tu" mormoro, cercandoti in quelle fusa che si appoggiano così tanto a te, malleabile alle tue mani. Prenditi cura di me, ti prego. "Mi piace che tu voglia proteggermi, è una delle cose che più mi hanno tenuto qui quando non c'ero" quell'anno in cui ho solo potuto sognarti quando la disperazione era troppa.

"Vuoi fare l'amore con me?" te lo chiedo come fanno i ragazzini. Sollevami così da ogni mio problema, portami in un mondo in cui possiamo esistere solo noi due, aiutami.