Votes taken by » avalanche

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    Non sapevo dove postare questa cosa ma ok, penso che questa sia la sezione più appropriata (?)

    Sono partita con l'idea di scrivere un post molto breve, ma sapete che alla fine non so mantenere nessuna aspettativa di questo genere...qui come nei miei audio chilometrici.
    Avrei voluto prendermi più tempo per riflettere, probabilmente uno infinito nel limbo del "forse", perché so che nonostante tutto meritate delle spiegazioni da parte mia, ma data l'urgenza di sapere se la mia presenza potrà essere più o meno sostituibile a breve, voglio comunicare che è meglio che io lasci il gdr, soprattutto tutte le cariche che ho ancora nel forum, perché sinceramente anche se tra ventorcidi soli e lune deciderò di tornare, sicuramente lo farò da utente senza alcuna responsabilità di questo genere...al momento, però, è una possibilità davvero molto, molto remota, perciò preferisco mollare senza troppi ripensamenti.
    Ricordo davvero molto bene il momento in cui tutto è iniziato, come anche tutti quelli a seguire: piano piano molte persone, tra le quali alcune che staranno leggendo questo ultimo post, mi hanno dato quella spinta in più per migliorare nella scrittura e non solo, per mettermi "in gioco", non inteso meramente come gioco di ruolo, ma come opportunità per scrivere ciò che non avrei potuto esprimere da nessun altra parte, perché il Brake è stato letteralmente la mia dimensione parallela. Ho ancora presente la felicità che provavo quando entravo qui dentro, la certezza di trovare ogni giorno un posto in cui persone diverse, seppur tramite personaggi virtuali, avevano uno scambio anche per poco. Non ho mai negato, nemmeno per un momento, di essere stata felice di aver fatto parte dal Brake, di essermi messa a disposizione di tutti e di avervi incontrato e conosciuto. Per ogni persona che è rimasta qui per un po', o per molto tempo, avrei tanto da raccontare, come per ogni personaggio che grazie a qualsiasi role letta con calma seduta davanti allo schermo del mio computer, o di fretta per andare chissà dove, mi ha regalato emozioni fantastiche. Ogni parola mi ha aiutata ad imparare a sporgermi un po' di più su concetti che non avevo mai avuto l'occasione di capire, forse anche di essere più comprensiva e aperta nei confronti di questi, di chi li ha dentro di sé, e di me stessa. Probabilmente anche quando saranno passati tanti anni da questo momento, noterò un particolare, o sentirò una canzone, e mi ritroverò a pensare a quella volta in cui lessi quella role e risi o piansi senza motivo, e ve lo dirò. Sono certa che questo preambolo non vi sembrerà neanche da me, ma penso che il Brake meriti anche questo. In ogni caso resterà una parentesi in cui ho potuto sperimentare senza alcun timore lo scrivere per divertirmi, ma ancora di più, lo scrivere per trovare qualcosa che non avrei mai potuto ottenere da nessun'altra parte, qualcosa di talmente complesso e articolato da non poter essere scritta, e che mi ha legata a molti di voi in modo inaspettato...sì, ironico. Scrivere per avere in cambio qualcosa che non può essere espresso.
    Purtroppo è ormai da molto tempo che non sento più nulla di tutto questo. Mi fa impressione, perfino profonda amarezza, trattare già tutto ciò che ho scritto come ormai dei "ricordi", perché attualmente, se prima è stato per me ciò che ho scritto precedentemente, come anche un contesto unico di sperimentazione e di creatività in cui ognuno, anche i nuovi arrivati, avrebbero potuto dare un proprio contributo trovando un gruppo di scrittori inclusivi e leggeri, il Brakebills non è più ciò che mi aspettavo nel momento in cui l'abbiamo ideato. Provo tristezza, non lo nego, perché per quanto mi riguarda, ho cercato così tanto di mettere su un "mondo" insieme a voi, in cui le persone si sentissero a casa e libere di scrivere ciò che avrebbero voluto, che alla fine quando ho avvertito pian piano tutto andare a decadere e tutta la negatività che ne è scaturita, non sono riuscita a sopportarlo, nonostante abbia cercato di essere di supporto per tutto ciò che è accaduto. Prima di questo periodo il Brake ha avuto diverse crisi, non è stato tutto perennemente rose e fiori, ma se precedentemente ho visto in generale una voglia di reagire molto diversa, adesso mi guardo intorno, e so che non è più così. Ho sempre pensato che è normale che vi siano mutamenti, anzi, sono convinta che siano tremendamente necessari per migliorare sempre, ed essere partecipi sia da utenti sia da staff, ma quelli che ci sono stati (o meglio, che non ci sono stati) ultimamente hanno portato il gdr in una spirale di chiusura molto limitante che non posso tollerare, per come sono e voglio essere. Non sento più la libertà di espressione, la tranquillità di dedicarsi insieme e con passione a qualcosa che veramente, prima era di tutti nello stesso modo, e generava entusiasmo in ogni sua forma, di certo non un individualismo fine a se stesso.
    I problemi che sento, che provo, sono stati generati da un susseguirsi di incomprensioni, di scarsa comunicazione, di un generale affossamento dell'entusiasmo e della voglia di reagire anche a delle banali interazioni, o al contrario, troppa rigidità nel non ascolto nei piani più "alti" dello staff. Presumo di aver parlato quasi con tutti quelli con cui mi sento abitualmente, e di aver condiviso un po' lo stesso scontento...e ho tentato davvero fino infondo di farlo notare, di arrivare ad un secondo inizio da cui partire, magari fare tutti insieme un passo indietro per rivalutare aspetti della gestione comunicativa del gdr che sono stati a dir poco inappropriati - lo capisco, è normale sbagliare, ma è il non riconoscere gli stessi sbagli, o gli avvenimenti, che hanno pian piano creato prese di posizioni per me incomprensibili. Ad un certo punto, però, ho notato che continuando a fare di testa mia non avrei risolto nulla, se non ulteriore stress che non voglio provocare in un ambiente in cui scrivere dovrebbe essere solamente spinto dalla pura passione di farlo, e da nient'altro. Inoltre, avrei forse reso più difficile ancora la gestione del gdr allo staff per come la vuole intendere adesso, o avrei rischiato di forzare una parte dell'utenza a probabilmente, percorrere una strada che nessuno è intenzionato ad intraprendere.
    Chi mi conosce abbastanza sa che per me l'espressione di qualsiasi opinione ha una valenza sacra, e che il rispetto paritario è ugualmente fondamentale in qualsiasi contesto, per e da tutte le parti in causa...perciò spero che prima o poi avverrà almeno una presa di coscienza e una crescita di collaborazione sia da parte di uno staff troppo chiuso e restio al prendere in considerazione altri punti di vista, sia da parte di un'utenza troppo silenziosa e forse addirittura per certi aspetti timorosa (questo in particolare mi dispiace moltissimo per chi trattiene ciò che non va dentro di sé, o per chi ha tentato di non farlo e di mettersi in prima linea, anche solo per un momento, ricevendo solamente interpretazioni sbagliate, o addirittura zero risultati in cambio).
    Non mento nel dire che avrei voluto un epilogo diverso, per me è stata una sofferenza accorgermi di non avere più voglia di scrivere e di sentirmi prosciugata e davvero male psicologicamente non appena mettevo piede sul gdr, ma per me questa è stata anche una profonda occasione di crescita, che mi ha portata alla decisione definitiva, senza alcun rancore, anzi, riflettuta in molta tranquillità, con la consapevolezza che tutti quelli che conosco e che continuerò a voler bene riusciranno a tenere a mente la differenza tra ciò che si è dentro e fuori il gdr, e che a volte alcuni luoghi, sia virtuali che non, si devono lasciare per intraprendere quella che sento come un'evoluzione personale che non voglio fermare a causa di discussioni che non porterebbero ormai, dalla mia parte, a nulla di nuovo, o questo sentirsi totalmente bloccati in un contesto che sarebbe dovuto restare un semplice "gioco di ruolo", un'occasione per incontrare persone che hanno interessi in comune per condividere qualcosa di magico, ma che col tempo è diventata solamente una sfera di chiusura e un "gioco dei ruoli", un gioco a chi guarda cosa fa l'altro, o chi pretende che l'altro faccia o dica senza alcuna immedesimazione o sensibilità nei confronti di persone che hanno già i loro problemi in real, e che dovrebbero trovare unicamente un luogo sano dove lasciarli, almeno per un istante, lontani. Mi scuso per non avercela fatta, per non aver più la forza di portare avanti tutto quello che si è creato soprattutto insieme, di non essere riuscita a migliorare nulla, o di lasciare così inevitabilmente i pg e le storie che abbiamo condiviso per anni...per me questo è il dispiacere più grande. Non è stato facile, ho dato tanto al Brakebills e tanto mi è tornato indietro, e mi dispiace che probabilmente alcuni penseranno che non sia stato abbastanza, o che stia spettacolarizzando un mio "capriccio" (forse sarà interpretato così, se sì ne sarei ulteriormente rammaricata), ma vi assicuro che no, non lo è, anzi, è stata una scelta molto faticosa, perché quello che ho fatto l'ho portato avanti con il cuore (immaginario, perché tutti voi sapete che non ce l'ho, ora me lo stampo in 3D). Non voglio che questo significhi un abbandono in real per tutti quelli che sono, o sono stati sul Brakebills, né che ho intenzione di lavarmene le mani, anzi, spero che il mio allontanamento possa in qualche modo aiutare e non appesantire ulteriormente, come anche aiutare me stessa a superare molti limiti che ho, e su cui lavorerò incessantemente. Ad esempio, ho sempre avuto il timore atavico di scrivere un libro...e credo che questo sia esattamente il momento giusto per iniziare a farlo.
    Per qualsiasi aiuto a concludere storyline con i miei personaggi, sono a vostra disposizione...e sottolineo che non cambierà nulla verso qualsiasi rapporto che ho con ognuno di voi. Non è mia intenzione scomparire nel nulla, e per quel che vale, i rapporti vanno oltre qualsiasi piattaforma, o qualsiasi distanza (penso che in questo siamo tutti degli esperti), perciò ci sarò sempre, per chi avrà ancora piacere, e farò ciò che mi è possibile per rubarvi un sorrisino, almeno uno, anche nelle giornate più becere che ci siano (del resto lo sapete tutti che sono una cogliona di prima categoria, è quello che mi riesce meglio nella vita, magari mi danno una laurea).
    Auguro a ognuno di voi di non perdere mai la voglia di scrivere, di raccontare, di immergervi nelle vostre storie liberamente, nei vostri personaggi, senza alcun limite se non la voglia di superarvi, perché siete delle persone meravigliose a cui terrò sempre, nonostante tutto, e ognuno di voi è lo scrittore migliore che io abbia mai letto.
    Riassumendo, vi auguro di vivere la vita. Come dice il buon vecchio Kerouac, una macchina veloce, l'orizzonte lontano e una persona da amare alla fine della strada.




    Conclusioni per i miei pg:


    Ardan Morley: si reca in Inghilterra per tentare di uccidere la madre, ma viene ucciso da lei stessa all'ultimo, per legittima difesa.

    Adam McLean: dopo anni di carriera va in pensione. Compie un viaggio in Irlanda, indeciso se stabilirsi lì per un po', ancora scosso a causa della notizia su Ardan. Rientrerà a NY per stare con Astrea, quando Giovanna lo deciderà liberamente.

    Logan Lagrange: il suo viaggio in giro per il mondo è un successo nella comunità magica. Scrive con la sua collega Alexandria una serie di saggi e libri, per poi accettare il trasferimento da responsabile del Reliquiarium a dirigente di un team di famosi maghi ricercatori e spezzaincantesimi in India. Manterrà spesso in contatto con tutta la sua famiglia, spostandosi in giro per il mondo a seconda delle opportunità lavorative.

    Romeo Whitefang: essendo collegata alla storia di Scipio e Andrew, lascio a Selly e Ludo la libera decisione di una continuazione, o un epilogo.


    Gli altri pg o png o vari contesti portati avanti da me possono essere archiviati tranquillamente, e qualsiasi epilogo può essere deciso come volete (per i Bowman non saprei neanche da dove iniziare, dato che particolarmente per i whyos ho avuto più casini che altro, ma sottolineo che le decisioni sul da farsi dovranno obbligatoriamente essere decise, sia in off che in on game, unicamente da Francesca e Glenda, e marginalmente magari da Gloria, che potranno contattarmi in qualsiasi momento magari per parlarne...non sapete quanto mi dispiace, davvero).


    Qualsiasi mio materiale può essere rimaneggiato sotto il mio consenso, a parte il biennio di Psichica. Per mie ragioni personali, dopo tantissimo lavoro, preferirei che non venisse utilizzato da nessun altro e che l'eventuale futuro professore ne creasse uno ex novo (anche perché oltre ad averci sputato sangue per un anno, questa parte di programma non è neanche stata ancora testata, perciò non posso assicurare la sua effettiva giocabilità, e penso che un eventuale docente si sentirebbe troppo "rinchiuso" in una mia interpretazione troppo personale e dettagliata della materia in sé).
    Ripeto che per eventuali conclusioni di plot, role o storyline sono a vostra completa disposizione ;) dopo pasqua per alcune settimane probabilmente entrerò nella piattaforma per copiare quante più role possibili con i miei pg nel mio portfolio, sempre se non sarò di disturbo.

    Edited by » avalanche - 16/4/2019, 20:32
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    Valerioooooo BENE COSÌ tra non averti notato a lezione per tempo e il non aver notato questo post in sala sussurri proprio faccio tombola.
    Per quanto riguarda la tua proposta per le lezioni sicuramente ne parleremo con le altre, però intanto posso parlare per la mia materia. Capisco un casino che sia difficile, hai ragione, anche le dinamiche per i nuovi utenti (ma anche per quelli "vecchi" eh, ci sono sempre difficoltà). Mi rendo conto che imparare psichica durante un'unica lezione insieme ad altre materie, tra l'altro, non sia affatto una passeggiata. Quello che posso fare nel mio piccolo è segnarmi le vostre osservazioni - che in realtà me ne sono accorta pure io durante la lezione - e prestare più attenzione nell'ideare la prossima, perché se i pg avessero avuto un'ambientazione più intuitiva e su misura per quello che dovevano imparare (psichica e bianca), e non generica per tutte le materie, o comunque pensata già superficialmente a monte, probabilmente vi sareste trovati meno in difficoltà. Ad esempio, prima di questa lezione, soprattutto con le skills della prima lezione di psichica, prestavo molta attenzione all'introspezione, mentre su quelle della seconda - lettura mentale ecc... - più su un confronto diretto tra due o più pg. Quindi insomma, in questa lezione mi rendo conto di aver fatto un "minestrone" che non ha funzionato :')
    Già tremo per la lezione che comprenderà il 4 anno - skills mai assegnate a nessuno...AH AH AH vabbè, saremo nabbi tutti insieme, me compresa, spero di non crearvi ulteriore confusione e anche in quel caso, se tutto vi sembrerà troppo ostico cercherò di modificare un po' il programma, o pensare a qualche excamotage v.v
    Grazie mille per il feed! E per quanto mi riguarda, se hai qualcosa di poco chiaro soni a tua disposizioneeeee!
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    NO MA FATE PURE, PREGO
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    BELLEZZA! Intanto ti ringrazio per il feed, li state mandando in tantissimi e davvero, grazie <3
    Passiamo alle cose a cui ti posso rispondere:

    CITAZIONE
    Ora, uno dei miei più grandi limiti di cui mi sono resa conto in questa lezione (e anche quella di alchimia+psicocinesi) è che quando c'è in ballo tanta roba vado nel pallone e mi impanico. Cioè ve lo dico giusto per ma già avere due materie al colpo solo per me è un disagio, se poi ci si ficcano dentro altre materie come necro etc io faccio ancora più casino perché non riesco ad ignorare i post e quando sfoglio le pagine mi sento scema MA QUESTO E' UN MIO LIMITE QUINDI FATE QUELLO CHE VOLETE CON QUESTA INFO.

    No vab, ma hai ragione. A parte che ce lo state dicendo un po' tutti questo, cioè più che altro i player nuovi che non sono molto abituati - mi rendo conto che quelli vecchi hanno attraversato tutte le fasi di modifica delle lezioni sul Brake, quindi adesso usano skills e scrivono post in modo molto sciallo, perché semplicemente sono abituati. A questo punto credo sia il caso di scindere almeno Bianca/Psichica e Psichica/Nera/Necro in due topic differenti, ma ne parlerò con le altre per le prossime lezioni, oppure narrativamente di dividervi in più topic quando le ambientazioni sono diverse (non so se i prof saranno d'accordo su quest'ultima opzione, credo sia un po' difficile).
    CITAZIONE
    Allora come mi è stato detto nelle valutazioni di psichica ammetto di non aver usato molto bene le skills ma devo dire che già al primo anno non è che potessi fare moltissimo (aka magia bianca ho ripetuto sei mila volte pugno gentile ma davvero non avevo altra scelta logica) anche perché l'ambientazione non aiutava molto. Ora non so se è perché io sono ancora abbastanza nuova e non sono in grado di usare le skills come gli altri e forse dovrei mettermici e studiarmele (?) ma credo di trovare forse un po' macchinoso il fatto di dover ricontrollare in cosa posso fare, soprattutto se mi confronto con post di chi fa il II anno e magari ha più skills e io mi sento davvero idiota XD

    Anche qui sì, hai ragione. Purtroppo sono state accorpate le lezioni e gli anni per un motivo molto semplice: in off noi insegnanti stavamo proprio diventando pazzi a suddividere le date e cose varie, non c'era uno stacco tra una lezione e un'altra, e per i player pensa che a volte si arrivava pure a far lezione in estate, oppure a scrivere pg in tre lezioni diverse nello stesso periodo, cosa folle...quindi insomma, era un casino abbastanza evidente. Onde evitare, abbiamo preferito accorpare, ma io credo che l'accorpamento in sé non sia un problema, ma sia stato un problema come noi prof abbiamo costruito la lezione. Se avessimo suddiviso magari gli studenti in gruppi per anno in punti diversi dell'ambientazione, ad esempio - la butto lì eh - oppure avessimo riflettuto di più su come i nuovi studenti avessero avuto più stimoli nell'utilizzare determinate skills, sicuramente sarebbe andata meglio...è stata la nostra prima lezione accorpata, e quindi parlo per me, onestamente, l'ho fatta di merda.
    Conta che già le skills di psichica della prima lezione del primo anno (percezioni varie) e della seconda lezione del primo anno (lettura e occulmanzia) sono due mondi totalmente diversi, che precedentemente strutturavo in due lezioni totalmente diverse (che poi ad una ci hai partecipato, quella del panorama mentale. L'altra sarebbe stata in teoria un 1 vs 1, in cui il tuo pg per forza di cose sarebbe stato così messo in un ambiente in cui avrebbe dovuto un po' per forza impratichirsi esclusivamente con le skills di lettura e occlumanzia).
    Devo un attimo fare un recap e cercare di capire come strutturare meglio tutto quanto, per creare una lezione accorpata che però sia adatta allo sviluppo graduale di tutte le skills a lezione non in modo forzato. Secondo me un'altra cosa che ha inificiato nella trama della lezione è che fosse troppo d'azione...quindi niente, la prossima volta io e Francesca sicuramente faremo un lavoro migliore di questo - e sicuramente queste stesse osservazioni le terrò molto presenti per la lezione del terzo e del quarto anno :')
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    PER I BIMBI DI PSICHICA

    Solo per chi vuole recuperare, anche per voi valgono le indicazioni di Francesca, quindi:

    CITAZIONE
    Se avete delle lezioni da recuperare da zero, avete a disposizione tutte le skills fino al 25 di quelle determinate lezioni.
    Se dovete alzare i voti delle lezioni, avete a disposizione tutte le skills fino al 25 anche se avete conseguito una votazione inferiore (ad esempio, se avete preso 18 per ora potete usare lo stesso le skills fino al 25). Se invece avete preso più di 25, potete ovviamente usufruire di tutte le skills che avete effettivamente sbloccato (ad esempio se avete 28 potete utilizzare le skills di quella determinata lezione fino al 28).

    A parte questo, se sotto spoiler nei post role metteste quale lezione volete recuperare mi fate un favore. Inoltre in tabella, come al solito, non dimenticatevi di inserire le votazioni di Psichica e in base ai rami scelti o assegnati a lezione, scrivetemi sei il vostro pg è:

    - Occlumante/Legillmens/Ibrido
    - Doppelganger/Trasformista

    Oggi arriveranno le valutazioni di Psichica per quelli che hanno partecipato alla lezione Psichica/Bianca, scusate il ritardo </3
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    ardan ciaran morley 16 Years Old voice role song
    Cercò accanto a lui, con occhi spenti, una bottiglia nella penombra. Una stava spuntando tra dei sassi, la prese tra le dita aggrottando la fronte, cercando di capire se il tappo fosse ancora sigillato o già aperto da qualcun altro. Troppo appesantito dall'idea di alzarsi per prenderne un'altra, si accontentò di quella. Era fredda, più delle sue mani, più del fiato che ci fece caso, fuoriusciva come piccole nuvole biancastre, quanto quello che reagiva alle piccole vampate del fuoco. Guardò l'etichetta mentre si rese conto, lentamente, come un'onda che arrivò piano quanto la prima risposta di Austin, che a lui non importava rimuginare sulle cose, soprattutto su quelle della sua famiglia. Anzi, sembrò che non vedesse l'ora di farlo, di parlare, ed era stupido. Quelle cose la gente come lui le teneva per sé, e se proprio doveva dirle non le esprimeva con così tanta veemenza. Austin aveva chiamato Dio, come se lo stesse ringraziando che la sua famiglia ci fosse ancora. Inclinò le sopracciglia ancora, un po' pensoso, era in bilico su troppi pensieri, ma poi c'era quella sensazione di rilassatezza che non voleva perdere, così se ne stette lì, in silenzio, per poi sbuffare un sorriso sbieco, sempre guardando altro, lì, con la testa reclinata verso il basso, verso le sue gambe distese sopra cui le mani rivoltavano una bottiglia di birra già aperta e consumata a metà: « No, non ti preoccupare troppo, sei già il deficiente » enfatizzò con una punta amarognola, ma divertita. Gli piaceva quel gruppo. Gli piacevano le cose che poteva dire meno composto del solito, con meno difese del solito, con le spalle inclinate da una parte, mentre la testa non doveva per forza pensare a un senso dietro tutto quello. Si stava intorno al fuoco e basta, o ci si arrampicava, o si provava a drogarsi...cose così. Cose che avrebbe lasciato quando sarebbe andato via da lì.
    Prese un sorso di birra...
    "Ho una sorella e due madri".
    Sputò il liquido sul falò, che ebbe un tremore prima di continuare ad agitarsi mollemente. Divenne paonazzo, cominciò a tossire, si alzò di colpo cominciando a camminare avanti e indietro oltre le pietre che avevano messo un po' alla buona, per sedersi. Aveva gli occhi pieni di lacrime, gli pizzicarono ovunque, guardò in alto prendendo alcuni respiri ma più lo faceva, più gli veniva da tossire. Cercò di darsi un contegno, alzò le sopracciglia anteponendo una mano a pugno davanti alla bocca e schiarendosi la voce, le spalle che si alzarono per poi girare il corpo verso di lui.
    « Perdonami. Cosa? » soffocò un verso simile a una frase di senso compiuto.
    Due madri. Due madri. Due madri. Due madri. Padre. Da qualche parte. Due. Madri.
    Continuava a ripeterselo, probabilmente aveva sentito male. Lo guardò in tralce, la mano che teneva in piedi la bottiglia e solo quella, perché non sapeva cosa dire. Ammutolito dopo un paio di minuti dal più deficiente di tutti, ma tutti avrebbero avuto la sua stessa reazione, ne era certo.
    Aveva due madri.
    Aveva due madri.

    Forse sarebbe andato avanti così finché Austin non avrebbe deciso di andarsene lasciandolo lì.
    Aveva due madri. Era assurdo. Come...come aveva fatto a sopravvivere? Pensava che la dichiarazione più folle gli fosse stata detta da Havel - innamorata di un'altra donna - ma adesso era sicuro che quella, quella avesse scavalcato tutte le basi più credibili della sua esistenza.
    Realizzò poco dopo di starlo guardando come fosse una sottospecie di magonò malformato, che avrebbe potuto attaccargli una malattia genetica rara. Non sapeva se contenere il suo sbigottimento o meno, ma non c'era solo quello, era un esplosione di incredulità e tantissime altre domande che si accavallavano, poi no, venivano spinte via da un solo e unico, gigante, no che con forza si faceva spazio uccidendo tutto il resto.
    No, non voleva sapere. Perché non seguiva mai le regole fino infondo? Era il codice di quel gruppo, non chiedere niente, e avrebbe tanto voluto punirsi per quello. Cos'avrebbe dovuto rispondergli? Forse niente. Due madri. Immaginò sua madre con un'altra madre e per poco non gli venne da vomitare, arricciò la faccia in una smorfia indignata.
    Quelle cose erano legali nella società? Sì? No?
    Forse un padre da qualche parte, ma non conta.
    Per Merlino. Era tutto terribilmente sbagliato, Era come se con una frase Austin gli avesse tolto tutta l'aria di bocca e rimessa chissà dove, sicuramente non in quello spazio vitale che era suo, perciò fece un passo indietro, poi no, avanti, poi bevve un sorso ancora perché aveva la gola secca.
    Era sbagliato, davvero, lui...non...cosa...mio Dio.
    Guardò altrove alzando la testa e bevendo un sorso esagerato, poi strinse gli occhi scioccando la lingua e si passò una mano sulle labbra che strinse, prima di mugugnare senza guardarlo, poi invece sì, ma solo dopo, in ritardo, come se stesse tastando un terreno storto con quella stessa mano per la prima volta: « Io penso che tu stia scherzando »
    Lo guardò ancora in tralice.
    « Nel caso in cui non lo fosse » si apprestò a dire dopo una pausa lunghissima, mentre lo squadrava ancora come fosse uscito da una sua allucinazione, ma con un distacco che cercava di non dare troppo a vedere quello che stava provando in quel momento: « Come...insomma...adozione o... »
    Si schiarì di nuovo la voce fioca. Non sapeva come argomentare una frase così semplice. Passò ad altro. La sua famiglia.
    Restò ancora interdetto per un po', poi lasciò perdere, ma bevve ancora, schivo. La sua espressione mutò in totale distacco, come se stesse elencando qualcosa di ovvio, ma allo stesso tempo che non sentiva così tanto proprio. Era ciò che succedeva quando parlava di sua madre.
    Aspetta. Lui non aveva mai parlato di sua madre.
    Se ne rese conto in una frazione di secondi, si mise a sedere di nuovo perché era tutto tremendamente nuovo e assurdo. Non sapeva se fosse un bene, probabilmente non lo era, perché non era preparato a conversare di quel genere di cose...eppure era stato lui, a chiederlo, avrebbe dovuto calcolare l'elevata percentuale di rischio di una domanda posta di rimando sulla sua, di famiglia. No, non sulla sua famiglia, su sua madre. Della sua famiglia avrebbe potuto parlarne, i Morley erano la culla in cui era nato e un giorno avrebbe portato quel nome al Ministero, come suo padre, come suo nonno, come tutti quei primogeniti che avevano contato così tanto per i suoi occhi.
    Strinse le gambe contro il petto, prese un legno spingendo le braci sul punto centrale del fuoco, per poi allontanare la mano rapidamente.
    « Non sono arrabbiato »
    Lo disse davvero. Non era arrabbiato. Nessuno avrebbe potuto capire cosa fosse, con sua madre...ma no, non era arrabbiato. Un po' deluso. Così tante parole inutili, da parte di sua madre, e mai una lettera da suo padre...eppure sapeva che se, e quando, gli sarebbe arrivata, sarebbe stata importante. Come l'ultima volta che l'aveva visto. Non tornare a casa prima di aver terminato tutto, gli aveva detto Ryan Morley, all'inizio dell'estate del primo anno...e Ardan era rimasto lì, a Durmstrang, perché sapeva che suo padre aveva ragione.
    Ardan non poteva tornare a casa prima di aver terminato quello che doveva, e prima di aver dimostrato a lui e a se stesso che era pronto per essere davvero l'ultimo unico primogenito di quella famiglia.
    « Era mia madre » aggiunse. Era, perché non voleva averla davanti a sé, non voleva leggere la sua grafia vergata tra i suoi occhi grigi. Sua madre era. Era sempre stata, sua madre, viveva in un passato dorato, ed era lì. Era stata lì, durante la sua infanzia, ma adesso era grande Ardan, e su di lei, poteva solo dire che era stata, ma non sarebbe stata più.
    « Mio padre è un indicibile. Il legillimante più potente degli ultimi decenni, dicono »
    Si distese a parlare di lui, si accorse di aver sorriso un attimo al cielo, ma non con la bocca, no, con gli occhi, quelli che gli aveva insegnato a puntare contro le persone.
    « I Morley sono...i Morley. Si raccontano un sacco di cose su di loro, e molte sono vere. Grandi maghi. Un giorno lo sarò anch'io » disse sdraiandosi di nuovo e afferrando la canna dalla mano di Austin, senza chiedere il permesso. Fece un tiro, poi sputò il fumo tra i denti, mentre parlò ancora: « Un giorno sarò un indicibile. Lavorerò nella Camera della Morte del Ministero, continuerò il lavoro di mio padre, di mio nonno, del mio trisnonno...e non potrò dirti un cazzo di niente dei fatti miei, deficiente » concluse passando sopra a tutto con un verso fioco, simile a uno sbuffo, che a sua volta, era simile a una risata che smosse le sue spalle, di nuovo rilassate e premute contro quel tronco vecchio.
    Con una mano agitò la canna per togliere la cenere, quello che non serviva più, e inspirare ancora: « Il primo Morley veniva dalla Norvegia. Ha fatto il culo a un gigante...e ha separato l'Irlanda dalla Scozia, da solo»
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    Edited by » avalanche - 4/3/2019, 20:58
  7. .
    ardan ciaran morley

    And it's hard to say where it went so wrong and failed me in the end
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    Non era esatto. Sbuffò una smorfia tagliente, sarebbe stato un sorriso se non fosse talmente pungente da non essere neanche visto, nell'ombra. Avrebbe dovuto tenere gli occhi su di lei, ma li deviò poggiandoli lateralmente, ma non troppo, così che con la coda del'occhio avrebbe potuto comunque seguire ciò che faceva. Si rese conto di essere diviso a metà, da una parte il vecchio sé, sopravvissuto a stento, che avrebbe voluto semplicemente alzarsi e distruggerla, urlandole in faccia di stare zitta, in silenzio, di comandarglielo, perché stava distorcendo tutto proprio come aveva fatto e lei non sapeva, non poteva sapere, non poteva sapere nulla, non ne aveva il diritto, le capacità necessarie per farlo. Si rese conto che avrebbe reagito così, prima, senza pensarci, assecondando quella punta d'amaro che pizzicava la lingua, che lo stava facendo, perché sarebbe bastato così poco per scardinare il suo silenzio, che le stava permettendo di continuare a parlare, ma era sicuro che lo sentisse, che potesse sentirlo nella testa, che non era affatto vuoto. Era ciò che si smuoveva sotto i loro piedi, come se fossero su un confine troppo cedevole per muovere anche solo l'angolo della bocca...ma Ardan l'aveva già piegato, e quello bastava. Bastava l'irritazione, che adesso era affondata in un'ironia affilata come ciò che stava pensando, ma che non le avrebbe detto, non così, perché troppo affogata nelle sue convinzioni per meritarselo. Pensieri troppo complessi, che avrebbe dovuto eviscerare uno ad uno, per cosa? Non gli stava dando niente, se non un paio di parole sbagliate. Era lì, però, tra i denti, che scalpitava, il desiderio di dirle che non avevano fottuto nessuno, si erano semplicemente nutriti di ciò che suo padre era stato. Dei parassiti, che non lo avevano fottuto, perché niente era stato davvero loro. Niente. Lui era nato sotto un grande nome, era nato sotto una stirpe che enorme aveva conquistato l'Irlanda, poi ancora, indicibili, suo padre uno dei maghi psichici più potenti nella sua generazione. Non avevano avuto nulla da raccontare, loro, troppo inferiori, erano sottostati fin quando un incantesimo era andato male, nel verso sbagliato, e loro se n'erano solamente nutriti. Aveva creduto, dopo che Gregory - non Chaos, quello stupido soprannome - l'avesse piegato al suo volere, di essere davanti ad un pericolo insormontabile, ad un mago troppo aldilà delle capacità di tutti i presenti. Si era sbagliato, perché era stato solamente un pazzo. L'aveva capito, anche quello, rapidamente, quando non aveva più avuto nulla da dirgli se non fare di tutto per dimostrargli quanto lui, con quello che aveva rubato a suo padre, potesse immischiarsi nella sua testa. Era durato poco, perché al contrario di quella stupida idiota, lui ne era uscito dopo un paio di mesi. Gli aveva dimostrato quanto poco valesse, aveva scoperto il suo punti più disgustosi e deboli...mentre lei non aveva fatto nulla. Adesso, adesso e solo adesso, poteva permettersi di parlargli da pari, perché ne era uscita, ma fino a poco tempo prima non avrebbe avuto neanche le capacità per nominare chi l'aveva tenuta sotto scacco...figurarsi reggere il suo sguardo.
    Era lui che era interessato a te. Ardan ne immaginava il motivo: ancora, non aveva avuto potere su di lui, se non nel momento in cui suo padre era morto e poco dopo, quando la paranoia lo aveva accecato più di Gregory stesso.
    Non era tutto diverso. Per lei poteva esserlo, per lui era stato un continuo, da quel punto in poi, e non si era mai piegato, aveva sacrificato tutto, ogni cosa, per continuare a non farlo mai, perché l'ultima e unica volta era stato Gregory.
    Su una cosa, però aveva ragione. Per cosa? Era ciò che la stava salvando dallo scontro, lo scopo che avrebbe potuto reggere quello scambio...e in ogni caso, lo aveva ucciso. Questo glielo doveva, né voleva negarglielo, la morte era una prova più di qualsiasi altra. Se lei era andata contro di lui - ed era nella sua testa, sentiva le sue emozioni più becere perciò adesso ne era sicuro - allora i loro scopi si erano affossati a vicenda...e cosa più importante, non ne aveva. La continuò a guardare da distante, gli occhi che serpeggiarono sulle braccia che si abbassarono. Lei premeva per sapere la risposta a quel per cosa? L'aveva detto come se fossero amici di vecchia data e si stessero rincontrando solo per capire cosa fare da quel momento in poi, perché lei - era quello il problema - da sola non ce l'avrebbe fatta mai. Immaginava stesse, quanto lui, cercando degli alleati, ma se Ardan li aveva trovati per un punto comune e reale...lei non avrebbe avuto nulla da offrire. Lei, al suo contrario, non avrebbe potuto trattare con nessuno, povera pazza sopravvissuta.
    "Tutto diverso?" la punse con la voce nella testa, come se le stesse girando intorno per guardarla anche alle spalle, a tutto quello che adesso temeva perché per troppo tempo si era lasciata indietro.
    "Cosa vorresti farci con questa tua nuova libertà?"
    Una cosa, però, non poteva negarla: Ardan non l'avrebbe potuta sottovalutare, non più.
    [ 22 · sheet · music · voice ]

  8. .
    Allora, prima cosa, mi sono innamorata del tuo avatar che è bellissimo è da tre ore che lo guardo e rido da sola non ce la posso fare, seconda cosa COSA TI ANSI CHE SIAMO TUTTI DEGLI SFIGATI, guarda che questa è la landa del cazzeggio, cioè lo so che sembra tutto sistematissimo e pieno di robe e cose ma ti giuro che non sappiamo neanche noi cosa stiamo facendo nel novanta percento dei casi. Quindi scialla sorella, davvero...ti stai agitando per il gdr sbagliato :'D
    Detto ciò BENVENUTAAA JESSICAAAAA già tvb, sono Chiara, se hai qualche dubbio o altre cose chiedi pure allo staff che sono tutti carinissimi, lo giuro <3 e non vedo l'ora di leggerti in giro e ruolare ovviamente!
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    Disse quello che ha acceso le chiappe a motore ed è scappato
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    ardan ciaran morley 16 Years Old voice role song
    Gli avevano chiesto di alzarsi, lui aveva risposto con un medio. Era sdraiato sulla terra fredda, tra le rocce, la testa poggiata su un tronco che la rialzava appena, a guardare le fiamme del falò che avevano acceso. Le ombre da lì sotto si allungavano tra i rami che sembravano sul punto di essere contagiati dal fuoco, ma resistevano immobili, mentre sopra le loro teste il cielo era torbido e le stelle erano l'unica cosa che si riusciva a vedere. Si erano allontanati quasi tutti, alla fine, chissà dove nel bosco. Sentiva le urla spargersi ma non gli interessava capire da dove provenissero, era anche fin troppo fatto per pensare al rischio che avrebbero potuto correre se anche quella volta li avessero presi. Avevano fatto troppo casino, ma era quello che combinavano sempre. Il tedesco quasi non gli pesava più parlarlo, anche se quando poteva ne faceva a meno. Sembrava di stare dritti a recitare degli scioglilingua, Nik gliene aveva insegnato davvero qualcuno, tra un giorno e l'altro. Haifischschwanzflossenfleischsuppe. Zuppa di carne di coda di squalo. Disgustoso, ma ancora se lo ricordava. Erano già passati due anni da quando Nik se n'era andato, ma erano ancora lì, anzi, lui era ancora lì, in quell'angolo di bosco, fuori dal castello, lì dove aveva imparato ormai a sopportare qualsiasi grado di freddo perché più di Donegal lì entrava non solo nelle ossa, ma nelle viscere. A casa sua era nebbioso, umido, lì era secco, non permetteva a nulla di sopravvivere, se non si aveva un fuoco. Aveva imparato a farlo, ma non l'aveva sistemato mai lui, non era uno che amava sporcarsi le mani. Diceva agli altri come fare, se sbagliavano gli dava degli idioti, perché se lo poteva permettere. Nessuno l'aveva chiamato il randagio, né gli aveva affibbiato nessun altro stupido soprannome, ma è come se lo sapessero, che quel gruppo era diventato diverso perché la gente di prima se n'era andata e tra lui e Nik sembrava passato un secolo, anzi, più chilometri e chilometri che li avevano sempre separati nei loro caratteri tenuti ognuno per sé, ma anche ognuno a spiazzare l'altro.
    L'unico che era rimasto, quella notte, era stato Austin. Avrebbe scommesso che se ne sarebbe andato con gli altri a fare chissà cosa, invece si era fermato, si era seduto accanto a lui mentre il fuoco scoppiettava e Ardan, con i piedi troppo caldi e vicini al falò e la testa troppo fredda, premuta contro il legno umido, guardava in alto. Si sentiva così molle e rilassato da voler sprofondare, ma era come se stesse studiando tutto, ancora, sempre, come se anche le stelle dovessero essere riprese tra i suoi occhi che baluginavano di riflesso, socchiusi e sottili. C'era una cosa sola che gli pesava nella tasca della giacca, una lettera che aveva stretto tra le mani, appallottolandola, una d sua madre, una delle tante. Si alzò di poco, giusto per sollevare le spalle, prendere quel pezzo di carta e lanciarlo nel fuoco, così che se lo mangiasse e la facesse star zitta. Si piegò stavolta alzandosi a sedere, solo per sporgersi verso l'orlo delle fiamme e bruciare la punta della canna che inspirò chiudendo gli occhi per poi passarla ad Austin.
    « Ma tu ce l'hai? »
    Se ne uscì così, improvvisamente, con una parlata più rilassata del solito, finalmente in inglese, ma sempre con un tono quasi di sfida, o di curiosità. Entrambe le cose erano difficili da discernere, da riconoscere, c'erano e non c'erano, sparivano per poi lasciare il silenzio continuato dal seguente: « Una famiglia, intendo»
    No, non lo sapeva. Non sapeva niente, in realtà, di Austin, come mai aveva chiesto nulla a tutti gli altri. A parte Nik, per lui erano stati tutti figli di nessuno, con storie alle spalle di cui era meglio non parlare. Eppure, chissà perché glielo stava chiedendo. Forse perché si era sempre chiesto come mai fosse lì, perché...non c'entrava assolutamente niente, con Durmstrang. C'erano quelli nobili, come lui, quelli tesi e restii, freddi come rocce ricoperte di ghiaccio, quelli impulsivi. Era una scuola per persone forti, e quelli che non ce la facevano venivano buttati da qualche altra parte del mondo senza troppi complimenti. Austin era arrivato a metà, ed era rimasto a metà, tra quello che era lì dentro e quello che doveva essere stato fuori.
    role code by »ANNAH.BELLE« don't copy
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    lavinia bowman

    You should see me in a crown, I'm gonna run this nothing town, watch me make 'em bow one by one by, one
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    I vestiti sono fatti per essere tolti. Mi ci infilo dentro per questo, così la gente intorno alla mia tenera pelle può sempre provare il desiderio di guardare cosa può esserci lì sotto. Nessuno si permetteva di dire nulla, non sul posto in cui ero nata e svezzata, neanche lì, tra i grattacieli più alti di New York. Mi era sempre piaciuto confondere, smarrire la gente che al solo sentire il mio cognome tremava e si tappava la bocca, o la schiudeva sotto le mie dita che grattavano la loro lunghezza con lo smalto più lucido che avevo. Me l'ero affilate, perché quelli erano i miei posti. Con miei, s'intendeva che non li spartissi con nessuno della mia famiglia. Ero cresciuta, avevo imparato a sguazzare nella popolarità che un cellulare con una cover scintillante può dare. Era bastato poco, papà mi aveva anche avvicinato ad alcuni agganci che avevamo in quel mondo in cui l'apparenza era tutto. Era bastato che gli dicessi che volevo fare la modella, e il giorno dopo avevo steso le gambe e i tacchi sulle passerelle di New York. Questo era successo ormai due anni prima, in quel momento ero già oltre. Era un enorme carnevale, le facce tirate che si fermavano a salutare solo per annusare meglio che profumo avessero gli altri. I fotografi mi avevano catturata per tutto il weekend, non aspettavo altro, che il mio culo fosse stampato ancora una volta sui giornali, che urlassero il mio nome fuori e dentro il letto, stendendo un tappeto rosso tra piedi che avevano attraversato poco prima il fango del campo. Ero pericolosa, e lo sapevo, perché sapevo camminare su ogni passerella, muovermi sinuosamente tra mani e spalle che si sfioravano, nella confusione della Fashion Week. Mi facevo ammirare con sdegno da quelle che non avevano una famiglia che contava quanto la mia, un'immagine che contava quanto la mia. Ero sulla bocca di tutti, perché come Paris Hilton e Britney Spears me lo potevo permettere, e oscena ero una donna che attirava gli sguardi nonostante mi piacesse giocare con le colpe, i peccati. Quelli che stringevo si sentivano già colpevoli di assaporarmi con la lingua, e tra una runway e l'altra le mie gambe accavallate avevano attirato l'attenzione di chi già mi seguiva e mi invitava alle notti più lussuose di New York. Non avendo sfilato, quell'ultimo sabato prima della fine dei giochi, la noia mi aveva succhiato la fica prima ancora che lo facesse qualcun altro. Avevo arrampicato una mano sul sedere di uno stilista che mi aveva trascinata nella sua limousine e mi aveva portata al Pennsylvania. Avevamo fatto entrare i suoi cagnolini, dei modelli e delle modelle, e in pochi minuti il mio ventre si era steso tra corpi nudi, con dei pesanti muscoli che premevano per uscire fuori. Alcuni camerieri erano entrati portandoci bottiglie di champagne nella doccia larga quanto un'intera stanza, e tra acqua e alcool avevamo bruciato quella settimana in cui eravamo stati in posa solamente per quello. I party esclusivi di Christian Cowan erano sulla bocca di tutti, esclusivi, neanche i giornali di gossip potevano scriverci troppo, perché lui concedeva solamente a chi gli interessava.
    Mi ero trattenuta abbastanza per succhiarglielo dopo che tutto era finito, e passandomi una mano sulla bocca avevo sentito quella dolcezza che non poteva sapere delle mie stesse strade. Avevo lasciato la stanza lasciando la porta aperta, le scarpe che ticchettavano sulla moquette mentre con uno specchietto in una mano e il rossetto nell'altra andavo verso gli ascensori. Un cappello nero a falda larga mi copriva la testa, come gli occhiali da sole che gli aveva rubato prima di andare. Indosso, avevo un vestito Tom Ford totally white, senza nessun sbrilluccichio fuori posto. a parte una collana in oro , sempre Tom Ford.
    Ci sarebbe stato un open bar per gli ospiti, quell'hotel era stato riservato ai protagonisti della week a Midtown. Uscii fuori dalle porte dell'ascensore, percorrendo uno ad uno gli scalini che mi avrebbero portata al rinfresco, perché cazzo, avrei voluto bere ancora. Mentre stavo camminando, con la coda dell'occhio, avevo visto un cameriere camminare verso la direzione opposta alla mia, e lo avevo trattenuto con una mano che rapidamente aveva stretto la sua cravatta.
    « Portami qualcosa, tesoro » sussurrai avvicinandomi, e lo sentii avvampare e irrigidirsi come tutti i cazzi che giravano lì dentro.
    « Qualcosa che faresti solo per me »
    Lo lasciai andare con un sorriso mellifluo e tra le lenti scure vidi già un tavolo occupato, al centro della sala, come piaceva a me. Diana Gallows stava giocando con il suo cellulare, sembrava quasi annoiata. Avrei dovuto portarle un po' di novità per eccitarla ancora. Mi diressi sinuosamente verso di lei, non le chiesi neanche il permesso, perché la gente della nostra portata non lo faceva. Eravamo le donne con le fiche più brillanti di tutta New York, e quelle che stavano dietro i traffici della città, ma ancora fresche, non imbruttite da tutti quei noiosi problemi che avevano fatto diventare Dives un palo nel culo.
    Inarcai la schiena e mi sedetti accompagnando la sedia con una mano che la sollevò appena per poi poggiarci il culo e stendere la schiena al contrario, all'indietro, contro lo schienale. Inclinai la testa, poi la feci ruotare lentamente perché i capelli mi scivolassero solamente da una parte, coprendo una spalla, mentre le dita della mano destra allentavano di poco le lenti degli occhiali dal naso e l'altra invece si stendeva per inquinare già il suo drink, come una serpe che morbidamente accarezzò la panna sopra quel cocktail per prenderne solo un po' e succhiarlo tra le labbra.
    « Tesoro » stesi melliflua un sorriso tra le labbra: « Ti vedo in forma! Selfieeee » mi voltai per alzare il cellulare e inquadrarla dietro le mie spalle e stringere le labbra, per poi accavallare le gambe e conservarlo nella pochette che poggiai sul tavolo: « E' da tanto che non ti vedo in giro » le dissi lasciando cadere appositamente l'affermazione, un quesito sottile che veniva servito su piatti d'argento.

    [ outfit · 20 · sheet · music · voice ]



    Edited by » avalanche - 1/3/2019, 18:06
  12. .
    lavinia bowman

    I’ve been dancing on top of cars and stumbling out of bars, I follow you through the dark, can’t get enough, you’re the medicine in the pain, the tattoo inside my brain and, baby, you know it’s obvious
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    L'aria di festa non mi ha mai lasciato. Anche adesso, sono in fuga da te, ma è tutta una grande orgia, perché tesoro, non so se te ne sei accorto, ma ho le gambe più lunghe delle tue. Ma adesso stai leggendo queste pagine, e voglio farti divertire. Ben non era come te, Ben non era sporco, non puzzava di latte, eravamo cresciuti in fretta, ma se lui a volte aveva il broncio bastava che gli passassi un dito sulle labbra per fargliele bruciare. Anche sul suo corpo mi ero permessa di toccare tutto, ma era sempre stato diverso da quello che provavo per gli altri, lui era mio fratello, uno di quelli che si sceglieva e non si poteva lasciare, perché anche se ce ne andavamo da altre parti, alla fine di qualsiasi festa restavamo solamente io e lui. Io e lui, a guardare i falò spenti, le maschere decadenti che prima allegre illudevano chi passava sotto le loro gambe urlando un divertimento feroce. Adesso sono nasi storti, bocche cadenti, mezzi busti bruciati come le bambole con cui giocavo da bambina. Mi piace il fuoco, mi piace perché poggiato sulla pelle può disinfettare, ma fare sempre male, ma quel bel faccino rovinato non così tanto, quella notte. Mi ero seduta sui gradini davanti alla roulotte, le gambe accavallate mentre ancora avrei voluto sorseggiare alcool nonostante la testa mi girasse, perché quei giorni erano stati un continuo bere e nonostante sapessi come fare per non vomitare non potevo far finta che quello che stessi sentendo dentro il mio corpo non mi rendesse finalmente stanca. Stanca di infilare lingue in gola come fossero coltelli, stanca di alzare le spalle e sgusciare sinuosamente tra i corpi sudati e vogliosi di toccarmi in tutti i modi. Al campo erano arrivati anche fanatici che mi avevano vista in giro, sui social, e volevano rompere quello schermo. Li avevo attirati con un dito sotto il mento, li avevo condotti in una roulotte abbandonata e tra gli amici di Ben tutti ci eravamo concessi, donne, uomini, tra il fieno che ormai riempiva quelle travi cadenti. Avevo sparso in giro la mia fica più e più volte, finché non li avevo stremati e allora ero uscita, con quella bottiglia che poi mi ero resa conto già vuota. Ops, che peccato.
    Alzai lo sguardo e Ben camminava tra i resti dei cadaveri di carta e fuoco. Alzai l'indice attirandolo con un movimento fluido, l'altra mano che ancora giocava a rigirare la bottiglia sul grembo come fosse un bambino ormai stanco. Avrei avuto molti figli, ne avrei avuti così tanti che non avrei saputo neanche chi sarebbero stati i padri. Avrei illuso più uomini, li avrei trattenuti per poi dirgli che in realtà non era vero, o forse sì. Avrei mentito, solo per vedere le loro facce, terrorizzati dall'avere un debito, l'ennesimo, con la figlia di Gavril Bowman. Mi piaceva quando non riuscivano a vedere le conseguenze del giocare con il fuoco vero, quello che tra i capelli neri scendeva fino all'addome dandomi ancora pulsioni di dolore e di piacere dal sesso che avevo consumato a carponi.
    « Vieni qui tesoro » dissi, piegando le ciglia folte e finte, inclinando la testa con un sorriso mellifluo. Sarebbe venuto, si sarebbe avvicinato, lo sapevo. Quando si sedette accanto a me mi alzai e poi mi risedetti in braccio a lui, le gambe che allungai oltre le sue, sistemandomi di profilo, così che il mio braccio e la spalla avrebbe potuto poggiarsi sul suo petto accaldato. Mi avvicinai con le labbra alla sua guancia, ma non la sfiorai, perché sapevo che a Ben piaceva più quello che una mano che si stringeva sulla sua pelle. Socchiusi gli occhi mentre gli sussurrai: « Cos'hai combinato stanotte? »
    Non era un rimprovero, mi piaceva vederlo così, tumefatto, rovinato, se aveva preso dei pugni li aveva anche dati, e per un attimo mi eccitai immaginandolo dovunque potesse essere stato. Trasudai di quell'eccitazione anche nel tono, come un verme mi arrampicai tra le ferite infilandomici attraverso.

    [ 20 · sheet · music · voice ]

  13. .
    logan rohan lagrange
    25 years old
    alt-j - arrival in nara
    She never finds her bearings, sucking splash into her lungs.
    Si aprì, la porta, ma non solo. La donna che gli rispose si fece subito da parte, come lui avrebbe fatto per lasciare che qualsiasi avvenire si realizzasse, ma con più urgenza. Si rese conto di aver sbagliato, si incolpò in quel piccolo istante, perché così avrebbe dovuto porsi fin dall'inizio davanti ad Herne. Eppure sapeva anche che non sarebbe servito. Era stato talmente immerso in quella vallata ai confini tra Borvo e Dis Pater da vedere con i propri occhi, conoscere e accettare il bene quanto il male, due capisaldi imprescindibili che in realtà solo all'uomo servivano, perché in natura ogni cosa era, esisteva e periva oltre il senso più umano. Ma era quello, ancora, che spinse Logan ad avvicinare la bambina, a toglierla dalle sue spalle per caricarsela sulle braccia, tendendola alla donna che le scostò i capelli dalla fronte. Era preoccupato, perché le sue erano state solamente teorie - non era mai stato un curatore, aveva provato ad apprendere alcuni metodi naturali, ma mai aveva avuto la mano per approfondirli - finché non gli si era palesato davanti agli occhi lo sguardo impensierito della donna, e fu lì che ebbe tutte le conferme che aveva cercato, e che gli erano state negate dai silenzi di Herne, dall'assecondare imperturbabile di Noreen, da tutti gli altri, che rivolgendosi alla bambina avevano lasciato cadere ogni quesito, perché Herne era saldo, Herne si spostava unicamente quando per lui c'era un disegno visibile e certo. Logan aveva l'impressione che una volta avesse rischiato, e a partire da quella ne fosse rimasto bruciato. Non sapeva, però, quale fosse, o se ci fosse stata davvero.
    Non esistevano colpe né reati, Logan lo sapeva bene. Solo due volte aveva puntato il dito contro qualcuno, ma era accaduto perché ancora non aveva trovato Herne, il villaggio, non era stato pronto per guardare oltre gli accadimenti, che reagivano sempre su un percorso più grande. Era conscio che se Herne non fosse stato restio nel lasciarlo partire, Logan non avrebbe sentito abbastanza l'importanza e la responsabilità di portare sua figlia in un luogo altrettanto sicuro, in cui mani altrettanto esperte avrebbero potuto fare molto per lei. Al suo ritorno, ci sarebbe stato un ricambio, forse sarebbe servito per una leggera apertura verso alcuni punti oltre Gleninchaquin.
    Nora, si chiamava. Logan fece un cenno del capo ad entrambe, e la sua lentezza venne bilanciata dalla rapidità di Brigitte, dall'altro capo della stanza.
    « Rohan » si presentò semplicemente, accennando alla donna a lui più vicina un piccolo, quasi invisibile e sfuggente, sorriso mesto, ma lasciato lì per poco perché si vedesse, ma non fosse invasivo. Rohan, ormai si chiamava, non Logan, quello era un nome che non aveva scelto. Preferiva il suo secondo, perché una volta scoperta Gleninchaquin aveva voluto lasciare alle proprie spalle ciò che lo avrebbe se no rallentato, o fatto guardare troppo al passato, non in modo continuativo tra presente e futuro.
    Gli pose delle domande a cui Herne non avrebbe risposto. Logan era sempre più certo che quel momento non sarebbe potuto essere di nessun altro fuorché lui, che avrebbe potuto spiegare, non lasciarsi intimorire né sentirsi minacciato da quesiti ragionevoli che avrebbero richiesto una delucidazione riguardo la sua provenienza. La società magica sapeva ed era certa che i druidi fossero ormai estinti, come una specie che ormai doveva aver fatto il proprio tempo. Probabilmente le due donne si sarebbero stupite, come lui si era meravigliato quando tra i suoi viaggi aveva scoperto l'ultimo villaggio rimasto, talmente nascosto da essere impenetrabile da qualsiasi esterno.
    I suoi occhi passarono da lei al letto che oltre le sue spalle intravide già pronto. Le accennò un altro sorriso, uguale al primo, ma stavolta ad occhi bassi si mosse verso il materasso, perché sapeva di dover assecondare prima i gesti che le parole. Poggiò la bambina, sollevò all'ultimo la mano sinistra, tra la sua nuca e il cuscino, poi si rialzò: « Vicino Tuosist. Verso ovest, provengo da un villaggio di druidi » disse e pacato fece una pausa così da darle il tempo di capire senza dilungarsi troppo.
    « I rapporti tra il nostro e le cittadine esterne sono nulli. La medicina naturale, la magia bianca tradizionale, solitamente sopperisce a questa mancanza, ma non ha fatto altro che aggravarsi »
    Fece mentalmente il conto di quanti giorni potesse essere stata in quelle condizioni. I druidi avevano un sistema differente di misurazione del tempo, molto più vasto.
    « In un paio di settimane » concluse, poi, abbassando lo sguardo e poggiando una mano sulla spalla della bambina, il pollice che si mosse piano.
    « Áine...beidh biseach ort go luath » * le sussurrò morbidamente, chiamandola per nome prima, piegando la testa, così che lo vedesse ancora, nonostante tenesse gli occhi socchiusi, il respiro pesante, la bocca socchiusa. Si era affezionato a lei, non era un mistero. Voleva renderla partecipe anche in quel momento, in cui le sarebbe riuscito difficile capire l'irlandese, perché non le era stato mai insegnato.
    Prese un respiro profondo voltandosi verso Nora: « Posso esservi d'aiuto? » disse, educatamente, sperando i cuor suo che sì, potesse fare qualcosa. Nonostante credeva che in quel caso sarebbe stato meglio assistere da distante, senza intervenire, all'interno, ben celata, nonostante la tenesse calma entro la propria pacatezza, vi era ancora uno strisciante senso di colpa per non averla portata più in fretta in quel luogo.
    © code created by jellyfish in blondieland



    *Áine, presto starai meglio.
  14. .
    Liam BP 38; Dylan BP 37

    Abbiamo capito che la vostra passione più grande nella vita è ridurre la testa della gente un colabrodo. BRAVISSIMI BAMBINI sono fiera di voi. Iniziamo da Liam che scaglia rotazione suprema per difendersi (CD40 D13; D15) dagli attacchi di a star is born (CD41 D4; D1) ...che sono utili quanto una forchetta per il brodo. Te la cavi alla grande, quindi, mentre il tuo compare Dylan va con byakugan (CD37 Dnjdl) e pugno gentile (CD40 D1) che purtroppo PERCHE' MI FAI UNO non riesci neanche a scagliare, forse perché sei già impegnato a bramare i tuoi illectum. Insomma, siete entrambi molto vicini alla donna, e Liam, tu decidi di cecare sta povera donna che tra poco si ceca da sola pur di non subire altri praesidium (CD37 Ddnflkm) e in combo tu e Dylan lanciate un illectum per capire le sue intenzioni (CD42 D6; D6 +2; tiro per evitare: D20...........) niente, sta bagascia si protegge e pure benissimo, non combinate nulla, ma Dylan NON DEMORDE SIGNORI e scaglia un altro illectum (CD41 D15; tiro per evitare D5) e stavolta funziona! Vieni trascinato dentro un suo ricordo, vedi dagli occhi di Shaa-aa-llow un ufficio e un signore seduto dietro la scrivania. Le sta facendo firmare delle scartoffie, in cui puoi leggere la dicitura "La suddetta Caroline Foster si impegna ad essere parte attiva del torneo, giurata imparziale atta a registrare e individuare i più meritevoli".
    EH EH EH CHE RIDERE. Spero tu abbia capito che hai davanti. E vabbè, è andata così ormai. Pure lei di sguincio la vedi che ti fa un occhiolino, non sembra arrabbiata con te. Si ferma tutto, e con uno sbuffo, un po' intontita, la donna si libera degli incantesimi e guarda entrambi lisciandosi il vestito: "Devo dire...niente male. Pensavo che McLean si fosse rammollito, alcuni consulenti mi avevano detto che aveva perso un po' della sua verve" dice ingrandendo gli occhiali che prende da un pendente della collana inforcandoli immediatamente: "Potete tornare in classe, è stato un piacere. Adios chicos" cantilena e in un batter d'occhio entrambi vi ritrovate in classe insieme a parecchi dei vostri compagni. Lezione terminata anche per voi! B R A V I

    Tyler BP 36

    Eeeeeh è dura la vita. Tuo pare ormai è l'evergreen delle lezioni di psichica, mi sono affezionata. Dopo il bellissimo trauma ti senti un po' scosso, così utilizzi l'espressione dell'aura (CD35 Ddnlsk) per attivare il reiki (CD37 D18+1) e almeno questo ti aiuta a calmarti. Utilizzi il qi gon per aumentare la potenza dell'aura (CD35 Dkmfl) e scagli il byakugan (CD37 D11+1+1) per poi lanciare un bel pugno gentile (CD38 D7+1+1)...e lo colpisci! Appena vedi il tuo kattivello ricevere e cercare di incassare il colpo - male, lo vedi immobilizzarsi e soffrire abbastanza - la vista ti si annebbia e ti ritrovi nell'aula di psichica...lezione terminata! Hai vinto contro il supercattivo! Ora puoi andare a casa a farti una bella tisana.
  15. .
    Il trio che gioca a palla Austin BP 37; Emrys BP 39; Lynx BP 38

    BEH non c'è male, vi state divertendo. Mi fa piacere. Piccoli psicopatici. Sono molto contenta che abbiate psichica così ho la certezza che diventerete delle macchine da guerra una volta usciti dal Brake - o anche prima. Partiamo da Austin che fa un'ipnosipedia ad Emrys (CD42 D7; tiro per contrastare + prova volontà D4+3)...e per un pelo Emrys ce l'ha vinta. Dadi più bassi no eh, tutti e due, mi raccomando. Quindi la lampada sta per arrivare in mano ad Emrys (telecronaca a rallentatore) MA arriva pure Lynx che prima che Austin possa duplicarla (CD40 D17) SBAM! fa sparire la lampada. Il metallagi in questo caso diventa inutile, visto che...anche la copia sarebbe invisibile :'D Austin si teletrasporta dall'altra parte, proprio davanti ad Emrys per evitare che prenda la lampada (CD39 D8) ma Emrys butta via i guanti e Lynx genera una corrente sulla lampada (CD45, è molto difficile perché il teletrasporto è più veloce - D12)...non ci credo, siete pari. Austin l'ha quasi presa quando la lampada ha un leggero spostamento verso il lato di Lynx, ma può ancora prenderla. Intanto Emrys cieca la povera donna (CD38 Djflndkf) che non ci sta a capì più niente, serio, e SE LA DA ALLA GRANDE. CUOR DI LEONE PROPRIO. Nel corridoio vedrai Liam e Dylan che combattono contro Lady G. ma ormai la lezione sta finendo, quindi hai terminato la lezione, gioia e gaudio! Vieni teletrasportato in aula, dove ti attendono Adam e Mads, insieme ad altri tuoi compagni.
    TORNIAMO A NOI. Lynx no ho capito se ha scacato i guanti di Emrys o meno, in ogni caso si allunga per prendere la lampada (D18; D18)...MA LA PRENDETE ENTRAMBI NELLO STESSO
    MOMENTO
    NON
    CE
    LA
    FACCIO
    VABBE'
    RAGA
    MA
    PERCHE'
    NOI QUI STIAMO FACENDO LEZIONE QUALCUNO DEVE VINCERE IL TORNEO

    Nel momento in cui afferrate la lampada insieme, venite come trascinati dall'oggetto, come fosse una passaporta. Siete ognuno in un panorama mentale diverso, molto realistico, sarete da soli, voi con il vostro desiderio più grande realizzato davanti ai vostri occhi. Nel prossimo post dovrete descrivere cosa vedrete, chi sarete in questo panorama, è una sorta di specchio delle brame vissuto in prima persona. Mentre state vivendo il vostro più grande desiderio ad occhi aperti, una voce - quella della vostra insegnante di magia bianca - vi entra nella testa:

    "Hai appena visto il tuo più grande desiderio prender forma proprio davanti a te, ai tuoi occhi" comincia, la voce che risuona docile tra le sinapsi. "Ma adesso ti spetta un compito più arduo, ragazzo/a: considera le tue priorità, mettile in discussione, e decidi se dare importanza a ciò che hai appena visto, con tutto ciò che lo ha preceduto; o se invece trattenere tra le tue mani un oggetto che forse ti darà un po' di gloria. Si tratta pur sempre di dare importanza a se stessi, devi solo ponderare sul modo in cui farlo".

    Vi rendete conto di avere in mano ancora la lampada - forse è riapparsa in questo momento, alla fine del discorso di Madleine...cosa decidete di fare?
    Potete anche concludere narrativamente il tutto come invece utilizzare le solite azioni, ricordatevi che ogni vostro desiderio e volontà può essere realizzato in questo panorama.
    Avete fino a domani a mezzanotte per rispondere!



    Per tutti gli altri: gli esiti arriveranno o stanotte o domani mattina - vi daremo le solite 24h per rispondere se ce ne sarà bisogno, ma di base avrete finito la lezione ;)
1019 replies since 2/10/2014
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