Votes taken by hime.

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    [Masterlist] Risorse PV
    Masterlist di risorse PV (gif e ricerca prestavolto)
    Ricerca PV
    I "faceclaim directory" sono pagine di alcuni blog di Tumblr che si occupano di raggruppare vari PV, aggiungendo dei filtri (età, sesso, e altri a seconda della directory) per trovare il PV per ogni pg che uno ha in mente.
    Masterlists
    Sono delle vere e proprie liste che raggruppano vari tipi di risorse o tipologie di PV.
    Reblogging blog
    Ci sono alcuni blog di Tumblr che hanno lo scopo di radunare e rebloggare, i gif pack:
    Gif pack & gif hunt
    La differenza sostanziale fra gif pack e gif hunt è che mentre il secondo, gif hunt, è un contenuto che racchiude varie gif trovate sul web in un unico post, il gif pack è un contenuto creato da un'utente che racchiude gif fatte da lui/lei di un PV in un singolo content (ad esempio: gif pack di puntata tot in serie tot di uno show di un attore/attrice Y).
    Find Tags
    Find Tags è un sito che permette una ricerca approfondita dei tag su Tumblr. Nessuno sa perché, o percome, ma Tumblr ha deciso di non mostrare mai tutti i post inerenti ad un tag (senza nessun tipo di senso apparente, solo così a sensazione, senza senso), Find Tags è la risposta della community a questo problema.
    Basterà inserire nella barra di ricerca qualsiasi cosa (ad es. Nome Cognome gif pack) per trovare pressoché ogni post registrato con quel Tag.

    Step by step
    Nella home di Find Tags basta inserire ciò che si cerca (considerandolo in termini di tag e non di ricerca normale; per cui appunto ad esempio nome cognome gif pack – gif pack sono due parole separate come lo sono gif hunt – o qualsiasi altra cosa, purché sia un tag esistente su tumblr (generalmente, finché si tratta di cercare gif, mettere nome e cognome + gif pack basta ed avanza). Esempio: link. Una volta inserito il testo, basterà premere il tasto invio [↵] per far sì che il sito carichi i post inerenti.
    Tag e cerca
    La prima cosa da dire è che le pagine di [ricerca 🔍 ] includeranno post, blog e ricerche correlate. Le pagine dei [tag #] mostreranno solo i post che sono stati taggati con il termine o la frase specifica che si sta utilizzando.
    Nella home si va a scrivere il campo richiesto e sotto, solitamente, Tumblr da due opzioni: appunto cerca e tag.
    Che abbiate scelto tag o ricerca, la pagina assumerà un aspetto preciso:
    • Più Recenti/Migliori: ovviamente, questo vuol dire che si può impostare un filtro per cui vedere i post migliori di quell'argomento [cerca] o quel tag [tag].
    • Visualizzazione: si può anche decidere se visualizzare i contenuti a colonna o a "tabella".

    Tag utili
    Ci sono svariati tag utili su Tumblr, che possono aiutare in un modo o nell'altro i roleplayer:
    • #rph resources: generico, raccoglie tutte le risorse del roleplaying.
    • #rph template o #character template: racchiude tutti gli effettivi "template" (grafiche) per il roleplaying.
    • #rp help e #roleplay help: include di solito trends di domande e risposte fra i vari player, o topic generici sul mondo del roleplaying.
    • #fc help: è un tag dove perlopiù le persone chiedono a vari blog di resources suggerimenti/consigli sui PV.
    • #roleplay resources, #rp resource, #rp resources: tag generici con varie risorse per il role playing.
    • #writing resources: un tag con varie risorse per la scrittura (come spiegazioni su come scrivere pg con caratteristiche particolari e specifiche etc).
    • #nome cognome gif pack, #nome cognome gif hunt: ovviamente è possibile cercare i pack direttamente su tumblr, basterà appunto mettere il nome del pv e la dicitura (tenete conto che spesso vengono taggati sia come gif pack, che come gifpack senza lo spazio).


    Edited by hime. - 5/6/2023, 06:52
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    Fatto darling <3
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    34y.o. crains' headfamily. maine accent. parabatai. dimensional war refugee.




    Annuisco e basta, perché ha ragione e non c’è nient’altro da aggiungere. Anche se per me è sempre più facile, e anche automatico, giustificare gli altri con le stesse giustificazioni che a me non concedo. Le stesse. Identiche.
    Questo atteggiamento deve nascere da un punto di follia, è ovvio.
    Di sicuro, comunque, non le dirò mai più come deve sentirsi. Perché anche questo a volte l’ho fatto, collateralmente o meno, direttamente o meno. Al massimo come può non sentirsi, se vuole, ma è una sua scelta. Anche se dovesse scegliere di sentirsi male, se è per sentirsi meglio poi. Ed è la cosa più difficile, accettare che qualcuno scelga di sentirsi male.
    Tiro via la sigaretta dalle labbra per far cedere la cenere, prendere un sorso di whiskey piegando il collo ma senza mettermi davvero dritto. E poi torna dov’era, con quella mano di nuovo libera che invece si allunga verso di lei per cercare la sua. Stringere dita intrecciate, così, senza un senso, solo per una ricerca immotivata di un contatto.
    Resto a guardarla.
    «Hai detto che hai pensato a moltissime cose ultimamente.» Non me lo sono dimenticato, non l’ho perso tra il resto delle cose che ci siamo detti. L’ho appuntato per tirarlo fuori in un momento in cui si poteva aprire una nuova parentesi invece. «Se vuoi parlare di qualcos’altro ti ascolto.»

    Morgan
    Crain.
    hunter.

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    Brakebills Gala
    Votazioni

    Ricapitoliamo le regole:
    1. Si può votare un massimo di DUE outfits, anche dello stesso player non è importante.
    2. I vincitori verranno determinati tramite votazione da parte di tutti gli utenti del GDR, anche quelli che non partecipano, e si voteranno gli outfits non gli utenti. In caso di doppia vincita (due oufits dello stesso utente arrivano a secondo e terzo posto, all'utente verrà raddoppiato il premio più alto e al terzo posto arriverà il secondo oufits più votato).
    3. In caso di pareggi di utenti diversi, entrambi vinceranno il premio in coupon uguale qualunque esso sia (A e B pareggiano per il primo posto, vincono entrambi il premio del primo).
    4. Le votazioni si concluderanno il 30 Maggio a mezzanotte.
    Premi
    • Tutti i partecipanti vinceranno in automatico 1 coupon non-comune per ogni outfits proposto.
    • Al terzo posto si vincerà 1 coupon raro.
    • Al secondo posto si vinceranno 2 coupon epici.
    • Al primo posto si vinceranno 1 coupon leggendario e 1 coupon epico.
    Outfits in gara
    Jean-Luc
    Jean-Luc con Come immagina lui la magia di certe creature

    Vivianne
    E partecipiamo al contest con la prima creatura, Vivi .
    L'outfit consiste in una tuta elastica aderente in pelle e tessuto che mette in risalto la fisicità e l'anatomia di chi la indossa, quasi fosse una seconda pelle, realizzata in tonalità e colori altrettanto epidermici, tra il grigio e il nude. Sul petto è fissata poi la riproduzione plastica di una cassa toracica.
    Dalla maschera a rete di gioielli rossi che copre l'intero viso (dipinto semplicemente in cremisi), dei ricami preziosi con pietre rosse, realizzati direttamente sulla tuta, scendono fino alle spalle a creare l'effetto di sangue colato direttamente dalla testa incappucciata e "velata" delle pietre scelte.
    L'outfit si completa con stivaletti nude, ed eventualmente con una giacca di pelle con frange.
    La pelle e il rosso sono gli elementi e temi essenziali che compongono questo look, dedicato a una delle creature che volutamente l'outfit ha voluto rappresentare in maniera il più possibile spogliata e cruda, onesta: il wendigo.
    Una creatura decisamente reale, dal colore "grigio-asfalto", nella sua natura, si direbbe, più urbana, e decisamente impossibilitata a rivestirsi di una qualche aura mitica o patinata. Spogliata, nuda e crudele. L'outfit, pratico e opaco, riflette l'altrettanta concretezza e opacità di questo tipo di creature che vivono nascoste nelle grandi città e metropoli. Il riferimento (se non il tributo) è puramente un richiamo personale: non si poteva scegliere una creatura diversa da rappresentare.

    Archer
    Archer si presenta con il tema dei fantasmi.

    Emma
    Emma, che si presenta richiamando le sue origini di wesen, il vestito è incantato e le trame che riproducono un drago si sposta e si muove sul vestito a piacimento, cambiando colore dal rosa chiaro al rosso fuoco, mimando anche l’azione di eruttare fuoco, cosa che viene riprodotta appunto dalla presenza di piccole fiammelle che non bruciano.
    Ha prodotto da sola il profumo che indossa, ricorda molto lo zolfo ma risulta al naso piacevole e produce un senso di istantaneo benessere e si attiva in particolare quando la temperatura corporea sale leggermente.
    Anche le scarpe sono incantate e producono un suono cavernoso quando cammina, come se ci fosse un eco lontano, richiamo alle caverne dove nelle storie ci celano alcuni draghi.

    Beatrice
    Questo è il turno di Beatrice .
    Il look di Bea si ispira a una delle creature più affascinanti ed enigmatiche del mare, la sirena (e qui ci sta Dionne che excuse me what the actual f). Sfoggia infatti una replica del famoso "Oyster Dress", pensato e realzzato a immagine dell'azione perpetua del mare sopra le superfici traslucide delle conchiglie dei molluschi. Se si presta particolare attenzione ogni tanto si potrà notare come le finissime balze del vestito si muovano leggermente l'una sopra l'altra, come se fossero animate da una sorta di brezza impercepibile o meglio sospinte da un moto ondoso interno stesso al vestito. Tutto il look (assolutamente wet) non può che essere completato dalle perle: dai guanti, alle cavigliere sui piedi scalzi, al capo, fino addirittura applicate sulla pelle stessa.
    Il look vuole celebrare non tanto l'aspetto squamato della sirena quanto il suo mondo e habitat naturale: il mare stesso e i suoi moti perpetui che si increspano, plasmano, creano solchi e dune, si stratificano dando vita a morfologie cangianti sulle creature stesse che vivono in acqua.

    Astrea
    Iniziamo proprio da Astrea che essere poco evidente non è nel suo stile. Da padrona di casa ha portato un look ispirato ad una creatura che sa farsi notare se ha spazio. Gli Occamy si sa sono aggiusto spaziosi. Qui il suo look, il cui abito ha uno strascico che giunto sulla scala prende automaticamente vita allargandosi e registrandosi a seconda dello spazio a disposizione proprio come il suo animale di ispirazione, è aggiustospazioso.

    Sara
    Sara porta un'altra creatura della mitologia araba: gli Ifrit. Creature rosso fuoco. Qui il suo look, il suo abito realizzato su un moderno modello di abito arabo/ottomano con lunghe maniche a strascico e decorato con oro, rubini e perle come se formassero delle fiamme sul petto, è lavorato in modo tale che muovendosi l'abito dia l'impressione che la sua portatrice sia avvolta dalle fiamme. Su capo un cappello/corona decorato da velluto rosso, perle, rubini e oro. Accessori d'oro con rubini e perle alle orecchie, alle mani e alle braccia a ricordare lingue di fuoco.

    Maddeleine
    Maddeleine porta la sua versione di fata, con un lungo e ampio abito bianco che presenta la doppia personalizzazione di illuminarsi al buio e di avere due ali sulla schiena che al momento della scalinata si aprono sulla schiena della ragazza per poi poggiarsi come un lungo strascico se non animate.

    Horace
    Horace si presenta come il Gramo, il presagio di morte. «Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio... il peggior presagio, di morte!»
    LOOK
    Le mani annerite indicano lo scavare continuo ed incessante nella terra, tra le tombe sepolte del sottosuolo, da bravo cane. Le scarpe dentate sono studiate per un tocco lievemente più creepy, dato che la maschera in viso non si apre.
    Sulle le spalle fluttuano alcuni fuochi fatui (lo spiego giusto perché trovare l'immagine giusta in sto caso è stato impossibile XD), mentre la maglia lunga e le braghe nere, sono strappate e sfilacciate. Potete trascinarlo per la catena al collo, ma questo resta a vostro rischio è pericolo.

    Joshua
    Joshua ci presenta la sua versione di Calipso, la dea meschina degli oceani, una leggenda ai confini con l'Odissea ed il Triangolo delle Bermuda. In una variante piuttosto "oscura".
    La pelle del corpo ricoperta di squame blu ed oro, si scrosta come i vecchi fondali delle navi nell'abisso. L'occhio magico ricorda la pupilla di un calamaro, mentre quello naturale è del solito azzurro ghiaccio.
    Il vestito apre uno spacco frontale, impreziosito da sabbia dorata, mistica. I decori richiamano i licheni che si arrampicano in cerca di luce fuori dalla piscine oceaniche.
    La pelle del viso è di un pallore bluastro, più lineare, per ospitare il trucco ispirato alla dea. I capelli, tra il verde acqua ed il nero corvino sulla base, fluttuano come se si muovessero sott'acqua, ipnotici. Septum e gioielli ultimano il look.
    Affianca il marito, il figlio, ed il loro accompagnatore durante tutto l'evento.

    Remì
    Remì seguendo l'idea dei due padri, porta la sua personalissima versione da 11enne del Kraken, presente in moltissime leggende sui mostri degli abissi. I pantaloncini aderenti con i tentacoli sbucano da una giacca nera con annessi tentacoloni arancioni, che arrivano fino al suolo e girano morbidi introno al corpicino magro e lungo.
    Sulle clavicole e le spalle è poggiata una leggera ma intricata fila di tentacolini azzurri, teoricamente commestibili. E' una gigantesca caramella all'anice.
    Le scarpe con i tentacoli richiamano lo stesso colore della caramella.
    Indossa un doppio cappellino con i tentacoli, da cui spuntano i ricci scuri, e nessun trucco in volto. Tra le mani conserva un prezioso forziere che si dice contenga un cuore avvolto da muschi ed alghe.
    Affianca i suoi papà ed il loro accompagnatore durante tutto l'evento.

    CHRYSANTHEMUM
    CHRYSANTHEMUM presenta la sua versione del Diavolo dei Mari: Davy Jones, colui che rapiva le anime dei marinai per condurle al suo personale inferno nell'abisso.
    I lunghi dread neri scendono per tutta la schiena, incorniciano una pelle grigiastra, scuritasi nel tempo passato senza vedere il sole. Gli occhi verdi brillano con un trucco che richiama i fondali marini luminescenti, e sono ben incastonati come gemme in una maschera tentacolare, il simbolo del possesso del Kraken.
    Sulle labbra cola un miasma nero come il petrolio del mari più inquinati e del sangue degli uomini e le donne finiti tra i suoi tentacoli infernali.
    L’abito vittoriano richiama le più grandi piratesse, con tacchi a stiletto ed un corpetto trasparente a stringere in vita. Maniche a sbuffo nascondono dita affusolate pronte ad irretire i prossimi sfortunati membri della sua ciurma.
    Il profumo che indossa è Fueguida, Dunas De un Cuerpo

    BUDWEISER
    BUDWEISER sfila accanto a Josh, Chrys, e Remì, come Willem Van der Decken, ovvero il leggendario capitano dell’Olandese Volante nella prima leggenda. Egli - si narra - fece un patto con il Diavolo del Mare, per restare in vita, tuttavia venne da quest’ultimo maledetto a vagare come non-morto assieme alla sua ciurma, senza mai poter toccare terra, fino alla fine dei tempi.
    L’abito è dunque ispirato ai pirati europei tra il 1700 ed il 1750 ed è ben composto seppure la giacca sia lievemente consunta, a definire il tempo passato a contatto con l’acqua salmastra. Egli cerca ancora un modo per tornare a terra, da già qualche mappa nascosta tra le pieghe della redingote.
    Se avvicinata ad una fiamma, la pelle si fa traslucida, la mano trapassa il fuoco senza rendersi tangibile, come fosse nebbia.
    E’ nella nebbia, infatti, che Decken appare e scompare, lasciando dietro di sé la medesima scia che accompagna il Diavolo del mare, come a sancire l'accordo che hanno stretto durante una delle loro partite a carte.

    Emeraude
    Last but not least, c'è Emeraude che ha scelto di interpretare anche lei la sirena, ma come vuole il mito greco, ovvero come creatura metà donna e metà uccello. Di fatto al vestito è applicato un lungo strascico piumato e il copricapo stesso è costituito da due ali che coprono il volto, in parte quasi nascondendolo. L'oro domina, un po' come celebrazione stessa dell'eternità del mito classico, aureo. Il look, difatti, se da un lato intende celebrare, attraverso la figura della sirena odissiaca, la Mitologia stessa, dall'altro cerca di rimanere il più possibile fedele all'iconografia classica di queste creature. Il vestito infatti copre volutamente solo dalla vita in giù, perché la parte più drammatica è costituita proprio dal busto d'oro che riproduce le sue nudità, e che si completa con la maschera altrettanto dorata, e soprattutto con i guanti incastonati di concrezioni dorate, gioielli, dettagli di occhi, bocche e interi profili, e figure serpentine, a rappresentare una ideale e immaginaria collezione di tesori e anche di "vittime" umane raccolte dalla sirena grazie al suo canto.
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    17y.o. senior year. glen cove high school. squib. ny state accent. football player.




    Molto più carina di quanto si aspettava. Hazilton. Dev’essere una parte del suo cognome, o qualcosa del genere. La guarda e sorride, una di quelle pieghe che sulle labbra assume un’ironia dolce, come ad osservare qualcosa di tenero al tempo stesso divertente, tenendolo nascosto però.
    Indica la direzione che lei stessa ha appena indicato, ma lo fa con un cenno della testa. «In marcia allora.» E inizia a camminare proprio verso il sentiero, verso la radura. Passo tranquillo, non impostato, in fondo può dire di sapere dove mettere i piedi. E solo perché è uno che impara in fretta e Morgan a caccia ce l’ha portato qualche volta.
    «Sono contento che te la cavi con queste cose, io non troppo.» Gira la testa di tre quarti per lanciarle qualche occhiata mentre parla. «Io al massimo posso dire di essere vagamente consapevole di come ci si comporta a caccia, mio padre mi ci porta ogni tanto quando non è fuori per lavoro. Non sarò di grandissimo aiuto.» Che poi suo padre cacci anche altre cose al di là di normali animali, è un’informazione che di certo con Hazel non può condividere. Non lo potrebbe fare nemmeno se fosse a conoscenza di tutto quel mondo segreto che le ruota intorno, completamente invisibile per lei, a volte anche letteralmente invisibili.
    In fondo non gli dispiace di dover nascondere quell’enorme parte della sua altra vita, paradossalmente criminale. Paradossalmente perché non se lo aspettava quando è stato adottato. Non che non gli piaccia, forse gli piace pure troppo, ma c’è una pesantezza nelle parole quando poi lo dici a volte alta “Cacciatore”. Onore certo, ma anche mani sporche di rosso.
    «Dici che se ci perdiamo e non rientriamo entro le 18:00» e imita la voce seria del ranger che l’ha ripetuto un po’ troppe volte «Ci vengono a cercare con gli elicotteri?» Cerca di smorzare quel sottotono di pericolo che si respira. In fondo si rende conto che per gli altri, perdersi nei boschi potrebbe essere davvero il massimo di pericolo con cui sono entrati in contatto. Per lui, tutt’altra storia.

    Oliver Çevik
    Crain.

  6. .




    raelyndra

    Lestrange


    36y.o. british. sacred twenty-eight. posh accent. brakebills university professor.


    Sorrise ad Avonlea, conscia di non potersi presentare come avrebbe voluto. Con un sorriso diverso e non di pura educazione, ma che in sè avrebbe trattenuto questioni più importanti. Una discussione più sincera di cui l’idea non aveva mai accarezzato, soltanto sfiorato, perché la libertà di Quincy anche nel dolore era inviolabile. «Lieta» le rispose quindi solamente.
    Ignorò le imprese giovanili che sfrigolavano nell’aria, come la miccia di una bomba che si avvicinava all’esplosione. Sapeva perfettamente che non avrebbe ottenuto niente da un invito a raccontare, se non scaldare le braci ardenti sono le suole di Ravius e Quincy.
    Non in quella situazione per lo meno. Forse tra mura più intime, una conversazione protetta sarebbe stata fruttuosa. Una possibilità che accantonò momentaneamente, per concentrarsi invece sugli sguardi lanciati tra suo fratello a Quincy e quanto di più importante raccogliessero. Dubbio. Fiducia tradita.
    Se solo il nome di Avonlea unito a quello di Quincy, pubblicamente non fosse stato un problema, forse non sarebbe mai avvenuta una conversazione del genere, che teneva all’oscuro di molto una sua componente. Se solo quell’unione fosse stata possibile alla luce del sole, di certo avrebbe visto qualche sorriso in più e sentito un’aria più leggera. E le parole sarebbero state tutte meno affilate.
    «Anche le vostre attuali imprese accademiche non sono da meno.» Accolse i tentativi di spostare l’argomento e lo accompagnò dolcemente altrove. Senza però esimersi dall’illuminare, in una penombra appena accennate, il punto cocente del perché si trovasse lì. In fondo sperava che l’intelligenza di quella donna arrivasse a comprendere le sottigliezze più delicate della situazione e il perché di quel saluto di fronte a tutti. Non era di fronte a lei per schernirla, dopotutto. «Un lavoro strabiliante che merita tutta l’attenzione che sta ricevendo. I miei complimenti, Avonlea.»




  7. .



    34y.o. crains' headfamily. maine accent. parabatai. dimensional war refugee.




    Lo faccio, lo so. La vedo esattamente come se fosse la cosa migliore su questa Terra. E a volte, la vedo come una delle cose peggiori che mi sono capitate. Non sono fotografie della realtà, so anche questo. Sono più filtri che il mio cervello mi mette davanti agli occhi e io ci credo, perché certe volte non riesco a capire quando la mia testa mi sta prendendo per il culo e quando invece è tutto vero.
    Ma non voglio neanche mettermi qui a spiegarle che quando vedi una cosa per la prima volta, quella è così e basta. Bellissima o orribile.
    E sono tanti i momenti in cui io la vedo come se la vedessi per la prima volta.
    Non voglio spiegarglielo perché ora non è il mio perché il punto.
    Non in questo preciso istante per lo meno.
    Le rivolgo un’occhiata con la coda dell’occhio, un secondo, un sorriso che guizza e poi sparisce di nuovo. Smuove la sigaretta e ne prendo un tiro senza ancora spostarla, buttando il fumo fuori dal naso.
    «Se sei sott’acqua vedi solo acqua, non tutto quello che c’è fuori. Non ti accorgi se c’è un’isola su cui puoi fermarti.» Alla fine è la stessa cosa per come la vedo. Lei sì ma anche qualsiasi altra cosa. Un azione. Un comportamento. Una situazione. Un periodo della vita.
    O per come vivo.
    A volte vado sott’acqua e non c’è nient’altro.
    «Non incazzarti per questo.»

    Morgan
    Crain.
    hunter.

  8. .
    Io ti posso lanciare lei che lascia stare la scheda è un casino tutto da aggiornare BUT la cosa importante è che tra le sue mille identità fittizie (sì è una persona strana) ne ha una con cui fa gare clandestine dii moto, ogni tanto, per rilassarsi. Prima era più conosciuta nel giro (anche no-mag insomma quindi no pro) ora di meno perché ha meno tempo, ma comunque ogni tanto appunto ci bazzica ancora, quindi se vuoi te la lancio per qualsiasi cosa, anche una semplice conoscenza o qualcosa di più articolato, come preferisci ❤️
  9. .
    Ma benvenuta anche a te ❤️ io sono Rob, per qualsiasi domanda chiedimi pure todo
  10. .
    Tutti fuori concorso, tutti presenti ON GAME.

    Raelyndra con una super creepy rappresentazione del Basilisco, creatura "di famiglia" per via della linea di sangue dei Gaunt. Il vestito appare normale per la maggior parte del tempo ma ogni volta che si muove la texture diventa quella della pelle nera di un serpente che segue i movimenti del corpo. La particolarità simbolica sta nel retro della schiena, dove ha voluto rappresentare una sorta di parte "scheletrica" che richiama lo stato attuale del basilisco di Salazar a Hogwarts, morto, rappresentando la morte dei vecchi ideali della famiglia. L'handpiece sulla mano richiama le forme di una cotta di maglia, simbolo di combattimento, dedicato ai caduti della guerra magica inglese.

    Passiamo a quello che non ne aveva voglia e si è vestito a caso, Dean, occhiali da sole, sneakers e cargo per testimoniare "mi ero dimenticato che fosse un galà". Dovrebbe rappresentare un drago, tipo un drago cinese, ma la verità è che ha scelto a caso perché gli piaceva la giacca. E poi ha una corona perché voleva mettersela. I guanti però sono pensati dai, coperti di un tessuto che sembra simile alle scaglie di un drago appunto.
    Insomma lui è come quelli che al MET li guardi e ti chiedi "ma dove stai andando zio".
    Però spezzare eleganza con sporty style va di moda.

    Poi c'è lei, che ha un altro nome on game e non poteva mancare scs, Eliza. Eliza che si veste da sè stessa e ovviamente non lo dice anche on game che è vestita da Banditore. Con tanto di frecciatine simboliche a Samenar riguardo la condizione di prigionia dei Banditori, tramite le varie catene nei sandali e riprese poi dagli orecchini. La faccia coperta perché le piace essere enigmatica, o anche per rappresentare il fatto che nel momento della trasformazione i Banditori perdono la loro identità. Quanto siamo poetiche.
    Dal tessuto del vestito si sprigionano sottili volute di fumo nero, quando lei vuole, e ogni tanto il fumo avvolge il corpo. Soprattutto per le foto.

    Non poteva mancare la sfinge, Kali. Che mi ha fatto impazzire con sto vestito maledetta stronza. Partiamo del fatto che la struttura del vestito è un rifacimento più moderno di un vestito tradizionale delle sue parti, simile a una saree. Così come tutti i gioielli hanno uno stile che arriva proprio da quello dei gioielli tradizionali del Bahir, anche se ovviamente rivisitati. Tutto è stato fatto da stilisti del Bahir, obv, a mano. Perla dopo perla. Me pare schiavismo. Vorrebbe essere una sfinge, orecchie da felino e ali sulle spalle.
    Quando la intervistano parla solo per indovinelli (like Doja Cat che miagola al MET sì).

    E infine, abbiamo iniziato con una inglese chiudiamo con l'altro inglese. Callum, che decide di essere il suo animale prefe, il suo pet proprio, l'Ippogrifo. Molto british scs. Un vestito in realtà abbastanza semplice, il tocco più audace è il mantello fatto di piume, non di vero Ippogrifo anche se avrebbe voluto perché altrimenti li senti poi gli animalisti. Le piume hanno un effetto luminoso, in modo che sembrino scintillare o brillare quando colpite dalla luce. Il mantello è incantato per far si che leviti leggermente e si muova come in volo, a comando.
  11. .
    ‼️ MESSAGGIO IMPORTANTE
    Visto che iscritti alla quest siete un bel po', abbiamo pensato di iniziare a chiedervi cose basilari così da poter organizzare meglio l'inizio, per cui. Scriveteci un MP (a me o a Selly) per dirci come e quando i vostri pg:
    – sono entrati nel condominio (ad es. Si sono infiltrati, erano già li);
    – hanno intenzione di muoversi (ad es. Vogliono restare nascosti- in questo caso se tipo lo fanno in un appartamento tenendo ovviamente conto del fatto che di base sono chiusi perché ci vive la gente e quindi dovrete giustificare il come, un corridoio, quel che e- o se vogliono stare in mezzo a situa varie, che siano quelle proposte nel post di iscrizione o altre);
    – altri eventuali dettagli che pensiate siano utili.

    NOTA: se decidete di partire in coppia/gruppo con altri player, organizzatevi così che sia solo UNO di voi a mandarci l'MP.
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    34y.o. crains' headfamily. maine accent. parabatai. dimensional war refugee.




    Non è che non ascolto tutto quello che dice, lo ascolto tutto e molto bene. Ma c’è quella parola che lampeggia in mezzo alle altre, impossibile allontanarmi.
    È una cosa che mi insegue, sotto una forma o l’altra.
    Una cosa che mi fa sentire su un piedistallo su cui mi mettono altri, o forse mi ci metto io col mio comportamento. Ma vorrei dire a tutti che io non l’ho mai voluto. Essere una base solida su cui fare affidamento, quello sì; essere la persona da cui vai quando hai un problema, altrettanto. Ma essere qualcuno che può essere deluso…
    La delusione è una responsabilità. Esserne portatore lo è.
    Non è per forza carica di un giudizio, ma è comunque lì che si staglia e guarda dall’alto gli sbagli di qualcun altro e non ho mai voluto guardare nessuno così.
    Anche con Denny, non era davvero delusione.
    Era qualcos’altro.
    Era tradimento.
    Ed è stato lo stesso con lei.
    «Perché deludermi Stringo gli occhi nel dirlo, come a sottolineare quanto mi suoni assurdo. «Non c’è niente che devi dimostrare, soprattutto non a me.» Al massimo a sè stessa. Alle persone la fuori che la giudicano, perché non si è mai potuto fare altrimenti. Di sicuro non a me, né nessun altro dentro questa casa.
    «Io non sono qualcuno che sta lì a metterti il voto per ogni cosa che fai.» Neanche cercare di renderlo meglio. Meglio cosa, poi, vorrei chiederle. A me non è mai servito niente di diverso da quello che avevamo all’inizio per considerare di avere tutto.
    Non so quante volte ho pensato a quel primo Natale, quando ho addobbato la sua casa nel Bronx perché lei non l’aveva fatto.
    Quello era perfetto, anche se eravamo al centro di una bufera.
    Era perfetto.
    Perché nessuno stava cercando di fare proprio niente.
    Sbuffo pesante aria dal naso, rivolto ancora verso l’alto, solo con qualche occhiata breve che taglia l’ossigeno per arrivare a lei e torna indietro. Un tiro di sigaretta e il fumo esce dalle narici senza che il filtro si sposti dalle labbra.
    «Non è mai stato un esame» borbotto alla fine, più a me che a lei. Non capisco dove cazzo abbiamo sbagliato per renderlo proprio così, invece.

    Morgan
    Crain.
    hunter.

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    34y.o. crains' headfamily. maine accent. parabatai. dimensional war refugee.




    Non sbagliato forse. Non penso neanche che fosse giusto, però. Una via di mezzo era la strada migliore, ma le vie di mezzo sono concetti distanti dalla versione della realtà in cui vivo di solito.
    Da qualche parte lo so.
    Da qualche parte, nella mia testa, molte cose sono fatte nella maniera migliore. Solo che il mio cervello decide di deformarle quando più gli va, a volte anche senza un cazzo di nesso logico con la realtà.
    Forse è che in realtà l’ho sentito troppo.
    Così tanto che a un certo punto ho iniziato a pensare che di me non le importasse niente. Però non saprei neanche scrivere una guida su quale sia il giusto equilibrio tra una cosa e l’altra, io proprio sono l’ultima persona che potrebbe farlo.
    Il mio equilibrio, in fondo, è solo controllo.
    Disciplina.
    «Immagino di sì» guardo il soffitto. «So che sono un casino e che è impossibile avere a che fare con me.» Non so nemmeno quante volte gliel’ho detto, o da quanto lo ripeto. Credo sin dall’inizio.
    «Non devi per forza giustificare tutte le cose che faccio con il fatto che sono periodi difficili. Alla fine è sempre un periodo difficile.» Certo, ce ne sono stati di particolarmente difficili ma dopo non riuscivo mai a vederla come una giustificazione. Non sono le difficoltà a guidare le azioni. Sono sempre stato io, in una condizione mentale o l’altra.
    «Mi puoi anche mandare a fanculo, o puoi passare quattro ore a dirmi che sono un imbecille, non sarà per cose del genere che mi allontanerò. Mai. Non voglio neanche che sia tutto sempre perfetto, o giusto, o quel cazzo che dovrebbe essere.» Mi giro di nuovo a guardarla. Ad un certo punto penso che avrei dato di tutto per una litigata con lei, per un motivo che non mi facesse sentire sbagliato od oppresso. Una litigata qualsiasi. Anche se poi, dall’altro lato, so che qualsiasi cosa avrebbe potuto dire mi avrebbe fatto sentire sbagliato od oppresso. A quel punto, e non so quanto ne sono distante, ogni parola uscita dalla sua bocca era una coltellata e spesso solo perché io la percepivo così.
    Distolgo di nuovo gli occhi.
    Ci sono cose che ho ancora paura a dire.
    Come se ci stessi camminando io sul ghiaccio. E lo scricchiolio sotto i piedi mi facesse temere che potrebbero essere solo aria che le passa davanti e non coglie.
    Ora però, ci provo.
    Senza guardarla.
    «Vorrei solo non sentirmi invisibile di fronte a te, o in trappola.»

    Morgan
    Crain.
    hunter.

  14. .




    raelyndra

    Lestrange


    36y.o. british. sacred twenty-eight. posh accent. brakebills university professor.


    Parlavano la stessa lingua, soprattutto quando questa era intrisa di acido. Erano colpi a vuoto, in ogni caso, diventava una valvola di sfogo per la frustrazione. Non era più abituata a guardare al presente e non sapere quali fossero le forze che si muovevano intorno a lei invisibili. Aveva preso le distanze proprio per spostare la sua attenzione dove la conoscenza era scontata e per guadagnarla le bastava leggere righe in più.
    Nessuno dei due le avrebbe detto che cosa era accaduto, ma aveva anche già preso un’altra decisione. Una che si imponeva con una forza che raramente si solidificava abbastanza da tenere fede alle sue stesse promesse. Era fragile, eppure sperava di ottenere un appoggio negli occhi che la osservavano da lontano e a cui lanciava stesse occhiate, misurate, inframmezzate tra scintillii ad altri disposti casualmente nella Sala Grande.
    Il sorriso affievolito tornò a sollevare gli angoli quando poggiò quell’attenzione su suo fratello. Un manto delicato che le abbracciava le labbra, rendeva invisibili angoscia e preoccupazioni per tutta una serie di note stonate lasciate in sospeso. «Non essere così prevenuto, Ravius.»
    In verità gli dava ragione per metà. Certamente una grande fetta dei presenti avrebbe preferito conversare con qualcun altro. Ma lei, a differenza di Ravius, aveva lavorato sodo per trasmettere un’immagine differente, sottolineare il cambiamento, portare luce la dove all’oscurità dei gesti della loro famiglia li aveva resi bui tanto quanto le cappe dei loro genitori. Ravius si era nascosto nei corridoi angusti dell’Ufficio Misteri a fare quello che aveva sempre fatto.
    Guardò Quincy. «Di certo la collega di Quincy, Avonlea, avrà piacere a scambiare un saluto.» Sotto gli occhi di sguardi che sarebbero diventate bocche parlanti, e avrebbero cucito nell’opinione pubblica la certezza dell’assenza di qualsiasi dissapore. E senza dissapori, non ci sarebbe stato più niente di cui spettegolare sui giornali.




  15. .



    34y.o. crains' headfamily. maine accent. parabatai. dimensional war refugee.




    La guardo uscire dalla stanza e spingo gli occhi sul soffitto.
    Si sente una differenza nella pressione dell’aria. Elettrizzata o pesante, almeno è un effetto. Se l’avessi guardata e la sua esistenza mi fosse stata improvvisamente indifferente, avrei saputo che era davvero finita.
    Mi chiedo se lo sappia quanto ho sperato che non andasse via, e quanto ho sperato che lo facesse. Esattamente nella stessa misura. E questo mi rende la persona probabilmente più inaffidabile che abbia fatto radici nella sua vita. È normale che avere a che fare con me sia impossibile quando amo e odio esattamente nella stessa misura. E amare significa possedere e lasciar andare, esattamente nella stessa misura.
    La ascolto tornare, sbuffo fumo in alto e nel tratto di sguardo sfocato dalla vicinanza osservo la pila di cenere sulla sigaretta in equilibrio precario sulla faccia.
    Mi muovo lentamente per non farla cadere e prima di prendere la bottiglia cicco nel posacenere.
    Vado a recuperare il mio bicchiere, lo riempio a metà, torno sul letto bevendone un sorso ampio. «A breve lo farò.» Mi stendo di nuovo. Sul letto, non sulla sedia, per ora. Ma uno sguardo alle luci la fuori l’ho lanciato.
    Mi poggio il bicchiere sul petto e la sigaretta di nuovo in bocca a macchiare di impasto il suono della voce. Guardo lei. «Da quanto non ti dico che sei bellissima?» Forse da un po’. Forse ho avuto troppe cose per la testa che mi hanno fatto guardare appena oltre lei. Forse ho guardato oltre lei perché mi sentivo invisibile io stesso, per primo, ai suoi occhi. Difesa. So che è stata difesa, razionalmente, perché se ci metti meno allora farà anche meno male. Se non è rabbia, è distanza. Ma non lo rende meno schifoso.
    Le faccio un sorriso storto.
    Un sorriso che ammette colpe che non mi sono mai davvero scrollato di dosso. «Sono stato distratto, vero?»

    Morgan
    Crain.
    hunter.

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