Riunione da Walker

Ufficio del Presidente

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    Scusate il post brevissimo, ma sono super impegnata <3

    Partecipano:
    - Albert Cavendish
    - James Turner (rappresentante mafi, a capo della missione)
    - un agente a vostra scelta per piano che sappia esattamente tutto quello che è successo nel suo piano
    - obliviatori: John e Ramona

    Theodore Duncan Walker
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    I have zero tolerance for betrayal, which they will soon indelibly learn.
    Seduto alla scrivania presidenziale con le dita intrecciate davanti le labbra e i gomiti puntati sul legno Walker doveva sembrare una bomba pronta ad esplodere. La sua espressione era impassibile, le sue sopracciglia perfettamente distese. Profonde rughe d’espressione gli solcavano la fronte come unico presagio di ciò che in realtà si celasse dietro quella calma apparente e innaturale. Sembrava quasi che tutto il MACUSA fosse in attesa delle sue grida. Non gli piaceva essere prevedibile, sperava vivamente di non essere costretto ad aprire bocca. Così aspettava spiegazioni esaustive e soddisfacenti. Aveva fatto togliere appositamente tutte le sedie dalla sua stanza prima che gli agenti arrivassero. Li voleva in piedi. Tutti. Attese con pazienza che uno ad uno facessero il loro ingresso i meritevoli responsabili di quella missione esemplare. I migliori esponenti di ogni dipartimento. Pagati profumatamente per il loro prezioso servizio. Non gli importava che fosse l’alba e che avessero dovuto gestire un assalto di maghi neri una notte intera. Poteva anche esserci stato Tharizdun in persona al museo quella notte, non gli sarebbe fregato un egregio cazzo di niente. Prese parola solamente quando si presentò anche l’ultimo arrivato. La sua guardia personale chiuse la porta alle sue spalle. Il rintocco dei cardini rimbombò nel silenzio. Guardò negli occhi uno ad uno, curioso di sapere chi sarebbe stato il primo a farsi avanti. «Ora mi spiegherete tre semplici cose. Perché un museo pieno di inestimabili pezzi d’esposizione è andato per buona parte distrutto. Com’è possibile che dei maghi neri siano entrati e usciti come se non avessi piazzato i miei migliori agenti a guardia del suddetto museo. E infine perchè diavolo vi ho assunto. Illuminatemi».
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
     
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    James Turner
    Scheda | Voce | Capo Dipartimento MAFI | Badge | Song
    L'assoluta, evidente, terribile verità, era che aveva commesso uno sbaglio, una marea di sbagli per essere più precisi. Quella missione si era presentata ai suoi occhi come un fallimento già prima di iniziare, anche se non consapevolmente. Il motivo per cui qualcosa gli aveva impedito di comportarsi come al suo solito, di essere meticoloso, di essere totalmente certo che tutto fosse al suo posto, stava lentamente facendo capolino nella sua testa man mano che si allontanava dal Museo.
    Si prese il suo tempo per digerire il fallimento, buttando per terra una sigaretta dopo l'altra: per quanto molti potessero mentire a riguardo, chi otteneva posizioni di potere aveva conosciuto il fallimento molto da vicino, perché lo sbaglio era l'unico modo di crescere e quest James l'aveva imparato durante i primi anni al MAFI. Sapeva come farci i conti, sapeva accettarlo e sapeva migliorare, ma soprattutto, sapeva come rimediare. Sbagliare gli dava la forza di continuare a lottare per un mondo per cui non voleva la pena di lottare.
    Sapeva anche che Walker si sarebbe incazzato, il solo pensiero gli faceva aumentare il ritmo con cui stava finendo un'interno pacchetto di sigarette in mezz'ora. Non aveva paura di lui, naturalmente, ma era il suo capo e gli portava rispetto, un rispetto che l'avrebbe costretto a star zitto quando si sarebbe incazzato in quel suo modo così estremamente fastidioso ed esagerato.
    Quando arrivò al MACUSA, si assicurò che i due criminali catturati fossero stati scortati nella stanze delle interrogatori, separati, in modo tale da poterli interrogare poi con comodo. Eilish si sarebbe occupata del tizio biondo, mentre lui avrebbe pensato al rosso che avevano catturato al Terzo Piano. L'unica cosa che in quel momento gli serviva, che aveva bisogno di fare, era agire per rimediare al casino che avevano combinato, ma ancora non si era reso conto di star cominciando a ricordare.
    Si prese un momento nel suo ufficio prima di raggiungere quello di Walker, e fu lì, seduto alla sua scrivania che fissava il legno scuro del mobile, che tutto improvvisamente gli fu chiaro. Un lampo di ricordi e consapevolezze gli colpì la mente, provocandogli un forte mal di testa. Non riusciva a credere ai suoi stessi ricordi. Si alzò di scatto e con una manata buttò per terra tutto ciò che stava sulla sua scrivania, un imprecazione a mezza voce insieme a quel gesto, andarono ad esprimere tutta la rabbia e l'orribile senso di impotenza che lo colsero improvvisamente. Non riusciva a credere di essere stato così stupido.

    Quando entrò nell'ufficio di Walker aveva finito il pacchetto di sigarette ed era sicuramente più calmo, sicuramente dal suo sguardo e dalla sua espressione non si poteva distinguere un cambio nella sua psiche rispetto alla serietà e indecifrabilità, che aveva appiccicati addosso in ogni momento. Con le braccia incrociate si portò sulla destra della stanza, adiacente al muro. La porta si chiuse e James posò lo sguardo sul suo capo, cercava di contenersi ma sapeva che di lì a poco sarebbe esploso. Che seccatura. Passo gli occhi verdi su tutti gli agenti presenti e poi fece un passo in avanti verso la scrivania del Presidente « Signore... » iniziò schiodando le braccia dal petto « La spiegazione è molto semplice, me ne prendo ovviamente la completa responsabilità » soggiunge marcando la parola "ovviamente", prima di iniziare con una spiegazione che l'avrebbe fatto infuriare così tanto da fargli esplodere la testa.
    Fece un respiro più grande degli altri e continuò « Prima che la missione iniziasse sono stato colpito da un incantesimo psichico molto potente » non aveva intenzione di cercare scuse per la mancanza di abilità con cui non era stato riuscito a proteggersi da quell'incanto « Questo incanto ha instillato nella mia mente un ordine preciso, bloccando contemporaneamente il ricordo dello scontro psichico e dell'ordine: l'ordine era di aprire un paio di finestre in ogni piano, così l'ho fatto, dimenticandomelo un istante dopo, soltanto quando sono arrivato qui l'incanto psichico ha terminato il suo effetto e io ho ricordato tutto » continuò a fissarlo negli occhi, qualcosa che per lui era molto importante, era un segno di rispetto inequivocabile « Naturalmente ho ricordato anche l'identità di chi mi ha colpito, si tratta di Chaos, che ora posso ufficialmente ricollegare a Gregory Kane, il mago nero che è scappato da Brakebills lo scorso anno » almeno era riuscito a ricavarne qualcosa, una piccola, minuscola, informazione - aveva imparato che ogni dettaglio era utile in un indagine.
    Prima che qualcuno potesse parlare, James continuò cambiando discorso « Quello per cui non ho una spiegazione, è come mai io non fossi a conoscenza della presenza di un allarme collegato alle centrali dei No-Mag » azzardato come sempre, sopratutto nei confronti di Walker, ma non era nel suo stile prendersi colpe di cui non era l'artefice « In ogni caso, al primo piano ho assegnato un'agente alla sua prima missione, data la presenza di due agenti esperti del DCMC » uno dei quali era presente, James lo guardò per un istante con la coda dell'occhio, Everett gli stava sul cazzo fin dai tempi dell'università a Brakebills « Ho certamente sbagliato ad affidarmi a loro, il loro addestramento è imbarazzante » disse riportando gli occhi di Walker « Come mai Schuster non è presente? E' per merito suo se i suoi agenti non sono stati in grado di fronteggiare un manipolatore del fuoco ».
     
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    Jeremiah
    Everett
    Una delle missioni peggio riuscite di sempre, nonché la più lontana dalla sua personalissima realtà che avesse mai affrontato. L'unica costante era stata combattere, anche se per poco, al fianco di Will contro la magia nera, e questo apparteneva a una vita che ormai sembrava troppo lontana. Non aveva mai dimenticato quella che un tempo era stata la sua missione primaria di vita, la lotta contro quella feccia onnipresente in un mondo che marciava fiero verso un'autodistruzione silenziosa. E lui odiava non poter uscire allo scoperto al fianco dei suoi compagni, quindi si era gettato a capofitto in ciò che sembrava riuscigli meglio, un lavoro lontano dall'incarico che gli era stato affidato quella notte. Ma nonostante quello non fosse il suo campo, Jeremiah sentiva il fallimento gravargli sulle spalle. Non era verso il MACUSA che si sentiva in debito, poiché quel sistema, per certi aspetti, celava lo stesso marciume che lui aveva giurato di combattere a costo della sua stessa vita. Il suo debito era ben più grande e l'avrebbe scontato a poco a poco. Non era il MACUSA che temeva: aveva fatto il possibile con gli strumenti che gli erano stati dati seguendo le procedure legali senza danneggiare il Museo, quindi avrebbe portato alto il nome dei suoi compagni, nonché quello della sua divisione.
    Arrivò al MACUSA dopo essersi assicurato che i suoi compagni stessero bene, e senza temporeggiare entrò nella stanza di Walker. Guardò James e il resto della combriccola entrare uno dopo l'altro, restando in silenzio mentre ripercorreva mentalmente gli eventi di quella nottata. Non si meravigliò quando James prese la parola per primo, l'aveva conosciuto abbastanza bene da sapere che non ci avrebbe neanche pensato due volte a scaricare tutto il barile su persone a cui lui stesso non aveva dato nessuna informazione, ma fu sorpreso quando lo sentì ammettere di aver fatto la cazzata del secolo. E sì, quella era una super cazzata, anche piuttosto prevedibile col senno del poi. Jeremiah avrebbe voluto avere più dettagli, ma sapeva bene di non poter contare su Turner o su altro personale del MAFI con cui non aveva alcun tipo di rapporto. Pensò subito a Daniel, che sicuramente era da qualche parte lì intorno, e si disse che più tardi l'avrebbe cercato perché di lui poteva fidarsi. Adesso aveva altro a cui pensare, come ad esempio quelle accuse lanciate da quel genio del male di James, che ovviamente non era cambiato di una virgola. Non avrebbe approfittato della situazione per dirgli che tentare di fare il pezzo grosso, lo straduro della situazione, il capo di cosa?, era sempre una veste troppo grande per il suo fisico e gli ricadeva addosso con estremo imbarazzo. No, non avrebbe messo su un teatrino delle piccatine lì e in quel momento, ma di sicuro avrebbe trovato l'occasione per farci un paio di chiacchiere tête-à-tête. Buono sì, ma coglione non lo era mai stato. Guardò direttamente Turner, perché negare quell'accusa diretta? Al primo piano ci stava lui.
    «Esperti, sì, ma sai in cosa siamo esperti noi? Già il solo fatto che tu abbia richiesto uomini del DCMC per fare la guardia a un museo la dice lunga sulla tua informazione sul nostro reparto. Siamo addestrati a fronteggiare creature pericolose con tempistiche rapide e tattiche letali. Di certo non a controllare finestre - che nel nostro piano, per inciso, erano chiuse -, oggetti vaghi o a combattere senza distruggere qualcosa tipo il museo intero, quindi magari la prossima volta potresti studiarti cosa si fa o non si fa negli altri reparti prima di scegliere i tuoi cani da guardia. Figurati, il mio è solo un suggerimento.»
    Lui aveva dovuto combattere da Mago Bianco, non da Tank. Era chiaro quanto poco Turner sapesse sull'addestramento che aveva dato loro accesso al reparto di hunters, perché se J avesse dovuto ricorrere a ciò che aveva imparato avrebbe rischiato di demolire almeno la metà di quel piano. Ma certi dettagli era meglio tenerli per sé.
    A quel punto si girò verso Walker, che guardò dritto negli occhi durante il suo rapporto.
    «Everett, DCMC. Al primo piano avevamo sei ingressi da pattugliare, circa otto accessi ai piani superiori e inferiori nonché le finestre che ci è stato detto di ricontrollare accuratamente, ed è stato quello il momento in cui i maghi neri sono entrati dal punto più lontano in cui eravamo noi. Durante lo scontro ho tentato di comunicare con gli altri piani per avere un quadro della situazione ma non ho avuto risposta. Ho avvertito sempre tramite auricolare dell'arrivo dei No-Mag con i quali ho dovuto intrattenermi lasciando i miei compagni a fronteggiare più maghi neri di quelli che erano entrati inizialmente, e mentre cercavo di non gettare nella mischia la SWAT gli intrusi sono riusciti a scappare. Se posso permettermi, signore, abbiamo fatto tutto il possibile per pattugliare, combattere e al tempo stesso evitare grossi danni sia nei confronti dell'edificio che dei No-Mag stessi, stando attenti a non causare gravi danni che potessero portare problematiche burocratiche che noi del nostro dipartimento non siamo neanche istruiti a seguire. Ad ogni modo, più tardi fornirò l'identikit dei due maghi neri che ho visto in faccia... Per quanto riguarda gli agenti che erano con me a pattugliare il primo piano, hanno fatto del loro meglio sfruttando ciò che gli era stato fornito, ovvero poco e niente, e sono sicuro che lo stesso vale per tutti gli altri. L'unico problema è stato la mancanza di un piano d'azione studiato nel dettaglio prima ancora che iniziassimo con le ronde. Abbiamo tutti girato alla cieca, se ci pensa era inevitabile che accadesse un casino come questo.»
    A quel punto si girò di nuovo verso Turner.
    «Con tutto il rispetto, Detective, ma stai parlando a sproposito di un reparto che a quanto pare proprio non conosci. Magari potresti chiedere a Schuster di farti provare il nostro addestramento, così la prossima volta sarai in grado di scegliere meglio i tuoi agenti da guardia in base alle tue necessità. Ti ci metto una buona parola, se vuoi.»
    Sicuramente altri sarebbero stati più abili nello sgattaiolare meglio fra quei corridoi senza dare nell'occhio. Lui aveva dovuto evocare un ermellino, cazzo... un ermellino per non rischiare di distruggere quel posto.

     
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    Perdonate eventuali errori, è notte fonda e non sarei stata in pace con me stessa se non postavo a questa role

    Theodore Duncan Walker
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    I have zero tolerance for betrayal, which they will soon indelibly learn.
    Perché. Perché quei due mentecatti gli stavano facendo perdere tempo. Perché non gli davano semplicemente ciò che voleva: una spiegazione. Cosa. Diavolo. Era. Successo. Era una richiesta tanto assurda? Eppure gli sembrava così semplice. Gli sarebbero bastate poche parole. Avrebbe apprezzato un “chi” e un “come rimediare”. E invece quei due litigavano alla stregua di ragazzine. Battibeccavano, persino. Per quanto amasse il suo lavoro da giudice di pace non era il giorno giusto per presentargli delle cause perse. Era il giorno giusto per presentargli un mondo meraviglioso di soluzioni. E loro, invece, cosa facevano? BATTIBBECCAVANO. Credeva di aver dato la situazione in mano a persone capaci. Invece si era ritrovato davanti solamente altri problemi, che avrebbe volentieri risolto sbattendo entrambi contro la scrivania. Una volta tramortiti avrebbe potuto proseguire tranquillamente la gestione di una delle notti più lunghe del suo mandato di governo. E invece da uomo calmo e dotato di autocontrollo qual era attese il momento in cui entrambi smisero di parlare per esprimere pacatamente la sua opinione. «Incompetenti». Quella parola gli sfuggì quasi per rabbia, eppure meritava un discorso molto più elaborato, perché s’infilasse a fondo nel loro orgoglio decisamente sopravvalutato. «Io vi ho affidato un caso delicato, un caso che andava gestito con la massima riservatezza. E voi non siete stati in grado di gestirne nemmeno gli aspetti più basilari, come ad esempio salvaguardare l’integrità di quattro elefanti impagliati. Ma sapete una cosa? Vi sollevo da ogni vostra colpa, perché sono io ad aver sbagliato. Credevo di aver affidato la missione a uomini adulti e vaccinati, a quanto pare dovevo chiedere i vostri attestati di nascita perché sembrate tutto fuorché adulti, meno ancora uomini. UN MINIMO DI DECENZA, PER CORTESIA. Abbiate rispetto del distintivo che portate, è una vergogna che debba assistere a patetiche scenette da scarica barile. Non mi interessa di chi sia la colpa di questo disastro. Siete stati entrambi degli inetti su tutta la linea». Sbatté il pugno sul tavolo gridando il primo nome a cui avrebbe rivolto la sua attenzione. «Everett». Si, Everett. Vieni alla gogna, prego. Lo immaginava avanzare fino al cappio. Era pronto ad infilarglielo intorno al collo e tirare. «Non serve una preparazione da agente mafi per sapere che il primo piano è stato un fallimento sotto ogni punto di vista. Tre stanze ricolme di manufatti di inestimabile valore andati a fuoco. Una quantità di no-mag da ripulire* a dir poco imbarazzante, un ferito, due morti, un cimelio rubato. E non un cimelio qualsiasi, ma un frammento di sole, un mago nero con uno di quelli può corrompere anche il più rigido mago bianco. Sai cosa vuol dire? Vuol dire che già da ora potrebbe esserci una talpa tra di noi. Significa che non potrò più mandare in missione maghi bianchi insieme al mafi, non fin quando il frammento non sarà recuperato. E non scaricare le colpe sul tuo superiore, nessun agente mafi, o dcmc, sapeva quali erano i cimeli magici di Fabian Fortune, e non solo perché nemmeno noi ne eravamo certi, ma anche perché sarebbe bastato un illectum per causare una fuga di notizie devastante. Tali informazioni erano classificate per chiunque, eccetto che per me e per Turner. E per quanto il nostro caro capo mafi si sia fatto infinocchiare da un adolescente, rimane comunque uno dei nostri migliori maghi psichici (*risatina di John in sottofondo, che Theodore decide di ignorare per non rischiare la sua terza ulcera e una condanna per omicidio colposo). In circostanze particolari come queste un piano di azione studiato a priori è infattibile per via dell’impossibilità di prevedere le azioni del nemico e per l’assoluta necessità di proteggere le informazioni. Mi sorprende che io debba spiegare questo ad un uomo che può arrivarci facilmente con l’intuito, ma ripeto, colpa mia che ho creduto tu fossi abbastanza intelligente per lavorare in questa missione». Fine. Everett per lui era un caso chiuso. A meno che non avesse avuto qualcosa di intelligente, o utile da dire, sarebbe stato meglio per lui tenere il becco rigorosamente chiuso fino alla fine dell’incontro. «Ah e visto che hai così tanti problemi a comprendere il funzionamento delle tecniche mafi, ho appena deciso che tu, mago bianco, defensor, a quanto dicono i rapporti» perché si, lui sapeva a memoria i rapporti di ognuno dei presenti, dal momento che lui il suo lavoro lo sapeva fare «sarai affiancato da un agente mafi scelto da Turner e cercherai quello stramaledettissimo frammento di sole. Così avrai modo di conoscere più da vicino i metodi del mafi, oltre a poter rimediare al tuo errore e dimostrarmi che meriti il tuo posto di lavoro. Se non dovessi ritrovarlo, meglio che sgomberi la tua postazione al DCMC senza nemmeno passare per il mio studio». Ecco, adesso aveva davvero finito. Si sentiva già più leggero sollevato da quel problema, che in un modo o nell’altro si sarebbe risolto da solo. Amava quando le cose filavano lisce senza che lui dovesse fare il cane da guardia. Ora toccava a lui l’uomo che avrebbe dovuto tenere tutto sotto controllo e invece si era fatto manipolare dall’ultimo arrivato. «Turner». Da dove iniziare? C’era così tanto da dire, ma la delusione quasi gli strappava la voglia di strigliarlo. Quasi. «Preferisco sorvolare sul modo in cui hai gestito la situazione e la vergogna che dovresti provare per le accuse che hai mosso ai tuoi sottoposti e al tuo collega, che - per inciso - è impegnato in una missione classificata che spero gestisca meglio di quanto tu non abbia fatto con la tua. Credo che la cocente umiliazione di questa missione fallita parli da sola. Ti basti sapere che ora come ora non ti affiderei in gestione nemmeno la cuccia del mio cane. Mi hai deluso, profondamente. E sinceramente non voglio sprecare altre parole che potrei usare per scopi molto più nobili come la questione Gregory Kane. Ho poche cose da dire e spero che sarai in grado di eseguirle. Lascerai che uno dei miei agenti della Security esegua un controllo scrupoloso e approfondito della tua mente (*e qui John ride di nuovo), scusami mi correggo lascerai che Ramona Wallace esegua un controllo della tua mente (*e così Theodore lo mette a quel posto anche a John. Si, lui è un uomo efficiente, la mette a quel posto a più persone con una sola partaccia). Non voglio altre sorpresine da parte di quel Kane. Quando i miei agenti confermeranno che sei pulito come il culo di un neonato voglio che metti tutti i tuoi agenti sulle tracce di questo bastardo. Dovete scoprire tutto quello che si può scoprire riguardo il suo conto e le sue capacità. Non voglio che accada mai più ciò che è accaduto sta notte. Da oggi tutti gli agenti coinvolti in missioni classificate devono ricevere controlli giornalieri di memoria. Voglio questo Kane ammanettato prima che io possa dire la frase “Turner sei licenziato”. Mi hai capito bene?».
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato



    Avanti il prossimo! Theodore è proprio curioso di sapere cosa hanno da dire quelli del quarto piano riguardo la corona e quelli del secondo riguardo il bastone
     
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    James Turner
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    Più tempo le sue orecchie sentivano la voce di Everett, più la associavano ad un fastidioso ronzio che ebbe una durata fin troppo lunga prima che Walker lo interrompesse. Che imbarazzo, per colpa di quello stupido scimmione che perdeva tempo a non ammettere le proprie colpe e a scaricarle sugli altri, ci sarebbe passato anche lui come partecipante di quello stupido cabaret appena tirato su. Che immaturità, Schuster non era riuscito neanche ad insegnarli come comportarsi di fronte ad un fallimento.
    Sperava che Everett capisse, con l'ultima frase pronunciata dal Presidente, che non era stato lui a scegliere quali agenti assegnare alla missione a parte i suoi, quelli del MAFI - che si sarebbero presi una bella strigliata, giusto per farli confrontare con i loro sbagli proprio come gli agenti del DCMC non sapevano fare. Avrebbe voluto sbuffare, ma Walker l'avrebbe impiccato se l'avesse visto anche soltanto con la coda dell'occhio.
    L'aggiunta finale di Walker non riuscì a prenderla come una piccola vittoria, ma soltanto come un'immane seccatura. In ogni caso aveva già deciso chi assegnare, l'agente Loveney si sarebbe trovata benissimo a lavorare di nuovo insieme ad Everett, a rimediare ai suoi sbagli.
    Poi toccò a lui. Avrebbe voluto rispondere che non erano accuse, ma dati di fatto, avrebbe voluto tirare un pugno a Knox ma fortunatamente Walker fu così intelligente da zittirlo lui stesso, ma non disse niente, ovvio « Sì signore » rispose rigoroso annuendo brevemente, ora mancava il resto, la parte mancante del resoconto di quell'orribile fallimento. Aveva risparmiato a Eilish la partecipazione alla riunione facendo lui da portavoce per entrambi « Al Quarto Piano è stata trovata, quasi immediatamente, una delle due finestre aperte, la seconda era in biblioteca. L'efficienza delle comunicazioni della mia squadra mi ha permesso di arrivare subito alla seconda finestra, nonostante i maghi neri fossero appena entrati. Due. Uno dei due aveva il viso coperto ma dell'altra sono riuscito a squagliare la maschera per vederla, in ogni caso sono abbastanza sicuro di riuscire a ricavare le loro identità dall'interrogatorio dei criminali catturati. » fece una pausa giusto per riprendere fiato « Siamo riusciti a trattenerli nella biblioteca per quasi tutto il tempo, ma l'arrivo dei No-Mag ci ha distratto, mea culpa, così all'ultimo sono riusciti a scappare e a rubare la corona » quanto gli era costato pronunciare quelle parole, nonostante alla fine fosse venuto a patti con quel fallimento, come un medico a cui muore un paziente, ancora gli costava terribilmente ammettere ad alta voce che era vero, era stato un inetto « I due interrogatori inizieranno appena uscirò da questa stanza, le assicuro di riuscire a recuperare quella corona e i due ladri, io e i miei agenti faremo gli straordinari per rimediare ai nostri errori e catturare Kane » non c'era ombra di orgoglio nelle sue parole, ma solo un'accurata e sicura esposizione dei fatti, era certo che gli interrogatori avrebbero fruttato informazioni importanti che avrebbero assicurato una svolta dorata a quelle indagini.


    Edited by himë - 23/3/2017, 11:18
     
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    Post scarsissimo con lo stesso schemecode di sempre, vabbè vvb
    EWDtfBf
    C
    urioso, curioso davvero. Dopo tutto quel tempo alle dipendenze di Walker, aveva nella sua mente una mappatura ben precisa di quell'ufficio​, fornita di un'esauriente legenda che indicava ciò che era o non era lecito toccare, dove andare a cercare le cose, dove era più o meno consigliato sostare. Eppure mai si era trovato ad osservare la stanza da quella prospettiva insolita, di chi sa di aver sbagliato e di dover render​e conto dei propri errori, ritrovandosi a dover sostenere quello sguardo di Walker. L'uomo che si trovava davanti, dall'altro lato di una solida scrivania che in quel frangente tanto rassomigliava al pulpito del giudice di una di quelle corti magiche che tanto gli erano familiari, conosceva bene l'Albert Dominic Cavendish dell'HCCR. L'Albert dignitoso, ligio al dovere, abile con le parole: una maschera che gli aveva richiesto una certa dedizione per essere costruita, modellata sulla sua fisionomia dopo anni di utilizzo incessante. In piedi, con la schiena dritta ed un espressione calma, impassibile, non perse una virgola di quella compostezza propria del personaggio, distinto anche quando si trovava in quella maniera, in piedi come come un bambino che sta per ricevere una punizione. 'Ohoh.' Charles misurava la stanza a grandi passi, come se volesse mettere in evidenza quella libertà di movimento di cui loro invece non potevano godere. 'Niente sedie? Oh, il maestro è arrabbiato.' suggerì in un sonoro sibilo impregnato di una falsa preoccupazione, accostatosi all'orecchio di Walker. 'Vi metterà in ginocchio sui ceci.' lo spirito traeva un disumano piacere dal potersi muovere non visto e non udito. O, almeno, così era da quando aveva trovato un degno spettatore dei suoi spettacoli: quel secolo trascorso nella sua esistenza intangibile prima dell'arrivo di Albert doveva essere stato terribilmente desolante, logorante. Un tipo di solitudine del tutto diversa da quella che aveva scelto Albert per la sua via, un isolamento forzato pari solo a quello delle candide mura di un manicomio. Sollevò in maniera appena percettibile il sopracciglio, udendo le parole degli altri intervenuti. Oh, Walker non avrebbe apprezzato quell'atteggiamento. Il mastino non tollera certe condotte. "Signore," avrebbe preso parola non appena gli fosse stato concesso "mi assumo tutte le mie responsabilità. Sono pienamente consapevole che gli avvenimenti di questa notte non si sarebbero dovuti verificare neppure nel peggiore degli scenari." Non abbassò lo sguardo neanche un istante, sostenendo incessantemente gli occhi del superiore adirato "Quanto al bastone, non ne andavano a caccia solo i maghi neri. Ho inseguito una donna -che ho ragione di credere fino alla sala dell'esposizione non fosse avvezza alla magia del sangue- intenzionata a trafugarlo. A secondo piano sono riusciti a tenere i maghi oscuri lontano dal bastone. Difatti, nella stanza in cui era custodito, non ho trovato nessuno." 'Cosa che ha ampiamente aiutato le tue amichette a rubare il bastone' "Ad eccezione di un vampiro. La donna ne ha approfittato per fuggire con una complice." Come avrebbe reagito? Rabbia? Delusione? Magari non lo avrebbe degnato neanche di uno sguardo. Sì, era davvero curioso dovere stare lì a difendersi per un bastone perso, quando lui sapeva esattamente dove fosse. O quasi.

    Albert D. Cavendish

    percettore spiritico

    [x] scheda - [x] memo - starring:Harry Lloyd
    code role © Akicch; - NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Scusatemi il post un po' del cavolo, ma ho la sala prof intasata di cose da leggere che mi chiama


    Theodore Duncan Walker
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    I have zero tolerance for betrayal, which they will soon indelibly learn.
    L’irremovibile ostinazione con cui Turner si rifiutava di assumersi colpe che non riteneva proprie era snervante. Oltre che irritante. Ma aveva continuato a tollerarla giusto perché gli era tornata spesso utile per scoprire verità che altri avrebbero tenuto nascoste per amore della decenza. Se il prezzo era dover sopportare ogni volta quegli inutili litigi di responsabilità, oltre che infantili frecciatine lanciate con accurate scelte di parole, lo avrebbe fatto, perché lui era un uomo paziente. O almeno si riteneva tale, a differenza di quanto continuassero a ripetere tutti coloro che gli gravitavano intorno. Annuì gravemente quando Turner concluse il resoconto. Quei dannati maghi neri sembravano essere molto più capaci dei suoi agenti. Probabilmente l’incendio e il richiamo della swat erano stati una loro precisa strategia di copertura. Ciò voleva dire che conoscevano bene le priorità del macusa ed erano stati in grado di sfruttarle a proprio vantaggio. Se avesse potuto li avrebbe assunti al posto degli agenti che si trovava davanti. Non spostò lo sguardo dagli occhi di Turner nemmeno un secondo durante le proprie riflessioni. Gli serviva qualcuno che si occupasse dei maghi neri, ma il mafi doveva trovare categoricamente Greogry Kane, non poteva sfoltire le forze deputate al caso. Senza considerare il problema più grosso: la corona del re scorpione. Nessuno aveva idea di cosa facesse e questo peggiorava le cose. Gli serviva qualcuno di competente. «I defensores. Scopri tutto quello che si può cavare fuori dal quel Rosiel, poi riunisci i defensores e mettili sulle tracce di questo gruppo di maghi neri. Da oggi sono ufficialmente una particella governativa ad honorem, assunzione a tempo limitato, ma non escludo una completa integrazione nel dipartimento mafi. Sono sotto tuo diretto comando, Turner, non deludermi un’altra volta. Voglio dettagliati ed esaustivi rapporti su ogni loro azione, voglio sapere anche a che ora vanno al bagno. Non ammetto più errori. Rivoglio indietro quella corona il prima possibile. Altra prerogativa è scoprire la precisa identità di tutti questi maghi neri e del loro capo. Non possiamo fidarci dell’identikit della maga di cui è stata sciolta la maschera, immagino che il suo volto fosse deturpato e ustionato, non posso permettere che venga arrestata la persona sbagliata. Cerca di ottenere quante più informazioni possibili da Rosiel, va bene anche il tono di voce di quei vermi. Altezza, peso, numero di scarpe, se gli piace indossare di più il nero, o il blu. Abitudini e zone di attività. Tutto». Fu il turno di Albert. Finalmente sentiva una parola decente riguardo l’operato del dcmc. Al secondo piano secondo i rapporti (*abbiamo capito che Theo non fa altro che leggere rapporti) c’erano l’agente Lagrange e l’agente Egorov, se davvero erano stati in grado di fare il loro lavoro contro un mago nero (fuori dall’ordinario addestramento dcmc, Everett guarda e impara) probabilmente erano gli unici di cui in quel momento potesse fidarsi. Sperava vivamente che la sua fiducia non andasse mal riposta. «Cavendish prendi con te Lagrange ed Egorov, dovete trovare la donna e il bastone. È l’unico cimelio di cui conosciamo vagamente la funzione e se le leggende raccontateci dal dcmc sono vere è la nostra più importante prerogativa, per questo metto te al comando della missione. Per quanto riguarda i vampiri, in questo periodo stanno agendo in modo strano, ancora non siamo riusciti a capire cosa stiano tramando, ma voglio qualcun altro del Dcmc sul caso. Knight, Everett e Von Schuster sono impegnati, quindi aggiungo alla tua squadra Cioran. Se pensi che ci sia bisogno di qualcun altro elemosina a Turner un agente, lascio a te la decisione. Portatemi notizie valide riguardo i vampiri, non voglio solamente chiacchiere da quartiere». Bene, un altro problema risolto. Sollevò lo sguardo su Ramona e John. «Voglio che la security si occupi delle notizie ufficiali che usciranno domani mattina sui giornali No-Mag, insabbiate il caso della Swat, della polizia e manipolate i ricordi di qualsiasi idiota fosse lì quella notte. Confiscate definitivamente i manufatti di Fortune, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione del fatto che sono troppo pericolosi per rimanere nelle mani dei No-Mag. Non mi importa un accidenti del testamento di quell’uomo se di mezzo ci va la sicurezza nazionale. Prendete degli alchimisti capaci e sistemate il museo in modo da nascondere le tracce magiche più evidenti. Fate passare tutto per una rapina finita male». Walker si voltò in direzione del resto dei presenti. La sua espressione gridava ogni sfumatura del suo biasimo. «C’è qualcos’altro che dovrei sapere, o che non siete in grado di gestire da soli? Se questo è tutto, siete congedati. Voglio entro domani mattina sulla mia scrivania un rapporto dettagliato sugli eventi da ciascun agente e mago bianco che ha partecipato alla missione».
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato


    Edited by Joy. - 23/3/2017, 15:08
     
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    Jeremiah
    Everett
    Ovvio che la sbroccata sarebbe arrivata, specie dal momento in cui aveva deciso di aprire bocca. Ma ne aveva prese talmente tante che una in più o una in meno non gli avrebbero di certo cambiato la vita, men che meno avrebbero sotterrato la consapevolezza di se stesso e delle sue abilità. Non si era mai sentito un campione, ma ce l'aveva sempre messa tutta e questo valeva più di ogni altra cosa. Walker poteva avere tutte le ragioni del mondo per volersela prendere con qualcuno e Jeremiah gliel'avrebbe lasciato fare senza nemmeno ribattere, senza tentare di difendersi quando aveva già detto tutto ciò che era accaduto al suo piano. Probabilmente aveva bisogno di sfogarsi e quella era l'unica strata utile da percorrere per buttare via un po' di veleno... Ma quando Walker menzionò il frammento di sole J non ruscì a credere alle proprie orecchie. Un frammento di sole era nel suo piano e lui non ne era stato informato? Se non in qualità di agente del DCMC almeno nelle vesti di Defensor. Nessuno gli aveva detto niente e il frammento era stato rubato mentre lui era troppo impegnato a sistemare il problema con i No-Mag, problema che avrebbe dovuto essere intercettato dal MACUSA prima ancora che arrivasse al museo. Ma dettagli, no? Erano tutti dettagli inutili quelli che concernevano la prevenzione a problematiche stupide durante una missione considerata così importante. E ovviamente scaricare la colpa sugli agenti era molto più facile che accettare il fatto che non avessero minimamente provato a rendere le cose più facili per loro e non per i maghi neri. Il colpo di grazia arrivò quando il presidente parlò dei Defensores come se fossero un gruppo di mentecatti disposti a sottostare agli ordini di chiunque. A quel punto Jeremiah si tolse le vesti di agente del DCMC per parlare a nome di ciò che era sempre stato. Fece un passo avanti guardando Walker e poi si fermò di nuovo, ma nei suoi occhi c'era una luce diversa che palesava oltraggio.
    «I Defensores non saranno mai una particella governativa, mai parte di un dipartimento del MACUSA. Consacriamo la vita al volere di Pelor e di nessun altro.»
    Di nuovo la voce di J si fece largo fra le altre. Sul suo viso, adesso, c'era una durezza diversa. Walker poteva insultarlo quanto voleva quando si parlava di missioni del MACUSA e lui non avrebbe storto il muso, poteva dirgli di essere un inetto e tante altre belle parole se voleva riferirsi al fiasco di quella notte e lui avrebbe abbozzato senza battere ciglio, ma non avrebbe permesso che osasse anche solo pensare di avere potere su un gruppo di uomini che lottavano secondo i dettami di Pelor per il bene, senza chiedere nulla a nessuno perché spinti dalla propria Fede e dai propri principi. Il loro non era un lavoro e non lo sarebbe mai stato.
    «Non serve che vada Turner dal momento che io sono qui. Ovviamente ci riuniremo, ma saremo sotto la guida di Daniel Callaway e di nessun altro, il componente più esperto della nostra cerchia come abbiamo sempre fatto. Esigiamo rispetto per quello che facciamo, perché i nostri movimenti sono sempre voltati al bene dell'umanità e non abbiamo bisogno di essere pedinati come criminali.»
    Sperava che fosse stato abbastanza chiaro. Il presidente stesso aveva svelato a tutti i presenti in quella stanza che Jeremiah faceva parte dei Defensores e dopo quell'affronto, dopo che Walker aveva parlato di loro come un pezzo da collezione mediamente prezioso da dover avere nella sua teca, non avrebbe neanche negato restando in silenzio. Che provasse a licenziarlo adesso che aveva risposto senza esitazione in qualità di chierico. Che provasse a muovere un'accusa contro il cacciatore.
    «Se per il momento è tutto, chiederei il congedo da questa riunione per rintracciare la mia guida e i miei compagni e lasciare l'identikit. Poi vorrei tornare al Museo per analizzare la traccia dell'aura del ladro del frammento di sole, prima che venga spazzata via dagli alchimisti.»

     
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    Mi dispiace, non è famoso per essere ragionevole quando viene messa in dubbio la sua autorità

    Theodore Duncan Walker
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    I have zero tolerance for betrayal, which they will soon indelibly learn.
    Il limite tra governo democratico e dittatura era intollerabile. Talmente sottile da potersi spezzare con una semplicissima frase: «Io sono il governo e si fa quello che dico io», una frase che avrebbe sbaragliato ogni inutile contestazione per permettergli di fare finalmente il suo lavoro. Walker voleva semplicemente far rispettare la legge, mantenere al sicuro i no mag e conservare la segretezza dei maghi. Invece sembrava che tutto il mondo si ostinasse a remargli contro. Perché? Perché le persone semplicemente non eseguivano i suoi ordini invece di sprecare tempo ad avere un’opinione personale? O un orgoglio personale. In generale una personalità. Non voleva di certo degli automi al posto dei suoi agenti, ma menti da riempire con ciò che desiderava fosse fatto e personalità da plasmare a sua immagine e somiglianza. Agenti funzionali. Agenti che credevano nel governo quanto ci credeva lui. Agenti che avrebbero fatto rispettare la legge sopra ogni altra cosa. Invece si era ritrovato con Jeremiah Everett, che riponeva la propria fede in Pelor invece che nel governo americano. Era un ottimo agente dcmc, un uomo dalla morale incorruttibile, ma quel piccolo difetto era decisamente un problema enorme. Everett poteva credere a tutte le divinità che voleva fuori le ore di lavoro, durante le pause caffè e nei weekend, persino quando faceva sesso. Non gli importava un fico secco. Ma lì al MACUSA, nel suo ufficio, che haimè era casualmente anche l’ufficio del presidente, Everett era un agente DCMC e BASTA. Theodore sollevò lo sguardo su di lui mostrando l’infinita pazienza che gli stava generosamente concedendo e di cui avrebbe dovuto apprezzare ogni stilla. «Agente Everett ti ricordo che lavori per il governo. Questo è il governo, io sono il capo del governo, quindi farai ciò che io ti dico di fare. Se non sei d’accordo quella è la porta, nessuno ti obbliga a lavorare per la salvezza dei tuoi concittadini. È un onore che viene concesso solo a chi sa apprezzarlo. Se però dovessi decidere di onorare il presidente della tua presenza, allora dovrai accettare la missione che il governo sta affidando ai defensores. Se combattete per il bene dell’umanità come dite di fare, allora non credo avrete troppi problemi a lavorare per il vostro presidente, che ha esattamente lo stesso obiettivo. Sono sicuro che Pelor non si offenderà se esigo conoscere ogni vostra mossa perché possa sapere esattamente cosa sta succedendo nel mio stato. Oppure devo iniziare a credere che ciò che veramente temi è che non possiate più agire fuori dai limiti della legge? Perché in questo caso mi vedrei costretto a parlare con il vostro capo, questo Daniel Callaway, espulso dalla Gran Bretagna se non ricordo male, e chiarire a lui, così come alla vostra setta, i punti essenziali della costituzione americana».
    narrato ◆ «parlato» ◆ pensato
     
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    Sì, ce la sta mettendo tutta per farsi licenziare...

    Jeremiah
    Everett
    Theodor Walker si stava impantanando da solo e nemmeno se ne rendeva conto. Si ergeva ad autorità massima sulla vita di ogni individuo al di fuori dell'ambito lavorativo, vestendo i panni di un tiranno nascosto sotto belle vesti. Un dittatore che pretendeva che i suoi sudditi obbedissero senza opporre la minima resistenza, e in quel caso ci mancava solo che gli desse gli orari per andare al bagno. Non esisteva e non riuscì a stare zitto, ad abbozzare e a dire che sì, avrebbe fatto il bravo obbedendo ad incarichi lontani dal suo lavoro come il cane che voleva che fosse.
    «Con tutto il dovuto rispetto, signore, non ci sono leggi che mi impongono di obbedire a ordini che non rientrano nelle mie mansioni. Sono un agente del DCMC ed eseguirò ogni missione alla quale lei o Von Schuster mi assegnerete senza battere ciglio. Conosco i miei doveri di agente del dipartimento in cui lavoro e porto a termine ogni missione assegnatami con impegno e dedizione, sempre disposto a rischiare la vita per l'America, ma conosco anche i miei diritti di cittadino. E come ho già detto, i Defensores non rispondono agli ordini di nessuno se non alle normali leggi statali. Non le infrangiamo, non l'abbiamo mai fatto e non è nostra intenzione farlo come speriamo non sia intenzione del governo attuare mosse illegali nei nostri confronti. A meno che non ci sia una legge che imponga la sorveglianza ristretta di cittadini con la fedina penale pulita e non abbia delle missioni da assegnare a me nello specifico, Jeremiah Everett agente del DCMC, allora questo discorso sui Defensores non ha motivo di andare avanti. Non finché non ci saremo riuniti.»
    Fece una pausa e annuì brevemente.
    «Sono sicuro che Daniel sarà ben disposto a parlare con lei e che riuscirete a trovare un accordo che abbia il rispetto reciproco alla base. Si ricordi che siamo dalla parte del bene, senz'altro disposti a collaborare al massimo delle nostre forze per mettere un freno a questa situazione, ma non è con la forza e l'imposizione che si può pretendere di circondarsi di alleati. Se vuole sbattermi fuori dal corpo di cui faccio parte è un altro discorso, anche se non ho mai ricevuto richiami né disobbedito a ordini diretti relativi ai miei incarichi e ai miei doveri di agente, ma non può licenziare un cittadino che pretende una libertà di scelta. Non può imporre ai miei compagni di seguire le direttive di un detective del MAFI, di farsi pedinare giorno e notte e lavorare per il governo. Come ho già detto, essere un Defensor non è un lavoro e non lo sarà mai.»
    Fece un passo indietro. Quell'aura di tirannia di cui voleva circondarsi Walker non gli piaceva affatto, specie quando andava a minare la libertà delle persone pretendendo qualcosa che non stava né in cielo né in terra. Che lo licenziasse o lo spedisse pure in culo al mondo in missione, a quel punto, ma mai Jeremiah avrebbe permesso a qualcuno di ritenersi al di sopra di tutto. Se Walker avesse usato la forza, allora non si sarebbe rivelato altro che l'ennesimo essere umano che aveva voltato le spalle ai principi basilari della missione dei Defensores, colonne portanti di un mondo sano.
    Laddove la giustizia e libertà venivano messe in dubbio e in crisi, loro entravano in campo. Theodor Walker sembrava disposto a fare giustizia annientando la libertà di chi combatteva per renderla possibile, e questo era inaccettabile.
    «Se è tutto, mi permetto di chiedere di nuovo congedo per tornare al Museo ed iniziare le indagini sul frammento di sole.»

     
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    Theodore Duncan Walker
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    Jeremiah Everett doveva tenerci così poco al suo posto di lavoro. Talmente poco da permettersi di dire al presidente cosa poteva e non poteva fare. Si trattava di uno dei cliché più vecchi del mondo: era coraggioso, o infinitamente stupido? Walker propendeva per la seconda, eppure non era il genere di uomo che cavillasse sul significato di parole che, in fin dei conti, potevano anche essere sinonimi di disoccupato per quanto lo riguardava. Quel bellissimo discorso sul significato delle libertà personali gli interessava meno delle lagne di Turner su chi fosse responsabile di cosa. Everett poteva tenersi le sue credenze moraleggianti, i suoi nobili ideali, così come la sua inammissibile sfrontatezza. I suoi rimproveri da mago bianco lo sfioravano come avrebbe potuto fare un filo d’aria con un giunco, niente di più. Ciò che gli importava era che i defensores trovassero i maghi neri e la corona, poi sotto quale capo lo facessero, in nome di quale dio combattessero, non gli importava, per quanto ritenesse un affronto il fatto che mettessero il proprio dio prima dell’autorità stessa del governo. Si sentiva molto come cesare di fronte i primi cristiani. Non volevano inginocchiarsi perché lo facevano solamente davanti a dio, avrebbe potuto spaccare a tutti le rotule, eppure aveva deciso di far scoppiare una guerra che aveva perso. Combattere contro certi fanatici religiosi era come prendere a pugni una cascata, inutile e dispendioso, oltre che totalmente fallimentare. Avrebbe volentieri ignorato tutta la questione se quel genio della politica non avesse messo apertamente in discussione la sua autorità. Si trovava nella spiacevole situazione di dover riprendere un uomo per averlo fatto sembrare un debole e non poterlo fare per non rischiare di sembrare un dittatore. Everett si era appena rivelato una grandissima spina nel fianco. Fortunatamente se non avesse recuperato il frammento di sole non avrebbe dovuto alzare un dito per liberarsene. La situazione poteva risolversi da sola, gli bastava mantenere la pazienza e lasciare che fosse il tempo a dimostrare chi dei due avrebbe mantenuto la testa sollevata e chi invece sarebbe caduto in ginocchio. Fortunatamente lui aveva la fama di chi cade sempre in piedi, in un modo, o nel'altro. Walker incrociò di nuovo le dita davanti a sé nella sua tipica espressione di quiete apparente. «Una volta che avrai eseguito il tuo lavoro potrai dedicarti a tutti gli hobby che desideri. L’agente Turner parlerà con Callaway perché io non ho tempo da perdere. Adesso torna al tuo lavoro, Everett». E sparisci dalla mia vista.
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    Aleksandr Nikolaevic Egorov
    He's a girl boy from Russia, he is 27, a hunter and a shapeshifter. Here's his look and his voice (Selene).

    Fanculo. Tutta quella missione, preparata nei minimi dettagli, si era dimostrata un completo fiasco. A fatica era riuscita a contenere la rabbia presente nel proprio corpo, non volendosi trasformare in leopardo ogni cinque minuti. In quel momento necessitava di tutto il raziocinio possibile, visto che avrebbe affrontato il grande capo. Prima d'allora non era mai stata convocata e ritrovarsi - di punto in bianco - in quell'ufficio dall'aria severa ed imponente non le trasmise una sensazione molto positiva; aveva come l'impressione che la soffocasse, anche se probabilmente tutto ciò era dovuto allo sguardo arcigno ed duro del presidente. Sopraggiunse quasi in contemporanea con Everett, suo collega di dipartimento, ma dalle sue labbra non uscì neanche una parola. Silenziosa ed invisibile, come era solita muoversi, la donna fece il suo ingresso nella stanza e si posizionò in un angolino libero, preferendo che fossero gli altri a lanciarsi in quell'impresa suicida. Il primo a parlare fu Turner, che naturalmente non tardò ad insultare il DCMC e i suoi appartenenti e ad scatenare una diatriba con Jeremiah, che naturalmente fece innervosire Walker. Sasha, con ancora le braccia conserte sul petto, alzò gli occhi al cielo per via di quel comportamento da maschio alpha che tanto piaceva sfoggiare agli agenti del MACUSA. Molte volte aveva dato la colpa al testosterone, ma più andava avanti e più si convinceva che il governo li scegliesse appositamente così, in un masochistico desiderio di avere alle proprie dipendenze delle mine vaganti. Fu quando parlò, che la russa si accorse della presenza di Albert e immediatamente lo trafisse con uno sguardo di pura diffidenza. Era vero che il suo arrivo nell'area del manufatto era stato contemporaneo allo scontro con il vampiro, ma l'estrema sintonia dei suoi attacchi con quelle delle due fuggitive gli era parsa fin troppo strana. Nascosta nel suo affranto, non aveva potuto intervenire con prontezza contro il figlio della notte, ma si era detta che il braccio destro di Walker sarebbe stato in grado di gestire le due fuggiasche. E invece, no. Era stato colpito stupidamente da un attacco elementale, quasi l'avesse fatto apposta, e questo le aveva dato molto da pensare. Nonostante ciò decise di stare zitta, non aveva abbastanza prove per accusare un suo superiore e non le pareva proprio il caso di mettersi a discutere di ciò, proprio quando era stata assegnata a lui per il ritrovamento del bastone. Per lo meno se l'era scampata liscia grazie alla spiegazione dello stesso Cavendish; uno scambio silenzioso di favori, insomma.
    Stava già per tirare un lungo respiro di sollievo, constatando che non fosse andata poi tanto male - a parte la mega strigliata a Turner ed Everett - quando proprio quest'ultimo decise di fare harikiri. Magari non aveva una spada sotto mano, ma contrastare il potere di Theodore fu come impugnare una katana e piantarsela al centro del petto. In quel momento non poté trattenersi dall'eseguire un facepalm sconsolato, chiedendo nel frattempo pietà per l'anima di Jeremiah.
    - Von Schuster non sarà per niente contento... - non che avesse mai potuto esserlo dopo il casino che era avvenuto, ma di certo quello scontro tra autorità non faceva peggiorare la situazione. Fu allora che, citato il nome di Callaway, Sasha rimembrò ciò che era avvenuto in quello scontro con Manson. Aspettò, quindi, le acque si calmassero almeno in parte, così da evitare che il presidente le azzannasse un arto per aver anche solo osato interromperlo; ci teneva alla propria salute, diversamente dal collega. Atteso, dunque, il momento propizio, Aleksandr fece il suo resoconto.
    "Sono completamente consapevole del fatto che la situazione, anche sul nostro piano, non sia stata gestita in modo ottimale." prese a dire, azzardando una captatio beneveolentiae per pararsi culo.
    "Purtroppo ci siamo ritrovati a combattere contro il capo della setta oscura che ci ha attaccati, che si è dimostrato un nemico con elevate abilità magiche - sopratutto per quanto riguarda la magia nera. Da quello che mi è parso di capire il professor Callaway lo conosce, in qualche modo, tanto da averlo apostrofato con il nome di Greed." prese a spiegare, cercando di far mente locale su quel casino immane che era stata tutta l'operazione, mentre il corpo era immobilizzato in una posizione marziale e rigida.
    "Ha materializzato anche la propria ombra e l'arrivo dei poliziotti no-mag ha reso i nostri movimenti ancora più difficoltosi. Ad un certo punto Callaway è stato costretto a scendere per poterli difendere dagli attacchi dell'ombra, mentre Lagrange - attraverso il suo animale medicina - mi ha comunicato che qualcuno era giunto in prossimità del bastone. A questo punto, per fronteggiare queste minacce multiple, ci siamo dovuti separare. Io mi sono diretta verso la sala in cui era custodito il cimelio e quando sono giunta mi sono trovata davanti il vampiro, due intruse e Cavendish. Purtroppo quando sono arrivata lo scontro era già in atto e sebbene il vampiro sia fuggito quasi subito, le due donne sono state in grado di trafugare il reperto. Avrei voluto fare maggiormente e supportare Cavendish, ma non ho fatto in tempo. In ogni caso, se serve, non ho problemi a dare le poche informazioni che ho sulla loro fisionomia ai disegnatori." finì di spiegare, sperando che l'uomo non decidesse di mangiare viva anche lei.


    Chiedo venia per il post sminchio e se ci sono robe che mi sono scordata fatemelo presente T.T
     
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    Bene ragazzi, Theodore vi congeda, ottima role, scusatemi se non scrivo l'uscita, ma insomma non c'è molto altro da dire e mi sento una merdina ad insultarvi ancora, pace amore e fate il vostro dovere. Più tardi pubblico la divisione degli agenti e le missioni assegnate. Ci vediamo con Theodore ai prossimi aggiornamenti.
     
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