1. Terrore al Jack Doyle's
    Memorie dall'abisso di Jillian Lagrange

     
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    Vol. No. 3729371 - Daily 05 Ottobre 2017 Prezzo 1.00$

    terrore al Jack doyle's
    memorie dall'abisso
    È
    una sera come tante, una lieve pioggia scende sulla Grande Mela mentre mi dirigo al Jack Doyle’s, luogo in cui avrei incontrato alcuni colleghi dell’università per una birra. Sembra tutto normale, un brusio sommesso si alza fra le pareti di legno spumoso, il tintinnare dei bicchieri accompagna i minuti e i secondi come il ticchettio di un orologio impazzito. Poi, un tremore. Nella mia completa ingenuità penso ad un terremoto, ma del resto nessuno avrebbe mai potuto immaginare quello che, da lì a qualche istante, stava per accadere. La porta sobbalza, spinta dopo una sequela di suoni sinistri che mi hanno fatto rizzare i peli sulla pelle. Quand’ecco che all’improvviso tre creature putrescenti spuntano fra grugniti e mani che si allungano. Non ci metto molto a capire che si tratta di Ghul, sputati direttamente dal più profondo inferno, ma agire è un altro paio di maniche. La mente si blocca e per qualche istante non riesce davvero ad assimilare cosa sta accadendo, ma tutto cambia quando le mani si avviluppano contro Lilith. Lilith Eireen St.Jhon. Per molti docente di alchimia al Brakebills, per me un ricordo che trova le radici fin nella giovinezza.
    Quello che segue sono momenti che fra panico ed adrenalina, fra paura e bisogno, spingo tutti in un’azione immediata, nel tentativo inconscio di scacciare via quelle bestie per riguadagnare una normalità e serenità brutalmente strappate dalle nostre mani. Qualcuno già scende mentre i cadaveri ancora freschi dei Ghul giacciono al suolo inermi, qualcuno resta ancora indietro, titubante, accertandosi delle condizioni degli altri, cercando ancora di realizzare quanto è accaduto. Perché è successo? Le probabilità che ci sia un negromante nascosto nella cantina sono terribilmente basse, una prospettiva migliore di qualsiasi altra ipotesi, ma che automaticamente so di non potermi concedere. Ci siamo io e Clarissa, adesso, la mia compagna con cui avevo intenzione di trascorrere una normale sera fra normali ragazze. Ci guardiamo ed entrambe sappiamo cosa dobbiamo fare, seppure nessuna di noi due sia minimamente preparata ad affrontarlo. Scendiamo le scale, con ancora la consapevolezza di non essere pronta. Ma chi, del resto, poteva esserlo? Ci troviamo a scrutare corpi bruciati di vari non-morti, distesi a terra senza più avere un briciolo di qualunque cosa sia che li mantiene in piedi dopo aver raggiunto il limite estremo della vita. Proseguiamo ancora quando ce la troviamo di fronte: una ferita nel mondo. Entriamo in quello che fino a quel momento avevo solo studiato sui libri percependo ad ogni rigo il brivido gelido che mi procurava anche solo immaginare un posto simile. I palazzi crollano, pustole di marciume si innalzano come dei dimenticati, mentre un grigiore smorto e pallido circonda ogni cosa, regalandogli l’aspetto di una malattia ormai troppo diffusa. E’ a quel punto che incontriamo Lo Straniero. Se ne sta immobile, al fianco di una montagna di Ghul stesi al suolo ed al corpo di un incubo gigante. Una madre della Nidiata, sconfitta mentre lasciava proliferare altri non-morti, ancora ed ancora senza una fine. Ci mostra quella che allora non sapevamo essere la chiave di tutto, un oggetto mai visto prima e di cui tuttora non conosco nulla. Veniamo raggiunti da altri avventori, ognuno di noi con la stessa certezza: la breccia va chiusa prima che tutto si riversi fra le strade della città. Di fronte a noi si aprono varie strade, ma nessuna certezza accompagna i nostri respiri mentre ogni paura si ingrandisce istante dopo istante. Credo che tutti, in certi casi, pensino alle stesse cose. A chi fuori è ignaro, completamente all’oscuro di quello che stiamo vivendo, di ciò che potrebbe ghermirli da un momento all’altro senza che se ne rendano conto. Io pensavo solo a questo. Sono stata fortunata, incredibilmente, perché ho avuto al mio fianco figure che hanno saputo fare la differenza, prendere in mano la situazione e reagire senza remore. Ho avuto fortuna perché in quella notte non ero sola, in una strada desolata, a passeggio con un’amica, del tutto impreparata ad affrontare ciò che così crudelmente si è riversato su di noi. Ma poteva essere diverso, poteva essere peggiore. In quel momento, però, non aveva bisogno di questo tipo di pensieri, di cui il mondo che mi circondava si sarebbe certamente nutrito, avevo bisogno invece di speranza. La convinzione ferrea che, in un modo o nell’altro, saremmo sfuggiti a quella presa e avremmo chiuso quella ferita che provava ad inondare il mondo con la sua infezione. Ed è stato in quel momento che ancora una volta tutto è stato messo in dubbio, ancora una volta quel mondo oscuro è stato forte abbastanza da far vacillare ogni cosa. Avevamo già intuito come, appena più avanti, delle orde si accalcassero su barricate erette da non sapevamo chi, ma qualcuno di cui istintivamente nessuno sapeva fidarsi. E proprio lì, sulla nostra via, quella che speravamo ci conducesse a qualcosa, apparve il Lich. Si è palesato con grandi sorrisi, una mazza, ed una serie dubbia di informazioni. La paura era ancora lì e si aggravava, istante dopo istante, moltiplicata dall’aria di quel luogo, dalle sue grinfie che sembravano vive e scavavano a fondo, sempre più, nell’animo. I Lich sono fra le più aberranti delle creature, un tempo umane rinunciano a tutto ciò che fa loro meritare questo nome, protendendosi verso un’immortalità che non ha nessuna promessa, ma solo una dannazione che li lega alla Dimensione Ombra e a tutto il male che genera. E’ stato allora che, ancora, tutto è crollato. Siamo stati attaccati dal Lich, raggiunto da un Revenant enorme e da una nuova orda, creature pronte ad abbattersi su di noi per lasciarci lì per sempre. Ed è stato in quel momento che ho capito quanto lo spirito umano sappia innalzarsi contro ogni avversità, perché nessuno di quelli che avevo intorno, di quelli che seppur estranei sono e saranno sempre compagni, si è tirato indietro. Potevo fare poco, io, pochissimo rispetto alle grandi abilità che mi stavano attorno, ma sapevo che perfino quel minimo andava fatto. Ci siamo uniti in un unico fronte, così, tentando di abbattere ciò che ci ostacolava, per raggiungere la fine di quell’incubo e sigillarlo oltre un mondo onirico in cui non avrebbe potuto più allungare mani crudeli fra le strade di New York. Ricordo ancora ogni stilla di paura provata scorgendo un immenso Lupo nero corrermi contro con le fauci aperte. Un'ombra. Sapevo di non poter avere la reattività di cogliere quell'unico, minuscolo istante in cui i suoi denti sarebbero diventati solidi per permettermi di attaccare, fare qualcosa. Come sapevo che tutto ciò che era in mio potere era portarmi il più lontano possibile, trascinando Clarissa con me ad ogni costo. E mentre lo facevo, mentre mi scansavo da una presa che prometteva una ferita che mi avrebbe reso poco più di un peso, ancora una volta era Lo Straniero ad intervenire. Una luce abbagliante che, in quel momento, sembrava rappresentare molto di più di un mero incantesimo, atto a dissolvere il Lupo. Abbiamo continuato così, una decisione che non sapevo da dove arrivava, ma che era lì ad ogni gesto, ed ognuno di noi ha combattuto e resistito, non solo fuori contro le Aberrazioni, ma dentro. Chi era andato avanti ha scoperto dove fosse la Breccia, abbiamo capito come chiuderla e a quel punto dovevamo solo proseguire, compiere l’ultimo sforzo sperando che fosse per sempre. Dovevamo portare il congegno dall’altra parte, verso l’altra Breccia, così da chiuderla una volta e per tutte. Lo Straniero me lo passa, mi affida un compito che, seppur non mi senta adatta a compiere, so che porterò a termine per tutto ciò che ho di caro fuori da quel mondo così distante e presente.
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    Ed era ancora una volta lui, Lo Straniero, a prendersi carico di tutti noi in silenzio, restando indietro per permetterci di avanzare. Non dimenticherò mai il misto di sollievo e timore che in quel momento mi hanno trafitta mentre mi voltavo cercando solo l’uscita. Poi, eccola, l’unica possibile salvezza di fronte a noi pulsava come ad indicarci la strada. Gli ultimi momenti sono stati un confuso groviglio di sollievo, di tanto altro che si mescolava ad una stanchezza profonda, mentre finalmente tornavamo a respirare l'aria pulita e fresca della città, priva di ogni possibile Corruzione. La stessa che era rimasta lì, nonostante tutto, aggrappata alle membra e alle ossa, in una morsa gelida che non dimenticherò mai. E ancora adesso, a distanza, non ho che da ringraziare chi quella sera è stato lì, non per sé stesso, non perché costretto, ma perché mosso da un bisogno che superava tutto ciò, raggiungendo la consapevolezza di dover fare qualcosa. E non smetterò mai di ringraziare che ne siamo tutti usciti, che la Breccia è stata chiusa prima che altri pagassero il prezzo di azioni compiute da qualcun altro.
    agente sul campo

    Q
    uella sera al Pub era presente un'agente sotto copertura, per cui capirete l'assenza di un nome o di qualsivoglia dettaglio che possa far comprendere la sua identità. Sono riuscita ad incontrarlo per un'intervista, e mi premurerò di riportare le sue parole esattamente come le ha riportate lui a me.


    Può dirmi qual’è il motivo, operativo, per cui si trovava al “Jack Doyle’s”?
    Siamo stati chiamati per via di alcune segnalazioni, c’è stata poco tempo fa un’intrusione di Orclumpi abbastanza massiccia.

    Avevate avuto qualche presentimento su ciò che stava per succedere?
    Il personale non aveva notato nulla di strano, se non appunto l’invasione. Ma il fatto stesso che ci fossero questi esseri doveva metterli in guardia prima.

    Crede che ci saranno altri eventi simili?
    Non possiamo esserne certi. Dire sì o no sarebbe fuorviante


    C’è un qualche tipo di monitorizzazione per tenere sotto controllo simili situazioni?
    Ovviamente, e la popolazione in questi termini può aiutare veramente molto per prevenire simili situazioni. Il MACUSA sta aumentando il numero di controlli per evitare che succedano altre occasioni di questo genere

    Ci saranno delle indagini in merito?
    Certamente, chi ha aperto quel portale non può cavarsela senza conseguenze

    Cosa ne pensa, lei, di questo sfogo di Magia Oscura nel centro di New York?
    Trovo sia inaccettabile e sono sicuro che ogni membro del MACUSA sia incentrato sulla lotta a questa feccia.

    Che precauzioni intende prendere il governo in merito alla piaga della Magia Oscura?
    Posso parlare con più consapevolezza del mio dipartimento ovviamente, ma so che all’interno dell’intero MACUSA moltissimi agenti vengono addestrati proprio per far fronte a questo tipo di problematiche. Avrà sicuramente sentito dell’introduzione dei Dark Predator, idea della Direttrice Tate in relazione appunto a tutto ciò.

    ethan lagrange, barista

    U
    no dei baristi del Jack Doyle's, sul luogo la sera dell'accaduto, ci racconta dei brevi retroscena che hanno preceduto l'apertura della Breccia.

    Avevate avuto problemi al Pub prima che si aprisse la breccia?
    Mah Jill, che ti devo dire... I soliti. Clienti rumorosi, toh, un paio di risse. Non sono al Jack da molto, giusto... Sarà appena qualche mese. Poco davvero. E quando sono arrivato io era pressappoco tutto in ordine. A parte le blatte. E la storia degli orclumpi, ma se l'è risolta Logan pare, comunque io non ero ancora arrivato. Avrei risolto più in fretta, posso scommetterci. Dicevo, le blatte. Quelle un po' di apprensione la mettevano, devo essere sincero, ma sai---New York. Il vecchio aveva giurato che fosse normale per la metropoli, e io che vengo dal paesello che devo fare? Mi fido. Io ho lavorato coi draghi, mica con le blatte giganti. Alla fine non hanno nemmeno ammazzato nessuno, quindi se si escludono problemi squisitamente sanitari - oh, ci tengo a dire che da quando ci sono io dietro il bancone, tutto brilla, questo scrivilo - problemi non ne avevamo. Una crema, via.

    Qualcuno è intervenuto per aiutarvi?
    Con le blatte? O con la breccia? Perchè per la breccia beh, lo sai, c'eri. Un piatto di persone, da restare commossi, tutti i clienti affezionati.

    Com’è messo il “Jack Doyle’s” dopo quello che è successo?
    Beh, com'è messo... Ci siamo rimboccati le maniche per riparare ai danni. Il bagno è ancora inagibile, la porta del personale bisogna rimetterla suo cardini... Io rifarei il pavimento se vuoi la mia opinione, ma pare che il vecchio non sia moltl dell'idea. Gli piace che sia un po' vissuto. Ma il morale è alto, dico davvero. La ciurma del Jack Doyle's vi aspetta col solito sorriso, e la birra più buona della grande mela. E senza blatte. Anche i ghoul, spariti. Davvero.
    breccia al jack doyle's

    È
    la sera del 5 Ottobre quando nella sala del Jack Doyle’s Pub si riversano dei Ghul inferociti. Dopo attimi di panico in cui gli avventori e i baristi sono riusciti a mettere in salvo la situazione, alcuni clienti decidono di scendere a controllare da dove siano provenute le Aberrazioni. Scoprono, così, una breccia nella Dimensione Ombra, un mondo di Corruzione generato dalla piaga della Magia Oscura, apertasi nello scantinato del pub. L’intervento è immediato, è dopo momenti di terrore, la minaccia viene prontamente sventata prima che New York cada nel panico. Ancora sconosciute le dinamiche dell’apertura del passaggio, anche se l’ipotesi più accreditata resta quella comprovata dell’uso ormai fuori controllo delle Arti Oscure che nell’ultimo anno ha sconvolto il panorama americano. Ma cos’è esattamente la Dimensione Ombra? E’ ancora sconosciuta l’esatta genesi di questo mondo oscuro, così come tante cose che concernono la magia nera e la negromanzia. Quello che sappiamo è che si tratta di una dimensione parallela e speculare alla nostra, ma che appare costruita del tripudio di Corruzione che la costituisce. I suoi effetti, del resto, possono essere percepiti nello stesso istante in cui si varca la sua soglia: è ormai certo come la Magia Oscura si basi su aspetti negativi dell’essere, ed è su questo che preme la Dimensione da essa generata, annidandosi fra pensieri e ricordi, emozioni come rabbia e furia, che fanno sollevare l’istinto e perire la ragione. Ancora troppo poco si conosce di questo mondo, quasi del tutto precluso a chi non pratica le arti che lo rendono accessibile, anche se certo è che è abitato da esseri dannati, come i Ghul e i Lich, che fanno di queste lande la propria dimora. Sappiamo, inoltre, che brecce e fessure verso la Dimensione Ombra tendono ad aprirsi in luoghi in cui vi è uno smodato utilizzo delle Arti Occulte, che sembrano attirare questo luogo come una calamita. Alla luce degli eventi dell’ultimo anno che hanno scosso New York nel profondo, non è un azzardo ipotizzare che sia proprio questo il caso dell’evento che ha avuto luogo al Jack Doyle’s. Una città, New York, ormai avvezza all'utilizzo di certe arti, e che pure mantiene misteri tutt'oggi non svelati.
    Jillian Lagrange


    Edited by Tippete - 18/8/2021, 23:49
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