Gabriel Vaughan

APPROVATA || PNG || Emissario, EDiT PD

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    Gabriel Vaughan (ufficialmente scomparso nel 1944)
    SCUOLE FREQUENTATE
    Scuola | --
    RAZZE E ABILITA
    Cyborg | NO - 1940
    PROFESSIONE
    Bracciante | 1936-1940
    Mitragliere U.S.Army | 1941-1944
    ORGANIZZAZIONI E SETTE
    EDiT | 3700 - Agente Speciale
    FEDINA PENALE
    Diserzione | SI | NO - 1944 - No-Mag - Militare
    IMMIGRAZIONE
    Americana | 1924 | Legale


    Alan Denvey
    SCUOLE FREQUENTATE
    Scuola | --
    RAZZE E ABILITA
    -- | --
    PROFESSIONE
    -- | --
    ORGANIZZAZIONI E SETTE
    -- | --
    FEDINA PENALE
    -- | --
    IMMIGRAZIONE
    Americana | 1983 | Legale


    Jibraeil
    SCUOLE FREQUENTATE
    Scuola | --
    RAZZE E ABILITA
    Emissario | NO - 3,8mil a.C.
    PROFESSIONE
    Comandante III Guarnigione | 2,1mil a.C.
    ORGANIZZAZIONI E SETTE
    -- | --
    FEDINA PENALE
    -- | --
    IMMIGRAZIONE
    Isola di Aaos | 3,8mil a.C. | Illegale


    dati anagrafici
    componenti fisiche
    nascita
    È nato il 05 febbraio del 1924, ad Arlinghton, una città nella contea di Reno, in Kansas, da Alan e Marci Vaughan. Sfortunatamente figlio unico, visto che sua madre ha perso la possibilità di avere figli cercando di mettere al mondo suo fratello, nato morto.

    età
    37 anni. Nel 2020, se appartenesse ancora a questo tempo, ne avrebbe 96, ma solo se le cose non avessero iniziato ad andare in modo strano anche troppo presto. Già in guerra, infatti, la seconda volta che l'ha combattuta, sulla carta aveva 17 anni, ma nella realtà 23. Quando ha smesso di ostinarsi a voler tornare indietro, le cose si sono regolarizzate.

    razza
    Nato come no-mag, nel futuro le implementazioni tecnologiche lo hanno trasformato in un cyborg, in particolare sarebbe considerato come una delle prime IA di prima generazione, e per questo piuttosto "grossolane", un modello vecchio.

    professione
    È stato uno scienziato meccanico, un cacciatore di rottami, un cacciatore di taglie, adesso è solo un agente speciale dell'EDiT PD. Nel 2020 non ha un lavoro di copertura perché non deve cambiare troppo la linea temporale, gli hanno fornito i soldi necessari a restare per circa un anno al massimo, dovrebbero quindi rifornirlo nel caso in cui debba trattenersi più a lungo.

    identità
    Nel 2020 usa (se necessario) l'identità di Alan Denvey, inserita nel sistema del MACUSA ma con ben poche informazioni. Si sa che ha seguito degli studi privati a casa, essendo stato il secondo mago della sua famiglia suo padre, Blake Denvey, lo ha istruito per fargli superare l'esame da privatista. Non ha seguito l'università, non ha commesso nessun crimine, a suo carico risulta solo una patente di guida. Non ha mai lavorato in vita sua, pare che si mantenga con una piccola rendita di famiglia grazie ad un brevetto registrato da suo padre, sufficiente a fargli avere una vita benestante, senza eccessi. Risulta nato e cresciuto a Bunker Hill, un minuscolo villaggio di circa di 100 abitanti nel Kansas. Laggiù la famiglia Denvey esisteva per davvero, ma nessuno potrebbe mai dire di aver visto il piccolo Alan, non solo perché non esiste, ma perché quella strana famiglia lo teneva nascosto per non far scoprire che fosse un mago.

    emissario
    Gabriel, in realtà, non è mai stato davvero lui. Già prima della sua nascita i genitori sapevano che stavano mettendo al mondo un possibile tramite per un Emissario di Aos, una cosa difficile da capire, ma avevano abbastanza fede da sapere che non era un discorso alla loro portata. Poteva anche non succedere mai, in fondo, era un'eventualità. Successe, invece, e anche piuttosto in fretta, fin da quando era poco più di un bambino. Nel 1939, poi, Jibraeil finì per l'ultima volta nel corpo di Gabriel. Un gruppo di Emissari ribelli voleva fermare lo sterminio degli Uomini di Lettere, e per questo avevano tradito Aaos. La terza Guarnigione doveva occuparsi di fermarli, Jibraeil ne era il comandante. Tentò di parlare con Qhazil nella speranza di non dover uccidere i loro fratelli, ma quando andò a parlargli con Säräqael finirono invece in un'imboscata. Sapendo che in qualità di comandante era sua responsabilità la vita di ogni altro Emissario della guarnigione e che probabilmente avrebbe avuto più chance di successo, fece scappare Säräqael facendo lui stesso da esca e scudo. Quello è il giorno in cui sull'Isola hanno pensato che fosse morto, in realtà, ha solo perso i suoi poteri e con quelli anche la sua memoria. È rimasto incastrato nel corpo di Gabriel, continuando a vivere la sua vita come se fosse lui, senza sapere che non era così.

    conoscenze
    Non ha mai studiato in un posto "formalizzato", tutto quello che sa di meccanica e di hacking l'ha imparato con l'esperienza sul campo, sia al Loop, in un'altra linea temporale, sia in guerra grazie a Berth, sia a Gardrath, fra l'ECMA e la successiva formazione per diventare agente dell'EDiT. Ha delle lacune nella conoscenza delle leggi di fisica e altro che colma con la sua IA virtuale, essendo naturalmente curioso sa un po' di tutto e di niente al tempo stesso. River, durante la WWII - la seconda volta che l'ha combattuta - gli ha insegnato a suonare la chitarra, per cui si è mostrato ovviamente molto portato, più perché l'alta discriminazione tattile e velocità del suo braccio sintetico gliel'hanno reso piuttosto facile.

    residenza
    Nel 3700 ha un appartamento in un edificio di Gardrath, un quartiere non troppo di lusso, ma neanche completamente malfamato. Ci trascorre poco tempo. Nel 2020, invece, gli hanno trovato un piccolo appartamentino vicino Central Park e il MACUSA, una casa che prima doveva essere una sorta di magazzino. Gli sembra piuttosto spaziosa, ma considerando le case dove è stato, quella piccola della fattoria in Kansas e i loculi del 3700, potrebbe anche non esserlo per i normali standard. L'appartamento si compone in totale di una cucina (o salotto con angolo cottura, dipende come la si vuole vedere), un bagno, e la camera da letto sul soppalco sopra la cucina, il che fa sì che siano 3 stanze, ma in due soli ambienti separati.

    allineamento
    Legale Buono. il Crociato, il difensore dei deboli ed il raddrizzatore di torti, l'eroe per eccellenza. Cerca con tutte le sue forze di fare del bene, ma ben difficilmente metterà in discussione le leggi o la gerarchia in cui si trova. Dice la verità, mantiene la parola data e aiuta i bisognosi; combatterà il male sempre e senza tregua, il suo dilemma morale più grande è quando deve infrangere la legge per difendere i più deboli (salvare un innocente che viene punito da un governo altrimenti impeccabile o rubare per sfamare un bambino che muore di fame lo metterebbe in grande difficoltà). Un esempio tipico è quello del paladino che segue una morale rigida.
    Rispetta le leggi dell'EDiT e le applica a qualsiasi costo, senza interrogarsi, sul momento. Avendo avuto troppo a lungo l'etichetta di "Salvatore", ormai tende a evitare pensieri che possano portarlo a fare gli stessi errori del passato, anche se sopito ha ancora il complesso dell'eroe che deve salvare tutti.

    sessualità
    Eterosessuale. Quando si trovava nel suo tempo nemmeno contemplava nulla di diverso, anzi, giudicava altri comportamenti sessuali piuttosto immorali. Tutto quello che gli è successo, però, gli ha aperto la mente. Nel 3700 e giù di lì, non sarebbe così strano nemmeno un rapporto con un'IA virtuale. Non ha mai sperimentato molto, attaccandosi al suo orientamento come fosse parte della sua identità del passato, qualcosa da preservare, ma questo solo fino al 3700, dopo è diventato più flessibile.
    indietro

    catalizzatore
    Essendo nato no-mag e sfruttando tutt'ora la tecnologia per produrre effetti simili a quelli della magia, non potrebbe usare proprio alcun catalizzatore. Gli hanno assegnato come copertura una pietra che è fatta per metà di granato rosso di Boemia e per metà di kunzite, gli studi sulle pietre utilizzate nel passato avevano qualche lacuna, per cui non sono riusciti ad approfondire molto le ricerche e trovare pietre perfettamente accurate per lui, dato che gli studi sui catalizzatori erano piuttosto elitari in ogni tempo. In teoria, il granato rosso dovrebbe essere lo yin, la kunzite lo yang. Il catalizzatore è funzionante, risulta legato ad Alan Denvey.

    pacchetto edit
    Il pacchetto EDiT è chiuso e utilizzabile solo dai membri dell'EDiT. Installato sul DTD.
    • TrackDect (Track Detector): grazie a questa espansione o app tutti i Field Agent sono in grado di identificare, in un raggio di 50m, tracce di viaggi temporali e/o dimensionali. La schermata del rilevatore è quella di una mappa (monodimensionale o bidimensionale grazie al sistema ologrammatico) che segnerà il punto in rosso. Le tracce di un viaggio permangono, nel punto in cui è stato attuato, per un massimo di 8 giorni (192h)
    • ReB (Reality Bender): grazie a questa espansione o app i Field Agent, dopo aver individuato tracce di un viaggio dimensionale e/o temporale, possono rintracciare la sua fine e, quindi, la destinazione del viaggiatore che ha lasciato le "impronte". Potranno così seguire il viaggio del viaggiatore che le ha lasciate. Le coordinate/anno del viaggio appariranno sullo schermo del Biot o del DTD.
    • T-Com (Tachyons Communication): grazie a questa espansione o app tutti i Field Agent possono inviare dati o messaggi scritti direttamente all'EDiT per una comunicazione immediata extra-temporale
    • Trackers: si tratta di NanoBots dalle dimensioni di una cimice, contenuti nel Biot o nel DTD e formati da NanoParticelle, che rilasciano un'onda specifica che è possibile rintracciare grazie ai Rilevatori del pacchetto EDiT. Questi Bot sono dotati di micro specchi riflettenti che consentono loro di avere un'abilità camaleontica, in grado di rendere più difficile notarli e possono aderire a qualsiasi superficie e materiale. Il Field Agent potrà rintracciare la loro onda in ogni tempo e/o dimensione. In gergo vengono chiamati “briciole”. Le informazioni sui Tracciatori appariranno sullo schermo del Biot o del DTD.
    • Blank Space: il Biot o il DTD sono muniti, grazie a questa espansione o app, di un contenitore di onde psichiche che può essere utilizzato dai Field Agent per cancellare parte della memoria di un individuo (max 5 minuti). Questa abilità va usata in casi estremi, quando ci sono testimoni che vengono così a conoscenza di fatti, eventi, o tecnologie di cui non dovrebbero sapere. È necessario puntare il Biot o il DTD negli occhi dell'individuo.
    • NanoCuff: il Biot o il DTD sono muniti di NanoParticielle particolari che, attivate, creano delle manette con la capacità di bloccare l'abilità di viaggio, sia esso spaziale o temporale. Quasi impossibili da rompere, le NanoCuff hanno un'alta resistenza e una forte attrazione l'una con l'altra che obbliga l'ammanettato a tenerle praticamente una attaccata all'altra. Le NanoCuff non solo coprono i polsi, ma sono dei veri e proprio "guanti" senza le dita, ma con un'unico spazio che costringe le mani chiuse a pugno. Nel sistema di attivazione delle NanoCuff si genera, oltre alle manette in sé, una terza parte che aderisce al petto dell'ammanettato, sfruttando così la forza di attrazione per costringerlo a tenere le mani ferme al petto.

    dtd
    Dimensional and Time Device. Si tratta di un device fornito come equipaggiamento base a tutti gli agenti che non hanno modo di installare il pacchetto EDiT (ad esempio IA-I, o cyborg per altri motivi), denominato DTD, può adattare il suo aspetto a quello di una tecnologia del tempo o della dimensione in cui ci si trova (assumendo, ad esempio, l'aspetto di uno smartphone) assumendo anche le caratteristiche dello stesso oltre alle sue.
    La versione di Gabriel è un dispositivo che si alimenta a tachioni, che si autoricarica ogni volta che compie un viaggio nel tempo, anche se non con quelli troppo brevi. Dato che necessita di essere caricato con questa sola fonte di energia spaziotemporale, è poco usato, perché il suo paradosso è che per usarlo si dovrebbe aver viaggiato nel tempo abbastanza da caricarlo la prima volta, essendo collegato alla sola impronta dell'utente. Nel 3700 viene usato per questo assai di rado, preferendo altri sistemi più efficaci e moderni. Gabriel, essendo fra i pochi a rispondere a queste caratteristiche, lo preferisce visto che la sua natura umana ancora non abbastanza evoluta richiederebbe un numero di implants e componenti sintetici ancora maggiore per potersi servire di altri mezzi. Il DTD gli permette di mandare avanti e indietro il tempo a lui relativo (se quindi usato non direttamente su se stesso, l'oggetto del cambiamento temporale è solo lui), in modo che assomiglia alla magia temporale utilizzata negli anni 2000. È interfacciato per essere utilizzato dalla IA, ma non può essere applicato al Biot, per questo lo porta con sé mascherato da orologio da taschino.

    pistola morfica
    Si tratta della pistola base di tutti gli agenti dell'EDiT. È una calibro 22 che può modificare i propri proiettili per averne di normali, sedanti, confondenti o elettrici (teaser). La Morfica ha la capacità di modificare il suo aspetto per essere consona a quello del tempo o della dimensione in cui si trova un agente.

    inventario
    generale
    implants
    Quando ero completamente umano ero come uno dei tanti del mio tempo. Abbastanza alto, un metro e ottantotto, in forma come ogni bracciante. Avevo preso da mio padre gli occhi azzurri, cristallini, le sopracciglia folte. Curiosamente, dicevano però tutti che avevo preso i lineamenti di mia madre. Alan Vaughan aveva lineamenti affilati, era alto e allampanato, era mia madre ad essere più squadrata e corpulenta, e in effetti su questo le assomigliavo come una goccia d’acqua. I capelli scuri e un po’ secchi erano di tutti quelli di Arringhton, non eravamo molto diversi fra noi. Questo ero io, umano.
    Ho conservato interamente il mio aspetto, ma sono cambiate molte cose. Il braccio sinistro è stato il primo elemento sintetico del mio organismo. Avrei potuto aggiornarlo, ma la verità è che mi ci sono affezionato, anche se non ho mai riavuto sensibilità sulla pelle. So distinguere le differenze tattili, ogni percezione meccanica, come pure il dolore, anche se in modo strano, ma non sento né caldo né freddo. Se non fosse più resistente delle braccia normali probabilmente l’avrei bruciato da tempo.
    Simile al braccio sinistro, ma più avanzata come percezione sensoriale, che almeno mi permette di discriminare meglio le temperature, è la spalla destra, distrutta quando degli strozzini mi hanno pestato, mentre facevo il cacciatore di taglie.
    Poi ho sostituito l’apparato digerente. Posso mangiare cibi umani, sì, ma mai solo quelli. Mi serve anche il Syntex, per fortuna me lo posso procurare un po’ ovunque, basta essere in un posto dove trovare silicone, un po’ di alcol etilico e zucchero, ecco la ricetta della mia dieta principale. Un effetto collaterale è che se mangio troppi cibi naturali, mi viene da vomitare una strana bile nera. Escluso dalla cosa è lo zucchero raffinato, quello ne posso mangiare in quantità industriali, infatti adoro le zollette di zucchero, da sempre. D'altro canto, non posso avere altre intossicazioni, né da veleni, né cibi avariati, non se questa roba passa nel mio intestino.
    Le altre modifiche sono state alla corteccia cerebrale. Il mio cervello non era abbastanza evoluto per sostenere la tecnologia del futuro o anche solo la velocità degli stimoli che mi circondava, gli esseri umani si erano evoluti in modo rapidissimo. La mia corteccia sintetica, insieme all'equilibrio del liquor differente, all'inizio mi permetteva solo di processare più velocemente le informazioni, ma gli implants successivi hanno ampliato anche le mie capacità. Ora grazie a questi e alle loro basse radiazioni ed emissioni elettromagnetiche, riesco a interfecciarmi alla tecnologia, ad avere dei poteri che chiamano telecinesi e altre cose simili. Ho fatto ampliare questo sistema quando sono entrato nell'EDiT, adesso riesco a modulare cose simili nella mente degli altri, a sfruttare i magneti e i recettori sotto pelle nei palmi per provocare scompensi elettrici e magnetici. Si sono quindi sviluppate capacità simili a quelle di cui mi parlavano River e Berth, quelle che loro consideravano magia, ma per me sono solo implementazioni nanotecnologiche.
    biot
    Il Biot è il dispositivo base più diffuso. Praticamente si tratta di una parte meccanica, dalle dimensioni ridotte, che viene installata sull'avambraccio dell'utente. Esso è munito di un sistema di proiezione ologrammico e LED, che permette di visualizzare l'interfaccia touch come una proiezione sulla pelle dell'utente che da lì potrà selezionare le varie applicazioni ed espansioni del suo Biot per accedere a tutte le sue funzioni. Il Biot ha altre due installazioni, oltre a quella nell'avambraccio, una celebrale e una ottica, per ottimizzare lo schermo privato dell'utente. Le applicazione base sono quelle di telefonia, messaggistica, internet, televisione. Il Biot di Gabriel è montato nelle cellule sintetiche del braccio sinistro.
    1. NS (NanoShield): l'NS richiede un'installazione ulteriore sul Biot, consistente nell'inserimento di NanoParticelle che possono essere attivate dall'utente per generare uno scudo di piccole/medie dimensioni. Lo scudo può formarsi solo dal Biot (avambraccio) e può parare attacchi fisici o energetici, ma permane solo per una difesa singola (va attivato, consumando un'azione, per ogni incantesimo/attacco in singolo, non può restare attivato). L'NS è come un'app del Biot, pertanto non tutti ce l'hanno: alcuni Cyborg scelgono di installarla sottoponendosi ad un'operazione (Biot e NS vengono conteggiate come un'unica implementazione anche nel caso in cui si è installato il NanoShield).
      NOTA: consuma 1 azione
    2. Capsule inibitrici: sono componenti biosolubili impiantate sulla corteccia, funzionano come inibitori emotivi per ristabilire livelli normali in caso di scompensi. Da ricaricare quando vengono usate [3 munizioni, un'azione per utilizzarle].

    pacchetto live
    Il pacchetto LIVE è un'estensione chiusa del Biot, accedibile solo ad alcuni tipi di lavoro quali lavori sul campo o Milizia (es. EDiT, Storici della Flotta) che viene installato tramite un'operazione. Il Pacchetto LIVE prevede:
    1. LIVEsyms3 (Three-dimensional scanning and mapping system): Il Syms3 è un sistema LIVE implementare montato, solitamente, sull'avambraccio come espansione del Sistema Base di Implemento Biot. Si tratta di un'estensione che effettua uno scanner di una zona di raggio massimo di 100m, ricreandone un modello ologrammatico 3D in scala modificabile in base alle richieste dell'utente. Sarà possibile zoommare, ingrandire, allontanare, girare e capovolgere la proiezione, per analizzare le zone dal punto di vista migliore.
      NOTA: consuma 1 azione
    2. LIVEst(Translation system): il LIVEst è un'espansione del LIVE. Il LIVEst è in grado di catturare, tramite voci o scritto, la lingua di comunicazione per tradurla automaticamente. L'utente potrà quindi comprendere le comunicazioni di ogni genere e il LIVEst tradurrà, per lui, le parole nella lingua utilizzata.
    3. LIVEscan(Scanning aerial system): il LIVEscan permette una scansione di tipo aereo per comprendere la composizione atmosferica e di eventuali ammassi gassosi, per valutare la presenza di eventuali fattori negativi per l'organismo. Sarà possibile visualizzare i dati sullo schermo a proiezione del Biot, tanto quanto nella Visualizzazione Privata Oculare.
      NOTA: consuma 1 azione

    v-ai
    La Virtual-Artificial Intelligence è un'implementazione del Biot esterna, che necessita di un aggiornamento cerebrale. Permette di caricare un'intelligenza artificiale nel sistema che possa fare di background alcune azioni, come un pilota automatico. In particolare, può effettuare ricerche in rete e selezionare i contenuti utili all'utente, mandare gli ordini agli implements ad essa collegati, effettuare previsioni statisticamente probabili di scenari condivisi con lei o di cui si immettono le informazioni nell'ExteDi (External Disk). L'ExteDi permette anche un aggiornamento del Biot per registrare l'utente e immagazzinare in esso le registrazioni, così da poterle inviare ai tecnici dell'EDiT. Un ulteriore aggiornamento permette un sistema di proiezione olografica per "vedere" l'IA e altoparlanti per far sentire la voce all'esterno. L'utente può impostare tutte le caratteristiche dell'IA, dai suoi tratti "caratteriali" al nome, ai parametri fisici che possono apparire quando ne viene proiettata l'immagine.
    L'IA di Gabriel è Awa, impostata per parlare la lingua di Gabe, precisamente con l'accento del Kansas. I parametri fisici la fanno apparire come una ragazza piuttosto normale, alta un metro e sessanta circa. Quelli caratteriali, invece, includono gentilezza con un 48% di umorismo, sincerità del 95% con l'impostazione di disattivazione ripetuta (se pone la stessa domanda tre volte, alla terza l'IA dice la verità).
    La V-AI ha un'azione ogni turno per svolgere attività su richiesta dell'utente come attivazione dei suoi implements o attacchi informatici, ma compie alcune azioni di background (extra rispetto a quella che può fare ogni turno). Le azioni di background sono:
    • Monitoraggio contro hacking. Se il monitoraggio rileva una minaccia che non è possibile fronteggiare in background, è necessario l'uso dell'azione dell'IA per combattere la minaccia.
    • Ricerca di informazioni sull'InteDI. L'IA può cercare informazioni sul disco interno senza interrompere il suo funzionamento, per ricerche esterne (es. internet) non può agire di background, ma deve usare la sua azione.
    • Monitoraggio SS. Di background l'IA monitora lo stato del sistema per rilevare eventuali malfunzionamenti.

    cerebroskeletal-net system
    L'CS-NS è un implemento piuttosto doloroso, che viene collegato all'IA. Permette a questa di controllare il corpo dell'utente in background qualora lui faccia l'upload della coscienza su sistemi esterni, ma anche di far reagire l'utente con più velocità bypassando i limiti di rapidità e riflessi di un utente umano. L'uso prolungato oltre i limiti dell'utente necessita di un periodo di almeno 3 ore in una vasca di criogel per ripristinare l'organismo che altrimenti potrebbe subire gravi lesioni dell'apparato muscolo-scheletrico. Un'altra funzione, relativa all'implements cerebrale sulla corteccia, permette di processare più rapidamente le informazioni. I sensori di potenziamento elettro-magnetico permettono di stimolare le aree cerebrali, fornendo all'utente abilità psicocinetiche e blande capacità psichiche. I sensori di potenziamento elettro-magnetico poste in prossimità delle mani possono produrre effetti similari su organismi e sistemi verso cui vengono puntati e produrre fenomeni elettro-magnetici.

    nanobots
    I nanobots sono sistemi di differenti dimensioni, tutte molto piccole, da molecolari a grandi quanto un insetto. Sono collegati al Biot e controllabili dall'utente anche a distanza, massimo di 50m. Tutti i componenti possiedono dei tracciatori per poter sapere sempre dove si trovano, anche se disattivati.
    • Nanobots-1. I più piccoli, iniettati nel circolo sanguigno, servono per ricostruire più rapidamente tessuti danneggiati permettendo una parziale rigenerazione cellulare, flettere materiale piezoelettrico (es. muscoli) in modo da bypassare lo stato dell'organismo dell'utente.
    • Nanobots-2. Quelli medi, tendenzialmente a riposo sulla cute (nei bulbi piliferi) e attivi sugli implements sintetici per evitarne il deterioramento, possono essere attivati mediante un'azione conferendo alla pelle e ai tessuti sintetici organici effetti come idrorepellenza, oleorepellenza, impermeabilizzazione, antisporco, antimacchia, anticalcare, anti corrosione, antiossidazione, antigraffio.
    • Nanobots-3. Quelli più grandi sono di diversi modelli, rimarcano insetti presi come modello. Gabriel possiede delle formica-bots, ape-bots e zanzara-bots. Il nanobots non è l'intero corpo robotico, ma quello che lo controlla. Possono comportarsi come gli animali che sono stati usati come modello, registrare ed emettere onde sonore, piccoli impulsi luminosi, formare campi elettrici ed emettere piccole scosse elettriche. Hanno singolarmente una forza paragonabile a quella delle formiche, per cui possono spostare e trasportare oggetti anche molto pesanti (se rapportati ai loro corpi minuscoli). Tramite il Biot o l'IA possono essere usati per funzioni di:
    • Electromagnetic Vision: L'utente può percepire il mondo intorno a sé basandosi esclusivamente sui modelli di energia magnetica ed elettrica. L'intero spettro elettromagnetico o la maggior parte di esso è visibile all'utente e può "sintonizzare" la propria visione per interpretare le varie gamme di energia. Possono vedere le onde radio (che includono frequenze AM, FM e TV), radar, infrarossi, luce visibile, raggi ultravioletti, onde di potenza, raggi X, raggi gamma. Hanno anche visione notturna limitata e termo-visione. L'utente può anche vedere l'energia che fluisce attraverso le linee elettriche e gli oggetti tecnologici (può dire se sono attivi o meno). Possono sapere se un trasmettitore radio è acceso e se sta inviando segnali.
    • Scanner Vision (solo tramite IA): L'utente può eseguire scansioni visive complesse sul proprio ambiente o sulle creature circostanti e determinare le loro caratteristiche strutturale e biochimiche o rilevare la loro presenza se nascoste o camuffate. Possono anche diagnosticare la condizione di ciò che osservano e trovare incongruenze o errori.
    • Enhanced/Supernatural Vision (solo tramite IA): Permette uno zoom maggiore rispetto al normale occhio umano, consentendo all'utente di visualizzare oggetti a distanze maggiori. Gli è possibile, inoltre, tenere traccia dei movimenti più rapidi.
    gabriel vaughan
    1924
    Sono nato e cresciuto ad Arlinghton, in Kansas, con l'unica prospettiva futura di diventare bracciante. Non avevo fratelli, una cosa più unica che rara, perché cercando di dare alla luce un secondogenito mia madre aveva avuto delle complicazioni, un'infezione, e alla fine non aveva mai più potuto avere figli. Restavano solo quel bambino nato morto e me. Mio padre era un uomo silenzioso, credo che in tutta la vita non gli avrò sentito dire più di dieci parole. Quando avevo cinque anni e mi ha dato il mio primo fucile, mi ha fatto vedere come sparare un paio di colpi, e in quel caso mi ha parlato, anche se poi ho dovuto imparare da me. Il più della comunicazione riguardava le
    1929
    espressioni che faceva. Mia madre ed io, quando succedeva qualcosa di grave, che ad esempio minacciasse il raccolto, lo guardavamo per interi secondi di silenzio, e capivamo dalla sua faccia se fosse tutto a posto o meno.
    Il mio destino era diventare un bracciante, e ne fui convinto fino ai 16 anni. Tutta la mia vita era stata improntata al lavoro nei campi, a mandare avanti la fattoria di famiglia. A quattordici anni
    1938
    andai per la prima volta al Crazy Horse per una pinta come facevano gli uomini, cominciai a uscire con le ragazze dopo la messa, facendo loro il filo nei campi. A sedici anni guidavo lungo la 61 con Tom e Rhett per raggiungere Hutchinson e andare alle serate di ballo. Avrei passato la mia vita ad Arlinghton, e allora la cosa non mi pesava granché.
    1940
    Poi, arrivò la miniera. Giù, verso Pretty Prairie, cominciò ad arrivare lavoro e il sogno di molti della mia età diventò andare a scavare nella terra per ben cinque dollari al giorno. Fu lì che finì Rhett, se ne vantava la sera al Crazy Horse fra un latrato e l'altro perché si vedeva che gli facevano male le ossa, ma a noi nei campi le cose non andavano molto diversamente. Un giorno, così, dal nulla, si sentì un boato, si sentì persino poco a sud di Arlinghton, ce lo vennero a dire Rose-Sharon e Scotty, che sicuramente si erano appartati dopo la chiesa, per non essere visti dal padre di lui che allora era ancora pastore. Una parte di miniera era crollata, dicevano, ma non la chiusero. Arrivò solo gente del governo a sigillare alcune zone, e poi via ancora di scavi.
    Stavano succedendo cose strane, questo era vero. Ad Arlinghton ci conoscevamo tutti, ma con la miniera qualche forestiero c'era già, e molti come mio padre li additava come la rovina della morale e della città masticando tabacco. Aveva ragione, lo pensavo anche io, perché erano aumentati i furti in un posto dove la cosa più scandalosa degli ultimi anni era stata quella testa matta di Winfield, che aveva rubato la casa dei fratelli Denvey una notte, mentre loro erano con noi al Crazy Horse. "John! John! Ti stanno portando via la casa!" aveva detto Woody correndo come un pazzo, e noi tutti siamo corsi a vedere la scena. Winfield aveva messo letteralmente le ruote alla catapecchia dei Denvey, e stava tentando di portarsela via. Ovviamente l'hanno pestato, e Otis Denvey cazzo se picchiava duro, una volta, proprio al Crazy Horse, stavo filando con Darleen e lei aveva detto che l'avrei potuto stendere. Mio padre, Al, era seduto lì, sullo stesso sgabello dove stava ogni sera, nessuno lo scollava da lì, e rise sotto i baffi. "Magari dopo un po' di galera lo tirano su meglio, che ora può stendere solo Frizzy". La frase più lunga che gli sentì dire. E Frizzy, per inciso, era il nostro spaventapasseri, lo conoscevano tutti in città perché sulla faccia mia madre, Marci, ci aveva cucito la bocca al contrario, e guardava tutti con un'aria triste e mogia, allora la gente che passava davanti la fattoria ci diceva "'che, l'avete lasciato di nuovo da solo, guardate che un giorno se ne va!". Era diventata un po' la storia del paese, quella dello spaventapasseri triste che prima o poi se ne sarebbe andato.
    Quello che stava succedendo dalla notte di natale del '39, era che qualche lavoratore era stato aggredito mentre era ubriaco, uno era sparito e non se n'era saputo più niente. La gente era incazzata. Poi, dopo un paio di mesi che era cominciato, la vittima fu una ragazza. La trovammo nei campi verso Langdon, non ricordava niente, se non che era stata aggredita. Quello mi fece saltare qualcosa nel cervello, nessuno poteva pensare di aggredire una ragazza di Arlinghton, non l'avrei permesso. Ci riunimmo una sera, in segreto, chiamai alcuni dei ragazzi e decisi di fare una piccola milizia. Dopo aver lavorato nei campi o in miniera prendevamo il fucile e giravamo per le campagne, se trovavamo uno di quei forestieri che stava creando problemi, l'obiettivo era fargliela pagare. Rhett gli voleva sparare in testa, io no. Il fucile serviva per minacciare, quel figlio di puttana lo avremmo pestato per bene, poi consegnato allo sceriffo se ne restava qualcosa. Ero incazzato nero. Credevo mio padre non sarebbe stato d'accordo, quindi cercavamo di farlo in segreto, come avessimo pensato che la cosa non venisse fuori non lo so. Una notte rientrai, mio padre era fuori, masticava tabacco e stirava la lingua fra i denti. Non disse niente quando mi vide, io pensavo di dover già trovare una scusa perché al Crazy Horse non m'avevano visto, ma niente, allora misi la mano sulla porta e lo sentii sputare fra i denti, la voce uscì grave mentre guardava lontano, dove i grilli frinivano con un coro che pareva venire dall'oltretomba. "Gira voce ci siano degli stranieri verso Pretty Prairie. Domani dovreste venire anche voi a battere quella zona". Anche mio padre aveva avuto la stessa idea. Lui e gli altri uomini di Arlinghton fucile alla mano controllavano le strade verso la miniera perché sapevano che era quello il problema, noi eravamo andati verso Langdon. Mio padre con gli uomini, io con i ragazzi, ma facevamo la stessa cosa. A capo di milizie cittadine a ristabilire l'ordine.
    Andammo verso Pretty Prairie la notte dopo. Il nostro territorio era dalla fattoria di Forster verso quella dei Duckhoe, eravamo ben organizzati. Rhett e io sentimmo un rumore e ci dividemmo fra le file di mais, eravamo sicuri di avere in pugno quei bastardi. Io correvo più veloce, raggiunsi due che erano palesemente forestieri, lanciai un fischio nell'aria e sentii gli altri urlare, raggrupparsi per farsi spazio fra i filari e raggiungermi. Fu l'ultima cosa che ricordo prima del pesante colpo alla testa.
    1940
    Mi risvegliai in un granaio, difficile dire quale. Ero solo all'inizio, legato, ma ben presto arrivò un tizio. Un forestiero, sicuro come le mani forate di un ubriacone. Mi tenevano come una bestia in gabbia e io volevo uscire, il secondo giorno riuscii a slegare la corda tanto da liberarmi una mano, il nodo era fatto di merda, ma ne guadagnai solo un'altra botta in testa, quando poi mi svegliai ero confuso ma non abbastanza da non capire che quei due puzzavano come una scrofa. Due, sì, erano in due, parlavano del sapere o non sapere fare i nodi, il primo diceva che era abituato a manette di metallo, poi iniziarono a parlare fitto di altro. Nei giorni seguenti capii che quei due non la contavano giusta, e pure che non erano responsabili di aggressioni se non della mia, perché uno dei due, la donna, disse "che aveva colpito ancora". Attesi che venissero a portarmi del cibo, mi nutrivano con verdure trovate qua e là, immagino, ma erano tipi strambi, spesso non sapevano neanche cosa mi stavano mettendo nel piatto, la roba era cruda. Cercai di attaccare bottone, e alla fine venne fuori, anche se ci misi qualche giorno ancora a capire e riuscire a guadagnarmi la loro fiducia. Avevano bisogno di aiuto, perché a detta loro venivano dal futuro e stavano cercando di sventare la fine del mondo. Fuggiti da un manicomio, ecco cosa mi era capitato! Hanno dovuto darmi una marea di prove inconfutabili, perché alla stronzata che venivano dal futuro io proprio non ci volevo credere. Alla fine ho ceduto, e così è iniziata la mia avventura.
    Mi spiegarono che nella miniera, da qualche parte, avevano trovato delle pietre strane, contenevano "microorganismi" che avrebbero fatto ammalare tutti quelli che erano entrati in contatto, sarebbe arrivato il governo e un giorno da quelli avrebbero creato un "virus" che avrebbe decimato il genere umano. Stavano provando a fare in modo che restasse sepolto, l'esplosione alla miniera l'avevano causata loro, cercando di interrompere i lavori. Poi qualcosa non era quadrato, era arrivata altra gente dal futuro, gente "mutata" che ormai non era altro che mostri che avevano bisogno di qualcosa contenuto nel corpo umano per avere più forza. Erano loro, dicevano, responsabili delle aggressioni, e quello che stavano cercando di fare quei mostri era lottare per la loro sopravvivenza. Una storia folle, a cui in realtà ce ne ho messo per crederci, anche se mi finsi più accondiscendente. Dopo tutto quel tempo legato, avrei fatto di tutto per liberarmi. E lo fecero, perché avevano bisogno di una mano, di qualcuno che conoscesse la zona, il periodo, e che li aiutasse anche con le ronde che avevamo fatto perché erano una bella rogna. Di quella parte, inutile negarlo, andavo piuttosto fiero.
    Mi convinsi di quanto dicevano perché dopo avermi liberato, mentre mi portavano ad Arlinghton per tranquillizzare la gente di lì e non farli andare troppo in giro, incontrammo uno di quei mostri. Cristo, se erano terrificanti. Lo dico, non ho mai davvero provato paura fino a quel momento, nemmeno quando ero piccolo e sapevo di aver fatto qualcosa per cui sarebbero arrivate le cinghiate. Avevano la pelle giallognola, dita lunghissime e fottutamente scheletriche, parevano artigli e facevano un male che non vi dico. Erano veloci. Quando uno provò a colpirmi al fianco riuscii appena a scansarmi, la seconda volta gli spezzai una mano, ma se la raddrizzò davanti ai miei occhi in un momento. Mi ferirono al braccio, e in men che non si dica qualcosa si stava allungando lungo la pelle, qualcosa che mi avrebbe cambiato. Me lo amputarono. Veloci, secchi, tagliarono via tutto senza avere pietà, mentre tenevo una tavoletta di legno fra i denti per il dolore. Era l'unica via, o mi avrebbero infettato. Farmi vedere in paese in quel modo era fuori discussione, tornai al fienile per qualche giorno, per riprendermi. Ma a quel punto ci credevo. Cazzo, se ci credevo. Avevo visto la morte in faccia e non avevo più un braccio, crederci era l'ultimo dei miei problemi. Mi convinsi ad affiancarli nella loro missione, e così iniziò la nostra collaborazione.
    Imparai molte cose per quei mesi, l'esperienza mi ha temprato e addestrato, così come Susan (l'uomo, che mi disse come nel suo tempo quello fosse un nome maschile) e Whyora. Arrivò la notizia della guerra, e io volevo arruolarmi, ma avevo una missione, e per lo stato non esistevo più. Mi avevano promesso che una volta aiutati mi avrebbero riportato indietro nel tempo a quando mi avevano rapito, così che io potessi tornare dai miei senza che loro dovessero mai pensare che il loro unico figlio era scomparso. Passò un anno. Lo ammetto, ogni volta che mi capitava di sentire notizie della guerra le ascoltavo avidamente, chiedevo di averne ancora e ancora, la gente pensava non fossi potuto partire per via del mio moncherino. Stavo salvando il mondo, era vero, ma un mondo che non avrei mai visto, e a volte pensavo che tornare alla vita normale per me sarebbe stato il perenne incubo di uno storpio. Credo di averli un po' impietositi, perché almeno il braccio me lo fecero recuperare. Era una roba fuori di testa, un braccio fatto di cellule sintetiche in tutto e per tutto simile ad uno vero, anche se non avevo alcuna sensibilità, e a quello avrei dovuto starci attento. Ci misi un po' ad abituarmici, ma almeno avrei avuto una vita completa.
    1941
    Quello che stavamo cercando di fare, fino alle porte del '41, era trovare un modo per fermare quella futura pandemia, isolando la fonte da cui avevano tratto il virus. Pensavamo sarebbe bastata quell'esplosione che aveva portato alla luce quei microorganismi, anche se l'obiettivo iniziale non era stato quello, ma semplicemente isolare la zona perché fosse inaccessibile, minare il prosieguo degli scavi. Non fu abbastanza. Quello che emerse fu solo che avevano scoperto quel virus nel 2044, e che stesso il governo che l'aveva trovato adesso aveva fatto delle ricerche analizzando le capacità di mutazione di quella forma di vita. Ne era venuta fuori una cura per il "cancro", una malattia che si sarebbe diffusa nel futuro e sarebbe stato una grande minaccia per il mondo. Quello che non sapevano è che la mutazione in grado di fermare la riproduzione di cellule impazzite, alla fine, aveva come effetto quello che avevo visto, se non in chi veniva iniettata, nei figli che avrebbe avuto. Mi avevano spiegato questo. Praticamente, avevamo anticipato la disfatta. Riuscimmo a capire chi era stato responsabile della diffusione della "cura", chi aveva prelevato i microorganismi e li aveva studiati, e alla fine feci il mio primo viaggio nel tempo. Anche in quell'occasione, mentre sigillavamo la miniera di Pretty Prairie, ci vennero a far visita quelle creature, ma stavolta riuscimmo a farcela. Il mondo era salvo.
    Ci salutammo quando mi riportarono a quella notte del 1940. In mezzo ai campi ci siamo detti addio, e io tornai verso i miei compagni per fingere un falso allarme e tornare alla mia vita, anche se con un braccio meno umano. Credevo che tutto fosse a posto, ma non era così.
    1940
    Non capii subito che qualcosa era andato storto. Pensavo solo di aver salvato il mondo, in teoria due volte, mi piaceva soffermarmici, anche se in teoria avrei dovuto contarne una sola. La notte di Natale del 1939, durante la prima aggressione in cui Susan era stato coinvolto, senza che se ne accorgesse aveva perso un pezzo della sua attrezzatura. Lo sceriffo lo trovò, lo tenne come se fosse una prova. Non so bene come sia successo, ma in qualche modo il governo l'aveva saputo. Già sul finire di gennaio vidi gli agenti governativi, all'inizio non sapevo cosa fossero venuti a fare, credevo che avessimo fallito di nuovo, ero nervoso. Ma alla fine venne fuori qualcosa di diverso. Avevano trovato una tecnologia che avevano definito aliena, crearono uno stabilimento temporaneo, un posto che iniziarono a chiamare Loop. Solo poca roba all'inizio, ma io ero comunque preoccupato, perché una coincidenza mi sembrava improbabile. Sapevo che stava per scoppiare la guerra, e io volevo esserci, ma non potevo lasciar perdere. Mi avvicinai a quel luogo per riuscire ad avere più informazioni. Cercavano lavoratori, e ad Arlinghton non erano in molti a sapere come funzionassero le cose meccaniche o tecnologiche, per me fu uno scherzo entrare a lavorare con loro. E così, scoprii che avevamo cambiato il tempo. Il Loop, allora nato in via solo ufficiosa, stava facendo ricerche su alcuni pezzi di tecnologie di Susan. Dovevo trovare il modo di contattarli, ma non sapevo come. L'unica cosa che mi venne in mente, era che loro avrebbero certamente monitorato la situazione alla miniera, avrei quindi potuto lasciare qualche segnale lì. Creai dei segni nel terreno circostante che descrivessero il simbolo di accensione dell'aggeggio che usavano per viaggiare nel tempo, così che capissero che un me successivo al loro incontro li stava contattando. Non ricevetti alcuna risposta. Al Loop le cose andavano avanti, e io non sapevo cosa fare.
    1942
    Alla fine, non potei rimandare. Venni arruolato forzatamente, e finii così in Europa a combattere i nazisti. Poi, nel 1944, qualsiasi cosa stessero elaborando al Loop finì per diventare un'arma per tutti noi, entrò a far parte di un progetto governativo chiamato progetto Manhattan, e le conseguenze furono catastrofiche. Non riuscivo a pensare di essere stato coinvolto all'origine di un simile disastro.
    1944

    Quando tornai a casa perché la guerra era ormai finita con una vittoria schiacciante, tornai al Loop. Mi assunsero a tempo indeterminato, ormai la struttura era ufficiale, e si occupava di sviluppare nuove tecnologie a scopo militare. Non avevo una laurea ma avevo molta esperienza sul campo, all'inizio mi occupavo di cose semplici, studiando in parallelo, chiedendomi come fare per contattare Susan e Whyora. Un'idea mi venne, piuttosto folle, ma dovevo tentare.
    1946
    Era il 1946, suggerii ad alcuni miei colleghi un nuovo funzionamento della tecnologia che avevamo scoperto, in particolare per la ricostruzione cellulare. Avevo visto cosa era in grado di fare Susan con cose come quella, e l'idea era tanto innovativa che mi avrebbe fatto meritare la prima pagina, un nome inciso nella storia. E così fu infatti. Vennero a intervistarmi, e io fieramente feci scrivere ovunque il mio nome: Gabriel Susan Vaughan, specificando di doverlo scrivere così, inserii qualche altro commento nel caso in cui avessero letto anche l'intervista, e finalmente funzionò. Mi svegliai quella notte e loro erano lì, nella mia stanza. Spiegai cosa era accaduto e loro confermarono che il futuro non era bello come avevano previsto, soprattutto perché di lì a qualche anno, grazie alle armi che avevo sviluppato e i supersoldati, l'America si sarebbe imposta come leader mondiale diventando il primo governo a conquistare il 58% di tutta la terra. Quello che non sapevano, era come fosse accaduto tutto ciò, ma io sì, lo sapevo. E così, rimettemmo a posto le cose ancora una volta, tornando indietro nel tempo, speravo per l'ultima volta.
    1940
    Ritornai a quel 1940, e stavolta sembrava tutto a posto. Una parte di me non voleva tornare in guerra, una guerra atroce, ma l'altra sapeva cosa avevano fatto i nazisti laggiù, in Europa, e non poteva restare ferma. Mi arruolai, dopo aver vissuto un anno di calma avevo anche iniziato a pensare che mi servisse qualcosa per scuotere la mia vita, perché arrivato a quel punto non sarei potuto tornare a fare il bracciante come facevo prima, non era più quello che volevo. C'era troppo là fuori, nel mondo.
    1941
    Laggiù conobbi River. Fra tutti, era l'unico che non mi sembrasse né un malato di guerra, né troppo spaventato, l'unico con cui potessi parlare un minimo senza sentirmi un alieno. Perché a furia di salvare il mondo, sì, mi sentivo un alieno. Avevo anche una paura profonda di non riuscire a vincere la guerra come la prima volta, non senza l'aiuto della tecnologia "extraterrestre". Non so quante volte ci ho pensato, fino a dirglielo, anche, che mi interrogavo seriamente sul destino di quel conflitto. Scoprii che lui era quello che chiamavano un mago, e mi offrì di non tornare a casa in Kansas una volta finita la guerra, ma continuare il lavoro folle che facevano i suoi genitori. Cazzo se mi piaceva quella roba. Era fuori di testa, ma non la cosa più strana che avessi visto, in fondo, non dopo aver conosciuto il Loop e aver visto decide e decine di macchine sconosciute, che in effetti facevano cose simili a quelle che River diceva potesse fare la magia.
    Ne ho conosciuti altri di maghi laggiù, come Berthold, con un accento che mi faceva crepare dal ridere, ma che alla fine mi ha insegnato tanto. Mi interessava guardarlo lavorare sui velivoli, soprattutto perché nella mia esperienza avevo accumulano troppe lacune tecniche, e cercavo di estorcergli qualche informazione in più. Ho anche provato a dargliene io di consigli alla luce della mia esperienza, ma in merito mi sembrava un po' permaloso.
    1944
    Poco prima che la guerra finisse, riuscii a ottenere una licenza, anche se non per una situazione particolarmente felice. Mio padre, era morto. Tornai in Kansas perché dovevo occuparmi di mia madre, rassicurarla sul fatto che c'ero io a badare a lei, e ci sarei stato anche dopo la guerra, anche se lei avrebbe voluto non farmi più partire. Fu solo un momento, perché mia madre era una donna dura, una donna della terra. "Gabe, tu mica ci hai pensato davvero? A non tornare?" mi disse l'ultimo giorno che dovevo stare lì, mentre facevo la borsa. "No, ma'". Si tranquillizzò, ma mi guardò con faccia burbera. "Bravo. Perché tu al tuo paese non gli puoi voltare le spalle". Ero pronto a tornare, ma mentre mi mettevo in viaggio verso Hutchinson da cui poi sarei partito, accadde qualcosa. Ricordo un flash, e di nuovo tutto buio.
    3693
    Mi svegliai in una stanza bianca. La prima cosa che vidi fu una donna, che mi parlava con tono dolce. "Ben svegliato" cominciò, poi iniziarono le mie domande. Volevo sapere dove mi trovassi, cosa stesse accadendo. All'inizio non voleva rispondermi, o almeno non a tutto. Diceva che era meglio andare per gradi, perché quello che mi avrebbe detto mi avrebbe sconvolto. Non fu un gran ché, in realtà, ma solo perché il mondo l'avevo già salvato, Susan e Whyora mi avevano parlato del futuro, insomma, non era una grande roba per me. La donna, che si chiamava Yana, però, non ne aveva idea. La mia reazione la sorprese abbastanza. Sarei dovuto essere io quello sconvolto, e invece... Mi confessò tempo dopo che aveva immaginato io fossi una sorta di guerriero, un soldato temprato nella guerra e negli stenti, anche se non era esattamente così. Però mi diede da pensare. Mi fece riflettere su come avessi iniziato a sorprendermi poco. Anche laggiù, all'interno di quell'edificio di un'organizzazione che Yana chiamava ECMA, cercai subito di adattarmi. Era la prima cosa che avevo capito e che mi aveva aiutato a sopravvivere sempre: bisogna adattarsi. A tutto. Cercai di imparare di più su quel posto, scoprii che l'ECMA era una sorta di organizzazione segreta, di resistenza, che stava cercando di sovvertire l'ordine di Gardrath, la Città Stato della Terra dove risiedevano nelle fognature. La loro tecnologia che a me sembrava avanzatissima era in realtà ben poca cosa, ma non me ne sorpresi. A Gardrath il governo erano alcune corporazioni di ricchi che attuavano una forma di democrazia curiosa, perché votavano solo fra di loro, e decidevano sostanzialmente sulla base dei loro capricci, e contro questi l'ECMA lavorava. Questo livello sociale era dei Vorg, parola che identificava gli esseri "superiori". Avevano ottenuto il monopolio delle tecnologie temporali per poter tornare indietro a loro piacimento, in periodi storici dove prendere cibo e oggetti ormai introvabili ed estinti. L'ECMA aveva una proto-macchina del tempo ottenuta dagli studi di un certo Fox Eggerton. Credevano che i Vorg, predoni del tempo che avevano anche assoggettato alcuni popoli del passato per renderli schiavi, fossero la causa di problemi del continuum spazio-temporale contro cui altri stavano lottando, degli Esterni, con cui erano in contatto. La loro tecnologia gli aveva permesso di identificare in alcuni mondi e tempi conosciuti gli snodi di cui Fox Eggerton aveva fatto parte, convinti che li avrebbe aiutati, ma prima dovevano trovarlo. Così erano arrivati a me, che a quanto sembrava possedevo una traccia tachionica della stessa banda della loro macchina del tempo, il che significava che dovevo averla usata o esserci entrato in contatto per molto tempo, e questo poteva accadere se avevo avuto un contatto duraturo con questo Eggerton. Di base la mia traccia tachionica era molto forte, e questo faceva loro pensare che fossi una sorta di Salvatore.
    Sinceramente, non so cosa si aspettassero da me. Gli dissi che sì, avevo conosciuto un Fox Eggerton, aveva lavorato con me al Loop, ma nei loro database non risultava niente sul Loop, così gli raccontai la storia. E Yana capì che era un'altra linea temporale, per qualche ragione a lei inaccessibile.
    All'inizio mi unii alla guerriglia dell'ECMA, ma continuavo a ripetere che poi sarei tornato a casa. Un giorno, all'inizio del 3694,
    3694
    i Vorg trovarono la base dell'ECMA e ci attaccarono. Distrussero la macchina del tempo e con quella la mia possibilità di tornare a casa. Credevo che l'ECMA fosse stata sconfitta e dispersa, e io mi trovai da solo fra le strade di Gardrath, a cercare di capire come funzionasse da me.
    Il problema, in realtà, non erano stati solo i Vorg. Gli attriti con l'ECMA erano cominciati in quel periodo perché avevo sentito Yana parlare con alcuni collaboratori, e capii che stavano pensando di considerare Fox Eggerton una minaccia. Mi ricordavo quel ragazzo, era uno scienziato curioso, abile, anche divertente. Non potevo pensare che come loro sostenevano stesse causando la fine del mondo, e questo aveva cominciato a farmi guardare Yana con una certa diffidenza. Mi aveva anche proposto delle modifiche corporee che mi avrebbero reso un Sintetico, un umano evoluto con parti non più solo umane, ma io avevo caldamente rifiutato. Avevo già un braccio così e sapevo le ripercussioni che aveva avuto sulla mia vita, visto che la mia permanenza in quel tempo era solo temporanea, e su quel punto stavo calcando parecchio la mano, non aveva senso diventare come loro.
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    Ero bloccato nel futuro, senza possibilità di tornare indietro. In quel posto, a Gardrath, le cose funzionavano in un modo a cui avrei fatto meglio ad abituarmi in fretta. Dopo quello, sapevo che non mi sarei potuto sorprendere più di nulla. Il posto più simile a quello a cui ero abituato dove vivere fu la periferia. Gardrath aveva una struttura semplice: tecnologia, case, cibo, divertimento, tutto si poteva comprare. Sapevo che le macchine del tempo erano roba cara, la seconda cosa più cara di tutte, era proprio il cibo, ancora di più perché di essere umani ormai ce n'erano pochi, o almeno di quelli che lo fossero al 100%. Non avevo quasi soldi, non avevo niente. I lavori accessibili per gente disperata che per altro doveva nascondersi erano il Gladiatore nelle arene robotiche, ma sarei morto nell'arco di qualche decimo di secondo visto che non avevo nulla del cyborg, o i cacciatori di taglie e rottami. Iniziai come secondo, guadagnavo qualche migliaio di K al giorno, che se dal posto dove venivo sembrava una quantità inumana di soldi, in realtà lì non era niente. Di notte cercavo rottami da rivendere al mercato nero, di giorno studiavo per approfondire il funzionamento di quella nuova terra dove tutto quello che conoscevo era sparito, dove le nazioni erano diventate un manipolo di città isolate che si vedevano dallo spazio, e dove c'erano giganteschi satelliti a ruotare sulle nostre teste per filtrare la luce del sole che altrimenti ci avrebbe ucciso. Molti se n'erano andati dalla terra, ma anche quello richiedeva denaro che non avevo, e il mio obiettivo era ancora tornare indietro, al mio tempo. Per fortuna all'ECMA avevo già potuto avere discrete conoscenze. Sapevo che i cacciatori di taglie non erano esattamente quello che mi aspettavo quando ero appena arrivato. Molte persone non giravano più fisicamente per le strade per paura delle malattie, delle aggressioni, dei pericoli fuori la porta di casa. Caricavano le loro coscienze su dispositivi decisamente costosi, ma più abbordabili di tante altre cose di cui avevo bisogno, e venivano proiettati dalla Rete. I proiettori erano in tutta la città, quindi non c'era un solo posto dove non potessero andare, se non i quartieri più malfamati dove in fondo neanche avrebbero voluto, e quelli li conoscevo per l'ECMA. Un Uploader X-600 sarebbe dovuto essere il mio primo acquisto, ma capii ben presto che se avessi voluto continuare a mangiare come un essere umano non avrei mai potuto guadagnare abbastanza. Misi da parte qualcosa, mi feci prestare qualcos'altro, e cominciai a farmi sostituire organi interni come l'apparato digerente con qualcosa di sintetico, così da potermi nutrire anche con il Silcox, il nutriente più economico che si potesse trovare, e che solo i Sintetici potevano usare. Sostituii anche alcune parti di corteccia cerebrale, visto che la mia era troppo poco evoluta, e faticava a interfacciarsi con i sistemi che mi circondavano. Il secondo acquisto fu l'Uploader X-600. Allora avevo studiato
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    abbastanza da capire come funzionasse la Rete, e quindi come potevo girare creando il mio Code personale e interagendo con gli altri umani olografici. Iniziai a mettere da parte abbastanza, ma gli strozzini mi stavano addosso, e anche quello stava diventando un problema. Fui costretto a farmi ricostruire una spalla, e anche quelli furono centinaia di migliaia di K andati. L'acquisto successivo, quindi, fu una IA virtuale. Ne vendevano alcune al mercato nero, grazie a quelle avrei potuto elaborare i codici molto più rapidamente, e non avrei più dovuto inserirmi manualmente nella rete, un processo piuttosto dispendioso. Fu così che incappai in Qohen.
    Sarebbe dovuto essere una semplice IA virtuale, ma lo capii subito che non lo era. Praticamente era un essere umano, ma imprigionato in un circuito chiuso che costituiva tutto il suo corpo. Lui, beh, era micidiale. Hackerava quindici sistemi nel tempo che io impiegavo a farne uno e mezzo, impegnandomi come un matto. Arrivava lì dove io potevo anche solo sognare, perché erano sistemi troppo complessi. Mettemmo a punto un piano, mi avrebbe aiutato a costruire la macchina del tempo cercando di rubarne qualche progetto in Rete, nel frattempo continuammo a guadagnare soldi per poterci permettere i pezzi giocando d'azzardo - con il suo zampino a truccare le partite online, chiaramente - e partecipando agli incontri robotici, in cui lui gareggiava e io scommettevo. Ce l'avevamo quasi fatta
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    ad accumulare abbastanza K, il ritorno verso casa per me stava diventando di nuovo reale, dopo sette fottuti anni. Ma fu a quel punto che Yana mi venne a trovare. Da quando mi aveva trovato aveva studiato il mio caso accuratamente, e alla fine aveva capito una cosa: che il mondo stava davvero per finire, ma non la Terra, ma tutti i mondi. O almeno, questo sarebbe successo se non avessimo fatto qualcosa.
    Era colpa nostra. Colpa di gente come me, che aveva cambiato troppo il tempo troppe volte, colpa di altri Salvatori identificati per questa o quella catastrofe che alla fine invece si erano rivelati la rovina. Sì, era colpa anche dei Vorg, ma non solo. Era colpa dell'ECMA, colpa di Fox, colpa di tutti. Mi spiegò cos'era davvero successo, ovvero che non avevo salvato proprio nessuno. Non si era modificato il tempo, ma si erano create solo più linee temporali. Significava che alla fine quando Susan e Whyora mi hanno rapito la prima volta, non sono mai tornato a casa. I miei genitori hanno pensato di dover seppellire una bara vuota, ad un certo punto. Significava che non sarei mai potuto tornare da mia madre, che avevo lasciato sola proprio dopo la morte di mio padre. Avevo ancora la nostra foto con me, la foto del 1936, quando ero appena un ragazzino. Se anche fossi tornato indietro, non sarebbe cambiato nulla, per lei ero morto di nuovo.
    3700
    Nonostante abbia vissuto situazioni terrificanti come finire perso in tempi diversi, da solo, quella è stata la cosa che mi ha scosso di più. Yana e altri della sua organizzazione, gli Esterni con cui era in contatto, stavano formando una squadra di polizia multidimensionale, l'EDiT PD, che avrebbe avuto il compito di fermare persone come me, così che le linee temporali non andassero a puttane. In altri mondi a quanto pare esisteva già, dopo il colpo di stato contro i Vorg che finalmente stavano per portare a termine, l'avremmo avuta anche "noi". Sì, ormai per me eravamo "noi". Dopo qualche mese di autocommiserazione e benzina bevuta come acqua mentre fuori dal mio loculo Gardrath si ricostruiva dopo il rovescio del governo, mi ripresi grazie a Qohen, e decisi di prendere finalmente una posizione: entrare nell'EDiT. Dovevano apportare diverse migliorie al mio corpo, ma non mi importava. Ormai avevo perso tutto, avrei evitato che accadesse ancora e ancora, era un po' il modo per redimermi da quello che avevo fatto. Fui uno dei primissimi agenti, e rispetto ai successivi, un "modello un po' vecchio". So di agenti del futuro con un controllo emotivo impeccabile, il mio, grossolano per loro, consisteva appena in un sistema di capsule bio-solubili nella corteccia, che si sarebbero disciolte nel liquor per ristabilire i giusti livelli equilibrio emotivo necessario per lavorare sul campo. E da allora la mia vita è stata l'EDiT.
    All'inzio non lavoravo con Qohen. Dopo anni passati fianco a fianco eravamo stati separati, un po' perché per rendere me un buon agente ci volle molto più tempo di quanto non ne servisse a lui, già pronto. Io dovevo sottopormi a diverse operazioni per integrare i bio componenti. Un po', perché lui finalmente poteva riavere un corpo e girare per il mondo. Sinceramente mi è andato bene, avevo bisogno di un po' di spazio.
    3704
    Non ho saputo molto di lui finché Hafn, un vecchio agente dei piani alti, non mi ha fatto avere il fascicolo su Layla. Allora usavamo una mezza-tecnologia che si basava su alcuni meta-umani "speciali", in grado di leggere le linee temporali e comunicare fra loro attraverso il tempo. Uno di loro aveva visto che Qohen avrebbe ucciso quella ragazza generando un evento irregolare, e per questo lui era stato allontanato nella speranza che così non l'avrebbe fatto.
    2020
    Era scappato, ovviamente, quell'uomo è sempre stato troppo vivace per avere un solo e unico corpo, e decisi così di assumermi l'incarico di andare nel 2020, dove era finito, per farlo scollegare dal corpo di cui si era impossessato, così da non uccidere nessuno dei due, e se ci fossi riuscito anche evitare che Layla morisse per cause non naturali come doveva accadere.
    carattere
    role
    Prima parola chiave: adattabile. Non importa in quale situazione mi sia trovato nella mia vita, sono sempre riuscito a cavarmela cercando di adattarmi il più possibile. La flessibilità credo sia sempre stata una caratteristica importante, me l'ha insegnata mio padre, anche se all'apparenza non era flessibile per niente, riuscendo sempre ad uscire da ogni situazione del cazzo in cui ci siamo trovati. Mi hanno detto che ho anche un certo senso dell'umorismo, ma questo non posso confermarlo. Mi piacciono le persone allegre, le persone che l'umorismo ce l'hanno per davvero, che sanno sempre come tirare fuori il meglio. Io sono solo un uomo che sa essere tranquillo davanti a tutto, ma questo è dovuto al fatto che ce ne vuole per sconvolgermi. Sono un gran lavoratore e lo sono sempre stato, i lavori meccanici mi piacciono più di quelli in cui ci devi mettere la testa, ma non mi lamento in nessun caso. Sono pratico, prettamente, un pianificatore quando serve, aperto all'incertezza il resto del tempo. Sono stato un eroe, e diamine quanto so di avere un problema in tal senso. Va a braccetto con la mia innata curiosità, per cui se vedo qualcosa che non va, una situazione che mette qualcuno in pericolo, beh, io devo agire. È stato difficile lavorare su questo all'EDiT, ma lo è stato solo in un secondo momento, perché all'inizio sinceramente non avevo più voglia di mettermi in mezzo proprio a niente. Ho fatto un sacco di cazzate nella mia vita. Ho pensato di essere un salvatore, quando invece ero solo una marionetta nelle mani della stupidità. Non so dire se abbia imparato la lezione, solo che sul tempo non ho più intenzione di agire senza pensare alle conseguenze. Però una cosa la so, ed è che l'essere un eroe, beh, mi ha un po' cambiato dentro, me ne sono accorto. Ha fatto in modo che avessi sempre un'opinione di me un po' più alta, un po' più salda. Non considero il fallimento, e a volte arriva, e mi colpisce come un cazzo di treno proprio perché non l'avevo previsto, come se fosse impossibile fare fiasco. Sono leale e lo sono da sempre, da quando sapevo che avrei protetto la mia famiglia e Arlinghton ad ogni costo, dalla guerra. Non volterò mai le spalle ad un compagno, non rinnegherò mai la parola data, e se faccio una promessa io devo mantenerla. Un uomo vale quanto la parola che dà, questa per me è e sarà sempre una sacrosanta verità. Ho un problema con la competizione, e la verità è che è stato questo a farmi giocare d'azzardo sempre con i piedi di piombo. Perché mi piace troppo, vincere, sapere di essere stato il migliore, non importa neanche in cosa a volte, anche se ovviamente deve essere qualcosa che ha attirato la mia curiosità, se no non perdo tempo. Ma che dire, a volte quel qualcosa è proprio una stronzata. Come vedere chi tira un quartino più lontano, chi regge più alcol, chi riesce a pulire il piatto a carte. Quello che non sono mai stato, è una persona emotiva. Sì, a volte qualcosa mi faceva incazzare e ci vedevo rosso, ma per il resto ho imparato dal migliore che l'emotività è una cosa che devi ingoiare. Il migliore, anche se sembrava mio padre, beh, no, era mia madre. Certo, a volte le tremava la voce, ma alla fine era sempre tutta d'un pezzo. Mi ha fatto capire che si può piangere come no, l'unica cosa che conta è che a fine giornata tu abbia fatto il tuo dovere. Io non ho mai pianto molto. Penso sia una risposta dell'organismo, o ce l'hai o non ce l'hai.
    last chance - Säräqael, 18 Gennaio 1939, Arlinghton | Jibraeil
    trench - River Shaw, 25 Febbraio 1943, sul fronte | 25 anni
    mnemodata - Qohen Westly, 3696, Gardrath | 29 anni
    nothing's gonna change - Qohen Westly, 3699, Gardrath | 32 anni
    starter pack problems - Layla Burton, 13 Maggio 2020, Piramide | 37 anni
    the fake world - Layla Burton, 8 Giugno 2020, Bunker Hill | 37 anni
    going gets tough - Morgan Crain, 13 Agosto 2020, Jack Doyle's | 37 anni
    my name is alan - Amira Bishop, 18 Agosto 2020, Central Park | 37 anni
    compromised agent - Amira Bishop, 29 Settembre 2020, Manhattan | 37 anni
    the restless - Säräqael, 14 novembre 2020, New York | 37 anni
    the man from the south - Morgan Crain, 20 luglio 2021, Lucas, Ohio | 39 anni
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    Edited by Tippete - 6/8/2022, 09:28
     
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