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Teoria e aprofondimenti, Parabatai, Annan Cara, rituali di abiurazione

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    La Magia Runica

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Breve riassunto di cos'è la Magia Runica e la sua denominazione (galdr e seidr);
    2. Per che tipo di combattimento è consigliata;
    3. Per quali tipologie di personaggio è consigliata;
    4. Concetti essenziali;
    5. Caratteristiche degli incantesimi.


    Breve riassunto
    Introduzione
    Questo topic serve a spiegare riassuntivamente tutte le informazioni necessarie alla creazione di un PG che ha Magia Runica e tutto quello che vi serve sapere per utilizzarla in quest.
    Quello che troverete in questo topic basterà per poter giocare un mago runico (detto Runenmeister secondo una terminologia più antica) ad un livello base, per saperne di più (se per esempio avete un personaggio molto ferrato nella materia o con conoscenze scientifiche) sarà necessario approfondire.

    Cos'è la Magia Runica e denominazione
    La Magia Runica viene detta "runica" per semplicità di comprensione, anche per via del primo approccio alla branca che viene fatto appunto utilizzando le rune; in realtà sarebbe più corretto definire questo corso di studi come: focalizzato su varie tecniche di magia antica di cui l'utilizzo delle rune fa parte. Naturalmente questa tipologia di magia è una scienza ancora in studio in quanto molte delle sue tecniche si sono perse nel tempo, inoltre, resta una magia molto potente e pericolosa se non imparata con coscienza, di conseguenza alla Brakebills University se ne insegnano gli aspetti più basilari, o meglio, alla portata di tutti.
    La pratica della Magia Runica, viene chiamata con il termine più tecnico galdr (a differenza del seidr che è una sua versione più sciamanica), e comprende gli incantesimi, gli scritti, le iscrizioni, la creazione di artefatti, sigilli, veri e propri incanti vocali e così via.
    Considerata da questo punto di vista, la Magia Runica, non è altro che magia della parola e dei simboli. Nient'altro che "parole di potere", pronunciate, impresse o in qualunque modo vengano utilizzate, queste parole vanno a rintoccare nella trama della Polvere (vedi paragrafo Polvere) e le loro vibrazioni, proprio come un'onda che trasporta energia, restituiscono l'incantesimo richiesto. Difatti la parola "runa" deriva dal vecchio nome norreno che significa "sussurro" o "segreto", per questo gli sciamani runici pronunciavano le formule con dei sussurri; alcuni maghi tutt'oggi ancora lo fanno anche se non è necessario ad un utilizzo più potente, è solo più tradizionale.

    Per quale tipo di combattimento è consigliata
    In combattimento la Magia Runica è molto versatile. Non può essere definita una materia da supporto o da attacco poiché dipende dalle scelte del mago e dalle varie tipologie di incantesimi. È però spesso una materia che non viene consigliata per lo stealth in quanto molti dei suoi incantesimi hanno una componente visiva molto spiccata, la Polvere che sfrutta è di un caratteristico colore dorato infatti.
    La Magia Runica è però una materia che in linea di massima non contiene incantesimi puramente offensivi, possono essere usati come tali sfruttando la creatività del mago ma non sono pensati per questo scopo diretto. Quanto più atti a indebolire, applicare effetti e difendersi.

    Concetti essenziali
    RuneLe rune sono simboli magici con uno specifico significato che vengono sfruttati come canale per attivare degli effetti magici.
    Esistono diversi metodi di utilizzo delle rune, spesso un metodo di utilizzo si associa ad una tipologia predefinita, soprattutto per semplificare l'approccio e per massimizzare la potenza, ma tutte le rune possono essere utilizzate sfruttando tutte le metodologie indifferentemente.

    Approfondimento: è necessario leggere il pannello dedicato anche per un utilizzo base di Magia Runica.
    La PolvereLa Polvere è la particella elementare di cui è primariamente composta la magia nel senso lato del termine. Le potenzialità della Polvere sono immense e non del tutto conosciute, ma i nuovi metodi di utilizzo di una particolare declinazione della Polvere hanno fornito un nuovo modo di praticare la Magia Runica.
    Si deposita su tutto ciò che è esistente nel nostro e in tutti gli universi (con le dovute eccezioni, esistono degli universi in cui la magia non esiste per esempio, da quel punto di vista probabilmente la Polvere non si è depositata in quantità abbastanza elevate).
    La Magia Runica utilizza le rune e tutte le varie modalità con cui vengono trascritte, come supporto per generare un legame tra la Polvere depositata e il mago, modificandone il suo reticolo, tessendola e intrecciandone i filamenti, facendola quindi vibrare secondo una precisa frequenza dettata dal suo risuonare nella trama dell'universo.
    Quando non vengono utilizzate le rune, il mago è da sé capace di manipolare la Polvere e agire quindi su tutto ciò che vi entra a contatto a livello naturalmente magico – per questo motivo può, per esempio, generare delle interferenze che bloccano la magia altrui.
    I Due CamminiLa Polvere è la sorgente, ma per l’applicazione magica è necessaria una fonte energetica a cui attingere come base motrice per l’incanto. Tutta la materia quindi si divide in due macro-percorsi: il Cammino Ateo (altresì detto Cammino Cosmico) e il Cammino Divino.
    Poiché le rune e la Magia Runica in genere, si possono utilizzare sia sfruttando l'energia magica della/delle divinità a cui si riferisce il mago, oppure quella del cosmo – cosmo inteso come un sistema ordinato o armonico, contrario al caos, non il cosmo inteso come universo. Difatti la sostanziale differenza è proprio la fonte dell'energia magica che il mago utilizza.

    Approfondimento: è necessario leggere il pannello dedicato anche per un utilizzo base di Magia Runica.


    Suddivisione degli incantesimi
    Tipologie e macro-categorie
    Vi sono tre diverse tipologie di incantesimi nel triennio di Magia Runica:
    • Sigillazione: questa tipologia di incantesimi si basa sull'utilizzo di simboli magici (es: rune);
    • Artefazione: l'artefazione è quella tipologia di incantesimo che si basa sulla creazione di artefatti;
    • Energetica della Polvere: questi incantesimi sfruttano la Polvere in forma di energia più pura.
    Il triennio è inoltre suddiviso per macro-argomenti che si basano sulle rune e su che tipi di bersagli agiscono:
    • Primo anno: verranno studiate tutte quelle rune che hanno effetto sul mago in sé;
    • Secondo anno: verranno studiate tutte quelle rune che hanno effetto sull'ambiente o sugli oggetti;
    • Terzo anno: verranno studiate tutte le rune che hanno effetto direttamente sulla magia.

    Riassunto dei punti chiave
    Caratteristiche degli incantesimi
    • Formule: Magia Runica ha bisogno di formule e devono essere personalizzate nella lingua a cui è più connesso il mago – può essere più di una lingua e utilizzare una lingua in una situazione e una in un'altra. Inoltre, la Magia Runica non verbale è molto più difficile di qualsiasi altra branca della magia.
    • Velocità: la velocità varia a seconda di quanto il mago è rapido a disegnare la runa o quel che gli serve, o a pronunciare l'incanto e così via, oppure ancora se il disegno non è necessario.
    • Metodi di utilizzo: tutte le rune possono essere utilizzate a piacimento con i tre metodi proposti: impressione energetica, disegno, enunciazione. La scelta dipende dal mago, se deciderà di seguire la modalità consigliata oppure fare di testa sua.
    • Contatto fisico: non necessita di contatto fisico a meno che non sia esplicitamente scritto nella skill.
    • Posizionamento del disegno: qualsiasi runa non è necessario che venga disegnata/impressa proprio nel punto esatto in cui serve, può essere spostata anche di qualche centimetro (a seconda dell'area, soprattutto in caso di Rune Ambientali).
    • Visibilità: in linea di massima gli incantesimi emettono tutti il caratteristico bagliore dorato della Polvere – tranne che per l'utilizzo delle rune disegnandole o enunciandole. Gli incantesimi esclusivamente energetici sono particolarmente visibili.

    Catalizzatori
    Usare Magia Runica con catalizzatori diversi dalle pietre
    Non ci sono particolari differenze rispetto ai modi classici di utilizzo degli incantesimi di Magia Runica. Le rune possono essere disegnate, enunciate o impresse con qualsiasi tipo di catalizzatore.
    • Naturalmente il disegno andrà comunque fatto con lo strumento utilizzato dal personaggio (o con eventuali incantesimi che permettono di disegnare magicamente su superfici, non cambia da catalizzatore a catalizzatore).
    • Per quanto riguarda l'impressione, chi possiede un catalizzatore da mano – inteso come un catalizzatore che dev'essere tenuto in mano come per esempio una bacchetta – dovrà imprimere il tocco richiesto con il catalizzatore. Per esempio, nel caso di una bacchetta, il mago dovrà toccare la superficie con la punta della bacchetta. Quindi sarà comunque necessario che vi sia un contatto, a prescindere dalla tipologia di catalizzatore.
    Naturalmente se un PG possiede più di un catalizzatore (magari la pietra e un catalizzatore da mano) potrà utilizzare il metodo che preferisce quando vuole, anche una volta uno e la seconda l'altro e così via.


    Personalizzazione

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. La personalizzazione iniziale;
    2. Lingue e alfabeti, e Aletiometro;
    3. Formule e magia runica non verbale.


    Primi passi
    La personalizzazione iniziale
    Ogni mago runico ha a disposizione una vasta scelta di rune tra cui appunto scegliere per formare il proprio set di rune (aka i vari tatuaggi, rune ambientali e così via). Questo perché l’utilizzo della Magia Runica dev’essere segnato da una forte connotazione personale che renda la magia più potente e generi un collegamento più forte tra la Polvere depositata su sé stessi e la Polvere nel cosmo.
    Tutte le skills di Magia Runica possono inoltre (e devono) essere personalizzate nella loro esecuzione a seconda di diversi fattori, questo perché la Magia Runica ha un'importante componente simbolica riferita alla persona che la pratica.
    • Chi segue il percorso ateo (Cammino Cosmico), potrà utilizzare la lingua che maggiormente sente sua, così come l'alfabeto runico, e movenze istintive.
    • Chi invece segue il percorso divino (Cammino Divino) avrà delle movenze caratteristiche della cultura della divinità a cui riferisce, quindi un suo personale alfabeto runico, così come le formule dovranno essere imparate nella sua lingua – certo, questo non è obbligatorio, ma dipende da quanto il mago è legato alla divinità a cui si appoggia.
    Lo stesso discorso vale per i sacrifici utilizzati in Magia Antica, così come l'Aletiometro, che può essere un oggetto del tutto personalizzato rispetto alla cultura del personaggio.

    Personalizzare le formule
    Le formule della Magia Runica comunque, sono altamente personalizzabili proprio per via della loro natura di potere. Alcuni appunto le sussurrano, altri le cantano, altri le pronunciano e basta, alcuni utilizzano della gestualità, la lingua scelta cambia e persino le parole possono farlo. Nelle scuole tendono ad insegnare un metodo univoco, con formule simili a base inglese così che poi possano essere tradotte facilmente dagli studenti, ma ci sono maghi runici che scelgono di utilizzare anche soltanto il nome della runa stessa come formula.
    Il comune denominatore di tutti questi cambiamenti è solo uno: la scelte devono rappresentare qualcosa per il mago, devono avere un qualche significato per il mago, così che la parola di potere stessa si rafforzi e con essa anche gli incantesimi.

    Personalizzare l'alfabeto runico
    La personalizzazione dell'alfabeto runico offre diverse possibilità che vediamo qua sotto elencate:
    • Usare un alfabeto runico tra quelli esistenti (nella sezione Rune troverete una lista degli alfabeti più utilizzati), scegliendo uno di questi non vi saranno differenze sulle skills perché tutti questi alfabeti provengono dal futhark antico e di conseguenza si basano sullo stesso significato archetipale in linea di massima.
    • Usare un alfabeto runico di vostra invenzione (che può essere di invenzione del PG o magari dal posto in cui viene quindi imparato in quel modo, o quello che vi pare) ma basato ancora una volta sul futhark antico e di conseguenza sullo stesso significato archetipale, in questo caso non vi sono differenze nelle skills.
    • Ultima possibilità: creare un nuovo alfabeto runico. In questo caso lo si dovrà brevettare poiché si può attivamente creare tutto un nuovo set di skills personalizzate da utilizzare al posto di quelle preposte – per più informazioni consiglio di leggere attentamente questo topic.
    Nel caso delle prime due opzioni non bisognerà fare nient'altro che segnarlo nel registro per pura informazione, nel caso dell'ultima invece occorre prima brevettarlo e poi segnarlo nel registro una volta approvato.

    Parole di potere e magia non verbale
    Magia non verbale
    Essendo la Magia Runica una branca della magia che si basa, nella gran parte dei suoi incantesimi, sulle "parole di potere", sul "potere della parola" e così via, la mancata pronuncia della formula potrebbe nuocere particolarmente alla riuscita dell'incantesimo, molto più che in altre branche.
    I maghi runici lo sanno e cercano sempre di evitare di utilizzare queste tecniche in modalità non verbale, nonostante a volte possa essere necessario. In quel caso, è sempre bene tenere conto che un incanto non verbale di magia runica sarà molto più difficile di un incanto non verbale di qualsiasi altra materia che non si basa sullo stesso concetto.
    In particolare alcuni incantesimi di Magia Antica che trovano il loro funzionamento esclusivo sul potere della parola, potrebbero del tutto non partire.


    Specialistica e skills

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Come montare le specialistiche per personalizzarle a seconda del PG;
    2. Come sacrificare skills che non interessano e prenderne altre.


    Come sacrificare le skills
    Sacrificare skills
    È possibile, sempre in qualunque anno di studio, sacrificare delle skills per prenderne altre di anni inferiori o superiori, potete sempre chiedere direttamente a me per questa meccanica.
    Non è possibile sacrificare skill di una lezione del IV Anno per averne una di una "specialistica" che non avete scelto, quanto invece potrete farlo tra due lezioni già scelte, esempio: se A ha Abiurazione e Mimesi, potrete sacrificare delle skill di Mimesi per prendere skill in più di Abiurazione di pari o inferiore votazione.


    Rune

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cosa sono le rune e una breve spiegazione teorica sulle loro caratteristiche;
    2. Metodi di utilizzo: disegno, impressione energetica, enunciazione;
    3. Tipologie di rune insegnate in Magia Runica e metodi di utilizzo consigliati;
    4. Cambiare metodo di utilizzo rispetto a quello consigliato.


    Cosa sono le rune
    Introduzione
    Ogni runa porta dentro di sé uno specifico simbolismo, un archetipo rappresentate una parte del creato, un concetto specifico del mondo, ed è anche la rappresentazione di una determinata divinità (che a sua volta incarna alcuni aspetti della natura). Dunque ogni runa un suo significato simbolico specifico, legato a molti aspetti della vita umana e del cosmo. L’ordine con cui sono elencate non è affatto casuale ma, proprio come i tarocchi, stanno a simboleggiare un percorso di crescita umana e spirituale. Hanno una stretta relazione tra di loro e ogni gruppo rappresenta una specifica fase da affrontare nella vita per poter alla fine conoscere sé stessi e il mondo. Pertanto le rune indicano il movimento di trasformazione del potenziale insito nella natura (cosmo) o nel mago stesso, sono dei contenitori di energia ancora inespressa e difatti, quando vengono attivate creano movimento energetico.
    Ogni segno runico ha una sua struttura di contorno, chiamata carta, la designazione delle potenzialità che la runa simboleggia; può essere definita come un pilastro o un binario utilizzato per supportare la struttura dell'energia che la runa contiene. Una volta che una runa viene attivata rilascia queste potenzialità, apportando dei cambiamenti nel mondo materiale.
    Esistono diversi tipi di rune, o meglio, dell'utilizzo che se ne fa nella Magia Runica, e quindi affrontate nelle lezioni. In realtà le rune sono sempre le stesse: lettere di un alfabeto runico. Ne esistono infatti di diverse tipologie, proprio come se fosse una lingua a sé stante, che effettivamente è (es: Futhark recente, Futhark antico, Futhorc, ungheresi, Orkhon, armaniche...).

    Alfabeti più utilizzati
    Esistono più alfabeti runici che derivano tutti dal Futhark germanico (chiamato anche Futhark Antico). Infatti le rune non hanno un'origine ben definita, in quanto iscrizioni runiche sono state trovate in tutta Europa oltre che in America e nei territori balcanici.
    Gli alfabeti runici conosciuti sono:
    • Il Futhark Antico;
    • Le rune gotiche;
    • Il Futhorc anglosassone;
    • Il Futhorc Giovane;
    • Le rune ungheresi;
    • Le rune turche;
    • Le rune siberiane;
    • Il Cirth;
    • Le rune armaniche.

    Come si possono usare le rune
    Metodi di utilizzo
    Esistono diversi metodi di utilizzo delle rune, spesso un metodo di utilizzo si associa ad una tipologia predefinita, soprattutto per semplificare l'approccio e per massimizzare la potenza, ma tutte le rune possono essere utilizzate sfruttando tutte le metodologie indifferentemente. Si possono usare anche due o tutte le metodologie contemporeamente.
    • Disegno: le rune vengono disegnate su una superficie con qualsiasi strumento a disposizione del mago.
    • Impressione energetica: con l'imposizione di una mano, un contatto, un tocco, il mago può manipolare in modo basico l'energia per "disegnare" le rune energeticamente nel tessuto della Polvere. Appariranno, qualsiasi sia la superficie, leggermente rilucenti di un riflesso dorato.
    • Enunciazione: pronuncia della runa oltre che della formula richiesta per l'incantesimo.

    Diversi tipi di rune
    Tipologie
    Le rune studiate alla Brakebills University e in generale negli Stati Uniti si suddividono in diverse tipologie a cui è associato un utilizzo consigliato.
    • Tatuaggi runici (metodo consigliato: impressione energetica);
    • Iscrizioni runiche (metodo consigliato: enunciazione);
    • Rune ambientali (metodo consigliato: disegno o l'impressione energetica);
    • Rune di incantamento (metodo consigliato: disegno).
    Più informazioni sono nelle teorie delle lezioni.

    Cosa succede se non uso il metodo consigliato?
    L'esecuzione dell'incantesimo potrebbe risentirne producendo un incanto meno potente, pur se non di molto. Potrebbe variare a seconda della situazione, ad esempio in un luogo in cui la Polvere è agitata, converrebbe utilizzare la metodologia del disegno e/o dell'enunciazione (anche insieme per fortificare maggiormente) così da ottenere un valido aiuto nel canalizzare la Polvere.
    Allo stesso modo, in una situazione di combattimento stealth, l'impressione energetica potrebbe risultare sconveniente in quanto riluce di un bagliore dorato.
    In condizioni di stabilità energetica, di status quo generale, l'utilizzo di un metodo o l'altra non modifica più di tanto la riuscita di un incantesimo e quindi, un mago runico esperto, può utilizzare uno o l'altro quasi indifferentemente, a seconda di ciò che gli conviene di più nella situazione.


    Polvere

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cos'è la Polvere e come viene utilizzata dalla Magia Runica;
    2. Come funziona.


    Cos'è la polvere
    Cos'è e gli studi
    Questa branca della magia sfrutta un tipo di “cunicolo” energetico molto particolare e unico che viene chiamato: la Polvere. È una scoperta recente, teorizzata ormai decenni fa ma di cui è stata dimostrata l’esistenza soltanto ultimamente dallo studioso anglo-americano Brendan Mccall.
    Brendan Mccall ha effettivamente dimostrato, tramite un particolare metodo di rilevamento percettivo, che la Polvere è la particella elementare di cui è primariamente composta la magia nel senso lato del termine.
    Le potenzialità della Polvere sono immense e non del tutto conosciute, ma i nuovi metodi di utilizzo di una particolare declinazione della Polvere hanno fornito un nuovo modo di praticare la Magia Runica. È stato ipotizzato che la Magia Antica fornisse un contatto più diretto con la Polvere e per questo motivo fosse, sia più instabile se non praticata con attenzione, sia anche incredibilmente più potente.
    La Polvere è attratta da quegli esseri umani che naturalmente sono più predisposti al suo utilizzo, i maghi, e può essere attratta anche dagli oggetti. Depositandosi su esseri viventi o oggetti, permette un collegamento che poi in esseri senzienti ha portato ad imparare l’utilizzo della magia. La Polvere si deposita su un potenziale mago sin da quando è un bambino ma quest’ultimo, essendo ancora all’inizio della sua vita e non avendo le capacità necessarie, non riesce subito a manipolarla come farebbe un adulto – su alcuni non riesce ad attecchire e in questo caso abbiamo i Nati-Babbani.
    Alcuni ulteriori studi indicano che la Polvere possa avere qualche forma di proto-coscienza, e che scelga essa stessa gli esseri umani che avranno poi il potenziale magico adatto a produrre magia – per via di alcuni esperimenti in cui si è cercato di comunicare con la Polvere, ma non hanno portato ad alcuna prova a sostegno dell’ipotesi. Si tende quindi a pensare che gli esseri umani abbiamo semplicemente dei marker genetici che permettono alla Polvere di attecchire e quindi fornire il potenziale magico ai maghi.
    Altre teorie che sono alla base dello studio dell’anima e di quelle branche di Magia Antica che hanno a che fare con essa, teorizzano di come la Polvere abbia un contatto diretto con appunto l’anima di un essere umano, quando vi ci si deposita, e che questo permetta di poter agire direttamente su di essa.

    Come funziona
    La teoria base è che la Polvere si depositi su tutto ciò che è esistente nel nostro e in tutti gli universi (con le dovute eccezioni, esistono degli universi in cui la magia non esiste per esempio, da quel punto di vista probabilmente la Polvere non si è depositata in quantità abbastanza elevate).
    La Magia Runica utilizza le rune e tutte le varie modalità con cui vengono trascritte, come supporto per generare un legame tra la Polvere depositata e il mago, modificandone il suo reticolo, tessendola e intrecciandone i filamenti, facendola quindi vibrare secondo una precisa frequenza dettata dal suo risuonare nella trama dell'universo.
    Quando non vengono utilizzate le rune, il mago è da sé capace di manipolare la Polvere e agire quindi su tutto ciò che vi entra a contatto a livello naturalmente magico – per questo motivo può, per esempio, generare delle interferenze che bloccano la magia altrui.


    I Due Cammini

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. I due Cammini e a cosa servono;
    2. Come scegliere tra un Cammino e l'altro;
    3. Specifiche riguardo al Cammino Divino.


    Fonte di energia
    Cosa sono i Cammini
    La Polvere è la sorgente, ma per l’applicazione magica è necessaria una fonte energetica a cui attingere come base motrice per l’incanto. Tutta la materia quindi si divide in due macro-percorsi: il Cammino Ateo (altresì detto Cammino Cosmico) e il Cammino Divino.
    Poiché le rune e la Magia Runica in genere, si possono utilizzare sia sfruttando l'energia magica della/delle divinità a cui si riferisce il mago, oppure quella del cosmo – cosmo inteso come un sistema ordinato o armonico, contrario al caos, non il cosmo inteso come universo. Difatti la sostanziale differenza è proprio la fonte dell'energia magica che il mago utilizza.
    Quella dei Cammino Divino è un'usanza tradizionale che è stata riportata negli studi moderni di Magia Runica per completezza e accuratezza storica, poiché i loro primi utilizzi furono appunto del tutto devoti alle divinità a cui faceva riferimento un particolare alfabeto o l'altro. Attualmente è comunque raro che un mago runico scelga il Cammino Divino, mentre è molto più pratico quello Cosmico.

    Come scegliere tra un Cammino e l'altro?
    La scelta ricade semplicemente sulla volontà di seguire un percorso che non abbia nulla a che fare con le divinità, oppure uno che le riguarda da vicino. La scelta è solo teorica e si differenzia unicamente nella tipologia di energia a cui si affida il mago runico, le skills non subiranno alcun cambiamento pratico.
    L’energia divina e quella cosmica hanno di base le stesse potenzialità di raffinazione dell’incantesimo, e funzionano allo stesso modo fornendo il particolare e declinato contatto necessario con la Polvere.
    • Cammino Cosmico: dapprima la Magia Runica utilizzava l’energia interdimensionale come fonte attraverso cui praticarla, senza sapere che quest’ultima provenisse direttamente da un utilizzo specifico della Polvere. Grazie a queste nuove scoperte è stato possibile affinare la pratica della Magia Runica focalizzandosi sull’energia cosmica (l'energia che la Terra riceve da parte del cosmo) così da poter produrre incantesimi più raffinati e precisi.
    • Cammino Divino: per seguire il percorso divino non sarà necessario essere consacrati ad una divinità specifica, in quanto le rune fungono da collegamento attivo e prendono il posto della soggettività del mago, la divinità concederà la sua energia non al mago direttamente quindi ma alle rune stesse. Nonostante questo, per evitare problematiche, si consiglia di scegliere un pantheon fisso oppure una divinità singola fissa in caso di dèi monoteisti.

    Come scegliere la divinità nel Cammino Divino?
    Le divinità che si possono scegliere per il Cammino Divino sono a completa discrezione dell'utente e quindi del pg, potranno essere realmente esistenti così come inventate e già presenti nell'ambientazione, oppure inventata dal nulla (in questo caso dovranno essere approvate dallo staff). Il personaggio ON GAME, non dovrà appunto stabilire alcun contatto ma gli basterà avere fede in quella/e divinità di cui utilizza la forza, in caso lo desideri però si potrà stabilire un legame con la divinità in sede di colloquio privato con il docente.


    Teoria Tatuaggi Runici

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Tatuaggi runici e metodo di utilizzo consigliato;
    2. Tipologie;
    3. Simbologie e origine;
    4. Codifica delle rune.


    Cosa sono e quanti
    Introduzione
    la tecnica del tatuaggio runico è una delle tecniche più basilari dell'utilizzo delle rune in quanto permette un collegamento netto, ma temporaneo, con il loro potere. Il tatuaggio si nutre della magia del mago per creare un ponte di collegamento tramite l'energia divina o cosmica, verso la Polvere depositata sul soggetto, che poi permette il loro utilizzo vero e proprio; di conseguenza richiede un dispendio di energie che soltanto un mago che ha intrapreso un appropriato percorso di studio in questo ambito della magia può permettersi.
    In passato si sono utilizzate e sono state insegnate diverse tecniche di utilizzo dei tatuaggi runici, come lo stilo di recente scoperta di Grethe Landvik, ma si è preferito tornare ad un approccio più "classico" anche se da molti considerato meno convenzionale e all'avanguardia, nella ferma convinzione che la magia runica deve essere riprodotta così com'era stata ideata in passato – o più o meno, in quanto per esempio in antichità i tatuaggi runici venivano fatti sulle unghie.
    Il metodo di utilizzo consigliato è l'impressione energetica.

    Quanti tatuaggi si possono avere?
    Questi tatuaggi runici saranno quelli che il personaggio conosce e può applicare, non i tatuaggi permanenti.

    Votazioni1820222426283030L
    Rune12345679 o 8 + 1 speciale

    Temporanei, perenni, speciali
    Tipologie
    Si suddividono a loro volta in altri sotto-tipologie.

    Temporanei
    Spariscono dopo un breve periodo di tempo, così che non continuino a succhiare energia dal mago che li ha tatuati su sé stesso – inoltre, per questo motivo non è possibile tatuare una runa su un'altra persona che non sia un mago runico, se non tramite uno specifico incantesimo detto di passaggio (vedi tra le skills). Un tatuaggio runico su un mago troppo acerbo, od un numero eccessivo di questi rispetto alle reali capacità del mago, potrebbero il soggetto al deperimento ed alla sua inevitabile morte, o la perdita dei suoi poteri magici se si è più fortunati.
    Perenni
    Arrivato ad un certo punto del suo percorso di studi, si possono tatuare permanentemente alcuni tatuaggi (uno o due a seconda dell'abilità del mago). Per imprimere permanentemente un tatuaggio runico è necessario un sacrificio di sangue – per legare il potere della runa al mago stesso – che sarà perpetuato attraverso un particolare metodo nel disegno del tatuaggio simile a quella samoana.
    Speciali
    Le rune cosiddette "speciali" sono rune dalle potenzialità particolari che possono essere apprese soltanto ad un certo punto del proprio percorso e, viste le loro caratteristiche, non possono essere tatuate permanentemente.

    Origini storiche
    Simbologie e significati
    I Tatuaggi Runici sono una relativamente recente invenzione, per cui l'alfabeto runico utilizzato, creato in America Settentrionale all'inizio del 1900 dalla maga runica Iris Wade, non risale a nessun altro alfabeto precedente ma venne inventato e brevettato sulla base del Futhark recente. In poco tempo il suo utilizzo si è diffuso negli Stati Uniti ed è stato implementato negli insegnamenti universitari.
    Essendo basato sul Futhark infatti, ognuna di queste rune ha la sua radice su quelle dell'alfabeto runico principale, sfruttando sia i lati in ombra che quelli in luce per ottenere effetti diversi. Queste rune comunque possiedono nomi diversi.

    Codifica delle rune
    Metodi e utilizzi delle rune in codice
    Le cosiddette "rune in codice" sono dei sistemi di scrittura delle rune con cui vengono nascosti messaggi criptati, in antichità lo scopo era quello di ovviare al problema della persecuzione cristiana, ma con il tempo la tecnica è stata poi utilizzata anche nella Magia Runica.
    Esistono tantissimi sistemi di scrittura in codice con le rune che seguono tutti la stessa logica: la numerazione degli Aettir e delle singole rune. Tenendo conto della numerazione (tabella di numerazione), vediamo i principali sistemi di criptazione runica:
    • Sistema a bastoncini: [esempio] a sinistra del bastoncino lungo è riportato il numero di bastoncini che corrisponde al numero di dell'Aett, e a sinistra si mettono i bastoncini che corrispondono al numero della runa stessa in quell'Aett. Altre variazioni possono essere: 1, 2, 3.
    • Sistema a rami: [esempio] seguono lo stesso sistema dei bastoncini, ma senza particolari distinzioni di lunghezze, da una parte o dall'altra a seconda della scelta vengono indicati gli Aett e le singole rune. Non ha importanza se i rami sono rivolti verso l'alto o verso il basso, che infatti è stato inserito solo per renderlo più difficile da decodificare.
    • Sistema a tenda: [esempio] questo tipo di codifica va interpretato leggendo prima i bastoncini in alto e poi quelli in basso. Inoltre ogni "X" codifica due rune insieme, i primi due bastoncini a sinistra sono una runa, mentre gli altri due a destra ne sono un'altra.
    Questo tipo di codifica è molto utile in caso si decida di utilizzare il metodo dell'impressione e del disegno per sfruttare le rune, e non si voglia far comprendere ad un altro mago runico che incantesimo si sta lanciando. Specialmente nel caso delle Armonie, in cui si necessita di comprendere la composizione dell'Armonia che tentare di interromperla o concluderla.


    Teoria Iscrizioni runiche

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cosa sono e da dove vengono;
    2. Meccaniche di gioco;
    3. Inserto storico.


    Cosa sono
    Iscrizioni runiche
    Le iscrizioni runiche, anche chiamate bandrun in islandese, che si può tradurre “runa legata” (che però non sono Armonie) erano utilizzate al fine di semplificare la scrittura di testi lunghi.
    Questo sistema veniva usato principalmente per rendere più semplice o più breve la trascrizione di una parola. Due rune venivano fuse assieme, di solito sfruttando l'asse verticale, e in questo modo venivano rappresentate occupando uno spazio minore.
    Troviamo legature di due rune diverse, ma talvolta anche di rune uguali, come nel caso della Pietra di Kylver, che alla fine presenta un glifo simile a un ramoscello che non è altro che la runa Tiwaz ripetuta più volte per propiziarsi il dio Tyr. Le rune legate talvolta erano anche un modo per inserire una parola o frase in un’immagine. Esistono iscrizioni del genere nel mondo scandinavo, mentre gli anglosassoni non utilizzavano questo metodo.
    Da ricordare che si può scrivere sia in un verso che nell’altro.

    Meccaniche di gioco
    Basano la maggior parte del loro potere sulla teoria degli atti linguistici, cioè un enunciato serva a compiere delle vere e proprie azioni per esercitare un particolare influsso sul mondo circostante. Il potere evocativo della parola diventa potere creativo quando enunciata.
    Le iscrizioni runiche, essendo lunghe formule che è consigliato vengano accuratamente lette ad alta voce, hanno un lento periodo di casting (sono lente da lanciare e impiegano idealmente due azioni anche se non tecnicamente, costeranno comunque un'azione se non in casi particolari). Il mago può quindi essere interrotto nel lanciare queste skills e se impossibilitato a parlare ad alta voce, non potranno essere lanciati questi incantesimi – a meno che non vengano utilizzati particolari incantesimi come la Metamagia degli incantesimi silenziosi.
    Il metodo di utilizzo consigliato è l'enunciazione.

    Inserto storico
    Storia delle iscrizioni runiche
    Le prime iscrizioni runiche accertate risalgono al II secolo d.C. e provengono da depositi votivi danesi, ritrovamento che conferma che a quell’epoca si era ormai giunti a un sistema di scrittura pienamente strutturato.
    Le iscrizioni costituiscano la prima e più antica attestazione scritta delle lingue germaniche e anche dell’utilizzo delle rune stesse, in particolare per quelle del gruppo settentrionale. Trattasi infatti di una scrittura pensata per essere incisa.
    In antichità le iscrizioni runiche (spesso ritrovabili su pietre anche monumentali) erano tecniche molto potenti e spesso erano protette da maledizioni. Si legge spesso in tali iscrizioni l’utilizzo del verbo síða, impiegato frequentemente per maledire chiunque violi o danneggi la pietra con l’iscrizione.
    Un altro esempio si trova nella Saga di Grettir (Grettis saga 79) la nutrice di Þorbjörn compie un sortilegio incidendo rune malefiche su un tronco d’albero; il ceppo stregato e poi gettato in mare sarà raccolto da Grettir che tagliandolo si procurerà la ferita mortale.
    Ancora un ulteriore esempio erano i cosiddetti “pali d’infamia” (níðstöng o tréníð), iscrizioni runiche eretti per fini denigratori ma anche scongiuratori nella sua accezione magica. Tale azione era punibile con l’esilio, poiché insieme al testo infamante (níð) il palo aveva lo scopo magico di arrecare danno con le sue maledizioni runiche.
    Altre iscrizioni runiche venivano invece utilizzate sulle tombe per scongiurare il ritorno del defunto in forma spiritica, o per consacrare edifici. O, nella commistione di maledizioni e usanze funebri, iscrizioni che avrebbero maledetto chiunque osasse disturbare la sepoltura.


    Teoria Rune ambientali

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Rune ambientali;
    2. Distanze e raggio.


    Cosa sono
    Rune ambientali
    Prevede l'utilizzo di rune da imporre per terra, vicino al mago, così che possa agire nell'area limitrofa, spesso si preferisce disegnarle per abitudine tradizionale ma anche per connettere simbolicamente il terreno alla magia della runa. Queste rune agiscono appunto sull'ambiente circostante, influenzandolo e modificandolo grazie alla manipolazione della Polvere depositata nell'ambiente, e attraverso l'energia divina o cosmica come carburante per il sostegno della runa ambientale.
    Tutte le rune ambientali quando vengono usate richiedono che venga specificata la grandezza desiderata dell'area d'azione, altrimenti sarà quella minima (10m). Più si allunga il diametro, più saranno richiedeste azioni (1 azione x 10m) e più sarà grande l'area, più sarà meno potente la runa. Ove specificata un'altra grandezza, non varrà questo discorso.
    Il metodo di utilizzo consigliato è disegno o l'impressione energetica.

    Quanti rune ambientali si possono avere e usare?
    L'apposizione di un numero di rune eccessivo può portare all'indebolimento del mago che comunque le deve mantenere attive.

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    Teoria Incantare Oggetti

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Introduzione all'Artefazione;
    2. Differenze tra oggetti magici;
    3. Cosa sono gli Artefatti Propri;
    4. Classi di Artefatti;
    5. Come creare un Artefatto Proprio;
    6. Pitture runate.


    Cos'è e come funziona
    Artefazione
    Da sempre le rune, siano esse incise su un pendente, disegnate su un oggetto o persino sulla pelle (tatuaggi runici), le rune possedevano, secondo gli antichi, un potere talismanico che sprigionava il loro potere, divenendo fonte di protezione o di aiuto in determinati ambiti. A livello mitologico infatti, la Valchiria Sigdrifa invitò l’eroe Sigurd a inciderle sulla propria spada o sul corno da cui beveva, sui palmi delle mani o ancora sulle unghie, proprio al fine di trame vantaggio.
    L'Artefazione è proprio questo, l'arte di incidere le rune su, nello specifico, dell'oggettistica affinché ottenga potenzialità magiche particolari.

    Differenze tra oggetti magici
    Esistono varie tipologie di oggetti magici che si distinguono da quelli creati con l’ausilio della Magia Runica o delle sue branche.
    Una prima differenza importante è quella tra Reliquia (intesa come reliquia runica) e l’Artefatto Proprio.
    • La reliquia runica, è un oggetto magico creato sfruttando la Magia Antica, che possiede determinate caratteristiche e “abilità” magiche donate a esso in via di creazione, spesso per utilizzarle un mago deve superare una prova di valore e hanno dei Veri Nomi. La reliquia può rispondere ai comandi anche di chi non l’ha creata.
    • Mentre l’Artefatto Proprio è un oggetto che viene incantato tramite un incantesimo del triennio di Magia Runica, al cui interno è possibile inserire degli altri incantesimi per dargli delle particolari caratteristiche. L’Artefatto Proprio può rispondere anche ai comandi di chi non l'ha creata ma sarà sempre meno potente in meno ad altri maghi perché di fatto possiede un padrone, cioè chi l'ha creata. In generale è anche meno potente delle reliquie.
    Continuiamo con altre distinzioni:
    • La reliquia sacra indica in senso stretto la salma, o una parte di essa, di una persona venerata come santo. Può essere anche un oggetto divino, infuso di energia divina o simili. Si parla anche di reliquie da contatto nel caso di oggetti che sono stati a contatto con altre reliquie del santo/divinità.
    • Per oggetti magici s’intende in generale un qualsiasi oggetto magico, che possono essere anche reliquie non runiche e non sacre. Esistono infatti molti oggetti magici non runici, anche per esempio le pozioni o gli oggetti tecnomagici. Si tratta di oggetti che non sono stati incantati con Magia Runica ma con altre materie o altre tecniche magiche.

    Cosa sono
    Artefatti Propri
    Gli Artefatti Propri (chiamati colloquialmente Artefatti) sono, in breve, degli oggetti in cui è stata impressa della magia. Si differenziano dalle reliquie in quanto l'artefatto oltre ad essere una versione "meno potente" della stessa, è un oggetto che diventa magico quando gli viene impressa la magia ma non nascerà mai già magico cosa che invece può accadere con le reliquie.
    Gli Artefatti Propri vengono creati per rispondere unicamente al proprio padrone a cui sono connessi continuativamente.
    Essendo intrisi di energia e di Polvere, qualsiasi Artefatto è di per se più difficile da danneggiare o rompere, ma non impossibile.
    Gli Artefatti Propri sono classificati in classi a seconda delle loro caratteristiche e delle loro potenzialità, hanno tutti degli "slot" da riempire con delle specifiche tipologie di incantesimi o rune. Le rune o gli incantesimi impressi nell'Artefatto Proprio, una volta spesa la prima attivazione, saranno attivi fino alla loro disattivazione e agiranno a seconda delle specifiche caratteristiche o a contatto o sull'oggetto stesso, o eventualmente nell'area vicina seguendo le direttive di ogni incanto/runa quali area, funzionamento e simili (ma non numero di azioni o durata). Oltre a quelli di base già impressi nell'artefatto, si potranno comunque imprimere altre rune di incantamento, incantamenti runici e incantamenti caratteristici rispettando però le tempistiche e i limiti delle contemporaneità.

    Artefatti di I Classe
    Sono gli artefatti con la classificazione più potente, sono sia artefatti che vengono usati da molto tempo (l'utilizzo stesso e la "fedeltà" all'artefatto li ha portati ad evolvere e diventare sempre più potenti) ma anche di possedimento di maghi che hanno saputo padroneggiarli in modo sopraffino, di conseguenza sono i più potenti della categoria. Questi artefatti hanno cinque slot che si possono riempire liberamente con rune di incantamento, incantamenti runici e incantamenti caratteristici (possono anche essere tutti di un tipo o tutti diversi, a vostra discrezione).
    Artefatti di II Classe
    Gli artefatti di media potenza sono in questa categoria, solitamente quelli che sono stati utilizzati per molto tempo dalla stessa persona, l'utilizzo stesso e la "fedeltà" all'artefatto li ha portati ad evolvere e diventare sempre più potenti. Tradizionalmente gli artefatti dei martiri o degli eroi infatti sono considerati in questa classificazione, ma non quelli di maghi estremamente dotati perché tendono invece ad evolvere nella I Classe. Questi artefatti hanno quattro slot che si possono riempire liberamente con rune di incantamento, incantamenti runici e incantamenti caratteristici (possono anche essere tutti di un tipo o tutti diversi, a vostra discrezione).
    Artefatti di III Classe
    Gli artefatti di III Classe sono i meno potenti della classificazione, di solito sono artefatti che vengono usati da anni ma non così tanti da essersi evoluti in artefatti superiori. Oppure sono artefatti secondari, ciò significa che le energia e la "fedeltà" del mago viene incanalata più dal primo, relegando i secondari a non evolvere mai. Questi artefatti hanno tre slot che si possono riempire liberamente con rune di incantamento, incantamenti runici e incantamenti caratteristici (possono anche essere tutti di un tipo o tutti diversi, a vostra discrezione).

    Quante rune di incantemento si possono avere?

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    Come fare
    Creare un Artefatto Proprio
    La fase uno per inventare il proprio Artefatto è quella di decidere se gli si vuole dare l'utilità di un'arma o di un oggetto non offensivo, o persino anche protettivo. Mettendo il caso di un Artefatto di Classe III che vuole essere un'arma, si dovrà pensare poi a che tipo di arma si desidera, focalizzandosi da prima sull'oggetto che si vuole usare come base per l'Artefatto. Ad esempio, semplicisticamente una pistola che genera danni da fuoco. L'Artefatto di Classe III ha tre slot liberi:
    • Tramite l'incantamento caratteristico gli si potrà donare la caratteristica della skill "Rhapsody in blue" di Elementale (30L II Lezione I Anno), ovvero anziché sparare dei proiettili di metallo sparerà dei proiettili di fiamme blu. Questo è un esempio, tramite l'incantamento caratteristico si possono donare caratteristiche di qualsiasi skill e sarà a discrezione del player decidere come declinarla – ad esempio in questo caso la pistola avrebbe potuto sparare anche dei fasci, così come avvolgere un vero proiettile del caricatore.
    • Inserendo un incantamento runico, si potrebbe ad esempio imprimere la Runa Ambientale Othila, in modo tale che una volta che il proiettile di fuoco colpisce il bersaglio la Runa Ambientale lo cristallizza, potrebbe cristallizzare il bersaglio, o il fuoco stesso, oppure cristallizzare il bersaglio con il fuoco in un'unico corpo rendendogli difficile liberarsi dal proiettile di fuoco. Insomma, anche qua è possibile declinarlo nel modo in cui si preferisce.
    Precisazioni
    È importante che l'effetto degli incantamenti runici o degli incantamenti caratteristici siano unici, cioè una volta scelto non si potrà cambiare. Ad esempio, se si è scelto che la pistola spara fasci di fuoco blu, non potrà poi all'improvviso prendere a sparare proiettili e nel post successivo di nuovo fasci.
    Inoltre gli incantesimi di runica e di altre materie che si possono inserire negli Artefatti devono essere sbloccati, non si potranno inserire incantesimi di una votazione superiore a quella che si possiede o di branche non conosciute.
    Imprimendo poi una runa di incantamento si otterrà semplicemente uno degli effetti descritti nella runa, senza possibilità di declinarlo o modificarlo in alcun modo.

    Cosa sono e come funzionano
    Pitture runate
    Gli sciamani runici credevano e credono tutt’ora che gli umani abbiano una naturale affinità con gli alberi. Siamo infatti disposti in modo simile, secondo ad esempio la dottrina delle segnature (è un'antica forma di conoscenza che studia l'aspetto, o appunto il «segno», con cui ogni elemento naturale si presenta, svelando per analogia la sua funzione terapeutica delle parti del corpo umano più simili ad esso) e così via. L'albero rappresenta inoltre anche il ciclo della vita e la possibilità di mettere in relazione le tre parti del cosmo: il sottosuolo (le radici), la terra (il tronco) e il cielo (la chioma).
    Gli alberi e le forze runiche quindi sono associati, sintonizzandosi a loro volta con gli esseri umani formano un canale attraverso cui le qualità runiche possono essere trasmesse più direttamente. Questo accade, nella modernità, con le cosiddette pitture runate. Polveri, formate principalmente dalla cenere di questi alberi e altri componenti vegetali, che possono essere utilizzate secondo varie modalità. Naturalmente il mago necessita di attivarle con l’energia del cosmo/divina per poterne sfruttare le potenzialità magiche.

    Come funzionano
    Ogni personaggio possiede quindi un tot di polveri che può portare sempre con sé e che non occupano spazio nell’inventario (andranno comunque segnate negli oggetti di Magia Runica). Può portarle tutte o anche solo quelle che utilizza più spesso.
    Per utilizzarle il mago necessita di utilizzare la skill [Pitture runate] per attivarle. Nei cinque turni di attivazione potrà decidere di usarle come base per disegnare altre rune oppure di sfruttare il loro potere diretto come preferisce.
    Si possono usare unicamente come polveri, sparse per terra per disegnare rune o sigilli per esempio. Possono essere mischiate con delle vere e proprie pitture per poterle spalmare sul corpo e disegnare altri tipi di rune sulla pelle o semplicemente attivarne le potenzialità direttamente su sé stessi. Possono essere disciolte in qualche liquido per essere ingerite, inserite in pozioni, o bagnare un qualche oggetto per conferirgli le caratteristiche della pittura runata.
    Gli usi sono vari e il limite è solo la fantasia del personaggio, oltre che la funzionalità, una pittura runata usata in modo improprio semplicemente non funzionerà.
    Si possono mischiare al massimo 3 pitture runate insieme. Se gli effetti di queste pitture vanno in contraddizione tra loro l’effetto finale sarà imprevedibile e incontrollato.


    Teoria Energetica runica

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Energetica runica;
    2. Aletiometro;
    3. Rune della Polvere;
    4. Inserto storico.


    Energetica runica in generale
    Introduzione
    L'utilizzo della Magia Runica al fine di creare delle armi è noto fin da tempi antichi, nella maggior parte degli angoli del mondo in cui la magia legata ai simboli si è sviluppata. Tuttavia, col progredire delle conoscenze magiche, questa applicazione è andata perdendosi, fin quasi ad essere dimenticata. Recente è la riscoperta di questi incantesimi, specialmente grazie all'immensa opera di conservazione e perfezionamento perpetrata da una secolare cerchia di maghi dell'est del continente africano, così come da alcuni monaci del Nepal.
    Da dopo la scoperta della Polvere inoltre, si è anche scoperto che la tecnica dell'Energetica Runica può anche spaziare in una manipolazione più fine della Polvere stessa, oltre che dell'energia divina o cosmica scelta a seconda del Cammino intrapreso. Riuscire a manipolare con coscienza, precisione e accuratezza la Polvere, è molto difficile in quanto si tratta sempre di particelle molto piccole e instabili, l'utilizzo della maggior parte delle skills di Magia Runica è infatti più che altro basato su una manipolazione indiretta, tramite l'energia divina/cosmica, mentre qui si inizierà ad imparare un intervento più diretto sulla Polvere stessa.

    Aletiometro e divinazione con la Polvere
    Per quanto riguarda un incantesimo di interpretazione lanciato al di fuori di una quest o di una lezione, basta seguire questo link e digitare nell'apposito spazio la domanda del giocatore. Il responso uscirà automaticamente, le tre rune con il loro orientamento (dritte o capovolte) e una risposta sommaria già interpretata, anche runa per runa. Starà poi al personaggio contestualizzare il responso ricevuto. In quest la skill verrà gestita dai master.
    Note per i master: normalmente, quindi nel nostro mondo fuori del GDR, le rune vengono lanciate per rispondere a specifici quesiti, o per divinazioni più ampie, come l'analisi di una situazione. Hanno una caratteristica: quanto più è specifica la domanda, quanto meglio funzioneranno. La domanda per questo genere di richiesta deve essere una che preveda una risposta “sì/no”, o comunque che lasci poco spazio all'interpretazione nella risposta. Esempio: “Domani ho un esame, lo supererò?” Esce Algiz dritta: vai scialla. Esce Perthro capovolta: sei nella bratta fino ai capelli.
    Quindi, come applichiamo questo sistema in quest? Sta ai master scegliersi una runa a casaccio (anzi tre, visto che abbiamo optato per il responso a tre rune, siamo fighi) che calzi con un esito negativo o positivo, per dare l'indicazione precisa richiesta. Es: B ha chiesto alle rune se ci sono altre falle. Ha superato la CD. Io master che faccio? Scelgo tre rune secondo il sacro principio del “a caso”, magari una capovolta e due dritte, tutte e tre dritte, e gliele esito come “Sì, baby, ce ne sono altre”.

    Rune della Polvere
    Naudiz, Algiz e Gebo
    Alcune rune del Futhark più di altre, hanno un carattere particolare, capacità individuali di interagire con i livelli energetici dell'ambiente circostante e con la Polvere in modo assolutamente distintivo. Spesso rispondono alle inclinazioni personali del mago sull'utilizzo della manipolazione della Polvere e prevedendo per il loro utilizzo una forte componente di volontà. A questa categoria appartengono Naudiz, Algiz e Gebo, rune rispettivamente conosciute come specifiche dei maghi più individualisti, caratteristiche di maghi più votati all'apertura con l'altro, oppure ancora di maghi dalla personalità fortemente autodifensiva, che hanno l'intenzione di sopravvivere all'altro.

    Storia dell'Energetica della Polvere
    Inserto storico
    Il modello alfabetico latino ebbe un forte impatto sul fuþark, stimolandolo a evolvere e trasformarsi in una nuova sequenza, mentre le formule delle iscrizioni si modificarono secondo i nuovi canoni culturali e il nuovo contesto in cui si trovarono a essere impiegate.
    La diffusione dell’utilizzo dell’alfabeto latino in fase medievale portò a percepire la necessità di ritornare a una sequenza più ricca di caratteri attraverso la quale restaurare la proporzione tra segni e suoni, come ai tempi del fuþark antico. Una delle tecniche utilizzata fu quella di aggiungere dei punti sulle antiche rune per crearne di nuove, da cui il nome di rune puntate, aumentando il numero complessivo dei caratteri.
    Questa nuova corrispondenza tra suono e segno permise di aumentare le possibilità sonore dell’utilizzo delle rune con manipolazioni più sottili dell’energia della Polvere, allora ancora considerata wyrd (approfondimento) per arrivare all’arte del potere delle parole, presente nella branca magica che oggi definiamo Magia Antica – e più nello specifico Magia Arcaica. Non solo, è stato proprio grazie al latino e alle tecniche magiche degli Antichi Greci che si è vista questa influenza.
    Infatti, gli antichi Romani nell’espressione "nomen omen" ("Il destino nel nome"/ "Un nome un destino") racchiudevano la credenza per la quale nel nome proprio sarebbe inscritto il destino della persona.
    Nel Medioevo nasce infatti, nasce anche l’usanza di dare nomi alle armi, e da qui anche la tecnica del Vero Nome dato agli oggetti viene ripreso da idee più antiche di qualsiasi ritrovamento storico – l’unico motivo per cui è confermato non fosse un’invenzione del periodo è per via dell’esistenza di annotazioni quali «come gli Antichi facevano» e simili.


    Teoria Metamagie

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Metamagie.


    Cosa sono e come funzionano
    Metamagie
    Come nota per il funzionamento tecnico, gli incanti di Metamagia vanno castati strettamente immediatamente prima dell'incantesimo bersaglio. In pratica, unendo ad un incantesimo la metamagia, è come se il dato incantesimo costasse più azioni, il prezzo necessario a renderlo più forte. L'immediatezza rende anche ragione del fatto che non più di un incantesimo di metamagia sia castabile sullo stesso incantesimo bersaglio a meno che non si utilizzi uno specifico metodo (vedi skill).
    Altro N.B. necessario: non tutti gli incanti di metamagia possono essere applicabili a tutti gli incantesimi, in generale. Gli incantesimi bersaglio devono necessariamente essere coerenti con la metamagia che andrete ad applicare, altrimenti gli effetti saranno per forza di cose imprevedibili.

    Quante metamagie si possono avere e usare?
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    Edited by hime. - 8/6/2023, 09:57
     
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    Inserto storico e mitologico

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Storia delle rune;
    2. Mitologia delle rune.


    Storia delle rune
    Inserto storico
    Le pratiche magiche associate all'utilizzo delle rune sono nate in contemporanea con le pratiche divinatorie. Infatti l'incisione di rune sulle armi dei guerrieri per propiziare la vittoria in battaglia o le incisioni runiche sulle tombe per accompagnare il defunto nel suo viaggio eterno, rappresentano i primi esempi di Magia Runica.
    L'utilizzo di questo tipo di magia era una prerogativa degli "sciamani" nelle tribù, in quanto le prime forme di Magia Runica si basavano con un contatto più diretto con la Polvere e si avvicinavano di più alla Magia Antica rispetto a come funziona al giorno d'oggi.
    Erano quindi molto pericolose se non si sapeva esattamente come usarle.
    In America Settentrionale le rune furono scoperte dagli indigeni molto tempo addietro, ancora prima della colonizzazione inglese o della scoperta europea dell'America, per via dei primi arrivi sul continente da parte dei Vichinghi nel lontano X Secolo. Nonostante le difficili relazioni con i nativi americani, chiamati dai Vichinghi Skræling, questa popolazione lasciò comunque la sua impronta prima di lasciare il continente americano. Anni dopo, i primi maghi americani, riscoprirono le loro tracce, soprattutto nel Maine, dove fu ritrovata una moneta norvegese risalente al regno di re Olaf Kyrre (1067–1093), in un sito archeologico dei nativi americani dello stato e le studiarono, apprendendo i segreti della Magia Runica norvegese e da lì in poi tutte le altre tipologie.

    Mitologia delle rune
    Origine delle rune a livello mitologico
    L'Edda Poetica ci narra di come Odino diede origine a questi importanti simboli e spesso li cita tra i suoi versi.
    Odino infatti, nella sua costante ed estenuante ricerca della conoscenza, si appese a testa in giù ai rami di Yggdrasil, l'albero del mondo. Con un ramo del grande frassino era stata creata Gungnir, la lancia che si conficcò nel costato, e così, ferito e agonizzante, dondolò per nove giorni e nove notti, sferzato dal vento, come ci dice lui stesso, in quello che appare chiaramente come un rito iniziatico.
    Ogni sciamano, di qualsiasi cultura faccia parte, compie un rituale di morte e rinascita. Quando Odino dimostra di essere pronto a tutto, anche a varcare le soglie della morte, pur di ottenere il potere e la conoscenza, allora diviene un iniziato e dal suo sangue e dalla sua sofferenza nasceranno le rune.
    Il sangue di Odino sgorgò dalla ferita al petto, bagnando il suolo e colorandolo di rosso. Il dio era appeso a testa in giù e, mentre il vento lo sferzava, guardò verso il basso, notando che i rivoli di sangue avevano creato per terra degli strani disegni. Tramite la sua sofferenza, usando il proprio sangue, Odino aveva creato le rune.
    Il dio fece successivamente dono delle rune agli uomini, quando questi segni, vivificati per immersione nel sacro idromele, vennero mandati attraverso tutti i mondi.

    La Polvere vista come Wyrd
    La Polvere, dagli antichi norreno e nella loro mitologia, veniva chiamata wyrd. Wyrd era la “tela magica” composta da “fili energetici” che interconnettevano tutto, eventi e persone.
    Secondo la visione filosofica/mitologica, il Wyrd ha una struttura intricata in cui vi sono dei punti fissi a cui l’uomo deve giungere inevitabilmente, a prescindere dalle sue scelte e dalla strada che intraprende e con cui prima o poi deve misurarsi perché se no continuerà ad incontrarli; e poi ci sono punti modificabili dalle scelte compiute. Le rune leggono proprio questi punti modificabili nel Wyrd di ogni uomo, il che le rende uno strumento importantissimo.
    Da qui deriva l’esistenza dei Cammini, entrambi spirituali ma focalizzati su una visione diversa del divino, tra vere e proprie divinità e cosmo, che accompagna l’uomo in un’evoluzione spirituale attraverso l’uso delle rune e il contatto con la Polvere. Ciò è possibile perché le rune sono dei veri e propri archetipi, in esse è racchiuso ogni aspetto della vita umana, che può venire alla luce proprio attraverso questi simboli.


    La Polvere: un focus scientifico

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. La Polvere a livello subatomico e la Particella di McCall;
    2. Differenza nella Magia Antica.


    La Polvere a livello subatomico
    Caratteristiche della Particella di McCall
    La Particella di McCall è una particella elementare (quindi indivisibile e quindi non composta da particelle più semplici), una particella-forza poiché portatrice di una delle cinque forze fondamentali (sono le interazioni o forze della natura che permettono di descrivere i fenomeni fisici a tutte le scale di distanza e di energia e che non sono quindi riconducibili ad altre forze): l'interazione magica. Per questo motivo la Polvere viene anche chiamata la particella della magia colloquialmente, chiamata anche quanto della magia.
    È solitamente indicata con il simbolo D0.
    È una particella priva di massa che può decadere spontaneamente. Ha due stati di polarizzazione (indica il dualismo onda-particella) descritto da un vettore onda che genera il “campo di McCall” detto più semplicemente Polvere. La Polvere è infatti, in realtà, il campo che trasporta la Particella di McCall nonostante colloquialmente si parli della Polvere come del campo e del quanto (particella).
    Non si sa da che processo venga emessa la Particella di McCall ma è presente da che ne si ha memoria.
    Sia nel vuoto che non la Particella di McCall si propaga costantemente alla velocità della luce c. Ha spin 1 e media l’interazione magica come già detto. Dato che trasportano energia è influenzata dalla gravità.
    La carica elettrica (determina l'intensità e il verso dell’interazione) delle Particelle di McCall è estremamente grande e potente superando addirittura quella dei fotoni. In fisica il suo raggio viene considerato infatti infinito come quello della luce, che per questo può arrivare fino alla Terra da galassie lontane interagendo con gli atomi dell'atmosfera, dei nostri occhi e dei nostri telescopi. Per questo motivo la Polvere riesce ad agire su un estremo ampio spettro arrivando ovunque nella dimensione in cui si trova e depositandosi su qualunque cosa.
    Un’altra caratteristica particolare della Polvere è la cosiddetta carica di colore (che è la forza che tiene unite le molecole subatomiche). La carica di colore della Particella di McCall le rende tutte opposte a sé stesse in modo che si attirino una con l’altra, ma anche opposte a determinate altre molecole su cui poi la Polvere si deposita. Il criterio secondo cui sono opposte a queste altre molecole è ancora in fase di studio.

    Differenze nella Magia Antica
    Recenti studi hanno dimostrato che durante l’utilizzo delle tecniche di Magia Antica, viene modificata la vita media della Particella di McCall. Viene infatti alzata, abbassando di conseguenza le probabilità di decadimento generando quindi un processo di accumulo estremo di magia che per questo, grazie anche alla carica di colore e alla carica elettrica, diviene quasi incontrollata.
    Vista la modifica ingente che viene effettuata a livello subatomico della Particella di McCall, nell’utilizzo delle tecniche di Magia Antica, queste necessitano di un ammontare particolare di energia. Per questo è detto che la Magia Antica si nutre del mago e da qui deriva anche l’utilizzo dei sacrifici come ausilio, per riuscire a controllare e quasi “ingraziarsi” la Magia Antica attraverso il suo fondamento meritocratico.


    Seidr e divinazione runica

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cosa è il seidr?
    2. Divinazione runica, cos'è e come funziona.


    Sciamanesimo runico
    Cos'è il seidr
    Il seiðr è un tipo di magia sciamanica di tradizione nordica e germanica che consentiva di assumere il fjölkungi, cioè "il più grande potere”. Il seidr era un tipo di magia utilizzato fin nella tarda età del ferro scandinava e l'etimologia del termine è associato ai concetti di prevedere, di legare e di filo. La mitologia dice che fu Freya a insegnare quest’arte agli altri déi. Anche se è verosimile che la tecnica del seiðr sia addirittura di derivazione lappone, poiché etimologicamente il termine nordico è riconducibile al finnico soida ‘suonare’, soittaa ‘suonare uno strumento’, ed è probabilmente entrato nel lessico indoeuropeo come prestito dall’ugrofinnico.
    Si basa sulla manipolazione della Polvere in una maniera più sottile e per questo permette la divinazione e di intaccare la magia degli altri, si diceva infatti anche al tempo che fosse possibile «privare un individuo della sua forza e della sua intelligenza per anche trasmetterle a qualcun altro».
    Le metamagie, l’abiurazione e la mimesi, così come la divinazione della Polvere (in qualunque forma venga fatta) ne fanno parte.
    La parola seiðr si crede derivi dal proto-germanico saiðaz, collegato al lituano saitas “segno, predizione”, derivante dal proto-indoeuropeo soi-to- “corda” e la sua radice seH2i- “legare”. Gran parte delle pratiche di abiurazione e di altra manipolazione sottile della Polvere prevedono infatti l’arte del “legare” la magia nelle trame delle particelle di McCall, oltre che gli specifichi incanti abiurativi di legatura e la magia dei nodi – es: Armonie.
    Grazie al Seidr si può arrivare a trance mistiche di particolare potenza che permettono di viaggiare nei 9 mondi dell’Albero Yggrdasil.
    Alcune antiche pratiche prevedono di mangiare cuori di diversi animali e bere tisane che stimolino la trance, il tutto accompagnato da suoni e canti, spesso guidati da un animale di potere (dàimon) – solitamente erano predatori della terra come lupi e orsi, poiché quello runico è una tipologia di sciamanesimo guerriero.

    Approfondimento
    Divinazione runica
    Nel terzo anno, nella lezione di Energetica Runica, si viene iniziati all'arte della divinazione della Polvere attraverso l'Aletiometro. Esistono però altri metodi, alcuni antichi altri meno, e trovano le origini proprio nelle tecniche del seidr utilizzando le rune e il loro significato divinatorio, archetipale e simbolico.
    Non tutte le rune hanno un rovescio, alcune hanno la medesima forma in qualsiasi verso le si guardi.
    Le rune, come abbiamo visto, hanno significati non troppo specifici, in quanto non determinano in modo esatto il futuro. Vanno piuttosto intese come delle guide: attraverso la lettura delle rune, possiamo riflettere sulla nostra situazione da un punto di vista nuovo, o fare un'analisi introspettiva a partire dagli aspetti messi in luce dalla divinazione.
    Le fonti ci ricordano che alle rune è necessario accostarsi con rispetto, altrimenti la loro saggezza non riuscirà a venirci in aiuto. Non si tratta certo di simboli qualsiasi; sappiamo che ebbero origine dal sangue e dal sacrificio del dio della sapienza, della guerra e della magia, perciò vanno utilizzate con grande consapevolezza.
    Esistono diversi metodi di divinazione delle rune (che non è la divinazione della Polvere, che invece è una tecnica più ampia che comprende anche quella delle rune).
    È possibile fare della divinazione runica in quest, ma il personaggio deve avere un set di rune fisiche nell'inventario, e costerà un'azione.

    Metodo delle Tre Norne
    In questo tipo di divinazione si pescano tre rune, concentrandosi sulla domanda che si desidera porre e affidandosi all'ispirazione del momento per scegliere in modo del tutto casuale e spontaneo tre di esse, una dopo l'altra. Si dispongono quindi da sinistra verso destra sullo spazio a loro dedicato, che può essere una stoffa di colore chiaro.
    La prima runa è legata al passato: rappresenta ciò che sta alla base del problema, le sue radici o la situazione alla sua origine. La seconda è la runa del presente: fornisce un utile spunto per valutare la situazione attuale, suggerendo un aspetto in particolare da tenere in considerazione. Infine vi è quella che presiede il futuro: ci è dato un piccolo scorcio sul modo in cui la situazione potrebbe evolversi, ma sta a noi, sulla base di quanto scaturito dalle nostre riflessioni grazie alle due rune precedenti, comprendere il messaggio, che può essere un avvertimento o un segno di speranza.
    Bisogna ricordare che le rune che spontaneamente appoggiamo possono presentarsi dritte o capovolte, ed è necessario lasciarle nella posizione in cui sono uscite, perché da essa dipende il tipo di consiglio che ci vogliono dare. Ciascuna runa va inoltre presa in esame in relazione alle rune che ha accanto.

    Metodo della ruota cosmica
    In questo tipo di lettura si estraggono quattro rune, una per ciascun momento di passaggio stagionale, ovvero solstizi ed equinozi. Vengono disposte in modo da creare un rombo che ha come estremità superiore la mezza estate, quindi sulla destra l'autunno, in basso il solstizio invernale e a sinistra il sopraggiungere della primavera. In questo modo si riuscirà a riflettere sull'anno in corso o su quello che sta per cominciare, ricevendo indicazioni legate a ciascun periodo.
    Anche in questo caso, l'apparire di rune dritte o rovesce va tenuto in considerazione, così come l'ordine in cui sono disposte.

    Metodo del lancio spontaneo
    Questo è forse il sistema più vicino a quello usato alle origini e richiede che, dopo la meditazione o l'invocazione alla divinità, tutte quante le rune vengano lanciate sulla stoffa. Quelle uscite a faccia in giù (ma in questo caso non si intendono quelle capovolte, bensì le rune di cui non è visibile il simbolo, poiché sono ricadute mostrando il lato normalmente posto sul retro) vengono messe da parte, o semplicemente ignorate, mentre si analizzano con attenzione le altre.
    Talvolta è possibile che le rune abbiano formato, nel loro disporsi casualmente, un simbolo riconoscibile, e in questo caso va recepito come il tema portante della divinazione. Le rune vengono lasciate dove si trovano, sapendo che quelle più vicine al centro sono maggiormente rilevanti per comprendere il problema al quale si cerca soluzione, mentre quelle più distanti possono offrire qualche suggerimento, ma di carattere minore.
    In questo caso le rune non hanno un ordine ben preciso in base al quale interpretarle, seppur quelle centrali abbiano maggior rilevanza, ma bisogna tener conto di quelle capovolte, mentre può essere utile anche valutare quali rune non facciano parte della soluzione, poiché cadute a faccia in giù e quindi non visibili nel grande disegno generale.
    Per quanto riguarda il tema portante, non sempre sarà possibile riconoscere la forma di una runa, composta dalla disposizione casuale derivata dal lancio, ma non lo si deve considerare un problema, e soprattutto non bisogna forzare la lettura, cercando di vedere un simbolo dove invece non c'è. Il responso delle rune va accettato come viene, in quanto si tratta di uno spunto di riflessione.

    Metodo della fonte del fato
    Con questo tipo di lettura, poniamo una domanda che riceverà una sola risposta. Dopo essersi concentrati sul problema, si pescherà un'unica runa, disponendola come esce, sia essa dritta o capovolta, valutando poi quale tipo di significato possa avere. Non c'è da spaventarsi nel caso in cui appaia una runa capovolta o dal significato negativo, perché si tratta sempre di una parola di conforto o di avvertimento, e spetterà a noi, in base alle conclusioni tratte da un'attenta analisi, prendere spunti di azione che possano influenzare positivamente la nostra vita.


    Promesse

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cosa sono le promesse;
    2. Come si ottengono.


    Cosa sono
    Introduzione
    Sono skills di fine percorso, il mago può decidere di stringere una Promessa (un vero e proprio giuramento) con la Polvere o con la sua divinità se ha svolto il Cammino Divino, in questo modo otterrà dei potenziamenti.
    Una Promessa non è solo una skill in più, è l'apice di un percorso spirituale, è una filosofia di vita che il mago deve scegliere di intraprendere e di fare sua, completamente e totalmente. Infatti, non è casuale che esistano i cosiddetti "Cammini" in Magia Runica, poiché nella sua filosofia questi vengono intesi come dei veri e propri percorsi spirituali che portano all'evoluzione psicologica, spirituale ed emotiva di una persona.
    Vien da sé, quindi, che una persona che non ha trovato il suo equilibrio spirituale (che può essere anche un equilibrio che per gli altri viene definito "disequilibrio", è del tutto soggettivo), non potrà stringere alcuna Promessa. Il PG che sceglie di stringere Promessa Divina, in caso il suo Cammino sia appunto di stampo divino, dovrà rispettare la filosofia della sua religione invece.
    Una Promessa dev'essere scritta nel linguaggio runico scelto e poi enunciata una sola volta nella vita, in caso di Promessa Divina dovrà essere scritta nella lingua della divinità scelta. Devono essere scritti su carta pergamena a pennarello rosso e dopo l'enunciazione bruciati.
    I potenziamenti scelti devono essere coerenti con il proprio gioco, l'anima e il modo di vivere la promessa del proprio personaggio.

    Promessa Cosmica
    La Promessa Cosmica prende il nome di Vanatru e si focalizza sugli aspetti più antichi della spiritualità, molto più legati alla fertilità della vita, sulla magia, la creazione, miti e rituali. Una spiritualità molto più orientata alla natura – la Polvere quindi – senza l’organizzazione religiosa fortemente strutturata dell’Asatru.

    Promessa Divina
    La Promessa Divina prende il nome di Asatru (dall'unione dei termini norreni "asà" e "trù", che significano approssimativamente "fede negli Asi", dove con Asi ci si riferisce alle divinità). Questa Promessa quindi assume un significato più di preghiera o atto devozionale in quanto si riferisce direttamente ad una divinità. Non è altro che una richiesta, infatti, di ottenere il suo favore senza necessariamente proseguire con una consacrazione.


    Magia dell'Anima

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cos'è e come funziona;
    2. Approfondimento sull'anima e il suo utilizzo in Magia Runica;
    3. Inserto storico.


    Cos'è e come funziona
    L'anima in Magia Runica
    Per comprendere come funziona la magia dell'anima e come essa può essere usata come fonte di energia per gli incantesimi, dobbiamo prima approfondire la teoria dell'anima come forma di energia.
    Secondo la teoria del corpus + animus + genius (Harris Woods, Alistair Cox, 1979), l'anima è l'essenza di un essere vivente che persiste dopo la morte del corpo fisico, la parte vitale e spirituale distinta dal corpo fisico. Essa è composta da tre parti: il corpus, il corpo particellare e materiale; l'animus, l'anima come forma di energia che anima il corpo e l'identità della persona, e il genius, la parte cognitiva che traduce l'input dell'animus e permette al cervello umano di associarvi dei significati.
    Un’altra teoria di più recente fattura (Nova Bishop, 2020) parla di come l’animus in sé sia suddivisa in due sotto-tipologie. L’anima è quindi suddivisa in due “scintille creative”: l’anima-corpo (körperseele) e l’anima-ego (freiseele). Queste due parti sono intrinsecamente legate per cui al muoversi di una, prima o poi si muoverà anche l’altra.

    L'energia animica e la magia dell'anima
    L'energia animica o l'energia dell'anima, è l'energia dell'anima e può essere utilizzata per alimentare gli incantesimi, ma solo se è stata estratta correttamente e utilizzata in modo consapevole e controllato.
    La teoria più accreditata, a prescindere da quale sia la base teorica dell'anima a cui si fa riferimento, dice che l'energia animica manipolabile dal mago viene generata tramite una fissione animica, cioè suddividendo forzatamente due o più parti dell'anima e liberando quindi una grande quantità di energia libera appunto, che il mago può utilizzare.
    L'equazione che descrive la generazione di energia animica è: E = mc^2 (dove E rappresenta l'energia animica generata, m rappresenta la massa della parte1 separata dalla parte2 e c rappresenta la velocità della luce).
    Questa equazione suggerisce che una piccola quantità di massa può generare una grande quantità di energia animica.
    Ogni qual volta però avviene questa fissione animica, parte dell'anima della persona viene consumata per la reazione venendo quindi trasformata in risultato energetico, di conseguenza l'anima perderà letteralmente dei pezzi. Infatti, è importante sottolineare che l'energia animica non è infinita e non deve essere usata in modo sconsiderato. L'uso eccessivo dell'energia animica può portare conseguenze gravissime sulla salute fisica e psicologica dell'individuo. Inoltre, poiché l'energia animica è legata all'identità e all'essenza dell'individuo, il suo utilizzo può comportare un forte impatto sulla personalità dell'individuo stesso.
    La magia dell'anima, quindi, richiede una conoscenza profonda dell'energia animica e del modo in cui essa può essere estratta e utilizzata. Inoltre, l'utilizzo dell'energia animica richiede anche una forte capacità di concentrazione e di controllo mentale, poiché è facile perdere il controllo dell'energia animica e causare conseguenze indesiderate.

    Da dove viene e da chi
    Inserto storico
    Tra i primi utilizzi della magia dell’anima troviamo quello dei lapponi, che si diceva potessero farla uscire dal corpo e farle assumere sembianze diverse e riportare in vita i morti tramite il gandus, come descritto nell’episodio riportato dalla Historia. Difatti le tecniche utilizzate dai Lapponi all’epoca rientravano sotto la definizione di seiðr, studi recenti che hanno ipotizzato un particolare legame tra la Polvere e l’anima, considerato su cosa si basasse il seiðr, potrebbe confermare queste teorie.
    Altri esempi di magia dell’animi legati al seiðr sono stati trovati in una sepoltura femminile, un’iscrizione runica che presentava un incanto atto a riunire due anime nell’aldilà.




    Edited by hime. - 12/5/2023, 18:27
     
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    Teoria Abiurazione

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Introduzione al percorso specialistico di Abiurazione;
    2. La magia dei nodi e legature;
    3. Percorsi;
    4. Armonie e inserto storico;
    5. Abiuratori: inserto storico e sociale.


    Cos'è l'abiurazione
    Introduzione
    Il corso specialistico in Abiurazione prende il nome dalla principale pratiche che viene insegnata all’interno del percorso, ovvero la magia sfruttata per negare la magia stessa. Questa specialistica però non si riduce solo a questo.
    Nel triennio il mago runico ha appreso le basi della manipolazione dell'energia divina/cosmica o della Polvere, ne ha compreso l'insito legame con la magia, ed attraverso questo legame ha potuto sperimentarne la manipolazione. Con la specialistica impara a sfruttare questo legame per annullare gli incantesimi ed i loro effetti, ed arrivare a negare l'utilizzo della magia stessa, ma anche per agire sulla Polvere legandola e annodandole in modo più fine, ottenendo particolari conseguenze. L'abiuratore è un mago molto potente, capace di modificare a suo piacimento gli equilibri magici; è lo spezza-incantesimi per eccellenza.
    La specialistica di Abiurazione si serve delle tecniche di seidr (approfondimento).

    Magia dei nodi
    Annodare è legare, fissare, trattenere. In questo caso, la magia dei nodi si applica alla Polvere e al suo intesserla per ottenere degli effetti sulla magia stessa di un altro mago o di un oggetto, così come di un luogo (vedi Legature) o sulla magia delle rune (vedi Armonie).
    Esistono anche nodi particolari, provenienti sopratutto dalla tradizione celtica, che forniscono effetti diversi e particolari. A seconda della forma possono significare e agire diversamente, come ad esempio: un muro finemente intrecciata può impedire il passaggio dell’energia come una barriera, meno è stretta più lascia passare magia attraverso; un nodo circolare significa formare un percorso che segue ritmi precisi, scandisce lo spazio circolare come un percorso iniziatico.

    Abiurazione e Legatura
    Percorsi
    La specialistica di Abiurazione si divide quindi in due percorsi che si basano sulle stesse meccaniche ma differiscono in finalità:
    • Il percorso di Abiurativo che prende il nome dalla specialistica stessa si basa sulla finalità del negare la magia con la magia stessa.
    • Il percorso di Legatura si fonda allo stesso modo sul concetto del legare la magia ma per altri scopi che non mirano per forza a negarla.

    Una visione storica e sociale
    La figura dell'abiuratore
    Storicamente gli abiuratori non sono stati sempre ben visti nelle varie società magiche, se non appunto sotto la figura dello spezzaincantesimi. Il fatto stesso di negare la magia veniva infatti visto come una sorta di tabù, qualcosa che snaturava il mago nella sua veste più ancestrale.
    Eppure, benché ancora oggigiorno questa visione non sia affatto scomparsa, la figura dell'abiuratore permane, anche se in un numero esiguo di incantatori. Basti pensare al ruolo della guardia carceraria nella maggior parte delle prigioni magiche americane: abiuratori esperti in grado di rendere inoffensivi i prigionieri a loro affidati.


    Armonie

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cosa sono e come si usano;
    2. Come creare un'Armonia;
    3. Come funziona un'Armonia;
    4. Rune Accezione;
    5. Inserto storico.


    Armonie
    Cosa sono e come si usano
    L’arte di legare e connettere tra di loro le rune è quella di creare le cosiddette Armonie, le cui potenzialità sono molto maggiori di una semplice impressione runica, ma anche molto più complicate e incerte. Infatti il grande potere sprigionato da un'Armonia, può sfuggire facilmente dal controllo di chi la intreccia.
    L’Armonia, date le più rune che la compongono, avrà quindi una combinazione di effetti particolare e stratificata. Si tratta di una sorta di cantico di rune, una poesia che in sé contiene significati e rappresentazioni e parla quindi in una lingua simbolica. Possono essere legate da uno o più maghi runici insieme, minore è il numero di persone che la regge più l’Armonia sarà instabile e più sarà alta la possibilità che se ne si perda il controllo con conseguenze imprevedibili. Generalmente Armonie con meno rune sono più stabili.
    I maghi runici che sanno ricamare Armonie solitamente se le studiano in precedenza, sperimentandole più e più volte prima di utilizzarle in situazioni di stress o combattimento. Quindi spesso questi maghi hanno un set di uno o più Armonie "predefinite" che utilizzano sempre. Si può anche improvvisarne una sul momento ma non avendo degli studi pregressi precedenti, sarà probabilmente molto più instabile.
    Le Armonie possono essere ricamate anche sugli oggetti di qualunque tipo, non è importante la grandezza ma quanto il materiale sia in grado di assorbire meglio o peggio l'energia. Esistono infatti alcuni materiali che trattengono più facilmente la magia come ad esempio quelli porosi (es: legno), oppure ad esempio un materiale come lo specchio è scivoloso quindi anche la magia viene "riflessa" più facilmente, in generali materiali più lavorati e artificiali come la plastica sono più refrattari ad essere incantati – un eccezione a questa regola è la carta, che nonostante sia molto lavorata questa caratteristica la rende più porosa e quindi più adatta esattamente come trattiene l'inchiostro. In questo caso, più la superficie è grande, minore sarà il potere che sarà infuso poiché andrà a disperdersi più facilmente sul materiale, concentrandosi anche la dove ci saranno aree più porose.
    La Armonie vanno brevettate preventivamente nel topic Brevetti.

    Armonie
    Creare un'Armonia e usarla
    Creare un'Armonia è appunto un'opera di "scrittura" in un certo senso, bisogna darvi una forma e un ordine cronologico, un inizio, un climax e un finale nel suo scopo.
    La prima cosa a cui bisogna pensare infatti è lo scopo dell'Armonia, necessario è essere specifici in questo, così come in tutti gli altri elementi della ricetta, per questo è anche importante che se si vuole svolgere un'Armonia in gruppo persista un'idea comune di gioco di squadra, buona coordinazione e tempistiche, altrimenti si fallirà.
    Per creare un'Armonia è necessario decidere vari fattori:
    • Rune inserite nell'intreccio;
    • L'ordine di attivazione, è importante ed influisce in negativo o in positivo nella riuscita dell'Armonia;
    • Se l'Armonia dev'essere eseguita da una o più persone, chi attiva quale runa in caso di una coreografia e se è necessario che alcune vengano armonizzate insieme;
    • Accezioni, atti simbolici, oggetti rappresentativi;
    • Stesura della pergamena runica da enunciare quando si intreccia l'Armonia, in cui viene riportato in maniera chiara qual è lo scopo dell'Armonia.
    Le rune utilizzabili nelle Armonie sono le seguenti:
    • Tatuaggi runici
    • Rune ambientali
    • Rune artefatti
    • Rune segrete (skills segrete)
    • Rune brevettate
    • Rune con impressioni di altri incantesimi

    Come funziona un'Armonia
    Le Armonie non hanno limitazioni né di spazio, né di turnistiche. Cosa significa? Che l'area di effetto di un'Armonia, a seconda del quantitativo di energia usata, di quali rune vengono scelte e di quanti maghi la praticano e di dove si posizionano, può raggiungere grandezze anche di chilometri.
    Allo stesso modo, il potere di un'Armonia solitamente cresce di turno in turno. Questo significa che l'Armonia si potrà automaticamente modificare in base ai cambiamenti nell'ambiente oltre che ai maghi che l'hanno intessuta.
    Ferite a chi intesse l'Armonia, scossoni o disarmonie energetiche, possono far "vacillare" la gestione delle energie sino al collasso o all'esplosione, specialmente in caso di lesioni o di difficoltà che portano ad una complessità nel mantenere la concentrazione.
    Inoltre, quando si esegue un'Armonia non è possibile utilizzare altre skills di Magia Runica o di altre branche della magia che sfruttando le energie, perché il mago è impegnato a gestire l'energetica dell'Armonia per tutto il tempo della sua durata, finché non la interrompe o ne perde il controllo.
    Nelle Armonie si possono usare delle Rune Accezione (vedi sotto) al posto del nome di una, o più persone per coinvolgerle direttamente nell’Armonia – così che a esso si colleghino direttamente i significati e quindi anche gli effetti. Quando una runa viene utilizzata per sostituire il nome, e così esprimere un concetto, si dice che viene utilizzata nella sua funzione ideografica e tecnicamente è detta begriffsrune.

    Rune Accezione utilizzabili solo nelle Armonie
    Le Rune Accezione permetteranno di dare appunto un'accezione alle Armonie, per spingerle più in una direzione concettuale rispetto ad un'altra. Questa tipologie di rune si possono utilizzare solo e soltanto quando si ricamano le Armonie.
    Le Rune Accezione sono creabili sul momento, sarà necessario semplicemente disegnarle su un supporto o comunque renderne visibile il disegno in qualche modo, e saranno del tutto personalizzabili dal mago runico che le sta creando. Una Runa Accezione è infatti solo un simbolo. Un simbolo che può venire di qualsiasi cultura, religione, culto e così via, l'accezione concettuale che rappresenta sarà quella inserita dell'armonia. Un esempio può essere il famoso Uroboro che simboleggia un tempo ciclico e potrebbe essere utilizzato per rafforzare un processo innescato dall'Armonia così che si ripeta in un loop.
    Si possono usare anche le rune dei vari alfabeti già studiati nel loro significato divinatorio (che potete trovare a questo link).
    Quando si utilizza una Runa Accezione nel post si dovrà ben descrivere il perché si è scelto quel simbolo, che cosa simboleggia e come lo si vuole utilizzare nell'Armonia. Stando attenti a non cadere nella differenza tra simboli e allegorie che non possono essere utilizzate come Rune Accezione; quest'ultima si esprime preferibilmente tramite il linguaggio mentre il simbolo contiene di per sé quello che vuole significare.
    Un simbolo è qualcosa di più concreto, statico, assoluto rispetto all'allegoria. Per esempio, un'aquila può essere simbolo di regalità, di forza, ecc. Anche un'aquila in volo o in un'altra azione generica spesso ha valenza di simbolo, indipendente dal contesto entro il quale viene posta. Quando invece il contesto è basilare nell'interpretazione si parla di allegoria; un'aquila che, all'interno di una narrazione, scenda dal cielo e faccia una serie di azioni significative può rappresentare un'immagine più complessa (ad esempio simboleggiava il Sacro Romano Impero e in base alle azioni che può compiere nello specifico si può estrapolare una situazione politica specifica).

    Armonie
    Inserto storico
    Le Armonie sono, storicamente, una forma più alta di galdr, sfociante nel seiðr, che consiste appunto nel legare più rune insieme.
    La prima testimonianza di Armonia nel mondo antico che possediamo è nella leggenda di Skírnir, un messaggero mandato per intimorire non con la violenza ma con la magia delle rune. Per lanciare l’incanto (ndr, l’Armonia) Skírnir intesse tre rune tra di loro, come dice nella leggenda «la runa Thurs per te intaglio e tre caratteri: lussuria e follia e tormento». Venne chiamata “magia delle tre lettere” inizialmente e poi svecchiata con il tempo e trasformata nelle moderne Armonie.
    Nelle antiche pratiche norreno, da dove vengono le rune, era solito cantare le rune legate insieme, poiché i vocalizzi permettevano di entrare in una sorta di trance mistica in cui era più semplice comprendere meglio l’impronta energetica di ogni runa. Utilizzando il fiato ed il respiro per vocalizzare le rune, si dà “letteralmente" vita alla runa cantata portandola quasi alla realtà se così possiamo dire.
    Nell'antichità questo canto veniva osservato maggiormente dalle donne ma non vi sono fonti che lo accertino completamente. Un uomo che si avvicinava a questa pratica era visto come un'omosessuale o un uomo poco virile dato che il rito prevedeva anche movenze molto femminili ed intonazioni che un uomo potrebbe fare solo in quello che oggi musicalmente viene chiamato falsetto.
    Possiamo sicuramente dire che questi canti avvenivano in situazioni particolari come ad esempio per favorire la guarigione di un individuo oppure per la vittoria in battaglia e così via.


    Teoria Mimesi

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Mimesi.


    Come funziona
    Introduzione
    Il ramo della Magia Runica specializzato in Mimesi è probabilmente la più controversa della branca. Mentre l'abiuratore è stato per molto tempo – e forse ancora oggi – in un certo senso malvisto per il fatto di negare la magia stessa, i maghi mimetici sono stati oggetto di ancor maggiori critiche. Si tratta infatti di incantesimi che non sono stati sviluppati da organi ufficiali, ma piuttosto da incantatori che si sono distaccati completamente dal sistema e che con il tempo sono stati più studiati nelle scuole e inseriti nei programmi specialisticci.
    Il presupposto di questa disciplina è il conoscere talmente bene i flussi energetici che costituiscono la magia e le meccaniche generali degli incantesimi da poterli carpire e manipolare a proprio piacimento a prescindere dalla persona che li abbia scagliati, come un burattinaio fa con i fili di una marionetta, oppure osservare attentamente le tracce energetiche degli incanti per ricrearne un vero e proprio calco. Il mago mimetico è un mago che invece di annullare la forza dell'avversario tende a sfruttarla totalmente a suo vantaggio in virtù del profondo legame che possiede con i filamenti energetici degli incantesimi.

    I due percorsi
    Differenze tra mimesi classica e criptismo magico
    La mimesi si divide in due percorsi principali: una sorta di ramo più di attacco, nota anche come il percorso di Ladro di magia, e la mimesi di camuffamento, nota come Criptismo magico.

    Ladro di magia
    La mimesi di attacco (Ladro di magia) consente al mago di rubare e copiare gli incantesimi degli avversari, per poi adattarli al proprio stile di combattimento. Tuttavia, è importante notare che gli incantesimi rubati avranno una potenza leggermente minore rispetto a quelli originali, perché non si tratta di pratiche conosciute personalmente dal mago runico che si ritrova, invece, a dover adattare al proprio stile di combattimento incantesimi nuovi. Inoltre, i Maghi Neri non potranno in alcun modo rubare le skills delle specialistiche di Magia Bianca, in generale poi, un mago mimetico non potrà rubare alcun incantesimo che si basa su un contatto diretto con una divinità. Qualsiasi mago inoltre, non potrà rubare alcun incantesimo di Magia Nera che si basa sul corrompere, gli altri invece potranno essere rubati sostituendo un'altra energia come base (ad esempio Linfa Vitale).

    Criptismo magico
    D'altra parte, la mimesi di camuffamento (Criptismo magico) permette al mago di nascondersi e camuffarsi nella o dalla magia. Consente al mago di manipolare i fili energetici degli incantesimi, nascondendosi da quelli degli avversari o addirittura utilizzando la loro magia contro di loro stessi.


    Teoria Magia Antica

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cos'è la Magia Antica;
    2. I due percorsi: magia arcaica e primordiale;
    3. Il sangue nella magia antica;
    4. Altri fluidi corporei.


    Come funziona
    Magia Antica
    La Magia Antica è un genere di magia quasi perduta, che gli antichi chiamavano "Dominio" perché funzionava in modo selettivo e "meritocratico".
    Si è detto che in realtà tutta la Magia Runica è magia antica, ma in questa specialistica si intende per Magia Antica quella che risale a prima dell'avvento di formule, bacchette o pietre, ovvero di tutti quei catalizzatori che vengono definiti "raffinati", perché frutto di lavorazioni particolari, che siano materiali (come nel caso delle bacchette o delle pietre) oppure di natura più volatile (come lo studio che c'è dietro l'elaborazione di una formula).
    È grazie a questi mediatori che la magia è potuta diventare alla portata di tutti, e non solo di quella manciata ridotta di grandi maghi, ma è pure stata questa l'origine del lento declino di benedizioni e maledizioni. Non appena si sono iniziati a delineare i primi incantesimi, più immediati rispetto a rituali, maledizioni, benedizioni, riti, sigilli, queste manifestazioni magiche sono state via via abbandonate per praticità, finendo, in molti casi, per essere del tutto dimenticate.
    La Magia Antica più potente (che è anche quella che ormai si è scelto di non insegnare più nelle università americane) è un tipo di magia che si nutre del mago stesso, in senso lato ma anche quasi letterale; questa "tipologia" di magia chiede sempre un prezzo da pagare, in questo caso il dispendio di energia utilizzato per il mago è quasi insostenibile e di conseguenza arriva a corroderlo.
    In aiuto alla necessità di riuscire a praticare una sua versione più "leggera" esiste la meccanica del sacrificio. Nel caso della Magia Antica aiuta per via del fondamento "meritocratico" in quanto richiede che le sia dimostrata di essere degni per poterla utilizzare.

    I due percorsi
    Differenze tra magia arcaica e primordiale
    Nonostante gli incantesimi insegnati alla Brakebills University e praticati al giorno d’oggi sono stati opportunamente svecchiati, queste tipologie di magia, specialmente la magia del sangue – considerata tale anche quella che richiede sacrifici di sangue – sono considerate dalla comunità magica, soprattutto americana poiché più modernizzata, selvagge e barbare.
    Vengono insegnate all’università ma spesso più che altro per fini di studio ed è raro che un mago che svolge una vita normale decida di imparare la Magia Antica in generale.

    Magia arcaica
    La Magia Arcaica è nata più o meno con l’avvento della scrittura, o per lo meno è lì che ha iniziato a essere diffusa, quindi all’inizio della storia antica e il fenomeno delle prime tre grandi civiltà mondiali, dette da Wittfogel “civiltà idrauliche”. Queste sono la civiltà dell'antico Egitto sorta sulle rive del fiume Nilo, quella mesopotamica tra i fiumi Tigri e Eufrate e infine, la civiltà della valle dell’Indo – di fatti persino gli Antichi Egizi avevano una parola per la Polvere che era chiamata heka, «una forza primordiale antichissima, più antica di tutti gli dei».
    Gran parte della Magia Arcaica si basa sul potere della parola e sulla magia rappresentativa, in cui l'effetto magico è perseguito tramite l'utilizzo d'immagini od oggetti che possono essere usati, ad esempio come rappresentazione simbolica oppure per rappresentare lo scopo che ci si prefigge.

    Magia primordiale
    La Magia Primordiale deriva dal periodo storico detto della preistoria, precede la comparsa della scrittura ed è stato quindi estremamente complesso riuscire a reperire questi primi incantesimi della storia dell’umanità – che sono stati tradotti dalle pitture rupestri.
    Di fatti questa tipologia di magia deriva dal flusso pulsante del cosmo, sfruttato in modo molto istintivo, senza formule ma più con movenze e istintualità. Per questo viene chiamata anche magia disordinata. Sfrutta anche la cosiddetta “magia grezza”, quella dei criptidi.
    Tra le pratiche più utilizzate ci sono gli incantesimi che utilizzano il sangue e la magia ciclica, che sfrutta i cicli lunari o del corpo umano. Questo perché sangue e natura erano, rispettivamente, lo strumento più semplice da utilizzare per queste antiche civiltà e uno degli elementi ritenuti magici e divini della natura, la Luna. Infatti le antiche tradizioni consideravano l’uomo non come una parte separata dal dal cosmo e dalle forze della natura, bensì come un organismo che è a sua volta parte vivente di una energia ancora più grande, infinita; in tal senso tutto ciò che è stato creato è in realtà composto da molte parti distinte, ma non separate, che si influenzano tra loro in vari modi, legandosi in base alle leggi della similitudine.
    Il mago che utilizza la Magia Primordiale vede solo il lato pratico della magia, senza mai analizzare i processi mentali sui quali è basata la sua arte, né riflettere sui principi astratti che le sue azioni implicano. La logica, nella Magia Primordiale, è implicita non esplicita.

    Teoria e meccaniche
    Il sangue nella Magia Antica
    Fin dalle origini dell’umanità, esso è recepito come un elemento carico di energie e significati. La sua ambivalente natura di sostanza portatrice di vita e di morte lo pone nell’immaginario collettivo come strumento divinatorio per eccellenza.
    Il sangue mestruale era un elemento essenziale nei sortilegi ad amorem. Antiche tradizioni gli attribuiscono diversi poteri, fra cui la forza di ‘legare’. Il suo impiego nelle pratiche magiche per attirare un uomo o una donna ne costituisce l’elemento portante.
    Nelle arti sciamaniche che si trovano in giro per il mondo, il sangue è un elemento di estrema rilevanza così come nei culti primordiali.
    Tutti gli incantesimi di Magia Runica se eseguiti con una componente di sangue vengono potenziati. Questo perché entra in gioco sia il sacrificio che permette di entrare più in contatto con la Polvere e quindi ottenere più potere magico per gli incantesimi; sia perché il sangue è considerato veicolo spirituale e magico.
    A livello concettuale, utilizzando il sangue si sta inserendo una parte di sé stessi nell'incantesimo, dandogli vita e connettendola a quella del mago.
    La maggior parte degli incantesimi necessita di poco sangue, la quantità, a meno che non è specificato, non sarà indicativa di più o meno potenza associata all’incantesimo. In alcuni incantesimi o rituali però, è necessario rispettare le quantità consigliate in quanto si necessita più che altro di un sacrificio più ingente. Per alcuni incantesimi si può addirittura usare del sangue raccolto in precedenza, inoltre per alcuni rituali può essere necessario un particolare tipo di sangue.
    Alcuni tipi di sangue sono detti più potenti di altri, quali: sangue di vergini, sangue di membri di dinastie reali o di particolari dinastie e sangue di bambini.

    Inserto storico e mitologico
    Il sacrificio e il sangue: una visione storica e mitologica
    Le rune in particolare hanno una importante connessione con il sangue. Secondo le fonti, erano simboli incisi su pezzetti di legno e poi colorati utilizzando il sangue o l'ocra, ed erano conosciuti dal poeta islandese Snorri Sturluson, autore dell'Edda in Prosa, come hlaut-teiner, ovvero ramoscelli insanguinati.
    Ma non solo, infatti la mitologia norrena racconta che le rune nacquero dal sangue di Odino.
    Non è raro inoltre che un sistema religioso esoterico (com’è quello delle rune che si basa sul contatto con il divino in un certo modo, esso sia visto come divinità o come cosmo a livello filosofico) riconosca come “indispensabile” il sacrificio umano per placare la divinità e chiedere la sua benevolenza e quindi la sua potenza. Sacrifici umani spesso basati sul cannibalismo, storicamente parlando, e quindi associabili a un sacrificio di sangue.
    Quella che oggi chiamiamo “esecuzione” è l’ultimo residuo dei sacrifici umani. In seguito l’uomo è passato dal cannibalismo al mangiare la carne animale anche se la “fede” richiedeva il sacrificio umano – prigionieri di guerra, criminali, e in assenza di questi, schiavi. Solo successivamente si è compiuto il sacrificio di animali simbolici, e ancora successivamente ha preso il sopravvento l’attuale sacrificio col pane – sia in forma di torte sacrificali che di ostia.
    Questi sacrifici sostitutivi sono chiamati “torte sacrificali” o “pani sacrificali”, e simbolizzano il “corpo umano” al cui posto sono portati come sacrificio alla divinità. Successivamente altre figure hanno anche simbolizzato corpi animali e ancora successivamente anche simboli o segni sacri degli stessi dei di cui il sacrificante, che consumava il cibo sacrificale, si voleva santificare.


    Sacrifici e tipologie

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Introduzione al sacrificio;
    2. Sacrificio di sangue;
    3. Personalizzare il sacrificio;
    4. Tipologie di sacrifici.


    La meccanica dei sacrifici
    Sacrifici e tipologie
    Questa meccanica viene introdotta con il raggiungimento del 30L nella I Lezione del I Anno e poi ripresa successivamente, dato che non è necessaria al fine di utilizzare qualsiasi incantesimo di Magia Runica, ma soltanto alcune specifiche tipologie (come ad esempio, Magia Antica).
    Il sacrificio è da sempre stato considerato il metodo principe per gli esseri umani, per dialogare con le forze superiori che governano il cosmo, che siano divinità o semplicemente le appunto, leggi cosmiche, è quindi una parte importante e innegabile di qualsiasi rituale di Magia Antica, funzionando in un modo concettualmente similare alla legge dello scambio equivalente di Alchimia.
    Ve ne sono di diverse tipologie ma quello più utilizzato da maghi runici in genere è quello del sangue.

    Sacrificio di sangue
    Il sangue è considerato il tramite fisico dell'anima, contrae in sé la forza vitale che è anche quella magica, di conseguenza viene utilizzato per creare legami con l'anima e la magia stessa, oppure tra il corpo e la propria energia magica e così via a seconda della tipologia di incantesimo. Di conseguenza spesso viene anche utilizzato come un vero e proprio "sacrificio" ma più che altro come un mezzo per legare gli effetti di un incanto al mago.
    La Magia Antica richiede sempre un sacrificio per ogni skill, pur se in misura molto ridotta da quelli che potrebbero richiedere dei rituali. Basterà anche soltanto versare una goccia di sangue per riuscire ad eseguire un incanto di Magia Antica, anche se naturalmente più sangue versato più sarà potente l'incanto. Il mago può eseguire questo sacrificio con qualsiasi strumento anche se per coloro che seguono il Cammino Divino sarebbe più appropriato una metodologia tipica della divinità a cui riferiscono.

    Personalizzazione e tipologie
    Personalizzare il sacrificio
    Naturalmente i personaggi possono decidere di "personalizzare" il sacrificio, questo significa che possono decidere di sacrificare qualcosa di diverso dal proprio sangue, anche solo per una skill, o soltanto una volta, possono usare qualcosa di diverso e poi riprendere a sacrificare semplicemente il proprio sangue; oppure decidere di usare una specifica tipologia di sacrificio diverso da quello del sangue, sempre.

    Tipologie di sacrifici
    Esistono diverse tipologie di sacrificio. Di nuovo, più si sacrifica più sarà potente l'incantesimo e per quanto riguarda tipologie diverse da quello del sangue, più sarà coerente all'incantesimo che si vuole lanciare, più sarà potente. Ad esempio un incanto che ha come scopo quello di purificare sarà più potente se avrà un sacrificio di tipo Olocausto, in quanto il fuoco simboleggia la purificazione.
    • Il sacrificio spirituale: preghiera, digiuno, elemosina, penitenza (atti volontari di osservanza religiosa), il pellegrinaggio, etc.
    • Il sacrificio di comunione: una offerta animale, vegetale, come simbolo della lode, del rispetto, della sottomissione, come simbolo di pentimento dei peccati e richiesta di perdono, per placare l"ira degli dèi", o per purificare una persona, una comunità, una cosa, un luogo, etc.
    • Olocausto: il fuoco trasformava l'offerta in cibo adatto agli dèi. Il fuoco è il simbolo del sacro che interviene a rendere l'offerta sacrificio. Bruciare l'offerta significa farla passare dalla dimensione della terra ad una dimensione più sottile, più vicina a quella spirituale, così da essere accolta dagli dèi. L'olocausto era considerato il sacrificio totale, completo.
    • Sacrificio di espiazione: espiare una colpa, purificarsi legata all’idea di impurità, decisamente ci troviamo su di un piano etico e morale delle azioni dell’uomo. Spesso avviene tramite la fustigazione.
    • Sacrifici umani: naturalmente è un sacrificio illegale in quanto necessita dell'uccisione di un essere umano, ma è anche il più potente sacrificio che si possa fare.
    • Pani sacrificali: sono pani o torte (cibo quindi) che simbolizzano il corpo umano al cui posto sono portati come sacrificio.


    Leggi della Magia Antica

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cosa sono le Leggi della Magia Antica;
    2. Quali sono e come vengono applicate.


    Le leggi e meccaniche base
    Le leggi della Magia Antica
    I primi criteri fondamentali sono due:
    1. Il simile genera il simile, vale a dire che l’effetto somiglia alla causa. Questo principio si chiama Legge di Similarità.
    2. Le cose che sono venute una volta in contatto reciproco continueranno a interagire a distanza anche quando il contatto fisico sia stato interrotto. Questo principio si chiama Legge di Contatto o Contagio.
    Dal primo di essi il mago deduce di poter raggiungere l’effetto desiderato semplicemente imitandolo, si basa quindi sull’associazione di idee per similarità. Dal secondo, che qualsiasi azione egli compia su un oggetto materiale, influenzerà in ugual misura la persona con cui l’oggetto è stato una volta in contatto, che esso formasse o meno parte integrante del suo corpo; si basa quindi sull’associazione di idee per contiguità.
    La pratica magica (le pratiche magiche sono un insieme di convenzioni per fare incantesimi e/o rituali) che si basa sulla Legge della Similarità viene chiamato magia rappresentativa – che racchiude in sé anche la magia imitativa più propria della Magia Antica.
    La pratica magica che invece si basa sulla Legge del Contatto si chiama magia contagiosa e anche questa è più propria della Magia Antica, e la legge su cui si basa parte della magia del sangue.
    Nell’applicazione materiale queste pratiche sono spesso commiste tra loro.


    Il Vero Nome

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Il Vero Nome;
    2. Eccezioni;
    3. Scoprire il Vero Nome di qualcuno;
    4. Il fenomeno della Risonanza.


    Cos'è e come funziona
    Il Vero Nome (o Menovh)
    Un vero nome o Menovh è il nome di un essere che esprime o è in qualche modo identico alla sua vera natura. Anche alcuni artefatti od oggetti possono avere veri nomi, caso in cui sviluppano caratteristiche magiche. Un esempio sono le armi antiche, a cui veniva conferito un nome e così anche una maggiore resistenza o "volontà di guerra" e potenza, generata dal solo fatto che l'arma possedeva un suo nome.
    Il Menovh, infatti, conferisce da sé potere a qualcosa di inanimato o permette di avere più controllo di sé e sulla propria magia a chi lo conosce (lo stesso accade su qualcuno di cui si conosce il Menovh). I maghi che seguono il percorso di Magia Antica non sono costretti a conoscere il proprio Menovh (che può essere trovato in molti modi, fra cui vari tipi di meditazione, pratiche spirituali come peyotismo, ipnosi, o semplicemente con una piena, completa e onesta conoscenza di sé), ma è necessario lo conoscano per utilizzare quegli incantesimi che si basano sul vero nome (anche degli altri).
    Ogni persona ha un solo vero nome. Persino nel caso in cui sia in atto un disturbo dissociativo dell'identità, il vero nome resta uno solo, anche se può essere più difficile da identificare (sarebbe quello che corrispondere alla "vera" persona, che però può non essere il nome dell'identità alla nascita, ma solo quella che rappresenta la natura della persona, può anche capitare che sia il nome "di chi tiene insieme" le identità).

    Eccezioni
    Ci sono pochissime eccezioni a questa regola, e quindi entità che possiedono più di un nome:
    • Posseduti: (banditori, emissari, posseduti da fantasmi) che rispondono al nome dell'entità che possiede, ma hanno anche il nome di chi viene posseduto. In questo caso, per quanto esistano due Menovh, l'entità (banditore, emissario, fantasma, etc.) sarà suscettibile al suo vero nome come il tramite a quello che possedeva prima della possessione.
    • Entità chimeriche: (es. patto chimerico) in cui il Menovh può essere tanto uno nuovo che identifica l'entità stessa, quanto i nomi delle singole identità contenute nella chimera, nel caso in cui ci sia una grossa linea di demarcazione fra esse e non siano quindi del tutto simbiotiche.
    • Hakka: è facile che il Menovh corrisponda a quello dell'Hakka stesso una volta risvegliati, ma fino a quel momento il nome risulta incompleto (la ricerca del nome porta quindi anche alla consapevolezza della presenza di un nome "bloccato"), depotenziando quindi la magia che fa uso dei Menovh.

    Scoprire il Vero Nome di qualcuno
    Ovviamente, la conoscenza del funzionamento dei veri nomi non permette di conoscere a prescindere tale funzionamento per entità che il mago non conosce: se un mago non conosce gli Hakka, non sa che possono avere un nome diverso o perché il suo nome risulti incompleto; se non sa dell'esistenza dei banditori, non sa che rispondono al nome del banditore e non del tramite e così via. Una volta conosciute a fondo tali entità è però possibile, a livello probabilistico, capire come funzioni per loro il Menovh.
    Solitamente, il vero nome corrisponde a quello ottenuto alla nascita, perché letteralmente la personalità di un individuo si forma intorno a quel nome. Anche nel caso in cui si cambi nome all'anagrafe, è difficile che il vero nome subisca modificazioni, a meno che non si forma una spaccatura netta dell'identità, e quindi la persona si riconosca più nel secondo nome che nel primo. Per quanto raro può comunque accadere che una persona si riconosca in un nome diverso da quello con cui è nata, ad esempio in un soprannome che ha usato per tutta la vita e che per lui è il nome "intimo" che corrisponde a quello che le persone che davvero lo conoscono usano perché rappresenta lui e la sua natura (es. persone che si riconoscono in un legame piuttosto che nel semplice "essere se stessi"); un altro esempio è un'identità utilizzata online che rappresenta la persona più di quanto non faccia il suo nome di nascita. Per quanto possibile, è comunque molto raro che il Menovh cambi, proprio perché deve rappresentare l'identità e la natura della persona più del nome di nascita, addirittura al punto che il mago potrebbe non girarsi immediatamente se chiamato con quel nome o non farci troppo caso se lo sente come invece accade con il Menovh.
    Solitamente, quando il Menovh è diverso dal nome di nascita, è molto difficile indovinarlo, anche perché i maghi che lo conoscono tendono a proteggerlo in ogni modo. Scoprire il vero nome, infatti, se da un lato dona maggior controllo di sé e della propria magia e permette di utilizzare anche incantesimi basati su di esso (con le giuste conoscenze di magia runica e antica), lo rende anche più vulnerabile, perché è molto più difficile scoprire il vero nome di una persona che non lo conosce. Non è raro che esistano maghi che infatti scelgono di non conoscerlo pur di proteggerlo.
    Gli incantesimi che sfruttano il Menovh possono essere usati solo da chi conosce il suo. Chi ne ha una conoscenza incompleta può comunque usarli, ma saranno meno efficaci e potenti. Allo stesso modo, gli incantesimi possono essere usati in modo meno potente ed efficace su persone che non conoscono il proprio vero nome (pur se il mago lo conosce) o di cui si abbia una conoscenza incompleta. Se non si conosce il Menovh si possono usare gli incantesimi ad esso associati che sono mediati dai numeri (numerologia), ma saranno sempre meno potenti.

    Il fenomeno della Risonanza
    Persone intimamente molto legate da e per molto tempo, con una conoscenza profonda dell'altro, possono anche "indovinare" il nome dell'altro, secondo un fenomeno che è detto di Risonanza. Accade, ad esempio, che dopo molto tempo le persone sentano come una sorta di familiarità per il Menovh pur non sapendo cosa sia o perché, rendendosi conto - pronunciandolo casualmente - che quello è proprio il nome giusto. Il fenomeno della Risonanza è comunque straordinariamente raro, perché presuppone che le persone in questione non abbiano segreti l'uno per l'altro (non devono per forza esserseli raccontati, ma non deve esserci alcuna ritrosia a condividerli eventualmente), che si aprano completamente, e che si conoscano a fondo da molto tempo.


    Teoria Numerologia

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Cos'è la Numerologia e come funziona;
    2. Cos'è l'Artimomanzia;
    3. I numeri personali;
    4. Come calcolare i propri numeri personali.


    Cos'è e come funziona la Numerologia
    Introduzione
    La numerologia è quella branca della magia che studia i numeri andando oltre il loro aspetto quantitativo e matematico, approfondendo invece le loro qualità mistiche che possono essere messe in relazione con caratteristiche di oggetti fisici ed esseri viventi (aritmanzia) o le pratiche divinatorie ad essi associate (aritmomanzia). Lo studio della numerologia è molto antico, e a differenza di molte branche della magia che subiscono variazioni a seconda della cultura di riferimento, questa è invece universale, poiché si rifà alle proprietà intrinseche dei numeri. Gli stessi principi di numerologia possono infatti essere trovati in antichi testi culturalmente e geograficamente molto distanti, come nell'indiano Veda, il cinese "Libro dei Mutamenti" e l'egiziano "Libro dei morti", con delle variazioni minime dovute prettamente all'applicazione del potere dei numeri.
    I numeri usati nella numerologia sono 16, di cui per le pratiche aritmantiche 12: 9 numeri base e 3 numeri maestri. I 4 numeri karmici (13, 14, 16, 19) vengono usati per identificare esperienze incompiute delle vite passate che gravano ancora sul destino dell'individuo, vengono infatti calcolati proprio partendo dal Numero del Destino.
    Ad ogni numero è associato un significato considerato come l'unico significato associato, anche se non è esattamente vero: sebbene ne sia il significato principe, in alcune culture e tradizioni sono stati associati anche altri significati che tuttavia sono risultati meno potenti e universali (alcuni maghi, ad esempio, riescono a usarli, altri no, e non è chiarito come questo funzioni).

    Cos'è e come funziona
    Aritmomanzia
    L'aritmomanzia è quella branca della numerologia che sfrutta il potere dei numeri per pratiche divinatorie. Nella pratica, corrisponde a quanto c'è "a monte" dell'aritmanzia, ovvero lo studio dei numeri personali e dei numeri karmici che permettono di elaborare un profilo numerologico accurato che possa quindi descrivere la persona per com'è, per come sarà, per il destino che è associato ad essa. Una volta identificati i numeri personali, infatti, è possibile risalire all'influenza che essi hanno avuto sulla vita della persona e sulla sua stessa essenza, così come il peso che si porta dietro da vite precedenti.
    L'aritmomanzia è una branca prettamente teorica, proprio perché permette lo studio della persona in base ai suoi numeri personali e alle relazioni tra essi, così come di calcolare l'effetto che hanno sul futuro e come questi possano mutare nel corso del tempo.

    Cosa sono e lista
    I numeri personali
    Ogni persona ha dei numeri associati, che rappresentano il suo carattere, il modo in cui si relaziona ad altri, e così via, quindi non ha un solo numero, bensì diversi, associati a caratteristiche quali il nome o la data di nascita. Il nome che si usa per calcolare i numeri dovrebbe essere il vero nome, ma, seppur meno efficace, può essere usato il nome alla nascita che ha comunque potere sulla persona.
    I numeri che può avere ogni persona sono:
    • Numero del Carattere (Io): si calcola assegnando a ciascuna lettera del vero nome o nome di nascita (sia nome che cognome) il valore numerico corrispondente, sommandoli tutti fino a ottenere un numero da 1 a 9 oppure 11, 22, 33. Questo numero rappresenta la sintesi del carattere della persona e ne rivela anche le attitudini personali e lavorative.
    • Numero del Destino: il numero del destino si ottiene sommando tutte le cifre della data di nascita, inserendo l’anno per intero. Ad esempio, se una persona è nata il 25 giugno 1977, il calcolo si esegue così : 2 + 5 + 6 + 1 + 9 + 7 + 7 = 37 = 10 = 1, che è il numero del destino, che indica quali comportamenti tenere per realizzare al meglio le proprie aspirazioni. A questo numero vengono associati i Numeri Karmici.
    • Numero della Quintessenza: il numero della quintessenza, che è una sorta di sintesi del proprio modo di essere e dei propri talenti, si ottiene sommando il numero del carattere con il numero del destino fino ad ottenere un numero a cifra unica oppure 11, 22 o 33.
    • Numero dell'Anima: il numero dell’ Anima, che rappresenta la parte più riservata del proprio modo di amare e di essere, si ottiene sommando i numeri corrispondenti alle vocali del vero nome o del nome e cognome di nascita, e riconducendo sempre il risultato come precedentemente illustrato.
    • Numero della Persona: il numero della persona, che descrive l’atteggiamento esteriore, sociale e pubblico che mostriamo verso il mondo esterno, si calcola sommando i numeri corrispondenti alle consonanti del vero nome o del nome e cognome di nascita, riconducendo come sempre il risultato.
    • Numero Aureo: si ottiene dalla somma dei numeri del carattere, del destino e della quintessenza, riconducendo il tutto come sempre. Rappresenta la parte più spirituale della personalità del soggetto esaminato.
    • Numero totale: sommando i sei numeri sopra indicati e calcolati come sopra descritto, si ottiene un settimo numero, il numero totale, che deve essere ridotto a cifra unica e che rappresenta la sintesi globale e onnicomprensiva della personalità e della vita di una determinata persona.

    Calcolare i numeri personali
    Esistono precisi modi per calcolare i numeri personali, che si rifanno prettamente all'uso della tavola numerologica che permette di associare ad ogni lettera un valore numerico, e poi sommarli per ottenere un numero personale (sommando anche quelli del risultato fino a ottenere un numero a una cifra o uno dei numeri maestri, che sono irriducibili).

    Tavola numerologica
    NumeroLettereNumeroLettere
    1AJS2BKT
    3CLU4DMV
    5ENW6FOX
    7GPY8HQZ
    9IR

    Nota: i calcolatori online usano tutti numeri diversi (e non li includono quasi mai tutti), è quindi consigliato calcolare "analogicamente" i numeri, o potrebbe essere preclusa la possibilità di usarne alcuni. Per facilitare il calcolo, è possibile usare la tabella sotto spoiler inserendo un segno (tipo delle X o riscrivere le lettere del nome) in corrispondenza di ogni lettera del nome, e poi contare i numeri associati secondo l'esempio.

    Cosa sono e lista
    Numeri karmici
    Secondo la teoria della reincarnazione, la natura dell’anima è immortale. Nel momento del trapasso, la nostra essenza abbandonerebbe il corpo fisico, ma solo per reincarnarsi successivamente in un altro corpo, ottenendo una nuova vita, che permette all’anima di evolvere e perfezionarsi sino all’integrazione suprema.
    I numeri karmici sono i seguenti: 13, 14, 16, 19. Indicano dei “debiti” che ci portiamo appresso dalle vite precedenti. Lo scopo dei numeri Karmici è quello di insegnarci delle lezioni inerenti al loro stesso significato, con la finalità ultima di integrare qualche aspetto che abbiamo trascurato. In ogni numero karmico è implicito un eccesso, vedremo che nel 13, abbiamo ecceduto nell’attaccamento alle cose materiali, nel 14 nell’attaccamento ai sensi, nel 16 abbiamo enfatizzato la speculazione intellettuale e nel 19 abbiamo ecceduto nell’importanza data al nostro ego. Un numero karmico può apparire solo nel numero del destino, ma in due modi:
    • Diretto: il peso karmico è più ingente, la risoluzione di tale "incompiutezza" deve essere risolta in questa vita. Può indicare anche prossimità con la vita precedente in cui si è manifestato l'eccesso. In questo caso, il numero karmico sarà presente nel calcolo stesso del numero del destino (quando lo si calcola, non si riducono quei numeri che corrispondono ai numeri karmici come si fa di solito per i numeri personali).
    • Indiretto: il peso karmico è minore, la risoluzione di tale "incompiutezza" è stata già iniziata in altre vite precedenti. Può indicare anche che la vita precedente in cui si è manifestato l'eccesso non è così vicina alla vita attuale, ma più distante nel tempo. In questo caso, il numero karmico non sarà presente nel calcolo del numero del destino, ma manifesterà la sua ombra nella corrispondenza con il numero del destino secondo il principio:

    Numero del DestinoNumero Karmico
    119
    413
    514
    716


    Spiegazione dei numeri

    Cosa trovi in questo paragrafo:
    1. Numeri maestri e universali, lista e spiegazione;
    2. Numeri karmici, lista e spiegazione.


    Spiegazione e lista
    Numeri maestri e universali
    Numero 1 (א)‎
    Uno è il primo numero usato per contare e quindi gli è riconosciuto un grande potere: senza di esso non ci sarebbe il sistema numerico così come lo conosciamo. Ogni sistema numerico che possiamo immaginare ha il suo punto d'inizio. Spesso è visto come l'origine di tutte le cose e rappresenta la perfezione, l'assoluto e la divinità nelle religioni monoteiste. L'Uno è la sorgente di ciò che esiste, di ciò che è altro dall'Uno: da esso emanano le forme, le dimensioni, i colori, le direzioni, lo spazio, quindi il tempo, dunque la diversità. L'Uno è il punto, la retta (l'asse), la sfera. Nell'Uno coesiste il Tutto inespresso e indifferenziato dal quale rimarrà necessariamente distinto; in tal senso è pienezza, completezza, cioè perfezione. In ambito mistico presso molte culture è concepito come punto di attracco per lo spirito dell'uomo degno, illuminato, consapevole che vi si abbandona in un anelito di perfezione nel tentativo di ritornare all'Origine. È considerato un numero maschile, il principio attivo e materiale della creazione. Anche detto motore primo.
    E' il segno dell'iniziativa entusiasta, della determinazione, del carattere forte, del leader. A volte rende egoista od ostinato, arrogante, dipendente o imprevidente.
    È associato alla costellazione dell'Ariete.

    Numero 2 (ב)‎
    Due può avere molti significati, rappresentanti, da un lato, associazioni e interazioni con gli altri e, dall'altro polarità differenti e in contrapposizione. Nel simboleggiare associazione, il Due implica che i risultati individuali non sono realistici, in quanto solo attraverso la cooperazione e il lavoro di squadra tali risultati sono perseguiti in modo migliore. Mentre la dualità è richiesta per la formazione della vita delle specie viventi che si riproducono in modo sessuato, è anche vista nella sua accezione negativa come contrasto al perfetto e unificante numero Uno. Due rappresenta le polarità distinte quali bene e male, bianco e nero, maschio e femmina, destra e sinistra. Un polo non può esistere senza l'altro; questa idea di complementarità è meglio simboleggiata dal Tao Yin-Yang. Le polarità possono anche creare conflitto e discordia. Nella valenza positiva, Due può essere considerato femminile, intuitivo e corrisponde all'istinto di protezione. Nella valenza negativa, Due può essere avido, soffocante e frustrante. L'aspetto frustrante è derivato dalla delusione e dall'insoddisfazione dello spirito umano a cui venga sempre negata la prima posizione. Lo si potrebbe anche chiamare il numero della tranquillità perchè rappresenta la calma e il riposo, l'unione, la pace. È anche il numero della sicurezza perché rende conservatore, desideroso di mantenere ciò che si è acquisito. Infine è il numero della sensualità perché ha a che vedere con i piaceri e il benessere, ma rende anche possessivo ed egocentrico.
    È associato alla costellazione del Toro.

    Numero 3 (ג)‎
    Tre è considerato il numero del potere, con riferimenti diversi nelle varie religioni. È il simbolo della conciliazione per il suo valore unificante. Infatti tanto il Due separa quanto il Tre riunisce. Nell'esoteria e nella mistica raffigura il triangolo, inoltre il rapporto della triade con l’unità può essere espresso da un triangolo equilatero, ovvero dall’identità del 3. Il numero tre simboleggia inoltre, la Creazione. Il Tre apre la strada della mediazione e permette di uscire dall’antagonismo, superando la visione parziale e riduttiva del dualismo, poiché due elementi non possono essere conciliati che con l’ausilio di un terzo elemento. Mette in evidenza la capacità di comunicazione, la socievolezza e la cordialità e l'ingegnosità. Rivela uno spirito fantasioso e creativo, curioso e pratico. Può anche essere instabile, dispersivo e superficiale. È associato alla costellazione dei Gemelli.

    Numero 4 (ד)‎
    Quattro è associato al tetraedro, la più semplice figura solida. Da quest'ultima interpretazione viene quindi associato alla materia e alla terra in particolare, così come la terra è legata ai quattro punti cardinali (nord, sud, ovest ed est). Un altro concetto legato a questo numero riguarda il tempo in quanto l'anno è diviso in quattro stagioni, i mesi hanno all'incirca quattro settimane. Nella religione ebraica il Quattro simboleggia il Tetragramma biblico, cioè le quattro lettere che compongono il nome di Dio e che sono tanto sacre da non poter essere pronunciate da nessuno. Nella numerologia cinese (così come in altre culture orientali) la parola "quattro" è una omonima della parola "morte" e quindi il numero viene considerato sfortunato. Nella sua valenza positiva il Quattro rappresenta l'essere pratico (o "terra-terra"), mentre il fatto che sia il primo numero pari non primo lo lega a una personalità composita che trae idee da fonti diverse e spesso in conflitto per elaborare un fiero modo di pensare "fuori dal coro". il Quattro comanda gli elementi della terra. La fedeltà lo rende costruttivo e fecondo, produttivo e realista. Le sue debolezze sono la pigrizia e l’ostinazione testarda. È associato alla costellazione del Cancro.

    Numero 5 (ה)‎
    Cinque è collegato alla consapevolezza dei cinque sensi così come alla protezione. Rappresenta anche il servizio agli altri. In quanto numero delle dita della mano, il cinque indica il potere dell'uomo. Questo significato si riflette nella matematica a base 10 (visto come doppio cinque), nelle costruzioni militari a forma di pentagono o di stella a cinque punte, nello stesso pentacolo. il Cinque comanda il sole e le stelle. È un numero dalle molte facce che collega lo stato fisico alla salute mentale, che governa l'abilità di pensare chiaramente e la capacità intellettuale. Rappresenta l'apertura a nuove idee ed esperienze, è altamente analitico e ha l'abilità di pensare in modo critico, ma può ponderare così eccessivamente un problema da fargli perdere significato. È la ricerca della libertà, dell'avventura. Concerne la libertà di scegliere quindi il libero arbitrio e le responsabilità in genere. Rende padroni del proprio destino, ma mai estranei alle proprie azioni. Vengono messi in rilievo i punti di forza e le debolezze. È associato alla costellazione del Leone.

    Numero 6 (ו)‎
    Sei è relativo al tatto, alla bellezza e all'armonia. Il Sei possiede carisma, grazia, la possibilità di conversare con tutti, la diplomazia, la capacità di costruire relazioni in incontri a due. Tratta delle cose da cui si è attratti o da cui si trae piacere. Denota perfezionismo in quanto le operazioni 1+2+3 e 1X2X3 lo danno come risultato. Nella sua valenza positiva è associato ad una piccola somma di denaro ed è considerato il numero madre/padre. Nella sua valenza negativa è associato alla gelosia, all'infedeltà, all'amarezza e alla vendetta. Inoltre all'interno della numerologia cristiana il 666 è simbolo della perfetta imperfezione e del diavolo (Satana). Induce l'individuo ad essere servizievole e coscienzioso nell'applicazione dei propri compiti ma a volte anche incline a spadroneggiare. Il senso del reale e del materiale sono a volte spinti all'estremo, così come quello della propria conservazione.
    È associato alla costellazione Vergine.

    Numero 7 (ז)‎
    Sette è considerato un numero spirituale in quanto è illusivo e contiene veli che devono essere scoperti, uno dopo l'altro, per arrivare all'illuminazione ultima. Sette è detto sacro in quanto la settimana è composta da sette giorni, in Genesi la creazione è stata eseguita in sette giorni, l'antico sistema solare consisteva di sette pianeti, il corpo umano consiste di sette plessi o Chakra e qualche versione della Cabala è composta da sette sephirot. Nella sua valenza positiva possiede le qualità della consapevolezza nel sogno, nella spiritualità e nella sfera psichica. Questo numero rivela onestà, equità e lealtà che portano ad un'aspirazione alla saggezza e alla giustizia. Sono però possibili anche l'intransigenza e l'attaccamento alle regole rigide.
    È associato alla costellazione della Bilancia.

    Numero 8 (ח)‎
    L’infinito: è questo il primo significato attribuito al numero Otto. E l’infinito è indissolubilmente legato al Karma, alla fecondità e alla prosperità. Il numero Otto, quindi, come simbolo dell’infinito, del riflesso dello spirito nel mondo creato, dell’incommensurabile e dell’indefinibile. La rappresentazione del numero Otto si palesa anche nell’archeologia sacra. Il numero Otto, infatti, viene universalmente considerato il numero “difensore” dell’equilibrio cosmico. Rappresenta un lavoro profondo e le lezioni imparate attraverso l'esperienza e può quindi risultare un numero "difficile" per le restrizioni imposte dalla sua natura. Dal punto di vista prettamente esoterico, il numero 8 simboleggia la giustizia rappresentata da una bilancia con due piatti. Trasposta nell’intelletto, si eleva oltre ciò che è terreno. Il numero Otto indica l’incognito che segue alla perfezione simboleggiata dal numero Sette che incita alla ricerca e alla scoperta della trascendenza. Sebbene l'Otto nella cultura cinese sia considerato di buon auspicio, nella numerologia cinese non gli è assegnata particolare importanza. Intensifica le qualità e i difetti della persona che ne è segnata sottolineando le sue potenzialità e le sue doti innate. Può anche rendere avidi di potere e di ricchezza o, al contrario, totalmente distaccati dai propri desideri, dai propri sentimenti e da quelli degli altri. Di conseguenza spinge agli estremi, alle passioni e agli eccessi.
    È associato alla costellazione dello Scorpione.

    Numero 9 (ט)‎
    Il numero Nove è il numero della generazione e della reincarnazione. È un numero dispari dinamico e attivo nella sua natura e nei suoi effetti. Indica il periodo della gestazione, 9 mesi per la nascita di una nuova vita. Il significato del numero Nove, quindi, è da ricondurre alle parole “generazione” e “reincarnazione”. Il numero Nove seguendo all’Otto, che indica uno stato limite, è il superamento nella creazione. Il Nove ha come proprietà la permanenza. Infatti il numero Nove torna sempre al suo stato antecedente e non si trasforma mai veramente, conservando uno stato fisso e immutabile. Questa caratteristica lo accomuna al numero Uno, diventando una sua manifestazione, nella sua funzione di unicità. Il simbolo grafico del numero Nove è il Cerchio, come per il numero Uno. Anche secondo Pitagora il Nove è un numero che si riproduce continuamente, in ogni moltiplicazione, e simboleggia pertanto la materia che si scompone e si ricompone continuamente. Informa sulla mentalità di una persona, sulle sue abitudini, la sua morale, la sua intelligenza e le sue idee. Favorisce l'espansione delle tendenze sia buone che cattive quali generosità, prosperità e buona volontà, ma anche credulità e mancanza di profondità e tolleranza.
    È associato alla costellazione del Sagittario.

    Numero 11 (י)‎
    Il numero Undici, insieme al Ventidue e al Trentatré è un numero maestro e rappresenta la potenza, la giustizia e il potere acquisito per meriti e valori in senso positivo. Il significato del numero Undici, quindi, è da ricondurre alle parole “giustizia” e “potenza”. In senso negativo il numero Undici rappresenta, invece, la paura e la decadenza morale. Considerato come la via della maturità spirituale e della conoscenza oltre il limite della comprensione umana, è associato a una forte intuizione e una grande apertura mentale. Questa combinazione erge il numero Undici a simbolo visionario e profetico. Caratterizzato dalla uguale presenza sia di proprietà maschili che femminili è sovente associato a segreti, legami e vincoli. E’ il numero degli amori clandestini, degli affari loschi e dei segreti personali. Il numero Undici è numero primo ed è palindromo di se stesso. Nell’alfabeto ebraico la 11esima lettera è la kaf (la lettera K, C dell’alfabeto latino), con valore numerico di 20 e rappresenta la corona e la realizzazione. Idealismo e visione d’insieme sono aggettivi propri del numero Undici che è armonizzato con i ritmi del suo numero base, cioè il 2 (11 = 1+1=2). In questo modo si fondono sia la geniale ispirazione propria del numero Undici che le forti capacità intuitive tipiche del numero Due. Indica le aspirazioni a conoscere e sperimentare e per questo è in numero della maturità, della lucidità e della tenacia. Rafforza lo spirito logico e la severità a discapito della sensibilità e dell'immaginazione.
    È associato alla costellazione del Capricorno.

    Numero 22 (כ)‎
    Ventidue sarebbero, secondo la tradizione ebraica, i libri del Vecchio Testamento; come Ventidue sono gli elementi che l’onnipotente creò durante i 6 giorni della creazione. Al momento della creazione, Dio in effetti si limitò solo a nominare tutte le cose create e che immediatamente, tramite l’invocazione del loro nome preciso, si manifestarono e vennero così create dal nulla. questo perchè il nome contiene in sè l’essenza stessa della cosa creata. In virtù del fatto che Dio è l’artefice di tutto il creato, i Ventidue nomi si riferiscono dunque a “tutto ciò che esiste”. Così proprio nel numero Ventidue è racchiuso il segreto della creazione dell’universo da parte di Dio.
    L’individuo Ventidue si configura come un dominatore, ed emerge tra tutti quelli che gli stanno intorno distinguendosi in modo definito e singolare, come allo stesso modo Dio è separato e distinto dalla stessa creazione. Pur avendo un carattere fraterno ed umano, questo numero accentua anche la ricerca dell'identità e dell'individualità. È portatore di sete di libertà, amore per il paradosso, di necessità di progredire, di curiosità per il futuro. Può anche rendere instabile, influenzabile, indomabile, incredulo e sconcertato.
    È associato alla costellazione dell'Acquario.

    Numero 33 (ל)‎
    Il numero maestro Trentatré raffigura l’amore profondo e incondizionato. Simbolo di impegno totale il Trentatré tende a conservare le tradizioni, soprattutto quelle che riguardano il nucleo familiare. Ha cura del benessere delle altre persone addossandosi spesso grandi responsabilità. Da tempo considerato il numero di Cristo, il Trentatré possiede un’innata capacità di amare in maniera assoluta e senza riserve. La potente energia del numero Trentatré, se non viene compresa e indirizzata, corre il fondato rischio di trasformarsi in forza esplosiva: questo può avvenire perché la naturale capacità si espande nei casi della doppia cifra e la persona agisce seguendo l’ispirazione di una fonte superiore. Quindi, per utilizzare al meglio questo genere di energia, le persone sotto l’influenza del numero maestro Trentatré dovrebbero seguire tutti i principi di una corretta vita all’insegna dell’elevazione spirituale.
    L’interpretazione del Numero Trentatré è legata anche alle passioni, ai sentimenti dei nonni o degli anziani in generale; non solo ma è anche alle relazioni extraconiugali e influenza la capacità di sognare. In generale il numero Trentatré esprime tutta una serie di azioni che normalmente si compiono da giovani invece che in età avanzata. Questo numero mette in luce le facoltà percettive e intuitive, il dono della premonizione, la capacità di dare sollievo e di perdonare. Possiede anche il desiderio di sintetizzare tutto, una forte sete di assoluto, a volte di ricerca mistica.
    È associato alla costellazione dei Pesci.

    Spiegazione e lista
    Numeri karmici
    Numero 13
    Il numero karmico Tredici rappresenta la morte, la strasformazione e la rinascita. Chi vive sotto l’infuenza del Tredici avrà la concreta possibilità di riparare o di completare ciò che nelle vite passate è rimasto incompiuto. Ostacolate in precedenti esperienze di vita da situazioni di malattia, ignoranza e/o schiavitù, le persone del Tredici potranno quindi agognare ad una vita migliore. Questa aspettativa non si limita solamente all’individuo influenzato dal Tredici, ma coinvolge anche le persone che gli stanno vicine a cui trasmette questa grande capacità. Dato che, nell’ultima fase del suo percorso evolutivo il Tredici si troverà a dover affrontare diversi ostacoli, potrà cedere alla debolezza di abbandonare il cammino o di prendere deviazioni per rendere il percorso più semplice, evitando così proprio ciò che si era prefisso di fare sin dall’inizio. Il Tredici karmico simboleggia inoltre il bisogno innato di apprendere la disciplina e il modo giusto per superare qualsiasi tipo di difficoltà.

    Numero 14
    Il numero karmico Quattordici rappresenta la libertà, l’esplorazione e il costante cambiamento. L’energia del Quattro educa a vivere nel mondo materiale e sensuale senza smarrire il legame con le radici trascendentali e spirituali dell'essere. Le persone influenzate dal numero Quattordici hanno la grande occasione di apprendere l’uso del libero arbitrio con saggezza ed equilibrio. Per imparare la “lezione” è richiesto all’individuo un gran lavoro sia fisico che psicologico e un alto senso di responsabilità per tener fede alle promesse senza avere l’insana illusione di sperperare tempo e risorse. In altre parole, si tratta semplicemente di valorizzare le qualità del numero Cinque, evitando gli eccessi e le fasi altalenanti in cui si imbatte il Quattordici: eccessi e squilibri dovuti a gravi limitazioni, subite o autoimposte in vite passate, della propria libertà. La capacità di indagare e di adattarsi proprie del numero Cinque non faranno altro, quindi, che portare giovamento al Quattordici che tenderà così a mantenere sempre chiari i propri obiettivi e a coltivare la saggia visione della natura spirituale dell'esistenza umana come fondamentale punto di riferimento.

    Numero 16
    Il numero karmico Sedici rappresenta l’essenzialità e il cambiamento e, gli individui sotto la sua influenza si ergono a veri e propri catalizzatori che incitano, anche chi li circonda, al cambiamento. Le persone del Sedici tendono ad eliminare, nel corso della loro vita, tutte le false impalcature che hanno costruito nella speranza di elevarsi e di distinguersi dagli altri. Il Sedici, infatti, possiede, più di tutti gli altri numeri, una grande capacità introspettiva palesata dal suo continuo desiderio di conoscenza e voglia di evolvere. Il Sedici inoltre è portato ad allontanare ogni tipo di condizionamento autoimposto e denota che le qualità del Sette sono state mal applicate. Così, gli individui sotto l’influsso del Sedici hanno la possibilità di riequilibrare quella che doveva essere una fine intelligenza, un’innata attitudine alla comprensione e una notevole capacità intuitiva. In altre parole, il “compito” del Sedici è quello di ripercorrere con profonda umiltà il cammino che, passo dopo passo, lo ha distanziato dal genuino scorrere della vita e dalla fiducia nel vivere la stessa. L'energia emanata da questo numero, per di più, dà coraggio alle persone nell’essere sincere con se stesse anche se spesso si troveranno a dover affrontare grandi dolori e delusioni. Tuttavia, queste potranno diventare ottime occasioni per abbandonare il senso d’orgoglio e ricominciare ad assaporare le semplici gioie che la vita ci offre.

    Numero 19
    Il numero karmico Diciannove è associato a una vita precedende caratterizzata da ruoli di comando e dal coraggio. Espressione di una incisiva personalità, il numero Diciannove è alla continua ricerca di originalità e indipendenza. Il numero Diciannove, inoltre, si distingue per una forte ambivalenza: le persone caratterizzate da questo numero, infatti, tendono ad essere dominanti o aggressive quanto intimorite e prive di forza di volontà. Le paure inconsce dovute a vite passate possono portare l’individuo ad essere estremamente prudente e metodico tanto da bloccarlo nelle sue azioni soprattutto nel caso in cui siano coinvolti affetti ed emozioni altrui. Conseguenza di questa predisposizione è una tendenza ad escludersi da ruoli di prestigio o di comando. Un altro aspetto del Diciannove è una distorsione dell'indipendenza e autonomia dell'Uno, per cui la persona sotto la sua influenza tende a esasperare il senso di autonomia non permettendosi di accettare l'aiuto degli altri, cioè non accettando che siano tutti intimamente collegati tra loro.


     
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2 replies since 20/11/2020, 09:57   212 views
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