OTTOBRE 2017 | Casa Sinister
''Ricordi come ti chiami?''
''...no.''
''Beh, dovresti, io non ti ho mai dimenticato.''
Si sente qualcuno respirare in sottofondo. Un respiro di quelli tranquilli, ma comunque carico di preoccupazioni.
''Sei Andy, Andrew Silva.''
Gli occhi color smeraldo di Chrys vanno a ricercare quelli del ragazzo. Fissano un punto non poco distante da loro. Forse intercettando il quadro che è dinanzi a lui. Forse riescono davvero a percepire dell'altro.
''Andy...''
''Già.''
Chrys sorride, ma quello è un sorriso di circostanza, nulla di più.
''Ricominciamo, allora. Tu sei Andrew Silva. Gli amici ti chiamavano Andy, ma tu non ne hai avuto davvero qualcuno. Hai ancora 23 anni perché sei nato l'8 settembre del 1995. Sei del segno della vergine ma questo è irrilevante, perché dei segni zodiacali non ci abbiamo mai capito nulla.
Sei nato a Chicago, nell'Illinois da Patricia e Jonathan Silva. Hai avuto un'infanzia normale, a detta tua e ad undici anni sei stato spedito ad Ilvermorny. Eri tra i Wampus. ''
Si sente un suono gutturale, come se qualcuno si stesse schiarendo la voce solo che, a farlo, non è Chrysanthemum.
''Ricordi qualcosa da questo?''
''Che mia madre è morta.''
''Già, tua madre è morta che tu avevi appena dodici anni, di cancro al seno.''
Quel rumore cessa, forse Andrew sta trattenendo il respiro. Forse ora è più attento di prima.
''Tua madre e tuo padre erano due maghi. Discreti, nulla di eccezionale, ma non sono riusciti a prevedere il tumore che l'ha subito divorata. Tua madre è stata bene sino a che non è arrivato il giorno in cui ha esalato l'ultimo respiro.''
Scavalla la gamba e si piega in avanti per afferrare il pacco di sigarette che ha lasciato sul mobile. Se ne porta una alle labbra mentre l'altra, che avrebbe potuto offrire ad Andrew se avesse potuto fumare ancora, resta nel pacchetto.
''Forse è stato quello ad incattivirti sin sa subito. Come se avessi capito che nessuno dei due aveva fatto abbastanza per permetterle di restare in vita. E sei diventato uno stronzo...oh sì, una grandissima testa di cazzo, ricordi?''
''Io non vo - ''
''Sì...sì che volevi.''
Chrys si passa una mano sul viso e nell'avvicinare la sigaretta si sfiora il labbro. Andy glielo aveva spaccato almeno tre volte da quando era ad Ilvermorny.
''Mi hai dato del frocio, dell'incapace. Certe cose necessitano di volontà, di un minimo di raziocinio. Non soffri di Tourette, Andy. Non sei mai stato quel tipo di persona che fa le cose senza volerlo e poi si scusa quando capisce di aver fatto una stronzata...tu hai sempre perdurato.''
Se lo ricorda, Chrys, come aveva paura di tornare a scuola. Come aveva paura di incrociarlo per i corridoi. Perché Andy era un vero stronzo e lo aveva preso di mira solo perché a Quodpot era una schiappa. Troppo femminile a detta sua. E le femmine non giocano mai bene a Quodpot. Le femmine non si cambiano nello stesso spogliatoio dei maschi.
''Sì ma ero solo un...''
''Uno stronzo.''
Chrys prende un respiro e lo fa tirandosi su a sedere. Fa aderire la schiena contro lo schienale della poltrona.
''Poi ti sei diplomato. Ma prima di farlo mi hai spaccato il labbro almeno tre volte nell'ultimo anno e spintonato, solo perché ti dava al cazzo vedermi.''
''Io...''
''No cazzo, stai zitto adesso!''
Torna a piegarsi in avanti. Gli sputa in faccia il fumo.
''Intanto tuo padre ha lasciato Chicago per trasferirsi a New York e come se non bastasse, cazzo, è venuto a vivere proprio nello stesso quartiere in cui ho vissuto io.
Mi hai dato noia per tutta l'estate degli ultimi due anni. Sei stato per me una cazzo di ombra, un incubo.
Mio padre mi dava del perdente quando tornavo a casa ricoperto dei tuoi lividi...mi hai reso l'adolescenza una merda!''
Si tira su. Ha gli occhi visibilmente arrossati. La gola in fiamme dalle urla.
''Quella sera che mi hai pestato nel sottopassaggio del Bronx sarei tornato a casa con qualche costola rotta se non fosse arrivato Joshua a picchiarti al posto mio! E io non ti avevo mai fatto nulla di male, cazzo. Non ti ho mai detto nulla se non che potevi venir da me qualora avessi voluto parlare di tua madre morta!''
Gli scende una lacrima, ma Andy non si scompone. Rimane immobile nell'angolino del soggiorno.
''E ora vieni qui, nel pieno dei tuoi ventitré bellissimi anni di vita a dirmi cosa? Che se non fosse piovuto così tanto forse adesso non saresti seduto sul lettino dell'obitorio con la testa spaccata e il viso spaventato? Vorresti dirmi che non hai voglia di morire nonostante tu sia giù un corpo privo di vita!?
Tu sei già morto, Andy! Lo sei da tempo, cazzo! E a nessuno qui frega un cazzo di te, perché sei uno stronzo, lo sei sempre stato! Ma qualcuno ha deciso di portarti qui invece che da qualsiasi altro servizio di pompe funebri della zona. Divertente vero? Cazzo se non lo è, non lo è affatto! Perché tu tutte queste cure non le meriti. Non meriti nemmeno una fottuta carezza, figuriamoci qualcuno che sa tirarti su quel viso maciullato dall'asfalto. ''
Prende fiato, ma per un istante si rende conto come sia difficile respirare.
''Perdonami stavo solo...male.''
Chrys non risponde, guarda altrove.
''Se non vuoi morire...se non vuoi.'' Trattiene un singhiozzo.
''Andartene da qui, allora fa qualcosa per me. Riscattati, che ti perdono.''
Guarda altrove, di nuovo.
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