Emeraude Kabakov

APPROVATA || Cacciatrice

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    what a wonderful life
    A Wilhemine sarebbe piaciuto dare a sua figlia il cognome della sua famiglia e di suo padre Rubio Foulger. Eccome e le sarebbe piaciuto! Perché Wilhemine è sempre stata una donna testarda, una donna con tutti i crismi per essere una Foulger, nata però inevitabilmente sotto l'egida dell'ego dei propri fratelli uomini già destinati a prendersi l'onere e il diritto di tramandare il ramo della loro famiglia. Non che sentisse questo fuoco di puro orgoglio divamparle nel sangue: era donna e abbastanza saggia da non lasciarsi accecare dalla gara che invece si consumava tra i fratelli nel dar retta in tutto e per tutto ad ogni singola parola uscita dalla bocca severa di loro padre. Forse anche per questo aveva deciso di stare con Ilya Kabakov: forse proprio perché i Kabakov, come famiglia di Cacciatori, non aveva mai avuto niente a che fare con i Foulger. E si era decisa a sposare Ilya quando già era incinta del loro primo figlio, scatenando un certo scontento da parte di suo padre. Ma tutti lo sapevano che Emeraude non era nata settimina. E a Wilhemine semplicemente non interessava, come non le sono mai interessati in vita sua, in fondo, i giudizi degli altri. Però rimase a Casper, rimase dove stava Rufio e la sua famiglia, ed insistette per farlo. Rufio riuscì a vederla nascere sua nipote, ma solo quello, non tanto oltre.
    Furono per metà i fratelli di Wilhemine, e per metà suo padre ad addestrare Emeraude come Cacciatrice. La dura severità del credo dei primi veniva mitigato dal carattere meno stoico del genitore, che si dimostrò contrario, ma non abbastanza, quando a soli diciassette anni la figlia lasciò Casper e partì con i cugini coetanei, spostandosi nomade da zio a zio prima e successivamente arrivando dai cugini della madre, figli di Carlisle Foulger.
    Visse diversi mesi presso Nestor e Veronica Foulger, avvicinandosi ai biscugini, Otis e Rufus, e cercando a sua volta di stringere un legame con Rita, nonostante le ovvie difficoltà.
    Tra le sue tante personalità riuscì a legare, in una strana maniera, prima con Chip, ma molto più con White Emily in cui le parve di trovare una sorella, sebbene il carattere infantile, evanescente, quasi sempre sull'orlo dell'irrealtà. Poi uno screzio inevitabile, frutto forse di una sotterranea gelosia: Jane Fugue tentò di spingere Emeraude giù da una scarpata.
    Mi dispiace! Mi dispiace! Per favore ho detto che mi dispiace! Nestor! Papà! Emeraude mi dispiace davvero! Non è colpa mia! Io non volevo!
    Per la prima volta Emeraude vide la severità dei Foulger, quella vera, mentre Veronica la stringeva per una spalla nel cercare inutilmente di rassicurarla mentre impassibile assisteva alla punizione che Rita si prendeva per tutte, per il suo essere divisa e mai completamente in sé stessa.
    Tu sei la garante di tutte loro. Voglio parlare con Jane. Jane esci, o la colpa sarà di tutte voi
    Capì allora che Nestor Foulger non avrebbe avuto mai pietà per sua figlia, non come Ilya ne aveva sempre avuta per lei. Non importavano le sue condizioni: a Nestor e Veronica Foulger non interessava di vedere una ragazzina che piangeva e si dimenava chiedendo scusa. A loro non importava che fosse ancora come una bambina.
    Fu la prima volta che Emeraude vide Jane piangere di rabbia davanti a Nestor mentre lo mandava a farsi fottere con tutta la forza che aveva.
    Da quel giorno per anni Emeraude e Rita non sono riuscite a scambiarsi nient'altro che un sorriso mesto.
    Dispiacque molto ad Emeraude, perché scoprì che le piaceva stare con i suoi coetanei, le piaceva avere cugini, avere quei fratelli che sua padre e sua madre non le avevano mai dato. Le piaceva farsi chiamare Eme! Eme! da quelle voci acute, a volte stridule in piccoli urli di chi si abbraccia e bacia le guance per affetto dopo averle riempite dei lividi di un duro allenamento, per curarle, per scusarsi, per farlo senza dover pronunciare delle giustificazioni. Si sentiva rassicurata dalle mani delle cugine che la tiravano per un braccio e poi per l'altro indicandole durante le riunioni, le feste, addirittura le veglie, ridacchiando sotto ad un portico, un paio di ragazzi carini, figli di Cacciatori. Si sentì consolata dai commenti acidi, dagli insulti, dalle mani che le asciugavano e le tiravano il viso dopo che uno di quei giovani ragazzi aveva cercato di allungare davvero troppo le mani, tanto dal farle paura.
    Si sentiva felice di essere nomade, di non essere a Casper.
    this painful, tempting life
    Wilhemine avrebbe voluto che suo padre Rufio fosse stato ancora vivo quando Emeraude l'aveva chiamata per dirle che aspettava un bambino. Ma Wilhemine non era soltanto Foulger, e pur vivendo in un mondo fatto di uomini, non aveva dimenticato come si faceva ad essere una madre ed una donna. Perché Emeraude aveva paura, dopo poco più di un anno che conosceva Andre, e all'improvviso un bambino, Emeraude era sinceramente spaventata. Anche lei come donna prima di essere una Cacciatrice, prima di essere una Foulger o una Kabakov.
    Che Andre lo aveva visto quando era arrivata appena diciottenne presso la famiglia di Nestor e di Anson. Era uno di quei "ciao" vaghi, cortesi di risposta ad un saluto fatto casualmente da un ragazzo più grande, di quei risolini di ragazze agli incontri di fronte ad un focolare: a pelle, non le diceva niente, indifferente. Non pensò mai a Andre, neanche in tutti quegli anni in cui per un po' sembrava essere sparito dalla circolazione.
    Poi era tornato, e dopo tutti quegli anni di timidi "ciao" disinteressati, qualche cosa era successo, ed era successo in maniera incredibilmente veloce, imprevista ed ancora imprevedibile.
    Ed Emeraude era contenta, perché era una di quelle cose giovanili che entusiasmano perché sono nuove, sanno di primavera. Perché è quando nasce l'eccitazione sincera, il trasporto, l'innocente erotismo, la comprensione, la sintonia, perché per la prima volta si sente di voler bene a qualcuno, di voler ridere delle gioie di quella persona già solo per il gusto di ridere, per farlo insieme. Insieme, si tratta di questo. Di trovare un incastro con qualcuno e di sperare che la stagione bella duri il più possibile e resista poi alle piogge. Si trattava di trovare un proprio posto nel mondo a fianco di qualcuno che per la prima volta ti sceglie perché sei fatta esattamente così, e gli va bene.
    Ma poi arrivano le cose serie, non sono più vivaci germogli ma radici spesse aggrappate con forza al terreno, e a queste cose serie Emeraude non ci aveva mai pensato. Cosa volesse dire mettere su una famiglia, legarsi davvero definitivamente a qualcuno.
    Ed un bambino era una cosa più che seria, e per questo davvero spaventosa. Che voleva bene ad Andre, ci voleva stare con lui, era innamorata ma forse non abbastanza per non avere tutta questa paura.
    In quegli ultimi tre mesi della gravidanza Casper divenne una via di fuga, tornò ad esser una valvola di sfogo, un modo per ignorare i dubbi, le titubanti angosce. Casper era una giustificazione per avere qualcun altro al di fuori di Andre, per non dover rigirarsi finalmente nello stesso letto e, guardandolo, avere paura di non sapere cosa volergli dire. E non si trattava di essere incinta senza essere sposata, non era questa la cosa importante. Quello che chiedevano gli occhi dei suoi parenti, dei Foulger, era che quel matrimonio a quel punto in qualche modo si sancisse.
    Ed Emeraude era innamorata di Andre, lo era sinceramente, ma aveva paura, e la paura la faceva dubitare, e il dubbio la spaventava. Un orrendo circolo vizioso.
    this miraculous life
    Ronnie aveva appena un anno. Un singolo anno, e già perdeva sua madre. Perché doveva andare così, ed Emeraude lentamente ci stava scivolando dentro questa idea. Una idea che è tremenda per una madre, prima ancora che per un Cacciatore, o semplicemente un essere umano che ha la paura matta di morire. Ma da quando suo padre e sua madre le avevano insegnato ad essere esattamente come loro, Emeraude aveva accettato anche quello che finisce per essere sempre il destino di persone come lei. Che è davvero difficile che un Cacciatore possa vivere per troppi anni continuando a cacciare, a inseguire spettri, demoni, mostri per fare pulizia nel mondo di tante immondizie, di tante malvagità, di tante ingiustizie. Era davvero così, o l'essere Cacciatori, essere Foulger, era solamente un suicidio già annunciato? Non lo sapeva, in quel momento Emeraude davvero non lo sapeva. L'unica cosa di cui era certa era che se sarebbe dovuta morire quel giorno allora lo avrebbe fatto da Cacciatrice, fino in fondo: con le mani tagliate dalle lame dei coltelli tenuti stretti nei palmi tremolanti, e un fucile serrato contro al petto, il dito presso il grilletto per farlo saltare ad ogni suono, ad ogni alito di vento che si sarebbe infilato in quella buca, ad ogni soffio di aria più gelido. Vampiri, di quelli appartenenti alla feccia, che i Cacciatori li conoscono e li aspettano con i denti scoperti, troppo spavaldi anche davanti all'idea di farsi ammazzare, troppo certi delle prede che vogliono fare, del sangue che vogliono bere. E quel giorno erano così. Quel giorno erano pronti da entrambe le parte. In numero sufficiente.
    Se ci cadde, se fu lei a buttarsi dentro quella fossa, non fu importante la differenza in quel momento, lo sarebbe stata solamente più tardi. Sapeva piuttosto cosa comportava sopprimere ogni aura, il suono di ogni respiro, di ogni battito del cuore, di ogni battito di palpebre. Significava non farsi trovare, né dai vampiri e né dagli altri cacciatori. Significava morire in ogni caso: si trattava solo di scegliere il come, se dissanguata da una di quelle creature ancora là fuori o abbandonata, con la gamba fatta a pezzi, a morire di stenti dentro quella buca scura e profonda. Significava restare da sola, significava farsi lasciare lì, significava convincere Andre di essere ormai andata, di dover tornare da Wilhemine da solo per poter riprendere Ronnie. Significava forgiare gli ultimi attimi del proprio destino e compiere una scelta che non viene concessa a molti. Almeno lei questa fortuna ce l'aveva avuta, anche se lasciava indietro cose così tanto grandi da fare male, malissimo.
    Dopo questa voglio stare qualche mese via dalla caccia. Voglio crescere Ronnie e stare con lei, era stato il pensiero legittimo di una madre.
    Emeraude sceglieva di morire da sola, tremando di paura davanti alla gara tra quel qualcosa che sarebbe venuta a prenderla per prima. Immobilizzata ad attenderlo arrivare, per puntargli il fucile contro e sparare l'ultimo colpo, fare un ultimo vano tentativo per poter dire di aver lottato fino alla fine. Per averci provato.
    Va tutto bene. Va tutto bene
    Ma la sentì Andre tremare di terrore in mezzo agli alberi, sotto il terreno. Non poteva sentirla altri che lui, che la sapeva riconoscere addosso una disperazione che non era la sua, apparteneva a qualcun altro. La sentì lui pigolare come fa un uccellino che stretto troppo forte tra le mani finisce per soffocare e morire.
    Sono io, guardami
    Le servirono dei lunghi minuti per tornare a vedere oltre la patina scura e spinosa che le era calata sopra gli occhi, per sciogliersi finalmente in un liberatorio pianto di paura e non rischiare di premere quel grilletto contro di lui. Pianse perché tornò a provare quel folle dolore che soltanto l'adrenalina le aveva fatto ignorare. Pianse perché era viva, perché in realtà ce l'aveva davvero paura di morire, perché non voleva morire, non voleva farlo affatto, non era pronta per accettarlo. Pianse perché si ricordò di essere stata segretamente e intimamente ingiusta verso Andre in quell'anno trascorso dalla nascita di Veronica, in mezzo a quei mille dubbi, a quella incertezza alimentata da quell'andare e venire, da quel partire e tornare continuo per la caccia, quel non potere stare fermi, non poter mettere radici, non poter capire se erano fatti per stare davvero così insieme. Dubbi che Emeraude odiava avere in testa ma di cui non era riuscita a liberarsi. Fino a quel momento: pianse perché Andre l'aveva trovata e perché lei amava Andre più di qualsiasi cosa al mondo. E con lui la loro Ronnie. Adesso, ad un palmo dal perdere tutto, così convinta che non ci sarebbe stata alcuna via di scampo, ne era visceralmente convinta.
    Sono morti, Emeraude. Li abbiamo ammazzati tutti. La caccia è finita
    Va tutto bene. È finita
    Sì era finita, era finita anche la sua vita da Cacciatrice. Era finito il sogno di sua madre, era svanito tutto quello per il quale aveva lavorato e si era addestrata in tutti gli anni passati. Le restava solamente sua figlia Ronnie. Le restava solo Andre. E in quel momento le stette bene così, in quel momento Emeraude non pensò a cosa aveva perso, ma a quello che invece aveva appena riguadagnato. Non voleva andare da nessun'altra parte, non voleva tornare a Casper. Non voleva tornare da sua madre. Voleva solamente restare da sola con Andre, come mai lo aveva desiderato fino a quel giorno.
    Emeraude Kabakov
    you seduce me and abandon me
    info
    Il suo nome Emeraude, venne scelto da sua madre, Wilhemine Foulger, che si impuntò di sceglierlo lei stessa, troncando sul nascere ogni possibile ed eventuale revival di quel lontano orgoglio russo che a tratti ogni tanto tornava a scorrere nelle vene del marito. Gemma preziosa, perché fu la prima e l'unica figlia che riuscì ad avere e che si fece bastare. Emeraude ha così preso il cognome di suo padre, Ilya Kabakov, che nelle vene ha forse un quarto del sangue russo che il suo nome tradisce, scelto a sua volta dal padre nato a San Pietroburgo.
    Emeraude è nata il 7 febbraio 1989 proprio nella cittadina di Casper, (Wyoming) roccaforte e luogo di origine proprio della famiglia Foulger, dove Wilhemine ha scelto ed insistito di vivere a fianco del compagno e del padre e poi mettere al mondo sua figlia, senza incontrare grosse resistenze da parte di Ilya, soddisfatto in fondo nel trovare un campo ben battuto per la caccia.
    È stata cresciuta e istruita sin da subito come una Cacciatrice, a fianco dei cugini e come lei nipoti di Rufio suoi coetanei, seguendo prima ancora della vocazione del padre proprio quella della madre e del nome che portava. Ha vissuto nello Wyoming a fianco dei genitori fino a 17 anni quando poi è partita con i cugini e ha seguito di volta in volta i vari zii, accompagnandoli negli addestramenti e nella caccia, ricongiungendosi con il ramo della famiglia da parte di Carlisle.
    Nel 2016, all'età di 27 anni, dopo appena un anno e mezzo di frequentazione con il cacciatore Andre Félibien, è rimasta incinta ed è nata la loro prima figlia Veronica. Nonostante la maternità Emeraude ha continuato ad essere attivamente una Cacciatrice. Solo un incidente durante la caccia contro un gruppo di vampiri nel 2017, che l'ha lasciata ferita gravemente, l'ha infine costretta ad abbandonare del tutto la caccia sul campo. Ne è seguito un lungo anno di depressione e di sconforto per il drastico cambiamento della sua vita come Cacciatrice, oltre al dolore fisico e psicologico della menomazione in sé. Sul termine del 2018 è nato, proprio a seguito di questo periodo, il suo secondo ed ultimo figlio insieme ad Andre con cui ormai fa coppia fissa, Martin. Emeraude resta per sangue una Foulger e ha deciso successivamente con forza e convinzione di non ritirarsi dalla famiglia e dal suo credo, cominciando a studiare riti, sigilli e artefatti, prestando agli altri Cacciatori le sue conoscenze.
    Allineamento: Neutrale Buono
    Catalizzatore: [+] Opale rosa [-] Legno fossile
    curiosity
    ① Ha trovato la sua strada, dopo l'incidente, nello studio degli antichi trattati e manuali di magia antica assecondando quello che è sempre stata la sua naturale propensione allo studio. Ha potuto così riprendere a studiare, come passione nel tempo libero, la storia dell'arte e della trattatistica d'arte. Tra la sua collezione di testi sulla magia e sui sigilli spiccano diverse monografie di artisti e critici.
    ② È segretamente gelosa delle capacità manuali e disegnative di Andre. Uno dei principi (più simile ad un capriccio e ad una curiosità) ai quali cerca di stare più attaccata, nei limiti del possibile e trascendendo i meri insegnamenti da Cacciatore, è quello di abituare i figli alla pratica del disegno sin da bambini. Non tanto a fini pratici come ulteriore abilità da inserire nelle loro capacità pratiche sulla caccia, quanto per seguire quanto più alla lettera gli insegnamenti riguardo alle descrizione ecfrastiche impartite dagli autori classici antichi.
    ③ Le sarebbe sempre piaciuto avere un cane da poter chiamare Breton, e sin da giovane ha procrastinato al giorno in cui sarebbe stata più stabile anche materialmente, arrivando ad oggi tuttavia senza aver realizzato il suo desiderio, trovandolo ora quantomai impraticabile con i figli piccoli.
    ④ Cerca di evitare di usare un bastone per camminare ed evitare di zoppicare, perché nonostante siano ormai passati quattro anni, dopo essere stata una promettente Cacciatrice e aver accettato sin da quando era giovanissima la possibilità di subire incidenti o anche di morire, lo trova ancora umiliante. In generale tende a innervosirsi se si cerca di aiutarla quando non richiesto.
    ⑤ Verso i 12 anni ha avuto una cotta segreta per uno dei suoi cugini Foulger, e anche se è stato un episodio passeggero e innocentemente infantile, ancora si vergogna a parlarne.
    ⑥ Nonostante l'aiuto concesso dai Foulger per prendere proprio la casa così grande a Putnam Valley, e insieme l'implicito invito a sposarsi al più presto con Andre, Emeraude per adesso non ha nessun desiderio di convolare a nozze con Andre, né di cercare di avere altri figli. Per il primo non lo trova ancora necessario e non ha nessuna smania, per il secondo ritiene che Veronica e Martin siano nati in due momenti molto precisi e simbolicamente densi di significato.
    ⑦ Parla, anche se in maniera molto elementare il francese, complice soprattutto la nazionalità di Andre.
    ⑧ Non è particolarmente brava a cucinare, anche se le piace molto prodigarsi e darsi da fare. La sua cucina è accettabile ma non certo priva di sforzo e una certa goffaggine.
    house
    Nonostante abbia vissuto e viaggiato insieme ai cugini e agli zii su delle roulotte, da quando è rimasta incinta della prima figlia ha Emeraude ha deciso di stabilirsi in una vera e propria abitazione, col benestare della famiglia Foulger, e ad oggi infatti vive con Andre e i loro due figli in una casa a Putnam Valley nella contea di Putnam (New York), dove offrono la loro abitazione e ospitano gli altri cacciatori che raggiungono New York e nei dintorni. Casa Félibien-Kabakov è di fatto un porto di mare, dove di rado Emeraude e Andre riescono a vivere da soli. La casa, grazie al contributo della famiglia, è abbastanza grande da ospitare decisamente più di una persona, forse decisamente troppo grande per Andre e Emeraude, considerato il loro stile di vita, ma appunto: grazie al contributo della famiglia Foulger. Infatti la casa non offre solamente un paio di camere in più e qualche letto, ma mette a disposizione spazi abbastanza gradi da riunire diverse persone per eventuali incontri. Da quando Emeraude ha smesso di cacciare sul campo ha cominciato a collezionare e custodire una grande quantità di libri e di manuali, offrendosi di raccogliere nella sua biblioteca anche quelli di altri cacciatori costretti ad una vita più nomade e perciò meno propensa a crearsi collezioni troppo pesanti di oggetti. Nella casa Félibien-Kabakov Emeraude studia, grazie a questa raccolta di conoscenze, rituali e tecniche di caccia e la porta della sua biblioteca è sempre aperta per eventuali consultazioni. Essendo immersa nella natura la casa dispone di grandi spazi aperti all'esterno dove Andre si presta ad addestrare i nuovi cacciatori e i bambini.
    kids
    Quando sei sul campo e ti chiedi se scegliere di tentare con un azzardo o ritirarti, pensa sempre ai bambini. Una caccia può anche non andare bene, possiamo anche perdere l'amicizia dei Cacciatori o dei Foulger, ma Ronnie e Martin rimarranno sempre nostri
    Veronica (Ronnie) è nata il 28 luglio 2016. Emeraude l'ha partorita proprio a Casper, dove aveva deciso di vivere gli ultimi mesi della prima gravidanza preferendo rimanere vicina alle cure di Wilhemine. È stata assistita infatti proprio da sua madre e da un paio di cugine, mentre Andre era sulla via di ritorno dalla caccia. È stata chiamata Veronica come la moglie del cugino di Wilhemine, "zia" con la quale anche Emeraude ha trascorso alcuni anni nel periodo della formazione assieme agli altri biscugini. Ronnie era con Wilhemine quando Emeraude ha subito l'incidente, ed è rimasta con la nonna materna fino a quando Emeraude ha potuto dirsi fuori pericolo e imboccata la faticosa via della guarigione. Ad oggi Ronnie comincia i suoi primissimi insegnamenti per seguire la strada dei genitori cacciatori, impartiti prima di tutto da Andre.
    Martin è nato il 13 novembre 2018, quando ormai Andre e Emeraude si erano da dei mesi trasferiti nella casa di Putnam, viste anche le sue condizioni fisiche e il recupero fisico e psicologico che non permetteva più ad Emeraude la vita semi-nomade come in precedenza. La gravidanza e la nascita di Martin ha messo un punto al periodo di depressione a seguito dell'incidente che è riuscito a risanare un po', lentamente, l'animo ferito di Emeraude. Il parto tuttavia è stato più complesso e faticoso, cosa che ha generato attimi di sincera paura.
    Emeraude è semplice. È esattamente così come la si vede: trasparente. Non ha avuto tempo anche solo per pensare di potere o di voler diventare più sofisticata, più complessa di quanto già non è. Non ha mai pensato di voler essere una persona da guardare e domandarsi se esiste un modo per sbrigliarla, per sciogliere i suoi pensieri, i suoi enigmi più profondi. Forse non ha mai voluto neanche impegnarsi di apparire una persona interessante, carismatica. Forse non ha mai neanche pensato di voler in qualche modo apparire. Di volersi scegliere abiti più eleganti, scarpe più alte, di volersi stendere un rossetto sulle labbra quotidianamente per farlo diventare la firma di una donna adulta che sa esattamente chi vuole vedere allo specchio e come plasmare quel riflesso. Sono rare le volte in cui pensa che un bel vestito sia veramente necessario.
    Emeraude è semplice, si è sempre fatta bastare poco: una roulotte, suo padre, sua madre, l'affetto dei propri parenti, qualche amico, e alla fine Andre e i suoi bambini.
    A volte parla troppo, a volte senza neanche rendersene conto, e ogni santa volta finisce dopo per mordersi la lingua e sperare di non aver parlato a sproposito o essere scaduta nell'esagerazione di parole troppo libere o accorate. Emeraude non ha mai preteso niente dalle persone, dai Foulger, non ha mai chiesto la casa che è stata data loro, e che è sempre troppo grande e per questo le piace riempirla di gente, di persone che facciano rimbombare di meno il suono dei suoi passi affaticati su dei gradini. Persone nei quali occhi avere la conferma che no, non esiste per lei e per il suo difetto un giudizio, non da quegli uomini e quelle donne che sono saggi, che a persone come lei ci tengono davvero. Le piace il parlottare, il brusio da vespaio quando nel salotto ci sono tanti Cacciatori, quando ha bisogno di cercare Martin con lo sguardo perché si è perso in mezzo a dei familiari che gli tendono le mani e se lo stringono, di guancia in guancia. Le piace la sua regola di Putnam Valley: "Chi porta l'alcol dopo in questa casa ce lo lascia!". Le piace anche quando la casa rimane vuota, e restano solo lei ed Andre ed una caccia che è, anche solo per un po' lontana, per ricordarsi cosa vuol dire essere una famiglia. Le piace guardare Veronica e vedere che ha i suoi stessi occhi chiari, anche se non così chiari come quelli di suo padre. Che ha i suoi stessi tratti tondi, addolciti, di quelli che ti fanno guardare allo specchio e pensare di essere rimasta nell'aspetto una bambina. Le piace pensare che i capelli sottili e biondi di Martin presto diventeranno castani e leggeri come i suoi e che prenderà almeno un po' il suo naso appena stondato.
    Le piace restare da sola con Andre, fare l'amore su un divano, a volte scopare, a volte entrambe. Sperare sempre che il giorno in cui ripartire sia il più lontano possibile. Le piace farsi ricordare quanto è piccola di statura, offendersi, ma mai davvero, litigare, mandarsi a fanculo e ricominciare tutto da capo con uno "scusa".
    Come sua madre, ha imparato a mettere anche da parte le pretese delle altre persone. Quelle che vorrebbero dirle di prendere una posizione più netta riguardo la sua maternità, la sua relazione con l'uomo che le sta a fianco. Quelle che vorrebbero aspettarsi qualcosa in cambio da un dono che Emeraude non ha richiesto ma ha accettato ben volentieri.
    Emeraude è semplice. È esattamente così come la si vede: trasparente. E in profondità, in quella lucidità, si intravedono anche le zone grigie. Quelle che tiene a fondo, per sé e per chi da quella fossa scavata come se fosse una tomba ce l'ha tirata fuori, forse credendo che non ci sarebbe stato più niente da fare.
    Durante quella che si è infine rivelata essere la sua ultima caccia contro i vampiri è rimasta gravemente ferita alla gamba sinistra, e il tempo che è rimasta ad attendere i soccorsi hanno inevitabilmente complicato e peggiorato la sua condizione, rendendola non del tutto recuperabile, neanche con l'uso della magia. Da allora la sua gamba sinistra è stata ridotta quanto basta per obbligarla da qui alla fine dei suoi giorni a zoppicare e a doversi affidare, quando prova ancora del dolore e compie troppa fatica, ad un bastone o qualsivoglia sostegno. Si è sempre rifiutata di adottare anche una piccolissima protesi cyborg, e sforzandosi ogni giorno per compiere anche gli sforzi più elementari che a lei risultano inevitabilmente più impegnativi. Tutto perché vuole che rimanga come monito per le sue titubanze, e come memoriale per il suo desiderio primordiale e viscerale, laggiù, di restare in vita per Andre e per la sua famiglia.
    E a volte ha paura. Ha paura quando Andre parte per la caccia. Ha paura quando sa che si tratta di vampiri. E a volte se lo domanda pure, se sia giusto essere dei Cacciatori, se ne vale la pena, se il credo è più importante della loro famiglia, se il giudizio dei Foulger, o dei North, o di qualsiasi altro clan valga davvero così tanto. Se convenga davvero rischiare e perdersi ancora una volta la vita dei propri figli.
    E a volte ha paura che davanti a questa domanda Andre possa risponderle di : che è un rischio che si deve essere disposti a correre per mille volte, di fronte a tutto, di fronte a tutti.
    body & soul


    Edited by .vertigo - 19/3/2021, 22:22
     
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