Rabbit Hole

Ventritrè anni non sono niente. Non lo sono nemmeno quando vivi da solo perché i tuoi hanno deciso di andare in pensione altrove. Non lo sono quando gli studi li hai finiti da un pezzo e ciò che ti resta da fare sono solo allenamenti su allenamenti. Che non è qualcosa su cui passar sopra come se nulla fosse: Allenarsi è importante, solo che, insomma, quelle sono cose che vengono da sole. Non si diventa grandi solo perché si lavora con costanza, né tantomeno se si organizza una festa.
E questa è stata bella, piacevole, sotto molti punti di vista. Chrysanthemum non è mai stato una bestia sociale, ma sa star tra la gente quanto basta per sentirsene giovato. Ed è sicuramente soddisfatto adesso, è felice, quasi rilassato, seppur c'è da sistemare un'intera villa messa sottosopra dagli amici.
La serata è stata meravigliosa, ma lui non si sente più grande di prima. Non sente niente.
Stringe tra le mani il libro di pozioni che gli ha regalato Josh e lo osserva, un istante, giusto quel poco tempo che ha a disposizione prima di premere play e lasciare che i consigli di Soul sortiscano il loro effetto.
Perché sì, Josh sarà sicuramente il suo migliore amico, l'uomo più bello dell'universo, ma ora è in Francia, è via con sua figlia e sua moglie e quello ad aver guardato Chrys per tutto il tempo non è stato lui, ma suo fratello.
Il piccolo Edric, uno dei gioiellini di casa Çevik. Che è bello, cazzo se lo è, tanto che evitare di ricambiare anche solo un sorriso, per il giovane Sinister, è stato tostissimo, arduo.
Per questo ha avuto la brillante idea di chiedere a Soul, il suo ex, tipo, quale fosse la sua canzone preferita. Non tanto per restar lì a fantasticare su immagini irreali, quanto perché si è convinto, sin da subito, che quegli sguardi potessero significare altro.
''Ehi, Eddie.'' Sorride osservando i bicchieri di plastica che pian piano inizia ad impilare come antistress. Lo fa per non dargli troppa corda e allo stesso tempo, farsi desiderare quanto basta per potarlo in casa.
''Pensavo fossi andato via con Joshua.'' Lo dice sorridendo ancora, più di prima, tanto che gli zigomi un po' gli dolgono sotto la pressione delle labbra.
''No, tranquillo.'' Si stiracchia appena le spalle. Lo fa allargando le ali, facendo scrocchiare anche qualche vertebra. ''Niente di troppo impossibile con la magia.'' Ma impila un altro bicchierino che subito si volta in sua direzione.
''Sì? è una delle mie preferite.'' Mente sapendo però di poterlo fare, perché ha questa capacità di ricordare ogni stupido dettaglio sin da subito, tanto che gli è bastato un solo ascolto per impararne il testo a memoria.
''Grazie.'' Risponde con tono dolce, prendendo due bicchierini nuovi dalla pila di quelli puliti. ''Ti va un altro goccio di Martini prima di andar via?'' Niente di troppo elaborato: Solo del Martini versato nella plastica. Nessun cocktail studiato, niente di niente.

Il mio corpo l'ho abbandonato. Mangiatelo, avvoltoi! Che la morte ha gia incatenato i nostri nomi e noi. Cosi l'anima vola via, via da un misero mondo perso. Questo amore sara una scia tra le luci dell'universo━━━━━━━━━━━━━

Chrys Sinister

mordin ━ alchimista ━ pozionista ━ metamorphomagus

Getta i bicchieri nel secchio che Edric gli porge e lo fa solo per andar a riempirne altri col Martini. Non tanto perché gli piace alzare lo sguardo dalla plastica scura sicuro di incontrare per l'ennesima volta il suo, quanto perché si dice che se è ancora lì, allora un altro brindisi magari ci sta anche bene. E no, non è una questione relativa al dar un senso alla serata: Davvero, è stato un bel compleanno, ma questo finale ha un retrogusto diverso. Magari è tutta una questione di chimica che fino ad oggi non aveva mai calcolato: Che Edric è solo e soltanto il fratellino di Joshua. Non un bel ragazzo, non qualcuno da guardare con così tanta insistenza. Ma sta sera Chrys se lo guarda e cavolo se non prova un briciolo di vergogna nel farlo. Se non ha problemi a perdersi nei suoi occhi tanto che i bicchieri forse li riempie persino troppo.
Allora quando glielo passa ad Edric e la pelle si incontra per un attimo, il liquido sborda appena bagnandogli le dita.
''Oddio, scusa.'' Lo dice ridendo, un attimo. Lo fa piegandosi all'indietro come a non volersi macchiare i vestiti o permettere che possano sporcarsi quelli dell'altro che, sì, in bianco sta decisamente bene. Anche se ha un gusto nel vestire tutto suo e quello scheletro che indossa un po' lo fa ridere.
E ci pensa solo per un istante che vorrebbe davvero che Edric restasse il fratellino di Joshua. Quello da tener distante quando ci si dice le cose da grandi e che un po' rompe, a prescindere, solo perché i più piccoli fanno così: Stanno sempre tra i piedi.
Restano in casa anche quando la festa finisce. Ti guardano come se tu potessi dargli qualcosa.
E la canzone riparte in loop solo perché è stata impostata così. Che anche se è inascoltabile resta la sua preferita, allora va bene che se ne stia lì a riempire le pareti di casa. Va bene ogni cosa adesso, l'importante è che a lui piaccia.
''No dai, facciamo a te, che devi sicuramente partecipare a feste migliori. '' Modesto si volta per afferrare il suo di bicchiere e portarlo così davanti a lui. Lo alza, in segno di brindisi, ma siccome la plastica non si fa toccare, non lo fa scivolare contro il suo. Imita solo il gesto.
''Per il dieci agosto ne organizziamo una ancora più bella.'' Ci tiene a fargli notare come ricordi bene la data del suo compleanno. Come la buona memoria sappia giocare a suo favore ed emerga proprio al momento del bisogno.
Porta il bicchiere alle labbra, ne trattiene giusto un sorso, ma perché sa che è già al limite e che alla fine del bicchiere, quasi sicuramente, sarà alticcio abbastanza da mostrarsi forse troppo euforico, troppo accondiscendente.
''Ho giusto una stanza in più per chi resta a pulire dopo le feste.'' Deglutisce, lo guarda ancora, ancora ed ancora, ma sta volta dietro la barriera che ha momentaneamene costruito col bordo del bicchiere. Ci respira dentro: Il Martini è buono anche nel suo profumo. Prende coraggio lì. Che a Soul, forse per rispetto, non glielo ha detto che prima di Edric non ci ha provato con nessuno: Che le sue prime volte son venute un po' così, un po' per fortuna e che la spinta non è mai partita da lui. Ma oggi si sente sfrontato, anche se sa che Joshua avrebbe di che obiettare. Sfrontato, perché come l'amico ha la sua famiglia, anche lui se ne merita una tutta per sé.

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Eddie, il piccolo Çevik, sta decisamente flirtando con Chrys e al ragazzo questa cosa piace. Ma a chi non farebbe piacere sentirsi al centro dell'attenzione di qualcun altro? Anche quando questo è il fratellino del tuo migliore amico nonché amore della tua esistenza? A Chrys piace guardare Edric e rendersi conto che esiste un po' di Joshua in lui. Che tutti i fratelli Çevik in un qualche modo sanno assomigliarsi, anche se solo nei movimenti, magari e non propriamente nella curvatura del naso o nell'inclinazione delle labbra. Non gli sembra sbagliato notare questi dettagli e dirsi che sono cose che in un modo o nell'altro gli piacciono parecchio. Perché provar interesse verso qualcuno, quando si tratta di accenni così velati, forse è anche una forma di rispetto ed adulazione. Ed Eddie è davvero carino nel pallore del suo viso. Nel modo in cui gli occhi, a differenza di quelli di Joshua, si armonizzano con il resto dei colori. Che il capello biondo gli sta davvero bene, non li fa sembrare come un cazzotto dinanzi alla vista.
Un po' come se per godere di quel grigio ci fosse il bisogno di scavare un attimo di più dietro alle ciocche. Perché senza il nero di Josh questi non uscirebbero fuori, non brillerebbero di luce propria.
Ha degli occhi timidi Edric, ma sono davvero dei piccoli cristalli che Chrys segue con curiosità ed ammirazione.
Lo fa prevedendo le sue mosse, tanto che sentirlo pesare sulla spalla non lo fa sobbalzare. Se l'era aspettato: Sono attenzioni che uno ricerca sempre in certe situazioni. Sono fisicità di cui uno ha bisogno. Tanto che lo studio sulla postura non si è mai rivelato tanto giusto se non in questi casi. Per tutta la serata, ma a pensarci bene, anche da giorni prima, i piedi di Edric hanno sempre puntato in sua direzione. E lui ha ricambiato, in silenzio, anche s e ogni scusa era stata buona per accompagnare Joshua a fumare o per giocare con la piccola Alice.
''Oh...'' Ridacchia leggero, agitato dall'alcol ''Cosa farai tu?'' Una sfida innocente la sua, che lascia scivolare il mignolo contro la sua mano. Ne sfiora distratto il dorso, così piano da farlo passare come un caso. Niente di voluto.
''Ehi, vacci piano, coniglietto.'' Ride di nuovo, con più cuore adesso, che trova divertente il modo in cui Edric va a ricercare del coraggio liquido. Magari per chiedergli un bacio od uno di quei balli vecchi ma comunque utilissimi se si vuol sentire il cuore dell'altro battere come un martello pneumatico contro il proprio.
''Non tornare...'' Un sibilo a denti stretti. ''Avrò ancora bisogno di te domani mattina.'' Perché sono brilli adesso e di sistemar la sala, forse, non c'è più la voglia. E glielo dice come se fosse un segreto solo loro. Come se la signora Çevik fosse proprio lì ad ascoltare la loro conversazione. Azzarda, quindi, lasciando che la vicinanza gli faccia accarezzare la fronte di Edric coi suoi boccoli.

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Non serve a niente tirar tanto la corda. Fingersi impassibili, ciechi, quando la realtà dei fatti è tutt'altra ed è palese, lì, ad incastrarglisi tra i respiri che sanno di Martini, fatta eccezione per quelli di Edric che di tanto in tanto si mischiano al fumo di sigaretta.
Chrys non fuma, non ha mai provato, ma non può dire che quell'odore non sia buono. Sarà che lo collega a Josh, al fatto che inevitabilmente la sua colonia poi si sia sempre mischiata al tabacco che fuma. Che magari sì, è lo stesso che oggi ha fumato Edric, ma che su di lui, non so, per Chrys ha un odore diverso.
Ma sono dettagli su chi si sta concentrando proprio per non doversi rendere conto del fatto che il fratellino di Josh un po' gli piace. Forse un po' più di ''un po'''.
Perché sì, ci prova a star attento a ciò che dice, ma lo fa muovendogli le labbra così vicine che l'unica cosa che finisce per recepire è il fibrillare di un cuore che, come fosse quello di un ragazzino, buono proprio non ci sa stare. Che è bello sentirsi apprezzati. Forse troppo bello credere di poter essere bello, desiderabile, per qualcuno. E se a fargli un complimento del genere è Edric, allora forse non è così male. Non è così strano come crede.
''Poi ti sale l'ubriacatura brutta e finisci per non...'' Per non ricordare le labbra che si stanno incontrando. O la mano lungo la sua. L'indice a risalirla solo per poi fermarsi con il resto delle dita attorno al suo polso. E Chrys non vuole che lui dimentichi, anche se adesso tutto sembra così amplificato per via dell'alcol.
''Domani pomeriggio...sì?'' Lo ripete. Lo fa sfiorandogli una guancia con l'altra mano, quella che è ancora appiccicosa di Martini nonostante se lo sia leccato via dalla pelle poco fa. Lo fa assumendo la sua stessa postura, inclinando di poco il capo ma solo perché Edric è più piccino. Sembra uno spilungone da quanto è magro, ma è più piccolo di lui.
E non sa chi è stato il primo a baciare l'altro, sa solo che le labbra non sono riuscite a tirarsi indietro. Che dal momento in cui i peli si son rizzati, l'unica cosa giusta da fare fosse gettarsi nel vuoto per trovare Edric. E sentirselo un attimo addosso. Piano, pianissimo, che quasi sembra non si stiano nemmeno baciando talmente le labbra si muovono lente ed il primo schiocco è solo un incontrarsi a stampo, un fondersi appena, ma senza infilar subito la lingua. Che la bocca, con l'alcol, è un po' impastata, ma basta la saliva dell'altro ad alimentarla di nuovo. E da quella stessa presa sul polso tira, un po', solo per portarselo più vicino e baciarlo così ancora ed ancora, sempre troppo dolce, magari anche inesperto. Ci annaspa un po' in quella bocca e lo fa poi ricercando la lingua. Ma solo più tardi. Solo dopo essersi ambientato ed aver compreso di non potersi più tirare indietro.

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Edric, a differenza di Joshua, è più simpatico. Ha un modo tutto suo di far sorridere Chrys, ma perché a differenza del fratello sfrutta le situazioni che ha a disposizioni per buttar giù la battuta. E questa è una dote ormai nota da tempo o almeno, Chrys ha iniziato a farci caso da quando ha capito che forse forse quegli occhi chiari e quei capelli biondi un po' gli piacciono. Un po' troppo, tantissimo, perché sono simili alle spighe di grano che crescono dietro casa: Steli dritti, esili come ballerine baciate dal sole.
Infatti non sa trattenere i sorrisi che gli pendono ai lati delle labbra, anche quando se lo bacia e gli sembra di non aver modo di respirare, di prendere uno spazio che non sia, ormai, decisamente condiviso da entrambi.
Ride piano anche se la lingua scatta fuori dai denti. Lo fa respirandogli in bocca, stringendoselo un po' più a sé. Delicato, quasi spaventato dall'idea di avere un Josh pronto a rientrare in casa perché Alice ha dimenticato uno dei suoi giochi. Ma non per questo tanto restio come avrebbe immaginato. Che Edric è bello, è un ragazzino d'oro. E gli piace, sì. Si piacciono a vicenda e questo è palese nelle strette che si concedono, nelle vicinanze che accorciano.
''Insisto...sì.'' Se i baci di Edric si fanno più affamati, allora Chrys si convince di non doverci andare poi così piano. Di poter azzardare un po', tipo nel premerlo contro il tavolino appena vuoto. Spostare con una mano le ultime cianfrusaglie che rendono scomoda la presa e farcelo sedere piano. Che vuole incastrarsi tra le sue gambe, abbracciarlo meglio, tanto da far scorrere le mani lungo i fianchi e la schiena. Tenerlo dritto, immobile ma contro le sue labbra. Che altri baci non sa negarglieli. Gli piacciono anche se restano quelli, anche se non si sbilancia più di tanto e lungo la mascella non scende. Non va dove non dovrebbe, dove non è ancora stato invitato ufficialmente.

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Gli sembra un po' ironico che un bacio possa essere proprio un regalo di compleanno, soprattutto quando non si è mai sentito tanto desiderabile da meritare proprio un regalo di genere. Ma non si tira indietro, non glielo dice che forse sarebbe meglio evitare, ma perché un po' fa strano, se ci si pensa, star proprio lì a baciarsi il fratellino del suo migliore amico. Il suo piccolo rompipalle.
Fa stranissimo, sì, trovarlo bello al punto da voler infilare le mani sotto la sua camicia. E sì, tastarlo un po', vedere che pieghe fa la pelle quando viene piegata così e le gambe si alzano un pochino attorno ai suoi fianchi.
''Ehi...'' E ricambia con una punta di terrore nella voce. Che ha paura di recepirli male certi messaggi, tanto da andarci troppo pesante dove magari sarebbe meglio rallentare. Perché se fino a ieri Edric era sì, un bello da tener distante perché si sta parlando di cose da grandi, adesso non può essere qualcuno di così speciale da esser sbattuto direttamente sul tavolo del soggiorno. E se tornasse indietro qualcuno? E se fosse l'alcol a parlare per lui tanto che domani sarà così stordito da pentirsi di ogni cosa? Chrys non può azzardare tanto senza sapere se il suo piacere farà o meno del male a qualcun altro. Per questo lo accarezza solo, lentamente, continuando a scavare con baci che subito giocano a ridisegnargli la mascella.
Ma ha un sussulto quando Edric, augurandogli nuovamente un buon compleanno, si sfila la camicia come se stesse scartando un regalo. E cazzo se il suo regalo, oggi, è proprio questo. Questa timidezza che subito gli prende le guance e che lo fa sorridere, sì, ma di un sorriso stupido, scoordinato come tutto il resto.
''Cazzo.'' Sibila spontaneamente, quando guardandolo si rende conto di aver un cuore che batte all'impazzata. Che gli si incastra in petto e martella. Forte, fortissimo.
''E-eddie.'' Che è una richiesta di permesso, una di quelle che gli si bloccano in gola e che sa avvalorare solo lasciando scivolare piano il naso contro il suo. Gli fissa le clavicole, si incastra così tra la sua carne e l'ansia.

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Ed il sesso con un uomo non è mai facile. Non è come farlo con una donna. Non ci si può soffermare solo su domande semplici, su conferme che possono essere date con lo sguardo, con cenni di assenso ben precisi. Che poi Chrys non sa nemmeno com'è che si faccia con una donna: Non è mai stato con una, ma solo con tipi, tipi con i quali, però, non ha mai giocato la parte attiva. E questo beh, magari è l'alcol a parlare per lui, però è uno di quei pensieri che gli si incastrano agilmente in testa.
Che appunto, essere attivo con un uomo è diverso che esserlo con una donna. Perché ci sono innumerevoli passaggi a cui pensare prima, un po' come quando si gioca con l'alchimia e le pozioni sono solo figlie di passaggi precisi, meticolosi.
Ma non sa dirglielo, Chrys, adesso, che non si aspettava di ritrovarsi così tanto vicino ad un Çevik questa sera. Perché sì, a volte i sogni restano solo sogni ed il fatto che Edric lo avesse guardato per tutta la serata di certo non stava a significare niente. Si conoscono, sono amici grazie a Joshua che gioca un po' il ruolo di tramite, ma nulla più. Almeno, era così fino a che non si sono baciati. Si rafforza nel perdurare, nel continuare a mischiare la saliva come fosse la cosa più giusta da fare in situazioni come queste. Forse, per Chrys, è proprio questo il regalo che un po' si aspetta: Delle attenzioni che sappiano rivelarsi delicate, sincere, magari anche un po' infantili. Che non stiano lì a ricordargli quanti anni abbia compiuto. Che se lo trascinino un po' via, laddove il tempo e lo spazio non hanno un loro significato. Niente di preciso, niente di troppo angusto.
Ma Edric acconsente, annuisce ad ogni cosa, anche a quelle che Chrys non chiede, ma che asseconda lasciandosi sfilar di dosso la camicia. Giusto per restare a petto nudo e far sì che la pelle respiri per lui. Che i cuori si sentano per un po'. Battito contro battito, a tempo, quasi.
''S-sì?'' Ride piano, ubriaco, ma cristallino, sincero. Che se Edric avesse l'accortezza di fissare gli occhi nei suoi scoprirebbe come persino Chrys, quello che sembra un po' cupo, sempre un po' sulle sue, alla fine sa cedere all'imbarazzo. E scivola, scivola sempre. Scivola che nemmeno lui lo sa. Nessuno se lo aspetta mai.
''Lo hai mai...'' Mai fatto? Non glielo chiede, non ci riesce. Non quando l'attenzione viene richiamata dai baci, dalla mano che prima era ferma lungo un fianco e che adesso scivola verso il basso. Gioca con il bordo dei pantaloni bianchi. Pizzica l'elastico degli slip.
Inarca la schiena, Chrys, lo fa per piegarsi meglio verso di lui. Staccare il petto dal suo e lasciare che su quel battito vada a posarci l'ennesimo bacio.
Che magari sì, magari è presto per far certe cose. Magari è meglio farle quando le si ricorda, quando alla voglia sa mischiarsi la premeditazione, una maturità necessaria.
E sì, a modo suo Chrys è ancora vergine, così vergine che nella passività di Edric non sa che ritrovarci un po' di ansia da prestazione.
Issa le mani contro il tavolo, lo fa per spingerlo giù, piano, tra i bicchieri ormai sparsi ai suoi lati, tra l'appiccicume dell'alcol versato. E lo fa per concentrarsi sul cuore, per baciargli il petto in una linea che scende e risale, che lo ispeziona, che lo percorre come un maratoneta entusiasta, terribilmente eccitato.

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