Downfalling, my love

All'inizio c'è stata solamente la nausea. Un colpo di frusta allo stomaco come se avesse ricevuto un pugno. E per sorreggerle, quelle cinque notte stampate nel plesso solare, si è prima sorretto ad un muro, poi al corpo di un suo compagno ucciso dai corrotti.
All'inizio è stata solo una sbandata, una frusta lungo una schiena, una di quelle che ti fanno piegare le ginocchi a terra perché tirarsi su fa male. Stendere le gambe ti lascia tirare tutto.
E non ha emesso un fiato. Nemmeno uno. Non quando i suoi amici sono morti, non quando la sua mano si è macchiata da quello stesso sangue da cui, diversamente, si sarebbe lasciato lavare.
Come una doccia fredda, ma dai toni più caldi e viscosi.
Lo hanno trovato sudato lungo la strada principale che vaneggiava tra sé e sé. Pallido, smunto, come se avesse appena visto un fantasma.
E la paura è stata tanta.
Sì, è stato terribile.
Allora lasciandosi sfiorare solo per un istante, ha ritratto le braccia conscio di pote far del male.
''N-no, Soul.''
Nessuno lo avrebbe dovuto toccare, non quando c'erano dei martiri ai quali farsi vicini. Non quando i giochi, ormai, erano già stati giocati. Che lui li avesse vinti o persi ancora non lo sapeva, ma fu sparendo di vista - nonostante Soul avesse chiesto ad altri di badare a lui - che le cose iniziarono a peggiorare.
L'Ordine, d'altro canto, sarebbe venuto a saperlo comunque. Allora Chrys ha lasciato che gli altri si preoccupassero, seppur solo per un breve istante, del suo stato di salute. Ed è stato persino collaborativo, seppur in balbettii lenti di labbra fredde, violacee.
A disposizione, affinché non venissero fatte troppe domande su come fosse successo. D'altro canto l'unico testimone rimasto, è proprio lui. Lui che, in un battito di ciglia, è scomparso.
Ma Edric, a differenza degli altri, lo conosce più di se stesso e rientrando in casa, lo avvolge con il suono della sua voce. Avviene istintivamente.
Ma Chrys non risponde nemmeno ora. Non quando riversa i lunghi capelli ricci lungo la scrivania del laboratorio e sfoglia e risfoglia pagine su pagine di appunti.
Non esiste una cura alla corruzione. Lui non ne vuole scoprire una, eppure, nel sentirsela scivolare nelle vene come fosse un verme talmente forte da strusciare da una parte all'altra del corpo, si spaventa.
E lo si legge negli occhi spiritati, privi di qualsivoglia luce. Glielo si legge nelle spalle ricurve, nel sorriso che ormai non esiste più.
E continua ad essere solo nausea, continua ad essere solo una sbandata. Come quella che si è preso per Josh ma che, da anni, non passa più.
''Ciao Coniglietto.''
Modula la voce affinché Edric non sappia cos'è successo, non subito almeno. Lo fa convinto che la voce non gli sia ancora giunta e che forse e dico, forse, gli restano ancora un po' di ore di anticipo sulla propria tabella di marcia.
Smette di scartabellare nervosamente. La mano si stringe contro un libro, la luce sfrigola piano sul comodino. Si affievolisce. La lampadina sta per fulminarsi.
Chrys sospira. Lo si può sentire tirar su col naso. Gli viene da vomitare. Si porta una mano sullo stomaco, la schiaccia appena tra la carne e le costole. Si trattiene.

Il mio corpo l ho abbandonato. Mangiatelo, avvoltoi Che la morte ha gia incatenato i nostri nomi e noi. Cosi l'anima vola via, via da un misero mondo perso. Questo amore sara una scia tra le luci dell'universo━━━━━━━━━━━━━

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Ma è ovvio che lui lo sappia. Lo sa a prescindere, lo sa perché Soul non sa chiudere la bocca. Perché non si può, diciamo, non in casi importanti come questi, dove i commilitoni hanno quasi il dovere morale di supportarsi a vicenda.
E Chrys non può di certo essere lasciato da solo, non quando il rischio è dovuto per un'incompetenza da parete di chi lo ha spalleggiato. Non quando, agli occhi dell'Ordine, gli altri due dovevano proprio che stare attenti.
Ma hanno sbagliato ogni calcolo. E seppur sia stato Chrys a farli fuori, per l'Ordine si è trattato solo di un bruttissimo incidente.
Uno di quelli che per l'alta pericolosità del lavoro possono accadere, ma che quando accadono, meritano un intervento quasi tempestivo. E nessuno si è accorto di come Chrys si sia defilato solo per rinchiudersi, a riccio, nel suo studio. Che la paura ha iniziato a corroderlo sin dal momento in cui si è accorto che il sangue che ha sul corpo e che ha rimosso parzialmente almeno dalle appendici, non era il suo, ma quello dell'uomo a cui ha tagliato l'arteria succlavia.
Ed è stata così tanta da spingerlo a respirare male. A cercare ossigeno laddove l'aria s'è fatta subito più rarefatta. Che quagiù, nel seminterrato allestito, ci sono solo due fessurine a fungere da finestre. Non c'è quasi mai luce se non quella artificiale.
Ma quando si piega, perché riconoscere la sua voce gli fa rilassare i muscoli, non vomita niente. Rimane con la testa ferma verso il cestino e respira. Respira come fosse in iperventilazione.
''Non ti preoccupare.''
Lo balbetta in una morsa che lo spinge con il capo ancor più in giù. La schiena si curva, sembra una mezza luna, poi però il busto si distende di nuovo. La testa la piega piano all'indietro. Verso di lui, ma restando ad occhi chiusi.
''Ora passa.''
Ma non passa. D'altronde Chrys l'ha ricercata per assecondare la propria smania di potere. L'ha ricercata convinto di poterla controllare, di poter fondere le loro conoscenze con il carattere forte della corruzione ed è proprio questo che ha intenzione di fare seppur in segreto da Edric. Nemmeno lo guarda, non quando sa che rischierebbe per tradirsi. Ma ha la nausea, i crampi allo stomaco. E la testa gli gira, fa talmente male da spingerlo a non trovare alcuna posizione comoda.
Sbuffa nel tirarsi su di scatto, libero da lui, a calpestare le mattonelle di una stanza che non riesce a vedere.
''Te l'ha detto lui, vero?''
Dove lui è Soul, il quale Chrys dovrebbe ringraziare ma che ora sa sembrargli solo un vile traditore.

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La corruzione non si combatte. Lo sanno bene entrambi. Non all'inizio almeno, non quando inizia a farsi strada lungo il sangue, vena per vena, arteria per arteria, diramandosi come un bellissimo albero ma dai rami irti, appuntiti.
La corruzione non la si può vomitare via. Non c'è un modo veloce per rigettarla, per far sì che non attecchisca. No. Adesso la si accetta nel modo più semplice possibile. Si accetta la nausea, i giramenti di testa. Si accettano le gambe che tremano, i muscoli che si fanno di gomma e la spossatezza, quella che passerà a breve se Chrys avrà il coraggio di tirarsi su e convincersi che sì. Sì, ha fatto la cosa giusta. Sì che non ci sono ripensamenti. Sì che le cose andranno meglio.
E lui sarà sicuramente più forte. Bravo nel sorreggere i dolori. Perfetto nei compiti che la vita tenderà ad affidargli ancora ed ancora. Con la corruzione, magari, le cose verranno più facili. Basta lasciarsela scivolare dentro e risalire, come un veleno che sa farsi rampicante e nelle spine delle proprie rose, sfondar i muscoli.
''Sì sì, ma...''
Ma avrebbe dovuto dirglielo lui. Anche se così è perfetto: Così aggiunge drammaticità alla situazione. La fa sembrare più sincera, più casuale. E fa un male cane. Uno di quei dolori che non si scacciano via con le rassicurazioni. Perché non c'è nulla per cui rassicurarsi. Niente.
''Niente...''
La risposta esatta sarebbe un ''niente di che'', ma non gli esce. Perché appena parla ha quella sensazione che lo spinge a contrarre lo stomaco come per vomitare.
''Solo...solo nausea e...''
Si tiene per un istante immobile, poggiato di peso con una mano contro la prima scrivania disponibile. Fortuna che ce ne sono stante qui dentro. Fortuna che Villa Sinister è immensa ed oscura.
''Mi tremano le gambe.''
Essere sinceri nel bluff più grande della loro vita è quantomeno il modo più facile per camuffare le proprie intenzioni.
''Ma devo accettarla, no?''
Ha una lacrima che gli riga il viso, calda. Fortuna che Villa Sinister è immersa nell'oscurità.
''Accettarla per non morire...''

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Si lascia afferrare seppur il terrore di corromperlo per del semplice sangue, forse già essiccato, lo assale.
Ma il suo è solo il risultato di un amplificarsi quasi spontaneo delle emozioni che sta provando. Che sono tante, troppe e decisamente così ingarbugliate da soffocarlo. Si sente come se Edric stesse tendendo le dita proprio intorno alla sua gola.
E stringe, stringe fortissimo.
Lo fa nello stargli vicino, ma anche quando non dice niente. Quando semplicemente segue la sua sagoma nella penombra per accertarsi che non ci siano subito complicazioni: Che Chrys non sia tanto debole da lasciarsi uccidere proprio ora.
Che la corruzione mangia e lo fa con denti piccoli, con una delicatezza che è quasi estenuante. Fa più male quella che il resto, magari. Fa male l'immaginario di non aver più uno spazio entro il quale potersi contorcere. Sdraiarsi. Lasciarsi andare un istante senza dover necessariamente tener conto della sua presenza.
Perché Chrys non lo vuole lì, ma al col tempo lo cerca. Lo fa con la punta delle dita. Lo fa sfiorandolo appena. Piano, incerto di potersi permettere qualcosa di tanto puro.
''N-non ti lascio da solo.''
E dirlo così è una funzione di difesa. Serve a confermare la propria posizione: Chrys è vittima, agli occhi dell'Ordine ed anche a quelli di Edric. Vittima, non aguzzino. Non sono le sue mani quelle ad essersi macchiate di sangue, ma quelle di chi è già morto. Di chi già se n'è andato a causa della propria missione suicida.
''Vorrei solo che...che tu non vedessi.''
Ma a star male sta male, anche se lo aveva previsto, anche se, magari, la conoscenza comunque non lo aiuta a sentirsi meglio. A tirarsi su senza aver come tanti altri quei fastidiosi sintomi. Ma è solo spossatezza, è solo un organismo che a quel tipo di potere non è abituato. Quindi lo rigetta, ci prova, ma oltre ai conati Chrys non sa emettere nulla.
''Non cambia niente, v-vero?''
Non ancora, almeno. Non così, non su due piedi, purtroppo. Nessun cambiamento avviene senza prima applicarsi. Nessuna differenza è visibile senza aver prima indossato le lenti della sofferenza.
Un'altra lacrima gli bagna il viso. Trattenersi non è facile. Vomita nel secchio che si volta per afferrare al volo.

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''Niente...'' Non cambia niente quando invece dovrebbe. Nella testa di Chrys ogni cosa dovrebbe cambiare. Ogni singolo appunto, ogni singolo dettaglio. Anche il più piccolo, dal più bello al più scabroso. Tutto dovrebbe cambiare a partire dal principio. Da quello stupido giorno in cui ha deciso di fare amicizia con Joshua a quello in cui ha scopato con Edric convincendosi che le cose potessero migliorare. Che un Çevik o l'altro vanno bene comunque, a prescindere. Che Edric avrebbe potuto colmare il vuoto lasciato da una figlia ed un matrimonio che non erano stati suoi, ma di qualcun altro. Di qualcuno che aveva imparato ad amare e che era stato costretto, per cause di forze maggiori, a lasciar andare.
Perché non ricambiato. Semplicemente per questo. E Chrys lo aveva capito tanto da non farne mai parola con nessuno, tanto da essere stato bravo, sino a quel momento, sino ad adesso, a camuffare tutto con un altro tipo di amore.
Che Edric lo ama, sì, ma tornato indietro forse si costringerebbe a non farlo. Si tirerebbe indietro prima di ritrovarsi a trasformare ogni cosa in una situazione pesante, ingestibile, soffocante.
E non gli avrebbe chiesto di restargli vicino, non disperatamente, non al punto da chiedergli di sposarlo solo per eguagliare così la vita dell'altro.
Ma tutto questo lo vomita nel secchio. Lo vomita in bile scura che viene annerita ulteriormente dall'assenza di una luce buona. Spegni tutto. Vorrebbe urlargli. Che sto male, mi fanno male gli occhi. Ma non lo fa. Curva la schiena e si trattiene. Lo fa anche quando le sue parole grattano nelle orecchie come dita lungo una lavagna. A volte è fastidioso sentirlo parlare: Sa essere così saccente. Lo è anche adesso, nonostante stia rispondendo alle sue domande pronunciando esattamente ciò che Chrys vorrebbe sentirsi dire. Ma è il mal di testa. Sì. Deve essere proprio il mal di testa a renderlo così confuso, così incoerente.
Vomita di nuovo. Questa volta restando inginocchiato a terra e con la testa rivolta al secchio. I capelli se li tiene indietro da solo. Tanto dura poco, si promette. Dura pochissimo.
''Questa stanza inizierà a puzzare...''
Di bile, di sangue rappreso. Inizierà a puzzare di sudore, perché sta già iniziando a sudar freddo tanto che la felpa se la sfila da seduto. Lo fa scoordinato, che la cosa di cui ha bisogno, adesso, è di prendere aria. Di non sentirsi stringere, soffocare. Ma le scale per risalire ai piani di sopra non ha voglia di farli. Non quando le gambe gli tremano, non quando su c'è ancora troppa luce.
Ma deve dirglielo, anche se Edric già lo sa. Lo fa per lui, per non dovergli lasciare, davvero, il compito di sopportare la conseguenza delle sue scelte. Perché Chrys l'ha voluta, ma deve ricordarselo. L'ha voluta quella corruzione tanto studiata, tanto combattuta. Ma corrompersi in laboratorio sarebbe stato troppo facile, troppo strano. Stranissimo se consideriamo la nomea che ha nell'essere tanto attento nel suo lavoro.
Sono solo sfortunato, ma è giusto un po' di autoconvincimento.
Struscia piano lungo il pavimento sino a che non trova un muro libero contro il quale tener poggiata la schiena nuda. Che fa freddo. Che così è meglio. Piega la testa all'indietro, respira a bocca aperta. E finalmente, finalmente la paura produce qualcosa. Che di quei singhiozzi Chrys ne ha bisogno. Ne ha bisogno per la sua pantomima. Allora singhiozza piano e l'ennesima lacrima la lascia scivolare nel polso.
''Non volevo renderti la vita una merda.'' Ed in parte è vero. In parte si dispiace per averlo tirato in mezzo. Per avergli promesso un amore che non sa andare di pari passo col suo. Ma Chrys ha provato ad imparare com'è che si ama, com'è che si faccia per essere al passo. Per essere giusto.

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Ma Chrys non si fida di nessuno se non di se stesso. Sicuramente non si fida nemmeno di Josh, che lo ha lasciato da solo, né tantomeno di Edric, con il quale continua a vivere sotto lo stesso tetto in quella che dovrebbe essere una relazione tanto forte da portarli poi al matrimonio. Perché si sposeranno e questo è certo. Lo è quando Edric comunque sente di dover confermare che sì, tutto andrà bene anche se sta andando palesemente male. Che le cose si aggiusteranno solo perché Chrys ha voglia di aggiustarle e di lasciarlo fare a lui che sì, sì che è bravo, ma comunque non abbastanza da sopportare l'accettazione di suo marito.
Che già si placa, sì, ma lo fa perché tiene la schiena nuda contro il muro freddo. E questo contatto lo fa rabbrividire, ma anche respirare. Che serve a regolarizzare per un momento la temperatura corporea. Serve a mantener a bada la nausea ed i conseguenti conati.
Si passa però il polso pallido contro la bocca per pulir via ciò che ne è rimasto del vomito. Lo fa piano, che le mani, comunque, ancora gli tremano.
''S-sì che è colpa mia.''
Che è vero, terribilmente vero. Lo è perché la corruzione Chrys l'ha voluta e continua a ripeterselo, sì, conscio che comunque Edric non avrà mai modo di entrargli in testa e leggere ciò che non dovrebbe sapere.
''Dovevo lavorare meglio.''
Ma tira su l'ennesimo sospiro. Si stringe nelle spalle, che respira bene anche così, con la testa incastrata tra le braccia e a fissar i piedi contro il pavimento.
Ma poi annuisce e lo fa perché sa che deve, anche se nel buoi ormai non si vede più nulla di tanto lontano dal proprio naso. Ci sono solo brevi scambi di luce. Lampi leggeri delle ultime lampadine che ancora riescono a rimanere in piedi da sole.
''Mi fido ma...''
C'è sempre un ma, un ma che nasconde tante vere risposte. Tante. Così tante che parlarne comunque è inutile. Non serve più a niente, non appiana mica nulla.
''Ho paura.''
E questo è vero seppur la paura sia data dall'insicurezza dal resistere ad un potere tanto grande. Che Chrys non vuole morire per mano della corruzione, Chrys vuole vivere tanto a lungo da saperla manipolare.
''S-stai attento. Non voglio diventare una persona sgradevole.''

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Quella volta, che poi si tratta di appena una settimana fa, quando Chrys gli ha chiesto di sposarlo evidentemente deve averlo fatto così. Un po' controvoglia, un po' per costrizione, come se ci fosse sempre qualcuno a respirargli tanto pesante sul collo al punto da indurlo a far delle scelte che non fossero mai ponderate, ma piuttosto affrettate, dettate probabilmente dal bisogno stupidissimo di essere al passo con quelle di Josh. Anche se una figlia, così com'è Alice, non può farla, non quando a guardarsi intorno non ha mai saputo trovare qualcuna che fosse simile a Lilian: A lui piacciono i ragazzi. E magari c'è persino dell'ironia nel fatto che Edric sia biondo proprio come lei e con la medesima tonalità degli occhi.
Però sì, la proposta è stata così sbrigativa - anche se gli anelli, comunque, hanno richiesto del tempo e della pazienza - da non accorgersi, durante la foga del combattimento e poi della corruzione, che il suo gli si fosse sfilato dalla mano insanguinata. E Chrys non è andato a controllare se fosse ancora lì, non quando è strano, comunque pensare di esser quasi legato a qualcuno per sempre.
Tanto che non risponde adesso, non quando si spinge in avanti con le ginocchia e lo fa per tendere la mano verso la sua. Si fa vicino, tanto quanto basta per tornare a sentire il metallo graffiante contro il palmo della mano.
''L'hanno ritrovato...''
Sospira piano, lo fa di proposito: Scandisce i tempi delle proprie risposte, abbassa lo sguardo affinché gli occhi non lo tradiscono e si finge peggio di come realmente sa sentirsi.
Così infila nuovamente l'anello al dito. Volta la mano, se la guarda per un istante e serrando il pugno, se la porta contro il petto prima di chiudersi del tutto a riccio.
''Ti amo.''
Autoconvincimento, menzogne su menzogne. Sentimenti fin troppo edulcorati.
''Lo - lo sai, vero?''
Nasconde il viso tra le braccia. Non lo guarda più, nemmeno ci prova.

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