Nothing more

"Oh merda, Graaaace!" Lo hai capito dal primo sguardo puntato su Froy. Al volo. Senza che dovesse dirti niente. Ti si sono aperti gli occhi, hanno ripreso a brillare piano, d'ansia e di panico. Il cuore? Esploso. Hai capito che, al tuo rientro da casa, non avresti visto Grace, neanche di sfuggita. E non perché ancora non vuole vederti, che lo sai è sempre una costante dolorosa, no.. no perché c'è la Tigre. La tua, la tua meravigliosa bellissima tigre. Ed è la prima volta che succede da quando non state insieme e tu vuoi vedere, vuoi capire se .. se è reale che non ti voglia più in nessuna forma. Hai un'ansia così tangibile da far male ogni passo che avanzi. E preghi, oh Caleb se preghi che non ti ringhi contro perché adesso, adesso se lo facesse neanche lo sai come reagiresti. Ti spezzerebbe il cuore, te lo dico io, più forte di quanto lo abbia mai fatto fino ad ora. Che ti manca il fiato per la velocità con cui corri. Ed è vero che sei così preso che lanci la borsa sul patio della roulotte mentre le passi davanti e non badi a niente, niente. Neanche i fiati che ti mancano perché non sei allenato, perché non mangi quel che ti servirebbe per sostentarti. E continui, scarti chiunque voglia dirti qualcosa. Soprattutto condoglianze che non sopporti più, che ti costringerebbero a lasciar scendere altri tipi di lacrime . Inciampi perché non vedi dove vai, ma non importa, sei così lungo che in qualche falcata torni in equilibrio..
E poi la vedi. Fa vibrare le corde vocali, bruisce nervosamente finché tu non entri di corsa nel tendone dove mantengono stabile la sua gabbia. Respiri a fatica, trattieni il fiato, non sai cosa fare per tre secondi. Uno, incroci il suo sguardo. Due, mandi giù il nodo in gola. Tre, lei ti soffia contro nel modo dolce che ha di farlo per gioco. E sai, Caleb, che Froy ti ha seguito. Che ha le chiavi e forse era in apprensione per te, ma ora apre la gabbia perché tu ti ci fiondi senza rimorso, e Grace quasi ti atterra.
E tu ridi, stupido bambino, tu ridi quando lo fa. Ridi e piangi che non sai come bene si alternino le due cose. E vai avanti ore. Ore in quel poco spazio che avete, per placarlo perché non sa stare senza metterti una zampa addosso e trascinarti a se. Quasi ti convinci, stupido cucciolo, che Grace ti ami. Che se lo fa la tigre, dev'essere così anche per l'umano. Giocate fino allo sfinimento , le mordi le orecchie soffici, lei ti spinge il muso contro, le fai i grattini fin sul naso. Che ti piace quando socchiude gli occhi per la goduria. E anche qui, che fai se non piangere? Piangi anche quando ti lecca via le lacrime e, preoccupata ti costringe ad a coccolarti con lei. Lo fai, si.. ma resti ad occhi aperti, fino al rumore di passi nella penombra. Allora lo sguardo lo alzi di poco, attento.

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caleb sharp

mago nero ━ bassista ━ cannibale ━ nomade di strada ━ maledetto

Ma è Oswald, e allora tu sorridi piano. Che ti fa male la mandibola, ma non certo perché hai riso fino allo sfinimento. No, ti fa male perché la smorfia del pianto ti ha reso le labbra quasi insensibili. Sono stati giorni d'inferno a casa, e adesso. Adesso sei nella gabbia di Grace, pregando di essere amato almeno da quel lato che non mostra a nessun altro, che non vuole nessun altro. Che ti accontenti delle briciole, del "va bene così" se almeno una parte ancora non ti tiene a distanza. Ti aspettavi che ti corresse incontro, lo so bene io. Che non ti ha scritto niente in quei giorni, allora hai pensato che non gliene importasse più nulla di te, a maggior ragione. Quanto male ti ha fatto, mh? Piccolino, che alla fine anche se stretto a Juno, hai guardato in continuazione quello schermo sperando che si illuminasse, alla fine ti eri convinto andasse bene anche la pietà. Da lui avresti accettato anche un "condoglianze" che non vuol dire niente, ma va bene. Avresti avuto almeno uno spiraglio per rifilargli una frase stupida, una cover messa su su due piedi: Caleb, TUTTO pur di sentirlo e vedere che sta scrivendo per risponderti. Quanto sorridevi quando succedeva, eh? Che belli quei momenti, che ti mancano da matti, che tu eri solo lì, con lo schermo aperto, ad aspettare quella scritta idiota che lampeggiava in rosso. Lui ha il colore rosso. Come il sangue, no? Come il tuo cuore, che è enorme eppure non sa battere a sufficienza neanche per tenerti in piedi. E allora ti sei lanciato dalla tigre con la speranza che, se proprio doveva, almeno ti sbranasse e mettesse fine al tuo dolore. Tutto ormai è a doppio taglio per te. Non sai neanche dove puoi toccare per non ferirti e ferire. E si, si che quando vedi Oswald un po' ti si tira su un sorrido. Non hai il coraggio di chiedergli scusa per quello che gli hai proposto la notte prima di sapere che saresti stato via un po'. Insomma, con lui un po' ti sei sentito, e sicuramente lo sapevano tutti. Doveva.. doveva saperlo anche Grace no? Accarezzi piano la zampona della tigre, con una tristezza che fa male a vedersi.
Forse sei destinato a questo, no? Il fidanzato della tigre. Solo una volta al mese. "Già.. devo essere stato proprio una brutta persona, eh?" ci provi, Caleb, ma le tue battute non hanno più senso dell'umorismo, perché non c'è niente che sappia farti ridere, non se poi guardi Grace ed ogni volta che succede, ne muori. E no, no che non vuoi dirti che il suo silenzio aveva un senso. Non ce l'aveva, non ti ha lasciato davvero, non è così e basta!
Rotoli con attenzione, via dalla tigre ma sempre con la sua zampa vicino, lo fai per lasciare una carezza a Ozy. Che dalle sbarre puoi fare poco, una strusciata di naso lungo una spalla, e la manina che scivola avida lungo il collo della bottiglia. "Dormire? E chi dorme più ormai..." non gli chiedi il permesso, quando forse sono le tue occhiaie a parlare per te, ma ti volti piano, spalle contro spalle, con il ferro a bloccare tutto nel mezzo.
"Niente Tinder stasera?.. Non.. non si scopa bene quando inizia l'estate..?" sei tornato in astinenza, ma questo ti fa solo chiudere gli occhi, rubare un sorso molto generoso ed appoggiare la bottiglia a terra. "Ciao" piagnucoli, alla fine, che lo stupido non sai più farlo fino in fondo, come si deve.

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caleb sharp

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Ti fa sorridere, male, il modo che ha Oswald di parlarti. Come se non avessi aspettato altro, mentre i giorni passavano. Qualcuno con cui essere leggeri, oppure di nuovo terribilmente pesanti. Che lui non sta accennando al fatto che non ci sei stato per giorni, né fa pesare il tuo esserti vestiti con gli stessi abiti con cui hai detto addio a Tyron. Il tuo TyTy. Per lui ti sei vestito così, perché ti faceva sempre capire che esageravi, che non ti serviva tutto quel trucco. E allora sei stato bravo. "Visto, Tyron? Va.. va bene così?" Ti sei sentito chiederglielo con le lacrime, con il naso costantemente umido, gli occhi ormai di un colore troppo diverso dal tuo naturale. "Sai, io.. mi sono vestito così per te, no?" glielo ha sussurrato, pianissimo, quando anche solo ripensarci ora ti uccide un po'. Non è facile un lutto come il tuo, Caleb, non è facile se hai passato il tempo a dirti costantemente che sarebbe andato tutto bene, che sapeva quello che faceva. Certo.
E quindi non sai bene per cosa senti l'urgenza pesante di bere così, se sia per Grace che - quando tornerà - continuerà ad odiarti giorno per giorno quando tu lo ami sempre di più, e neanche ti spieghi come diavolo sia possibile. O per Tyron, a cui adesso - ora che non c'è più - vorresti raccontare di te. Di cosa hai fatto quando non vi siete scritti per mesi, di quanto frenetico e bellissimo è stato il tour, di come ti manchi suonare. Di come tu abbia paura per il contratto con il Circo. Vorresti che sapesse darti dell'idiota ora, a voce dura, mentre tu scatti ad abbracciarlo. Perché è quando qualcuno non c'è più che ti chiedi che cosa potevi fare e non hai fatto.
A pensarci hai di nuovo gli occhi lucidi, Dio che periodo di merda per te. Che tiri su col naso e provi, piano, a scherzare ancora con Oswald. A ricordarti come è stato bello prendersi una parentesi che ti permettesse di sfogarti. Gli sei grato, e mica solo per quello, no.
"No.. dai.. tu sei bravo a scopare.." glielo spingi contro il muso, in una carezza quando ti volti solo per guardarlo un po', come se fossero affari tuoi. "Sarebbe un peccato immmmmenso" aggiungi più "m" del dovuto e lo fai perché ti si impastano le labbra quando bevi, anche solo dopo il primo sorso. O forse perché sono così secche da far male. Da creparsi sempre. Che non è raro vederci qualche goccia di sangue ad imperlarle.
Ma poi lo sai no? Allunghi le dita, le muovi come un piccolo ragno per terra, lo fai per tornare alla bottiglia.
"Allora non-dormiamo assieme" suggerisci, e non che non ti basti la tigre, è che magari se non pensi sempre e costantemente al tuo male, stai meglio no? Guardi la tigre, poi di nuovo Oswald. Bevi. Troppo. Che ti pulisci un rivolo d'alcol con la manica della giacca. Che per inciso è un disastro, hai fieno ovunque, è sporca, impolverata e adesso puzza anche di alcol.
"Lo sai.. non, non mi ha scritto niente.. per giorni.. io.. io non so più cosa fare.." che ti si riempiono di nuovo gli occhi di lacrime, ma guardi in basso, respingi la bottiglia, gliela fai avere di nuovo, mentre due goccioline salate ti accarezzano le guance. "Cazzo, scusa.. sono stupido. Chi devo picchiare per te, mh?" quanto ti sforzi, cucciolino, di essere credibile, onesto, non egocentrico e non in cerca di aiuto da chi ti ha scopato così bene l'ultima volta da farti venire i brividi.

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Tu devi dormire con Grace, lo sai bene no? E lo vuoi, dio tu vorresti tornare a poter dormire con lui ogni notte. Svegliartici ogni giorno, ritrovare bigliettini se ha clienti presto e deve lasciarti prima del caffè. Oppure svegliarti per farglielo e giurare che se lo stai ancora facendo - sopportare il suo lavoro - è perché lo ami da morire e sai che è altrettanto. Che in fondo tu è così che ti addormenti: sognando di starci assieme ancora. Sognando che non sia troppo tardi, quando invece ti sfugge dalle dita. Ti sfugge dai respiri che si strozzano quando Oswald ti ricorda che non è più così. E non lo fa apposta, lui, non sa metterlo davvero il dito nella piaga, forse ti spiega solo la realtà. Peccato che tu pianga e nel farlo, però, trattieni un silenzio che unisca le vostre schiene. Le teste che si incontrano come gatti che si fanno la fusa, i sospiri che ti si bloccano in gola. Che ormai respirare e sentirsi pieni, felici, rilassati, non ti compete più. Tu respiri e temi ogni istante che questo fiato ti venga spezzato. Perché tanto lo sai, non ti dici neanche più che la vita fa schifo, che può andarti ancora peggio, perché lo farà. Provi solo a prepararti. Lo fai tornando a guardare la tigre, tornando a cacciar via la tristezza con le dita sporche di terra.
"Grace non mi vuole più..." ti fai uscire questo come fosse filo spinato, direttamente estratto dalla gola. "... sono diventato un mostro per lui, non credo voglia più vedermi. Mi-..mi...odia" ancora, la voce quasi atona che si disperde nel silenzio. Perché non te lo spieghi altrimenti come possa farti così male se non ti odia. Come possa portarsi un cliente come quello stronzo lì, e farlo davanti a te. E' per forza odio che spinge ad azioni simili e tu, no tu non credi di meritartelo, credi solo che sia ingiusto e doloroso. Però non si forza qualcuno ad amare. Non puoi. Né con i bigliettini che gli lasci, né con i messaggi in morse, e meno che meno se fissi il cellulare in attesa che si risvegli, che il tuo incubo in parte finisca.
"Ti amo"
E senti Oswald, lo senti distintamente, quando lo dice e non proviene certo dalla voce che vorresti tu. Non è una tua malsana traduzione dei gesti della tigre. Caleb, Ozzy ti sta proprio dicendo che ti ama, che cancellerebbe quel suo angelo per te. E tu? Tu.. tu non ami Oswald, tu pensi che siano solo cose che si dicono. Che lo dici anche a Juno, anche se è tua sorella. Lo dici a Jupiter che è un cane, e lo dici - nella tua testa - perfino a Froy, quando lascia che tu gli faccia compagnia in silenzio, perché fai tutto pur di non essere intorno alla roulotte di Grace quando c'è Parker.
Non sai cosa fare, Caleb. Per questo il tuo pianto si trasforma in un singhiozzo che scuote le spalle, quando con le dita cerchi di schiena la mano di Oswald. Tu vuoi che ad amarti sia Grace, ma ti sembra così brutto dirlo a voce alta, che non lo fai. Non ricambi, non rispondi, ed hai paura di aver rotto ogni cosa entrando al Circo. Hai spezzato Grace ed il suo amore per te, hai rotto i legami così stretti che avevano e, adesso, hai qualcuno che ti ama quando neanche lo hai chiesto. E piangi, Caleb, nascondendo il volto nell'altra mano, perché ti senti così in colpa ora: perché ti sei reso così amabile? Perché fai questo alle persone? Perché non c'è mai niente di semplice nell tua vita? Che tiri su le gambe fino a stringerle al petto.

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caleb sharp

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Ti dispereresti anche adesso. Se non fosse che lo hai già fatto. Per Tyron, che quando sei solo ti manca da morirne. Per Juno, per cui preghi ogni giorno che non faccia cazzate, che non finisca per andarsene e rivelare che, in fondo non ti voleva neanche lei. Per Grace che, insomma, è la tua nota dolente più grande, che almeno sapevi che se ti andava di merda il resto, tu una cosa buona l'avevi. Una, non hai mica chiesto così tanto all'Universo: una, e perfino di durata terribilmente limitata. Una, quando ti saltellava incontro e sapeva farti capire che, nonostante i clienti lo sfinissero, tu avevi un valore più alto. Ed era continui aiuti, quelli, a superare tutto. A dirti che in fondo era ok se faceva la prostituta, in fondo potevi considerarlo un lavoro come un altro, con molta moltissima immaginazione si. Avresti continuato perché glielo avevi promessi.
Ora invece stringi solo le dita alla ricerca ostinata di Oswald, come se non riuscissi neanche a fargli la grazia di lasciarlo in pace, di non tormentarlo solo perché tu hai paura che, dopo questo, sarai ancora più solo.
Ti fai terra bruciata, ma non sai capirlo, ti sembra solo che l'ingiustizia per te non abbia fine, sei un pericolo ambulante e sei così stanco che la rabbia a volte si trasforma in ombre che ti avvolgono a protezione, che lo sai se quello stronzo di Parker osasse anche solo avvicinarsi alla tua tigre, gli taglieresti la gola. E te lo dici in quei ringhi che ti stringeranno, stanotte, molto di più a Grace.
Ma non ti fidi di quello che dice Oswald, nonostante lui conosca Grace da più tempo di te. Hai ceduto così tanto alle speranze, che ora ti sembra ingiusto averne ancora. Non ne hai più. Ti si sono infrante tutte con il silenzio in cui ti ha lasciato. Non sai neanche se fosse per rispetto o per altro. Sai che ti ha fatto male, un male profondo che ora si riversa ancora in quelle lacrime che bagnano il fieno. "Non-.. non importa, non mi ama e basta" te lo senti quasi uscire in un ringhio, con rassegnazione, tirando su con il naso, come se questo potesse mettere fine al tuo pianto.
"Forse devo.. devo solo.. non so.. " ci provi, le tenti tutte anche se non sei sicuro di volere una risposta, forse neanche la ascolteresti. "... smetterla di rovinare le cose, cristo santo.. " ti odi tanto, Caleb, tantissimo. Ma sei anche piccolo, un cucciolo in confronto a tutti loro, per questo, poi lasci la presa e ti giri, e puntelli la testa di Oswald con le dita. Vuoi si giri, vuoi che veda quanto sei dispiaciuto di non poter dire lo stesso a lui. Nello stesso tono con cui l'ha detto a te. "Io vi amo tutti.. " ammetti, ancora con gli occhi gonfi. "Vorrei restare.." come se dovessi chiederglielo.

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"Dormi con me?" ti ricordi, Caleb che questa è una delle tue frasi di punta. Lo chiedevi anche a Juno, quando eravate più piccoli e d'improvviso qualcosa nel buio ti spaventava. Allora grattavi la sua schiena, le puntavi le dita lungo la colonna, finché non si svegliava. Glielo sussurravi, piccolino, già lungo il doppio di lei, ma prontissimo a rannicchiarti in un suo abbraccio. O a volte bastava anche solo che le spalle si toccassero, e allora non saresti stato da solo contro i mostri. Allora rilassavi i polmoni e dormivi.
Lo hai chiesto a Grace in silenzio, trai singhiozzi, quando non hai potuto spiegargli le tue paure, le tue ansie, il cannibalismo, le violenze. Glielo hai chiesto anche se ora ti fa sentire stupido: che certo ha sempre avuto qualcosa di più importante di te. Dei tuoi problemi, di paura che dovrai affrontare crescendo, e crescerai da solo, lo sai si? Non ti aiuterà nessuno, è un fiore che deve sbocciare dalla crepa che hai nel cuore, ma o lo annaffi tu, o non cambia niente. Però quanto è bello sentirti comunque dire che ti vogliono lì? Che anche tu sei un po' il cuore di questo grande Circo, di persone a cui sorridi quando le giornate non iniziano ancora a fare schifo, magari quando ti svegli bene ed allora mezz'ora ancora esiste prima che il cervello connetta lo schifo, la solitudine, l'ansia la depressione.
Ti cade un ciuffo avanti quando ti pieghi a sfiorare Oswald, che è automatica la mano che allunghi totalmente dietro le sbarre appena accenna ad andarsene.
Hai solo così tanta paura di perdere le persone, che per un attimo non credi più alla promessa di Oswald. Che sei stato in silenzio, hai annuito, mesto, alle sue conferme. Ma non basta. Però poi le dita le allenti.. non sei più abituato a non dormire con lui che ti tiene per le spalle, che non dovete per forza scopare, insomma quella volta ti è piaciuta da morire, ma era tra amici, per te è chiarissimo. Eppure gli lasci una carezza.
Lo hai chiesto anche a lui, si, di dormire con te, stretto perché avevi paura che girare troppo per l'alcova ti avrebbe scomposto pezzo per pezzo.
"Non smettere di scopare, ok? Giuramelo" e sei serio, Caleb, incredibilmente serio, quasi fosse un discorso di vitale importanza questo. Non lo so come sia, ma vuoi che Oswald sia felice anche se tu sei misero e miserabile. "Giuralo Ozymandias. Che quel ben di Dio non lo sprechi." gli lasci un sorriso, sospirando piano, ritirando la mano. Che hai paura di chiedergli se domani, o quando Grace si sveglierà, lui tornerà a dormire con te, a farti compagnia se stai male o se diventa una tortura con tutto ciò che prova per te. Non lo chiedi perché sai come reagiresti tu, che non vuoi stia mai male nessuno. Non per colpa tua. "O-ok?" fallo andare, dai...

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