Ehi, you're beautiful

Caleb & Grace | Place de Grèves - 11 Maggio, 21.15

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    Le cose non sono tornate come prima. Non è così che funziona, Grace per quanto, non so, c'è sempre quella speranza a farti illudere di questo. Le cose forse non torneranno mai come prima, non come vorresti, insomma. Che avete saltato troppe tappe importanti, troppi momenti che avrebbero dovuto essere solo vostri e che invece, non so, magari se li è portati via il tempo. Come il suo compleanno, quel venti aprile mai festeggiato nonostante tu gli abbia lasciato i trenta regali dinanzi alla roulotte. Che non sai nemmeno se li ha aperti, se gli sono piaciuti, se gli sono, non so, serviti a qualcosa. Tu non sai niente. E non hai nemmeno avuto il coraggio di fargli domande a riguardo. Perché poi suo fratello è morto e con la sua morte si sono susseguite troppe cose: La sua entrata al Circo che ti ha reso uno stronzo, quasi uno iettatore se consideriamo ciò che gli hai detto quando Tyron era ancora in vita, poi l'arrivo di Parker, un nuovo contratto con Papà e la trasformazione, sì. Quella bellissima trasformazione che ti ha fatto risvegliare con lui al tuo fianco. Un barlume di gioia immeritata. Perché lo hai saputo sin da subito e nei sei convinto tutt'ora, insomma, di non meritare un cazzo di quello che la vita ti sta offrendo. Nulla.
    E le cose sì, non sono tornate come prima. Nemmeno dopo il bacio, nemmeno al ricordo di un amore che non si è mai spento. Nonostante sia stato rabbioso, nonostante abbia fatto più male che bene. Le cose sono solo peggiorate. E non è colpa sua, piccolino, se ha spaventato Parker al punto da costringerlo a tenerti sott'occhio, quasi come se la reazione di Caleb avesse stimolato in lui il bisogno di starti vicino. Di confermarsi che quel tatuaggio che porta il suo nome non sia un segno troppo invalidante. Qualcosa capace di rendere il suo acquisto nullo.
    Non è colpa sua se prima di venir qui ti ha chiamato per sapere com'è che stessi. Come se tre giorni d'assenza fossero stati un'eternità. Che è stato carino o almeno, ci ha provato, nonostante quella sera ti ha scopato così tanto da sperare di lasciare un segno. Il suo dominio laddove non può insidiarsi. Perché nel tuo cuore c'è Caleb. Perché lo sai, già, che sapresti amare solo lui.
    Per questo al falò sei arrivato tardi. Perché un sorriso, con Parker, te lo sei lasciato sfuggire e glielo hai chiesto a tua volta, sì, com'è che stesse anche lui. Come se ti fosse dispiaciuto che Caleb lo avesse guardato in quel modo. Anche se è stato maledettamente sexy. Anche se per un secondo ti sei sentito al pari di una ragazzina innamorata. Poi però lo hai congedato senza parole carine: Che ultimamente a lui sfuggono troppo facilmente. Che tu non le hai mai pronunciate nemmeno a Caleb, forse. E ti sei diretto verso di loro, sì, che a te i tuoi amici mancano e senti di dover delle scuse a tutti, in effetti. Ad Oswald che si è preso cura del tuo Piccolo, a Froy che si fa sempre in quattro per te.
    Ed è da lui che vai per primo, seppur un sorriso non sai negarlo a nessuno. Soprattutto non a Caleb, che guardi con occhi luminosi, stretti a mezzaluna nonostante vederlo giocare così con Oswald sa metterti sempre una certa agitazione nello stomaco.
    ''Ciao artista.''
    Un sorriso che trema per un istante, ma giusto perché parlando con Froy comunque non riesci a staccare lo sguardo da Caleb. Ti ci sforzi, certo. Lo scosti come riesci.
    ''Piccola tela umana...''
    Te l'ha detto l'altro ieri, in effetti, che sembri tanto una di quelle tele minuscole. Ma per gioco, supponi. Per non farti pesare il significato di quei tatuaggi che preme affinché ti vengano fatti.
    ''Come sto?''
    Dici riferendoti ai nuovi tatuaggi che coprono interamente un braccio. Quasi una giornata intera di sedute nella speranza che con la prossima trasformazione le cose vadano meglio. E sei goffo mentre ti metti in mostra, ma perché il tuo intento non è quello di sembrare davvero bello, quanto solo di fingere di gonfiare il muscolo del braccio scoprendo la spalla dinanzi a Froy.
    ''Bah, ti donano, no? Sembri quasi uno tosto.''
    ''Perché scusa...''
    E sposti la sigaretta tra le labbra, ma solo per aiutarti a tirar su meglio la manica e lasciare che Froy ci passi le dita sopra per vedere come e se i tatuaggi stanno guarendo bene.
    ''Non sono uno tosto io!?''
    E Froy ride piano. Ma è diverso anche lui, lo è da un po' di mesi, solo che tu riesci a rendertene conto solo ora che Caleb vive con voi.
    ''Certo Grace, tostissimo.''
    Magari, ti dici, gli manca condividere la tenda con te.
    ''Mi passi il tabacco?''
    Lo interrompe così il discorso lui, come se non volesse dar troppo peso alla propria arte. Come se avesse paura di aver sbagliato ogni studio, ogni calcolo.
    ''Sì, certo.''
    E fai per prendere il tuo dalla tascona dei pantaloni, sfruttando il movimento per gettare un'ulteriore occhiata a Caleb. Cavolo se è carino questa sera. Roba che non sai sentirti alla sua altezza vestito così. Che ti senti scialbo. Comodo, sì. Profumato anche, ma non bello come lui.

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    Non sarai mai come Parker, Caleb. Lo sai, lo sapevi anche quando ti sei comunque tenuto stretto a Grace. Anche quando lo hai baciato con trasporto mentre se ne andava da lui. Anche quando hai saputo nel cuore, prima che altrove, che ci avrebbe scopato tutta la notte per rimediare ai tuoi danni. E tu, Piccolino, fai un danno ogni volta che ti muovi. Tanto che poi, quello scatto di corruzione ti è costato carissimo, al punto che ti ha fatto male. Un male fisico, una nausea durata tre giorni, i succhi gastrici in rivolta costante che - non so - se non fosse stato per la gentilezza di Froy, che ti ha commosso perché sei stupido e solo, non ti saresti rimesso in piedi. Non ti va, lo sappiamo tutti, dirti che non avrai mai più tutto il tempo che progettavi con Grace, ma è ok ora.
    Già. Magari puoi farlo un giorno in cui ti aggrappi alle coccole che vi siete fatti, quando il cliente che hai minacciato di morte, è andato via. Che ti sei stretto un po' troppo alla sua maglia, ad una certa, quando non volevi andasse via. Che si, non le hai imparate le vie di mezzo. Forse ti sei anche truccato per lui, sistemato agghindato al meglio. Tanto che prima di uscire ti sei guardato allo specchio. Non lo facevi da settimane. Tanto che senso aveva guardare il volto che nessuno ama, che nessuno vuole, che.. che non va, che sa di essere un problema comune al Circo intero?
    Ma ti sei accorto che il Circo, come tu lo chiami, non ti odia. Che Froy ti saluta, forse preoccupato più di te delle conseguenze del tuo gesto. Leroy ti tratta come sempre, Oswald magari più cauto, ma non ti lascia solo, non se gli chiedi di restare un po'. Di parlare, di condividere una sigaretta, o la birra che ora gli sfili dalle dita, distraendolo con un morso sulla spalla.
    Rimani un cucciolo anche se sei alto, e corrotto, e un cannibale. E ti senti a casa, quando sospiri, piano, mandando giù un altro sorso, che ti rende un po' più stupido. E sei qui, che sorridi perché lo vuoi, lo esigi un giorno che ti porti bene. Cazzo uno, Caleb, non tanti. Come se poi non fosse davvero per le coccole di Grace, che ti hanno fatto pensare fosse vero.. che magari ti vuole ancora bene, magari si, gli fai un po' pietà, ma almeno qualcosa c'è. E ti accende una speranza che brilla quando ti fai più alto, quando il respiro manca perché lui arriva. E lo senti, poco distante da te. Lo senti e già lo immagini, ti basta chiudere gli occhi alla falsa brezza. La mandibola che si sposta quando fuma, l'espressione che ha. Te la confermi guardandolo quando lui non lo fa. Mostra i tatuaggi, li hai appena intravisti, ma cazzo quanto vorresti poterli toccare anche tu. Vuoi.. vuoi tutto di Grace, lo vuoi così tanto da renderti per un attimo difficile anche respirare. Caleb, non puoi però obbligarlo a volerti, no? Puoi solo.. sperare. Ad esempio, in quel bacio sulla guancia che stampi ad Oswald, all'improvviso, distratto, lasci intendere che stai bene. Che sta bene per te andare avanti, anche se gli hai fatto arrossare lo gote.
    Hai la strana impressione di voler riconquistare Grace, di volergli far capire che va bene ok? Glielo hai promesso, puoi almeno provarci a sopportare, voi.. voi potete riprovarci. O forse sei solo così disperato all'idea che possa esserci ora solo affetto, che tu finisca nella scatola degli amici, da farti tremare male.
    Provi solo a darti un contegno, a mettere su la maschera ironica che tanto sai indossare, che forse non è neanche una maschera, sei solo tu. "Quindi.." sospendi la frase, dopo che ha dato il tabacco a Froy. Sorridi, fremi, sei elettrico da quando ti sei acciambellato con lui, che ti senti morire per stargli così vicino. Dio, daresti di tutto per non sembrare un maniaco che vuole toccarlo, sfiorarlo, averlo da far male. ".. ora sei pronto ad aprire il tuo cartello?" Sbuffi, divertito, guardando le linee scoperte dalla maglia. Non passarci la mano, Caleb, non è detto che tu possa. E poi, poi è bello anche così. E' bello che ti parli, che magari ti ha perdonato davvero, magari sei sembrato abbastanza sexy da meritarlo quell'amore...
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    Froy si rianima solo quando arriva Caleb. E tu ti chiedi, in effetti, cos'è che è cambiato tra di voi. Se è una questione di cambiamento generale o se sei arrivato, senza volerlo, a toccare ognuno di loro tanto da ferirli. Perché sorride per lui diversamente da come ha sorriso per te. Che quel sorriso, sì, proprio quello lì, era un sorriso che sapeva riservarti prima. Prima che iniziasse a chiudersi nel suo studio di tatuaggi, prima che iniziasse a presenziare meno ai falò. Ed oggi sembra quasi una fortuna averlo qui. Una fortuna nonostante lui sembri sempre un po' troppo assente. Che guarda altrove, in fondo al circo, come se stesse aspettando l'arrivo di qualcuno. Ma non c'è nessun altro da aspettare: Siete tutti qui...tutti quelli che ci son di solito, insomma.
    Ma sorridi anche tu quando lo fa, quando alla domanda ironica di Caleb ride quasi di gusto e ti guarda, sì, come per dire che aveva ragione a darti del quasi teppistello.
    ''Dove spaccio cuccioli e cattive influenze.''
    Sorridi ancora, incastrando la sigaretta tra i denti solo per tornare a tirar su la manica della maglia sin sopra la spalla per farla vedere meglio a Caleb.
    ''Ti piacciono?''
    Gli chiedi stupidamente, come si confà ad un dialogo molto tranquillo. Perché va tutto bene, no? Ti senti un po' strano tra di loro adesso, soprattutto dopo lo spettacolo che avete dato, ma insomma, che puoi farci?
    ''L'altro giorno forse hai visto questi...''
    E gli indichi le parti più basse, quelle che dall'incavo del gomito scendono giù per il polso. E Froy effettivamente ha fatto un bel lavoro: Ti stanno bene, ti piacciono da morire per quanto siano comunque tristi a modo loro.
    ''Quello che ti sei fatto per lui glielo hai fatto vedere?''
    E Froy ride, certo. Alla fine è stato divertente farsi tatuare il sottochiappa senza capirci nulla. Tanto che la B di Caleb sembra un po' tremolina. Tanto che avete avuto il dubbio sulla sua iniziale. Caleb si scrive con la C o con la K? Quale fa più da macho?
    E un po' viene da ridere anche a te, sì, te lo vedo. Che abbassi lo sguardo come per trattenerti. Che se guardi Caleb poi ti viene da ricordare com'è che hai risposto a Froy: ''Sarà anche un chaddone, ma si scrive con la C.''
    ''Dai Fro, cazzo, doveva essere una sorpresa!''
    E va tutto bene, sì. Come se non fosse successo nulla, sì. Come se...

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    Ridi, stupido, con Froy che forse gli ha detto qualcosa di simile, che un po' ti scalda averlo vicino anche adesso. Anche se così non puoi davvero dire tutto.. o molto. A te sta bene, volevi solo rompere il ghiaccio e non sembrare un sessantenne che rimorchia su Facebook. Non sei del tutto sicuro di non esserci riuscito, ma te la fai andare come un respiro incastrato in gola. La brezza ti accarezza piano, socchiudi gli occhi quando lo fa, che le labbra tremano un attimo, si.
    Dio, lo sai che forse si vede ? Mh? Che vuoi che Grace sia tuo. Dagli occhi, dal modo in cui restano nei suoi, prima di spostarsi. Per questo, piano, ti lasci andare ad un pensiero quando lo guardi, quando gli sorridi con l'imbarazzo di chi non sa se è carne o pesce: o solo strati di sofferenza sotto pelle. Ma tu una cosa sola sai, che rimpiangeresti di più il non averci provato. Allora, appunto, ti concedi un sogno ad occhi aperti. Tu, che piano avvolgi Grace. Che ti appollai sulle sue spalle come un cucciolo troppo cresciuto che fa cascare le braccia oltre spalle e collo, ma solo per poi tenerle lungo i fianchi, morbide ma salde.
    Lo immagini, ti vedi che mentre parla con gli altri, ride, che scherza, gli lasci quei baci lenti trai capelli, quelli che ami sentire anche lungo la nuca. Lo faresti perché sai cosa accendono, che il suo limite di sopportazione a coccole senza sesso, a volte è poco; a volte stanca te. E lo faresti anche ad occhi chiusi, infondendo tutto il tuo amore in un gesto solo. Un continuo affermare che esisti, che ci sei, che anche ogni tanto deve fare tutto schifo e tu quelle volte non vuoi lasciarlo solo, neanche se a sentirti male sei anche tu, neanche se forse le cose le prendi peggio di lui. E togliamo il "forse". Espiri, allora. A polmoni che si svuotano piano. Ti chiedi se lui abbia immagini simili nella testa, o se davvero Parker è diventato un "ma" tanto pesante da sostituirti. Lo fai sorridendo agli altri, perché in fondo quando tutti sanno non serve che nessuno parli. Nessuno deve osare nulla, se non soffrire con voi. E non sei mai stato uno geloso, Caleb eri per il libero amore. Però la vostra è una situazione diversa, complicata, in bilico e costantemente sul punto di cadere. Ma ti dici che il momento in cui ti rialzerai mai, sarà quello che ti vedrà morto o lui tigre per sempre. Non ora.
    Non quando un dito lo passi piano lungo le zone meno arrossate. E ti fingi un massimo esperto. "Oh beh.." giudichi, quasi avessi occhiali in punta di naso, e guardi Froy perché lui lo sa che scherzi, che è tremila volte più bravo di te. "Si poteva fare di meglio, ma possono andare.." perché non vuoi dirgli che gli stanno benissimo e seguiresti ogni riga finché non estingui il tuo fuoco. Hai ancora rispetto per Froy, però.. però ti sfugge uguale un sussurro che è di Grace ma guarda il domatore. "Per una mia opinione, dovrei vedere fin dove arrivano.. tipo, qui no?" Sussurri all'orecchio, chinandoti piano solo per respirarlo meglio, il suo profumo. Cazzo. Gli sfiori il petto, ma è un passaggio veloce, solo due battiti mancati, con l'indice che si appoggia piano, ed un sorriso quasi malinconico che ti imperla il viso.
    "Scherzo.. cioè, il tatuatore sembra uno con una certa mano.." ti correggi per prima, sfiorando la tua tigre anche se il cuore salta quando dice che Grace ne ha uno per te. "Aspetta aspetta... cosa?" Il sorriso ti si allarga piano, che ti sembra sia una di quelle storie che non ti vuoi perdere per niente al mondo. "Mostra. Ora" ordini, divertito, per un secondo stupido ti senti anche leggero. "Oppure, obbligo" ti piace come gioco, verità o obbligo, è una sfida no? Tremi ancora, no?
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    Non ti aspettavi che Caleb potesse sfiorarti così. Cioè, sfiorarti e basta, ecco. Che certe delicatezze te le eri quasi dimenticate e non tanto perché Caleb non sarebbe in grado di riservartele quanto perché credi, come sempre, di non meritarle. Non meriti nulla tu. Basta così, va bene così, che altro vuoi farci? Ma lui ti sfiora e tu smetti di respirare. Sorridi, certo, ma nel momento in cui inizia a fare il sapientone smetti di connettere il cervello col resto del corpo. Lo ascolti ma è come se non lo stessi facendo. Lo guardi e questo è ok, ti serve d'altro canto un punto a cui ancorarti saldamente, ma nel farlo sembri uno stupidone, uno di quelli che davvero finiscono per innamorarsi proprio come raccontano nelle commedie rosa di serie b. E tu non sei uno di quei protagonisti: Non sei una commedia rosa.
    ''In realtà più giù...''
    Ma ti esce in un soffio non del tutto inudibile, tanto che Froy alza le mani e finge di fare qualche passo all'indietro, giusto per lasciar intendere che sparirà dalla vostra vista non appena Caleb avrà finito di fargli i complimenti. Che quelli sì, gli piacciono, lo gratificano però no, non ha alcuna intenzione di star ad ascoltare voi due che flirtate.
    ''Oh no, io mi dissocio...''
    E sorride di nuovo. Qua sorridono tutti adesso. Fa quasi strano, anche se dev'essere decisamente una cosa bellissima.
    ''No Fro! Adesso dobbiamo superarla insieme questa cosa! Sei stato tu a mettermi nella merda...''
    E fingi teatralità, che è una dote che hai riscoperto da poco giocando con Juppy a dare i bacini al morto. Ovviamente quello che muore sei sempre tu: Che ti piace avere la cucciola a leccarti la faccia come se fossi buono. Come se fosse quello, poi, a confermarti un posto in paradiso.
    ''Leroy! Cosa? Stai male? Aspetta che arrivo ad aiutarti!''
    E Leroy si gira in vostra direzione, certo. Lo fa che quasi sta maledicendo Froy per aver interrotto i discorsi con Millie, come se poi la ragazzina sapesse parlare di roba seria e lui fosse davvero lì perché intento ad ascoltarla.
    ''Fro!''
    Ma lui se ne va, se ne va e finge di non averti sentito. Allora ridacchi, sì, anche se leggermente imbarazzato adesso.
    ''No! Niente obbligo!''
    Ti giri poi verso Caleb imitando le mosse scoordinate di un karateka goffo.
    ''Facciamo che tu fai delle domande ed io posso giusto risponderti sì o no. Se scopri dov'è, te lo faccio vedere.''
    E zompetti via, ma sperando quasi che ti segua e prenda a camminare con te lontano dagli altri.

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    Guardando Grace, ora, pensi solo a quanto sia bello poterlo ancora fare. Avere ancora del tempo per godere di quel lineamenti che non hai avuto cuore di ritrarre ora, non vuoi dargli l'idea che lo dai per morto ed allora ti serve un marker segnaletico sotto pelle. Hai già tutte quelle foto, e senti che non te ne bastano. Che per un attimo la gola si secca, gli occhi tornano umidi e ti si vede sotto la maschera. Che toccarlo riattiva connettori che da nauseato hai bellamente ignorato, ma ora sono... fuoco. Il suo che arde piano contro di Te. Prima o poi sarAi solo un pezzo di carbone raggrinzito. Ma non è ancora il tuo momento.
    Puoi bruciare ancora. Puoi ancora farti un male cane. E non lo stai già facendo? Seppure si, si che sorridi e che ridi al siparietto che ti si para davanti, che scodinzoli quando Froy accenna ad andare via, e una parte di te resta immobile qualche istante ancora. Qualcuno che ti consenta di aggrapparti alla realtà, fuori dai sogni Caleb. Fuori dai sogni probabilmente domani torna Parker. Fuori dai sogni tu non hai più tempo. Non lo sai. Non vuoi che Grace ti ripeta che puoi non aspettarlo se non ci riesci, perché lo aspetti finché la candela non si spegne; lo fai sempre.
    Lo fai finché gli occhi non smettono di bruciare, ma di solito succede quando ti addormenti, ed anche allora sai di aver perso tempo preziosissimo. Però resti in quel respiro che mandi giù lungo la gola, che si aziona alla bocca dello stomaco e lo fa ritorcere: tu non hai dentro le farfalle, hai uno stormo di rondini che si agitano in primavera... e pure in tutte le altre stagioni.
    La verità, Caleb, è che Grace ha un tatuaggio per te. E per qualche istante non ti cambia davvero sapere dove sia. Ti basta a credere che quel punto che batte forte nel petto, lo fa per una ragione sensata: perché può ancora funzionare tra voi, se siete tanto stupidì da marchiarvi la pelle per sempre, uno per l'altro.
    Lo guardi quando torna da te, ti chiedi se non hai esagerato, che se voleva Froy qui, è perché forse non vuole te: non ci hai pensato? Non hai pensato di averlo messo in imbarazzo tanto che non sa come dirti che ti vuole distante? Che lo hai ferito, magari, non dimostrandoti abbastanza forte da reggere il fastidio, la gelosia, la rabbia ed il dolore. Fai un passo indietro, a mani alzate.
    Che rispondi così ai suoi gesti, anche quando poi lo segui, cammini davvero con lui, senza guardare gli altri, che il cuore ti batte troppo adesso. E si, si che ti senti un completo stronzo, un idiota. Ma cazzo se ti piace che ora vi allontaniate. Che allontanarsi significa fare slalom molto presto tra i parcheggi delle roulotte. La dove vi siete amati più volte, che tu hai un nodo allo stomaco. Lo ricordi contro alcune di quelle pareti, ad ansimarti lungo il muso, mentre facevi di lui un ragazzo molto molto felice, o almeno così speravi. E tu lo sai, guardando il suo modo largo di vestire che vorresti ripercorrere ogni centimetro di quello che prima era un corpo a cui ti attorcigliavi volentieri quasi ogni giorno. Ti manca. Ti manca tantissimo, tanto che ora ragioni a fatica. O forse neanche lo fai. Che magari restare in silenzio non aiuta.
    E dio stai per odiarti ma...
    Fai due passi in meno di lui, ti respingerà Caleb, anche se gli occhi ti brillano, se gli prendi un polso, stupido per correre di qualche metro e poi, dietro un angolo, tirartelo contro. "E se.." ringhi, respiri male, qualunque cosa è comunque spezzata nel tuo petto. ".. se io lo scoprissi da solo.." suggerisci, sfiorandogli il naso con il tuo, in silenzio, poi. Ad occhi religiosamente chiusi, che ti batte anche lo scheletro da quanto fa male il cuore adesso. Non sai in che altro dirgli che va bene, che tu ci proverai a sopportare Parker e la sua invadenza del cazzo, che farai di tutto perché Grace stia bene, che lo amerai perché lo ami anche ora, lo ami sempre. Lo hai promesso. "Ad esempio.." mandami via, se non mi vuoi. Ansimi. "So che non è qui.." mordi piano la punta del naso, stupido e dolce.
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    Edited by nocturnæ - 21/5/2022, 18:51
     
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    E le cose non potevano che andare così. Lui ti segue come pensavi, seppur ti senti sempre in colpa nel prevedere le mosse altrui. Lo fa naturalmente, però, un po' come se fossi il collante di questa sera o, più che altro, il motivo per il quale respirare adesso. Ed è un pensiero decisamente egoistico, ma concedimelo. Che ora che sei con lui sei raggiante, anche se resta sempre Caleb il più bello tra i due. Fantastico, sì, seppur porti con se gli strascichi del suo dolore. E tu cammini con la schiena ricurva e una mano nella tasca quando andate via. Quasi per paura di toccarlo involontariamente. Come avresti fatto qualche settimana fa, che poi si parla di un mese, già, afferrandolo per un fianco giusto per stringertelo di più contro. Che a te piace, te lo si legge in faccia se ti si sa guardare. Ti piace tanto da avere solo sorrisi per lui. Un moto dolce che ti si apre in viso come uno spacco.
    E questi luoghi sono per voi motivi di ricordi. Roba fresca, certo: Non siete insieme da così tanto tempo da poter guardare a queste roulotte con nostalgia, ma comunque passeggiarci nel mezzo ti stimola una certa sensazione. E magari per lui è lo stesso, certo che è così. Perché altrimenti non ti afferrerebbe per il polso in quel modo. E magari, insomma, tu non ti lasceresti trascinare. Ti opporresti se i sentimenti non fossero i medesimi.
    ''Sarebbe divertente...''
    Lo dici cercando di nascondere l'emozione nel sentirlo di nuovo così propositivo. Così vicino a te tanto da sentirti avvampare, bruciare totalmente.
    ''Hai da esplorare parecchio, però.''
    Un invito sibilato sulle sue labbra, in punta di piedi, certo, perché tu i baci glieli dai solo così. Solo arrampicandoti contro di lui. Solo premendoti addosso al suo ventre. Che hai bisogno di sentire il suo cuore battere. Un bisogno quasi disperato.
    ''Però non ridere di me.''
    Gli ridacchi sulle labbra, strusciando il naso che ha morsicato contro una sua guancia.
    ''Ero ubriaco quando ho scelto il posto...''
    Tanto ubriaco, sì. Così tanto che dopo averti tatuato Froy ha dovuto reggerti il capo per farti vomitare.
    ''Ma non mi pento di niente.''
    Coraggioso, certo. Come se avessi affrontato chissà quale prova di coraggio.

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    E ti fa male tutto, Caleb. Anche non sapere se tenerlo così vicino sia giusto, ora. Per te. Per lui. Che però non ti respinge, non quando lo senti più morbido contro di te, e chiudi gli occhi a forza, in quel sorriso che ti commuoverebbe se non fossi così... così preso. Che fremi, e non per paura adesso, solo perché non ci stai davvero credendo fino in fondo. Non puoi pensare che sia così facile poterlo sfiorare di nuovo senza sentirti un mostro, un traditore.. qualcuno che non merita certo un amore simile. E si, si che hai paura per un secondo ti tratti con accondiscendenza. Ce l'hai che è un tarlo nella testa, che lo spingi via in un ringhio che non è certo per Grace, ma per quella voce nella testa che ti dice che è gentile, non che sei così bravo a tenertelo addosso da farti desiderare. Chi ti vuole?
    Eppure li trasudi, quei gesti, quei modi che ti accomunano ad un Caleb perduto nel tempo, che sei disperato, si, lo sei da tre settimane, quasi un mese. Lo sei perché anche se Oswald ha.. beh tu e lui avete.. in ogni caso, non è bastato, niente è come Grace, come quando lo facevate e sapevate che non era solo sesso, era amore. Anche se ora sei così disperato che il sesso andrebbe bene ugualmente, tutto pur di non sentirti incapace, così spezzato da essere impossibile da ricostruire. Ti sei fatto troppo male.
    Eppure sospiri, soffi piano contro il suo muso tutto ciò che non gli hai detto. Che te lo stringi vicino, come se non aveste caldo, come se non fosse più normale comminare ad un metro di distanza. "Ma se non rido.." sorridi, stupido, con le labbra che giocano appena sulle sue, niente di aggressivo, anche se ti contieni come puoi, piccolino. "... che gusto c'è.."
    Non sai quanto sarai in grado di tenere in piedi una conversazione adesso, non quando i vostri corpi sono talmente vicini che hai i brividi, che vuoi spogliarlo subito, vuoi sentirlo subito, vuoi ricordargli come lo ami tu. Meglio di chiunque altro no? Non sei la sua scopata migliore? E ti si annida dentro un pensiero meschino, tu vuoi essere più di Parker, che se è l'unico cliente, magari è anche uno che si impegna e tu non puoi, non vuoi essere da meno. E non ti piace la competizione, vorresti dirti che hai già vinto, ma non lo sai. Non lo capisci ora. Che poi fai giusto due passi, spingi Grace di schiena, trascinato dall'uragano che senti in petto. Che gli respiri un ansimo divertito lungo il collo. Non importa se ci sono altri segni, lui è tuo in punti non visibili.
    E scivoli, gli prendi una mano, la guardi, la spingi piano sopra di lui, che ti faccia spazio se vuoi stargli più vicino, se infili le dita in un incastro e le stringi in alto. Che poi non lo sai perché adesso vuoi goderti ogni secondo con lui, non hai fretta, ma cazzo se hai voglia.
    "Mh-mh.. dicono tutti così.." insisti piano, dolce, in un bacio che è solo lungo la zigomo, che raggiunge un lobo, scende. "Non è neanche qui.." cristo, come fai? Come fai a non tirartelo in vita adesso? "Dio.." sussurri, che il suo profumo è qualcosa che ti spezza l'anima anche ora, che gli occhi si fanno lucidi ma glieli nascondi, che ti è mancato ma hai paura di rovinare i giochi se insisti troppo, se ti dimostri incapace di aspettare, da bravo cucciolo. Non hai imparato niente, Caleb.
    Allora lo baci, per mettere fine al dolore alla bocca dello stomaco, lo baci perché è come se non lo facessi da una vita, lo baci nella libertà che hai di dirti che stanotte non c'è niente altro a cui pensare. Lo baci perché è la tua persona, lui. La più importante, e cazzo se ti è mancato come l'aria. Tanto che i giochi li dimentichi, tanto che ti impegni e nel farlo hai l'espressione che con lui hai sempre avuto: tu sei amore, e sei impaziente. E lo divori, e non hai un limite, e gli tieni la nuca perché è così che sai fargli capire che ci tieni da morire. Sei impossibile.
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    Siete così carini che questo momento che quasi è impossibile non guardarvi. E magari persino Oswald ne resterebbe affascinato, se non fosse rimasto buono buono fermo al suo posto. Che le coccole da Caleb se l'è prese anche lui, certo, ma ora è il tuo turno. E tu pretendi che le cose vadano in questo modo. Lo fai con una punta d'egoismo misto a gelosia. Che vorresti Caleb tutto per te anche quando sai di non meritarlo. Che magari è tanto anche questo. Sono troppe queste attenzioni meravigliose che ti riserva e che nel sentir tue ti fanno fibrillare. Ma le brami così tanto che non puoi, non quando torni in tenda da solo, non pensarci. E ti sono in testa, sì. Lo sono sempre, anche quando c'è Parker e, anzi, soprattutto quando c'è lui.
    Allora adesso le assecondi. Lo fai cercando di ricambiare con la medesima moneta. Che a lui tieni, da morire, Grace, anche se poi non lo dai mai a vedere, anche se, insomma, sei un po' terribile quando si tratta di sentimenti.
    ''Un indizio: è dove mordi di solito.''
    Glielo dici in un soffio leggero, inudibile quasi. Un po' come se fosse un segreto solo vostro. Un rimembrare così dolce da non aver alcuna intenzione di condividerlo con qualcuno. Non potete, non è concepibile.
    ''Dio mio...''
    Rispondi in un bacio più profondo, più affamato, bollente, che Caleb è tutto questo. Questo fuoco giovanile, scoppiettante, vivo. Tanto che ti sembra quasi sentirlo bruciarti in petto. Come quel fuoco vivo che ti anima, che nell'ardere non si spegne mai.
    ''Mordimi dai...''
    Un invito, forse un po' lascivo. Che lo immagini, ora, prenderti così come fa Parker. Forte, con decisione, seppur con quell'amore che ha sempre mosso ogni sua scelta e che nel sentirlo vicino, ha sciolto anche te.
    Lo ami così tanto da non poter fare a meno, ora, di desiderarlo terribilmente.
    Hai un brivido...anzi, forse non solo uno.

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    Quanto hai aspettato questo momento, Caleb? Lo strusciarsi lento tra di voi, gli ansimi che ti sono entrati nel cervello, ed anche così profondamente nel cuore, che non te li sei più tolti. A fondo, Piccolo: vuoi andare a fondo, vuoi alzare Grace in grembo, spingerlo contro la roulotte di Willy e farci l'amore al punto da svenire. Vuoi che ti ricordi come ci si sente ad essere il suo centro perché tu, Caleb, non hai mai chiesto niente altro. E cazzo sei così pronto a farlo che quando scherza con te, in realtà ringhi. In realtà stai così male che senti forse risalire la nausea. Ma lo vuoi, piccolino. Vuoi il tuo Grace e l'amore che richiama. Vuoi che ti voglia e che tu sia sempre il primo da cui correre, da amare, o per farsi amare. Perché tu non lo paghi, non lo faresti mai, non vorresti ferirlo al punto da presentarti con un assegno solo per avere il suo tempo, il suo corpo. Che.. che beh in qualche modo ora esplori. "Si.." lo assecondi, lo mordi, e davvero giuri che vorresti divorarlo, mangiarne ogni centimetro per poi permettergli di vivere in te. E sei bello, Caleb, quando ti impegni tanto da sollevargli la maglia, gettarla a terra, quasi esigere, e ti sembra tanto naturale da far male.
    Però continui, ancora un po' perché Grace ti è mancato, ma così tanto che hai gli occhi lucidi. E quando inizi a piangere non te ne rendi conto. Sono solo lacrime no? Lacrime che però scendono e non si fermano, che ti accorgi forse di un ansimo trasformato in singhiozzo. Che sono davvero due fiumi gentili, che ti imperlano lo zigomo, poi la mandibola, poi si incontrano in piccole gocce che tintinnano al suolo. Che deglutisci perché non hai aria. Perché lo sai che sai solo rovinare le cose. E quando non respiri, è ancora peggio. Allora neanche le vedi le mani che si fermano, la voglia che preme contro il suo corpo, si fa mogia, quasi triste. E si, si lo vedo già che ti stai odiando. Perché non ti manca certo il carico ormonale, nè il desiderio nei suoi confronti: cazzo è Grace. E tu ami Grace. E tu sei sempre pronto per alleviare ogni sua sofferenza, e non ti sei mai fatto problemi quando potevi fare lo spavaldo ed essere il numero uno. Che ci facevi l'amore perché anche quando era sfinito almeno voleva un orgasmo, e gliene regalavi almeno tre, che completavamo anche te. Quanto cazzo vi siete amati eh?
    Però ora non ci riesci. Ora hai qualcosa che si trasforma davvero in quel pianto lento, che ti scosti solo perché la fronte non sia contro la sua ma contro il muro. Chiudi gli occhi, prima che i tuoi incubi riproducano quel bacio con Parker o anche solo la sensazione che qualunque cosa tu faccia, niente ti darà Grace indietro, niente Caleb. Non tornerà mai davvero da te. E saresti pronto, lo giuri davvero, ad averlo il poco tempo che vi resterà, ma.. ma è qualcosa che non hai ancora processato quando il fiato si fa corto e sei già esausto. Così è sbagliato, così non sei felice. Così ti odi. "M-..erda.."
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    Le cose non sono tornate come prima, ma insomma, questo adesso è palese, giusto? Lo è che inizialmente non te ne rendi conto, perché sei preso, sì, perché l'effetto che Caleb fa è quello: Ti si spegne il mondo intorno solo perché il tuo mondo, in questo momento, diventa lui. Lui che è il suo centro, il fulcro di tutte quelle emozioni che adesso ti permetti di provare. Anche se a tentoni, anche se con titubanza e timidezza. Te ne accorgi quando le sue mani si fermano e così anche i baci e quel contatto tanto agognato ma che non gli rinfacci adesso. Non sei propriamente nella posizione di potergli rinfacciare qualcosa. Non tu che sei stato irrispettoso nei suoi confronti, non tu che sei un guaio a volte più grosso forse perché da te ci si aspetta una certa maturità. E respiri male, sì, se lui inizia a respirare male. Anche se non piangi quando lui inizia a farlo, tanto che quando si scosta da te tu ti chini per raccogliere al volo la maglia. Come se in questo frangente quel sentirsi nudo equivalga davvero a qualcosa di gestibile solo indossando di nuovo la maglia. Ma non la indossi, te la tieni solo stretta al petto come quella mattina in gabbia. Che lo guardi, però, questa volta. Lo fai spingendo il viso contro il suo come a volerti far spazio tra lui ed il muro. E magari capisci sì, cos'è che gli prende. O se non lo capisci, insomma, ti senti comunque quasi in dovere di non lasciarlo solo. Magari non riusciresti a farlo nemmeno se fosse lui stesso a chiedertelo. E ti incastri tra lui e il muro. Ci provi almeno. Lo fai per guardarlo dal basso verso l'alto. Piccolo come sei, tascabile quasi.
    ''Hai vinto il gioco.''
    Cerchi sempre di buttarla sullo scherzo e questo non so più se è una tua qualità o se un difetto. Non riesco a capire bene qual è l'effetto che sortisci quando, forzando il sorriso affinché non tremi, come credi tu, stupidamente, continui a guardarlo come a volergli dimostrare che tu non ti vergogni delle sue lacrime e che per questo, forse, se davvero ha un senso, non dovrebbe vergognarsene nemmeno lui.
    ''Dammi la mano...''
    E credi si capisca adesso come la ricerca di un contatto non abbia nulla a che fare con il sesso. Anche se tu riprenderesti volentieri da dove avete lasciato. Anche se tu non ti tireresti mai indietro ad un nuovo tentativo.
    Allora la mano gliela guidi. Lo fai lasciandotela infilare nei pantaloncini e poi oltre le mutande, a superare una natica sino a soffermarcisi appena sopra. Spingi le sue dita affinché scivolino sul lieve rialzo che ancora si sente, che il tatuaggio sta guarendo ancora come tutti gli altri.
    ''Eccolo. Sei l'altra parte del mio culo...che poi è solo un cuore a rovescio, no?''
    E mi chiedo davvero da dov'è che ti escano queste frasi. Se te le prepari prima o se esser un'idiota è giusto una tua specialità. Vorrei capirlo, davvero. Perché adesso, nel dirglielo, sento la presunzione che hai, quasi a sentirti un romanticone.
    ''Ti va di ballare insieme come a capodanno?''
    Che tu odi ballare, ma ami tenertelo stretto contro. Anche solo per un abbraccio, insomma.

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    Non devo dirti io cosa succede se non fai tu l'amore con Grace. Lo immagini da solo, te lo leggo in quelle iridi annacquate che gli permetti a fatica di vedere, perché è vero Caleb, tu sei spezzato. Affranto. Probabilmente ancora non hai idea di come rimettere insieme i tuoi pezzi, e allora hai una fretta del diavolo in corpo. Ma con quella non vai da nessuna parte. Perché ora sei egoista, vuoi sentiti amato, vuoi essere scelto davvero e forse... forse la facilità con cui Grace ha chiuso con te, ti ha traumatizzato al punto che neanche pensi di essere all'altezza. Allora magari è fiato speso per niente, che lo ameresti anche solo per amarlo come concetto, come sentimento che senti crescere senza freni. Però quanto fa male il paragone che ti riempie la testa? Troppo. Troppo, e si vede. Hai il terrore di non essere sulla stessa linea d'onda, come hai creduto l'altro giorno. In fondo, Parker sarà sempre qui. Girerà come padrone del mondo, lo porterà via, allora tu per cosa allunghi le mani se in ogni caso non c'è spazio per te in nessun momento? E forse sbagli, perché dovresti credere che Grace si impegnerà a non farti davvero sentire così solo, ma.. ma oggi è presto. Stanotte non è quella notte. Quella magica dell'amore stratosferico. Era... era l'altro giorno. Era quando sei tornato e li hai visti assieme. E forse, piccolino, neanche a te basta qualche giorno per riprenderti dal dolore. Dal digiuno. Dalla corruzione. Da tutto.
    Senti solo gli avvoltoi della depressione che gracchiano sopra la tua testa e vuoi mandarli via anche se la carcassa non si sposta.
    Vestirti bene non serve a niente, se dentro ti stai deteriorando, ti stai lasciando mangiare dai tuoi pensieri, dal giudice che ti condanna ogni minuto. Sei inutile, Caleb, come è inutile il tuo amore.
    Eppure lo lasci fare, tirando su piano con il naso, asciugandoti il volto velocemente come a nascondere qualcosa che non smette di nascere. Di sgorgare lento dagli occhi. Tu lo ami, ma hai così paura di non saperlo più dimostrare, che quando ti guida, le dita tremano. Che quando le premi hai un brivido che profuma del pianto che ti prenderà quando sarete a letto. Stretti pure con il caldo. Che tu sei fresco quando chiedi aiuto all'acqua. Magari su di te ci si sta ancora comodi, no? E stringi li, dove con le dita segui la linea a ricalcare il tuo nome. Sorridi, è vero, gli spingi il muso contro. Anche se ti fa male, anche se poi le dita le togli da lì, e sai solo tenerlo morbido per i fianchi. E non parli, Caleb, che hai paura di infrangere anche intentativi gentili di farti tornare in "qua" quando sei già ben oltre la linea di confine del tuo dolore.
    E tu capodanno lo ricordi bene, con le lacrime agli occhi la lo ricordi bene: che notte, quella. Quando gli hai detto che avreste fatto l'amore tutto l'anno. E ne sei convinto anche ora, anche se ti stacchi dal muro e gli resti vicino, che non stai smettendo di piangere, lo fai solo più piano. Non sai come scusarti, come dirgli che deve crederti, che non stai smettendo di volerlo. Allora lo fai in gesti, una linea dietro al collo. Gli dici solo questo, solo il simbolo dell'infinito. Il tuo per sempre.
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    E non sai bene com'è che ci si comporta in queste situazioni. Non hai mai saputo come prendere dolori come questi, cosa farci qualora fossero diventati grandi, ingestibili. Non hai mai saputo come prendere Leroy, seppur tra i tanti sei stato uno dei primi a stringerlo da dietro. A mettergli una mano sul petto come a regolarizzare i suoi respiri ai tuoi. Non hai mai saputo, insomma, come doverti sentire. Se ci fosse o meno un modo giusto in cui sentirsi. E se avesse senso, insomma, conformarsi alla massa. A chi sarebbe pronto a giudicarti per com'è che ti muovi adesso con Caleb non capendo, magari, cos'è che sta succedendo nella sua testa. Perché non puoi dare nulla per scontato tu. Non ne avresti il diritto né le competenze per farlo. Ma puoi stringerti a lui e questo è certo. Lo fai anche quando lui sfila la presa dalla tua pelle e fa risalire le mani per tenerti quantomeno fermo dai fianchi. Come se non volesse comunque perderti del tutto. Che sì, forse la mano là giù è troppo, magari hai esagerato, ma anche così si sta decisamente bene. E te ne convinci, certo. Quando chiudi gli occhi per lasciar che lui comunichi con te come meglio gli riesce. Che al suo infinito tu rispondi con un ''3000'' ridisegnato sulla schiena. Piano piano, affinché possa non perdere nessuno di quei numeri.
    E lo fai canticchiando la canzone che avete ballato a capodanno. Una melodia che canticchiando tra i denti riesci persino a camuffare. A render decente anche se non ti ricordi perfettamente le parole.
    Lo fai più per cullarlo, forse, che per stimolare altro. Nessun ricordo, insomma, che possa in qualche modo ferirlo. Tu non vuoi farlo, non più di quanto sia già successo.
    E gli respiri piano sul petto, prima di staccarti da lui.
    E lo fai guardando altrove per un istante, come a lasciargli spazio per le lacrime.
    E lo fai che poi le mani le sfili dai suoi fianchi ma una, una sola, torni a porgergliela gentile.
    Affinché ci stringa la sua di rimando. Che con l'altra afferri le sigarette sgualcite dalla tasca. Te le addrizzi portandole alla bocca. Una ad una, per poi passarne una a lui. Sei tu a posargliela sulle labbra e ad accendergliela come ti ha insegnato a fare Oswald: Pollice ed indice sulla sua punta. In silenzio, sì, che non sai proprio cos'è che si dica in questi casi. Pensi solo che volergli star così vicino non è poi sbagliato. Non quando nella sua mano stai bene, ti senti al sicuro. Non quando prendendo a camminare ti dirigi verso la sua roulotte.

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    Tu lo vedi, Caleb. Tu da quel giorno non fai che vederlo, quello stronzo di Parker. Lo vedi da quando lo hai minacciato così, stupidamente dal tetto della roulotte. Che sei ferito, che non puoi permettere che qualcuno ti porti via anche la sola cosa buona, quella in cui credi con tutto te stesso. Che è Grace, ovviamente, e lo sanno tutti. E tu non vuoi caricarlo di questi peso, perciò piangi: perché non sei qualcuno che vuoi venga "sopportato". Tu vorresti essere di nuovo quello di prima. Già. Prima che morisse Tyron, prima di sapere che Grace ha pochi anni per fare quello che vorrebbe fare prima di andarsene. Vuoi tornare a prima del patto con Papà. Prima del dover correre via da Aaron, e dai cacciatori. Prima di... di tutto. Manterresti solo Grace, solo lui su cui alzi il muso piano. Che ti spingi in coccole che siano solo un modo per scusarti, per dispiacerti perché in fondo sarà normale adesso ricercare amore altrove. E te lo dici perché le esigenze di Grace le conosci e boh, magari se davvero è riuscito a staccare da te, non eri neanche così bravo. Magari Oswald ti lusingava per gentilezza. E tu, tu in questo ti chiudi. Nel fatto che ami quando ti trattano da cucciolo, perché questo sei.. ma anche odi le stesse gentilezze, perché non le meriti. Non hai - evidentemente - lottato abbastanza per riaverlo indietro. Forse.. forse dovresti parlare di nuovo con Papà. Ma neanche sai se sia giusto, non sai niente. E la faresti la battuta su Jon Snow, se non fossi così stupido da guardare a terra. Che quando Grace si scosta un attimo, a te manca l'aria, la terra sotto i piedi, vorresti incollare le sua mani a te, così davvero nessuno potrebbe portartelo via.
    Anche se sai cosa ti ha scritto in rimando.
    Tremila. E' il suo modo per dirti che ti ama, che va bene se stasera non sei all'altezza di niente, nemmeno di Parker. Che sei patetico quando pensi a questo, pensi al fatto che potrai anche essere romantico, ma Grace magari non è il tipo che tiene a lungo a queste cose. Che ne sai? Lo conosci da poco, pur amandolo così tanto da star male.
    Che stai male anche quando stringi la sigaretta tra le labbra, e fai come dice. Cazzo Caleb faresti qualunque cosa per Grace. E potrebbe dirti che ti vuole vedere saltare nel fuoco, e Dio se lo faresti con ogni tua forza. Anche se ora non ne hai nessuna. Lo segui, ti fai guidare, sai che state andando a casa e non so, hai un fiotto di panico che per un secondo ti fa dire che non vuoi ti lasci lì, da solo. E forse stai ancora piangendo in uno sbuffo di fumo quando glielo chiedi, vicinissimi al suo respiro. "R-.." o almeno ci provi "Resti.. con me, vero?" preghi, terrorizzato.
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    Resteresti con lui per sempre se ne avessi la possibilità. Invecchieresti con lui così come hai già sognato più volte nonostante tu non glielo abbia mai raccontato. In una casa, magari, anche mobile, certo. Una casa proprio come la sua, ma solo vostra, fuori da queste mura, magari, in un posto bello dove si può uscire al tramonto per guardar il sole tuffarsi lungo la pianura. Una duna, delle piante grasse a coprire il paesaggio.
    Resteresti con lui fino a diventare rugoso, ringhioso, stanco. Resteresti con lui tanto da scoprire come le rughe sul tuo viso starebbero bene, poi, sulle sue. Come un incastro di pelle che si accentua in un abbraccio. Un bacio, o quel che è, insomma.
    Vorresti davvero un per sempre che sia davvero così. Non solo una frase detta perché mossa dalla passione, da un momento quasi svenevole. Vorresti un per sempre che la morte sa vederla solo alla fine del ciclo di una vita lunga, lunghissima e piena. Piena di lui, del suo diventare un adulto, un uomo fatto e finito. E te lo sei immaginato, sulla veranda della vostra futura casa, quella dei sogni, per intenderci, a suonare la chitarra così come fa ora sul tetto della sua. Lo hai immaginato con qualche pelo di barba in più, i capelli brizzolati, il sorriso stanco di chi ha lavorato tanto per portare il pane a casa. Che magari, non so, avreste persino avuto qualcosa di vostro. Un chiosco, dei viaggi per il mondo, dei concerti da organizzare insieme. Perché avresti imparato a suonare anche tu, sì. Avresti accompagnato lui e la sua voce. La sua voce, sì. Bella, vero?
    Lo è anche ora che balbetta, che la fa uscire a fatica ma quanto basta per attirare la tua attenzione e tu lo guardi. Stringi più che puoi la sua mano. Te la vuoi sentire nella tua, anche se le tue dita sono più piccole, più affusolate, ancora a ricordare quelle di tua madre. O almeno, insomma, te le immagini così. Te le immaginavi così quando ancora pensavi a lei, ad un'immagine capace di vivere solo nella tua testa.
    ''Mi piacerebbe...sì.''
    E non c'è un ma. Non ora. Non quando davvero questo è il tuo desiderio più grande adesso. Un restar per tutto il tempo che hai a disposizione. Senza sprecarne alcuno. Nessun minuto. Nessun secondo.
    ''Tu vuoi? Cioè...''
    E non lo sai bene il perché del magone. Non sai.
    ''A me manca da morire dormire con te...''

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