And if I only could...

Caleb/Grace | Fuori dall'Erin Market | Undercity | 22.30 | Contenuti sensibili

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    "Mi sei mancato, Caleb" una voce che ti risale lo sterno, si incastra in petto, poi torna dietro, ti strappa le vertebre e tu, fermo in cassa, tremi. "Cazzo"
    Lo sai chi è, Caleb, certo che lo sai, perché i tuoi dannati incubi a volte iniziano proprio con lui. Lui che ti strappa via dal tuo mondo, che è vero, fa male, ma mai quanto può fartene tornare indietro sui tuoi passi. Non a fare quelle cose che facevate insieme. Non le vuoi le sue droghe, non li vuoi i suoi casini, ne hai di tuoi. Tanto che si, ti cade il latte. Si, si rompe ai vostri piedi, si la cassiera ti guarda con quel senso di rassegnazione di chi si sta spostando a prendere uno straccio. E tu la vuoi fermare, tu hai occhi enormi che la supplicano di non muoversi, perché ci siete solo voi tre. "A-Aaron.. che voi... ti prego, non fare ni-"
    O questo è ciò che vedi. Tu alla cassa ci sei arrivato da solo, che da bravo cucciolo stai mantenendo una promessa. Hai detto solo ad Oswald che andavi a prendere quello che gli hai finito: due bottiglie di Gin scadente, una di Vodka e qualche cosina che nel mezzo ti è rientrata nelle spese. Torna da Grace, di corsa!
    Chiudi gli occhi, stringi i pugni quando i muscoli si irrigidiscono, quando il suo fiato è tanto vicino al collo da farti morire. E vorresti, vorresti reagire, soprattutto ora che la corruzione non la controlli, non lo sai fare Caleb, non lo vuoi neanche gestire... eppure no, il tuo stupido corpo si blocca. Cosa succede? Respira!
    Immobile a tremare quando le dita tatuate ti corrono lungo la spalla e scivolando in basso, oltre il polso, che piegano di scatto dietro la schiena "Shhh piccolo, shh.. ti chiama così, no?" Come lo sa lui? Come sa che Grace ti chiama così'? Grace.. Grace.. Grace.. che stavi per chiamare, lo devo usare quel maledetto cellulare ma è per questo che Aaron ti ha preso il polso, no? Perché altrimenti l'avresti chiamato.
    Ed è veloce, tanto che ti gira la testa, che scatti ma non ti trovi dove dovresti. Dio ti fa così male la testa? Ti ha colpito? Non.. non lo sai. Sai che riapri gli occhi e la schiena è premuta contro il muro sporco del market, siete sul retro, siete insieme. Aaron ti guarda come se avesse vinto alla lotteria, come se il vostro fosse l'incontro più fortuito dell'anno.
    "No.. no ti prego.. dimmi cosa vuoi.. ti-.. devo.. devo tornare" ansimi, stupido, con il tuo collo nella sua presa ferrea ed il fianco incastrato tra dita troppo avide. Ti cerca, ansima, vuole baciarti.
    "Avete sentito, ragazzi?" risate sommesse nell'ombra "Vuole tornare da quegli strambi del suo bel Circo" ridono quando non li vedi, ridono troppo.
    "No, no ti pr-.." ecco lo senti? Lo senti? E' solo la puntura di una zanzara, niente di che, un moscerino ma.. ma ti senti molle ora. Si rompe un vetro ai tuoi piedi, la spinta di Aaron si fa pressione contro l'inguine, bollente. Ti infiamma subito, ride della tua erezione, del modo in cui la sua droga - ti ha drogato, piccolino mio - faccia effetto così velocemente, tanto che vuoi baciarlo, e lo fai. Dio, Caleb lo divori in quel momento, atrocemente. Come se fosse Grace. Dov'è Grace? "Bravo cucciolo.." lo senti come sia preso da te, come sia pronto, come sia qui che vuole già spogliarti, vuole averti e tu, tu lo vuoi perché la distanza ti fa un male cane. Lo vuoi contro i lombi, in quei passi indietro che non puoi fare, non quando gliela infili tu la sua mano oltre i tuoi boxer. Lo spingi a sentirti. E lui si perde con te, si esalta tanto che manda via gli amici, che si gode i tuoi gemiti, che "Piano.. avremo un sacco di tempo noi due.." non senti come suoni minaccioso, per te è la cosa più bella del mondo ora. Più della promessa di sposare Grace, più di.. tutto. Che piagnucoli se si allontana, se con la mano azzarda prese scomode, se non ti accorgi che ti si sfila il telefono dalla tasca e cade ai vostri piedi. "Hai fame.." viscido serpente velenoso, insiste, scava.
    Non sai perché piangi, le tue lacrime sono un contrasto ignorante. Avevi preso a Grace i biglietti dei Don Broco, si intravedono dalla cover spezzata, così pensavi avresti fatto mezzo addio al celibato assieme, e mezzo ognuno per i fatti vostri. Ti sembrava carino, che hai usato le tue conoscenze per l'ingresso VIP, ma ora vuoi solo venire tra le mani di Aaron, che ringhiotti, mordi il collo, mordi i punti in cui arrivi, aggressivo come non sei mai stato. E piangi. E ride, lui.
     
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    ''Dai, corri.''
    Froy ha un sorriso stupido piantato in volto. Uno di quelli che riconosceresti come tristi se non fosse che oggi sei particolarmente su di giri e forse così distante dal circo da non renderti nemmeno conto di cos'è che ti circonda. Che sei luminoso tu. Lo guardi con quei due grandi occhi nocciola lucidissimi ora che gli sorridi di rimando e lo fai sentendoti leggero, stupidamente leggero, proprio come fossi un bambino.
    ''Ha detto ad Oswald che passava all'Erin Market, magari lo intercetti per strada.''
    E tu, che di ogni tempo libero hai deciso di passarlo con lui, corri a più non posso tra i vicoli dell'Undercity. Lo fai col cuore in gola, battendo i talloni contro l'asfalto come se non sentissi affatto la fatica della marcia. Che ti senti libero, ruspante, come se non fossi mai stato fuori dal circo e questo fosse il tuo primo giorno. Il primo per renderti conto quanto sia bello sentire i tendini che tirano. Il primo in cui, stringendo la mano saldamente attorno alla scatolina di velluto, ti lasci trasportare dall'idea di un'eternità sì, fittizia, ma terribilmente affascinante. Che sei conscio, sì, di come questo vostro cercare di prolungare il tempo da passare insieme sia stupido, infruttuoso, eppure come è bello provarci comunque, sì, crederci, sì.
    E vorresti dirglielo, sì, a Caleb, quanto sia bello fare le cose con lui. Quanto sia divertente, stimolante, al limite della follia a volte. Perché tu non hai mai desiderato altro sino ad oggi: Tu che sei sempre stato posato, che le uniche volte in cui ti concedevi di impazzire accadeva solo e soltanto all'interno di qualche circolo privato. Una scazzottata o due e tutto tornava al proprio posto. Con i pugni in faccia non si assestavano solo i connotati, ma anche i pensieri. E quanti ragionamenti hai fatto lì, quanti.
    Ma il tuo correre non va di pari passo con la realtà. Non diminuisce solo perché tu rallenti. Perché piegandoti appena sulle ginocchia, rimani ad osservare l'insegna dell'Erin. No. Il tuo cuore, così come le tue gambe prima, continua ad inseguire l'idea di poter rivedere Caleb per qualche ora in più fino poi, per un istante fortuito, smettere di battere del tutto.
    Perché il respiro lo trattieni, quando facendo il giro del negozio, riconosci un ansimare che hai sempre creduto potesse risiedere solo e soltanto nella tua testa. Quando chiudevi gli occhi, sì, proprio come ti ricordava sempre lui.
    Ed è voltando subito l'angolo che ti rendi conto di non star sognando ad occhi aperti. Che quel respirare, quell'ansimare famelico, non è solo nella tua testa, nei tuoi sogni più vividi.
    Allora non ti rendi conto di come la mano che stringe gli anelli tremi così tanto da dover essere nascosta.
    ''Che stai facendo...''
    Non parli, non bene, non come hai sempre fatto sino ad ora. Non sei nemmeno aggressivo: Non sei nulla di ciò che hai dimostrato in questi ventisette anni. Nessuna bestia in grado di gestire la situazione, nessun animale famelico, feroce, pronto ad attaccare.
    Ed avanzi sì, stupidamente forse, ma solo per guardare meglio. Anche se i tuoi occhi lo vedono, anche se le tue orecchie lo sentono. E non so com'è che sai sentirti adesso che la mano si nasconde del tutto nella tasca. Che nel tessuto sa lasciar scivolare le fedi.
    ''Che state facendo!?''
    Ed urli, ora, lo fai azzardando un passo in avanti, uno solo, perché la distanza ci tieni a mantenerla. Lo fai quando guardare Caleb inizia a darti fastidio. Quando fa così male da farti venire la nausea. E vorresti vomitare adesso. Vomitare per qualcosa che hai sperato da tanto: Qualcuno che potesse amarlo più di te, meglio di te. Qualcuno che potesse stargli accanto senza dover morire.
    ''Basta Caleb...Che stai facendo?''
    Ed il tuo è un mugugno sofferto, un balbettare che ti inumidisce gli occhi. E non lo riconosci Aaron, non subito, non quando è di spalle.
     
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    Ridi, e per un secondo sei felice, ti spingi contro il muso di quello stronzo quasi fosse la persona più importante del mondo. E la cosa meravigliosa che hai, Caleb, è che tu li sai far sentire tutti super speciali. E lui lo sa, lui ti piega, lui ti usa, ti porta al limite di un orgasmo solo perché può vederti adorarlo e dio se si galvanizza così, se ti spacca il labbro in un morso che spinge canini fino a dove tagliano la carne. Ti fa male, piangi, ma non importa, non importa perché delle sue labbra non sai fare a meno, neanche quando si stacca piano per guardarti, ammirare la sua opera. Che tu non respiri più, ansimi e basta.
    Ansimi con il rumore di piedi che corre al vostro fianco, che poi diventa una passeggia lenta, distrutta. E' Grace, Caleb. Ma.. te lo ricordi come è fatto Grace, mh? No, immaginavo. Perché tu ringhi, baci alla follia, fai tutto ai tuoi dannati estremi, e non è colpa tua, Caleb, non oggi. Però... Lo vuoi troppo. Vuoi che ti prenda male. Che si infili tra le gambe e ti porti in Paradiso.
    Lo spingi, allora, osi, divori. Ti aggrappi alle sue spalle, lo vuoi più forte, vuoi che ti scopi, che ti ami, che sia quello che sarai tu per lui. State insieme, no? Ti piace tantissimo, è il tuo amore, no? Aaron. G-Grace..?
    No, non hai capito: è Aaron.
    Gracy.. ti si secca la gola, ma baci ancora, di più.
    Più forte! Sei sicuro di averlo detto, dritto contro il lobo che poi hai morso. "C-.. cazzo.." ansimi già, sembra una cosa quella del tuo cuore: una gara di velocità. D'altronde sei tu il cavallo del Circo su cui puntare per la resistenza nelle scopate, e perfino nei preliminari. Tu che puoi sfiancare Grace più di mille clienti e di questo ne fai un vanto. Lo sai che alcuni a volte - mentre neanche ti accorgi - ti guardano avidamente immaginando come sarebbe averti, scopare con te. Si chiedono se a Grace vada di condividerti ancora come ha fatto con Oswald. Quanto sapresti amarli bene, piccolo egoista.
    Hai davvero fame, ed Aaron non è mai stato così bello. I suoi tatuaggi, dio se ti piacciono, dio se li vuoi! Li vuoi su di te, vuoi che te li disegni e per questo allunghi il collo, per questo è doloroso quando non ti asseconda, quando si prende il suo tempo - che stronzo - per guardarti morire di fame tra le sue mani. Te lo tocca, si, sa farlo in modo scattoso, non è neanche lontanamente altruista e lo fa giusto perché gli piace saperti divertito. Perché tanto poi sarai tu a dover far tutto. E già sembra dirtelo, già la sua mano si ferma e tu ti lamenti, tu vuoi venire, che gli blocchi il polso per muovere la sua mano, incastrare le sue dita alle tue, con le braghe calate per darvi spazio. "Adesso andiamo via, solo io e te.. e qualche amico, so io come si trattano i ragazzini come te, Ca-" ansima, ti bacia, ti morde fino a spaccare il labbro ancora e tu senti solo che ti ama, perché ti sta dicendo questo no? Che ti ama, ti appagherà sempre, sarà un futuro bellissimo il vostro e che fortuna sfacciata averlo ritrovato. Vuoi andare con lui. "Si.. si andiamo.. cazzo.. Aa-ron.." gemi.
    Allora perché piangi? No.. non è rea-.. GRACE!
    "Grace.." ti esce quel nome quando lo vedi, gli occhi però non danno cenno, gli parli si ma non lo fai davvero, sembri chiamare così Aaron. Lui dal canto suo, è un pezzo di merda, lo sai. Tanto che ti tocca di più, ti vuole concentrato sul tuo orgasmo.
    "Non distrarti, Piccolo.." lo sussurra a te, ma guarda Grace compiaciuto del fatto che a te non smuova niente, solo più lacrime che non hanno senso, sei sciocco no? Sarà il lutto per Tyron si, niente di più e dio.. dio come ti pentirai appena l'effetto sarà svanito, come chiamerai il suo nome urlando tra le pareti insanguinate a cui ti terranno per farti dormire, in catene. Dio se urlerai per farti liberare, perché sei stato stupido non hai reagito in fretta, lo hai ferito e non ti cercherà mai. Lo ami così tanto... non-non volevi..
    "Senti, trova un'altra strada, qui siamo un po' impegnati.. non hai gli occhi per vedere?" insiste, meschino, mentre tu lo risali, gli mordi il collo in baci famelici, con i gemiti a fior di gola. Sorride e tu ringhi.
     
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    Ma lui non ti ascolta, Grace. Tu gli parli, ti fai avanti affinché possa sentirti meglio, ma lui non ti ascolta. Lui non si stacca da lì, da quel corpo sconosciuto, grande, forse troppo. Quel corpo che non è il tuo. Ed è così bello adesso, dio se lo è, da rendere tutto così sbagliato, così doloroso. Tanto che lo trattieni un singhiozzo che sa mischiarsi bene coi ringhi. Hai la bocca che ancora sa di gin. Quel gin da cui non vedi l'ora di tornare. Che sei tentato, sì, di fare un passo o forse anche due all'indietro, ma non lo fai, no. Non quando lui chiama Aaron e allora tu tendi le orecchie. Non quando Aaron poi ti guarda e qualcosa finisce per gelarsi nel tuo sangue. Che ti senti di marmo, duro, quasi irremovibile. Che per strapparti via da qui c'è bisogno del supporto di qualcun altro. Di qualcuno che possa venire a prenderti, caricarti sulle spalle e solo così portarti via.
    E ringhi, cavolo se lo fai. Se le narici si fanno grandi mentre gli occhi si assottigliano come a cacciar via le lacrime. Te le nascondono e non solo alla loro vista, ma anche alla tua.
    Che nelle dita senti lo sfrigolare di Thor, ma non emetti alcuna scintilla. Che nel petto senti la rabbia di Loki e da quella ti lasci inghiottire. Ma non troppo, no, tu puoi controllarti: Non accetteresti mai l'idea di poter far del male a Caleb nemmeno quando...quando lui non vuole più te.
    Certo, ovvio, è questo che pensi quando ti fai forza e nel dolore, stacchi un piede dall'asfalto per portarlo in avanti. E poi fai così con l'altro e via discorrendo. Come se avessi gambe pesanti, pesantissime, cazzo.
    Che Caleb non può volere quell'Aaron...no, non così. Non quando lui sapeva fargli paura, non quando aveva già scelto, sì e piuttosto che rispondere a lui si era stretto a te. E tu lo avevi stretto di rimando, certo, tu lo avevi amato come meritava. Di quell'amore che ora ti rende debole, impotente. Terribilmente confuso.
    E ti avventi, sì, contro le spalle del ragazzo. Perché è lui a stringere il cazzo di Caleb tra le mani, è lui che lo sta masturbando, sì, anche se Caleb stringe la presa contro il suo polso. Anche se Caleb sembra volerlo ad ogni costo, ad ogni fottuta circostanza e questo ti manda ai pazzi, questo ti fa sentire tradito, uno sciocco.
    E forse lo sei, Grace, uno ciocco che non può prendersela a male per questo. Che se tu fai di peggio allora non ha senso prendersela per questo. Tu accetti che Parker ti tocchi in altrettanto modo. Tu raggiungi l'orgasmo con altri, se nei preliminari riesci a pensare al tuo Caleb.
    ''Non me ne frega un cazzo...''
    Ti trema la voce. Ti tremano le mani che danno scossa nei pantaloni. Che tu non vuoi dare il meglio di te ora. Non quando rischieresti di far del male al tuo Piccolo, non quando ti senti incontrollabile.
    ''Vattene Aaron! Lascialo stare!''
    E lo spintoni, provi a mandarlo via da lì.
    ''Non devi toccarlo, cazzo.''
    E provi a colpirlo.
     
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    Ti pugnaleresti al cuore piuttosto di fargli così male. Di fare sentire Grace tradito, non quando tu per lui hai speso l'anima: l'hai incatenata alla sua perché almeno avesse da vivere bene gli ultimi anni. Non tu che per lui ti premuri di nascondere anche i momenti bui, quelli in cui ti chiudi tanto da soffrire da solo. Che arrivi a pregare il suo Dio perché niente te lo porti via, che vuoi stringerlo sempre anche quando ti fa male. Vuoi averlo tra le tue braccia, dormire solo se ti culla e ne senti il fiato dietro il collo, sulla schiena. E se stai male non importa. Al buio. Stretto a te ed a Jupie, la vostra Jupie che ti lecca via le lacrime anche se tu puoi piangere per dissetare un branco di Jupiter intero. Ma no, non sei quel Caleb ora. Non sei tu che devi farlo stare così male, non hai un briciolo di amor tuo, né desiderio di vendetta, mai avuti. Tu lo ami alla follia, Grace. Tu vuoi che sia felice e mai, mai avresti voluto soffrisse così male, che si contenesse a fatica per liberarti da Aaron e.. e beh sarebbe bello se la droga svanisse.
    Ma non lo fa, è una bastarda molto aggressiva.
    Non lo fa mentre raggiungi l'orgasmo ed Aaron è così gentile da non mollare la presa, Dio quanto lo ami. "Cazzo.. cazzo si..." glielo dici, ignorando il modo in cui si lasci prendere alle spalle e trascinare via per due passi barcollanti. Anche se la presa la tiene perché reagisce alle spinte di Grace con un pugno che gli assesta alla bocca dello stomaco. E tu lo senti in egual misura che per un attimo ti pieghi su te stesso, stringi i denti, vuoi vomitare l'anima e la nausea è tanto forte che quasi ci riesci. "G..grace.."Che i tuoi sono respiri stanchi, strani, raschiano i polmoni e ti fanno tossire. Ma non hai bevuto, no? Ed Aaron ride, lo fa allegando le braccia ma tenendoti la maglia stretta in un pugno. Si strappa, si. Alzi il muso che hai occhi per Grace si, lo guardi, sei perso. Ma sei lucido. Lucido e nervoso, non capisci perché se la prende con Aaron? Che cosa vuole?
    No.
    No Caleb non farlo.
    Non farlo ti prego non difendere Aaron.
    Non ringhiare così a Grace, non.. non allontanarlo, lo sai cosa potrebbe fare! Lo sai? Ma invece lo fai. Ringhi. Alzi le ombre ed Aaron ride, perché ha vinto no? Anche se tu dentro muori, se non dai tenere un piede avanti perché scoppi in lacrime ed al contempo ringhi, e sei un disastro non ci capisci niente. Eppure. Eppure l'odio per Grace c'era e cazzo quanto passerai a odiarti anche per questo. Ma sta toccando il tuo Aaron e.. e non si fa. Gusto? Non.. non lo sai.
    Righi nel vuoto, ringhi a muso duro, scopri i denti e le lacrime che scorrono non si arrestano, sei un disastro senza un senso ed ora stai così male che vuoi solo.. "Andiamo via" e non lo stai dicendo al ragazzo che volevi sposare fino a venti minuti fa.
    Aaron scatta. Tu tremi, che tu.. ma ASPETTA! E' Grace. Grace.. e.. Aaron, cazzo Aaron no! NO NO!

    E l’ultima cosa che Grace sente, è li tuo singhiozzo che si perde nel silenzio dei suoi ringhi. Sparite così.
     
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    Ha alzato le ombre per te. Grace, Caleb ti ha guardato, forse ti ha anche parlato, non sai dirlo con certezza, ma ha alzato le ombre contro di te. Lo ha fatto come se fossi tu qui il nemico e questo, beh...questo può solo che spezzarti in due, totalmente. Cosa che se prima le ignoravi le crepe ora non sai nemmeno come tenerle a bada. Sono placche tettoniche che tremano, che collidono tra di loro. E graffiano, fanno male quando si spostano, quando la pelle sembrano volertela aprire in due. Che tu meriti di soffrire, certo. Tu meriti che la vita ti faccia male, che spinga peggio di come tu stesso non ricordi di aver mai fatto. Che non ti rendi mai conto quando ferisci, quando sei tu il primo a strappar respiri, a calpestare speranze. E ti senti morire, ora. Forse perché non ti saresti mai aspettato di vedere Caleb così. Tanto che arretri. Stringi le mani laddove hai incassato il colpo di Aaron e arretri. Lo fai che quasi cadi sulle ginocchia. Lo fai che non sai come tenerti in piedi. E forse allora cadi, cadi davvero. Lo fai quando loro non sono più dinanzi a te. Lo fai quando senti di potertelo permettere. Che le gambe tremano, tremano troppo per poterti permettere di scappare, di tornare indietro, di correre e correre e fingere che così va bene. Che così puoi davvero liberarti dei suoi ansimi, di quell'immagine che, più si fa nitida, più finisce per toglierti il respiro. E non respiri più Grace. Non quando ti riversi a terra su in fianco. Che ti viene da vomitare, ma più i conati si fanno forte, più dalle tue labbra non esce nulla. Non un urlo, non un po' di bile.
    E ci provi, stupidino, ci provi a tirar via tutto, a buttarlo fuori proprio come fosse gin, ma non ci riesci. Non ci riesci perché piangi, perché il pianto ti chiude di più il naso. Ti congestiona il cervello. Che non distendi la schiena per non farti vedere dai passanti. Che nessuno deve vederti ricercare l'aria. Premere la nuca contro l'asfalto per guardare un cielo finto farsi largo sulla tua testa. Non respiri nemmeno così, nemmeno quando massaggiandoti il petto, con mani tremanti, schiudi le labbra per permettere il passaggio dell'aria.
    ''F-froy...''
    E lo chiami, sì, quell'amico da una vita. Lo chiami come se da li potesse sentirti. Come se avesse un senso bisbigliare il suo nome tra il pianto. Che vuoi chiedergli scusa, scusa per aver ancora bisogno di lui. Scusa per chiamarlo quando senti di esser solo. Quando capisci di essere stato sconfitto. Che Caleb sta realizzando le tue aspettative, certo: Lui si sta facendo da parte proprio come lo hai pregato di fare. Lui ti sta lasciando solo, ti sta dimenticando, tanto che non ti basta ricordare il tuo nome nascosto in una serie di ansimi ingiustificati. No. Che lui non può aver raggiungo l'orgasmo per Aaron. Non con lui, non da chi sarebbe volentieri fuggito.
    Lui doveva amare solo te, Grace, ma tu non hai mai fatto nulla per meritare il suo amore. Non hai mai fatto nulla per meritarti Caleb.
    Così tiri fuori il cellulare dalla tasca dei jeans. Lasci che squilli sul nome di Froy, ma quando lui risponde, tu resti in silenzio.

    ''Hola chico, che succede?''
    E li può sentire, sì, i tuoi ansimi. Il modo disperato con il quale cerchi l'aria, ti rivolti su te stesso, trovi una posizione che sia comoda per i polmoni o almeno ci provi, sì, ci proveresti, ecco, se non ti tremassero le gambe. Se non ti facessero così male da impedirti anche solo di tirati su a sedere.
    ''Grace, tutto bene?''
    ''F-froy....''
    E tu piangi, sai solo piangere ora. Che hai paura di morire. Di aver così tanto male solo perché stai morendo. Perché ti stai trasformando di nuovo e magari del tutto. O semplicemente il tuo cuore sta smettendo di battere, sì. Magari tutto fa male perché anche gli organi fanno male. Non stanno bene, non meritano di star bene.
    ''Arrivo Grace, arrivo! Non attaccare.''
    E come potresti? Stai morendo.
     
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    "GRACE NO! Ri.. riportami da lui.. Aaron da lui adesso! Ti-.. prego, farò tutto quello che vuoi ma.. ma lui.. i-io.. TI PREGO CAZZO!" Urli, tremi, anismi, cazzo, lo fai con tutto il fiato che hai in gola, quelle parole rimaste incastrate. Ma, bimbo mio, non ti sente, vi siete già decomposti da lì, di te non gli è rimasta che l'immagine di come tu gli abbia ringhiato contro. Come se lui fosse quello che ha spinto la lama nel tuo cuore.
    Ed è vero, si, Grace ti ha fatto male molte volte ma.. ma "Io ti amo..a-aspetta.." piagnucoli, che le gambe non ti reggono, che tremano appena toccare terra e la risata di Aaron ti colpisce come un frusta a schiena scoperta. Sei una visione orribile, Caleb. Mezzo nudo, sciolto al sole, spento contro un pavimento che non riconosci, con le urla che si fanno pianti ed il pianto che si fa dolore. Un dolore che ti toglie il fiato, spinto contro lo stomaco, tanto che tu invece i conati li soffochi ingoiando tutto di nuovo. Che la mano a terra ti trema, è macchiata di.. non lo sai.. sangue? Lividi di cui non sai niente.
    La luce sfarfalla ma tu non ti alzi, sei debolissimo, ti sembra di aver scopato per ore ma invece di trovarti soddisfatto, ti senti vuoto, perso. Non sai dove sei vuoi Grace, vuoi spiegare quello che neanche sai dire, vuoi parlargli, rivuoi i suoi occhi bellissimi. Li ricordi si adesso, che bello che è Grace, il tuo amore immenso.
    Gli hai fatto male sai? "Io non volevo.." piagnucoli, sempre, ed i piedi che ti circondano ora sono tanti, troppi per un diciannovenne sfinito. ".. ti prego.."
    "Volevi eccome, tesorino" la sua voce ti fa tremare, ti rannicchi a terra, ti spingi come se il pavimento potesse inghiottirti. Ma non lo farà. Ti rovinerai le ginocchia fino a farle sanguinare, ti spingeranno a terra così tante volte che la sola idea ti fa morire. Non apri gli occhi, neanche quando Aaron ti forza il muso, ti alza lui, ti mette lui in ginocchio, che è come gli piaci di più. Stringe il tuo muso tra pollice e indice, preme fino a schiudere le labbra anche quando piangi. "Ti divertirai, te lo prometto.." "Ti prego no.." è inutile che ti lamenti, ora non hai scampo.
    "Shhh, dai che ti presento ai miei amici, lui è-..." e te li presenta davvero ma tu non senti niente, tu vedi solo Grace che prova a difenderti, vedi solo Grace, con gli occhi chiusi pensi solo a Grace. Piangi tanto che non sai neanche che dio pregare, non se sono due a tenerti fermo, non se sei così stanco, tu vuoi Grace...
     
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