Polaroid Princess

caleb sharp . maledetto . cannibale. 19 . bf

"Più giù, bocca di rosa, dai.."
"Basta Aaron.. ti prego... sono stanco"

E di dormire ne avresti bisogno davvero, piccolino. Che adesso per farlo necessiti ancora più di prima dei tranquillanti per cavalli. Si, quelli che Froy ti dà solo dopo mille raccomandazioni su quanti usarne, ed a volte veramente li centellina lui per te.
Ha paura, come ne hai avuta tu, che se potessi esagereresti solo per non sentirti più male, o così di merda almeno. E ci pensi, quando piano ti risvegli, quando no non hai dormito per niente, ma hai lasciato che Grace lo facesse. Dio che bello che è, vero? E' proprio tanto bello il tuo Grace, con quegli zigomi ancora arrossati, la fasciatura bagnata dal sangue.. il musino addormentato anche se un po' dolorante. Grace è meraviglioso, lo è con Jupiter stretta addosso. Che tu l'hai sentita arrivare, erano quasi le cinque, si è fatta la scaletta - sonnolenta - e di peso si è lanciata tra le braccia di Gracy, infilandosi così stretta da sentirsi contro il petto.
Tu l'hai lasciata fare, commosso - perché tanto questo fai da giorni - nel vederli così perfetti insieme. I tuoi amori. La tua famiglia, quella che ti sei scelto quando hai deciso di fare quel passo enorme di diventare adulto. E si, fa ancora male pensare di essere uscito dalla tortura, di aver ucciso un uomo, di-.. di tutto quello che ti hanno fatto, che ricordi così bene...

"Come come? Chi chiami mh? Grace?"
"N-no.. no nessuno.. no Aaron.. n-no."

Lo hai cullato, il tuo Grace, in baci che ti sei fatto strappare dolcemente dalle labbra, quando poi si.. insomma, tu ami tutto di lui, anche il fatto che si sia forzato al punto da richiamare la tigre per salvarti. Lui ti ha salvato, già.
Quello che tu avresti dovuto salvare, quello a cui tu hai promesso gli ultimi anni migliori di sempre. Ma non è neanche l'alba e non sai fare altro che guardarlo, che sfiorarlo pianissimo.
E sei sveglio, Jupiter apre giusto un occhio, e tu vorresti solo calmarti così, con l'immagine di loro due di nuovo con te. Vorresti, se non fosse che la nausea è talmente alta da far male al centro dello stomaco. Se non fosse che quando chiudi gli occhi hai solo incubi, che le cicatrici fanno male, i lividi sono anche peggio.

"H-ho paura Aaron.."
"Ma ci sono io, stupido Caleb..."

Allunghi una mano tremante verso il viso di Grace, così appena illuminato dal sole è ancora più bello. E tu, tu senti cosa di macera dentro, è la rabbia. La rabbia verso chi si curerebbe di lui molto meglio che di te, perché certo non ti sei tolto quel pensiero dalla testa, non quando tu con Parker ci hai anche parlato. Lo sai, Caleb, che Grace non ci starebbe mai con uno come lui, che non sarebbe felice: è questo che vuoi? Che sia infelice ma vivo? O vuoi che invece viva il pericolo con te ogni giorno pur di vedergli quel sorriso enorme che gli spunta quando fate gli idioti? Non lo sai, non lo sai e vorresti piangere di nuovo.
Jupiter mugola, sbadiglia, si allunga piano, quasi ti lecca il muso, anche lei felice di vederti. Forse sei davvero tornato a casa, si..."S-..sveglia principessa"

caleb sharp . maledetto . cannibale. 19 . bf

Grace emette un fiato, stanco e stupido e tu riesci solo a vedere quanto lo ami. Sai che non puoi cambiare idea solo perché le vostre vite sono incasinate da morire. Tu lo ami, Caleb. Ami il modo in cui si rigira come un gattone, si appropria del lenzuolo premendosi sul materasso. Ancora, ti ricordi come hai pregato che i tuoi spazi diventassero i suoi, che restasse a farti le fusa. A volte - e per due estenuanti giorni - hai pregato che il braccio che ti teneva stretto fosse il suo. Hai implorato di essere quello che ora è Jupiter.
La tua Juppie Pie, che scodinzola talmente poco che ti accorgi della sua felicità solo dai mugugni che ti spinge in muso con il suo fiato caldo. "Adesso ti libero..." sussurri, dolce ma arrugginito, conto il suo muso. E ti guadagni una generosa leccata d'affetto. E cazzo se ti è mancata da morire anche lei, anche solo sentirla grattare con le zampette contro la porta. Che tu, quando piangevi stretto alla tua corruzione, quando Parker si godeva Grace e tu non volevi sentirli godere, lei era lì. A modo suo. Accoccolata con pazienza sul piccolo patio. Anche sotto la pioggia, tutto per averti con sé. Come ti vorrebbe Grace, anche se ora sembra mandarti via.
Tu, che sollevi un braccio di Gracy per liberare Jupiter che zompetta giù e si stiracchia di tutto gusto.
Ne approfitti, ti fai vicino al tuo ragazzo, che sembra un po' sudare freddo. Ti basta quel piccolo fastidio per abbassare lo sguardo, percorrere il corpo, raggiungere la fascia.
"Addirittura fastidioso.." riprendi, dolce come riesci, ti senti fatto di ruggine e ossigeno corrotto. Ma ci provi, cazzo quanto ci provi quando mugugna e tu vorresti baciarlo per svegliarlo come facevi fino a due settimane fa. Mordendogli le labbra, poi il collo, poi davvero gli avresti fatto il solletico e avresti aspettato che ribaltasse la situazione per chiedergli pietà ridendo come uno sciocco ragazzino. E questo sei, un ragazzetto innamorato, uno che però sa quanto a fondo sia andato un pugnale. Uno che sfiora il bendaggio con estrema attenzione. Ci passi le dita, stringi gli occhi. Lo sai che fa male, lo sai perché ti hanno inferto così tanto dolore che vorresti solo poter rimuovere il suo. E non sai curarlo, no, il suo sangue non dovrà entrare in contatto con il tuo, mai Caleb. E' una regola, Venus te lo ripete nella testa anche ora. Senti le sue parole accoglierti con dolcezza, inumidirti gli occhi. Fatti avanti, Piccolo.
Che quelle dita ti servono lì. Ti serve richiamare acqua fresca lungo il palmo, accarezzare la benda e "Quindi devo andare via, mh?" ci scherzi se glielo sussurri con un nodo in gola, con un bacio che lasci lento dietro l'orecchio, sulla pelle calda del collo. L'acqua lava piano, rinfresca, ripulisce, anche se la benda resta rosso scuro. Quella non puoi lavarla, ma puoi almeno impedire che si infetti. Ti ci impegni, da morire.

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"Si.. io-..restiamo qui. Mi.. mi fa paura uscire." lo dici con quel nodo in gola che tu inumidisce gli occhi, che tieni aperti affinché almeno si secchino. Così non piangi, così gli puoi rivelare le tue paure... forse nella speranza di renderti tanto odioso da farti lasciare in un angolo, da solo ad alzarti pianissimo. A chiuderti e dondolare fino a sentir ancora mancare il fiato. Poi un sonnifero e giù a dormire altre interminabili e vuote ore. E non vuoi questo. No, tu vuoi dirgli che hai paura così può aiutarti.. così tutti loro possono farlo. Tu.. tu lo vuoi il loro aiuto, vuoi che ti cullino, che tornino ad abbracciarti, che si muovano come fa Grace. Vuoi le loro fusa, le risate, gli occhi stanchi ma felici di vederti in piedi. Vuoi il loro perdono per essere stato un cucciolo indisciplinato e orribile ultimamente, per non aver capito quanto siano la tua nuova famiglia, quanto tu stia bene qui. Che andresti fuori, piano, passo dopo passo solo perché sorretto da Grace. Così potresti davvero cercarli tutti, e stringerti a loro. Già, perché la prova della fiducia l'hanno già superata, l'hanno fatto al punto che chiuderesti gli occhi e gettandoti al contrario da una scogliera sapresti di finire tra le loro braccia.
Allora a Grace ti fai più vicino, ti godi il suo profumo, la famiglia che rappresenta, quello che ti sei scelto, il cuore che gli hai infranto quando ti ha visto con Aaron. Allora si un po' ridacchi alla battuta su Jupiter che sta diventando un molosso a forza di elemosinare cibo da tutti, ma dopo.. beh dopo è tuo il cuore che sobbalza. È tuo il respiro che si coordina con Gracy. L'ansimo che risponde al suo. Che questo sapete farlo bene, cazzo se siete bravi voi a dichiararvi amore nel modo più intenso possible, con il sudore di pelli sempre a contatto. Anche se la tua trema. Se tu ora deglutisci male, che in gola hai un o di strettissimo. Che si vuoi che ti baci ma che vada pianissimo con te perché non sai ancora bene. Che Grace passa sui lividi e dei tuoi brividi provi un'assurda vergogna. Per questo rendi i muscoli, iperventili un attimo ma non lo riesci ad allontanare, non vuoi. Non puoi anche se senti gli occhi più umidi.. "Piano.. Tigre.." lo sussurri spezzato, quando cerchi solo un modo per scusarti, ancora. Che vuoi dirgli tutto: hai bisogno di farlo uscire da te. Non importa se sono cose che nessuno vuole davvero sentire. "Aaron mi.." il suo nome ti spaventa, respira Caleb. Avvicinati al tuo ragazzo, il futuro signor Sharp, e dirglielo. Perché se c'è qualcuno di cui ti fidi da morire, è Grace. Lui può ogni cosa. Sempre. ".. drogato. Quando.. quando tu mi hai visto, io non.. non ero io.." lo accarezzi ancora, con l'acqua che smette di ripulire, ma ti riveste la pelle lasciandoti più fresco. "Avevano cose che... che non esistono.. cancellano tutto.. io.." lo senti come il respiro si altera se cerchi di fare quello che con coraggio racconta tutto, butta fuori lo schifo che ha vissuto. "Io davvero non volevo... ma quelle droghe.. non mi facevano andar via, o muovere.. " hai paura quando lo ripeti, si. Hai paura di sembrare usato così a lungo da essere un capo che neanche lui vorrà più indossare. Ma ti ripeti che ti fidi. Da morire. E lo stringi altrettanto. "Loro erano.. tanti e.. e mi hanno fatto fare cose che... Dio.. io.. non volevo.. ti-ti prego lasciami finire.. io.. ce la faccio" non sai neanche se parli con lui o con te. Ma lo fai. "In tanti e talmente tante volte che.. che adesso mi-.. lo fa male tutto.." Terribilmente in colpa, tremi, piccolo mio. Ma sei al sicuro ora. Lo sei che riapri gli occhi piano, come a capire se lui può perdonarti.

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Ma quello che vedi quando apri gli occhi, Caleb, ti spezza. Che resti in silenzio, religioso, come a studiare il pianto di Grace: ti rendi conto che è colpa tua, si? Ti rendi conto che il fatto che tu non sappia superare le cose con lo stesso coraggio che li possiede, lo manda ai matti? Lo senti come piano nasconde le lacrime così? Non sai che fare, per un secondo ti fermi e basta. Smetti di parlare, ti chiedi se davvero non sia troppo per voi. Magari avete raggiunto quel punto per cui siete ormai statici, fermi, troppo distrutti.
E tu volevi solo che fosse felice, magari.. magari lo sarebbe stato se non ti avesse più trovato, magari non sarebbe impazzito, avrebbe accettato l'amore di Parker come realtà, perfino imparando ad amarlo.
Ma non ti sai dire tutte queste cose con serietà, non senza soffrire come un cane. Quello che ti sei sentito, piegato a quattro zampe per la loro gioia, per farli venire prima. Che ti sei prostrato come nessuna puttana davvero farebbe.
Hai pensato a sopravvivere, non hai pensato alle conseguenze, neanche quando non potevi andare via.
Però tu il coraggio ce l'hai, Caleb, ce l'hai quando incontri lo sguardo di Froy e.. vi capite, in qualche modo lo fate sempre. Vi sentite una sola famiglia. Ed è lui che impersonifichi ora, a cui rubi la capacità di essere forte. Coraggioso, inarrestabile, convinto che voi due abbiate ancora tempo e modo di amarvi come dei matti, scomposti ed affamati.
"G-gracy.." lo soffi pianino, non glielo sposti quel braccio, non osi, ti ci infili vicino pianino, come a dire che comunque, oh, comunque avresti sacrificato ogni pezzo di te per lui: tutto, tranne il cuore che è già suo. "A-andrà tutto bene..." ti forzi allora di dirti tu ciò che lui non ti dice, che allora va bene uguale no? Dirlo a voce alta, confondere i toni perché ti sembri venga da lui e non da te. "Passerà e.. e andremo al mare.. ok?" spingi il muso contro il suo collo, dolce forse anche troppo. Disperato, quello di sicuro. "Avremo un sacco di falò con gli altri.. faremo cose belle, faremo tutte quelle che vogliamo.." non vuoi davvero elencarle tutte perché hai troppo male in gola, e troppi lividi per sembrare credibile. "Ci.. ci toglieremo le magliette al concerto.. io... io te lo prometto.." ti scappa qui un singhiozzo.

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Che con ogni parola stringi i denti. Non glielo puoi far fare, Caleb, lo sai! Lo sai che non è colpa di Grace se alla fine tutto per lui esplode nel cervello ad un livello altissimo. Non è colpa sua se per vivere ha dovuto mandar giù la merda, molto più di te.
Allora no che non puoi davvero, lamentarti. Non puoi piangere se piange lui. Puoi solo concederti quegli occhi lucidi da riflettere i ricci morbidi di Gracy. Lo sono anche se pensi ci sia ancora del sangue incastrato. Tu su quelli ti concentri. "Non è vero.. Gracy... tu sei.. tutto. Sei tutto e basta." Ti trema la voce quando te lo stringi al petto, gli lasci lo spazio per piangere, per sentirsi come ogni volta ti senti tu. Tu che non potrai salvarlo, sei qui solo per vederlo lentamente allontanarsi da te.
E chi dice che fa meno male così, che una morte improvvisa, non sa di che cazzo parla. Te lo fissi in testa, quando forse ti rendi conto che ha stretto troppo, che all'odore del sangue sei abituato e lo senti impregnare di nuovo il cotone della maglia sua maglia.
Ma lo baci, lo baci quando te lo chiede, lo baci perché lo vuoi, lo vuoi così tanto che fa male in petto, che fa male ovunque ormai, Caleb. Ovunque. Non esiste una parte di voi che non sanguini, o un timore che non sia anche il suo, che non condividiate.
"Ti prego.. non dirlo.. i-io.. noi staremo meglio, Gracy. Ti prego staremo meglio, te lo prometto.. adesso basta.. adesso basta.." non sai neanche come si calmi un disperato, uno che ha quel profumo che per te è casa. Che te lo prendi vicino, con le mani dietro la nuca, ed una che scivola veloce verso la sua.
"Fai piano.. ora guariamo.." ti sembra una promessa bellissima, si, quando a denti stretti e musi rigati, appoggi la tua fronte alla sua. Che non vi senta nessuno se non la brezza. "I-io e te.." sospiri.